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Rassegna Stampa - L'Argomento di Oggi - dal 2011-03-11 ad oggi 2011-04-18 Sintesi (Più sotto trovate gli articoli)

GIAPPONE

TERREMOTO E TZUNAMI

OLTRE 20.000 VITTIME PER LO TZUNAMI,

3 ESPLOSIONI ALLE CENTRALI NUCLEARI

ST

DG

Studio Tecnico

Dalessandro Giacomo

41° Anniversario - SUPPORTO ENGINEERING-ONLINE

 

 

Internet, l'informatore, ll Giornalista, la stampa, la TV, la Radio, devono innanzi tutto informare correttamente sul Pensiero dell'Intervistato, Avvenimento, Fatto,

pena la decadenza dal Diritto e Libertà di Testimoniare. Poi si deve esprimere separatamente e distintamente il proprio personale giudizio.

 

 

Per conoscer le mie idee Vedi il "Libro dei Miei Pensieri"html PDF

Il mio commento sull'argomento di Oggi è :

…………………………………………………………..

Per. Ind. Giacomo Dalessandro

Rassegna Stampa - L'Argomento di Oggi - dal 2011-03-11 ad oggi 2011-04-18

 

 

 

 

CORRIERE della SERA

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2011-03-13

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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L'UNITA'

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2011-03-13

 

 

 

 

 

 

il SOLE 24 ORE

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2011-03-13

 

 

 

 

 

il SOLE 24 ORE

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AVVENIRE

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2011-04-18

 

 

 

2011-04-12

12 aprile 2011

GIAPPONE

"Fukushima come Chernobyl"

La Tepco, società che gestisce la centrale nucleare giapponese danneggiata di Fukushima, ha affermato di temere che la fuga di radiazioni possa essere maggiore di quella verificatasi nel 1986 nel disastro nucleare di Cernobyl. "La perdita radioattiva non si è ancora arrestata completamente - ha detto ai giornalisti un funzionario della società - e la nostra preoccupazione è che possa anche superare Cernobyl".

L'assegnazione di un grado 7 all'incidente di Fukushima, lo stesso a suo tempo attribuito al disastro di Cernobyl, è "provvisoria", ha precisato l'Agenzia giapponese per la sicurezza nucleare, specificando che il livello delle emissioni radioattive registrate dall'inizio della crisi equivale appena al 10% di quello misurato nel 1986 dopo la catastrofe della centrale Ucraina.

Le misure disponibili sulla fuga di radioattività dalla centrale di Fukushima, comunque, "mostrano dei livelli equivalenti al livello 7", il massimo della scala Ines degli eventi nucleari. "Continueremo a sorvegliare la situazione - ha detto un responsabile dell'organismo ufficiale -. E' un livello provvisorio", ha aggiunto, spiegando che la decisione definitiva sulla classificazione dell'incidente dovrà passare all'ulteriore vaglio di un comitato di esperti.

L'Agenzia per la sicurezza nucleare giapponese aveva fino ad ora classificato l'incidente di Fukushima al livello 5, corrispondente a "un incidente con delle conseguenze estese" con un "danno grave al cuore del reattore" ma con un "rilascio limitato di materiale radioattivo all'esterno".

L'omologa agenzia francese lo aveva valutato di livello 6, pari ad un "incidente grave". Il livello 7, quello massimo, viene assegnato in presenza di un "notevole rilascio di sostanze radioattive" con "effetti considerevoli sulla salute e sull'ambiente".

Ieri una scossa di magnitudo 6,3 (valutazione preliminare) è stata appena registrata in Giappone, con epicentro nella prefettura di Fukushima. La Tepco, il gestore della disastrata centrale nucleare, ha ordinato ai lavoratori di evacuare l' impianto. Il terremoto, che ha avuto per epicentro Hamadori (prefettura di Fukushima) e una profondità di 10 km, s

Le vittime del sisma/tsunami dell'11 marzo scorso, che ha devastato il nordest del Giappone, ha superato quota 13.000 in 12 prefetture, attestandosi a 13.013. Sulla base dell'aggiornamento dei dati comunicati in serata dalla polizia nazionale, i dispersi sono saliti a 14.608 nel conteggio di sei prefetture soltanto, escludendo città colpite nella prefettura di Miyagi, quali Sendai, Higashimatsushima e Minamisanriku su cui e' pressoche' impossibile formulare stime

 

 

 

 

2011-04-04

5 aprile 2011

GIAPPONE

Fukushima, cresce la paura

per lo iodio radioattivo

Quantitativi di iodio-131 pari a 7,5 milioni la norma sono stati rilevati nelle acque davanti al reattore n.2 della centrale nucleare di Fukushima. Lo riferisce in una nota la Tepco, il gestore dell'impianto, spiegando che il campione esaminato è stato raccolto il 2 aprile. La Tepco (la società che gestisce la centrale nucleare di Fukushima) ha cominciato a riversare 11.500 tonnellate di acqua radioattiva direttamente nell'Oceano Pacifico, sperando di dare un'accelerata ai lavori per rimettere in sicurezza la centrale danneggiata dal terremoto dell'11 marzo.

Il rilascio dell'acqua contaminata "direttamente in mare è stato autorizzato come misura eccezionale e per i bassi livelli di radioattività", ha precisato in serata Hidehiko Nishiyama, portavoce dell'Agenzia per la sicurezza nucleare. Nulla esclude, però, che lo scenario possa ripetersi in futuro. "Al momento la situazione è questa", ha tagliato corto Nishiyama. La Tepco, in una nota, ha motivato la decisione con la grande quantità di liquido contaminato accumulatosi nel sito, in particolare nell'edificio della turbina del reattore n.2. "Pensiamo - si legge nel comunicato - sia necessario trasferire l'acqua dei rifiuti radioattivi alla centrale di raccolta, per poterla conservare in condizioni di stabilità.

Quindi, 10mila tonnellate di liquido a basso livello di contaminazione, pari a dosi che possono essere assorbite naturalmente in un intero anno dagli adulti, "devono essere scaricate" per poterle sostituire con acqua più pericolosa. C'è, inoltre, la priorità di neutralizzare un fenomeno di accumulo nei pozzi di scarico dei reattori 5 e 6, che potrebbe creare problemi "ad apparecchiature importanti per garantire la sicurezza. Sulla base del punto 1 dell'articolo 64 del regolamento sui reattori nucleari, abbiamo deciso - conclude la nota - di scaricare in mare circa 10mila tonnellate di acqua radioattiva di basso livello e altre 1.500 tonnellate stoccate nei pozzi di scarico dei reattori n.5 e 6".

Un quantitativo di liquidi contaminati per 11.500 tonnellate (meno delle 15mila ipotizzate all'inizio) che non costituiscono "un problema alla salute", ha osservato sul punto Nishiyama. Sulla Tepco, il governo giapponese ha esercitato il pressing anche oggi perché blocchi la falla del pozzo di contenimento del reattore n.2, che riversa acqua altamente radioattiva in mare.

"Dobbiamo fermare assolutamente l'infiltrazione d'acqua contaminata, al più presto possibile: con questa forte determinazione, abbiamo chiesto alla Tepco di agire in fretta", ha detto il capo di gabinetto, Yukio Edano. In mancanza di una svolta immediata, ha aggiunto, l'accumulo di materiale radioattivo "avrà forte impatto sull'Oceano".

La grande utility asiatica ha reso noto che pagherà indennizzi provvisori a residenti e agricoltori colpiti dalla crisi. Circa 80mila i residenti costretti all'evacuazione, più un'ulteriore fascia di rispetto di dieci chilometri. La Tepco ha dato disponibilità al rimborso spese mediche e perdita di reddito a causa dell'evacuazione. La borsa nipponica oggi chiude a -1,06%, sui timori legati agli ultimi sviluppi della crisi nucleare.

 

 

2011-04-03

4 aprile 2011

GIAPPONE

Fukushima, acqua radioattiva

versata nell'Oceano Pacifico

Sono iniziate le operazioni di travaso in mare dell'acqua radioattiva della centrale di Fukushima. A riferirlo sono i media nipponici. Complessivamente verranno riversate nell'oceano 11.500 tonnellate di acqua radioattiva accumulate durante i tentativi di raffreddamento dei reattori. L'operazione servirà per fare spazio nell'impianto ad altra acqua che presenta livelli di radioattività molto maggiori.

La Tepco, la società che gestisce la centrale di Fukushima, ha assicurato che il travaso di acqua radioattiva nell'oceano non comprometterà l'ecosistema marino e la sicurezza del pescato. Un ufficiale della società ha assicurato che, se si consuma pesce proveniente dal mare contaminato una volta al giorno per un anno, si potranno assorbire circa 0.6 millisievert di radioattività, pari a un quarto delle normali radiazioni provenienti dall'ambiente nell'arco di un anno.

Due operai della centrale nucleare di Fukushima, scomparsi dal giorno del sisma/tsunami dell'11 marzo, sono stati ritrovati morti, sempre nello stesso sito. Sulla base di quanto riferito in conferenza stampa dalla Tepco, il gestore dell'impianto, i due, di 24 e 21 anni, sarebbero deceduti per le ferite multiple riportate associate a tracce di annegamento. Le analisi fatte dai medici legali hanno ipotizzato la morte poco più di un'ora dopo il terremoto, avvenuto alle ore 14.46 dell'11 marzo, cui è seguito il devastante tsunami. I loro corpi sono stati trovati mercoledì e poi ripuliti e decontaminati, visto che l'impianto continua a rilasciare forti dosi di radiazione in quella che è la peggiore crisi nucleare del Giappone. La Tepco ha reso noto di aver individuato la perdita al reattore n.2 della centrale di Fukushima dalla quale c'è la fuoriuscita di acqua radioattiva che si riversa poi in mare.

La compagnia, dopo diverse verifiche, ha spiegato di aver trovato acqua radioattiva in uscita da un pozzo di calcestruzzo lesionato, parte del reattore n.2. Le radiazioni, misurate in 1.000 millisievert/h, creano problemi anche alla messa a punto di interventi efficaci che, secondo l'Agenzia giapponese per la sicurezza nucleare, prevedono un'iniezione di cemento per tappare la perdita. Allo stesso tempo, l'Agenzia ha spiegato che sono in corso accertamenti per verificare l'integrità delle condutture degli altri reattori.

 

 

 

 

 

011-04-02

2 aprile 2011

GIAPPONE

A Fukushima individuata

perdita radioattiva in acqua

La Tepco ha reso noto di aver individuato la perdita al reattore n.2 della centrale di Fukushima dalla quale c'é la fuoriuscita di acqua radioattiva che si riversa poi in mare. La compagnia, dopo diverse verifiche, ha spiegato di aver trovato acqua radioattiva in uscita da un pozzo di calcestruzzo lesionato, parte del reattore n.2. Le radiazioni, misurate in 1.000 millisievert/h, creano problemi anche alla messa a punto di interventi efficaci che, secondo l'Agenzia giapponese per la sicurezza nucleare, prevedono un'iniezione di cemento per tappare la perdita. Allo stesso tempo, l'Agenzia ha spiegato che sono in corso accertamenti per verificare l'integrità delle condutture degli altri reattori.

Il primo ministro giapponese Naoto Kan si è recato per la prima volta in tre settimane nella regione del nord-est del Giappone devastata l'11 marzo da un forte terremoto seguito da uno tsunami. Kan è arrivato da Tokyo con un elicottero militare nel piccolo porto di Rikuzentakata (prefettura di Iwate), particolarmente colpito dalla doppia catastrofe: circa 1.000 persone sono morte e altre 1.300 risultano ancora disperse.

Il premier incontrerà in seguito nella prefettura di Fukushima le squadre di soccorso che stanno intervenendo nella centrale nucleare di Fukushima Daiichi. Naoto Kan aveva annullato il 21 marzo scorso una prima visita prevista nel nord-est del paese per il maltempo. Il 12 marzo, il giorno dopo il terremoto e lo tsunami, Kan aveva sorvolato in elicottero la centrale nucleare di Fukushima per rendersi conto dei danni che aveva subito. Kan era stato in seguito criticato da alcuni parlamentari secondo i quali il sorvolo delle zone colpite aveva ritardato le operazioni di intervento, in particolare il rilascio controllato di vapore radioattivo per far abbassare la pressione nel reattore.

 

 

2011-04-01

1 aprile 2011

DRAMMA NUCLEARE

Fukushima, "abnormi quantità

di iodio radioattivo nella falda"

La quantità di iodio radioattivo nella falda sotto il reattore n1. di Fukushima presenta valori abnormi di iodio, pari a 10.000 volte i limiti legali. È quanto afferma la Tepco in una nota, confermando la validità delle analisi annunciate ieri notte e messe in dubbio dall'Agenzia giapponese per la sicurezza nucleare.

Secondo l'Agenzia, i valori di concentrazione radioattiva nei campioni di acqua sotterranea presa martedì e mercoledì scorsi attorno all'edificio della turbina del reattore n.1 potevano essere rivisti al ribasso, visto che erano stati inclusi da Tepco materiali come tellurio, molibdeno e zirconio su cui erano stati fatti degli errori.

La utility, tuttavia, ha confermato nelle controprove la correttezza della stima dei valori sullo iodio, rilanciando altri pesanti dubbi sull'attendibilità delle sue comunicazioni. Nel tentativo di evitare che le particelle radioattive possano essere disperse nell'ambiente da venti e pioggia, la Tepco ha iniziato oggi i test sulla stesura di resina solubile in acqua che ha un effetto verniciatura sullo stabilimento.Il piano prevede l'uso di 60.000 litri di resina che sarà spruzzato in un periodo superiore alle due settimane.

 

 

1 aprile 2011

TERREMOTO

Giappone, al via grande operazione

per cercare i 16.500 dispersi

Al via in Giappone una maxi-operazione per cercare i 16.500 dispersi nel terremoto e nello tsunami dell'11 marzo. In 25.000 tra militari delle Forze di Auto-Difesa, l'Esercito giapponese, e soldati americani hanno avviato una grande battuta che durerà tre giorni e riguarderà le prefetture di Iwate, Miyagi e Fukushima, le più colpite. Vengono impiegati 120 tra aerei ed elicotteri e 65 imbarcazioni, tra cui 20 velivoli e 15 unità navali statunitensi.

Le ricerche si concentreranno "lungo le coste, nell'alveo dei fiumi e sull'entroterra sommerso" dalla gigantesca onda anomala, fino a una distanza di 18 chilometri dal litorale. Esclusa dalle ricerche soltanto l'area di 'rispettò istituita dalle autorità in un raggio di 30 chilometri dalla disastrata centrale nucleare di Fukushima 1, onde evitare che i 18.000 militari locali e i settemila americani siano esposti alla radiazioni emanate dai reattori del complesso. Dovrebbe invece essere regolarmente ispezionata la cittadina di Iitate, di cui inutilmente ha chiesto l'evacuazione l'Aiea, l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica, giacchè vi sono stati rilevali livelli di radioattività tali da richiederne lo sgombero: l'esecutivo nipponico ha infatti rifiutato, almeno per ora, di estendere oltre i 20 chilometri dall'impianto l'area di allontanamento forzato della popolazione, e Iitate sorge a una quarantina di chilometri dalla centrale; a tutt'oggi vi si trovano ancora 3.800 abitanti su un totale di seimila.

Si calcola che il disastro di tre settimane fa abbia causato la morte accertata di almeno 11.578 persone. In giornata è atteso un discorso alla Nazione da parte del primo ministro Naoto Kan.

 

 

 

 

 

 

2011-03-30

30 marzo 2011

GIAPPONE

Fukushima, iodio radioattivo

3.335 volte superiore al limite

Un tasso di iodio radioattivo 3.355 volte superiore al limite legale è stato misurato nel mare a 300 metri dalla centrale nucleare di Fukushima. Lo ha reso noto l'Agenzia per la sicurezza nucleare giapponese. Il vice direttore generale dell'agenzia, Hidehiko Nishiyama, ha minimizzato i potenziali effetti dell'acqua di mare radioattiva dal momento che la popolazione locale è stata evacuata ed è stata bloccata l'attività di pesca nella zona.

Masataka Shimizu, presidente dalla Tepco, la società che gestisce l'impianto nucleare di Fukushima, è stato ricoverato ieri sera. Lo hanno reso noto oggi i media giapponesi, il giornale Nikkei e l'agenzia Kyodo, precisando che Shimuzu soffre di pressione arteriosa troppo elevata. Nei giorni scorsi il numero 1 della Tepco si era assentato per motivi di salute. Il manager era apparso in pubblico l'ultima volta nella conferenza stampa del 13 marzo, due giorni dopo la catastrofe che ha distrutto il Giappone del nordest.

"PLUTONIO FUORI CONTROLLO"

La situazione nei reattori di Fukushima 1 sta ormai sfuggendo a ogni controllo. Ieri il governo ha dovuto ammettere la parziale fusione delle barre di combustibile nucleare e che tracce di plutonio sono state rinvenute in almeno cinque punti del sottosuolo della centrale. Il problema è che la finora mancata riattivazione dei sistemi di gestione della centrale non consente di avere una situazione chiara della funzionalità degli impianti come dei danni e dei rischi connessi. Allo stesso tempo le maestranze ancora al lavoro sono sottoposte a rischi di cui non è chiara l’entità. Come quando la settimana scorsa tre tecnici si sono trovati a guadare vaste pozze di acqua fortemente contaminata raccoltasi sotto le turbine dei reattori e sono stati per questo ricoverati in osservazione in un centro specializzato. Due di essi con ustioni alle gambe.

Anche ieri il portavoce governativo Yukio Edano ha confermato la necessità di mantenere un costante afflusso di acqua all’interno dei reattori per raffreddare il materiale fissile, ma questo in sé è ormai uno dei problemi maggiori, perché da un lato provoca vapore sotto pressione che pone a rischio di diffusione della radioattività nell’aria, e dall’altro va ad aumentare la massa di liquido presente al di fuori delle aree previste, con una tasso di elementi radioattivi che arriva a 100mila volte la quantità tollerabile,

Da due giorni, a preoccupare è soprattutto l’acqua che si è raccolta nelle trincee di drenaggio che collegano tra loro, esternamente, i reattori 1, 2 e 3. In alcuni punti quasi al limite della capacità, rischia di uscire dalle condotte e di finire nell’oceano distante poche decine di metri.

Per le autorità, si tratterebbe in parte di liquido immenso nel tentativo di raffreddare gli impianti, ma in parte di acqua marina portata dallo tsunami, che ha colpito l’impianto superando in altezza l’elevazione della centrale. Nelle condotte si sono registrati tassi di radiazioni superiori a 1.000 millisievert per ora. Con questo livello di contaminazione, basta un’esposizione di quattro ore per condannare a morte un essere umano entro 30 giorni. Un incubo che mette in second’ordine la cronaca dell’emergenza nelle prefetture colpite dal sisma e dallo tsunami, dove si cerca di riattivare una parvenza di vita civile e sociale. Almeno al di fuori della fascia di attenzione di 30 chilometri da Fukushima 1. Sono 10.901 morti accertati e 17.649 i dispersi registrati finora. Dramma nel dramma, di circa 4.000 cadaveri rinvenuti non si conosce l’identità.

Continuano le attività di assistenza agli sfollati e la loro evacuazione volontaria verso altre regioni del Paese. Per quanti hanno scelto finora di restare, la visita prevista per oggi dell’imperatore Akihito e dell’imperatrice Michiko ad alcuni centri di accoglienza, sarà un segnale forte di unità della nazione dietro le loro sofferenze.

Segnale di solidarietà internazionale, che già va sviluppandosi seppure in modo poco propagandato dai media locali nelle attività delle squadre di soccorso di molti Paesi e degli esperti che cooperano con le autorità per cercare di individuare una via d’uscita dall’emergenza, è stata annunciata per giovedì la visita del presidente francese Nicholas Sarkozy a Tokyo. Primo capo di Stato estero a recarsi in Giappone dall’11 marzo, Sarkozy incontrerà il primo ministro Naoto Kan e la comunità dei connazionali nel Paese. Il presidente transalpino arriverà da Pechino, dove si trova da oggi in vista ufficiale.

Intanto Corea del Sud, Hong Kong e Filippine e si sono uniti alla lista di nazioni che registrano quantità di radiazioni nell’aria superiori alla norma, come probabile conseguenza della situazione giapponese. Manila ieri ha bloccato l’importazione, allo studio da giorni, di alcuni prodotti agricoli e alimentari dal Paese del Sol Levante. Stefano Vecchia

 

 

 

 

2011-03-28

GIAPPONE

Fukushima parziale fusione

Nuova scossa di terremoto

Il governo giapponese ritiene che l'acqua altamente radioattiva al reattore n.2 della centrale nucleare di Fukushima sia dovuta "alla parziale fusione delle barre di combustibile" che il capo di gabinetto, Yukio Edano, definisce come fenomeno "temporaneo".

Una nuova forte scossa di terremoto di magnitudo 6.5 ha colpito stamattina (poco dopo la mezzanotte in Italia) il nord-est del Giappone. Al momento non si hanno notizie di vittime o danni. Allerta tsunami di 50 centimetri. Intanto alla centrale nucleare di Fukushima sale l'allarme radioattività: un livello di iodio-131 100.000 volte superiore alla norma ha provocato ieri l'improvvisa evacuazione dal reattore n.2 dei tecnici che da giorni cercano di riportare la centrale sotto controllo. Stamani il governo giapponese ha bacchettato la Tepco, la società che gestisce la centrale, per avere parlato in un primo momento di un livello di radioattività 10 milioni di volte sopra la norma.

 

 

 

 

 

2011-03-27

26 marzo 2011

DRAMMA NUCLEARE IN GIAPPONE

Fukushima, stime contrastanti

su radioattività dopo incidente

Sono contrastanti le prime stime della radioattività liberata nell'area di Fukushima subito dopo

l'incidente nella centrale nucleare. Secondo i calcoli dell'Istituto centrale austriaco di Meteorologia e geodinamica (Zamg), riportati dal settimanale britannico New Scientist, il livello di iodio 131 rilasciato a Fukushima 1 è pari al 73% di quello liberato nell'incidente di Chernobyl del 1986 e il rilascio di cesio 137 è pari a circa il 60% rispetto ai livelli di questa stessa sostanza rilevati a Chernobyl. Le misure, acquisite per mezzo di una rete internazionale di rilevatori destinati a individuare test clandestini di bombe nucleari, sono "da valutare con molta attenzione", ha rilevato l'esperto dell'Enea Eugenio Santoro.

Si tratta infatti di dati più elevati rispetto a quelli ufficiali, riportati dall'Agenzia Internazionale per l'EnergiaAtomica (Aiea). Gli stessi ricercatori austriaci riconoscono, comunque, che a Chernobyl erano state rilasciate grandi quantità di molti materiali radioattivi, mentre a Fukushima sono stati rilasciatisolo elementi volatili come iodio e cesio.

 

2011-03-25

25 MARZO 2011

GIAPPONE

Kan: A Fukushima situazione

rimane "imprevedibile"

La situazione nella centrale nucleare di Fukushima rimane "imprevedibile". Lo ha detto oggi il primo ministro giapponese Naoto Kan. "La situazione rimane altamente imprevedibile. Lavoriamo per evitare che non peggiori. Dobbiamo essere estremamente vigilanti", ha detto Kan in una conferenza stampa, a due settimane dal sisma e dallo tsunami che hanno devastato il nord-est del Paese provocando più di 10mila vittime. L'operatore della centrale di Fukushima, Tokyp Electric Power (Tecpo), ha ammesso oggi che le operazioni di raffreddamento dei reattori con cannoni ad acqua e i lavori di ripristino delle pompe ad acqua elettriche avanzano lentamente lentamente a causa della pericolosità del sito. Ieri due tecnici sono stati ricoverati in ospedale dopo aver subito un'alta dose di radiazioni. La Tepco ha avvertito inoltre che la vasca del reattore n.3 della centrale, che contiene barre di combustibile, potrebbe essere danneggiato.

I lavoratori ustionati nel tentativo di raffreddare i reattori nella centrale nucleare giapponese di Fukushima Daiichi sono stati esposti a livelli di radazioni 10.000 volte superiori al normale. Lo riferiscono oggi le autorità, aggiungendo che non ci sono prove di una rottura nel reattore numero 3. Una rottura in un reattore comporterebbe un pericoloso passo indietro dopo giorni di piccoli progressi nella centrale, danneggiata dal sisma e dallo tsunami e dove si cerca di evitare la catastrofe nucleare.

Oltre 10.000 persone hanno perso la vita nel terremoto e nel successivo tsunami e i dispersi sono circa 17.500, secondo le ultime cifre.

Più di 700 i tecnici che dall'11 marzo lavorano ai sei reattori di Fukushima Daiichi per cercare di evitare un disastro nucleare. Tre di loro sono stati contaminati, e due di loro sono stati ricoverati con possibili ustioni da radiazioni dopo che l'acqua di un radiatore è entrata nei loro stivali. "L'acqua contaminata aveva 10.000 volte la quantità di radiazioni che si può trovare nell'acqua che circola in un reattore che opera normalmente", ha detto Hidehiko Nishiyama, funzionario dell'agenzia nucleare giapponese.

"È possibile che ci siano danni al reattore", ha detto Nishiyama, spiegando però più tardi ai giornalisti: "Potrebbe essere stato per le operazioni di sfiato e potrebbe esserci una perdita d'acqua dai tubi o dalle valvole, ma non ci sono dati che suggeriscano una rottura". Comunque, contribuendo ad accrescere la confusione, Tokyo Electric Power (Tepco), la società che gestisce la centrale, ha detto che è possibile che l'acqua contaminata provenga dal nocciolo del reattore.

Sempre oggi, le autorità hanno invitato decine di migliaia di persone che vivono a una distanza fra i 20 e i 30 chilometri dall'impianto danneggiato ad allontanarsi, mentre la Cina ha fatto sapere che due viaggiatori provenienti dal Giappone avevano un livello di radiazioni eccessivamente alto.

Anche Hideo Morimoto, direttore dell'Agenzia per le risorse naturali e l'energia, ha detto che l'incidente al reattore numero 3 - l'unico a utilizzare plutonio, più tossico dell'uranio usato negli altri - non è serio.

L'Agenzia Onu per il nucleare (Aiea) ha detto che sono 17 i lavoratori che sono stati esposti a livelli elevati di radioattività a Fukushima dall'inizio delle operazioni, e che altri 14 hanno ustioni.

Finora nessuno in Giappone, eccetto i lavoratori della centrale nucleare di Fukushima Daiichi al centro della crisi, è stato trovato con livelli particolarmente alti di radiazioni, e il ministero degli Esteri giapponese sottolinea che l'International Civil Aviation Association il 18 marzo ha dichiarato che non è necessario lo screening dei passeggeri aerei provenienti dal Giappone.

Nonostante aumentino le notizie di radioattività, sembra comunque diminuire il timore di una catastrofica fusione nella centrale nucleare. Due dei reattori ora sono considerati spenti. La situazione resta incerta negli altri quattro, da cui periodicamente escono fumo e vapore, ma procedono i lavori per ripristinare le pompe del sistema di raffreddamento.

Gli Stati Uniti stanno offrendo aiuto al Giappone, e due loro navi forniranno 2 milioni di litri di acqua dolce per raffreddare i reattori. È stata vietata la vendita di verdure e latte provenienti dalle aree vicine alla centrale, e ai 13 milioni di abitanti di Tokyo questa settimana è stato detto di non dare acqua del rubinetto ai bambini dopo che la contaminazione portata dalle piogge ha fatto salire la radioattività a due volte i livelli di sicurezza. Il giorno dopo i livelli sono comunque tornati nella norma.

 

 

 

 

 

2011-03-22

22 marzo 2011

GIAPPONE

Fukushima, radioattività in mare

Polemiche per mancati controlli

Iodio radioattivo è stato rilevato nell'acqua di mare vicino alla centrale di Fukushima Daiichi, arrivando a un livello 29,8 volte superiore al limite consentito. Lo riporta l'agenzia di stampa giapponese Kyodo news. I livelli di radiazione in acqua di mare non costituiscono minaccia immediata per la salute, ha riferito il governo nipponico, ma i valori sono al di sopra del normale alimentando preoccupazioni sulla contaminazione marina e sugli effetti sui prodotti della pesca. Il ministero della Scienza e Tecnologia ha precisato che provvederà a esaminare l'acqua nel raggio di 10 e 30 km dalla centrale nucleare di Fukushima. Secondo la Tepco, lo iodio-131 è stato rilevato nei campioni di acqua pari a 126,7 volte il limite di concentrazione legale, mentre i livelli di cesio-134 si sono attestati a 24,8 volte e quelli di cesio-137, inoltre, a quota 16,5. Tracce di cobalto 58, infine, sono state rilevate anche in un campione di acqua prelevato nei pressi dell'impianto.

Intanto continua a fuoriuscire vapore bianco dai reattori n.2 e 3 della centrale nucleare di Fukushima, gravemente danneggiata dal sisma e dallo tsunami che l'11 marzo scorso hanno colpito il Giappone. L'onda che ha colpito l'impianto nucleare è stata di 14 metri d'altezza. I reattori n.1 e 4 hanno ricominciato stamattina a ricevere elettricità. Dalla Tepco, la società che gestisce la centrale, arriva l'ammissione di un'evidente insufficienza di controlli. L'Organizzazione mondiale per la sanità lancia l'allarme sulla contaminazione radioattiva del cibo prodotto a Fukushima. Oggi la commissione Industria del Senato esprime il proprio parere su un decreto legislativo sulle procedure del nucleare. Le operazioni per raffreddare i reattori surriscaldati della centrale nucleare di Fukushima, nel nord del Giappone, sono riprese. Lo afferma la Tepco, che gestisce la centrale, precisando che il fumo uscito oggi da due reattori - il n.1 e il n.4 - "non costituisce un problema" per i lavoratori impegnati in prima linea. I lavoratori avevano abbandonato la centrale ieri, dopo che del fumo era uscito dal reattore n.3, ritenuto il più pericoloso perche alimentato dal "mox", una miscela di uranio e plutonio altamente radioattiva. Il portavoce governativo Yukio Edano ha affermato che, nonostante l'allarme per il cibo radioattivo lanciato ieri, per il momento non verrà estesa la "zona di esclusione" intorno alla centrale.

Una nuova scossa di terremoto di magnitudo 6,6 della scala Richter è stata registrata in Giappone, al largo dell'isola Honshu. Secondo quanto riferito dallo U.S Geological Survey, l'epicentro del sisma è stato localizzato a una profondità di 10 chilometri, alle ore 16.18 locali.La Borsa di Tokyo ha chiuso oggi con un rialzo del 4,36%.

"MANCATI CONTTROLLI SUI REATTORI"

Il Giappone cerca una fragile normalità, mentre si alza ancora la conta ufficiale delle vittime arrivata a oltre 22mila. Le stime tuttavia, e soprattutto i dati della polizia riferite ai centri più colpiti, potrebbero salire ancora.

Vanno anche meglio delineandosi le conseguenze delle perdite radioattive. Valori di contaminazione sono stati riscontrati in misura diversa in varie prefetture a Nord di Tokyo e anche nell’acqua della capitale e di 8 prefetture, come pure in diversi prodotti agricoli e latte. Per le autorità giapponesi, tuttavia, quei livelli che non costituiscono un pericolo reale per la salute, se non entro l’area di 30 chilometri attorno ai reattori 1 e 2 di Fukushima. Ieri, l’Organizzazione mondiale della sanità ha lanciato l’allarme riferito ai generi alimentari il cui inquinamento sarebbe ben più alto di quello ammesso ufficialmente. "È abbastanza chiaro che si tratta di una situazione grave – ha detto il portavoce regionale dell’Oms Peter Cordingley –. È molto più serio di quanto tutti avevano pensato in un primo momento". Ora, ha concluso Cordingley, "è lecito supporre che prodotti contaminati siano usciti dalla zona a rischio". A confermarlo, sono state ieri pomeriggio le autorità, che hanno proibito il commercio di alcuni prodotti agricoli a foglia larga, tra cui gli spinaci di quattro prefetture, Fukushima, Ibaraki, Tochigi e Gunma.

A sconvolgere, però, è stata soprattutto l’ammissione della Tepco – la società che gestisce gli impianti –, in un rapporto del 28 febbraio, di "mancati controlli" a Fukushima. Anche se per ora – ha ribadito l’Agenzia per la sicurezza nucleare giapponese – questi non possono essere collegati direttamente agli incidenti. Il rapporto era stato inviato dalla Tepco all’Agenzia e rivela dettagli allarmanti: le valvole della temperatura su un reattore non erano state esaminate per 11 anni, mancavano ispezioni e controlli su 33 pezzi dei 6 reattori. I generatori, inoltre, erano posti nei seminterrati, facilmente soggetti ad allagamento. L’Agenzia nucleare nipponica aveva risposto con una lettera del 2 marzo, ordinando un piano correttivo entro il 2 giugno. Il che potrebbe far nascere anche dubbi sul ruolo dell’Authority. Al momento, però, sotto accusa per negligenza è la società.

Intanto, mentre la temperatura continua a scendere, dopo quattro giorni di tregua, l’azienda elettrica di Tokyo (Tepco), ha fatto sapere che da questa mattina ci sarà un black out di 4 ore nell’area della centrale. Una situazione che spinge ad accelerare lo spostamento verso la capitale e aree contigue di almeno 200mila sfollati dai centri di raccolta delle aree colpite. Ieri le televisioni hanno trasmesso le immagini sorprendenti di una donna ottantenne e del nipote sedicenne recuperati tra le macerie del terremoto nella città di Ishinomaki.

La giornata di ieri, Festa della Primavera e quindi di chiusura per molte aziende e per le scuole in Giappone, ha contribuito a consentire un più veloce ripristino dei servizi essenziali: trasporti, corrente elettrica, distribuzione del carburante. Tuttavia, diversi prodotti faticano a raggiungere gli scaffali dei supermercati della capitale, anche se la situazione è ben lontana dalla drammaticità delle aree colpite, di fatto ancora in buona parte irraggiungibili dai normali mezzi di trasporto.

A Fukushima 1, intanto, la "situazione migliora", ha detto il premier Naoto Kan. I reattori 1, 3, 4 e 6, inondati con gli idranti nei giorni scorsi, sembrano sotto controllo. Mentre sono a buon punto i lavori per allacciare i numeri 2 e 5 alla rete elettrica esterna e garantire così una ripresa del funzionamento dei sistemi di raffreddamento. Ci vorranno comunque alcuni giorni per dare il "via libera" all’operazione. Intanto ieri è stato lanciato un allarme, prima per il reattore numero 3 e poi per il numero 2 per la fuoriuscita di fumo. Si nutre seria preoccupazione in Giappone per la sorte delle decine di tecnici e di pompieri impegnati attorno agli impianti e che ieri sono stati nuovamente allontanati. Un contributo potrebbe venire dagli Stati Uniti sotto forma degli automi Packbot 510 e Warrior 710,prodotti dalla iRobot. I robot sono in grado, coordinandosi, non solo di verificare lo stato degli impianti, ma anche di agire da pompieri. Secondo la stampa Usa, questi e altri due esemplari di iRobot sarebbero già arrivati in Giappone. Sembra allontanarsi, invece, l’ipotesi di seppellire sotto il cemento quanto resta dei reattori, ma le autorità hanno fatto capire che il destino della centrale, la maggiore del Giappone, è segnato. Si conferma la difficoltà di avere notizie certe degli stranieri, circa 95mila di un’ottantina di Paesi, e l’ambasciata d’Italia Tokyo, sua volta, ha fatto sapere che "l’emergenza non è ancora superata e non si possono pertanto escludere ulteriori, rilevanti danni ambientali, con conseguenti rischi per la salute". La nostra rappresentanza diplomatica ha diffuso un comunicato in cui si conferma "la raccomandazione ai connazionali di allontanarsi da Tokyo e dalle prefetture limitrofe, soprattutto a nord di Tokyo".

Si cominciano anche a meglio definire i contorni economici della catastrofe. La Banca mondiale ha stimato un costo superiore ai 123 miliardi di dollari. Stefano Vecchia

 

 

22 marzo 2011

INTERVISTA AL NUNZIO

Bottari: "La forza dei giapponesi è commovente"

"Sono passate quasi due settimane e credo che stiamo scoprendo poco a poco le dimensioni di quanto è successo e in parte sta succedendo. Non possiamo che restare ammirati dalla reazione dei giapponesi e, allo stesso tempo, cercare di capire le dinamiche di quanto sta succedendo e di informarne in modo più bilanciato". A undici giorni dalla catastrofe, le parole del nunzio apostolico in Giappone, l’arcivescovo Alberto Bottari de Castello, sono soprattutto di speranza e di comprensione della situazione del Paese.

Eccellenza, qual è la sua percezione della situazione?

Ero in nunziatura a Tokyo e ho vissuto la scossa, terribile, che ci ha gettati nell’ansia. Poi, visto che Tokyo è uscita relativamente indenne dal sisma, il pensiero è andato subito allo tsunami che è risultato devastante. Infine, è emerso ben presto il problema delle centrali e delle fughe di radioattività. Tutto questo ci ha coinvolto, ma non ci ha impedito di reagire con la necessaria lucidità.

E qual è stata la risposta dei giapponesi all’emergenza?

Il Paese ha risposto con la sua proverbiale capacità di organizzazione. Ovviamente, nel contesto di un evento che ha superato ogni aspettativa, ogni previsione. Tenendo anche conto che ai gravi problemi già presenti si aggiunge l’attesa per un altro forte sisma, previsto ma non ancora verificatosi. Occorre guardare con speranza al futuro, ma anche essere realisti. Manca l’elettricità, i treni sono ridotti e le comunicazioni stradali difficili. I rapporti che ci arrivano dalle zone colpite parlano di situazioni dolorose di sopravvissuti morti di freddo e di stenti. Siamo davanti a una realtà che non ha uguali e perfino il Giappone sta scoprendo i propri limiti.

Come reagisce il Paese?

Il Giappone vuole fare le cose con tempi e modi certi ma questo ora sta risultando impossibile. Commuove e provoca ammirazione l’atteggiamento della popolazione, di quanti stanno soffrendo pesantemente. Per loro, il messaggi del Santo Padre, che è stato diffuso ovunque, è stato di consolazione. Sono circa 200mila gli sfollati che stanno raggiungendo Tokyo dalle aree di evacuazione e questo per impegno del governo ma anche nostro, della Chiesa locale e universale. Davanti a una situazione di una gravità mai vista prima che non ha piegato i giapponesi, si fatica a restare indifferenti davanti ai titoli e ai testi sensazionalistici di tanti nostri giornali che pretendono di spiegare la realtà senza comprenderla correttamente.

In che modo la Chiesa può essere vicina al popolo giapponese data la situazione?

La Chiesa sta facendo quello che le è possibile. Sono in contatto con i vescovi locali e il presidente della Conferenza episcopale. So quanto è stata pronta la partecipazione al dramma, alle raccolte e ai soccorsi. Ora è stato attivato un centro di coordinamento della Chiesa giapponese e della Caritas a Sendai. Il 24 ci sarà, a Tokyo un incontro dei vescovi per stabilire in concreto le linee d’intervento. Anche spiritualmente occorre far sentire la forza della solidarietà e lo sguardo verso l’altro in maniera più profonda. Non insegnare ma essere vicini, dato che l’insegnamento del cuore è fondamentale nel contesto giapponese. Ci si domanda tante volte che cosa possa convincere alle conversioni che vediamo. Ebbene, molti sono stati convertiti da un gesto di carità e di amore.

Stefano Vecchia

 

 

 

 

 

 

 

2011-03-19

19 marzo 2011

GIAPPONE

Fukushima, sarà ripristinata

l'energia elettrica

Il gestore della centrale nucleare di Fukushima, la Tokyo Electric Power, ha annunciato che a breve sarà ripristinata l'elettricità all'interno del sito danneggiato dal terremoto, un passo importante per cercare di far funzionare le pompe di raffreddamento dell'impianto. L'energia elettrica dovrebbero essere ripristinata oggi per i reattori 1, 2, 5 e 6 e domani per i reattori 3 e 4. Lo ha annunciato l'Agenzia per la sicurezza nucleare.

Incidente di raggio maggiore. Con ricadute, cioè, all’esterno della struttura causate dal rilascio di materiale radioattivo. Anche le autorità giapponesi sono arrese. E, ieri, dopo una settimana di tentennamenti – che hanno attirato su Tokyo gli strali della comunità internazionale – si sono decise ad innalzare il livello di allerta sulla centrale. Quest’ultimo – secondo quando stabilito dalla Nuclear and Insutrial Safety Agency (Nisa), l’agenzia nucleare nipponica – è passato da 4 a 5 sulla scala Ines (International nuclear scale event), che va da 1 a 7. A cambiare è, sostanzialmente, l’ampiezza degli effetti: quello che accade alla centrale di Fukushima non è più un problema locale. Le particelle di radioattività in fuga dai quattro reattori danneggiati rischiano di contaminare una vasta porzione di territorio. Come accadde 32 anni fa a Three Mile Island, in Pennsylvania, altro incidente di quinto livello. E, insieme a Fukushima, il più grave della storia nucleare dopo quello di Chernobyl, in Ucraina, la catastrofe per antonomasia, che raggiunse il livello 7, il massimo, di allerta. In realtà, nei giorni scorsi, l’agenzia nucleare francese aveva classificato l’incidente di Fukushima al livello 6.

Non a caso, il capo dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), Yukiya Amano, arrivato ieri in Giappone per una valutazione della crisi, ha rinnovato al premier Naoto Kan l’invito "alla chiarezza". Invito rivoltogli già due giorni fa da più parti. L’innalzamento del livello di allerta è stata la risposta indiretta di Tokyo a questa richiesta.

Una scelta che ha provocato le lacrime di Akio Komiri, il direttore di Tepco, la società responsabile della centrale. Di fronte alla crescente gravità dell’incidente. il manager è scoppiato a piangere nel mezzo di una conferenza stampa. Il governo giapponese ha comunque precisato che la quantità di radiazioni nell’area intorno alla centrale non è aumentata. Perciò non è stato ancora ordinato alla popolazione della zona – è stata evacuata quella residente in un raggio di 20 chilometri – di prendere le 250mila dosi di ionio distribuite nei giorni scorsi. Anche l’Aiea ha voluto rassicurare l’opinione pubblica internazionale. Il consigliere tecnico Graham Andrew ha sottolineato che la situazione dell’impianto di Fukushima è "stabile". Ovvero non è peggiorata.

Lo scenario, in ogni caso, – come ha sottolineato il premier – non "autorizza all’ottimismo". Eppure Tokyo non è disposta ad arrendersi alla tragedia. Nella centrale in panne si lavora con ostinata determinazione per fermare l’incubo radioattivo. In quella Amano ha definito una "corsa contro il tempo". Che procede in due direzioni: da una parte, abbassare la temperatura nei reattori con potenti iniezioni di acqua per arginare la fusione dei nuclei – già scoperti e parzialmente fusi – e, dall’altra, ripristinare l’impianto elettrico e, di conseguenza, l’impianto di raffreddamento. Ieri, gli elicotteri hanno scaricato 50 tonnellate d’acqua sul sito, mentre i pompieri sono più volte intervenuti con gli idranti. Si ripone sempre maggiore speranza, intanto, nell’idea di coprire le quattro carcasse fumanti con mastodontici sarcofaghi di cemento, sul modello Chernobyl. Dei mega-coperchi per contenere la fuoriuscita di radiazioni. Un’impresa titanica, affermano, però, gli esperti: per completarla potrebbero volerci anni. Un tempo infinito per il Giappone e il resto del mondo, oppressi dall’incubo nucleare. Si confida di avere maggiori dettagli nella riunione straordinaria dell’Aiea in programma lunedì a Vienna. Nell’incontro, Amano riferirà i dettagli della missione.

 

19 marzo 2011

IL REPORTAGE

Solo un minuto disilenzio

Poi ricomincia la lotta

Un minuto di silenzio, prima di ricominciare. Ieri il Giappone ha ricordato la settimana dal sisma e dallo tsunami. Alle 14.46, brevi ma commosse e partecipate cerimonie, scandite dal suono delle campane, si sono svolte in molte località delle aree colpite e nelle sedi ufficiali. Mai settimana è stata più lunga nella storia del dopoguerra in questa nazione che aspetta con tensione crescente lo svolgersi degli eventi. I prezzi continuano a salire ovunque. Al Nord sono alle stelle. Molti beni, poi, sono introvabili. Il costo del carburante sale procedendo da Sud verso settentrione e se a Osaka le code sono limitate, a Tokyo si allungano notevolmente. Nella capitale c’è in più il limite di 3.000 yen di benzina, cerca 20 litri per rifornimento, la metà in alcune zone.

Una situazione difficile per tutti. A Osaka, a quasi 800 chilometri dai reattori di Fukushima, molti alberghi e locali pubblici hanno il riscaldamento spento, nonostante questa "quasi primavera" sia più rigida del solito. Qui, però, ci sono pochi altri disagi, se non quelli che gli abitanti della seconda città del Giappone, come molti altrove, decidono di sopportare per ridurre i consumi di generi di prima necessità, di energia e elettrica e di carburante. La capitale, invece è sottoposta a una serie di tagli, divieti, limiti che rende precaria la vita della popolazione.

Questa vive con apprensione la "battaglia" in corso alla centrale di Fukushima, mentre la terra continua a tremare per le scosse d’assestamento. L’ambasciata italiana a Tokyo resta comunque aperta, per assistere i connazionali, a differenza delle sedi di molti Paesi che hanno scelto di trasferire tutto a Osaka. Mentre acqua, e da oggi forse anche cemento, continuano a piovere sulle fornaci radioattive di Fukushima 1, al limite dei trenta chilometri della zona di sicurezza dalla centrale sono stati rilevate elevate concentrazioni di radioattività.

I giapponesi si interrogano sulla sorte dei piloti di elicottero, dei pompieri e dei tecnici che combattono corpo a corpo contro un drago che non si arrende. Ci sono segnali di ripresa di vita civile, in contemporanea con l’avvio dei lavori di rimozione delle macerie dalle aree devastate. Un impegno che durerà mesi. La ricostruzione si profila come la più grande – e costosa – della storia delle catastrofi naturali. In vista di questo obiettivo, va concretizzandosi l’evacuazione degli ospiti di almeno una parte degli oltre 2.500 centri di raccolta in aree meno difficili da rifornire. Il Paese si prepara ad accoglierli, almeno per quanto riguarda bambini, le loro madri, gli ammalati. Gli altri, con ogni probabilità, resteranno sul territorio per propiziare con il loro lavoro la ricostruzione del Paese e delle loro stesse esistenze devastate.

Il timore è che il processo di pulitura dai detriti riporti alla luce un gran numero di vittime, togliendo anche l’ultima esile speranza alle famiglie, in molti casi decimate. Intanto l’ultimo bilancio diffuso dalle autorità indica 6.911 morti accertati e almeno 11mila dispersi, ma stime arrivano a 25mila complessivi. La tensione si trasforma in polemica e in sfiducia verso le autorità. Una situazione che emerge chiaramente ogni giorno di più parlando con la popolazione. La calma, la ponderazione prevalgono ma è chiaro che la gente non dà più pieno credito alle verità ufficiali.

A controbattere questa tendenza che potrebbe portare a serie conseguenze politiche una volta stabilizzatasi la situazione, ieri ha pensato il premier Naoto Kan in un intervento televisivo. "Dobbiamo essere forti e convinti che ci riprenderemo, non ci possiamo permettere di essere pessimisti", ha detto Kan rivolgendosi idealmente agli almeno 600mila sfollati privi di cibo, riscaldamento e medicinali sufficienti. Il Paese "si riprenderà da questa tragedia e ricostruiremo il Paese ancora una volta", ha affermato. La sua carta per affrontare "la crisi più grave dalla Seconda Guerra Mondiale" per "superare questa tragedia e riprendersi" è chiara, ma non nuova: avere fiducia in chi guida il Paese e tornare alla determinazione che ha permesso alla nazione di ricominciare per migliorarsi dopo il conflitto del Pacifico. Non c’è "tempo per essere pessimisti" nonostante la situazione all’impianto nucleare di Fukushima 1 sia "molto grave", ha riconosciuto. Kan ha lodato quanti, polizia e vigili del fuoco, stanno rischiando la vita per risolvere la situazione. Nel corso della conferenza stampa il primo ministro ha anche accennato all’attendibilità del governo, messa in discussione. Il premier ha detto che "al pubblico è stato divulgato tutto. Abbiamo condiviso con la comunità internazionale – ha aggiunto – quello che sappiamo".

Stefano Vecchia

 

 

 

19 marzo 2011

LA STORIA

I 120 "samurai" in lotta contro il tempo

Sono in nuovi eroi del Giappone: centoventi persone, tutte volontarie, che rischiano la vita per evitare il peggior disastro nucleare dopo quello di Chernobyl. Tecnici, impiegati, ingegneri e operai della Tepco, la società elettrica che gestisce la centrale di Fukushima, lavorano incessantemente al fine di permettere alle turbine di pompare acqua nei reattori contenenti le barre di combustibile. È solo grazie alla loro abnegazione, che si sta evitando il surriscaldamento del sistema e la fusione del nocciolo, con il conseguente rilascio del combustibile nucleare nell’ambiente.

Per permettere a queste persone di entrare all’interno dell’area considerata off-limits per l’elevata concentrazione di radionuclidi, il ministero della Salute giapponese ha innalzato il limite legale di esposizione radioattiva a 250 milliSievert annui, cinque volte il livello standard. Pompando acqua marina attraverso le tubazioni antincendio, si spera che la fusione dell’uranio 235, già parzialmente avvenuta, possa essere interrotta.

Secondo il fisico della salute Peter Caracappa, del Rensselaer Radiation Measurement & Dosimetry Group, ci sono sole tre modi per ridurre i rischi connessi alle radiazioni: "diminuire il tempo di esposizione, aumentare la distanza dalla sorgente di emissione e la protezione. Per i lavoratori di Fukushima, è solo il tempo che può essere controllato".

I 120 lavoratori si alternano, quindi, in turni relativamente brevi. "Per evitare di respirare direttamente il cesio 137 e lo iodio 131, sono dotati di autorespiratori che isolano l’apparato respiratore dall’ambiente esterno", ha confermato il portavoce della Tepco. Il rischio per questi lavoratori di contrarre malattie cancerogene, ha indotto la compagnia elettrica giapponese a preferire dipendenti prossimi alla pensione, visto che la gestazione delle cellule cancerogene – prima che queste inizino eventualmente a propagarsi – può durare anche diversi anni. "Ogni sievert assorbito può aumentare la probabilità del cancro del 4 per cento", afferma Caracappa.

La radioattività attorno ai reattori è talmente elevata che dei 40-50 lanci di acqua previsti con l’uso di elicotteri ne sono stati effettuati solo quattro. Il forte vento ha però deviato il getto, facendo cadere la maggior parte dell’acqua di raffreddamento fuori bersaglio. L’utilizzo dell’acqua marina è l’ultima risorsa che la Tepco ha per impedire la fusione, ma porterà anche alla definitiva fermata dell’impianto di Fukushima, visto che l’alta quantità di impurità e di minerali contenuti nel liquido incrosterebbe le barre di combustibile, rendendo il loro utilizzo antieconomico.

La missione degli "eroi di Fukushima", già definita da molti suicida, ricorda le gesta dei samurai giapponesi, che non esitavano a togliersi la vita pur di difendere l’onore del proprio daimyo. Lo spirito di appartenenza alla nazione giapponese, che nei decenni passati aveva condotto il Paese a colonizzare gran parte dell’Asia Orientale, oggi si traduce in un sacrificio collettivo dove non è più l’onore l’aspetto da salvare, ma la vita stessa di migliaia di connazionali.

Piergiorgio Pescali

 

 

11 marzo 2011

ROMA

Anche la Caritas si attiva per emergenza terremoto

Il Presidente di Caritas Giappone, S.E. Mons. Isao Kikuchi, vescovo di Niigata, ha assicurato l'impegno di Caritas Giappone, il cui direttore, padre Daisuke Narui si sta attivando per far fronte ai bisogni più urgenti in seguito al violentissimo terremoto e lo tsunami che hanno colpito il nord del Giappone. Onde alte dieci metri hanno devastato la costa di Sendai, nel nordest del Giappone e il Paese è sconvolto da questa emergenza.

La Caritas in Giappone è un piccolo organismo che ogni anno riesce a sostenere un centinaio di progetti nel Paese e all'estero per circa 3 milioni di dollari. Si è attivata in passato per grandi emergenze in Asia, come lo tsunami del 2004, il terremoto in Pakistan del 2005 e quello a Yogyakarta nel 2006. In tutto il territorio nazionale con 127 milioni di giapponesi i cattolici sono circa 450 mila, pari allo 0,35%, sparsi in 16 diocesi.

Caritas Italiana esprime "solidarietà e vicinanza nella preghiera a Caritas Giappone e alla popolazione colpita ed è pronta, in collegamento con la rete internazionale, a sostenerne gli sforzi una volta messo a punto un piano di primo intervento. Resta anche in contatto con le altre Caritas del Pacifico per monitorare l'evolversi dell'allerta tsunami". In particolare gli operatori di Caritas Italiana in Indonesia riferiscono al momento, dopo l'allarme lanciato, di "una vigile situazione di attesa".

Per sostenere gli interventi in corso si possono inviare offerte a Caritas Italiana tramite

C/C POSTALE N. 347013 specificando nella causale: maremoto Pacifico 2011.

Offerte sono possibili anche tramite altri canali, tra cui:

UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119

Intesa Sanpaolo, via Aurelia 396/A, Roma – Iban: IT 95 M 03069 05098 100000005384

Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma – Iban: IT 29 U 05018 03200 000000011113

CartaSi e Diners telefonando a Caritas Italiana tel. 06 66177001 (orario d’ufficio).

 

 

 

 

 

2011-03-18

18 marzo 2011

CENTRALE

Fukushima, il Giappone

alza livello allerta nucleare

Il Giappone ha alzato il livello della gravità dell'incidente alla centrale nucleare di Fukushima Daiichi, riferisce oggi il sito web dell'agenzia Onu per il nucleare. Il livello dell'incidente è stato stimato a livello 5 - dal precedente livello 4 - sulla scala 1-7 Ines dall'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea). Anche l'Agenzia per la sicurezza nucleare giapponese oggi ha alzato a livello 5 - da livello 4 - l'incidente per quanto riguarda i reattori 1, 2 e 3. Questo suggerisce che l'incidente nucleare in Giappone sia grave quanto quello di Three Mile Island verificatosi nel 1979 negli Stati Uniti. L'Agenzia per la sicurezza nucleare giapponese dice che l'incidente al reattore 4 è invece a livello 3.

Gli ingegneri giapponesi oggi ammettono che seppellire la centrale nucleare danneggiata di Fukushima Daiichi sotto il cemento potrebbe essere il solo modo per prevenire una catastrofica fuoriuscita di radiazioni. I responsabili sperano ancora di riuscire a ripristinare l'elettricità in almeno due dei reattori per riavviare il sistema di raffreddamento delle barre. Intanto si continua a versare acqua sul reattore numero 3, uno di quelli in condizioni più critiche tra i sei dell'impianto.

È la prima volta che il gestore della centrale ammette che la creazione di un sarcofago di cemento - come a Chernobyl nel 1986 - sia un'opzione. Segno che i tentativi di raffreddare i reattori non stanno avendo successo. "Non è impossibile chiudere i reattori nel cemento. Ma la nostra priorità ora è cercare di raffreddarli prima", ha detto in conferenza stampa un funzionario della società che gestisce la centrale, Tokyo Electric Power.

A una settimana dal sisma di magnitudo 9 e dal successivo tsunami di 10 metri che hanno causato migliaia di morti, la crisi nucleare in Giappone sembra dunque ancora lontana da una conclusione.

Milioni di persone a Tokyo restano in casa, per il timore di una fuoriuscita di materiale radioattivo dalla centrale, 240 chilometri a nord della capitale, anche se i venti sembrano portare la radioattività verso il Pacifico. Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, le radiazioni non rappresentano un rischio immediato per la salute.

Il disastro nucleare in Giappone ha innescato un allarme globale e la revisione delle misure di sicurezza nelle centrali sparse nel mondo. Il G7, per tranquillizzare i mercati finanziari dopo una tumultuosa settimana, ha concordato un intervento per contenere lo yen.

Yukiya Amano, numero uno dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea), oggi è arrivato in Giappone con una squadra di esperti dopo aver lamentato la scarsità di informazioni dal Paese.

Graham Andrew, il suo principale assistente, ha definito la situazione nella centrale "ragionevolmente stabile", anche se il governo dice che fumo bianco o vapore si leva da tre reattori e che gli elicotteri impiegati per versare acqua sull'impianto sono stati esposti a ridotti quantitativi di radiazioni.

"La situazione resta molto seria, ma non ci sono stati significativi peggioramenti da ieri", ha spiegato Andrew.

L'agenzia nucleare dice che il livello di radiazioni nell'impianto è di 20 millisievert per ora. Il limite per i lavoratori è di 100 per ora. Nel caso venisse ripristinata l'energia elettrica nella centrale, non si sa comunque se le pompe di raffreddamento sarebbero in grado di funzionare. Un funzionario della Tepco ha detto che l'elettricità dovrebbe tornare entro domenica nei reattori 3 e 4, quelli con la situazione più critica.

I soccorritori impegnati negli aiuti hanno osservato oggi alle 14.46 locali (le 06.46 in Italia) un minuto di silenzio in memoria della vittime del terremoto e dello tsunami che hanno devastato il nordest del Giappone esattamente una settimana fa. La televisione di Stato Nhk ha mostrato le immagini dei

sopravvissuti, in piedi con la testa abbassata nei centri di evacuazione. Il bilancio ufficiale è di oltre 6.000 morti e di oltre 10.000 dispersi.

L'ambasciata d'Italia in Giappone "rimane esattamente dove è". Lo ha detto da Tokyo l'ambasciatore Vincenzo Petrone, mentre alcune sedi diplomatiche vengono spostate a Osaka. "Stiamo rafforzando la nostra cellula operativa a Osaka perchè tutti i voli Alitalia partiranno da Osaka, ma la cellula operativa dell'ambasciata qui Tokyo, incluso me stesso, rimane qui". L'ambasciatore ha quindi riferito che stanotte rientreranno in Italia 140 connazionali che usufruiranno di biglietti aerei gratuiti.

 

18 marzo 2011

IL PAESE E L'INCUBO

Tokyo ora ha paura. "Meglio andarsene"

Lo Shinkansen corre veloce con la cri­si più grave del Giappone in poppa. Benché il Paese sia per metà in gi­nocchio e per metà impaurito, il 'treno proiettile' brucia in 2 ore e 34 minuti i 515 chilometri che in direzione Sud separano Tokyo da Osaka. Al completo di compagni di viaggio che sono per un terzo l’abitua­le truppa aziendale che si sposta per mo­tivi aziendali e il resto uomini, donne e bambini, molti nuclei familiari. Dire che sia fuori dalla norma è difficile, come pu­re la ressa alla Stazione di Tokyo. La coin­cidenza con la Festa della Primavera che cade lunedì avrebbe comunque incenti­vato una breve vacanza. Non si parla di evacuazione, né di esodo, ancora. Tuttavia, la paura crescente fa al­meno ponderare una partenza. Osaka, storicamente e bonariamente rivale di Tokyo, segnata dai commerci più che dal­la politica, rischia di diventare una retro­via della devastazione. In un colpo, la trincea della paura si è abbassata di centinaia di chilometri a ridosso del secondo aero­porto internazionale del Paese, quello del Kansai, progettato da Renzo Pia­no. Qui le compagnie eu­ropee stanno dirottando i propri voli e presto altre seguiranno. Qui, a diluir­si tra 3 milioni di abitanti, vanno ripiegando le trup­pe dell’informazione mondiale, allonta­nate dalla difficoltà di operare verso Nord, dal timore della radioattività, dalle pres­sioni dei Paesi d’origine. Ultimo dal rischio di restare bloccati in quarantena nel Pae­se del Sol Levante. Il treno che a un certo punto corre ai pie­di del Fuji, innevato e incorniciato dal ce­mento, sembra passare longitudini diver­se, dai sub-tropici all’Artico, ma soprat­tutto sembra attraversare un altro paese: sereno, moderno ma con ampie enclave di una rusticità ordinata, quasi museale. Un Paese a cui lo Shinkansen, esempio di tecnologia 'buona' e di precisione fuori dall’ordinario mondiale appartiene e ren­de servigio tenendolo unito nella quoti­dianità. Uno ogni dieci minuti tra Tokyo e Osaka, incidenti così rari da mettere a pro­va la memoria. Una via di fuga ideale, fin­ché resterà aperta.

Si parte nell’incertezza

Una cantante d’opera che vive a Tokyo sa­rebbe dovuta partire il 28 per l’Italia. Non potrà farlo, con ogni probabilità. Il mari­to che l’aveva preceduta ieri l’altro, con u­na sosta a metà pista di rullaggio per un improvviso terremoto e conseguente rin­vio di ore della partenza, chissà invece quando potrà rientrare. Un’altra, pittrice, ha con sé ora la madre che dal terremoto dell’11 marzo non ne vuole sapere più di vivere da sola nel paesino degli avi sulle montagne. Il dilemma è se restare en­trambe in una Tokyo sentita ora come in­sicura oppure spostarsi a Sud prima che l’imponderabile le raggiunga. Storie mi- nime, pescate a caso... Ci sono poi i dubbi: che cosa realmente sta succedendo, qual è il vero livello i perico­lo, eccedono in prudenza i gestori della crisi oppure di scandalismo i mass media stranieri e i diplomatici accreditati? Nien­te si sa di 'valorosi 50', i tecnici ritornati nella centrale mercoledì sera dopo esser­ne usciti con altri 700 al mattino. Incer­tezze...

Troppi buchi nell’informzione

Chi parte lascia una Tokyo che comincia a dimostrare qualche dubbio, qualche ten­sione. Qualche paradosso, anche. In aree della metropoli i negozi vanno svuotan­dosi, le code si allungano, le luci si spen­gono e la dedizione al sistema comincia a mostrare la corda. In altre, quelle meno popolate di gente comune e più di mana­ger, funzionari e travet – insomma da chi la famiglia ce l’ha altrove –, mini-market e grandi magazzini restano ben forniti di merci ma con un pubblico che va ridu­cendosi a soli passanti... In genere, la coda – dove prima era alle biglietterie dei teatri e alle casse delle librerie – è di norma ormai nei distributori di carbu­rante, nonostante il razio­namento che riduce a soli dieci litri il rifornimento. Tutti in metrò, in treno o in autobus, allora? No, perché le linee hanno ridotto trat­te e orari e perché la cor­rente elettrica, che da un paio di giorni va disperdendosi in milioni di stufe accese per l’ondata di gelo, non ba­sta. Ieri si è sfiorato il blackout della capi­tale, almeno parziale, ma oggi potrebbe essere un fatto compiuto. Come la fame che incombe sui 400mila sfollati, ospitati dignitosamente sotto un tetto, ma privati del cibo che non posso­no cuocere perché manca il gas per cuci­narlo, con riscaldamento di fortuna a con­frontarsi con la tempera­tura in picchiata e la neve che tutto copre e tutti u­guaglia. Povera gente, prima orgo­gliosa di essere, come il 90 per cento dei connaziona­li, 'classe media', ora ri­dotta a sopravvivere ai margini di una devastazio­ne che da ieri ha iniziato a vedere le prime rimozioni. In compagnia sempre cre­scente dato che ieri la pre­fettura di Fukushima ha ordinato l’evacuazione di altri 30mila residenti. Intanto, dai campi, da una vita di stenti che accomu­na sopravvissuti e soccor­ritori, molti cominciano ad andarsene. Per chi resta negli alloggi di fortuna e per chi è sopravvissuto, si sta muovendo la solida­rietà nazionale, tra molte incertezze e parecchi limi­ti. Milioni di litri di carbu­rante, è stato deciso, saranno dirottati da oggi dal Sud del Paese verso Tokyo e il Nord. Come vi arriveranno, non è stato specificato, visto che è impossibile reca­pitare anche la biancheria che manca agli sfollati, raccolta dalla solidarietà pubblica.

Crescono i prezzi

Cresce anche il costo della vita, non apparentemente connesso, in senso inversamente propor­zionale, al 'caro Yen', terrore dell’economia giapponese. Ie­ri la valuta giapponese ve­niva data a quota 79 contro il dollaro, però il prezzo dei carburanti e dei ge­neri alimentari non si è arrestato nella sua corsa. Sconcer­to comune a Tokyo e Osaka davanti agli slanci e alle marce indietro degli spe­cialisti e dei tecnici sulla vicenda dei reattori, ma anche, più prosaicamente sui 500 Yen cadau­no dei cavoli venduti all’esterno degli ac­quartieramenti degli sfollati, sui banconi sotto la neve, a una fila muta, infreddoli­ta, ma nipponicamente ordinata. I com­menti raccolti dalle tv suonano come "Mi considero fortunato", ma "Che cosa sta succedendo al nostro Paese?" è la do­manda più incalzante. La coincidenza più drammatica della sto­ria fra avversità naturali, rischio nucleare, imprevidenza umana e – forse – rapacità di qualcuno non piega i giapponesi alla regola della giungla. Increduli nel presen­te, hanno smarrito il futuro e temono il medioevo nucleare, ma sanno ancora es­sere d’esempio al mondo e, in fondo, gra­ti a chi resta.

Stefano Vecchia

 

 

 

 

 

2011-03-17

17 marzo 2011

GIAPPONE IN GINOCCHIO

Fukushima, un cannone

per fermare la "bomba"

Il morso del terrore non abbandona il Giappone prostrato da un’emergenza che sembra non conoscere fine. La "guerra" continua a combattersi attorno all’impianto di Fukushima, mentre il numero dei dispersi schizza a quota 20mila, con 5.321 morti accertati, e le condizioni climatiche diventano sempre più proibitive. Anche ieri il "bollettino" sembrava registrare una sconfitta. Ancora incendi, ai reattore 3 e 4. E ancora scosse violente. È soprattutto il reattore 4 a preoccupare. Per il responsabile della Commissione nucleare Usa Gregory Jaczko le radiazioni intorno alla centrale sono "letali". Fallito il tentativo di raffreddare il reattore lanciando acqua dal cielo con gli elicotteri. Ora la speranza è tutta riposta in un "cannone" che irrori con un getto potentissimo di acqua l’impianto. E che la situazione sia sempre più tesa, si intuisce dallo sfogo del premier Naoto Kan che ha interrotto una riunione dei dirigenti della Tokyo Power Company – Tepco, che gestisce la centrale nucleare – e, infuriato per la mancanza di informazioni, ha chiesto ai dirigenti della società "cosa diavolo sta succedendo?".

Allarme blackout: il Paese rischia di subire interruzioni generalizzate della somministrazione di ci corrente elettrica se non saranno ridotti i consumi. Il monito è stato lanciato lanciato da Banri Kaieda, ministro nipponico per l'Economia, il Commercio e l'Industria. "L'equilibrio tra domanda e offerta di elettricità è già molto difficile", ha avvertito Kaieda facendo riferimento ai problemi legati alla centrale nucleare di Fukushima e ai danneggiamenti alla rete provocati dal terremoto di venerdì scorso e dal conseguente tsunami.

L'ambasciata italiana a Tokyo "rinnova vivamente l'invito ai connazionali di allontanarsi dalle quattro prefetture colpite dallo tsunami, dalle prefetture a nord della capitale e dalla stessa capitale". Per quanto riguarda i dati delle misure di radioattività ambientale riportate dal governo metropolitano di Tokyo - informa il sito dell'ambasciata - vengono confermati "valori compatibili con quelli normalmente registrati in città.

Ieri i giapponesi hanno potuto seguire in tv le immagine dell’elicottero bimotore che volava sulla centrale. L’obiettivo era sganciare acqua. Fallito. Troppo alto il livello delle radiazioni attorno alla centrale. Due gli incendi registrati. A lungo una fitta nube di vapore è fuoriuscita dalla centrale. I tecnici hanno così deciso di ricorrere a una nuova "strategia": irrorare il reattore con un potente getto d’acqua, ricorrendo a un mega-idrante montato su un camion.

Il personale della centrale, compresi i 50 "eroi" che da giorni stanno combattendo per evitare la tragedia nella tragedia, hanno dovuto lasciare l’impianto per un’impennata nei livelli della radiazione. Solo in un secondo momento sono potuti rientrare. La Francia ha fatto sapere di considerare "cruciali" le prossime 48 ore nella centrale, non escludendo che nel peggiore scenario si tratti di un disastro più grave di Chernobyl. Gli Usa hanno annunciato che un drone, un aereo senza pilota, ispezionerà la centrale.

A quasi una settimana dal terremoto la situazione nelle centrale appare drammaticamente incerta. Nel reattore 1 sono riprese le operazioni volte al raffreddamento con acqua marina e boro (un "assorbitore" di neutroni e utilizzato per fermare gradualmente la reazione), iniettati nel contenitore primario attraverso le condotte del sistema antincendio. Nel reattore 2 il sistema di raffreddamento è interrotto e il nocciolo ha rischiato di surriscaldarsi e di fondere. Di conseguenza sono state messe a punto le operazioni per iniettare acqua marina e boro per raffreddare il combustibile. Nel reattore 3 sono riprese le operazioni volte a raffreddare il nocciolo. Infine la reattore 4 dopo il nuovo incendio, con rilascio di radioattività pari a 400 microsievert/ora, nella piscina di soppressione, ossia nella struttura a forma di ciambella che si trova alla base del contenitore secondario del reattore.

Si è anche scatenata una "guerra" di dichiarazioni. Per il commissario europeo per l’Energia, Guenther Oettinger "nelle prossime ore corriamo il rischio di assistere a una nuova catastrofe" alla centrale di Fukushima dove la situazione "è fuori controllo". Oettinger si è detto convinto che "il nuovo incidente potrebbe coinvolgere la città di Tokyo con i suoi 35 milioni di abitanti". Per il capo dell’Agenzia atomica russa, Serghiei Kirienko, "la crisi nucleare si sta sviluppando secondo lo scenario peggiore". Frena invece l’Aiea: per il capo l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, Yukiya Amano "non è il momento di dire che le cose siano fuori controllo".

Di tutt’altro tenore le affermazioni ufficiali che provengono da Tokyo. Il portavoce del governo giapponese, Yukio Edano, ha detto di ritenere "improbabile che si siano verificati gravi danni alla gabbia di contenimento" dei reattori.

Luca Miele

 

17 marzo 2011

GIAPPONE IN GINOCCHIO

Il Giappone davanti alla tv

circa briciole di normalità

Incollati davanti agli schermi televisivi, gli abitanti di Tokyo guardano con stupore quanto succede a 250 chilometri più a Nord. Non solo perché lì ci sono pezzi martoriati del loro Paese, punti in uno sterminato campo di rovine che copre forse 10mila chilometri quadrati, ma perché qui si gioca anche il loro destino. Nelle fornaci nucleari di Fukushima 1 e 2 che tutto il mondo ormai conosce, si consuma il futuro il questo Paese. Un domani da dimenticare, ma che resta invece da esorcizzare con la quotidianità sempre meno convinta e da affrontare con le armi della tecnica e del cuore.

Dove non basta, con il sacrificio. I 50 tecnici che prima sono rimasti ad fronteggiare il rischio di nuove esplosioni e radiazioni dopo che i 700 compagni erano stati allontanati dagli impianti impazziti e ieri sera sono tornati per tentare l’impossibile, sono la versione attuale di una tradizione antica. Mentre gli elicotteri che ieri dovevano scaricare tonnellate d’acqua sulle vasche di raffreddamento del combustibile atomico sono stati fermati già in volo, tenuti a bada dall’entità delle radiazioni, gli uomini, "i 50", sono tornati protagonisti e, forse, eroi.

Questo guardano i passanti di Tokyo, chi si ferma in un locale il tempo di un caffè, di uno spuntino, di un poco di calore in una metropoli resa gelida da un vento siberiano che altrove, su mezzo Giappone scarica neve e nuova miseria. Forse si fermano solo per un poco di calore umano, per condividere la propria solitudine e la propria paura silenziosa con la solitudine e la paura degli altri. Perché la lotta fallita della tecnica e delle macchine contro i reattori imbizzarriti e quella dei 50 cuori sincronizzati contro l’impensabile non sono argomento da salotto, reale o virtuale. Vero è che per una volta, da italiano, non si viene assalito dall’elenco dei calciatori del momento o dalle classifiche del campionato, ma nel silenzio clamoroso forse sarebbe stato meglio.

Yukio Edano, il portavoce governativo rassicurante già nell’aspetto, è ormai diventato talmente popolare da essere quasi ignorato. Soprattutto da quando ha iniziato a portare in video le contraddizioni e le verità parziali di questa vicenda, sostenute da dibattiti ricchi di plastici tridimensionali, piantine diagrammi, grafici e rassicurazioni sempre più flebili.

Un po’ come la ricaduta casuale delle radiazioni tra Fukushima e Tokyo: troppo qui, poco là, senza una ragione apparente, mischiando caso, scienza e interpretazioni esperte. Come i terremoti di magnitudine sei e rotti che da noi spianerebbero le città e qui lasciano i portalampade a pendere dai soffitti, qualche tegola spezzata al suolo, al massimo una strage di bottiglie nei supermercati.

I giapponesi, guardano e non commentano e non si capisce se perché siano tutti d’accordo nell’accettare la verità ufficiale, nel digerire il destino avverso o nel disconoscere la dura realtà. L’apparizione dell’Imperatore Akihito – evento raro fuori da poche ricorrenze ufficiali – è stata importante, in qualche modo ugualmente dovuta e accettata, ma difficilmente ha cambiato l’atteggiamento dei giapponesi verso una catena di eventi che singolarmente avrebbero messo in ginocchio un continente, ma allineati qui, sulle strade della megalopoli, sembrano solo rafforzare la determinazione del Paese.

Il Giappone non prova ancora a reagire, ma guarda con ammirazione ai suoi soldati che prima nel fango e ora nella neve portano in spalla anziani e ammalati; agli uomini della protezione civile che scavano e scavano, segnando poi con una X rossa le case sventrate visitate una per una. All’appello mancano ancora 20mila nomi che nessuno vuole semplicemente ricordare, ma chiede invece di associare a un volto, a una storia. La tv del "dopo-tutto", in attesa di "qualcos’altro" è fatta così: spot sulle autorità e storie uniche di un dramma comune. Da ieri si sono riaffacciati programmi più leggeri: segnale della situazione in miglioramento mentre "i 50" marciano sul reattore armati di idranti oppure indicazione che la dura realtà ha bisogno di un digestivo?

Tutti lavorano, mangiano, discutono, leggono davanti a uno schermo e a volte fatichi a capire se la realtà sia "al di qua"o "al di là". Una che va cambiando per prepararsi al peggio, l’altra che cerca di risollevarsi dal dolore e dalla disperazione.

Il Giappone è, come ha detto Roland Barthes, "civiltà dell’immagine", "impero dei segni". Insomma, bisogna vedere per credere prima ancora che per capire. E se tutti vedono e fingono di credere a quello che passa sugli schermi accesi, molti probabilmente credono a quelli spenti. Alle centinaia di televisori di dimensioni, spessore, tecnologie diverse ma tutti immancabilmente bui allineati nei templi della tecnologia, prima una psichedelia di suoni e di colori. Spenti dall’austerità energetica, inquietano più degli scaffali sempre meno forniti dei supermercati o delle code sempre più lunghe ai distributori di carburante.

Stefano Vecchia

 

17 marzo 2011

GIAPPONE IN GINOCCHIO

Conto da 200 miliardi

Ma le aziende sono in piedi

È la tempesta perfetta: terremoto, tsunami e crisi nucleare potrebbero infliggere al Giappone danni fino a 200 miliardi di dollari, pari a oltre 143 miliardi di euro. A meno di una settimana dall’inizio dell’emergenza inizia a prendere forma il consenso degli analisti, che tuttavia avvertono: le stime sono ancora provvisorie, poiché gli esiti dell’incidente alla centrale di Fukushima restano imprevedibili.

L’impatto della tripla catastrofe sull’economia giapponese potrebbe essere però limitato, se paragonato alla distruzione: un taglio di circa mezzo punto di Pil nel 2011, con previsioni che vanno dallo zero pronosticato da Citigroup (stima inalterata a +1,7% quest’anno) all’1% del "worst case scenario" prefigurato da Credit Suisse. Una ulteriore ventata di ottimismo è arrivata ieri dalla Borsa. L’indice Nikkei è rimbalzato del 5,7%, anche se resta sotto dell’11% da inizio settimana, mentre l’attenzione degli operatori resta puntata su Fukushima. Le Borse europee hanno fallito invece il rimbalzo, condizionate dai pessimi dati sul mercato immobiliare americano.

La ricostruzione, come avviene di solito in questi casi, rappresenta un’occasione di crescita. Ma non ci sarà un’immediata ripartenza "a V", come accadde dopo il sisma di Kobe nel 1995. Si prevede una frenata che potrebbe protrarsi almeno fino a giugno e quindi uno scatto deciso solo a partire dal secondo semestre dell’anno. L’analisi poggia sulle differenze tra i due eventi che hanno funestato la storia recente del Sol Levante. La regione colpita venerdì scorso, quella di Sendai, è considerata relativamente marginale rispetto all’economia nipponica, di cui rappresenta al massimo il 5-7% del Pil e il 7% dell’industria. Paragonata all’Italia, non è la Lombardia ma nemmeno la Basilicata in termini di incidenza sulla generazione complessiva di ricchezza. Allo stesso tempo però le scosse di terremoto, cui si somma l’onda d’urto dello tsunami, hanno devastato centri nevralgici per l’economia del Paese. Gli stabilimenti automobilistici e di elettronica della regione producono pezzi insostituibili per le rispettive filiere e le ripercussioni si sono già avvertite anche all’estero. Ancora più pesanti le conseguenze dei guasti alla centrale atomica di Fukushima: il razionamento dell’energia elettrica, secondo un report di Nomura, dovrebbe cancellare lo 0,29% del Pil.

Le grandi aziende come Toyota, Sony, Mitsubishi e Bridgestone hanno comunque iniziato a riaprire gli impianti. Le imprese straniere presenti in Giappone, nel timore di una contaminazione radioattiva, hanno invece invitato il proprio personale a rimpatriare. Le immediate sorti della terza economia mondiale dipendono anche dalla capacità di rifinanziamento del governo e dall’andamento dello yen. Il Giappone ha chiuso il 2010 con un debito pubblico esorbitante, pari al 224% del Pil, e un deficit appena sotto il 10%. Le spese da affrontare per la ricostruzione costringeranno Tokyo ad emettere altro debito. Le iniezioni di liquidità da parte della Bank of Japan hanno finora contribuito a mantenere bassi i rendimenti. La banca centrale si appresterebbe a intervenire anche per frenare la corsa dello yen. La valuta si è rafforzata sulle attese di grandi rimpatri di capitali per la ricostruzione, ma rischia di colpire le esportazioni aggravando l’emergenza.

Alessandro Bonini

 

 

 

17 marzo 2011

SCENARI

Referendum nucleare, l’incubo del premier

Berlusconi ha annusato un pe­ricolo: sull’onda emotiva del­la crisi giapponese, il referen­dum sul nucleare può essere un’insi­dia. Perché farebbe crescere il quo­rum su un altro quesito ben più 'sen­sibile', quello in cui si chiede l’abro­gazione del legittimo impedimento. Il ragionamento fila, i fedelissimi so­no d’accordo, e il premier decide di mandare in avanscoperta il ministro Romani. "Le scelte non devono essere di pancia", dice il ti­tolare dello Sviluppo economico.

Dello stesso parere è an­che la collega al­l’Ambiente Stefania Prestigiacomo, che in un duro question­time alla Camera ri­badisce come il te­ma della sicurezza vada affrontato "in sede comunitaria" e non nazionale. Ma Romani va anche oltre, e sembra quasi lanciare la cam­pagna referendaria: "Noi daremo informazioni precise e rigorose all’o­pinione pubblica". E meno male, si sussurra in serata durante l’ufficio di presidenza del Pdl, che il pericolo e­lection- day è scampato: se - dicono i presenti - la data del referendum fos­se stata accorpata con quella delle amministrative, si sarebbe potuto produrre un "dannoso" effetto-trai- no tra i due voti. È invece vivo e vegeto l’altro ostaco­lo sulla strada del referendum: il 'no' dei governatori (anche di centrode­stra) all’installazione di siti sul loro territorio. Le parole di Vendola danno l’idea del clima: "In Puglia le centrali le potranno fare solo con i carrarma­ti... ".

Ma in realtà è un coro senza ec­cezioni: solo ieri si sono pronunciati contro i siti Cappellacci (Sardegna), Errani (Emilia-Romagna), Polverini (Lazio), Rossi ( Toscana) le giunte di Calabria e Sicilia. U­na posizione che pe­sa, alla quale l’ese­cutivo ha involonta­riamente dato cor­da: il sottosegretario allo Sviluppo econo­mico Stefano Saglia, intervenendo nelle commissioni unifi­cate Ambiente e At­tività produttive, si è lasciato scappare che "non si fa un im­pianto contro le au­torità regionali...", e che prima di in­dividuare i terreni si arriverà al 2012. Un mezzo scivolone che ha dato vi­gore al forcing delle opposizioni, con Bersani che prova ad infilarsi nelle in­certezze di esecutivo e maggioranza ("è un piano irrealistico e sbagliato") e pensa ad una più decisa mobilita­zione del Pd sul referendum (l’Idv ci è già dentro fino al collo).

Per il premier è una tegola nuova. Con un bersaglio - il legittimo impedi- mento - troppo significativo. Che si aggiunge ai tanti nodi cui deve veni­re a capo. Ieri notte li ha snocciolati in un ufficio di presidenza del partito cui hanno partecipato, in vista delle am­ministrative, anche i coordinatori re­gionali. A loro ha ribadito di essere "perseguitato per delle cene", che oc­corre "andare in tv" a spiegare una riforma della giustizia "chiesta dai cit­tadini " e apprezzata dal "77 per cen­to dei nostri elettori". E restando ai sondaggi, informa che Fli è al 2,6. Ha poi confermato che a Napoli il candi­dato del centrodestra sarà l’impren­ditore Gianni Lettieri, contro il quale si sono sollevati pezzi del partito e del mondo produttivo locale. Infine scherza ma non troppo sull’allarga­mento della maggioranza: "Arrivia­mo a 330, anzi... 336, l’anno della mia nascita".

Marco Iasevoli

 

 

 

 

2011-03-16

16 marzo 2011

TERRORE NUCLEARE

Giappone, si temono

20 mila dispersi

Gli elicotteri delle Forze di autodifesa, l'esercito giapponese, si sono oggi levati in volo per versare dall'alto acqua sui reattori della centrale nucleare di Fukushima, che rischiano la fusione del nocciolo. Ma dopo qualche ora hanno sospeso le operazioni a causa delle forti radiazioni, senza essere riusciti a riversare sulla centrale il carico. In precedenza, un ennesimo incendio aveva provocato l'innalzamento del livello di radioattività nella centrale costringendo all' evacuazione anche i 50 tecnici rimasti a cercare di riprendere il controllo della situazione a rischio delle loro vite. I tecnici, ha affermato l'agenzia Kyodo, sono in seguito rientrati nella centrale. Il portavoce governativo Yukio Edano ha affermato che le radiazioni nella zona di pericolo di 30 chilometri dalla centrale si sono fortemente abbassate.

A Tokyo, minacciata dalla nube nucleare che potrebbe levarsi dalla centrale, a 240 chilometri di distanza, le strade sono vuote come in una giornata di festa, e molti negozi chiusi. Un brivido è stato vissuto per una nuova scossa di terremoto del grado 6.0 della scala Richter, che ha avuto il suo epicentro alla periferia est della megalopoli.

L'ambasciata francese ha annunciato l' inizio dell'evacuazioni dei connazionali dalla capitale, mentre molte multinazionali hanno spostato i loro uffici a sud.

In una rarissima apparizione in diretta televisiva l'imperatore del Giappone, Akihito, si è rivolto attraverso gli schermi ai sudditi, affermando di pregare per la Nazione e per il bene di coloro che sono stati colpiti dal terremoto e dal conseguente 'tsunamì di una settimana fa. Il monarca nipponico ha quindi aggiunto di essere "profondamente preoccupato" per la crisi in corso nella centrale nucleare di Fukushima 1, e ancor più per la "natura imprevedibile" di quanto vi sta accadendo. "Auspico sinceramente che si riesca a evitare che la situazione peggiori ulteriormente", è stato il suo accorato commento. "Il numero delle persone uccise sta crescendo di giorno in giorno", ha quindi osservato Akihito, "e nemmeno sappiamo quante siano state le vittime. Io", ha sottolineato, "prego per la salvezza di quante più persone possibile".

Il bilancio provvisorio dei morti e dei dispersi del disastro giapponese ha raggiunto la cifra di 12.471 individui. Le morti registrate, secondo quanto riferiscono i dati della polizia, sono 4.277, mentre i dispersi sono 8.194. I feriti sono 2.282, una cifra, quest'ultima, che appare decisamente sottovalutata. Le cifre ufficiali, pur se ancora provvisorie, del cataclisma che ha devastato il Paese

venerdì scorso, appaiono, inoltre sottodimensionati se si considera che, nella sola prefettura di Miyagi, i dispersi, a detta del sindaco, sono almeno 20.000.

 

 

16 marzo 2011

Giappone, la ricerca di un senso nella tragedia

La speranza di vincere il male nell’eterna lotta per il bene

La melma nera è uguale. E anche lo sfacelo lasciato dall’acqua che si ritira: binari divelti, case sventrate, Tir come accartocciati dalla mano di un gigante stizzito. Per chi è stato in Indonesia e in Thailandia dopo lo tsunami del dicembre del 2004 le immagini dal Giappone acquistano come una più concreta dimensione: di quel fango colloso ancora senti l’odore molle, dolciastro di putredine. E le domande dei figli, dei colleghi, e sui giornali, sono le stesse: dov’era Dio, e perché ha permesso tanta morte? Che Dio è un Dio distratto o indifferente, che lascia annegare i malati immobili nei letti, e i vecchi troppo lenti per scappare?

Sei anni fa, arrivando a Banda Aceh, la prua dell’isola di Sumatra colpita in pieno dall’onda, avevo queste domande addosso. Dall’aereo quella terra era rigogliosa come un paradiso terrestre, e così azzurro e pacifico l’oceano. Ma poi d’improvviso vedevi la costa mangiata e sfregiata dall’onda, per chilometri; e solo melma nera, dove c’erano i villaggi degli uomini. In un povero mercato tra le macerie si vendeva pesce infangato che nessuno comprava; e da un registratore chissà come scampato usciva struggente la voce di Bob Dylan, knockin’ on Heaven’s door, "bussando alle porte del paradiso". Già, il paradiso, e il mio Dio buono, dov’erano?

A Banda Aceh, regione islamica integralista, c’era un unico missionario cattolico, un prete italiano. Lo incontrai mentre guidava una jeep decrepita d’anni e di fango; era andato a benedire altri morti di quella strage infinita. Senza fiato per ciò che vedevo gli feci prima di tutto, con urgenza, quella domanda: dov’era Dio? Perché lo ha permesso? Il missionario, un romagnolo di settant’anni ancora dritto e vigoroso, mi guardò con durezza: "Queste sono le domande che vi fate voi oggi in Occidente", rispose secco. "Noi cristiani dovremmo sapere che dal giorno del peccato di Adamo il mondo è in equilibrio precario, come in bilico. Che è incrinato nella profondità: e qualche volta il male prevale e scoppia, in modo anche terribile. Ma non è colpa di Dio: è il male scelto da Adamo, è il nostro male. E però noi sappiamo anche che Cristo ha vinto la morte, e che quindi ogni volta dobbiamo ricominciare".

Mentre mi dava questa brusca lezione il prete non perdeva tempo: intanto caricava sulla sua jeep cibo e acqua da portare ai superstiti, chissà dove. Se ne andò con il rombo faticoso del motore vegliardo, e mi lasciò nella missione. Con una suora biellese e un giovane camilliano arrivato dagli Usa facemmo un giro: che sfacelo, e quanti morti ancora nei campi allagati. Il 'nostro' male? Rimuginavo le parole del prete. A me nessuno aveva parlato del peccato originale così, come di un motore attivo e potente di male; alimentato da tutte le infinite violenze palesi e nascoste che ogni giorno si compiono nel mondo. Omicidi, stupri, bambini violati, ma anche l’avarizia di chi accumula e affama, anche il nostro piccolo garbato calunniarci fra vicini. Tutta la massa di male degli uomini, capace di avvelenare il creato, di muovere gli abissi: possibile? Io ricordavo il libro della Sapienza: "Dio non ha creato la morte, e non gode per la rovina dei viventi". Che cosa dunque avvelena le faglie, e spinge gli uragani? Nel catechismo della Chiesa cattolica ho letto: in conseguenza del peccato originale "la creazione visibile è diventata ostile e aliena all’uomo. A causa dell’uomo la creazione è soggetta alla schiavitù della corruzione".

Dunque il giudizio del vecchio missionario era ortodosso, e io ignorante o dimentica, come tanti? "Tutta intera la storia umana è pervasa dalla potenza delle tenebre, lotta incominciata fin dall’origine del mondo, che durerà, come dice il Signore, fino all’ultimo giorno", dice la Gaudium et Spes. Ho visto quella lotta: era un prete dall’accento romagnolo che si affannava a sfamare i bambini, era la suora biellese che gemeva di pena davanti alle risaie distrutte dall’acqua marina. Ma già pensava a come cominciare di nuovo: cosciente del male e però ostinatamente certa di un Dio più forte della morte.

Marina Corradi

 

16 marzo 2011

REPORTAGE

Tokyo, obiettivo sopravvivenza

Scrivere con la terra che balla sotto i piedi... nella seconda notte di Tokyo oscurata. Il secondo terremoto superiore a 6 gradi di magnitudo nel giro di 8 ore. Che sia quello previsto come forte aftershock e il cui termine secondo i calcoli arcani degli esperti scade oggi? Difficile dirlo, inutile soprattutto pensarlo.

Il paese, l’antica terra dei samurai che ha con il suo territorio un rapporto ancestrale inimitabile per le ricadute sulla storia, sulla cultura e sulla fede vive alla giornata e non può dare una scala di valori negativi ai tre drammi che l’assediano. Quello umanitario, quello radioattivo e quello energetico. Ci sarebbe anche l’economia, che in due giorni ha visto ridursi di un quarto il valore della maggiore borsa valori dell’Asia. In altri tempi sarebbero state dimissioni di massa e un’impennata nella classifica già eccessiva dei suicidi ma, come ha suggerito il premier Naoto Kan ieri in televisione, per adesso è meglio non pensarci, le priorità sono altre.

Vero, in questa terra per tanti aspetti futuribile ma con salde radici nel suo humus isolano, si potrebbe dire che l’obiettivo è ora sopravvivere. Almeno per una parte consistente della popolazione che non sa più da che parte potrebbe venire il colpo definitivo. Ieri a rubare la scena è stato ancora l’incubo radioattivo. Come le centrali spente dall’elettronica ai primi forti tremori venerdì scorso abbiano iniziato a fondere esplodere, diffondendo nel vento particelle letali, i giapponesi fingono di non saperlo o preferiscono ignorarlo. Le responsabilità, se ci sono, saranno accertate e questa volta, forse, le scuse di rito offerte con un inchino solo un poco più profondo non basteranno.

Ieri mattina la nuova esplosione di un reattore della famigerata centrale di Fukushima 2 ha sollevato isotopi in abbondanza, sospinti da un malaugurato vento verso sud, verso province un tempo prospere e il maggiore agglomerato urbano del pianeta. Il veleno radioattivo si è sparso con una disomogeneità maligna, arrivando nel centro città in quantità consistente ma ufficialmente non pericolosa per la salute.

Non è ancora il tempo del dubbio nella Tokyo che si spegne, ma occorre poco per prevedere l’effetto negativo che un altro episodio del genere potrebbe avere sull’equilibrio già al limite dei pur pazienti nipponici. Ogni persona che incontri per strada, in un caffè, compagno di viaggio su un convoglio sempre più rado della metropolitana, ti parla di "paura", ti suggerisce incertezza. In fondo, davanti a una natura spesso matrigna, la solidità del sistema, l’affidabilità dei suoi componenti e la fiducia incontrastata concessa alle autorità hanno permesso al Giappone di essere quello che è. Nel passato il paese ha vissuto drammi ecologici che hanno fatto scuola nel mondo e gli hanno permesso di porsi all’avanguardia della sicurezza. I giapponesi, che in fondo sono ancora un popolo frugale, hanno sacrificato non poco del loro benessere a un ideale di nazione omogenea, forte, senza disparità e alla fine senza problemi. Ritrovarsi ora a tastare il vento, per capire se gli isotopi finiranno al largo nel Pacifico o per coprire di tossicità campagne e metropoli isolane, è insopportabile. Un paese scosso dal suo maggiore terremoto, devastato dal suo peggiore tsunami, prostrato dalla crisi energetica più grave dalla chiusura dei petrorubinetti negli anni Settanta, ha perso la sua sicurezza, potrebbe perdere anche la fiducia in chi finora ha di fatto incassato un assegno in bianco sulla sicurezza e la salute della popolazione.

Per due giorni Tokyo ha tenuto, da oggi potrebbe andare in tilt. Le autolimitazioni individuali, familiari e collettive al consumo di energia elettrica stanno diventando un obbligo davanti al 20 per cento di megawatt non più disponibile per i roghi delle centrali. I tagli attenti, mirati alla circolazione di mezzi pubblici, sta trasformando in incubo la vita quotidiana di milioni di lavoratori e studenti. Le ferrovie metropolitane che contano un intreccio di decine di linee hanno ridotto la percorrenza dal 20 al 60 per cento. Il territorio della megalopoli è stato diviso in settori, dove a rotazione si applicano le limitazioni alla circolazione una, anche due volte al giorno, in una babele di orari che gli stessi giapponesi non capiscono. Le linee di trasporto privato non dispongono più di ferrovieri sufficienti perché molti non possono presentarsi al lavoro per il blocco quasi totale delle linee pubbliche.

Il caos avanza. Chiudono scuole e aziende, che non saprebbero a chi o dove vendere servizi e beni. Il paese va spegnendo i suoi centri vitali e riattivarli potrebbe costare in termini economici e sociali più che riaccendere pochi reattori risparmiati dal caso o dalla previdenza umana. Incentivato da questa situazione di precarietà, in sordina è iniziato pure un movimento di esodo verso aree più sicure. Anche questo reso difficile dalla scarsità dei mezzi pubblici, come dalla crescente difficoltà di riempire i serbatoi dell’auto di famiglia.

Davanti ai disincentivi a operare, produrre, servire... chi ha deciso di restare cerca di garantirsi il necessario facendo incetta nei supermercati. Non è ancora corsa all’accaparramento, probabilmente non nello spirito giapponese e nella sua filosofia just in time, ma si alimenta di notizie frammentarie, di regole di igiene postatomica rispolverate per l’occasione. Meglio acquistare verdura e frutta non contaminate – finché ce n’è – prima che sui banchi arrivi quella arricchita dal cesio che poco o tanto da ieri avvelena i prodotti di campi e orti di un gran numero di prefetture orientali.

Nessun pericolo serio per la salute, assicurano in televisione autorità e esperti. Sarà...

Sarà anche vero che un volo Giappone-Los Angeles vale in termini di assorbimento di radiazioni quattro giorni di esposizione all’aria comune di Tokyo; sarà che una radiografia vale dodici volte tanto e che una tomografia moltiplica per tre le dosi annue accettabili. Sarà, ma poco importa. Il fatto stesso che l’incubo nucleare si sia ripresentato nel Giappone, bersaglio di due atomiche, va allentando il legame del paese con la sua leadership, con il sistema pubblico.

I due sopravvissuti estratti ieri pomeriggio dalla devastazione di Miyagi, dopo quattro giorni di freddo pungente, sono un piccolo bonus per il Giappone che barcolla. Ma pochi ignorano che cosa davvero si trovi sotto macerie, fango e sicurezza di facciata.

Stefano Vecchia

 

 

 

16 marzo 2011

LA PAURA NEL MONDO

"Radioattività in aumento fino a cento chilometri"

Una sequenza impressionante, fatta di incidenti, allarmi e improvvisi si­lenzi. Il Giappone tenta di scon­giurare l’incubo atomico, ma la paura cre­sce. "Ora sono realmente possibili conse­guenze all’esterno per l’impianto di Fuku­shima" commenta l’ingegnere Stefano Monti, responsabile Enea dell’unità tec­nica per la sicurezza dei reattori, quando gli diamo la notizia confermata dall’Ispra del passaggio a livello 5 dell’emergenza (che sarebbe addirittura a livello 6 per l’Ue). "Adesso è probabile il danneggia­mento del nocciolo del reattore" spiega Monti, anticipando l’analisi dell’Aiea. Da giorni questo ingegnere nucleare sta se­guendo, ora dopo ora, il lavoro dei tecni­ci giapponesi in prima linea nella battaglia per arginare i rischi di radioattività. "La si­tuazione si è complicata lunedì sera, con l’esplosione nell’unità 2 di Fukushima".

Cosa è accaduto precisamente?

Fino a lunedì nelle unità 1 e 3 coinvolte da incidenti, erano rimasti integri, oltre al nocciolo centrale, anche i due sistemi di sicurezza interni, che rappresentano la barriera più importante contro il diffon­dersi di radiazioni. Nell’ultima esplosio­ne, invece, sembra sia stato danneggiato il guscio di contenimento primario. Sono fuoriusciti prodotti di fissione e si sono re­gistrati picchi di radioattività importanti.

Cosa cambia per la popolazione?

Il rilascio di radioattività è destinato ad aumentare rispetto all’inizio, quando era relativamente basso. La zona interessata adesso è più ampia, nell’ordine di un cen­tinaio di chilometri. Le stesse squadre o­perative che lavorano per congelare il reat­tore non possono più stare in quell’area, perché i livelli di esposizione rischiano di creare forti danni alla salute.

C’è una spiegazione dietro alla sequenza cui stiamo assistendo?

No, la sequenza è incidentale ed è analo­ga a tutti i reattori. Non va dimenticato che, nei primi giorni dell’emergenza, non si sono registrate complicazioni dal pun­to da punto di vista epidemiologico per­ché gli eventi cui abbiamo assistito sono stati circoscritti. Nel caso dell’esplosione di sabato, che ha fatto il giro del mondo sulle tv, è saltato il tetto dell’edificio e­sterno ma il doppio sistema di sicurezza della centrale è stato interamente preser­vato. Semmai, il problema è un altro.

Quale?

La difficoltà ad avere informazioni è e­norme, nonostante il gran­de impegno delle autorità internazionali delle energia atomica e locali. Non è fa­cile trovare le contromisu­re a quanto sta succeden­do, quando arrivano notizie contrastanti.

C’è chi ha parlato di rischio plutonio. È d’accordo?

Non credo che la radioattività possa arri­vare da metalli pesanti come il plutonio, semmai può originarsi da prodotti di fis­sione: i valori di iodio e cesio possono sa­lire ma finora non ci sono in circolazione dosi letali. Non solo: tutte le misure di pre­cauzione adottate sono state corrette, per cui chi sventola i fantasmi del passato si sbaglia. In Europa si è già aperto un dibattito sul­l’opportunità di investire sulla tecnolo­gia nucleare.

L’ha sorpresa?

Parlo da tecnico, non da politico: credo sia necessario un ripensamento sulle centra­li più vecchie, non sugli impianti di nuo­va generazione. In fondo, la Germania ha bloccato i reattori in uso da più anni. Il problema è fare una valutazione sui crite­ri di estensione della vita media delle cen­trali. In Giappone i reattori di cui stiamo parlando risalgono al 1971 e normalmen­te restano in funzione per 30 anni. Uno di quelli coinvolti negli incidenti sarebbe sta­to posto in arresto definitivo nei prossimi mesi.

Sta dicendo che è meglio sostituire le cen­trali vecchie con le nuove, che possono contare su sistemi di sicurezza maggiori?

Penso semplicemnte che questo sia un passaggio critico su cui vale la pena riflet­tere. In Giappone, i quattro impianti nu­cleari di terza generazione hanno tenuto perfettamente.

Diego Motta

 

 

 

16 marzo 2011

IL DILEMMA ENERGIA

Nucleare, il governo rassicura e tira diritto

Il Governo tiene d’occhio la situa­zione giapponese, ma tira dritto. L’opposizione lo invita a fermarsi. Mentre le Regioni quasi in blocco fan­no sapere che sul loro territorio le cen­trali atomiche proprio non le vogliono. E le associzioni ambientaliste incalza­no sulle fonti rinnovabili. Con il crescere dell’allarme che viene da Oriente, sale anche da noi la pole­mica su un argomento che già promet­teva di avvicinarsi alla soglia di fusione per gli appuntamenti referendari pre­visti a giugno.

Antonio Di Pietro bran­disce il voto come una sciabola e chie­de al governo di "rivedere immediata­mente" la decisione. La segreteria del Pd dal canto suo ritiene che "sarebbe da irresponsabili se il governo italiano, u­nico al modo, non sentisse il bisogno di fare almeno una pausa di riflessione". E chiede la sospensione dell’esame dei decreti per la localizzazione dei siti e al­lo stesso tempo di sbloccare gli investi­menti per la energie da fonti rinnova­bili, modificando il decreto del mini­stro dello Sviluppo economico Paolo Romani. Non si tratta di reazioni emo­tive, taglia corto il segretario Pier Luigi Bersani.

Dal Pd, che porterà le temati­ca del nucleare al question time di oggi a Montecitorio, arrivano anche accuse di "dilettantismo" all’esecutivo, visto che era assente nelle Commissioni Am­biente e Attività produttive, denuncia­no i capigruppo del Pd nei due organi­smi Raffaella Mariani e Andrea Lulli. E proprio i ministri di questi due setto­ri sono in prima linea nel difendere le proposte governative. "È inimmagina­bile tornare indietro su un percorso già attivato", dichiara Romani al termine dell’incontro straordinario convocato da Bruxelles sull’emergenza.

A poche ore dalla nuova esplosione che ha scos­so la centrale di Fukushima e diffuso materiale radioattivo nell’atmosfera il ministro dell’Ambiente Stefania Presti­giacomo, sottolinea che l’Italia non ha cambiato idea sul nucleare contando che "nel referendum di giugno gli ita­liani non votino sull’onda dell’emoti­vità". Bisogna "spiegare cos’è il nuclea­re perché l’Italia ha davvero un’oppor­tunità avvalendosi delle tecnologie più innovative, 100 volte su­periori a quelle del Giap­pone".

Poi aggiusta il ti­ro: il governo "non è né cieco né sordo" rispetto alle notizie che arrivano dal Sol Levante, assicu­rando di avere "a cuore la sicurezza dei cittadi­ni". Parole che vanno in consonanza con la posi­zione del ministro della Salute Ferruccio Fazio, il quale sottolinea come "dal governo c’è una grande attenzione a quanto sta avve­nendo ", aggiungendo di ritenere che "insieme con l’Europa ci sia tutto il tem­po e la tranquillità per fare una serena considerazione". Dicono un "no" quasi corale le Regio­ni, alle quali un recente intervento del­la Corte Costitizionale ha attribuito il diritto al coinvolgimento in materia, anche se solo a carattere consultivo e non vincolante. Solo quattro le favorevo­li, pur con dei distin­guo: Lombardia, Piemonte, Campa­nia e Veneto. Ma il governatore di que­st’ultima, Luca Zaia, precisa: "Il Veneto non ha le caratteri­stiche necessarie per ospitare una centra­le nucleare, per cui fino a quando ci sarò io sarà sempre no a questa ipotesi".

Il collega della Lom­bardia Roberto Formigoni fa notare che le centrali del Giappone "sono di anti­chissima generazione". Gian Carlo Muzzarelli, assessore alle Attività Pro­duttive e Piano Energetico dell’Emilia Romagna, ricorda che "in due anni, con le rinnovabili è stata prodotta energia pari ad una centrale nucleare: noi con­tinuiamo per quella strada". Intanto, in attesa di essere ricevute og­gi pomeriggio dalla Prestigiacomo, le principali associazioni di settore delle energie rinnovabili (Anie, Aper, Anter, Vera online e Asso Energie future) fan­no sentire la protesta insieme a Wwf e Legambiente. Quest’ultima, anticipan­do alcuni dati dal rapporto Comuni Rin­novabili 2011, prova a confutare il ten­tativo del governo di sostenere l’inade­guatezza delle fonti pulite, settore che "nel 2010 ha avuto un vero e proprio boom, coprendo il 22,1% dei consumi e­lettrici italiani. E, se sostenuto adegua­tamente, potrebbe arrivare al 35% nel 2020", afferma il responsabile Energia del sodalizio Edoardo Zanchini.

Gianni Santamaria

 

 

16 marzo 2011

LA CATASTROFE DEL SOL LEVANTE

Caritas Giappone organizza gli interventi

nelle zone colpite dal terremoto

Caritas Giappone organizza gli interventi nelle zone colpite da terremoto e tsunami. In generale grande compostezza e dignità, ma anche grande solidarietà, sia pur in una comprensibile situazione di paura diffusa. Così il direttore di Caritas Giappone, padre Dasuke Narui sintetizza il comportamento del popolo giapponese. Le dimensioni della catastrofe che ha colpito il Paese sono sempre più preoccupanti, la terra non smette di tremare e cresce il timore per le conseguenze dei danni agli impianti nucleari.

Caritas Giappone e la Chiesa, attraverso le 4 diocesi, le numerose parrocchie, i volontari e lo staff stanno contribuendo in maniera coordinata allo sforzo che a livello nazionale si sta facendo per fornire gli aiuti alla popolazione. Confortante è la disponibilità di moltissimi volontari, soprattutto giovani, che da tutte le diocesi chiedono di poter andare nelle zone più colpite per rendersi utili. Lì il problema principale è la mancanza di cibo e di carburante. Chi riesce ad allontanarsi si sposta principalmente verso sud. Caritas Giappone ha messo a disposizione le proprie strutture e si sta coordinando col governo per assistere i casi più bisognosi, in particolare le persone anziane, disabili e le famiglie con bambini piccoli.

Oggi a Sendai si è svolto un incontro di tutti i Vescovi, con la partecipazione dunque del presidente di Caritas Giappone S.E. Mons. Isao Kikuchi e di padre Narui, per condividere un piano globale di aiuti come Chiesa cattolica.

Caritas Italiana ha immediatamente espresso vicinanza e solidarietà a Caritas Giappone e alla popolazione giapponese, mettendo a disposizione un primo contributo di centomila euro. Si tiene in costante collegamento con Caritas Giappone e con la rete internazionale attraverso aggiornamenti e teleconferenze per coordinare gli interventi, analizzare i bisogni di tutta l’area colpita dal terremoto e dallo tsunami, cercare di raggiungere anche le zone più lontane e inaccessibili.

Innumerevoli i messaggi di vicinanza e gli aiuti offerti dalle Caritas di tutto il mondo. In particolare va segnalata la mobilitazione delle Caritas dei Paesi asiatici colpiti dallo tsunami del 2004 o da successive emergenze che hanno sempre ricevuto anche il sostegno di Caritas Giappone. Ad esempio la Caritas del Myanmar, colpita anche dal ciclone Nargis nel 2008, ha indetto per domenica 20 marzo una giornata di solidarietà in tutte le parrocchie.

In costante coordinamento con le altre realtà presenti sul terreno, Caritas Giappone ha confermato che pur essendo già attiva in questa fase di emergenza, si concentrerà in particolare nelle fasi di riabilitazione e sviluppo, nel medio e lungo periodo, con grande attenzione anche al sostegno psicologico. Roma, 16 marzo 2011 Per sostenere gli interventi in corso si possono inviare offerte a Caritas Italiana tramite

C/C POSTALE N. 347013 specificando nella causale: "Emergenza Giappone 2011".

Offerte sono possibili anche tramite altri canali, tra cui:

UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119

Intesa Sanpaolo, via Aurelia 396/A, Roma – Iban: IT 95 M 03069 05098 100000005384

Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma – Iban: IT 29 U 05018 03200 000000011113

CartaSi e Diners telefonando a Caritas Italiana tel. 06 66177001 (orario d’ufficio)

 

 

 

2011-03-15

15 marzo 2011

DOPO IL TERREMOTO

Fukushima, nuova esplosione

Sale radioattività a Tokyo

Una nuova esplosione si è verificata nella centrale nucleare di Fukushima 1, provocando un innalzamento dei livelli di radioattività, che è stato registrato anche nell'area di Tokyo, 250 chilometri più a sud. L'esplosione si è verificata nel reattore numero 2 della centrale e i gestori hanno ammesso di temere che sia stata danneggiata la vasca di contenimento. Intanto nel reattore 4 si è verificato un incendio che è però stato spento, riferisce l'agenzia Kyodo. nei giorni scorsi si erano verificate esplosioni ai reattori 1 e 3.

"Stiamo parlando di di livelli di radiazione che possono danneggiare la salute umana", ha ammesso il portavoce del governo giapponese, Yukio Edano.

La nuova esplosione si è verificata alle 6:10 (ora locale) nel reattore numero 2. Subito dopo il livello di radiazioni nell'area è salito a 965,5 microsievert l'ora . Alle 8:31 le radiazioni erano già schizzate a 8.217 microsievert, più di otto volte il limite massimo annuo, riferisce l'agenzia Kyodo, citando la società Tepco che gestisce la centrale.

Sono stati tutti evacuati tutti gli abitanti che risiedevano entro un raggio di 20 chilometri dalla centrale di Fukushima 1. Lo riferisce la tv nipponica NHK, spiegando che polizia e personale militare hanno avorato senza sosta per trasferire 450 persone, tra ricoverati in ospedale e ospiti di case di riposo. Auto della polizia stanno pattugliando le zone comprese tra i 20 e i 30 chilometri di distanza per esortare tutti gli abitanti a restare in casa con le finestre chiuse.

Anche i voli aerei sono stati vietati entro un raggio di 30 chilometri dalla centrale. La Tepco, che non esclude ora il rischio di una fusione, ha evacuato tutti i suoi dipendenti dalla centrale di Fukushima, salvo le 50 persone impegnate negli sforzi per il raffreddamento dei sei reattori dell'impianto.

I venti che soffiano verso sud hanno intanto portato particelle di cesio e iodio nell'area di Tokyo. Nella prefettura di Ibaraki, vicino Fukushima, il livello di radiazioni è di 100 volte superiore al normale, mentre in quella di Kanagawa a sud di Tokyo è cresciuto di 10 volte. Il ministero per la scienza, citato dall'agenzia Kyodo, afferma che i livelli di radioattività nella capitale non minacciano la salute. Ma parte degli abitanti ha scelto di lasciare la città per dirigersi verso sud.

 

 

15 marzo 2011

MERCATI

Crolla la Borsa di Tokyo, tensione in Europa

Prevalgono paura e tensione nelle principali borse di Asia e Pacifico, con l'allarme nucleare scattato in Giappone dopo l'esplosione di un altro reattore atomico. Nuovo crollo per Tokyo, che ha lasciato sul campo il 10% dopo lo scivolone del 6% della vigilia, mentre avanza proprio verso la capitale nipponica la nube tossica sprigionata dalla centrale di Fukushima. Il governo potrebbe intervenire direttamente sul mercato azionario. Lo ha detto il ministro delle Politiche economiche e fiscali, Kaoru Yosano, suggerendo un'insolita mossa per sostenere i listini. "Potrebbe essere un po' presto per parlare, ma il governo ha un'opzione di questo genere", ha concluso.

Difficoltà anche ad Hong Kong (-3%), Taiwan (-3%), Seul (-2,4%) e Sidney (-2,1%), mentre à apparsa relativamente più cauta Shanghai (-1,4%).

Su quello che resta del listino nipponico, che ha funzionato anche oggi nonostante la catastrofe, si segnalano i gruppi del comparto energetico Tokyo Electric Power (-24,68%), Toshiba

Corporation (-19,46%), Oki Electric (-19,05%) e Fuji Electric Holdings (-17,67%), assieme a quelli dell'alimentare come Nippon Meat Packers (-18,09%), che ha dovuto fermare la produzione.

Più cauta, se è lecito il termine, Toyota (-7,4%), la cui produzione automobilistica è ferma.

Sotto pressione a Hong Kong China Resources (-3,92%) e Petrochina (-3,7%), mentre a Seul le vendite interessano il comparto della logistica e delle costruzioni con Kepko Engineering (-12,71%) e Logistics Energy (-10%). In controtendenza il cementiero Ssangyong (+14,96%), spinto dalla speculazione su un possibile balzo della domanda di materia prima per la ricostruzione in Giappone.

Difficoltà a Sidney per gli estrattivo-minerari Extract Resources (-18,45%), Paladin Energy (-17,47%) ed Energy resiources (-14,3%), particolarmente esposti sul nucleare in Giappone.

Peggiorano anche le principali borse europee con l'allarme atomico in Giappone e l'andamento in calo

dei futures Usa, che preannunciano un'apertura pesante anche a Wall Street. Francoforte cede il 4,7% e Parigi il 3,8%, mentre riduce il calo Milano (-2,6%). Tra i titoli più colpiti quelli dell'energia E.On (-5,5%), Rwe (-4,8%) ed Edf (-4,3%), esposte nel settore nucleare.

 

 

15 marzo 2011

LA CAPITALE SOTTO CHOC

Incubo, quinto giorno

Tokyo spegne le luci

Tokyo abbassa le sue luci e il Giappone la segue. La necessità di risparmio energetico, e forse le ragioni di precauzione rispetto ad eventi al momento solo ipotizzabili, da ieri hanno fermato le corse dei treni sulle linee superstiti verso il Nord devastato. Ieri mattina i viaggiatori approdati all’aeroporto di Tokyo-Narita, il maggiore del paese, nell’arco di mezz’ora si sono trovati privi della possibilità di utilizzare un ramo della JR, le ex ferrovie pubbliche da tempo privatizzate, e le linee della privata Keisei. Uniche alternative, autobus con capolinea presso i maggiori alberghi cittadini oppure una costosissima corsa in taxi per 70 e più chilometri che contano ore nel traffico e nei cantieri.

Il Giappone, a cui il premier Kan ha chiesto di reagire, lo fa a modo suo: concreto ma discreto. Con quell’insieme di costrizione sociale e di orgoglio di corpo che ha sempre sottolineato l’unicità dei giapponesi, la loro compattezza che per manifestarsi non ha bisogno di confronti con l’esterno. Inimitabile.

Volumi abbassati, tempi e intensità dell’illuminazione ridotti; milioni di pendolari costretti a disagi enormi oppure a un riposo forzato; diversi negozi e locali chiusi; palinsesti ridotti nella programmazione televisiva... La megalopoli, che da sola conta la popolazione di un paese di medie dimensioni un’economia da primato, spegne i suoi luoghi-simbolo, come la Tokyo Tower, e riduce linee e percorrenze dei trasporti urbani, in tempi normali la sua linfa vitale.

Questi però non sono tempi di normalità. Il Giappone potrebbe inorgoglirsi se valutasse solo che la sua tecnologia, la sua previdenza e la sua standardizzazione hanno impedito che la megalopoli si accartocciasse, ma bastano il pianto o il silenzio altrettanto disperati dei sopravvissuti visti in tv per aprire alla vergogna di non avere evitato quelle vittime e quelle sofferenze. Tutti immaginano, sanno, che i 1.897 morti ufficiali nella notte giapponese sono solo un dato certo davanti a un abisso colmo di dispersi o morti "presunte".

Il Giappone è oggi diviso a metà; un paese "normale" che vive nell’attesa di quello che ancora potrebbe accadere e pianifica il riscatto; un paese devastato che cerca ragioni e scopre le vere dimensioni della sua sventura. Nelle molte enclave in parte ancora irraggiungibili che il fango, le acque e le fratture del suolo hanno disegnato sul territorio, i morti sono molte migliaia, forse decine di migliaia. Semplicemente non si possono al momento trovare, perché le loro cittadine strette tra il mare e le colline sono state livellate dall’onda di tsunami oppure perché l’oceano in riflusso le ha portate al largo per restituirle dopo giorni.

Allora, in omaggio ai suoi morti, il paese rallenta, cerca una ragione e un pretesto, perché l’immobilità non è nel suo Dna, ma la convivenza con una natura insieme benevola e terrifica, sì. La quiete di Tokyo nella notte è illusoria, la città ha rallentato i suoi battiti per onorare le vittime, per aprirsi a una nuova vita che sarà comunque diversa, ma anche perché la sospensione è realtà di queste ore.

A soli 200 chilometri a Nordest, nelle profondità di un reattore al collasso, un’energia inimmaginabile ruggisce la sua sete; un altro sisma di terrificanti dimensioni potrebbe essere realtà – dicono gli scienziati – entro dopodomani... Lo sfondo sonoro della notte cittadina non sono clacson, musica e richiami dei butta-dentro davanti ai locali di divertimento, ma le voci e le immagini della tragedia, rilanciate, rimbalzate tra una gigaschermo e una vetrina, da un appartamento a un ristorante.

Il personale del mio piccolo albergo di Ikebukuro, una delle aree semi-centrali della megalopoli, ha l’affabilità di sempre e una nuova voglia di comunicare. Occhi e orecchie sfiorano di continuo gli schermi televisivi che nessuno nemmeno immagina potrebbero trasmettere altro che le immagini dell’incubo. Loro, che da cinque giorni non si nutrono d’altro che di disgrazia, che sanno delle decine di squadre di soccorso di mezzo mondo in arrivo o già al lavoro, alla fine faticano a credere che il "loro" terremoto, il "loro" tsunami, la Passione, insomma, della loro terra e della loro gente possano davvero essere conosciute e condivise dall’esterno. Alla fine, però, sembrano contenti di un sorriso, di un cenno del capo, di uno sguardo rubato agli schermi digitali che un poco annacqua a loro ansia.

Più che gli infiniti locali "a tema" tanto di moda in Giappone, briciole di mondi caricaturali che mischiano voglia di esotismo e vera cultura, il riposo di Tokyo sembra ora fittizio. La gente non è ancora sazia di sapere, di capire: perché è stato e che cosa potrebbe essere. Insieme si parla, si scherza anche, ci si distrae un attimo dalla paura che ieri era di ciascuno e di tutti secondo sensibilità e cultura, ma che già oggi potrebbe essere realtà dura, condivisa, inevitabile.

In questi giorni il trauma colpisce gli anziani che pensavano di avere vissuto tutta la gamma delle minacce naturali ma che si sono improvvisamente ritrovati analfabeti, con un terrore cieco che li rende più fragili e più soli. Per tutti, i binari della normalità garantita, spesso anche sbandierata come antidoto a individualismo e diversità, sono stati deviati, per molti verso la catastrofe. Ecco allora che una sirena nelle notte senza traffico accende l’ansia, che un tremore percettibile sul marciapiede fa alzare lo sguardo e accelerare istintivamente il passo in cerca di un luogo meno esposto ai crolli.

Da ieri, tuttavia in modo più concreto, il pericolo è quello subdolo, invisibile e forse invincibile della radioattività che filtra dal cemento sgretolato dei reattori di Fukushima e tra le righe dei comunicati ufficiali. Ogni foglio passato in diretta al giornalista televisivo, ogni passaggio di esperto o ogni dichiarazione del premier in tv, potrebbe essere l’inizio di un incubo che nella psiche collettiva nipponica è radicato a Hiroshima e Nagasaki, in fughe di isotopi temibili ma finora circoscritte. Ogni volta la realtà è tornata ad essere rassicurante. Un poco come succede per le catastrofi su celluloide. Non a caso, la paura delle radiazioni è stata tenuta a bada nel Paese del Sol Levante con una specifica produzione cinematografica che ha raggiunto livelli di inverosimiglianza sempre più alti... fino al’11 marzo, quando la realtà ha superato ogni immaginazione.

Da ieri la megalopoli, abituata a vivere la sua notte con ostentazione, ha abbassato le luci, ha toni più sommessi, ma non sembra più credere che alla fine anche questo sia un film, che alla fine la normalità sia la sua dimensione più vera. Da venerdì scorso il Giappone, la superpotenza che aspirava al primato mondiale, ha scoperto una fragilità nuova che anche le ombre, più profonde, di Tokyo non riescono a nascondere.

Stefano Vecchia

 

 

 

15 marzo 2011

TERRORE NUCLEARE

"C'è il rischio plutonio"

"C’è un rischio che non è stato ancora appieno valutato. Uno dei tre reattori della centrale 1 di Fukushima è alimentato con Mixed Oxide Fuel, ovvero uranio e plutonio, quest’ultimo elemento rende di più ma è anche molto più inquinante e pericoloso. C’è davvero da augurarsi che non fonda quel nucleo". Maurizio Martellini, docente di fisica teorica all’Università dell’Insubria e segretario generale del Landau Network-Centro Volta, salta da una riunione all’altra. Come esperto di nucleare è interpellato di continuo da istituzioni e media.

Professore, che cosa succede alla fusione del nucleo di una centrale?

In ogni reattore vi sono decine di migliaia di barre di combustibile fissile. In una camicia di zirconio sono incapsulate pillole di uranio. Quando si superano i duemila gradi per problemi al raffreddamento, lo zirconio comincia a sciogliersi, con conseguente dispersione di scorie e altro materiale radioattivo. Le conseguenze variano secondo la portata dell’incidente, fusione parziale o totale. A Fukushima si tratta comunque di una situazione seria.

Che cosa è stato fatto e che cosa si può fare ora?

La società che gestisce l’impianto mi pare abbia compreso subito la gravità della situazione nei tre reattori attivi al momento del sisma. Lo si capisce da un dato: si è usata acqua di mare per il raffreddamento d’emergenza, ben sapendo che essa danneggerà in modo irreparabile i reattori, che costano circa 10-12 miliardi di dollari l’uno. E il loro smantellamento può avere un prezzo tre volte più alto. Adesso bisogna raffreddare gli altri reattori, in particolare quello a plutonio.

Quali possono essere le conseguenze per la popolazione?

Per ora il livello di radioattività è basso. La zona di evacuazione a 20 chilometri mette al sicuro gli abitanti. Certo, la fusione porterebbe a una fuoriuscita maggiore e quindi a una diffusione di sostanze cancerogene, tra le quali il plutonio è la più insidiosa. I venti spirano verso Usa e Canada, un’ipotetica nube si dirigerebbe in tre/quattro giorni verso quei Paesi.

Era un evento prevedibile quello che ha messo in ginocchio la centrale considerata sicurissima?

La probabilità di un terremoto così forte seguito dallo tsunami era bassissima. Inoltre, nessun artefatto può resistere davvero a un’onda di quel tipo. D’altra parte bisogna costruire vicino al mare o a fonti idriche. Per quanto riguarda la sicurezza, si tratta comunque di un problema di costi-benefici.

Ci sarà un ripensamento sul nucleare in Giappone?

Penso di sì. Mi azzardo a dire che una decina di centrali verranno spente e chiuse. E questo provocherà, inevitabilmente, uno choc energetico. Il Giappone, che dall’atomo trae oltre il 30 per cento della propria energia, aumenterà le importazioni di idrocarburi; l’accresciuta domanda, insieme con la crisi libica, farà salire il prezzo del petrolio a nuovi record, forse 130 dollari al barile.

E negli altri Paesi che sono già sulla strada del nucleare cosa accadrà?

Va considerato che gli stessi Stati Uniti non costruiscono centrali da decenni. I costi per garantire la sicurezza sono diventati altissimi. E Washington ha deciso di puntare sul petrolio estratto dalle rocce e dalle sabbie. Altri Paesi diventeranno molto più cauti. Il nucleare ha, in genere, rischi molto bassi, ma quando accade un incidente le conseguenze possono essere molto pesanti.

Andrea Lavazza

 

 

 

15 marzo 2011

IL DILEMMA ENERGIA

Nucleare, l'Europa adesso si interroga

Se l’Europa si interroga sul futuro dell’energia atomica, l’Italia tira dritto. Il rischio di una catastrofe nucleare in Giappone spinge i governi europei a una riflessione. La Germania decide di chiudere gli impianti più vecchi e accorciare la vita degli altri. Lo stesso fa il Belgio, mentre Francia e Gran Bretagna si dicono pronte a trarre utili insegnamenti. La Svizzera frena sui progetti. E mentre a Bruxelles non si esclude la presa di misure europee di emergenza, il governo italiano ribadisce la volontà di proseguire col programma nucleare: "La linea non cambia", dice senza esitazioni il ministro dell’Ambiente Prestigiacomo, tra le proteste dell’opposizione. Dubbi che circolano anche nel centrodestra, visto il "no grazie" del sindaco Alemanno e della governatrice Polverini all’ipotesi di centrali nel Lazio.

Alla frenata della Germania si accoda anche il Belgio: "Quello che è accaduto influenzerà la nostra riflessione sul prolungamento dell’uso delle centrali", ammette il ministro degli interni Annemie Turtelboom. Il ministro austriaco dell’Ambiente Nikolaus Berlakovich propone uno "stress-test" per verificare la resistenza delle centrali europee al consiglio dei ministri dell’ambiente della Ue. Il premier britannico David Cameron dice che "se ci sono lezioni da imparare, le impareremo". Analoga la posizione della Francia, da sempre nuclearista convinta: "Trarremo gli insegnamenti utili". Di possibili "misure di emergenza e sicurezza" a livello europeo si parlerà comunque oggi a Bruxelles nella riunione dei 27 rappresentanti europei delle autorità sul nucleare. Anche la Svizzera, che ha cinque impianti, vuole una pausa di riflessione. Berna decide di sospendere le tre procedure sulle domande di autorizzazione per nuove centrali.

L’Italia non sembra avere dubbi. La linea sul nucleare "non cambia", dice Stefania Prestigiacomo. Il ministro dell’Ambiente definisce "sciacallaggio politico a fini domestici" la posizione degli antinuclearisti: "Il dibattito si deve svolgere in serenità, non condizionati da qualcosa che neppure sappiamo, perché le informazioni che arrivano dal Giappone non sono certificate". L’allarme giapponese "ha riaperto il dibattito nel modo come sempre sbagliato – dichiara Frattini – e l’Italia non ha mai immaginato di fare una centrale in zona sismica". "Il governo andrà avanti – taglia corto Brunetta – perché non si può decidere uno stop in base ad eventi ancora confusi". E la decisione tedesca? "C’è molta ipocrisia". Dove mettere le nuove centrali? "Non può esserci a priori un sito vietato – ragiona il trevigiano Sacconi – vedremo se in Veneto ci sarà una procedibilità che allo stato non sembra esserci". Il sindaco di Roma Alemanno ricorda di aver già detto col governatore Polverini "la volontà di non avere centrali nel Lazio che ha la sua autosufficienza energetica".

E l’opposizione? Casini dice di "non avere cambiato idea dopo il Giappone. Non cavalchiamo le paure, niente di per sé è sicuro". Fini invita a non decidere sull’emozione perché gli impianti previsti da noi "sono molto più sicuri". Mentre il segretario de La Destra, Storace invita a "riflettere seriamente". Compatto il centrosinitra. "Siamo e saremo contro il piano nucleare", ribadisce Bersani. "Investire 30 miliardi pubblici per il 4% di di energia tra 20 anni non ha senso", ragiona la Bonino. "Un paese sismico come il nostro dovrebbe affrontare spese molto superiori", dice Rutelli. "Il nucleare sicuro non esiste, il governo si fermi o ci penseranno i referendum", taglia corto Di Pietro.

Luca Liverani

 

 

 

2011-03-14

14 marzo 2011

GIAPPONE

Fukushima: barre uranio

scoperte in 3 reattori

Due esplosioni provocate da fughe di idrogeno si sono verificate nella centrale nucleare di Fukushima, nel nord del Giappone, danneggiata dal potente terremoto di venerdì scorso. Dopo le esplosioni, ha affermato la società che gestisce l' impianto, la Tepco, sette persone sono date per disperse, tra cui sei soldati delle Forze di Autodifesa, l'esercito giapponese. Sono undici le persone rimaste ferite nelle esplosioni che si sono verificate in uno dei reattori della centrale nucleare giapponese di Fukushima, afferma l'agenzia Kyodo, precisando che si tratta di operai dell'impianto e di soldati della Forza di autodifesa, l'esercito giapponese.

Intanto, una scossa di assestamento più forte delle altre, del 6.2, con epicentro a un centinaio di chilometri da Tokyo, ha scosso di nuovo la capitale. Un nuovo allarme tsunami nel nordest è poi fortunatamente rientrato. Le esplosioni a Fukushima si sono verificate nel reattore n.3 e sono state molto simili a quella che si era verificata in precedenza in un altro dei reattori della centrale, il n.1. Le autorità affermano che le possibilità di una grossa fuga di gas radioattivo dalla centrale sono attualmente "molto basse".

L'Aiea, l'agenzia dell'Onu per l'energia nucleare, ha fatto sapere di essere stata informata dalle autorità giapponesi che la gabbia di contenimento del reattore n.3 nella centrale di Fukushima non è stato danneggiato nell'ultima esplosione. Lo riferisce la Bbc sul suo sito.

In mattinata un brivido è stato causato dall'annuncio di un nuovo allarme per l' imminente arrivo di un secondo tsunami, con onde altre tre metri, sulla costa nordorientale dell' isola, dove oggi i soccorritori hanno trovato circa 2mila cadaveri. Il bilancio ufficiale della polizia parla di 5 mila morti e migliaia di dispersi. L' allarme tsunami è rientrato quando l' Agenzia metereologica giapponese ha affermato che era stato rilevato alcun terremoto sottomarino.

Il razionamento dell' energia nella regione di Kento, che comprende Tokyo, è stato rinviato a causa di un consumo di energia più basso del previsto. Gran parte dei cittadini sembrano essersi recati al lavoro e le strade hanno il loro aspetto normale se si escludono molti negozi chiusi e insoliti vuoti sugli scaffali dei supermercati.

Le barre di combustibile nucleare nel reattore n.2 della centrale di Fukushima n. 1 sono totalmente esposte. Lo ha annunciato la societa' che gestisce l'impianto, la Tepco, secondo quanto riportato dall'agenzia Kyodo news. A questo punto, il rischio di fusione delle barre di combustibile non puo' essere escluso.

AIEA, 140MILA EVACUATI DA AREA FUKUSHIMA

Sono circa 140mila le persone evacuate dall'area in cui sorgono Fukushima 1 e Fukushima 2, le due centrali nucleari rimaste danneggiate dal violento sisma che ha colpito il Giappone. Lo ha reso noto l'Aiea, l'Agenzia dell'Onu per l'energia nucleare, in un comunicato diffuso dalla sua sede di Vienna dopo avere ricevuto informazioni direttamente dalle autorità nipponiche. Secondo l'Aiea, dall'area di Fukushima 1 sono state allontanate 110mila persone che si trovavano all'interno di un raggio di 20 chilometri dall'impianto. Dall'area attorno alla seconda centrale sono state fatte evacuare 30 mila persone. La procedura, secondo l'Aiea, è stata completata.

Intanto è stato decretato lo stato d'emergenza in una seconda centrale nucleare in Giappone, colpita dal devastante terremoto di venerdì. Lo ha reso noto l'Aiea (Agenzia internazionale dell'energia atomica). "Le autorità giapponesi - scrive un comunicato dell'agenzia dell'Onu, che ha sede a Vienna - hanno informato l'Aiea che il primo (cioé il più basso) stato d'allerta è stato deciso nella centrale di Onagawa dalla Tohoku Electric Power Company". Secondo le autorità giapponesi, riferisce l'Aiea, i tre reattori del sito nucleare di Onagawa "sono sotto controllo" e "l'allerta è stato dichiarato per il fatto che i livelli della radioattività registrati sono superiori ai livelli autorizzati nell'area vicino alla centrale. Le autorità giapponesi stanno tentando di stabilire l'origine delle radiazioni".

L'uscita di fumo è stata anche segnalata da un'altra centrale nucleare della prefettura di Miyagi. Lo riferisce la tv pubblica, la Nhk.

Barre scoperte. Il reattore n.2 della centrale nucleare di Tokai, 120 chilometri a nord di Tokyo, è in funzione secondo la Japan Atomic Power, che gestisce l'impianto. La Jpa ha precisato che due dei tre generatori usati per il raffreddamento sono in avaria ma che il terzo e' in funzione. Il reattore si e' spento automaticamente venerdi' scorso dopo il terremoto e il devastante tsunami che ne e' seguito.

GOVERNO, PROBLEMA REATTORE RESTA GRAVE

"Stiamo verificando lo stato delle barre del combustibile del reattore n.3". Lo ha detto il portavoce del governo, Yukio Edano, precisando che "l'acqua nel reattore tende a non salire. La situazione resta critica".

"È il momento più difficile dalla fine della Seconda guerra mondiale: chiedo a tutti la massima unità". È l'appello lanciato dal premier giapponese Naoto Kan, parlando alla Nazione. "Non ci sarà un'altra Chernobyl", ha affermato Kan. "Le radiazioni sono state rilasciate in aria, ma non ci sono rilevazioni che ci dicano che ciò sia avvenuto in grande misura", ha detto Kan, in relazione ai gravi problemi della centrale di Fukushima 1, citato dall'agenzia Jiji. "Questa è una situazione fondamentalmente diversa dall' incidente di Cernobyl. Stiamo lavorando per evitare i danni causati dalla diffusione delle radizioni".

AMBASCIATA FRANCIA INVITA A LASCIARE TOKYO

L'ambasciata di Francia a Tokyo invita i propri cittadini a lasciare Tokyo e la sua regione, per i rischi collegati al terremoto, incluso "il rischio di contaminazione". L'ambasciata di Francia ha raccomandato ai suoi cittadini di lasciare Tokyo e la regione del Kanto, l'area metropolitana, a causa del rischio di altri terremoti e l'incertezza circa la situazione dei danni agli impianti nucleari. "Sembra ragionevole consigliare a coloro che non hanno un particolare motivo per rimanere nella regione di Tokyo, a lasciare la regione del Kanto per un paio di giorni", si legge in una nota sul web della rappresentanza diplomatica in Giappone, che può essere letto con difficoltà a causa dell'eccessivo numero di contatti. "Consigliamo caldamente ai nostri cittadini - si può leggere ancora - di non recarsi in Giappone e si consiglia vivamente di ritardare un viaggio previsto". Quanto alle ipotesi sullo scenario nucleare, "forse l'esplosione di un reattore ha causato il rilascio di gas radioattivo che potrebbe raggiungere Tokyo in poche ore, a seconda della velocità e direzione del vento. Il rischio è quello della contaminazione. Il periodo critico è di tre o quattro giorni a venire".

L'allarme sulla tenuta del reattore n.3 della centrale nucleare di Fukushima, in aggiunta a quello sul reattore n.1, sta spingendo molti stranieri a pianificare la partenza da Tokyo e dalle aree limitrofe. "Non siamo al panico, ma c'é molta apprensione", spiega un manager di una multinazionale. Secondo altre fonti, sono migliaia le prenotazioni aeree già fatte, "almeno per i bambini, approfittando della pausa scolastica".

STIMATI OLTRE 10MILA MORTI A MIYAGI

Sono più di 10mila i morti stimati nella prefettura di Miyagi, una delle più colpite dal terremoto-tsunami di venerdì. Lo riferisce la tv pubblica, la Nhk, citando fonti della polizia. "Non ho alcun dubbio", ha detto Naoto Takeuchi, capo della polizia della prefettura di Miyagi, nel resoconto della Nhk, in relazione alla stima catastrofica. Il capoluogo Sendai, infatti, è stato devastato dall'onda anomala di oltre 10 metri di altezza e centinaia di corpi sono stati rinvenuti lungo le coste della prefettura. Il bilancio ufficiale, tuttavia, parla di poco più di 800 vittime, che fanno di Miyagi la prefettura più colpita.

BORSA TOKYO CHIUDE A -6,18%

La Borsa di Tokyo chiude gli scambi in picchiata (-6,18%), alla ripresa delle contrattazioni dopo il sisma di venerdì scorso: il Nikkei cede 633,94 punti, a quota 9.620,49.

 

 

 

14 marzo 2011

GIAPPONE

Fukushima, esplosioni

nella centrale nucleare

Due esplosioni provocate da fughe di idrogeno si sono verificate nella centrale nucleare di Fukushima, nel nord del Giappone, danneggiata dal potente terremoto di venerdì scorso. Dopo le esplosioni, ha affermato la società che gestisce l' impianto, la Tepco, sette persone sono date per disperse, tra cui sei soldati delle Forze di Autodifesa, l'esercito giapponese. Sono undici le persone rimaste ferite nelle esplosioni che si sono verificate in uno dei reattori della centrale nucleare giapponese di Fukushima, afferma l'agenzia Kyodo, precisando che si tratta di operai dell'impianto e di soldati della Forza di autodifesa, l'esercito giapponese.

Intanto, una scossa di assestamento più forte delle altre, del 6.2, con epicentro a un centinaio di chilometri da Tokyo, ha scosso di nuovo la capitale. Un nuovo allarme tsunami nel nordest è poi fortunatamente rientrato. Le esplosioni a Fukushima si sono verificate nel reattore n.3 e sono state molto simili a quella che si era verificata in precedenza in un altro dei reattori della centrale, il n.1. Le autorità affermano che le possibilità di una grossa fuga di gas radioattivo dalla centrale sono attualmente "molto basse".

L'Aiea, l'agenzia dell'Onu per l'energia nucleare, ha fatto sapere di essere stata informata dalle autorità giapponesi che la gabbia di contenimento del reattore n.3 nella centrale di Fukushima non è stato danneggiato nell'ultima esplosione. Lo riferisce la Bbc sul suo sito.

In mattinata un brivido è stato causato dall'annuncio di un nuovo allarme per l' imminente arrivo di un secondo tsunami, con onde altre tre metri, sulla costa nordorientale dell' isola, dove oggi i soccorritori hanno trovato circa 2mila cadaveri. Il bilancio ufficiale della polizia parla di 1.700 morti e di altrettanti dispersi. L' allarme tsunami è rientrato quando l' Agenzia metereologica giapponese ha affermato che era stato rilevato alcun terremoto sottomarino.

Il razionamento dell' energia nella regione di Kento, che comprende Tokyo, è stato rinviato a causa di un consumo di energia più basso del previsto. Gran parte dei cittadini sembrano essersi recati al lavoro e le strade hanno il loro aspetto normale se si escludono molti negozi chiusi e insoliti vuoti sugli scaffali dei supermercati.

AIEA, 140MILA EVACUATI DA AREA FUKUSHIMA

Sono circa 140mila le persone evacuate dall'area in cui sorgono Fukushima 1 e Fukushima 2, le due centrali nucleari rimaste danneggiate dal violento sisma che ha colpito il Giappone. Lo ha reso noto l'Aiea, l'Agenzia dell'Onu per l'energia nucleare, in un comunicato diffuso dalla sua sede di Vienna dopo avere ricevuto informazioni direttamente dalle autorità nipponiche. Secondo l'Aiea, dall'area di Fukushima 1 sono state allontanate 110mila persone che si trovavano all'interno di un raggio di 20 chilometri dall'impianto. Dall'area attorno alla seconda centrale sono state fatte evacuare 30 mila persone. La procedura, secondo l'Aiea, è stata completata.

Intanto è stato decretato lo stato d'emergenza in una seconda centrale nucleare in Giappone, colpita dal devastante terremoto di venerdì. Lo ha reso noto l'Aiea (Agenzia internazionale dell'energia atomica). "Le autorità giapponesi - scrive un comunicato dell'agenzia dell'Onu, che ha sede a Vienna - hanno informato l'Aiea che il primo (cioé il più basso) stato d'allerta è stato deciso nella centrale di Onagawa dalla Tohoku Electric Power Company". Secondo le autorità giapponesi, riferisce l'Aiea, i tre reattori del sito nucleare di Onagawa "sono sotto controllo" e "l'allerta è stato dichiarato per il fatto che i livelli della radioattività registrati sono superiori ai livelli autorizzati nell'area vicino alla centrale. Le autorità giapponesi stanno tentando di stabilire l'origine delle radiazioni".

L'uscita di fumo è stata anche segnalata da un'altra centrale nucleare della prefettura di Miyagi. Lo riferisce la tv pubblica, la Nhk.

Il reattore n.2 della centrale nucleare di Tokai, 120 chilometri a nord di Tokyo, e' in funzione secondo la Japan Atomic Power, che gestisce l'impianto. La Jpa ha precisato che due dei tre generatori usati per il raffreddamento sono in avaria ma che il terzo e' in funzione. Il reattore si e' spento automaticamente venerdi' scorso dopo il terremoto e il devastante tsunami che ne e' seguito.

GOVERNO, PROBLEMA REATTORE RESTA GRAVE

"Stiamo verificando lo stato delle barre del combustibile del reattore n.3". Lo ha detto il portavoce del governo, Yukio Edano, precisando che "l'acqua nel reattore tende a non salire. La situazione resta critica".

"È il momento più difficile dalla fine della Seconda guerra mondiale: chiedo a tutti la massima unità". È l'appello lanciato dal premier giapponese Naoto Kan, parlando alla Nazione. "Non ci sarà un'altra Chernobyl", ha affermato Kan. "Le radiazioni sono state rilasciate in aria, ma non ci sono rilevazioni che ci dicano che ciò sia avvenuto in grande misura", ha detto Kan, in relazione ai gravi problemi della centrale di Fukushima 1, citato dall'agenzia Jiji. "Questa è una situazione fondamentalmente diversa dall' incidente di Cernobyl. Stiamo lavorando per evitare i danni causati dalla diffusione delle radizioni".

AMBASCIATA FRANCIA INVITA A LASCIARE TOKYO

L'ambasciata di Francia a Tokyo invita i propri cittadini a lasciare Tokyo e la sua regione, per i rischi collegati al terremoto, incluso "il rischio di contaminazione". L'ambasciata di Francia ha raccomandato ai suoi cittadini di lasciare Tokyo e la regione del Kanto, l'area metropolitana, a causa del rischio di altri terremoti e l'incertezza circa la situazione dei danni agli impianti nucleari. "Sembra ragionevole consigliare a coloro che non hanno un particolare motivo per rimanere nella regione di Tokyo, a lasciare la regione del Kanto per un paio di giorni", si legge in una nota sul web della rappresentanza diplomatica in Giappone, che può essere letto con difficoltà a causa dell'eccessivo numero di contatti. "Consigliamo caldamente ai nostri cittadini - si può leggere ancora - di non recarsi in Giappone e si consiglia vivamente di ritardare un viaggio previsto". Quanto alle ipotesi sullo scenario nucleare, "forse l'esplosione di un reattore ha causato il rilascio di gas radioattivo che potrebbe raggiungere Tokyo in poche ore, a seconda della velocità e direzione del vento. Il rischio è quello della contaminazione. Il periodo critico è di tre o quattro giorni a venire".

L'allarme sulla tenuta del reattore n.3 della centrale nucleare di Fukushima, in aggiunta a quello sul reattore n.1, sta spingendo molti stranieri a pianificare la partenza da Tokyo e dalle aree limitrofe. "Non siamo al panico, ma c'é molta apprensione", spiega un manager di una multinazionale. Secondo altre fonti, sono migliaia le prenotazioni aeree già fatte, "almeno per i bambini, approfittando della pausa scolastica".

STIMATI OLTRE 10MILA MORTI A MIYAGI

Sono più di 10mila i morti stimati nella prefettura di Miyagi, una delle più colpite dal terremoto-tsunami di venerdì. Lo riferisce la tv pubblica, la Nhk, citando fonti della polizia. "Non ho alcun dubbio", ha detto Naoto Takeuchi, capo della polizia della prefettura di Miyagi, nel resoconto della Nhk, in relazione alla stima catastrofica. Il capoluogo Sendai, infatti, è stato devastato dall'onda anomala di oltre 10 metri di altezza e centinaia di corpi sono stati rinvenuti lungo le coste della prefettura. Il bilancio ufficiale, tuttavia, parla di poco più di 800 vittime, che fanno di Miyagi la prefettura più colpita.

BORSA TOKYO CHIUDE A -6,18%

La Borsa di Tokyo chiude gli scambi in picchiata (-6,18%), alla ripresa delle contrattazioni dopo il sisma di venerdì scorso: il Nikkei cede 633,94 punti, a quota 9.620,49.

 

14 marzo 2011

ROMA

Il Papa all'Angelus: prego per il Giappone

"Le immagini del tragico terremoto e del conseguente tsunami in Giappone ci hanno lasciato tutti fortemente impressionati". Lo ha detto, ieri mattina, Benedetto XVI, dopo l’Angelus, facendo riferimento al dramma che sta vivendo in queste ore il Giappone. "Desidero rinnovare la mia spirituale vicinanza alle care popolazioni di quel Paese – ha dichiarato -, che con dignità e coraggio stanno facendo fronte alle conseguenze di tali calamità". "Prego – ha aggiunto il Papa - per le vittime e per i loro familiari, e per tutti coloro che soffrono a causa di questi tremendi eventi. Incoraggio quanti, con encomiabile prontezza, si stanno impegnando per portare aiuto. Rimaniamo uniti nella preghiera. Il Signore ci è vicino!".

 

 

13 marzo 2011

IL TESTIMONE

"Una tragedia immane e incredibile

La gente riesce a dare il meglio di sé"

Haruka Arai è un giornalista freelance che lavora per il Kahoku Shimpo, il giornale locale di Sendai. La sua testimonianza racconta della difficoltà con cui i soccorsi sono potuti intervenire per prestare aiuto alle vittime del terribile tsunami.

Come è la situazione a Sendai, descritto da tutti come l’epicentro del dramma giapponese?

È ancora confusa. La popolazione sta cercando di scrollarsi di dosso la paura e lo choc. Le autorità hanno chiesto ai commercianti che hanno la possibilità di tenere aperti i loro negozi, ma sono pochi coloro che lo fanno. Tutto ciò che poteva essere utile è stato acquistato.

I soccorsi sono stati tempestivi ed organizzati?

Nel limite del possibile. Tutte le strade e le ferrovie erano bloccate; l’aeroporto è stato chiuso perché lo tsunami ha raggiunto anche le piste rendendolo impraticabile. Solo stamattina sono giunti le prime squadre organizzate. I primi ad intervenire sono stati i volontari, le squadre di soccorso del comune e della prefettura e i militari.

Come si sono organizzati i cittadini?

Quando si è di fronte ad una emergenza e ad una catastrofe umanitaria di queste proporzioni, è sorprendente come la gente cerca di dare il meglio di se stessa. Non ho mai visto tanta solidarietà come in queste ore. Ci si scambia i vestiti, si condividono i cibi, l’acqua, soprattutto si parla. Si parla tanto, forse per scacciare i pensieri, i ricordi, ciò che si è vissuto.

I centri di accoglienza funzionano?

Il Comune e la prefettura hanno subito messo in moto le procedure di emergenza, permettendo a migliaia di cittadini di dormire al coperto e di avere un pasto caldo. Stamattina hanno distribuito i contenitori per raccogliere l’acqua ed alcuni generatori.

C’è qualcosa che avrebbe dovuto o potuto essere stato fatto con più criterio?

L’organizzazione non è stata impeccabile: i soccorsi hanno impiegato parecchio tempo a giungere e le disposizioni non erano chiare. La corrente elettrica ha cominciato a funzionare solo stamattina e non in tutta la città, ma il terremoto e lo tsunami che hanno colpito la città sono eventi che nessuno si aspettava potessero accadere con tanta violenza.

Che cosa vi manca maggiormente?

Personalmente le notizie. Siamo isolati, le linee telefoniche sono ancora intasate, internet non funziona. Abbiamo saputo solo poche ore fa dei problemi che si stanno verificando alla centrale nucleare di Fukushima. Non sappiamo cosa sia accaduto al resto del Paese e cosa sta accadendo nella nostra stessa città. È un paradosso, ma voi, che siete a migliaia di chilometri di distanza, sapete meglio di noi cosa è accaduto. Altri invece si lamentano per il freddo, per la mancanza di acqua, di servizi igienici.

Piergiorgio Pescali

 

 

 

 

2011-03-12

12 marzo 2011

IL SISMA E LO TSUNAMI

Migliaia di vittime in Giappone

Incubo nucleare, 3 contaminati

Al terremoto di magnitudo 8,9 e allo tsunami che hanno travolto venerdì il Giappone si è aggiunta anche l'esplosione che si è verificata sabato alla centrale nucleare di Fukushima, della Tokyo Electric Power, dove sono rimasti feriti quattro operai. Continuano a rincorrersi i numeri del bilancio dei morti per il disastro naturale. L'agenzia Kyodo News ha parlato di 1.700 persone che hanno perso la vita e di 50 mila evacuati. Intanto circa 10.000 persone risultano disperse nella città portuale di Minamisanriku, nella prefettura di Miyagi.

Il primo ministro giapponese Naoto Kan ha parlato di "un disastro nazionale senza precedenti" invitando la popolazione a "stare traquilla e seguire le indicazioni che vengono date. Siamo consapevoli che ce la faremo anche questa volta. Bisogna mantenere la calma e seguire le indicazioni che vengono diffuse dai mass media". Il premier ha spiegato di aver "ricevuto telefonate di aiuto da tutto il mondo, a partire da Obama".

"Veramente - ha aggiunto - c'è stata una grande partecipazione di tutti i paesi del mondo e questo per noi è di grande aiuto. Innanzitutto pensiamo a salvare delle vite e contemporameante procediamo con l'evacuazione". Poi, ha concluso, "penseremo alla messa in sicurezza di altri edifici e a una fase successiva di rinascita".

Per far fronte al disastro sono iniziati i piani di soccorsi. Il Giappone ha mobilitato 50.000 militari e personale di soccorso avviando così un piano di salvataggio e di recupero. Le forze della Difesa hanno messo in campo centinaia di navi, aeromobili e veicoli diretti verso la zona della costa del Pacifico dove almeno 1.000 persone sono morte e interi quartieri sono stati spazzati via dallo tsunami. Aiuti anche da parte della comunità internazionale. Gli Stati Uniti, con quasi 50.000 soldati di stanza in Giappone, ha ordinato a una flotta, tra cui due portaerei, di fornire aiuti.

La Commissione Europea, su richiesta del Giappone, ha attivato il Meccanismo europeo di Protezione Civile per fornire assistenza. In particolare, il Giappone ha chiesto squadre di ricerca e di soccorso e cani per le operazioni di ricerca. Sono infatti 10 mila le persone disperse dopo il terremoto e lo tsunami. "Siamo pronti ad aiutare in qualsiasi modo possibile in caso di necessità - ha sottolineato in un messaggio il presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso - Siamo profondamente preoccupati per le notizie del devastante terremoto che ha colpito il Giappone causando un certo numero di morti e gravi danni materiali". L'Unione europea, aggiunge Barroso, "esprime la sua solidarietà e cordoglio per il popolo e il governo del Giappone e per le famiglie delle vittime in questo momento difficile".

Per quanto riguarda l'esplosione nella centrale nucleare di Fukushima, il governo ha dichiarato l'emergenza atomica e stabilito che i dieci milioni di persone che vivono in un raggio di 20 chilometri dal primo reattore dovrebbero lasciare la zona. La Tepco, l'azienda giapponese che gestisce l'impianto, ha riferito che non c'è stato nessun danno al contenitore del reattore uno nella centrale, secondo quanto riportato dal capo del gabinetto del governo giapponese Yukio Edano. Inoltre, ha aggiunto Edano, i livelli di radiazione vicini all'impianto di Fukushima sono nettamente diminuite dopo l'esplosione. Edano ha inoltre annunciato che: "Abbiamo deciso di raffreddare il contenitore del reattore con l'acqua di mare, in modo da ridurre i rischi più rapidamente possibile".

Almeno tre delle persone evacuate vicino alla centrale nucleare di Fukushima risultano contaminate da radiazioni. I tre sono stati scelti a caso per essere esaminati tra 90 pazienti di un ospedale nella città di Futaba-machi a circa 5 km dalla centrale nucleare, segnala la televisione pubblica Nhk. I pazienti avevano aspettato i soccorsi, dopo il terremoto e lo tsunami che ha colpito ieri il Giappone, su un terreno vicino ad una scuola, passando molto tempo all'esterno, per poi essere trasferiti in elicottero quando l'esplosione ha colpito la centrale.

L'agenzia per la sicurezza nucleare del Giappone ha valutato l'incidente che si è verificato nella centrale nucleare giapponese di Fukushima, al livello 4 su una scala da 0 a 7. Sulla scala internazionale per un evento nucleare, un incidente di livello 4 indica un incidente del reattore nucleare "con conseguenze locali". L'incidente di Three Mile Island nel 1979 negli Stati Uniti è stato valutato cinque, mentre il disastro di Chernobyl del 1986 è stato valutato 7.

 

 

12 marzo 2011

L'invincibile forza della natura e la necessaria prevenzione

Lezioni giapponesi

Due immagini. Due protagonisti. L’uomo, con la sua capacità, e la natura, con la sua forza. Il terremoto giapponese di ieri ci ricorda, proprio attraverso le immagini, questo millenario rapporto. Da un lato i grattacieli che ondeggiano sotto le mazzate del sisma, tremano, scricchiolano, ma reggono l’urto. All’interno cadono scaffali, volano pratiche, si rovesciano i computer, ma muri e soffitti non fanno una piega.

E così i giapponesi. Ecco un’altra immagine. Non si scappa disordinatamente. Anzi spesso neanche si scappa. Niente panico. Tutti sanno come comportarsi. Qualcuno ha addirittura pronto il caschetto da mettere in testa. Non si sa mai... C’è abitudine, c’è soprattutto preparazione. I giapponesi sanno di vivere in un Paese altamente sismico e hanno imparato a conviverci. Case solide e comportamenti adeguati.

È prevenzione, l’unica arma contro le scosse sismiche, visto che per la previsione siamo ancora molto lontani dal raggiungere risultati seri e concreti. Non è il terremoto che uccide, ma la casa che ci cade addosso, lo abbiamo scritto più volte e anche questa volta è tremendamente vero. Si muore, come è successo a L’Aquila, per scosse 30mila volte inferiori, come energia prodotta, di quelle di ieri in Giappone: 5,9 contro 8.9 di magnitudo. Si muore sotto una casa dello studente non adeguata. Si muore sotto scuole fatte male, come per i 27 bambini di San Giuliano di Puglia.

Eppure anche l’Italia è un Paese ad altissima sismicità, ma ce lo si dimentica troppo spesso. Lo si vuole dimenticare, quasi lo si esorcizza, "tanto a noi non toccherà...". Per poi magari, dopo, prendersela con chi non ha avvertito per tempo. Invece di pensare "prima o poi ci toccherà...".

E prepararsi di conseguenza. Così si costruisce male, in maniera non antisismica e, soprattutto, non si mette in sicurezza il nostro patrimonio edilizio, spesso risalente a tecniche costruttive certamente non a prova di terremoto, vecchie, in particolare nelle regioni del Sud, proprio quelle maggiormente a rischio.

Manca una cultura del terremoto, quella che hanno i giapponesi ma anche i cileni e, infatti, non è un caso che l’altrettanto terribile sisma del 27 febbraio 2010 (8.8 di magnitudo) abbia avuto conseguenze, pur se tragiche, abbastanza contenute. Paesi che prendono molto sul serio il rischio sismico, che si preparano, fin da piccoli. Nelle scuole e poi negli uffici. Prevenzione ed esercitazione. Non allontanerà totalmente la paura ma aiuta ad affrontarla.

Ma poi c’è l’altra immagine, quella dell’onda che spazza coste e entroterra. Muraglia d’acqua che nulla può fermare. Non ci riuscirono nei poveri villaggi indonesiani nel 2004, non ci sono riusciti nelle pur preparate città giapponesi. Forse troppo preparate, troppo certe di poter affrontare anche questa emergenza che porta proprio un nome giapponese, tsunami. L’orgoglio umano di fronte alla forza della natura. Le certezze che si sgretolano, prima dei grattacieli. Così probabilmente conteremo migliaia di morti, annegati tra palazzi che hanno retto alle scosse.

Ma se fosse accaduto da noi, magari sulle coste calabresi o siciliane dello Stretto di Messina che già nel 1908 furono colpite da un terremoto e da vari tsunami che provocarono più di 90mila morti? Quanti lutti dovremmo contare? Proprio quanto accaduto ieri nel pur preparatissimo Giappone dovrebbe spingerci ulteriormente sulla strada della prevenzione, imparando a convivere col rischio. I sismologi lo dicono da tempo che la più grande opera pubblica sarebbe mettere in sicurezza scuole, case, ospedali e uffici. Soldi spesi bene. Basteranno? Intanto spendiamoli.

Antonio Maria Mira

 

 

12 marzo 2011

GIAPPONE IN GINOCCHIO

"Come in guerra, sotto le bombe"

I racconti della tragedia

Le immagini trasmesse dalla NHK, il principale network giapponese, sono impressionanti. Lo tsunami penetra per chilometri nella terraferma ingoiando tutto ciò che trova sul suo percorso. Negli edifici i mobili oscillano come fuscelli e dalle città si levano nuvole di fumo che si sprigionano dagli incendi delle tubature del gas. I morti si contano già a centinaia e migliaia sono i dispersi ed i feriti. Nelle città della costa orientale dell’isola di Honshu i supermercati e i grandi magazzini sono chiusi ed i pochi negozi di alimentari aperti sono stati letteralmente presi d’assalto da una popolazione che cercava di accaparrarsi viveri, acqua e batterie.

"Appena terminata la scossa, sono corsa al supermercato più vicino, ma era già chiuso – dice Ayako Zushi, di Kawasaki –. Ho girato diversi centri commerciali prima di riuscire a trovare un negozio aperto. Ho comprato il poco che era rimasto". Con le tubature idriche rotte, il gas non più erogato e interi quartieri privi di elettricità, è indispensabile avere una scorta di acqua e viveri sufficiente per diversi giorni. Per sopperire alla mancanza di corrente, le torce e le batterie sono diventate le uniche fonti di energia nelle case buie e fredde.

L’arresto dei treni e delle linee metropolitane ha impedito a migliaia di madri e padri di tornare a casa in tempo per riprendere i loro figli negli asili e nelle scuole. A Tokyo c’è stato un assalto ai negozi di biciclette, moltissimi sono ricorsi alle due ruote per raggiungere le proprie abitazioni. "Sono bloccata in città e non posso rientrare dai miei", lamenta al telefonino Kaoru Tsukino, impiegata alla Sony e madre di due bambini. Anche suo marito Masanori, tecnico della Toshiba, dovrà dormire in ufficio. "Abbiamo telefonato alle scuole dei nostri figli; stanotte le maestre si fermeranno per prendersi cura di loro", spiega Kaoru prima di chiudere la conversazione per risparmiare la batteria.

Il governo ha decretato l’evacuazione entro un raggio di tre chilometri dalla centrale nucleare di Fukushima I a Okuda, pur avendo assicurato che non vi è alcun pericolo. "È la prima volta che in Giappone viene decretata l’emergenza nucleare – dice May Shigenobu, giornalista della MBC –. Questo terremoto dovrebbe indurre i nostri governanti a rivedere tutti i piani energetici nazionali". Il Giappone, per sganciare la propria economia dalla dipendenza petrolifera, ha scelto l’opzione nucleare che oggi rappresenta il 70% del fabbisogno energetico del Paese. Questo, però ha indotto numerosi attivisti a scendere in campo; questo terremoto potrebbe indurre gran parte dell’opinione pubblica nipponica a chiedere una politica alternativa.

A Sendai, la città più colpita dalla catastrofe, dove terremoto e tsunami si sono accavallati, migliaia di persone si ritrovano senza nulla. "La nostra casa è in una zona montagnosa, lontano dalla costa – spiega Okada Saito –, ma la devastazione è completa. Mi sembra di rivivere il bombardamento a cui ho assistito da piccolo durante la Seconda Guerra Mondiale", conclude commosso. I soccorsi, sebbene ostacolati dall’interruzione delle linee ferroviarie e delle strade, si stanno organizzando. "Cerchiamo di estrarre i feriti intrappolati dalle macerie, ma il lavoro è lungo e faticoso – annuncia alla televisione un volontario – dobbiamo aspettare che arrivino i mezzi; nel frattempo scaviamo con tutto ciò che abbiamo, comprese le mani nude".

I rigori dell’inverno a Sendai non si sono ancora placati e per molti passare una notte o più notti all’addiaccio potrebbe essere fatale. Oramai è una lotta contro il tempo.

Piergiorgio Pescali

 

12 marzo 2011

GIAPPONE IN GINOCCHIO

Ora l'incubo è la nube atomica

La paura resta tanta. Ieri, alle 17 ora locale, poco più di due ore dopo che il sisma aveva colpito Tokyo e mentre lo tsunami arretrava lentamente dalla fascia costiera devastata del Giappone nordorientale, il premier Naoto Kan si affrettava a dichiarare in tv la messa in sicurezza degli impianti nucleari, confermando lo spegnimento automatico di quelli delle aree interessate dal sisma. Ma nella notte il livello delle radiazioni registrati fuori dalla centrale nucleare di Fukushima erano1000 volte superiori al normale.

"Abbiamo dichiarato l’emergenza nucleare per essere in grado di prendere ogni precauzione possibile" ha sottolineato il primo segretario di gabinetto Yukio Edano. Quattro reattori più vicini all’epicentro del sisma erano stati fermati immediatamente; un incendio poi domato si era sviluppato nella centrale di Onagawa, nella prefettura di Miyagi colpita dallo tsunami. La situazione all’apparenza più pericolosa, e che ha creato un braccio di ferro tra le autorità di Tokyo e l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) sull’entità del problema, è stata però quella della centrale nucleare di Fukushima Daiichi.

Qui ci sarebbe stato un calo di acqua attorno al nocciolo del reattore, una situazione in grado di produrre fughe radioattive e per precauzione le autorità – in un primo tempo – hanno evacuato 2mila residenti in un raggio di 3 chilometri. La prefettura di Fukushima ha sostenuto che nell’impianto della centrale c’è acqua sufficiente per raffreddare le barre di combustibile nucleare, tuttavia i tecnici dell’azienda elettrica hanno lavorato a lungo per consentire la riattivazione dei generatori d’emergenza e ripristinare il livello del liquido di raffreddamento, fornito in ampie quantità dagli Usa. Il problema sembrava risolto, ma nella notte una squadra delle forze armate giapponesi ha ricevuto ordine di raggiungere l’area della centrale.

Il primo ministro Kan ha deciso di portare da 3 a 10 chilometri l’area da cui saranno evacuati tutti i residenti dopo che nella centrale la situazione si è ulteriormente aggravata registrando un aumento del livello di radiazione per il malfunzionamento del sistema di raffreddamento. Inoltre il governo ha preannunciato che sarà costretto a effettuare una fuoriuscita controllata dell’aria contaminata all’interno del reattore perché la presssione nella struttura è due volte superiore al livello normale. Infine la protezione civile giapponese ha riferito – ha fatto sapere l’agenzia Kyodo News – che all’esterno della centrale le radiazioni sono mille volte superiori al normale.

Gli impianti nucleari giapponesi sono non solo costruiti secondo i criteri più avanzati di sicurezza ma sono anche sottoposti alle più severe norme di funzionamento. Al punto che circa un terzo del costo di una centrale va a coprire i sistemi di sicurezza. Tuttavia, la densità di impianti in un territorio sottoposto a frequenti forti eventi tellurici ha portato anche a momenti di crisi, l’ultimo consistente il 16 luglio 2007, quando dopo un terremoto una fuga radioattiva costrinse alla chiusura la centrale di Kashiwazaki-Kariwa. I 55 impianti nucleari giapponesi, del tipo "ad acqua leggera", sono gestiti da una decina di società. Due sono le centrali in costruzione e altre 11 quelle programmate, sempre dello stesso tipo.

Stefano Vecchia

 

12 marzo 2011

GIAPPONE IN GINOCCHIO

Sendai, dal mare uno schiaffo di morte

Matsushima ya/ Matsushima ya. I versi di Matsuo Basho, il più grande poeta di haiku che il Giappone abbia mai avuto, risuonano ancora nella mente mentre scorrono le immagini dello tsunami che ha colpito la regione di Sendai. Matsushima è l’arcipelago più noto del Giappone: un grappolo di isolette lanciate nel mare al largo di Sendai. Ogni estate migliaia di turisti arrivano da tutta la nazione e, sui barconi che serpeggiano tra le rocce, pronunciano immancabilmente i versi di Basho.

La posizione, circa 400 km a nord di Tokyo a metà strada verso l’isola di Hokkaido, rende la città anche uno snodo ferroviario logisticamente importante per la rete nazionale. Ma Sendai in Italia era balzata alla ribalta per un altro motivo: nel 2002 aveva ospitato la nazionale di calcio italiana durante il Campionato del Mondo di calcio. I suoi abitanti, un milione in tutto, poca cosa per il Giappone, vivono in una città moderna, interamente ricostruita dopo i pesanti bombardamenti degli Alleati durante la Seconda Guerra Mondiale.

Fu proprio da Sendai che, nel 1631, partì un’ambascia giapponese verso la Santa Sede. Arrivò a Roma giusto il tempo per scoprire che i Tokugawa avevano messo al bando il cristianesimo, ma da allora l’apertura culturale di Sendai verso il mondo occidentale è sempre stata viva. Il Tanabata Festival, celebrato ogni estate con una profusione di colori, deriva direttamente dal festival cinese di Qixi. La città, capitale della prefettura di Miyagi, ospita anche il più importante complesso petrolchimico del nord del Giappone: quello di JX Nippon Oil, che offre lavoro a migliaia di operai. Il sisma ha rotto le condutture, scatenando diversi incendi che i pompieri faticano a domare.

Le fiamme illuminano il cielo della città di un bagliore sinistro, mettendo a nudo tutta la gravità della situazione. Una volta spento l’incendio la stima dei danni decreterà quando il complesso potrà essere rimesso in funzione e quanti lavoratori potranno essere riassorbiti. Un altro incendio, scoppiato vicino a una scuola media nel quartiere Miyagino, ha visto circa 600 persone rifugiarsi sul tetto dell’istituto in attesa dei soccorsi.

Secondo i militari, i morti nella metropoli sarebbero più di cinquecento, centinaia ritrovati sulle spiagge, ma la devastazione compiuta dal maremoto lungo la costa, farà sicuramente salire il numero delle vittime. Interi villaggi sono letteralmente spariti, inghiottiti dalle stesse acqua che, fino a poche ore prima, avevano garantito la sopravvivenza e il lavoro a migliaia di persone.

L’epicentro del terremoto, pari a 8,9 gradi Richter, è avvenuto a 130 km ad est di Sendai, permettendo all’onda anomala di raggiungere la costa lungo un fronte alto anche dieci metri: squassato il nord-est dell’arcipelago, letteralmente inghiottito il distretto di Wakabayashi, che si affaccia sulle acque del Pacifico, distrutte la maggior parte delle circa 1.200 case nella zona. Automobili accartocciate e ammassate sotto i ponti, navi di medie dimensioni e persino intere case trasportate dalla corrente marrone. Le devastazioni naturali subite dalla prefettura di Myagi e dal suo capoluogo non potranno essere dimenticate e la bella Sendai rischia di passare alla storia per questa giornata nefasta.

Piergiorgio Pescali

 

 

12 marzo 2011

GIAPPONE IN GINOCCHIO

Terrorizzati, ma tutti in salvo gli italiani

"Sembrava di essere in mare aperto". A parlare è Mauro Politi, ricercatore post dottorale all’International christian university di Mitaka, periferia di Tokyo. "La scossa è stata spaventosa sia in intensità che durata – spiega il ricercatore, che vive da un anno in Giappone – ma anche la sensazione è stata diversa dal solito. Vivendo qui si fa l’abitudine a scosse frequenti e importanti; ma se normalmente tutto attorno vibra, oggi sembrava di stare su una nave in mare aperto".

"Ero in ufficio, al 16esimo piano, all’Istituto commercio estero – dice Annamaria Mazzone, 46 anni, a Tokyo dall’87 – ad un tratto ha cominciato a crollare tutto dagli scaffali, faldoni in giro ovunque. Subito ci siamo rifugiati sotto le scrivanie. Poi, non sentendo alcun annuncio, abbiamo deciso di scendere usando le scale e siamo andati in un parco". Il trasporto pubblico è stato a lungo paralizzato è la prima cosa che salta all’occhio in una città dove si usa pochissimo l’automobile. "Nelle due principali stazioni della città si sono affollate almeno seimila persone. Io sono potuta tornare a casa perché abito vicino all’ufficio ma tanta gente si è attrezzata per dormire in ufficio". "Dalla televisione – aggiunge Annamaria – ci dicono di prepararci da qui a un mese alla possibilità di avere scosse forti come quella di oggi mentre altoparlanti nella città diffondono il messaggio di evitare assolutamente le aree vicino alle coste. Io stasera ho paura, andrò a dormire da un’amica".

Lupus Sabene, avvocato italo-inglese, che lavora a Tokyo per una importante società americana abita a Tokyo da tre anni con sua moglie Tomoko. Nel suo ufficio, un grattacielo di nuova generazione, non è successo nulla "a parte la forte sensazione nausea dovuta al movimento dell’edificio".

Frattanto l’ambasciata d’Italia a Tokyo è riuscita a contattare 10 dei 28 connazionali residenti nelle aree maggiormente colpite. Tutti quanti, in base a quanto riferito, stanno bene. Ancora nessuna notizia dalle prefetture di Aomori e Iwate, mentre da Sendai, la città pesantemente colpita dallo tsunami, la polizia locale ha fatto sapere che non risultano al momento cittadini stranieri tra le vittime.

 

 

12 marzo 2011

LA SOLIDARIETÀ

Aiuti da tutto il mondo, Roma già operativa

Tutto il mondo si sta mobilitando per offrire aiuto al Giappone. Il ministro degli Esteri di Tokyo, Takeaki Matsumoto, ha dato disposizioni alla struttura diplomatica di accettare i contributi internazionali. E ha reso noto che sono già 25 le nazioni che hanno offerto assistenza. Per l’Italia, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato un messaggio all’imperatore del Giappone Akihito dicendosi "profondamente addolorato" per la tragedia.

Napolitano ha sottolineato che "l’Italia, unita al suo Paese da saldi vincoli di profonda amicizia, si stringe al popolo giapponese". Il premier Silvio Berlusconi ha quindi dichiarato che l’Italia è pronta ad intervenire. "Siamo rimasti profondamente emozionati nel vedere le immagini del terremoto e del successivo tsunami – ha detto Berlusconi –. Siamo vicini al popolo giapponese e pronti a dare tutta l’assistenza e l’aiuto possibile al governo di Tokyo".

Attestati di solidarietà simili sono arrivati dal presidente francese Nicolas Sarkozy, dal premier britannico David Cameron e dal cancelliere tedesco Angela Merkel. Vicinanza è stata espressa dal presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso. Su richiesta del Giappone, la Commissione europea ha attivato il "Meccanismo europeo di protezione civile" per fornire assistenza. Tokyo ha chiesto squadre di ritrovamento e soccorso e cani per le operazioni di ricerca delle vittime. "Il Giappone è uno dei Paesi meglio preparati al mondo per affrontare le catastrofi, ma la vastità di questo terremoto e dello tsunami comporta la necessità di assistenza internazionale", ha detto il Commissario Ue agli aiuti umanitari Kristalina Georgieva.

Anche gli Stati Uniti sono in prima linea. Il presidente Barack Obama ha telefonato al premier giapponese Naoto Kan per offrire soccorso e ha poi annunciato che, oltre alla portaerei che già si trova nelle vicinanze del Giappone, ne ha inviata un’altra per aiutare il Paese. Quanto alla Cina, Chen Jianmin, capo dell’amministrazione dei terremoti, ha confermato che un team è già pronto a partire, se necessario, alla volta del Giappone.

Da New York, il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha ricordato che "il Giappone è uno dei contributori più generosi, sempre pronto ad aiutare chi ha bisogno" e che "in questo spirito, le Nazioni Unite sono accanto al popolo giapponese e faremo quanto è possibile in questo momento molto difficile".

 

11 marzo 2011

ROMA

Anche la Caritas si attiva per emergenza terremoto

Il Presidente di Caritas Giappone, S.E. Mons. Isao Kikuchi, vescovo di Niigata, ha assicurato l'impegno di Caritas Giappone, il cui direttore, padre Daisuke Narui si sta attivando per far fronte ai bisogni più urgenti in seguito al violentissimo terremoto e lo tsunami che hanno colpito il nord del Giappone. Onde alte dieci metri hanno devastato la costa di Sendai, nel nordest del Giappone e il Paese è sconvolto da questa emergenza.

La Caritas in Giappone è un piccolo organismo che ogni anno riesce a sostenere un centinaio di progetti nel Paese e all'estero per circa 3 milioni di dollari. Si è attivata in passato per grandi emergenze in Asia, come lo tsunami del 2004, il terremoto in Pakistan del 2005 e quello a Yogyakarta nel 2006. In tutto il territorio nazionale con 127 milioni di giapponesi i cattolici sono circa 450 mila, pari allo 0,35%, sparsi in 16 diocesi.

Caritas Italiana esprime "solidarietà e vicinanza nella preghiera a Caritas Giappone e alla popolazione colpita ed è pronta, in collegamento con la rete internazionale, a sostenerne gli sforzi una volta messo a punto un piano di primo intervento. Resta anche in contatto con le altre Caritas del Pacifico per monitorare l'evolversi dell'allerta tsunami". In particolare gli operatori di Caritas Italiana in Indonesia riferiscono al momento, dopo l'allarme lanciato, di "una vigile situazione di attesa".

Per sostenere gli interventi in corso si possono inviare offerte a Caritas Italiana tramite

C/C POSTALE N. 347013 specificando nella causale: maremoto Pacifico 2011.

Offerte sono possibili anche tramite altri canali, tra cui:

UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119

Intesa Sanpaolo, via Aurelia 396/A, Roma – Iban: IT 95 M 03069 05098 100000005384

Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma – Iban: IT 29 U 05018 03200 000000011113

CartaSi e Diners telefonando a Caritas Italiana tel. 06 66177001 (orario d’ufficio).

 

 

 

 

 

 

 

 

CORRIERE della SERA

per l'articolo completo vai al sito Internet

http://www.corriere.it

2011-04-18

 

 

 

2011-04-17

Il primo passaggio è fermare la diffusione delle radiazioni

Tepco: "Reattori stabilizzati in 6-9 mesi

Il gestore dell'impianto nucleare di Fukushima, stima di fermare del tutto la perdita di radioattività in 3 mesi

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Il gestore dell'impianto nucleare di Fukushima, stima di fermare del tutto la perdita di radioattività in 3 mesi

La centrale di Fukushima (Afp)

La centrale di Fukushima (Afp)

TOKYO - La Tepco, il gestore dell'impianto nucleare di Fukushima, stima di fermare del tutto la perdita di radioattività in 3 mesi, contestualmente all'avvio del sistema "stabile di raffreddamento dei reattori e delle barre di combustibile". Lo prevede il piano illustrato presentato domenica dai vertici della società.

IL PIANO - Il primo passaggio è fermare la diffusione delle radiazioni ai diversi livelli, dall'acqua al sottosuolo, fino al recupero dei detriti e alla copertura degli edifici stessi, danneggiati dalle esplosioni di idrogeno avvenute nei primi giorni della crisi. Quanto alla messa in sicurezza dei reattori, la Tepco ipotizza di essere in grado di ottenere "l'arresto a freddo entro sei-nove mesi". "È un passo importante - ha detto in un'altra conferenza stampa il ministro dell'Industria, Banri Kaieda - perché rappresenta lo sforzo per passare dalla fase d'emergenza a una di lungo periodo di stabilizzazione e superamento della crisi". La gravità dell'incidente nucleare di Fukushima è stato portato da 5 a 7 da governo nipponico, il massimo livello della scala internazionali Ines che è anche quello dato al caso più grave, registrato a Cernobyl nel 1986. Gli esperti, tuttavia, hanno rimarcato le diversità tra i due incidenti, a partire dalla contaminazione radioattiva. (fonte: Ansa)

 

17 aprile 2011

 

2011-04-13

Timori internazionali per le ripercussioni economiche. L'Fmi: "Difficile riprendersi"

Fukushima inabitabile per vent'anni

I timori del premier giapponese. E ai residenti toccherà l'ultima parola sullo smantellamento di tutti i reattori

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La misurazione dei livelli di radiazioni in una fattoria nella prefettura di Fukushima (Reuters)

La misurazione dei livelli di radiazioni in una fattoria nella prefettura di Fukushima (Reuters)

MILANO - La regione circostante la centrale nucleare di Fukushima, gravemente danneggiata dal sisma dell'11 marzo scorso, potrebbe rimanere inabitabile per i prossimi dieci o venti anni: lo ha affermato Kenichi Matsumoto, uno dei collaboratori del premier Naoto Kan, le cui dichiarazioni sono state diffuse dalla stampa nipponica. In un primo momento, Matsumoto - membro del consiglio di gabinetto del premier - aveva dichiarato che la stima gli era stata riferita dallo stesso Kan; successivamente ha precisato che si trattava di una sua opinione, sebbene condivisa dal Primo ministro. La zona di esclusione attorno all'impianto ha attualmente un raggio di 20 chilometri ma l'esecutivo sta valutandone un ulteriore allargamento.

LO SMANTELLAMENTO DEI REATTORI - Nel frattempo si continua a discutere sul futuro dell'impianto. Anche i reattori 5 e 6, non coinvolti nella crisi dseguita al sisma e al conseguente tsunami dell'11 marzo scorso, potrebbero essere smantellati: l'intervento, che potrà essere effettuato una volta che vi saranno le condizioni di sicurezza per intervenire, è "da decidere dopo aver ascoltato i residenti dell'area" ha detto Hidehiko Nishiyama, portavoce dell'Agenzia nipponica per la sicurezza nucleare, rispondendo a una domanda dell'Ansa. La stessa agenzia ha poi reso noto di aver ordinato alla Tepco "l'immediata verifica della resistenza ai terremoti" degli edifici dei reattori della centrale di Fukushima n.1 a causa della consistente attività sismica di assestamento registrata anche oggi nel nordest del Giappone.

LA VENDITA DI FUNGHI - Il governo giapponese ha invece deciso di proibire in 16 municipalità dell'area attorno a Fukushima la vendita di funghi shiitake, una varietá molto diffusa in oriente. Lo ha dichiarato il portavoce del governo, Yukio Edano, sottolineando che sono stati riscontrati alti livelli di radioattivitá nei funghi coltivati all'aria aperta. I funghi coltivati al chiuso potranno invece essere consumati. L'annuncio giunge mentre l'esecutivo di Tokio fa sapere di essere costretto ad abbassare le stime sulle previsioni dell'andamento dell'economia, alla luce del sisma e lo tsunami dell'11 marzo e la conseguente crisi nuclere di Fukushima.

IL SISMA E I CONTI PUBBLICI - Intanto il Fondo monetario internazionale ha commentato che le recenti catastrofi naturali e nucleari hanno reso il processo di aggiustamento dei conti pubblici in Giappone, il Paese industrializzato con i parametri peggiori per debito e deficit, "un po' più difficile, ma è ancora presto dire quanto". L'Fmi lo scrive nel Rapporto sulla stabilità finanziaria globale, spiegando che i mercati e le istituzioni finanziarie del Sol Levante hanno dimostrato "grande resistenza" dopo le recenti catastrofi. I rischi per la stabilita finanziaria appaiono, quindi, "gestibili e limitati alle aree più direttamente interessate" dalla tragedia. Tuttavia, la possibile scarsità di energia, i problemi nelle forniture all'economia e quelli insorti nella centrale nucleare di Fukushima "lasciano un ampio margine di incertezza sull'impatto sulla crescita e sui costi finali". Le banche giapponesi, ricorda il Fondo, hanno un'esposizione limitata nella regione interessata (2,4% degli impieghi totali del sistema bancario e 1,2% degli asset totali) e le compagnie assicurative nazionali, con un ratio di solvibilità superiore al 700% (contro il 200% regolamentare) non appaiono in difficoltà. Tuttavia, il Giappone, con un debito pubblico previsto al 230% del pil a fine 2011 e una bilancia primaria negativa dell'8,5%, dovrà collegare lo sforzo della ricostruzione a "una strategia di rientro ben definita per ridurre i parametri del debito nel medio termine".

Redazione Online

13 aprile 2011

 

LA DECISIONE DELL'Agenzia per la sicurezza nucleare e industriale

È ufficiale: Fukushima come Chernobyl

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Alzato il livello di gravità a 7, come nel disastro del 1986. "La fuoriuscita di radiazioni potrebbe essere superiore"

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LA DECISIONE DELL'Agenzia per la sicurezza nucleare e industriale

È ufficiale: Fukushima come Chernobyl

Nuova scossa, evacuato l'impianto

Alzato il livello di gravità a 7, come nel disastro del 1986. "La fuoriuscita di radiazioni potrebbe essere superiore"

La centrale di Fukushima

La centrale di Fukushima

MILANO- L'Agenzia per la sicurezza nucleare e industriale del Giappone ha alzato da 5 a 7 il livello di gravità della crisi nell'impianto nucleare di Fukushima Daiichi, che è ora lo stesso di quello del disastro di Chernobyl del 1986. Fukushima è l'impianto che più ha subito le conseguenze del terremoto, e soprattutto del successivo tsunami, dell'11 marzo scorso. Un funzionario della Tepco, la società che gestisce l'impianto, ha evocato addirittura la possibilità che i livelli di radioattività siano superiori: "La perdita radioattiva non si è ancora arrestata completamente", ha spiegato, "e la nostra preoccupazione è che possa anche superare Chernobyl". Intanto una nuova cossa di magnitudo 6,3 (valutazione preliminare) è stata registrata nel pomeriggio di martedì (attorno alle 7 del mattino in Italia) Giappone, con epicentro proprio la prefettura di Fukushima. La Tepco ha ordinato ai lavoratori di evacuare l' impianto, all'interno del quale si è anche sviluppato un nuovo incendio, che è però stato rapidamente domato.

IL NODO DELL'EVACUAZIONE - Gregory Jaczko, a capo della Nuclear Regulatory Commission (Ncr) statunitense, ha poi annunciato che non cambierà la raccomandazione secondo la quale i cittadini americani devono rimanere ad almeno 80 chilometri dalla centrale nucleare di Fukushima Daiichi. Jaczko ha detto in un'intervista all'Associated Press che la crisi in Giappone rimane "statica" e che la situazione non è ancora stata stabilizzata. Il presidente della Nrc ha aggiunto che le condizioni nell'impianto di Fukushima non sono cambiate in maniera significativa negli ultimi giorni e le rivelazioni odierne della Tepco di fatto lo confermano. Jaczko ha detto che lui personalmente aveva preso la decisione sulla zona di sicurezza dal raggio di 80 chilometri dai reattori. Il governo giapponese ha fissato una zona di evacuazione dal raggio di 19 chilometri e le dichiarazioni di Jaczko hanno fatto nascere dei dubbi sulla fiducia degli Usa nella valutazione del rischio da parte delle autorità di Tokyo. Le quali, nell'ipotesi di estendere ulteriormente l'area da sgombrare, si ritroverebbero con un enorme problema sfollati, visto che un raggio più ampio di quello dell'attuale area di sicurezza creerebbe automaticamente decine di migliaia di sfollati.

LA FUGA DI RADIAZIONI - Il sistema di raffreddamento della centrale nucleare, a seguito del sisma dello scorso 11 marzo, si è interrotto facendo aumentare la temperatura all'interno dei reattori e causando, per effetto dei problemi conseguenti, la fuoriuscita di radiazioni. La decisione è stata annunciata alla televisione nazionale da un funzionario della commissione per la Sicurezza nucleare. La quantità di radiazioni che fuoriescono dalla centrale, ha spiegato, è pari a circa il 10% di quella di Chernobyl. Tuttavia, secondo quanto dichiarato dai funzionari Nisa, uno dei fattori alla base della decisione è che l'importo complessivo di particelle radioattive rilasciate nell'atmosfera dall'inizio della crisi ha raggiunto quantità tali da soddisfare un incidente di livello massimo sulla scala dell'Agenzia internazionale dell'energia atomica. A ciò si aggiunge, appunto, la dichiarazione della Tepco sui timori di un quantitativo di perdite radioattive che alla fine possa essere nel complesso superiore a quello registrato nel caso Chernobyl.

"GRAVE INCIDENTE" - Secondo l'Aiea di Vienna, il nuovo ranking significa un "grave incidente", con "conseguenze più ampie" rispetto al livello precedente. "Abbiamo alzato il livello di gravità a 7 perché la fuoriuscita di radiazioni ha avuto impatto nell'atmosfera, nelle verdure, nell'acqua di rubinetto e nell'oceano", ha detto Minoru Oogoda, della Nisa appunto. La revisione si è basata su un controllo incrociato e valutazioni dei dati sulle perdite di iodio-131 e cesio-137, ha spiegato un altro uomo Nisa, il portavoce Hidehiko Nishiyama. "Abbiamo evitato - ha continuato - di fare dichiarazioni finché non abbiamo avuto dati certi. L'annuncio è stato fatto adesso perché è stato possibile guardare e controllare i dati raccolti in due modi diversi", ovvero le misurazioni di Nisa da un lato e della commissione per la Sicurezza nucleare dall'altro. Nishiyama ha sottolineato che a differenza di Chernobyl non ci sono state esplosioni del nocciolo dei reattori dello stabilimento, anche se ci sono state esplosioni di idrogeno. "In questo senso - ha concluso - questa situazione è totalmente diversa da Chernobyl". Tuttavia la Tepco ha ammesso per bocca del portavoce Junichi Matsumoto che sono ancora in corso le operazioni per stimare la quantità totale di materiale radioattivo che potrebbe essere rilasciato nell'incidente e questa potrebbe addirittura superare quella di Chernobyl.

IL PREMIER - Nonostante l'innalzamento del livello di gravità dell'incidente di Fukushima il premier giapponese ha voluto rassicurare la popolazione spiegando che la situazione alla centrale nucleare di Fukushima "si sta stabilizzando passo dopo passo". Kan ha poi aggiunto che "le radiazioni stanno diminuendo".

Redazione Online

12 aprile 2011(ultima modifica: 13 aprile 2011)

 

 

 

2011-04-12

LA DECISIONE DELL'Agenzia per la sicurezza nucleare e industriale

È ufficiale: Fukushima come Chernobyl

Nuova scossa, evacuato l'impianto

Alzato il livello di gravità a 7, come nel disastro del 1986. "La fuoriuscita di radiazioni potrebbe essere superiore"

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Nuova scossa, evacuato l'impianto

Alzato il livello di gravità a 7, come nel disastro del 1986. "La fuoriuscita di radiazioni potrebbe essere superiore"

La centrale di Fukushima

La centrale di Fukushima

MILANO- L'Agenzia per la sicurezza nucleare e industriale del Giappone ha alzato da 5 a 7 il livello di gravità della crisi nell'impianto nucleare di Fukushima Daiichi, che è ora lo stesso di quello del disastro di Chernobyl del 1986. Fukushima è l'impianto che più ha subito le conseguenze del terremoto, e soprattutto del successivo tsunami, dell'11 marzo scorso. Un funzionario della Tepco, la società che gestisce l'impianto, ha evocato addirittura la possibilità che i livelli di radioattività siano superiori: "La perdita radioattiva non si è ancora arrestata completamente", ha spiegato, "e la nostra preoccupazione è che possa anche superare Chernobyl". Intanto una nuova cossa di magnitudo 6,3 (valutazione preliminare) è stata registrata nel pomeriggio di martedì (attorno alle 7 del mattino in Italia) Giappone, con epicentro proprio la prefettura di Fukushima. La Tepco ha ordinato ai lavoratori di evacuare l' impianto, all'interno del quale si è anche sviluppato un nuovo incendio, che è però stato rapidamente domato.

IL NODO DELL'EVACUAZIONE - Gregory Jaczko, a capo della Nuclear Regulatory Commission (Ncr) statunitense, ha poi annunciato che non cambierà la raccomandazione secondo la quale i cittadini americani devono rimanere ad almeno 80 chilometri dalla centrale nucleare di Fukushima Daiichi. Jaczko ha detto in un'intervista all'Associated Press che la crisi in Giappone rimane "statica" e che la situazione non è ancora stata stabilizzata. Il presidente della Nrc ha aggiunto che le condizioni nell'impianto di Fukushima non sono cambiate in maniera significativa negli ultimi giorni e le rivelazioni odierne della Tepco di fatto lo confermano. Jaczko ha detto che lui personalmente aveva preso la decisione sulla zona di sicurezza dal raggio di 80 chilometri dai reattori. Il governo giapponese ha fissato una zona di evacuazione dal raggio di 19 chilometri e le dichiarazioni di Jaczko hanno fatto nascere dei dubbi sulla fiducia degli Usa nella valutazione del rischio da parte delle autorità di Tokyo. Le quali, nell'ipotesi di estendere ulteriormente l'area da sgombrare, si ritroverebbero con un enorme problema sfollati, visto che un raggio più ampio di quello dell'attuale area di sicurezza creerebbe automaticamente decine di migliaia di sfollati.

LA FUGA DI RADIAZIONI - Il sistema di raffreddamento della centrale nucleare, a seguito del sisma dello scorso 11 marzo, si è interrotto facendo aumentare la temperatura all'interno dei reattori e causando, per effetto dei problemi conseguenti, la fuoriuscita di radiazioni. La decisione è stata annunciata alla televisione nazionale da un funzionario della commissione per la Sicurezza nucleare. La quantità di radiazioni che fuoriescono dalla centrale, ha spiegato, è pari a circa il 10% di quella di Chernobyl. Tuttavia, secondo quanto dichiarato dai funzionari Nisa, uno dei fattori alla base della decisione è che l'importo complessivo di particelle radioattive rilasciate nell'atmosfera dall'inizio della crisi ha raggiunto quantità tali da soddisfare un incidente di livello massimo sulla scala dell'Agenzia internazionale dell'energia atomica. A ciò si aggiunge, appunto, la dichiarazione della Tepco sui timori di un quantitativo di perdite radioattive che alla fine possa essere nel complesso superiore a quello registrato nel caso Chernobyl.

"GRAVE INCIDENTE" - Secondo l'Aiea di Vienna, il nuovo ranking significa un "grave incidente", con "conseguenze più ampie" rispetto al livello precedente. "Abbiamo alzato il livello di gravità a 7 perché la fuoriuscita di radiazioni ha avuto impatto nell'atmosfera, nelle verdure, nell'acqua di rubinetto e nell'oceano", ha detto Minoru Oogoda, della Nisa appunto. La revisione si è basata su un controllo incrociato e valutazioni dei dati sulle perdite di iodio-131 e cesio-137, ha spiegato un altro uomo Nisa, il portavoce Hidehiko Nishiyama. "Abbiamo evitato - ha continuato - di fare dichiarazioni finché non abbiamo avuto dati certi. L'annuncio è stato fatto adesso perché è stato possibile guardare e controllare i dati raccolti in due modi diversi", ovvero le misurazioni di Nisa da un lato e della commissione per la Sicurezza nucleare dall'altro. Nishiyama ha sottolineato che a differenza di Chernobyl non ci sono state esplosioni del nocciolo dei reattori dello stabilimento, anche se ci sono state esplosioni di idrogeno. "In questo senso - ha concluso - questa situazione è totalmente diversa da Chernobyl". Tuttavia la Tepco ha ammesso per bocca del portavoce Junichi Matsumoto che sono ancora in corso le operazioni per stimare la quantità totale di materiale radioattivo che potrebbe essere rilasciato nell'incidente e questa potrebbe addirittura superare quella di Chernobyl.

Redazione Online

12 aprile 2011

 

LA SCHEDA

Ines, la scala del rischio nucleare

Il livello 7, raggiunto a Fukushima, è il massimo in termini di pericolosità. E' lo stesso di Chernobyl

LA SCHEDA

Ines, la scala del rischio nucleare

Il livello 7, raggiunto a Fukushima, è il massimo in termini di pericolosità. E' lo stesso di Chernobyl

MILANO - Il grado 7 che caratterizza ufficiamente da oggi, come hanno annunciato le autoritá nipponiche, l'incidente della centrale di Fukushima è il massimo della gravitá secondo gli specialisti dell'energia atomica che hanno stilato la Ines, International Nuclear Event Scale. Finora gli incidenti di livello sette, ovvero con fuoriuscita di materiale radioattivo tale da comportare conseguenze importanti per salute e ambiente, sono stati quello di Chernobyl, nel 1986 in Unione Sovietica e , appunto, quello conseguente al terremoto e tsunami nel nordest del Giappone dell'11 marzo scorso.

GLI ALTRI LIVELLI - Il livello 6 indica un incidente grave, con significativo rilascio di materiale radioattivo che richiede l'attuazione di contromisure pianificate. Il livello 5 è un incidente con conseguenze ampie sul territorio e limitato rilascio di materiale radioattivo che richiede la messa in atto di alcune contromisure pianificate, con danni gravi al nocciolo del reattore e rilascio di grandi quantitá di materiale radioattivo all'interno dell'impianto e alta probabilitá di esposizione significativa per la popolazione. Il livello 4 è un incidente nucleare con conseguenze locali e minor rilascio di materiale radioattivo che molto probabilmente non comporterá l'attuazione delle contromisure previste, a parte il controllo degli alimenti. Il livello 3 è un incidente grave con contaminazione accentuata in un'area non prevista con bassa probabilitá di esposizione della popolazione. Il livello 2 è un incidente in cui i dipendenti dell'impianto vengono esposti a radiazioni maggiori del limite annuo stabilito per legge, con contaminazione significativa in un'area non prevista e falle significative nelle condizioni di sicurezza, ma senza conseguenze. Il livello 1 descrive una anomalia con sovraesposizione di persone a radiazioni maggiori dei limiti annuali imposti dalla legge. (Fonte: Adnkronos)

12 aprile 2011

 

 

 

 

Scatta anche l'allerta tsunami

Scossa di 7,1 vicino a Fukushima

Paura nella centrale

Un black out nei reattori è stato poi risolto. Trema anche la capitale giapponese

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Le immagini Tv dell'onda che colpi la centrale di Fukushima un mese fa (Ap)

Le immagini Tv dell'onda che colpi la centrale di Fukushima un mese fa (Ap)

TOKYO - Il Giappone di nuovo in mezzo alla paura. Trema di nuovo, per una scossa di 7,1 gradi che ha colpito Iwaki, proprio nella prefettura di Fukushima dove si trova la centrale nucleare che sta tenendo in apprensione il Mondo. E' stato lanciato un allarme tsunami, poi rientrato. Il sisma è stato avvertito anche nella capitale giapponese, dove gli edifici hanno tremato a lungo. Lunedì ricorre un mese dal devastante terremoto dell'11 marzo.

RISOLTO IL BLACK OUT NEL REATTORE - Il nuovo sisma ha fatto saltare per diversi minuti l'erogazione di elettricità nei reattori nel disastrato impianto atomico di Fukushima. L'agenzia per la sicurezza degli impianti nucleari giapponesi ha reso noto che l'elettricità, che era stata tolta alla centrale di Fukushima al momento della forte scossa di terremoto è stata ripristinata. La Tepco da parte sua ha comunicato che è ripreso il pompaggio dell'acqua per il raffreddamento dei tre reattori danneggiati dal sisma di un mese fa. L'elettricità era saltata anche dopo il sisma dell'11 marzo e questo aveva bloccato gli impianti di raffreddamento, causando la parziale fusione del nucleo.

ESTESA LA ZONA DI EVACUAZIONE - Le autorità giapponesi, poco prima della scossa, avevano deciso di estendere la zona di evacuazione attorno alla centrale nucleare di Fukushima. Nonostante il rischio di importanti fughe radioattive si sia "considerevolmente ridotto" - come aveva precisato proprio stamane il portavoce del governo Yukio Edano - l'esposizione prolungata a pur deboli dosi di radioattività può comunque costituire un pericolo che giustifica questa misura di precauzione.

11 aprile 2011

 

Nessuna anomalia a Fukushima, perdite d'acqua "non radioattiva" dall'impianto di Onagawa

Nuovo sisma in Giappone, paura a Tokyo

Almeno tre le vittime e 132 i feriti

Scossa di magnitudo 7.4 al largo della costa nord-est. Lanciato anche un allarme tsunami, poi revocato

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Una bandiera giapponese sventola sulle macerie di un edificio distrutto dal sisma dell'11 marzo nella prefettura di Miyagi (Afp)

Una bandiera giapponese sventola sulle macerie di un edificio distrutto dal sisma dell'11 marzo nella prefettura di Miyagi (Afp)

MILANO - Un forte sisma di magnitudo 7.4 è stato registrato giovedì sera (il primo pomeriggio in Italia) a una quarantina di chilometri dalle coste dell'area nord-orientale del Giappone. L'annuncio è stato dato dall'Agenzia meteorologica giapponese Kisocho che aveva anche messo in guardia su un possibile tsunami con onde fino a due metri d'altezza. L'allarme per l'onda di riflesso è stato poi revocato. L'osservatorio per gli tsunami del Pacifico (Pacific Tsunami Warning Center), dal canto suo, aveva assicurato che non sarebbe in ogni caso stato "uno tsunami distruttivo".

LE VITTIME - Quanto alle conseguenze immediate, alcune testimonianze hanno parlato di grattacieli che hanno tremato anche nel cuore di Tokyo, che pure dista più di 300 chilometri dall'area dell'epicentro. In un primo tempo non si era avuta notizia di vittime. Con il passare delle ore e con l'afflusso delle prime informazioni raccolte sul campo dai soccorritori, si è invece appreso che la nuova sismica ha causato almeno 3 morti e 132 feriti, perlomeno stando al bilancio ufficiale diffuso dalla protezione civile nipponica. Le vittime erano tutte in età avanzata: due uomini di 85 e 79 anni sono rimasti uccisi nella prefettura di Miyagi; una donna 63enne è invece morta nella prefettura di Yamagata in seguito allo spegnimento del respiratore artificiale che le immetteva ossigeno nei polmoni, spentosi improvvisamente in seguito alla caduta della corrente elettrica provocata dal sisma.

LE CENTRALI NUCLEARI - L'agenzia di stampa Kyodo aveva reso noto che non ci sono stati inconvenienti nella centrale di Fukushima, pesantemente danneggiata dopo il sisma e lo tsunami dello scorso 11 marzo. Verifiche sono state poi effettuate anche in tutti gli altri impianti nucleari senza che siano stati riscontrati problemi, come ha confermato un check control effettuato alle 23.45 locali (le 16.45 in Italia), ovvero circa due ore dopo la scossa maggiore. All'indomani mattina è stata però accertata una perdita d'acqua dalla centrale di nucleare di Onagawa (siamo sempre nella prefettura di Miyagi). La tv pubblica Nhk, citando il gestore Tohoku Electric, ha però precisato che non sono stati segnalati cambi nei livelli di radioattività. Sempre la Nhk subito dopo il terremoto aveva esortato la popolazione "ad allontanarsi dal mare e a salire su colline o su postazioni più in alto". L'allarme diffuso dalla tv è stato diffuso in diverse lingue, fra cui l'inglese e il portoghese.

SCOSSA IN PROFONDITA' - La scossa, secondo i dati preliminari della Japan Meteorological Agency (Jma), è stata registrata alle ore 23.32 locali (le 16.32 in Itali) e ha avuto la magnitudo di 7.4, mentre l'intensità è stata di 6+ su 7 della scala di rilevazione giapponese. A Minamisoma e Futabamachi, due cittadine nelle immediate vicinanze della disastrata centrale nucleare di Fukushima n.1, l'intensità è stata pari a 5+ e 5-. L'epicentro è stato individuato a pochi chilometri dalla costa della prefettura di Miyagi e alla profondità di 40 km. Il sisma di marzo era stato di magnitudo 9.0. Alla scossa principale ne erano seguite centinaia di assestamento, ma nessuna aveva mai superato magnitudo 7, come in questo caso. Il nuovo epicentro è situato a circa 100 km da Sendai, 140 da Fukushma e 345 da Tokyo, dove comunque, come riportato, la scossa è stata avvertita nettamente (GUARDA il grafico).

Redazione Online

07 aprile 2011(ultima modifica: 08 aprile 2011)

 

 

 

Yu Miri: lo tsunami, l'atomo e la falsa coscienza del Giappone

Scritto da: Marco Del Corona alle 11:02 del 11/04/2011

Tags: Corea, Giappone, nucleare, terremoto, tsunami

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Un mese dopo lo tsunami, la scrittrice Yu Miri riflette sull cambiamento epocale che per il Giappone ha comportato la duplice tragedia, sismica e nucleare. Il suo è un punto di vista parzialmente eccentrico. Yu Miri – 42 anni, il suo crudo Oro rapace è stato pubblicato in Italia da Feltrinelli, Scene di famiglia da Marsilio - scrive sì in giapponese e vive in Giappone dov’è nata, ma è (sud)coreana, appartenente a una minoranza non compiutamente integrata nel tessuto della società nipponica (anzi, una componente che spesso denuncia forme di discriminazione).

SOBRIETA' E COMPOSTEZZA Attraverso il suo duplice punto di vista, dal Giappone ma non del Giappone, ripercorre il mese di passione del Paese. A cominciare da una riflessione sulla sobrietà e sulla compostezza della popolazione giapponese che hanno colpito l’opinione pubblica mondiale. "La sobrietà, la compostezza, lo spirito di collaborazione sono virtù – spiega Yu Miri al Corriere, rispondendo per iscritto a una serie di domande - ma presi così sono anche dei punti deboli dei giapponesi. Perché in questo modo i giapponesi stessi sono stati tenuti all’oscuro da Tepco (la società energetica che gestisce i reattori di Fukushima, ndr), dal governo e dall’Agenzia per la sicurezza atomica circa le notizie sulle fughe radioattive alla centrale nucleare, e mi stupisco e non riesco proprio a capire perché essi non si arrabbino e non ci siano manifestazioni popolari. Se su Twitter faccio circolare informazioni dei media stranieri sulla radioattività, sono subito sommersa di tweet estremamente duri che mi rispondono ‘non sollecitare le paure’, ‘già se sei scappata, almeno non dire queste sciocchezze inutili’, ‘visto che usiamo l’energia elettrica, non possiamo lamentarci delle centrali nucleari’, ‘non si dovrebbe criticare la Tepco se si pensa ai lavoratori che cercano di risolvere l’incidente alla centrale in mezzo a tutta quella radioattività’, ‘quelli che sono scappati non si facciano più rivedere’, ‘se parli male dei giapponesi, tornatene in Corea’".

HIROSHIMA, FUKUSHIMA La crisi nucleare attuale stimolato paralleli con il doppio bombardamento atomico del 1945 a Hiroshima e Nagasaki. Ma Yu Miri propone una riflessione diversa: "Ci sono scrittori, critici e giornalisti che hanno indicato alcune analogie con la Seconda Guerra Mondiale, quando tutti i giapponesi credevano ai bollettini del quartier generale che davano notizia delle vittorie in serie dell’esercito giapponese, e lodavano la morte dei soldati che avevano lottato fino alla fine a Guadalcanal e a Saipan, e proclamavano ‘cento milioni di combattenti fino alla fine’, e invitavano a una vita spartana sulla base del motto ‘Non vorrò niente finchè non avremo vinto’ (hoshigarimasen katsu made wa), e additavano come ‘traditore della patria’ (hikokumin) le ragazze che si mettevano la gonna o si facevano crescere i capelli o i giovani che si dedicavano alla letteratura o alla musica. Erano sorvegliati dai vicini di casa, e mi sembra quasi che stia ritornando l’atmosfera di quel periodo disgustoso". Timori di ritorni xenofobi? "Sì, ho anche paura che gli stranieri in Giappone siano esposti a critiche crescenti. Ogni volta che c’è un terremoto, mi torna in mente il Grande terremoto del Kanto del 1° settembre 1923. All’improvviso, dal nulla iniziarono a spargersi voci che riferivano come ‘i coreani hanno iniziato una rivolta e ci attaccano’, o come ‘i coreani hanno appiccato incendi e avvelenato i pozzi’ e altre assurdità, per cui sulla spinta di tali dicerie iniziò dappertutto una caccia al coreano e in pochi giorni ci furono omicidi di massa di alcune migliaia di coreani, compresi donne e bambini. Sul limitare di una crisi nazionale, i cittadini diventano un corpo solo ed è facile che i giapponesi vedano negli stranieri un nemico di cui doversi liberare. In quanto coreana residente in Giappone (mio figlio è di nazionalità giapponese) sono estremamente in apprensione per la tendenza che c’è ad abbandonarsi a queste derive".

IN COREA L’11 marzo, al momento del sisma, Yu Miri non era in Giappone. Si trovava in Corea del Sud, a Seul. Lì era in scena un suo lavoro teatrale. Il figlio undicenne era rimasto a casa, a Kamakura, sul mare, poco sud di Tokyo. Approfittando di una giornata libera era entrata in un bar e lì, collegandosi a Twitter, ha appreso del terremoto delle 14.46: "Provai subito a fare una chiamata internazionale ma non riuscii a telefonare, né riuscii ad avere uno scambio di email. Corsi fuori dal bar, salii su un taxi e tornai all’albergo. All’albergo guardai la tv giapponese Nhk, strinsi le mani in preghiera così forte che divennero bianche. Il terremoto, lo tsunami, l’incendio al complesso petrolchimico… l’incidente alla centrale nucleare, sembrava proprio che, al suono della tromba dell’angelo fosse discesa la catastrofe dell’Apocalisse di Giovanni, e ce l’avevo davanti agli occhi". Il compagno le scrisse, sempre su Twitter, del blackout elettrico e delle scosse di assestamento, ma che suo figlio era "tornato subito a casa da scuola, siamo tornati insieme a casa". Ricorda Yu Miri che "anche se questo mi tranquillizzò un po’, ero preoccupata per le fughe radioattive per l’incidente alla centrale nucleare e pensai di annullare gli altri impegni e tornare in Giappone ma un attore che recita nel mio dramma che è di Fukushima e non riusciva a contattare i suoi genitori a casa recitava sul palco con gli occhi tutti rossi di pianto, per cui pensai che non fosse il caso che solo io tornassi in Giappone, e allora come convenuto in principio, alla fine salii sul palco e feci i saluti, e tornai in Giappone con l’aereo che partiva il 14 marzo alle 20".

RITORNO A CASA Ecco, allora l’incontro con l’incubo nucleare: "Mi fu subito evidente il fatto che vi era un grande gap tra le informazioni sulla contaminazione radioattiva che il governo giapponese presentava ai cittadini giapponesi e le informazioni che provenivano dagli altri Paesi e rivolte ai propri cittadini residenti in Giappone. Arrivai ad Haneda dopo le 10 di sera. Il bagaglio pesava più di 30 chili quindi pensavo di spedirmelo a casa e andai al bancone degli spedizionieri, dove mi dissero: ‘Non c’è benzina e i furgoni non possono muoversi, non sappiamo quando potremo riprendere il servizio’, al che chiesi: ‘Ad esempio, potreste metterci anche 10 giorni?’, ‘Non possiamo saperlo’ mi risposero evasivamente, per cui mi rassegnai e non spedii i bagagli, ma per l’incidente alla centrale di Fukushima la Tepco aveva istituito i blackout programmati e quasi tutti i treni e le metropolitane erano fermi, per cui salii su un autobus e poi su un taxi, e alle 2 di notte riuscii a rientrare a casa mia a Kamakura. Senza chiudere occhio nemmeno un attimo, mi misi a cercare notizie sull’incidente alla centrale nucleare. Man mano che cercavo, mi salivano sempre più forti i dubbi che Tepco, l’Agenzia per la sicurezza nucleare ed il governo si fossero alleati per nascondere notizie scomode. A questo punto provai indignazione a vedere che ciascuno riteneva più importante difendere, più che la salute dei cittadini, la propria posizione ed i propri privilegi. Lo Stato continuava soltanto a ripetere ‘non preoccupatevi’, ma avrebbero anche dovuto dire chiaramente ‘se mai dovesse capitare qualcosa, fate così…’ altrimenti i cittadini sarebbero stati messi improvvisamente davanti ad una situazione disperata di pericolo. Pensai che ciascuno doveva badare da solo alla salute propria e dei suoi cari, e io decisi di allontanarmi il più possibile dalla centrale di Fukushima, ma le mamme che avevano fatto lo stesso ragionamento erano molte sugli Shinkansen diretti verso sud: non c’era più posto nei posti prenotati, né nei posti liberi e rimanevano solo pochissimi posti in prima classe". A trascorso due settimane a casa di un’amica a Osaka ma "non sono riuscita a condurre una vita quotidiana normale né a lavorare".

CREATA DALL'UOMO Non è una tragedia sola, sostiene, Yu Miri: "Non penso che si debba parlare al singolare di tragedia, ma che ci sia stata una calamità naturale, cioè il terremoto e lo tsunami, e una calamità creata dall’uomo, cioè l’incidente nucleare. Il terremoto e lo tsunami ormai è il passato, ma l’incidente nucleare è una cosa che prosegue ancora oggi. Con la contaminazione radioattiva dell’aria, del suolo, dell’acqua e del mare, vi sono molte cose che non si possono più fare. I bambini non possono più giocare all’aperto. Non si può più stendere fuori il bucato ad asciugare, non si può più uscire nei giorni di pioggia. Il riso, il pane, il latte, le uova, la verdura, il pesce, la carne, questi alimenti non si possono più comprare da nessuna parte. Non si può prendere una boccata d’aria fuori senza coprirsi con una mascherina". E, aggiunge, "non si può più fare jogging", notazione personale, perché l’autrice è un’appassionata maratoneta. "Il fatto che io sia ancora viva è per me una ‘fortuna’, un ‘miracolo’ al quale faccio fatica a credere. Ringrazio dal profondo del cuore di essere ancora viva".

INFORMAZIONI Yu Miri dice di basarsi soprattutto dei media stranieri per la raccolta di informazioni su quanto accade in Giappone ora: "Ho ritenuto che non si potesse riporre alcuna fiducia nelle informazioni provenienti da televisioni, giornali, e negli altri media principali. Le società elettriche sono grandi finanziatrici dei mezzi di comunicazione, e riforniscono di cospicui finanziamenti centri di ricerca in tutte le università. In questo modo per molti anni sono state tenute a bada le critiche che sarebbero potute arrivare dai mass media e dagli studiosi. Pertanto la mia fonte principale di informazione sono stati i media stranieri".

L'ORA X "L’ora in cui è avvenuto il terremoto, le 14.46 del 11 marzo, è un confine, il fluire del tempo ha subito un cambiamento completo. Non si può fare esperienza del tempo in maniera ordinata, dicendo c’era uno ieri, c’è un oggi, ci sarà un domani". E il dramma in atto ha riacceso le convinzioni antinucleariste di Yu Miri: "Stavolta il Giappone ha dimostrato a tutto il mondo quanto è pericolosa l’energia nucleare. Inoltre, si dice che le centrali atomiche siano economiche, ma questo è perché si è continuato a tagliare sugli investimenti in sicurezza e non sono messi in conto i costi di smantellamento dei reattori. In Giappone la quantità di energia derivante dal nucleare non supera il 30%, e ci sono enormi centrali termiche che non sono sfruttate che per il 50%. Anche se si producesse attraverso centrali termiche tutta l’energia che si produce ora con il nucleare, le centrali termiche sarebbero sfruttate al 70%. Con lo stop dei circa 50 reattori nucleari che ci sono in Giappone vi sarebbero problemi legati alla riduzione delle emissioni di CO2, all’incremento del prezzo delle materie prime ma nella situazione attuale non mi sembra che vi siano altre strade che fare affidamento all’energia delle centrali termiche e sostituirla in fretta con l’energia eolica, solare, geotermica, l’energia delle maree, delle biomasse".

RINASCITA Nello sconvolgimento del Giappone, tuttavia, Yu Miri pare intravedere gli estremi per una rinascita: "Nelle isole all’estremo sud del Giappone è stata imposta la presenza delle basi militari americane, nel Nord-est, la zona del terremoto, sono state imposte le centrali nucleari… Ecco allora che occorre cambiare lo schema secondo il quale solo chi vive nella parte centrale del Giappone può godere di tranquillità e sicurezza. Non può essere un ritorno al passato, ma occorre realizzare una ricostruzione cambiando le strutture attuali dalla base. Se dopo aver fatto questi grandi sacrifici, non fosse ancora possibile arrivare ad un cambiamento, il Giappone affonderà. Ciascuno, uno per uno, deve provare a rimettersi in discussione". E di che cosa ha maggiormente bisogno il Giappone in questo momento? "Di decisioni e di cambiamenti".

 

 

 

 

 

 

 

2011-04-09

Anche migliaia di cadaveri sono finiti in acqua e vanno verso le coste Usa

I resti dello tsunami minacciano

la vita dell'oceano Pacifico

Auto, camion, case intere (circa duecentomila)

e tantissimi oggetti di plastica sono finiti in mare

Anche migliaia di cadaveri sono finiti in acqua e vanno verso le coste Usa

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Auto, camion, case intere (circa duecentomila)

e tantissimi oggetti di plastica sono finiti in mare

MILANO - Tutto ciò che non è affondato in seguito alla spaventosa onda di tsunami che l'undici marzo scorso ha colpito le coste nord-orientali del Giappone, ora galleggia nelle acque dell'Oceano Pacifico. Automobili, camion, barche capovolte, persino alcune case intere (circa duecentomila) e tantissimi oggetti di plastica sono finiti in mare, risucchiati dalla forza terrificante dell'onda formatasi a seguito del sisma. E ora viaggiano verso la West Coast statunitense seminando preoccupazione riguardo all’impatto che avranno in termini di inquinamento e di minaccia alla vita marina.

PARTICOLARE RACCAPRICCIANTE - Secondo l'eminente oceanografo statunitense Curtis Ebbesmeyer è probabile che, confusi nell'enorme massa di detriti, raggiungano le coste americane anche parti del corpo delle migliaia di persone perite nel disastro naturale nipponico. In particolare Ebbesmeyer, che per anni ha studiato il movimento dei relitti marini, sottolinea come sia altamente probabile che a spiaggiarsi, oltre i detriti, siano anche i piedi dei cadaveri dispersi nell'oceano. Questo in ragione del fatto che mentre le altre parti del corpo verranno presumibilmente distrutte dalla permanenza in acqua, i piedi, ma solo quelli chiusi nelle scarpe da ginnastica, continueranno a galleggiare.

Ishinomaki, prefettura di Miyagi (Epa/Kurokawa)

Ishinomaki, prefettura di Miyagi (Epa/Kurokawa)

PERICOLO PER LA NAVIGAZIONE - La Settima Flotta della Marina militare americana, che ha individuato l'enorme massa galleggiante, ritiene che i relitti rappresentino un serio problema per la navigazione: "E' davvero difficile muoversi in mezzo a tutta quella roba - ha detto il sottotenente Vernon Dennis - e, considerando che le imbarcazioni si muovono grazie alle eliche, le reti da pesca e gli altri detriti rappresentano una chiara minaccia. Provare ad attraversare questi ostacoli non ha senso poiché causerebbe soltanto nuovi relitti, vale a dire i natanti danneggiati".

UNO, DUE O TRE ANNI - A parere degli esperti i primi resti dello tsunami raggiungeranno la West Coast entro un anno, sospinti dalle correnti che vanno verso gli stati di Washington, dell'Oregon e della California. In seguito i detriti si indirizzeranno verso le Hawaii, per poi ritornare verso l'Asia impiegando sei anni, seguendo il Vortice sub-tropicale del Nord Pacifico (un sistema formato da quattro correnti oceaniche principali che occupa la maggior parte dell'Oceano Pacifico settentrionale). Le previsioni degli scienziati americani sostengono che i primi residui, come barche da pesca e tutto ciò che non assorbe acqua, raggiungeranno gli Usa entro un anno, mentre il legname e gli oggetti domestici navigheranno per due o tre anni prima di spiaggiarsi. "Alcuni oggetti si distruggeranno nel tragitto - ha dichiarato Luca Centurioni, ricercatore dello Scripps Institution of Oceanography della University of California di San Diego - molti mancheranno le nostre coste e proseguiranno verso il Golfo dell'Alaska. Tutti i detriti che non arriveranno qui, molto probabilmente finiranno nella Great Pacific Garbage Patch (lo sterminato accumulo di rifiuti formatosi a partire dagli anni Cinquanta che si stima occupi stabilmente tra lo 0.41 e il 5.6 per cento dell'intero Pacifico).

PERICOLO RADIOATTIVO - A seguito della fuoriuscita di materiale radioattivo dalle centrali di Fukushima, alcuni dei relitti potrebbero risultare contaminati, ma secondo James Hevezi, presidente dell'American College of Radiology Commission on Medical Physics, "il rischio è molto basso, poiché quando raggiungeranno le coste americane il grado di radioattività degli oggetti dovrebbe essere insignificante".

Emanuela Di Pasqua

08 aprile 2011

 

 

 

 

2011-04-08

Anche migliaia di cadaveri sono finiti in acqua e vanno verso le coste Usa

I resti dello tsunami minacciano

la vita dell'oceano Pacifico

Auto, camion, case intere (circa duecentomila)

e tantissimi oggetti di plastica sono finiti in mare

Anche migliaia di cadaveri sono finiti in acqua e vanno verso le coste Usa

I resti dello tsunami minacciano

la vita dell'oceano Pacifico

Auto, camion, case intere (circa duecentomila)

e tantissimi oggetti di plastica sono finiti in mare

MILANO - Tutto ciò che non è affondato in seguito alla spaventosa onda di tsunami che l'undici marzo scorso ha colpito le coste nord-orientali del Giappone, ora galleggia nelle acque dell'Oceano Pacifico. Automobili, camion, barche capovolte, persino alcune case intere (circa duecentomila) e tantissimi oggetti di plastica sono finiti in mare, risucchiati dalla forza terrificante dell'onda formatasi a seguito del sisma. E ora viaggiano verso la West Coast statunitense seminando preoccupazione riguardo all’impatto che avranno in termini di inquinamento e di minaccia alla vita marina.

PARTICOLARE RACCAPRICCIANTE - Secondo l'eminente oceanografo statunitense Curtis Ebbesmeyer è probabile che, confusi nell'enorme massa di detriti, raggiungano le coste americane anche parti del corpo delle migliaia di persone perite nel disastro naturale nipponico. In particolare Ebbesmeyer, che per anni ha studiato il movimento dei relitti marini, sottolinea come sia altamente probabile che a spiaggiarsi, oltre i detriti, siano anche i piedi dei cadaveri dispersi nell'oceano. Questo in ragione del fatto che mentre le altre parti del corpo verranno presumibilmente distrutte dalla permanenza in acqua, i piedi, ma solo quelli chiusi nelle scarpe da ginnastica, continueranno a galleggiare.

Ishinomaki, prefettura di Miyagi (Epa/Kurokawa)

Ishinomaki, prefettura di Miyagi (Epa/Kurokawa)

PERICOLO PER LA NAVIGAZIONE - La Settima Flotta della Marina militare americana, che ha individuato l'enorme massa galleggiante, ritiene che i relitti rappresentino un serio problema per la navigazione: "E' davvero difficile muoversi in mezzo a tutta quella roba - ha detto il sottotenente Vernon Dennis - e, considerando che le imbarcazioni si muovono grazie alle eliche, le reti da pesca e gli altri detriti rappresentano una chiara minaccia. Provare ad attraversare questi ostacoli non ha senso poiché causerebbe soltanto nuovi relitti, vale a dire i natanti danneggiati".

UNO, DUE O TRE ANNI - A parere degli esperti i primi resti dello tsunami raggiungeranno la West Coast entro un anno, sospinti dalle correnti che vanno verso gli stati di Washington, dell'Oregon e della California. In seguito i detriti si indirizzeranno verso le Hawaii, per poi ritornare verso l'Asia impiegando sei anni, seguendo il Vortice sub-tropicale del Nord Pacifico (un sistema formato da quattro correnti oceaniche principali che occupa la maggior parte dell'Oceano Pacifico settentrionale). Le previsioni degli scienziati americani sostengono che i primi residui, come barche da pesca e tutto ciò che non assorbe acqua, raggiungeranno gli Usa entro un anno, mentre il legname e gli oggetti domestici navigheranno per due o tre anni prima di spiaggiarsi. "Alcuni oggetti si distruggeranno nel tragitto - ha dichiarato Luca Centurioni, ricercatore dello Scripps Institution of Oceanography della University of California di San Diego - molti mancheranno le nostre coste e proseguiranno verso il Golfo dell'Alaska. Tutti i detriti che non arriveranno qui, molto probabilmente finiranno nella Great Pacific Garbage Patch (lo sterminato accumulo di rifiuti formatosi a partire dagli anni Cinquanta che si stima occupi stabilmente tra lo 0.41 e il 5.6 per cento dell'intero Pacifico).

PERICOLO RADIOATTIVO - A seguito della fuoriuscita di materiale radioattivo dalle centrali di Fukushima, alcuni dei relitti potrebbero risultare contaminati, ma secondo James Hevezi, presidente dell'American College of Radiology Commission on Medical Physics, "il rischio è molto basso, poiché quando raggiungeranno le coste americane il grado di radioattività degli oggetti dovrebbe essere insignificante".

Emanuela Di Pasqua

08 aprile 2011

 

 

 

 

2011-04-05

Lo scrive la stampa nipponica

Radiottività in mare 7,5 milioni

di volte superiore ai livelli normali

Misurazione di fronte al reattore 2, prima che la Tepco

riversasse acqua contaminata nell'Oceano Pacifico

Lo scrive la stampa nipponica

Radiottività in mare 7,5 milioni

di volte superiore ai livelli normali

Misurazione di fronte al reattore 2, prima che la Tepco

riversasse acqua contaminata nell'Oceano Pacifico

(Ap)

(Ap)

TOKYO - Lo iodio radioattivo trovato nell'acqua marina dinanzi al reattore numero 2 dell'impianto atomico di Fukushima, in Giappone, è 7,5 milioni di volte superiore al limite legale. Lo scrive la stampa nipponica, precisando che il campione è stato raccolto il 2 aprile e dunque prima che la società che gestisce la disastrata centrale, la Tepco, cominciasse a riversare tonnellate di acqua radioattiva nell'Oceano Pacifico.

RILASCIO DI ACQUA CONTAMINATA - Il rilascio di acqua contaminata in mare è una violazione senza precedenti delle normative di sicurezza, ma è stato ritenuto inevitabile: il governo ha giustificato l'azione come una sorta di male minore; e nonostante il governo nipponico abbia assicurato che non c'è alcun rischio per la salute, la Corea del Sud ha già protestato ufficialmente. Intanto la società ha annunciato l'intenzione di pagare indennizzi, probabilmente a partire dalla fine del mese, ai residenti e agli agricoltori che abitano attorno all'impianto (rimborsi per le spese mediche, per il reddito perso a causa dell'evacuazione e per il costo della vita dopo le nuove linee guida imposte dal governo); ma non è chiaro dove l'azienda troverà i soldi considerato che continua ad affondare in borsa (oggi ha toccato il record storico negativo). E l'allarme cresce. La prefettura di Fukushima ha cominciato a misurare i livelli di radiazione nei campi da gioco delle scuole: nei prossimi due giorni, più di 1.400 scuole e asili nido saranno testati per rispondere al'ansia crescente dei genitori, ma il governo continua a ripetere che non ci dovrebbe essere alcun rischio se i bambini vengono tenuti fuori di una raggio di 30 km dall'impianto.

TEST NELLE SCUOLE - Sono anche iniziati i test di radioattività in 1400 fra scuole materne, elementari e superiori della prefettura di Fukushima. I test, riferisce l'agenzia stampa Kyodo, sono stati autorizzati dalle autorità della prefettura su pressione dei genitori preoccupati dopo la riapertura della scuole il primo aprile. I test non riguardano la zona compresa nel raggio di 20 chilometri dalla centrale nucleare di Fukushima, che è stata evacuata dopo la fuoriuscita di radioattività seguita al terremoto e lo tsunami dell'11 marzo. Escluso anche l'anello successivo, fra i 20 e i 30 chilometri di distanza, dove è stato ordinato alla popolazione di rimanere chiusi in casa. Secondo le autorità non vi sono problemi nel far andare i bambini nelle scuole che si trovano oltre un raggio di 30 chilometri dalla centrale, ma questa rassicurazione non è parsa sufficiente ai genitori e sono stati quindi avviati i test nelle aule e i cortili esterni delle scuole.

05 aprile 2011

 

 

 

2011-04-04

il rilascio volontario programmato per martedì

Giappone,la Tepco annuncia: "In mare 15.000 tonnellate di acqua radioattiva"

Tentativo di dare un'accelerata ai lavori per riportare sotto controllo la centrale nucleare di Fukushima

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Tentativo di dare un'accelerata ai lavori per riportare sotto controllo la centrale nucleare di Fukushima

(Epa)

(Epa)

TOKYO - La Tepco, il gestore dell'impianto nucleare di Fukushima, ha reso noto che da martedì potrebbe riversare nell'oceano Pacifico 15.000 tonnellate di acqua radioattiva. Lo riferisce l'agenzia Kyodo. Tepco ha spiegato, nel corso di una conferenza stampa, che il rilascio volontario di acqua radioattiva rientra nel tentativo di dare un'accelerata ai lavori per riportare la centrale nucleare di Fukushima sotto controllo.

BASSA RADIOATTIVITÀ - La quantità totale di liquidi contaminati potrebbe essere di 15.000 tonnellate, con una concentrazione di radiazioni stimata in circa 100 volte il limite legale, quindi a un livello "relativamente basso", secondo la compagnia. L'eccessivo accumulo di acqua, presente in diverse parti dell'impianto, comprese quelle vicino a reattori e turbine, ha ostacolato i lavori della messa in sicurezza. Lo scarico in mare, ad ogni modo, è un piano estremo in quanto la Tepco non riesce a trovare spazi sufficientemente grandi nei quali poterla trasferire.

INIETTATO COLORANTE - Nel frattempo i lavoratori della centrale hanno provato lunedì mattina a usare un colorante lattiginoso per individuare il percorso dell'acqua altamente radioattiva che si sta sversando nel Pacifico dalla falla di 20 centimetri scoperta sabato. L'acqua radioattiva si sta raccogliendo intorno alle turbine dei tre reattori danneggiati della centrale impedendo agli operai di accendere i sistemi di raffreddamento.

STOP NUCLEARE - Il governo giappone potrebbe rivedere i sui impegni sul fronte della riduzione delle emissioni di gas ad effetto alla luce del default che ha riguardato alcune centrali nucleari dopo il terremoto e il conseguente tsunami. "La decisione di ritoccare gli obiettivi previsti con un taglio del 25% delle emissioni entro il 2020 - ha lasciato trapelate il capo gabinetto del governo nipponico Yukio Edano - dipenderà dalla capacità del Giappone di affrontare l'incidente che ha riguardato i reattori di Fukushima".

Redazione online

04 aprile 2011

 

 

 

 

2011-04-03

Continuano le operazione per portare in sicurezza la centrale di Fukushima

Giappone, fallito il tentativo

di tappare la falla con il calcestruzzo

Trovati morti due operai della centrale, di 24 e 21 anni, scomparsi dal giorno del sisma

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Una manifestazione di protesta a Tokyo (Afp)

Una manifestazione di protesta a Tokyo (Afp)

TOKYO (Giappone) - Gli ingegneri al lavoro nella centrale di Fukushima Daiichi non sono ancora riusciti a tappare la crepa da cui viene riversata acqua radioattiva nel Pacifico, ma hanno annunciato che in un'ispezione portata a termine domenica non sono state trovate altre falle. Si pensa che la lunga crepa da 20 centimetri sia stata causata dal terremoto di magnitudo 9.0 dello scorso 11 marzo, che ha anche determinato lo tsunami. I lavoratori hanno provato a riempirla con calcestruzzo, ma non sono riusciti a farlo asciugare. Adesso hanno in programma di iniettare un polimero in grado di assorbire enormi quantità di acqua estendendosi di 50 volte rispetto alle sue dimensioni originarie.

OPERAI - Intanto due operai della centrale nucleare di Fukushima, scomparsi dal giorno del sisma sono stati ritrovati morti, sempre nello stesso sito. Sulla base di quanto riferito in conferenza stampa dalla Tepco, il gestore dell'impianto, i due, di 24 e 21 anni, sarebbero deceduti per le ferite multiple riportate associate a tracce di annegamento. Le analisi fatte dai medici legali hanno ipotizzato la morte poco più di un'ora dopo il terremoto, avvenuto alle ore 14.46 dell'11 marzo, cui è seguito il devastante tsunami. I loro corpi sono stati trovati mercoledì e poi ripuliti e decontaminati, visto che l'impianto continua a rilasciare forti dosi di radiazione in quella che è la peggiore crisi nucleare del Giappone.

Redazione online

03 aprile 2011

 

 

2011-04-02

GIappone - il SEGRETARIO all'Energia degli Stati Uniti: "GRAVI DANNI Ai due NOCCIOLI"

La Tepco annuncia: "Individuata

la perdita di acqua radioattiva"

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Uomini della guardia costiera traggono in salvo un cane (Ap)

Uomini della guardia costiera traggono in salvo un cane (Ap)

TOKYO - La Tepco ha reso noto di aver individuato la perdita al reattore n.2 della centrale di Fukushima dalla quale c'è la fuoriuscita di acqua radioattiva che si riversa poi in mare.

I NOCCIOLI - Intanto secondo il segretario all'Energia degli Stati Uniti, Steven Chu, la situazione nella centrale giapponese di Fukushima sta migliorando. Le informazioni fornite dalle autorità giapponesi indicano che i noccioli di tutti i reattori sono stati nuovamente coperti d'acqua e le vasche di combustibile esausto sono "ora sotto controllo". Eppure almeno due dei noccioli sarebbero stati in parte gravemente danneggiati. Secondo Chu, premio Nobel per la fisica, a subire gravi danni è stato circa il 70% del nocciolo di un reattore e il 30% di un altro. Queste stime secondo Chu sono però solo indicative perché gli alti livelli di radiazioni impediscono al lavoratori di controllare con attenzione le unità. Gli ufficiali della Tepco e dell'agenzia di sicurezza nucleare giapponese non confermano la valutazione.

VISITA DEL PREMIER - Il premier giapponese Naoto Kan si è recato sabato, per la prima volta in tre settimane, nella regione nord-orientale del Paese devastata l'11 marzo scorso dal sisma di magnitudo 9 e dallo tsunami. Kan è arrivato su un elicottero militare nel piccolo porto di Rikuzentakata, nella prefettura di Iwate, dove sono morte circa 1.000 persone e altre 1.300 risultano disperse. Il premier ha incontrato i vigili del fuoco volontari, quindi ha visitato un centro di accoglienza per sfollati. "Una persona che aveva la sua abitazione sulla riva ha chiesto dove potrebbe ricostruire una casa - ha poi raccontato Kan - ho risposto che 'il governo farà tutto il possibile per aiutarlì". Kan incontrerà più tardi nella prefettura di Fukushima le squadre di soccorso impegnate nella centrale nucleare Fukushima Daiichi. Il premier aveva annullato il 21 marzo scorso la visita in programma nel nord-est del Paese, per le cattive condizioni meteorologiche. Il 12 marzo, all'indomani del sisma e dello tsunami, aveva sorvolato in elicottero la centrale di Fukushima per capire quali danni avesse subito.

Redazione online

02 aprile 2011

 

 

 

 

2011-04-01

La tepco conferma: "nella alda sotto il reattore radioattività abnorme"

I 300 di Fukushima: "Moriremo tutti"

I tecnici, soldati, ingegneri e pompieri che lavorano alla centrale sono tutti convinti di morire per le radiazioni

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(Ansa)

(Ansa)

MILANO - Sono convinti che moriranno tutti a seguito dell'esposizione alle radiazioni. Ma questa non li ferma. Continuano a svolgere il loro compito. I 300 tecnici, ingegneri, soldati e vigili del fuoco impegnati da settimane nella centrale nucleare di Fukushima per scongiurare una fusione si aspettano di morire, dopo essere stati esposti più volte a livelli di radioattività altamente pericolosi.

LA CONFESSIONE - "Mio figlio e i suoi colleghi hanno discusso a lungo e si sono impegnati a morire, se necessario a lungo termine", ha detto la mamma di uno del gruppo, citata oggi dal quotidiano britannico "Telegraph". Il gruppo è stato ribattezzato dalla stampa nipponica "Fukushima 50", perchè furono 50 i lavoratori rimasti nell'impianto dopo l'incendio scoppiato al reattore 4 il 15 marzo scorso, mentre gli altri 750 vennero fatti sgomberare.

RADIOATTIVITA' ABNORME - Nel frattempo, la Tepco in una nota ha confermato la validità delle analisi annunciate la scorsa notte e messe in dubbio dall'Agenzia giapponese per la sicurezza nucleare: la quantità di iodio radioattivo nella falda sotto il reattore numero 1 di Fukushima presenta valori abnormi di radioattività, pari a 10.000 volte i limiti legali.

Redazione online

01 aprile 2011

 

per ora falde acquifere non contaminate

"Crisi ben lontana dall'essere risolta"

Il premier giapponese: "E' difficile dire quando la crisi potrebbe avere una fine"

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Il premier nipponico, Naoto Kan (Reuters)

Il premier nipponico, Naoto Kan (Reuters)

MILANO - La crisi nucleare in Giappone è ben lontana dall'essere risolta. La situazione alla centrale nucleare di Fukushima infatti "è ancora da stabilizzare" ha detto il premier nipponico, Naoto Kan, secondo cui "è difficile dire quando la crisi potrebbe avere una fine". I giapponesi non corrono alcun rischio di essere esposti a tassi pericolosi di radioattività se seguono i consigli del governo ha aggiunto Kan.

FALDE ACQUIFERE - Livelli di radiazioni oltre i limiti imposti dal governo giapponese sono però filtrati nelle falde acquifere sotto la centrale nucleare di Fukushima, ma gli esperti sostengono che è improbabile che vengano contaminate le forniture di acqua. Almeno, è quanto sostiene Seiki Kawagoe, professore di scienze ambientali all'università di Tohoku, secondo cui le sostanze radioattive non dovrebbero contaminare l'acqua potabile, visto che le radiazioni tendono a dissiparsi velocemente nel terreno così come fanno nell'acqua marina. Ci sono però due modi in cui lo iodio radioattivo può colpire l'acqua potabile nel caso in cui la concentrazione sia alta abbastanza. Primo se la sostanza filtra nei pozzi dell'area. L'altra paura è che l'acqua contaminata della centrale possa filtrare nelle vie d'acqua sotterranee ed eventualmente nei fiumi da cui viene presa l'acqua potabile. Nella zona ci sono due impianti che filtrano l'acqua, ma entrambi sono stati chiusi perché si trovano nell'area evacuata attorno all'impianto di Fukushima. Uno prende l'acqua dal fiume Kido, nel sud, l'altro dalla falda sotto a Odaka, al nord. Entrambe si trovano a diversi chilometri dalla costa. "Quando la gente tornerà nell'area testeremo l'acqua per esseri sicuri che non sia contaminata". Queste le parole di Masato Ishikawa, un funzionario della divisione cibo e sanità della prefettura di Fukushima.

POMPE PER CALCESTRUZZO - Intanto due gigantesche pompe per calcestruzzo, le più grandi del mondo nel suo genere, partiranno presto dagli Stati Uniti dirette verso il Giappone. Aiuteranno a versare acqua sui reattori danneggiati della centrale atomica di Fukushima Daiichi, quella più distrutta dal terremoto e soprattutto dal successivo tsunami dell'11 marzo. I due macchinari sono normalmente utilizzati per spruzzare calcestruzzo per costruire grattacieli, ponti e altri progetti; questa volta però inizieranno a sparare acqua e solo se si renderà necessario coprire un reattore con cemento, metodo utilizzato a Chernobyl nel 1986, passeranno all'utilizzo originale. Le pompe sarebbero in grado di farlo, spiega Kelly Blickle, portavoce della Putzmeister America, azienda tedesca che le ha prodotte. Fu proprio questa ditta infatti a fornire le macchine per il disastro in Ucraina.

CARNE DI MANZO - Nessuna sostanza radioattiva è invece stata rilevata dalle nuove analisi della carne proveniente dall'area di Fukushima che, appena giovedì notte, era stata indicata contaminata con livelli "abnormi" di cesio.

Redazione online

01 aprile 2011

 

 

2011-03-30

RICOVERATO il PRESIDENTE DELLA TEPCO: pressione arteriosa alta

Giappone, le radiazioni in mare

3.355 volte superiori alla norma

Il tasso di iodio oltre i limiti di legge: pesca vietata. Il governo ordina controlli in tutti i reattori

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Hidehiko Nishiyama, vicedirettore dell'Agenzia per la sicurezza nucleare giapponese (Reuters)

Hidehiko Nishiyama, vicedirettore dell'Agenzia per la sicurezza nucleare giapponese (Reuters)

OSAKA - Il tasso di iodio radioattivo nel mare, a 300 metri dalla centrale nucleare giapponese di Fukushima, è 3.355 volte superiore al limite di legge. Lo ha reso noto l'Agenzia per la sicurezza nucleare giapponese. Il vicedirettore dell'Agenzia, Hidehiko Nishiyama, ha minimizzato ricordando che la popolazione locale è stata allontanata e l'attività di pesca nella zona è stata vietata. Nishiyama ha però ammesso di non conoscere le cause dell'aumento del livello di radiazioni. Ed è l'ennesima incognita di questa sciagura. "Dobbiamo capire al più presto cosa ha determinato questo innalzamento", ha detto.

ISPEZIONI A TUTTI REATTORI - Il governo giapponese, su iniziativa del ministero dell'Industria, ha disposto il controllo urgente di tutti i reattori nucleari del Paese per garantire che non si ripetano scenari come quelli che hanno portato al danneggiamento e alla "criticità" della centrale nucleare di Fukushima. Il ministro dell'Economia, Commercio e Industria, Banri Kaieda, ha inviato una lettera in tal senso ai vertici delle 9 società elettriche regionali nipponiche e a due operatori che gestiscono altri impianti nucleari. Il Giappone ha 54/55 reattori, tutti situati lungo la costa e disseminati su un arcipelago a fortissimo rischio sismico. L'iniziativa, in base a quanto spiegato da Kaieda nel corso di una conferenza stampa trasmessa in parte in tv, è nata dopo aver esaminato meccanismi e carenze che hanno portato alla crisi della centrale di Fukushima, la cui messa in sicurezza è ancora tutta da raggiungere.

REATTORI DI FUKUSHIMA - Tra l'altro il Giappone sta anche valutando di coprire i tre reattori danneggiati della centrale nucleare di Fukushima, per ridurre le emissioni radioattive, e di utilizzare un'autocisterna per eliminare l'acqua contaminata presente nell'impianto. Stando a quanto riferito dal quotidiano nipponico Asahi Shimbun, il governo sta pensando di ricorrere a delle coperture speciali per i tetti e le pareti degli edifici esterni dei reattori 1, 3 e 4, con l'impiego di strumenti di aerazione per scongiurare accumulo di gas e nuove esplosioni. Un altro progetto riferito dal giornale prevede di ancorare un'autocisterna nell'Oceano Pacifico, vicino ai reattori 1 e 4, per eliminare l'acqua radioattiva trovata nelle sala macchine e in un tunnel situato vicino al reattore 2, che porta all'esterno dell'edificio. Interpellato a proposito, il portavoce del governo, Yukio Edano, ha risposto che il governo e gli esperti nucleari stanno valutando "tutte le soluzioni, anche quelle citate dalla stampa". Il governo degli Stati Uniti invierà un gruppo di robot in Giappone per aiutare a riprendere il controllo della centrale nucleare di Fukushima. Peter Lyons, assistente del segretario all'Energia, riferisce che in Giappone sarà inviato un carico di "robot resistenti alle radiazioni". Questi dispositivi sono in grado di lavorare in aree dove i livelli di radiazioni possono recare danni o addirittura uccidere una persona. I lavoratori impegnati nella centrale nucleare di Fukushima Daiichi sono esposti a livelli molto alti di radiazioni e alcuni di loro sono già stati colpiti dalla contaminazione.

Radioattività altissima

PRESIDENTE TEPCO - Intanto Masataka Shimizu, presidente della Tepco, la società che gestisce la centrale nucleare giapponese di Fukushima, è stato ricoverato martedì sera in ospedale. Lo hanno rivelato i media locali, precisando che Shimizu, 66 anni, nei giorni scorsi si era assentato per problemi di salute: soffre di pressione arteriosa alta. Shimizu non appariva in pubblico dal 13 marzo, due giorni dopo il terremoto e il disastroso tsunami che si è abbattuto sul nord-est del Giappone.

IL BILANCIO - Nel frattempo la polizia ha diffuso l'ultimo bilancio del terremoto e dello tsunami in Giappone: 11.232 i morti e 16.361 i dispersi. Solo nella provincia di Miyagi le vittime sono state 6.843. In quella di Iwate i morti accertati sono 3.301 mentre nella provincia di Fukushima sono 1.030.

Redazione online

30 marzo 2011

 

 

 

2011-03-28

Tracce di Iodio 131 rinvenute nell'acqua piovana nello stato Usa del Massachussets

Nuova scossa al largo del Giappone

Fukushima, la radioattività sale ancora

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Una delle sale di controllo di Fukushima (Ansa)

Una delle sale di controllo di Fukushima (Ansa)

MILANO - La radioattività all'esterno del reattore n.2 di Fukushima ha registrato un balzo, superando quota 1.000 millisievert/ora. Lo rende noto la Tepco a poche ore dall'ammissione, da parte di un portavoce del governo, di una possibile fusione parziale delle barre di combustibile nucleare. Yukio Edano, che ha parlato per conto dell'esecutivo, ha spiegato così gli alti livelli di radiazione rilevati domenica nell'acqua che allaga il seminterrato dell'edificio delle turbine del reattore. Edano ha aggiunto che questa fusione parziale è stata temporanea, ma ha fatto in modo che l'acqua in cui è immerso parte dell'edificio delle turbine dell'unità 2 registri alti livelli di radioattività e renda difficile il lavoro degli operai. "La radiazione sembra provenire dalle barre di combustibile parzialmente fuse e venute in contatto con l'acqua utilizzata per raffreddare il reattore", ha spiegato.

LE MISURAZIONI DELLA TEPCO - Domenica erano stati rilevati livelli di 1.000 millisievert all'ora nel reattore 2, il che aveva fatto temere danni al nucleo del reattore o alle tubature che conducono l'acqua radioattiva tra le turbine e i nucleo. Ora lo stesso livello di radioattività sembrerebbe essere stato superato. La Tokyo Electric Power (Tepco), che gestisce l'impianto, domenica si era tra l'altro sbagliata nella misurazione della radioattività dell'acqua dentro l'unità, dicendo in primo tempo che era di 10 milioni di volte superiore al normale, quando in realtà era di 100mila volte. Il governo giapponese ha bacchettato pesantemente la Tepco per l'errore, definendo "inaccettabile" la gestione dell'informazione da parte della società. Lunedì, invece, un portavoce della Tepco ha spiegato che è stata trovata acqua altamente radioattiva, che fuoriesce dall'edificio delle turbine del reattore, aggiungendo che il timore è che il liquido si riversi nell'ambiente.

"Ci vorranno mesi per una soluzione"

di Paolo Salom

NUOVA SCOSSA DI TERREMOTO - Nel frattempo va registrata una nuova scossa sismica nel Paese, una delle tante seguite al terremoto con successivo tsunami dello scorso 11 marzo, da cui ha avuto origine l'incidente di Fukushima. Di magnitudo 6,5, la scossa è stata rilevata al largo delle coste nordorientali del Giappone, senza che si abbiano notizie di vittime o danni. Un allarme tsunami è stato diffuso e revocato dopo breve tempo per la prefettura di Miyagi: secondo le autorità giapponesi il sisma - il cui epicentro si trovava a oltre 17 chilometri di profondità - è da considerarsi una replica di quello dell'11 marzo, dato che è avvenuto nella stessa regione dell'Oceano Pacifico.

RADIOATTIVITA' IN USA E CINA - Intanto negli Usa continuano ad essere rilevate tracce di iodio radioattivo, collegabili all'incidente nucleare in Giappone, in campioni di acqua piovana. Nel weekend le rilevazioni hanno dato risultati positivi in Massachusetts, sulla costa atlantica. Il basso livello di iodio radioattivo 131 rilevato nelle precipitazioni è paragonabile, hanno spiegato le autorità, alle quantità trovate anche sulla costa pacifica, in California e nello Stato di Washington, e non pone rischi per le forniture idriche. Campioni di aria analizzati nella stessa zona in Massachusetts non hanno mostrato tracce di radiazioni rilevabili. I campioni sono stati prelevati da più i 100 siti in tutto il Paese che fanno parte del sistema di monitoraggio ambientale degli Stati Uniti per la protezione da radiazioni. Anche in Cina sono state trovare tracce di radioattività nell'aria nella provincia nordorientale cinese dell'Heilongjiang ma, secondo quanto riferisce l'agenzia Nuova Cina, i livelli ci concentrazione non sono preoccupanti per la salute delle persone.

Redazione Online

28 marzo 2011

 

 

 

 

2011-03-27

LA CENTRALE ATOMICA IN GIAPPONE / Valori di centomila volte superiori ai limiti

Fukushima, allarme al reattore 2

La radioattività dell'acqua è troppo elevata: evacuati i tecnici. Ma ci sarebbe stato un errore di misurazione

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Fukushima, allarme al reattore 2

La radioattività dell'acqua è troppo elevata: evacuati i tecnici. Ma ci sarebbe stato un errore di misurazione

MILANO - La radioattività dell'acqua al reattore n.2 della centrale giapponese di Fukushima è estremamente elevata, tanto da far fuggire i tecnici che vi stavano lavorando. Lo riferisce l'Agenzia per la sicurezza nucleare, secondo cui si è resa necessaria l'evacuazione immediata dei tecnici al lavoro. La Tepco, la società che gestisce l'impianto, ha corretto il valore delle radiazioni registrate oggi al reattore n.2 di Fukushima, dall' iniziale 10 milioni di volte superiore alla norma, erroneamente dichiarato in precedenza, a 100.000 volte, un livello comunque pericoloso e tale da giustificare l'evacuazione .

ERRORE DI MISURAZIONE - Il livello di iodio-131 presente nel reattore n.2 è estremamente alto, al punto da far ipotizzare all'Agenzia che l'acqua possa essere legata in qualche modo al nocciolo, visto che la radioattività registrata è stata di 1.000 millisievert/ora. Questo dato però è stato successivamente corretto dalla stessa Tepco che si è scusata per l'errore e rimandando ulteriori dati ad una seconda e più accurata l'ettura.

MESSA IN SICUREZZA AL RALENTY - L'emergenza contaminazione, in ogni caso, sale mentre i tentativi di messa in sicurezza sono frenati dalla minaccia radiazioni: proprio questa domenica era in programma il passaggio dalle autobotti dei pompieri alle pompe elettriche per iniettare acqua nei reattori, per accelerare i tempi ed evitare così ulteriori ritardi. Le fonti di perdita di materiale nocivo restano ancora da individuare mentre lo iodio radioattivo è salito a 1.850 volte i limiti legali nelle acque immediatamente vicine all'impianto di Fukushima.

Redazione online

27 marzo 2011

 

Il vicepresidente del Consiglio nazionale delle ricerche

L'"eretico" del Cnr:

"I terremoti? Un castigo divino"

Nuove polemiche sullo storico de Mattei:

"Riaffermo solo la tradizionale dottrina cattolica"

Il vicepresidente del Consiglio nazionale delle ricerche

L'"eretico" del Cnr:

"I terremoti? Un castigo divino"

Nuove polemiche sullo storico de Mattei:

"Riaffermo solo la tradizionale dottrina cattolica"

Roberto de Mattei, vicepresidente del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr)

Roberto de Mattei, vicepresidente del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr)

MILANO - "Gli attacchi contro di me sono un tipico esempio della dittatura del relativismo denunciata da Benedetto XVI. Perché non ho fatto altro che riaffermare la tradizionale dottrina cattolica sulla provvidenza". Roberto de Mattei, vicepresidente del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), è di nuovo nell'occhio del ciclone. Dopo il discusso convegno antidarwiniano da lui organizzato nel 2009, ora lo storico romano, docente presso l'Università europea di Roma (legata ai Legionari di Cristo), è nel mirino per una conversazione a Radio Maria, nella quale ha sostenuto che i terremoti "sono una voce terribile ma paterna della bontà di Dio" e che in alcuni casi possono essere castighi divini. Online sono state raccolte migliaia di firme per chiederne le dimissioni, da parte di chi considera le sue posizioni "al di fuori del pensiero razionale" su cui si basa il metodo scientifico.

"Innanzitutto - replica de Mattei - non parlavo come vicepresidente del Cnr, ma da cittadino e da credente. Mi sono limitato a riprendere un libretto del 1911 scritto da monsignor Mazzella, arcivescovo di Rossano Calabro, che commentava il terremoto di Messina del 1908 riflettendo sul mistero del male. Il punto è che, come insegnano san Tommaso e sant'Agostino, nell'universo non accade nulla che non sia voluto, o almeno permesso, da Dio per precise ragioni. E tra di esse non è da escludere l'ipotesi di un castigo divino, anche se in materia non vi è certezza".

Ma il Dio cristiano non è amore? "Certo, infatti nel mio discorso non c'è alcun compiacimento. Esso nasce, al contrario, dalla convinzione che uno dei modi per aiutare spiritualmente chi soffre sia trovare una ragione alta e nobile per le disgrazie che l'hanno colpito, spiegando che anche le catastrofi sono originate dall'amore divino, che trae sempre il bene dal male".

Però la scienza indica cause geologiche per i terremoti. "Qui siamo su un piano diverso. Avanzare questa motivazione per chiedere che io mi dimetta equivale a esigere la cacciata dall'università di un fisico che crede al dogma della transustanziazione, certamente antiscientifico, per cui al momento della consacrazione eucaristica pane e vino diventano corpo e sangue di Cristo. Con questa logica scandalosa si arriverebbe a precludere ai cattolici ogni incarico pubblico". D'altronde de Mattei non si stupisce per gli attacchi degli atei: "Conosco la loro intolleranza: a parte Piergiorgio Odifreddi, non hanno mai accettato di confrontarsi con le mie idee, lanciano solo invettive. Mi colpiscono semmai il silenzio e l'ateismo pratico di certi cattolici, per i quali Dio sarebbe assente dalla storia, avrebbe creato l'universo per poi disinteressarsene".

Alcuni teologi infatti spiegano le sciagure naturali con una meccanica propria del mondo, non riconducibile alla volontà di Dio. "San Paolo scrive che il male e la morte sono entrati nel mondo attraverso il peccato originale di Adamo ed Eva. Da quella colpa derivano tutte le lacrime e i dolori dell'umanità. Oggi però nel mondo cattolico è penetrata una visione evoluzionista e poligenista, per cui il genere umano non proverrebbe da una coppia primordiale. Ma Pio XII nell'enciclica Humani Generis ha riaffermato che l'esistenza personale di Adamo ed Eva fa parte del magistero della Chiesa. Questa è una delle tante ragioni per cui un cattolico non può accettare le teorie di Darwin. Perciò mi stupisce che un semievoluzionista come il cardinale Gianfranco Ravasi presieda il Pontificio consiglio per la cultura".

Secondo lei non è adatto all'incarico? "Si chiede a me di lasciare la vicepresidenza del Cnr, ma sarebbe più logico che si dimettesse Ravasi, che sostiene in campo esegetico e scientifico posizioni non del tutto coerenti con la tradizione della Chiesa. Oltretutto l'evoluzionismo è indimostrabile sul piano sperimentale: di fatto è un mito che si sta sgretolando. Sono sempre più numerosi gli scienziati che lo rigettano, come quelli che ho riunito a Roma due anni fa. Ma Ravasi non ha invitato nessuno di loro al convegno a senso unico su Darwin organizzato nel marzo 2009 alla Gregoriana: neppure Josef Seifert, che è membro della Pontificia accademia per la vita".

Antonio Carioti

27 marzo 2011

 

 

2011-03-25

Lo ha annunciato la Tepco, il gestore dell'impianto

Giappone, danneggiata vasca reattore 3

Agenzia, crisi nucleare rischia di salire a 6

Sospeso il lavoro nei reattori 1 e 2 per acqua radioattiva. Il governo chiede l'evacuazione volontaria dei residenti

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La donna di 80 anni e il nipote di 16 estratti vivi dalle macerie dopo nove giorni dal terremoto a Ishimaki (Epa)

La donna di 80 anni e il nipote di 16 estratti vivi dalle macerie dopo nove giorni dal terremoto a Ishimaki (Epa)

OSAKA (GIAPPONE) - La situazione nella centrale nucleare di Fukushima, colpita duramente dal sisma/tsunami dell'11 marzo, resta "imprevedibile". Lo ha dichiarato il premier giapponese Naoto Kan. Alle sue parole si aggiungono i dati dell'Agenzia giapponese per la sicurezza nucleare secondo la quale, dopo la raccolta di dati sui livelli di radiazione nelle regioni limitrofe, il livello della gravità dell'incidente potrebbe essere portata da 5 a 6 (su una scala di 7), "o grave incidente". Nel frattempo giunge un altro allarme su reattore3. "È possibile che la vasca contenente le barre di combustibile nel reattore sia danneggiata", ha fatto sapere Il gestore Tepco.

SOSPESO LAVORO IN REATTORI 1 E 2 - Intanto l'alto livello di radioattività dell'acqua ha costretto alla sospensione dei lavori in corso nei reattori 1 e 2 della centrale nucleare di Fukushima. Lo riferisce l'agenzia giapponese Kyodo, ricordando che giovedì due persone che lavoravano nel reattore 3 dell'impianto sono state ricoverate in ospedale per problemi relativi ad acqua radioattiva. Il Giappone sta considerando di elaborare nuovi standard di sicurezza per le centrali nucleari, secondo quanto affermato dal ministro dell'Economia, Banri Kaida.

EVACUAZIONE VOLONTARIA - Il governo giapponese ha anche esortato i residenti nella fascia compresa tra i 20 e i 30 chilometri dalla centrale nucleare di Fukushima a trasferirsi volontariamente altrove. Lo ha riferito il portavoce del governo Yukio Edano, spiegando che la decisione è dovuta più alla preoccupazione per le difficoltà di approvvigionamento della popolazione piuttosto che per la salute pubblica, secondo quanto riferito dall'agenzia Kyodo news.

Redazione online

25 marzo 2011

 

 

I costi per rimettere in piedi il Paese stimati in 220 miliardi di euro

Giappone: sei giorni dopo la scossa

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dal nostro inviato PAOLO SALOM

 

OSAKA - Sei giorni soltanto. E poi si sono riposati. Tanto ci hanno messo gli ingegneri della società di gestione Nexco per ripristinare un tratto dell'autostrada a nord di Tokyo devastata dal terremoto dell'11 marzo.

Più che devastata: una foto scattata da una squadra di pronto intervento, a poche ore dal sisma di 9 gradi Richter, mostra l'asfalto disarticolato e sconnesso, con voragini di alcuni metri: uno scenario adatto a un film del genere catastrofico, tipo Godzilla. In altri Paesi, forse, si sarebbe immaginata una deviazione o comunque un lungo periodo di sbancamento e ripristino prima di rivedere le auto sfrecciare a 120 chilometri l'ora. Non in Giappone. Non in un Paese il cui premier, dopo la doppia catastrofe terremoto-tsunami, ha subito dichiarato: "Ricostruiremo il nostro Paese dalle fondamenta".

L'autostrada record

A giudicare da quanto fatto nella regione del Kanto, vicino a Naka, l'opera è già iniziata. Basta guardare la foto scattata il 17 marzo alle ore 17, esattamente sei giorni più tardi rispetto alla prima immagine: l'asfalto appare perfetto, come se non fosse successo nulla. Merito dell'ingegner Makoto Ishikawa, capace di reagire al disastro senza esitazioni e di risolvere in un tempo davvero breve un guaio che avrebbe provocato seri intoppi alla circolazione nell'area più popolosa del Giappone (42 milioni di abitanti). Questo di Naka, comunque, non è l'unico tratto (150 metri) riaperto al traffico in pochissimo. La Nexco, sul suo sito, spiega che su 20 differenti strade e autostrade, circa 813 chilometri su 870 danneggiati dal terremoto sono già stati riaperti al pubblico, per quanto con interventi d'emergenza e "salti" di corsia. La Nexco ha dovuto ripetere le riparazioni anche più volte, perché le scosse di assestamento hanno danneggiato l'asfalto nuovamente in molti punti, anche se certo non con gli stessi effetti del grande terremoto di due settimane fa. "Chiediamo scusa - avvisa la Nexco - se non tutte le aree di servizio sono state riaperte".

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Per quanto immenso può apparire oggi il compito, rimettere in moto il Paese è un imperativo sociale. Qualche dato, tanto per comprendere quanto sarà comunque lunga e onerosa la ricostruzione. La stima del governo, fa sapere il segretario di gabinetto Yukio Edano, parla di 25 mila miliardi di yen - circa 220 miliardi di euro - in danni alle infrastrutture, agli impianti industriali, agli edifici pubblici e privati. Come organizzare i lavori, le priorità? Edano ha detto che l'esecutivo sta valutando la possibilità di costituire un'"agenzia per la ricostruzione" simile a quella che dopo la Seconda guerra mondiale si era presa la briga di far ripartire un Paese raso al suolo, con due città, Hiroshima e Nagasaki, annichilite dalle bombe atomiche e molte altre, Tokyo compresa, semi distrutte dai bombardamenti americani. Stiamo pensando a una "sorta di sistema o organizzazione" che possa gestire gli stanziamenti per il dopo terremoto, ha spiegato Edano. Questo comunque vale per il futuro, un futuro che potrà durare anche cinque anni: tanto ci vorrà, secondo le stime della Banca mondiale, per rimettere in piedi tutto.

Nel frattempo, centomila soldati dell'Esercito di autodifesa sono tuttora impegnati nelle regioni colpite dal disastro: insieme a migliaia di volontari hanno iniziato a sgomberare le macerie, ripulire i porti e le strade. C'è da aiutare e nutrire 250 mila sfollati senza più casa né - per ora - lavoro. A questo proposito, il governo di Tokyo si aspetta una contrazione della crescita economica nazionale fino allo 0,5% nel prossimo anno fiscale, che in Giappone inizia il primo aprile. "Dobbiamo tenere in mente che a causa del terremoto la produzione potrà rallentare in molte zone per un cospicuo periodo di tempo", ha chiarito l'altro giorno il ministro delle Politiche economiche Kaoru Yosano. Meglio rimboccarsi le maniche.

Paolo Salom

25 marzo 2011

 

 

 

2011-03-22

La Borsa di Tokyo chiude in netto rialzo

Radioattività nel mare di Fukushima

Nuove scosse, 21mila tra morti e dispersi

Rilevati livelli di 30 volte superiori ai limiti. Ricollegati i reattori alla rete, ma la vasca del n.2 è in ebollizione

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Operazioni di raffreddamento alla centrale di Fukushima (Nhk/Afp)

Operazioni di raffreddamento alla centrale di Fukushima (Nhk/Afp)

MILANO - La Tepco, la società di gestione dell'impianto nucleare giapponese di Fukushima Daiichi, ha rilevato "materiale radioattivo nell'acqua di mare" nei pressi della centrale. Lo riferisce l'agenzia Kyodo. In particolare sarebbe stato rilevato iodio radioattivo ad un livello 29,8 volte superiore al limite consentito. Ma non è solo il mare: il livello di radioattività è aumentato notevolmente in tutta l'area vicina alla centrale nucleare, secondo quanto affermato dal ministero della scienza e della tecnologia di Tokyo, precisando tuttavia che i livelli non sono tali da rappresentare una minaccia per la salute umana. L'aumento della radioattività è dovuto alla pioggia dei due giorni scorsi, ha spiegato un funzionario. I nuovi, alti livelli di iodio e di cesio radioattivi sono stati rilevati in 47 prefetture tra cui quella di Tokyo, 240 km a sud della centrale. Intanto arriva la notizia di nuove scosse nell'area. Un sisma di magnitudo 6,3 è stato registrato al largo di Fukushima, secondo quanto ha riferito la televisione pubblica nipponica Nhk. Il sisma è stato registrato alle 18.19 (le10.19 in Italia) e l'ipocentro è stato a 10 km di profondità.

VASCA IN EBOLLIZIONE - La vasca di stoccaggio del combustibile del reattore n.2 nella centrale nucleare di Fukushima Daiichi è vicina all'ebollizione. Lo hanno riferito i funzionari giapponesi. Le elevate temperature potrebbero essere la causa del vapore che fuoriesce dal reattore 2 della centrale nucleare da lunedì. Se l'acqua nella vasca si mettesse a bollire e il livello si abbassasse tanto da far emergere le barre di combustibile il livello di radioattività aumenterebbe.

Fukushima,contaminato il mare

REATTORI RICOLLEGATI - Tuttavia tutti i sei reattori della centrale nucleare di Fukushima dispongono da questa mattina di una linea elettrica esterna che potrebbe consentire il riavvio dei sistemi di raffreddamento ma ad eccezione dei reattori 5 e 6 non sono ancora stati alimentati. I tecnici che stanno lavorando alla centrale hanno spiegato che prima di ridare corrente elettrica vanno effettuate alcune verifiche. Un portavoce dell'agenzia per la sicurezza nucleare giapponese ha spiegato infatti che prima di rimetterli in servizio vanno verificati "uno ad uno i singoli impianti".

NUOVO BILANCIO: OLTRE 21 MILA VITTIME - Il bilancio delle vittime del terremoto e dello tsunami che l'11 marzo hanno devastato il nord-est del Giappone ha superato quota 21 mila, secondo la polizia giapponese: i morti accertati sono 9.079, i dispersi 12.645.

Da segnalare inoltre che un nuovo sisma di magnitudo 6,3 è stato registrato al largo di Fukushima. Lo riferisce la televisione pubblica nipponica Nhk.

Fukushima, fumo dai reattori

BORSA IN RIALZO - Chiusura in rialzo per la Borsa di Tokyo: + 4,36 per cento. Intanto la Banca del Giappone ha immesso oggi 2.000 miliardi di Yen (17 miliardi di euro) sul mercato per sostenere l'economia. Sale così a 39.000 miliardi di yen (339 miliardi di euro) la somma complessiva sbloccata dalla banca dopo il sisma e lo tsunami che hanno colpito la nazione.

Redazione Online

22 marzo 2011

 

 

gLI EFFETTI DELLA NUBE ATTESI TRA MERCOLEDì E GIOVEDì

L'Ispra: anche in Italia aumenterà

la radioattività, ma in dosi minime

"Al momento non si rilevano assolutamente rischi per le popolazioni"

gLI EFFETTI DELLA NUBE ATTESI TRA MERCOLEDì E GIOVEDì

L'Ispra: anche in Italia aumenterà

la radioattività, ma in dosi minime

"Al momento non si rilevano assolutamente rischi per le popolazioni"

MILANO - Gli effetti della nube radioattiva che si è sprigionata dalla centrale giapponese di Fukushi sono "attesi anche sull'Italia, prevediamo tra mercoledì e giovedì" ma "al momento non si rilevano assolutamente rischi per le popolazioni". Lo ha detto il responsabile del Servizio misure radiometriche del Dipartimento nucleare dell'Ispra, Giancarlo Torri.

In Italia ad intercettare la nube "sono i sistemi della Rete nazionale di sorveglianza della radioattività, una rete che è sempre e comunque attiva su tutte le regioni italiane" spiega Torri, aggiungendo che "a stamattina non si rileva nessun segnale di incremento di radioattività né sull'Italia né sull'Europa". "Il valore della nube - continua Torri - dipende da quanto materiale radioattivo è uscito, da quanto sta in alto e da quali fenomeni di diluizione è influenzato".

DOSE ATTESA TRA 1.000 E 10MILA VOLTE INFERIORE A QUELLA DI CHERNOBYL - La dose attesa, prosegue Torri, "dovrebbe essere tra 1.000 e 10 mila volte meno di quella che arrivò dopo Chernobyl. Ci aspettiamo valori da 100 a 1.000 milionesimi di baquerel per metro cubo di aria".

22 marzo 2011

 

 

WEB

Giappone, bacheca online delle bufale giornalistiche sul dramma nucleare

Blogger raccoglie errori ed esagerazioni della stampa

WEB

Giappone, bacheca online delle bufale giornalistiche sul dramma nucleare

Blogger raccoglie errori ed esagerazioni della stampa

La centrale danneggiata

La centrale danneggiata

MILANO - Lo hanno chiamato il "il muro della vergogna dei giornalisti", tanto per non lasciare spazio ad equivoci. E' uno spazio online che raccoglie segnalazioni dettagliate di servizi televisivi e articoli della stampa internazionale che diffondono "un'informazione inattendibile e sensazionalistica" – quando non "palesemente falsa" – sulla situazione post terremoto in Giappone e sulla crisi nucleare di Fukushima. L'iniziativa è di un blogger giapponese, che usa parole poco tenere verso i giornalisti che si limitano a diffondere paura senza dire come stanno esattamente le cose e che in questa bacheca degli orrori vengono sbugiardati senza pietà.

BUFALE E STRAFALCIONI - Gli esempi sono decine: si va dal titolo strillato a tutta pagina che incita genericamente al panico, mostrando un uomo con indosso una maschera antigas – totalmente fuori dal contesto - , alla descrizione di Tokyo come "città fantasma, in cui si muovono gli ultimi zombie, pronti all'esodo di massa". O ancora, articoli in cui un'ipotesi assurge a dato di fatto, come la nuvola radioattiva che avrebbe dovuto raggiungere le coste americane venerdì o l'imminenza di un'esplosione nucleare. Poi ci sono le vere e proprie gaffe, come quella di France 2, che parla di reattore nucleare di Hiroshima, la città distrutta dall'atomica nel 1945, per riferirsi all'impianto di Fukushima. Sono soprattutto i "banner" (ovvero i titoli che scorrono sotto le immagini) delle reti all-news a finire nel mirino, perché "spesso riprendono voci non confermate, senza verificarle".

LE MAIL - Gli utenti del sito hanno a portata di clic gli indirizzi delle autorità che nei diversi paesi garantiscono una corretta informazione. Ma c'è spazio anche per i pezzi e i reportage ben fatti, come quelli del New York Times. "Nessuno mette in discussione la gravità della situazione e i rischi ma alcuni falsi allarmi della stampa ricordano quelli che si verificarono durante l'epidemia di SARS a Hong Kong" spiega Joi Ito, guru del web e tra i creatori di Flickr. Un caso su tutti: molti media internazionali hanno equivocato le parole del portavoce del governo Edano e hanno dato la notizia dell'evacuazione del personale dell'impianto di Fukushima che, invece, era stato semplicemente trasferito in un'altra area della centrale. Un equivoco che prima di essere chiarito ha scatenato grande paura nella popolazione giapponese, che non capiva perché le televisioni nazionali raccontassero di una storia ben diversa. Non è una questione di orgoglio patriottico.

AUTOMISURAZIONE - I giapponesi sono i primi a prendere con le molle le notizie che arrivano dalla Tepco e dalle autorità governative. "Ma finché ognuno potrà misurare autonomamente i livelli di radioattività non è possibile nascondere alla gente come stanno le cose" sostiene Ito. Al momento del sisma, lui era in volo verso gli Emirati Arabi, per partecipare a una conferenza dedicata al web. Ha quindi vissuto sulla sua pelle la distonia tra le notizie di alcuni organi d'informazione e i racconti dei suoi amici e dei suoi parenti a Tokyo, contattati attraverso la Rete e testimoni di uno scenario ben diverso da quello dipinto da molti giornali e tv. "A quanto ne so io, nella capitale la situazione è abbastanza normale e oggi la maggior parte dell persone è regolarmente al lavoro" racconta Ito, che è ancora negli Emirati. Negli ultimi anni ha girato il mondo e ha vissuto ben poco in Giappone. Ora dice di aver una gran voglia di tornare a casa. "Valuterò nei prossimi giorni, ma credo proprio che rimanderò il viaggio che avevo in programma negli Stati Uniti".

Elvira Pollina

19 marzo 2011

 

 

2011-03-20

nuovo bilancio ufficiale

Tokyo: "La centrale sarà disattivata"

Oltre 20mila tra morti e dispersi

Torna l'elettricità al reattore 2, si tenta di far ripartire l'impianto di raffreddamento. Alimenti contaminati

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(Ap)

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TOKYO - Ha superato quota 20mila il numero dei morti e dei dispersi nel terremoto e nello tsunami che l'11 marzo hanno devastato il Giappone. La polizia ha aggiornato il bilancio ufficiale a 8.133 morti e 12.272 dispersi. È probabile che i numeri finali siano ancora più alti, perché nella sola prefettura di Miyagi sono state stimate più di 15mila vittime. Il sisma di magnitudo 9 è stato il più potente mai registrato in Giappone anche se il numero delle vittime resta ben lontano da quello del terremoto del 1923 nella regione del Kanto, quella di Tokyo, che fece 142.000 morti.

TROVATI ANCORA DUE SOPRAVVISSUTI - La polizia giapponese ha ritrovato una donna di 80 anni e un ragazzo di 16 ancora vivi sotto cumuli di macerie a distanza di nove giorni dal terremoto e dallo tsunami che hanno devastato il nordest del Paese. I due sopravvissuti, che sono apparsi molto provati, secondo quanto riporta la tv Nhk, sono stati ritrovati a Ishinomaki, nella prefettura di Miyagi, una delle aree più colpite dal cataclisma.

RIPRISTINATA L'ENERGIA AL REATTORE 2 - La Tepco ha comunicato che è riuscita a far ripartire l'erogazione dell'elettricità ai reattori 1 e 2 della centrale nucleare Fukushima-1, danneggiata dal terremoto/tsunami che ha devastato il Giappone orientale nove giorni fa e protagonista della peggiore emergenza nucleare dai tempi di Chernobyl. La società elettrica sta centrando di far ripartire il sistema di raffreddamento d'emergenza dei reattori nucleari per evitare la fusione totale del loro nucleo. Essendo stati tirati i cavi d'un impianto elettrico d'emergenza anche al reattore 1, la Toden spera di far partire il raffreddamento ai primi due reattori. Intanto i reattori n. 5 e 6 della centrale nucleare di Fukushima sono in fase di "stabile arresto". Secondo l'agenzia Kyodo i due reattori, "sotto stress" per sisma e tsunami dell'11 marzo, anche se meno degli altri 4 che completano la centrale, "sono andati in arresto a freddo" dopo l'avvio del sistema di raffreddamento.

LA CENTRALE SARA' DISATTIVATA - La centrale di Fukushima sarà disattivata dopo i gravi problemi causati dal sisma e dallo tsunami che hanno colpito il Giappone del nordest l'11 marzo. "Guardando oggettivamente alla situazione, è chiaro cosa fare", ha risposto il portavoce del governo, Yukio Edano in una conferenza stampa, alla domanda se il governo stia pensando di smantellare l'impianto nucleare.

ALIMENTI RADIOATTIVI - Le autorità taiwanesi hanno annunciato oggi di aver rilevato la presenza di radioattività su fave importate dal Giappone, devastato nove giorni fa da un terremoto/tsunami che ha prodotto anche la più grave emergenza nucleare dai tempi di Chernobyl. Le radiazioni sono state rilevate su 14 kg di fave provenienti da Kagoshima, nel sud del Giappone, quindi a notevole distanza dalla centrale nucleare Fukushima-1, danneggiata dal sisma/tsunami dell'11 marzo.

20 marzo 2011

 

 

 

Fukushima, a breve l'energia elettrica

Stop agli alimenti provenienti

dalla zona vicino alla centrale nucleare

Tokyo, tracce di radioattività nell'acqua. Livelli

"superiori ai limiti legali" nel latte e nella verdura

Fukushima, a breve l'energia elettrica

Stop agli alimenti provenienti

dalla zona vicino alla centrale nucleare

Tokyo, tracce di radioattività nell'acqua. Livelli

"superiori ai limiti legali" nel latte e nella verdura

MILANO - Il ministero della Sanitá nipponico ha ordinato lo stop della vendita di alimenti provenienti dalla prefettura di Fukushima. Lo ha annunciato l'Aiea da Vienna, dopo il rilevamento di radioattività in latte e spinaci prodotti nella zona della centrale nucleare. Intanto, come già accaduto nella capitale, "piccolissime quantità di materiale radioattivo" sono state rinvenute nell'acqua potabile di Gunma, la prefettura confinante con Fukushima, secondo quanto riferito dall'agenzia Jiji.

RADIOATTIVITA' - Resta da chiarire come le particelle radioattive abbiano raggiunto l'acqua potabile di Gunma e se provengano dalla centrale nucleare o da ospedali e laboratori. Il governo locale della prefettura ha comunque sostenuto che il livello radioattivo dell'acqua di Gunma è al di sotto dei valori limite. Nonostante i continui tentativi di rassicurazioni da parte del governo giapponese, tracce di iodio radioattivo sono state trovate nell'acqua di rubinetto a Tokyo e in altre aree limitrofe. Lo riferisce l'agenzia Kyodo. Livelli di radioattività "superiori ai limiti legali" sono stati riscontrati nel latte prodotto nei pressi della centrale nucleare di Fukushima e negli spinaci coltivati nella vicina prefettura di Ibaraki. Circa un quinto di quello di una Tac sarebbe quello trovato negli spinaci. Lo ha comunicato il portavoce del governo Yukio Edano precisando che, sebbene i livelli superino i limiti permessi dal governo, i prodotti "non pongono immediato pericolo alla salute". "Sebbene lo iodio radioattivo abbia una durata di circa otto giorni e si decomponga naturalmente in alcune settimane, c'è un rischio a breve termine per la salute umana se viene assorbito attraverso il cibo", si legge in comunicato dell'Agenzia. Per contrastare la contaminazione degli alimenti, le autorità distribuiscono, da tre giorni, pillole o sciroppo di iodio stabilizzato agli abitanti evacuati per un raggio di circa 20 km dalla centrale disastrata. Lo iodio stabilizzato (non radioattivo) serve a prevenire il cancro della tiroide in caso di esposizione a radiottività. Rischio che è particolarmente alto per bambini e giovani.

I vigili del fuoco a lavoro

OPERAI CONTAMINATI - Sei lavoratori dell'impianto nucleare di Fukushima Daiichi impegnati nelle operazioni di emergenza sono stati sottoposti ad un livello eccessivo di radiazioni. Lo comunica una fonte della compagnia Tokyo Electric Power. L'azienda precisa che gli operai stanno comunque continuando a lavorare perchè non mostrano segni evidenti di contagio. Il governo e la protezione civile giapponese hanno dichiarato che circa 50 vigili del fuoco di Tokyo impegnati nella centrale sono stati decontaminati dopo che sono intervenuti, con un'operazione di raffreddamento, sul pericoloso reattore 3 della centrale di Fukushima. Nell'area della centrale nucleare il livello di radioattività rilevato nell'aria è "stabile", ma "significativamente più elevato" del normale. Lo dice l'Aiea, l'agenzia Onu per l'energia atomica, precisando che i livelli non impediscono tuttavia il lavoro dei tecnici che stanno combattendo la crisi. I tecnici sono riusciti a connettere un cavo ad uno dei reattori della centrale di Fukushima 1 danneggiata, ma l'elettricità ancora deve essere ripristinata, secondo la Tokyo Electric Power, la società che gestisce la centrale. In mattinata era stato annunciato che a breve sarebbe stata ripristinata l'elettricità all'interno del sito danneggiato dal terremoto, un passo importante per cercare di far funzionare le pompe di raffreddamento dell'impianto. L'energia elettrica dovrebbe essere ripristinata in giornata per i reattori 1, 2, 5 e 6 e domenica per i reattori 3 e 4. Intanto le autopompe speciali dei vigili del fuoco di Tokyo hanno ripreso a sparare acqua sul reattore numero 3. Solo nella giornata di venerdì sull'impianto nucleare sono state gettate 50 tonnellate di acqua marina.

Lo tsunami in alto mare

Il governo giapponese ha detto che parti dei sistemi di raffreddamento dei reattori 2 e 6 della centrale nucleare di Fukushima Daiichi sono funzionanti. L'agenzia per la sicurezza nucleare e industriale ha confermato che un generatore diesel di emergenza ha ripreso a funzionare al reattore 6 e una pompa di raffreddamento al reattore 5 è in grado di funzionare. L'agenzia ha detto inoltre che i livelli di radiazioni al cancello occidentale della centrale nucleare, che si trova a circa un chilometro dal reattore numero 3, ha fatto registrare la lettura piuttosto alta di 830.8 microsievert all'ora alle 8.10 di questa mattina (00.10 ora italiana). Ma il livello è diminuito fino a 364.5 microsievert all'ora alle 9. La notizia si apprende dall'emittente televisiva giapponese Nhk World.

VOLI - Nessuna restrizione per i collegamenti aerei da e per il Giappone. Lo sottolinea la Iata, l'associazione internazionale del trasporto aereo, che, in una nota, accoglie con favore la decisione dell'Icao (l'organizzazione internazionale dell'aviazioni civile), dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica, l'Organizzazione mondiale della Sanitá, l'Organizzazione marittima internazionale e l'Organizzazione meteorologica mondiale di confermare la normale operatività nei maggiori aeroporti giapponesi, inclusi i due scali di Tokyo Haneda e Narita.

Migliaia di corpi non identificati

ASSESTAMENTO - Una nuova scossa di assestamento, di magnitudo 6,1 gradi della scala Richter, è stata avertita alle 18.30 locali, con epicentro vicino a Ibaraki. La scossa non ha danneggiato le strutture nucleari di Ibarak. Potrebbe invece causare variazioni del livello del mare, avverte la stessa fonte sull'agenzia Kyoso, ma non tali da causare nuovi danni. In tanto si registrano le variazioni ala suolo terreste causate dalla scossa di magnitudo 9 dell'11 marzo. Secondo i dati forniti dall'Autorità di informazione geospaziale giapponese a Tsukuba ha causato uno spostamento di 5,3 metri della penisola di Oshika, nella prefettura di Miyagi. La stessa striscia di terra è scesa di 1,2 metri. La penisola situata sulla costa Pacifica si è spostata in direzione est-sudest, verso l'epicentro della scossa. Spostamenti di fasce di territorio sono stati registrati in molte zone, dalla regione nordorientale di Tohoku a quella di Kantu. A Yamada, nella prefettura di Iwate, si è registrato uno spostamento di 25 centimetri verso est.

Redazione online

19 marzo 2011(ultima modifica: 20 marzo 2011)

 

 

2011-03-19

Giappone

Fukushima, a breve l'energia elettrica

Tokyo, tracce di radioattivià nell'acqua

Livelli "superiori ai limiti legali" riscontrati nel latte e nella verdura prodotto vicino alla centrale nucleare

Giappone

Fukushima, a breve l'energia elettrica

Tokyo, tracce di radioattivià nell'acqua

Livelli "superiori ai limiti legali" riscontrati nel latte e nella verdura prodotto vicino alla centrale nucleare

MILANO - Nell'area della centrale nucleare giapponese disastrata di Fukushima il livello di radioattività rilevato nell'aria è "stabile", ma "significativamente più elevato" del normale. Lo dice l'Aiea, l'agenzia Onu per l'energia atomica, precisando che i livelli non impediscono tuttavia il lavoro dei tecnici che stanno combattendo la crisi. I tecnici sono riusciti a connettere un cavo ad uno dei reattori della centrale di Fukushima 1 danneggiata, ma l'elettricità ancora deve essere ripristinata, secondo la Tokyo Electric Power, la società che gestisce la centrale. In mattinata era stato annunciato che a breve sarebbe stata ripristinata l'elettricità all'interno del sito danneggiato dal terremoto, un passo importante per cercare di far funzionare le pompe di raffreddamento dell'impianto. L'energia elettrica dovrebbe essere ripristinata in giornata per i reattori 1, 2, 5 e 6 e domenica per i reattori 3 e 4. Intanto le autopompe speciali dei vigili del fuoco di Tokyo hanno ripreso a sparare acqua sul reattore numero 3. Solo nella giornata di venerdì sull'impianto nucleare sono state gettate 50 tonnellate di acqua marina. Il governo giapponese ha detto che parti dei sistemi di raffreddamento dei reattori 2 e 6 della centrale nucleare di Fukushima Daiichi sono funzionanti. L'agenzia per la sicurezza nucleare e industriale ha confermato che un generatore diesel di emergenza ha ripreso a funzionare al reattore 6 e una pompa di raffreddamento al reattore 5 è in grado di funzionare. L'agenzia ha detto inoltre che i livelli di radiazioni al cancello occidentale della centrale nucleare, che si trova a circa un chilometro dal reattore numero 3, ha fatto registrare la lettura piuttosto alta di 830.8 microsievert all'ora alle 8.10 di questa mattina (00.10 ora italiana). Ma il livello è diminuito fino a 364.5 microsievert all'ora alle 9. La notizia si apprende dall'emittente televisiva giapponese Nhk World.

Migliaia di corpi non identificati

RADIOATTIVITA' - Nonostante i continui tentativi di rassicurazioni da parte del governo giapponese, tracce di iodio radioattivo sono state trovate nell'acqua di rubinetto a Tokyo e in altre aree limitrofe. Lo riferisce l'agenzia Kyodo. Livelli di radioattività "superiori ai limiti legali" sono stati riscontrati nel latte prodotto nei pressi della centrale nucleare di Fukushima e negli spinaci coltivati nella vicina prefettura di Ibaraki. Circa un quinto di quello di una Tac sarebbe quello trovato negli spinaci. Lo ha comunicato il portavoce del governo Yukio Edano precisando che, sebbene i livelli superino i limiti permessi dal governo, i prodotti "non pongono immediato pericolo alla salute". Il portavoce Edano ha aggiunto che le autorità stanno cercando di individuare in quali luoghi del Giappone siano state inviate le ultime partite dei due prodotti impegnandosi a bloccarle nel caso i risultati dei nuovi test fossero uguali ai primi.

VOLI - Nessuna restrizione per i collegamenti aerei da e per il Giappone. Lo sottolinea la Iata, l'associazione internazionale del trasporto aereo, che, in una nota, accoglie con favore la decisione dell'Icao (l'organizzazione internazionale dell'aviazioni civile), dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica, l'Organizzazione mondiale della Sanitá, l'Organizzazione marittima internazionale e l'Organizzazione meteorologica mondiale di confermare la normale operatività nei maggiori aeroporti giapponesi, inclusi i due scali di Tokyo Haneda e Narita.

ASSESTAMENTO - Una nuova scossa di assestamento, di magnitudo 6,1 gradi della scala Richter, è stata avertita alle 18.30 locali, con epicentro vicino a Ibaraki. La scossa non ha danneggiato le strutture nucleari di Ibarak. Potrebbe invece causare variazioni del livello del mare, avverte la stessa fonte sull'agenzia Kyoso, ma non tali da causare nuovi danni. In tanto si registrano le variazioni ala suolo terreste causate dalla scossa di magnitudo 9 dell'11 marzo. Secondo i dati forniti dall'Autorità di informazione geospaziale giapponese a Tsukuba ha causato uno spostamento di 5,3 metri della penisola di Oshika, nella prefettura di Miyagi. La stessa striscia di terra è scesa di 1,2 metri. La penisola situata sulla costa Pacifica si è spostata in direzione est-sudest, verso l'epicentro della scossa. Spostamenti di fasce di territorio sono stati registrati in molte zone, dalla regione nordorientale di Tohoku a quella di Kantu. A Yamada, nella prefettura di Iwate, si è registrato uno spostamento di 25 centimetri verso est.

Redazione online

19 marzo 2011

 

 

 

 

 

Giappone

Fukushima, ripristinata l'energia elettrica

Un passo importante per cercare di riattivare le pompe di raffreddamento dell'impianto.

Giappone

Fukushima, ripristinata l'energia elettrica

Un passo importante per cercare di riattivare le pompe di raffreddamento dell'impianto.

MILANO - Il gestore della centrale nucleare di Fukushima è riuscito a ripristinare l'elettricità nel sito danneggiato dal terremoto, un passo importante per cercare di riattivare le pompe di raffreddamento dell'impianto. In giornata l'elettricità è tornata nei reattori 1,2 ,5 e 6 mentre domenica dovrebbe essere riattivata nei reattori 3 e 4. Intanto le autopompe speciali dei vigili del fuoco di Tokyo hanno ripreso a sparare acqua sul reattore numero 3. Solo nella giornata di venerdì sull'impianto nucleare sono state gettate 50 tonnellate di acqua marina.

RADIOATTIVITA' - Intanto livelli di radioattività "superiori ai limiti legali" sono stati riscontrati nel latte prodotto nei pressi della centrale nucleare di Fukushima e negli spinaci coltivati nella vicina prefettura di Ibaraki. Lo ha affermato il portavoce del governo giapponese Yukio Edano in una conferenza stampa. Il portavoce Edano ha aggiunto che le autorità stanno cercando di individuare in quali luoghi del Giappone siano state inviate le ultime partite dei due prodotti.

19 marzo 2011

 

 

consigli

Cibi sospetti ed esami del sangue I rischi per chi torna da Tokyo

Come difendersi dalla contaminazione, anche in aereo Le cure possibili: iodio, trapianto e cellule staminali

consigli

Cibi sospetti ed esami del sangue I rischi per chi torna da Tokyo

Come difendersi dalla contaminazione, anche in aereo Le cure possibili: iodio, trapianto e cellule staminali

MILANO - Con gli occhi del mondo puntati sulle centrali giapponesi e il riaccendersi del dibattito sul nucleare nel nostro Paese torna d'attualità la domanda: Come ci si può difendere dalle radiazioni?"La protezione da forti dosi di radiazioni si ottiene solo con la schermatura a piombo" spiega Carlo Fallai, direttore del reparto di Radioterapia 2 dell'Istituto dei tumori di Milano. "Ma se parliamo dei rischi che corre chi non vive in prossimità delle centrali danneggiate dal sisma il fattore distanza è decisivo, visto che l'esposizione alla radiazione si riduce con il quadrato della distanza dalla sorgente".

"Infatti già a Tokyo il livello di radioattività ambientale, secondo quanto risulta al momento, sarebbe solo di cinque volte superiore a quello che abbiamo a Milano, cioè ancora molto basso" precisa Riccardo Calandrino direttore del servizio di Fisica Sanitaria dell'Istituto San Raffaele di Milano. Quindi non c'è nessun provvedimento da adottare per chi vive in Giappone? Niente tute bianche? Niente dosimetri di radioattività? Niente pastiglie di iodio? "Bisogna distinguere" chiarisce Calandrino. "Le tute bianche, che si vedono nelle fotografie, servono a chi opera nelle zone del disastro per proteggere pelle e vestiti dalla radioattività ambientale. Chi le indossa, quando rientra in un ambiente chiuso deve lasciarle fuori in modo da non contaminarlo e deve anche farsi una buona doccia. I dosimetri servono invece a dirci quante radiazioni assorbiamo e sono una forma di difesa indiretta".

Diverso il discorso delle pastiglie di iodio. "La loro funzione è "saturare" la tiroide di questa sostanza" illustra Franco Locatelli, direttore del Dipartimento di onco-ematologia dell'ospedale Bambin Gesù di Roma, che ha seguito in passato diversi minori colpiti dalle radiazioni di Chernobyl. "Questa ghiandola è la più "affamata" di iodio dell'organismo e "ingolfandola" con quello delle pastiglie, si evita che possa captare quello radioattivo dall'ambiente. Ma ai livelli di radioattività che vengono riferiti nei territori distanti dalle centrali non pare una misura necessaria e certamente non è il caso di prenderle oggi in Italia". Nessun rischio che la radioattività si possa spostare fino a qui? Nel nostro Paese non dobbiamo prendere nessuna precauzione? "Difficile pensare a una caduta di materiale radioattivo in Europa trasportato fin qui dall'aria" dice Calandrino.

Quanto a possibili contaminazioni alimentari con cibi provenienti dal Giappone, il ministero della Salute ha già informato che gli ispettori frontalieri e gli uffici di Sanità Marittima e di Frontiera (Pif e Usmaf) controllano gli alimenti "di origine animale e non" (soprattutto pesci, crostacei, caviale, soia, alghe, tè verde) che arrivano dal Giappone prodotti e confezionati dopo l'11 marzo, data del sisma. I campioni per le analisi vengono inviati ai laboratori dell'Istituto zooprofilattico sperimentale della Puglia e della Basilicata (la cui sede centrale è a Foggia) e dell'Istituto zooprofilattico sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana (con sede a Roma) che seguono specifici protocolli tecnici per le verifiche necessarie in questo caso.

Esiste invece la possibilità di essere "contagiati" magari durante un volo aereo da un passeggero proveniente da una zona radioattiva? "Per essere pericoloso in una situazione del genere la persona in questione dovrebbe essere un pompiere che ha lavorato in una delle centrali "esplose", aver assorbito una quantità enorme di radiazioni, senza aver alcun disturbo (eventualità assai improbabile) ed essere sfuggito ai programmi di protezione e quarantena del governo giapponese" sottolinea Calandrino. "Non può essere certo il caso di una qualsiasi persona che, per esempio, arriva da Tokyo e ci si siede accanto sul nostro aereo in partenza da Bangkok per Roma".

E per nostri connazionali che tornano dal Giappone o da Paesi confinanti che controlli si possono suggerire oltre a quello di recarsi in un centro di medicina nucleare per farsi verificare magari il livello di radioattività?"Ci si può sottoporre a un normale esame del sangue e poi ripeterlo per alcune settimane per misurare il numero di granulociti, un particolare tipo di globuli bianchi" suggerisce il professor Locatelli. La ragione? "Un puro scrupolo in realtà, perché danni acuti, cioè immediati, al midollo osseo (che produce globuli rossi, globuli bianchi e piastrine) procurati dalle radiazioni dovrebbero solo riguardare chi è stato davvero vicino al luogo del disastro e dovrebbero essere accompagnati da altri disturbi, come vomito, sanguinamenti eccetera". E per chi ha subito esposizioni di questo tipo che terapie ci sono? "In caso di aplasia, cioè "distruzione" del midollo osseo, oggi ci sono specifici fattori di crescita come il G-Csf, che stimola la produzione di granulociti e quindi può in qualche misura compensare il danno. Ci sono anche fattori di crescita specifici per l'eventuale riduzione delle piastrine. Nei casi più gravi si deve invece ricorrere al trapianto di midollo, ed eventualmente all'utilizzo di cellule staminali da cordone ombelicale"

Luigi Ripamonti

18 marzo 2011

 

 

dopo il rientro dal giappone

Controlli radioattività, valori alterati

"Ma non c'è nessun rischio clinico"

Su 11 persone sono state trovate piccole tracce di iodio radioattivo nel corso di controlli effettuati a Firenze. I medici: "Valori bassi, come dopo una scintigrafia"

FIRENZE - Gli italiani sono rientrati dal Giappone, compresi i componenti del Maggio Musicale Fiorentino. E dopo il sollievo di essere in suolo italiano, comincia l'incubo della contaminazione. Ad oggi, hanno effettuato controlli 23 persone, di cui tre in Lombardia, presso l'ospedale Niguarda Cà Grande di Milano e 20 in Toscana di cui 14 presso l'Azienda Ospedaliera Careggi di Firenze e 6 presso l'Azienda Ospedaliera di Pisa. Di quelle che si sono presentate a Careggi, su 11 (fra cui otto componenti del Maggio Fiorentino) sono state individuate lievi tracce di iodio 131 nelle urine da mettere in correlazione con l’incidente nucleare. Una dose, secondo il ministero della Salute, "comunque inferiore al limite della normale esposizione ambientale consentita e quindi si escludono rischi per la salute". A Firenze, su undici persone sono state trovate piccole tracce di iodio 131 (iodio radioattivo) nel corso di controlli. La quantità rilevata, secondo gli esperti dell’ospedale di Careggi, non ha alcuna rilevanza dal punto di vista clinico.

Le tracce di Iodio 131, secondo gli esperti di Careggi, non hanno alcuna rilevanza dal

punto di vista clinico. Nessuna positività, al momento, per le 6 di Pisa, sulle quali però sono stati fatti solo gli accertamenti radiometrici esterni (i risultati degli esami delle urine sono attesi per lunedì). "Le dosi rilevate – spiega il professor Giampaolo Biti direttore della radioterapia di Careggi - sono inferiori di un migliaio di volte a quella che viene somministrata giornalmente nelle migliaia di pazienti che in tutto il mondo sono sottoposti all’esame della tiroide con scintigrafia (30 microCurie) e almeno centomila volte inferiore alle somministrazioni di iodio 131 effettuate a scopo terapeutico per ipertiroidismo (5 milliCurie). E la letteratura internazionale consolidata da oltre mezzo secolo non ha mai osservato in coloro che sono stati sottoposti a indagini sulla tiroide od a terapie per ipertiroidismo effetti collaterali gravi o tumori radio indotti. Queste quantità si riducono progressivamente, fino a sparire nel giro di 120 giorni".

Nell’Azienda ospedaliero universitaria Careggi, a partire dal 16 marzo ad ora sono stati eseguiti esami sulla raccolta di urine delle 24 ore per la rilevazione di contaminazione radioattiva relativi a 14 cittadini, di cui 10 del Maggio Fiorentino provenienti dal Giappone e specificamente dall’area di Tokyo. Lo dichiara Valter Giovannini, direttore sanitario di Careggi. "Di questi – precisa il dottor Cesare Gori, direttore della Fisica sanitaria di Careggi – 11 (8 fra i componenti del Maggio e 3 altri cittadini) controllati mostrano o piccole tracce di iodio 131, con valori non superiori a 40 Becquerel". "Queste differenze – spiega il professor Alberto Pupi direttore della medicina nucleare di Careggi - pur su livelli complessivi minimi di radioattività, dipendono dal momento del prelievo delle urine rispetto al momento in cui l’individuo è venuto in contatto con lo Iodio 131. Ad esempio, se nelle urine dopo 5 giorni dalla inalazione dello Iodio 131 è presente 1 Becquerel, nella tiroide il giorno della inalazione, erano presenti circa 1.300 Becquerel, pari a 30 nanoCurie (miliardesimi di Curie)". "Tutte le persone risultate positive – conclude Giovannini – saranno contattate e inserite in specifici protocolli di controllo che prevedono un monitoraggio nelle prossime settimane in relazione ai risultati delle indagini. Siamo quindi di fronte a una situazione che non ha aspetti di rilevanza dal punto di vista clinico e che quindi per adesso esaminiamo unicamente sotto il profilo sanitario".

"Ho sentito uno degli 8 trovati positivi. Mi ha detto di essere stato informato da Careggi nel pomeriggio e che ora è relativamente tranquillo: certo avrebbe preferito avere notizie diverse". Lo racconta Silvano Ghisolfi, Rsa Cgil, che ha spiegato di aver raggiunto telefonicamente uno degli 8 componenti del Maggio musicale fiorentino. Ghisolfi ha sottolineato che "si tratta di una persona che è stata una delle prime a rientrare in Italia da Tokyo dopo che è stata annullata la tournee. Ora quello che ci fa preoccupare è il pensiero all’orchestra che ha proseguito il tour spostandosi in Cina". Per l’onorevole Fabio Evangelisti, segretario Idv Toscana: "Minacce di licenziamento o meno, abbiamo assistito a una grave incapacità di prendere decisioni importanti - aggiunge -: per questo, chi allora ha esitato, a Firenze come alla Farnesina, dovrà assumersi tutte le gravissime responsabilità per aver esposto i lavoratori del Maggio in tournee a Tokyo a un così concreto quanto inutile rischio". Rincara la dose la FLC CGIL di Firenze: "Viviamo con apprensione l'evolvere della catastrofe giapponese, e con ancor più preoccupazione abbiamo vissuto la vicenda di quelle lavoratrici e di quei lavoratori, siamo rimasti stupiti dall' incomprensibile ed ingiustificabile il comportamento del sindaco della città di Firenze, nel suo doppio ruolo di rappresentate della città e di datore di lavoro. "Lo spettacolo deve continuare", ma non a danno della sicurezza dei 300 musicisti, coristi e tecnici, spiace che sia stata necessaria la rabbia dei familiari per portare il Presidente e la Sovrintendente alla ragione".

A Pisa. All’Unità di fisica sanitaria dell’ospedale Santa Chiara di Pisa si sono presentate fino a venerdì pomeriggio sei persone. Sono state visitate e, all’esame radiometrico esterno, sono risultate tutte e sei negative. Lunedì si avranno i risultati dell’esame delle urine. I due Centri dedicati istituiti dalla Regione, sono nelle due aziende ospedaliero-universitarie di Careggi e di Pisa. A Careggi i cittadini possono andare al pronto soccorso, a Pisa all’Unità di fisica sanitaria dell’ospedale Santa Chiara. A questi centri dedicati dovranno rivolgersi solo le persone che rientrano dal Giappone, e in particolare dalle zone intorno alla centrale nucleare di Fukushima.

La Commissione regionale per la prevenzione dei rischi da radiazioni ionizzanti. E’ composta da dirigenti dell’assessorato, medici nucleari, radioterapisti, fisici nucleari. Si è riunita e ha validato il protocollo già in atto nel Centro dedicato dell’azienda ospedaliero universitaria di Careggi, con le indicazioni valevoli per le persone che rientrano dal Giappone. Nel Protocollo si stabilisce che gli utenti devono essere presi in carico dalla struttura operativa individuata dall direzione sanitaria. Oltre all’anamnesi individuale, devono essere annotati su un’apposita scheda anche la zona del Giappone da cui provengono (in particolare la distanza da Fukushima) e il periodo di soggiorno. Prima l’utente sarà sottoposto ad una misurazione strumentale esterna per ricercare la presenza di un’eventuale emissione di radiazioni. Poi all’utente viene consigliata la raccolta di urine delle 24 ore, previa acquisizione di consenso informato. A coloro che aderiscono viene consegnato il contenitore per la raccolta, con le indicazioni su come consegnare il campione e come ritirare il referto. Sul campione di urine viene effettuata la ricerca dello Iodio 131 e del Cesio 137.

18 marzo 2011

 

Nei corridoi di montecitorio Dopo la cerimonia dei 150 anni

Nucleare, Prestigiacomo a Tremonti: "Basta cazz..., usciamone "

"È finita, mica possiamo rischiare le elezioni per questo?"

Nei corridoi di montecitorio Dopo la cerimonia dei 150 anni

Nucleare, Prestigiacomo a Tremonti: "Basta cazz..., usciamone "

"È finita, mica possiamo rischiare le elezioni per questo?"

La ministra dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo (Ansa)

La ministra dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo (Ansa)

MILANO - "È finita, non possiamo mica rischiare le elezioni per il nucleare. Non facciamo cazzate". Nell'aula di Montecitorio è finita da poco la cerimonia di celebrazione del 150esimo anniversario, e nel corridoio di fronte alla sala del governo il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, si sfoga, lontana da occhi indiscreti, con Paolo Bonaiuti e Giulio Tremonti.

IL COLLOQUIO - Il dibattito sul progetto nucleare del governo si è infiammato dopo il terremoto in Giappone, ma il ministro ha già le idee chiare. A sentire lei, il nucleare italiano non ha futuro: "È finita, non possiamo mica rischiare le elezioni per il nucleare. Non facciamo cazzate. Bisogna uscirne - dice rivolta a Bonaiuti e soprattutto a Tremonti - ma in maniera soft. Ora non dobbiamo fare nulla, si decide tra un mese". Al colloquio, che è durato una decina di minuti, s'aggiunge poi anche il ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani. (fonte: Dire)

17 marzo 2011

 

 

2011-03-18

dopo il rientro dal giappone

Controlli radioattività, valori alterati

"Ma non c'è nessun rischio clinico"

Su 11 persone sono state trovate piccole tracce di iodio radioattivo nel corso di controlli effettuati a Firenze. I medici: "Valori bassi, come dopo una scintigrafia"

FIRENZE - Gli italiani sono rientrati dal Giappone, compresi i componenti del Maggio Musicale Fiorentino. E dopo il sollievo di essere in suolo italiano, comincia l'incubo della contaminazione. Ad oggi, hanno effettuato controlli 23 persone, di cui tre in Lombardia, presso l'ospedale Niguarda Cà Grande di Milano e 20 in Toscana di cui 14 presso l'Azienda Ospedaliera Careggi di Firenze e 6 presso l'Azienda Ospedaliera di Pisa. Di quelle che si sono presentate a Careggi, su 11 (fra cui otto componenti del Maggio Fiorentino) sono state individuate lievi tracce di iodio 131 nelle urine da mettere in correlazione con l’incidente nucleare. Una dose, secondo il ministero della Salute, "comunque inferiore al limite della normale esposizione ambientale consentita e quindi si escludono rischi per la salute". A Firenze, su undici persone sono state trovate piccole tracce di iodio 131 (iodio radioattivo) nel corso di controlli. La quantità rilevata, secondo gli esperti dell’ospedale di Careggi, non ha alcuna rilevanza dal punto di vista clinico.

Le tracce di Iodio 131, secondo gli esperti di Careggi, non hanno alcuna rilevanza dal

punto di vista clinico. Nessuna positività, al momento, per le 6 di Pisa, sulle quali però sono stati fatti solo gli accertamenti radiometrici esterni (i risultati degli esami delle urine sono attesi per lunedì). "Le dosi rilevate – spiega il professor Giampaolo Biti direttore della radioterapia di Careggi - sono inferiori di un migliaio di volte a quella che viene somministrata giornalmente nelle migliaia di pazienti che in tutto il mondo sono sottoposti all’esame della tiroide con scintigrafia (30 microCurie) e almeno centomila volte inferiore alle somministrazioni di iodio 131 effettuate a scopo terapeutico per ipertiroidismo (5 milliCurie). E la letteratura internazionale consolidata da oltre mezzo secolo non ha mai osservato in coloro che sono stati sottoposti a indagini sulla tiroide od a terapie per ipertiroidismo effetti collaterali gravi o tumori radio indotti. Queste quantità si riducono progressivamente, fino a sparire nel giro di 120 giorni".

Nell’Azienda ospedaliero universitaria Careggi, a partire dal 16 marzo ad ora sono stati eseguiti esami sulla raccolta di urine delle 24 ore per la rilevazione di contaminazione radioattiva relativi a 14 cittadini, di cui 10 del Maggio Fiorentino provenienti dal Giappone e specificamente dall’area di Tokyo. Lo dichiara Valter Giovannini, direttore sanitario di Careggi. "Di questi – precisa il dottor Cesare Gori, direttore della Fisica sanitaria di Careggi – 11 (8 fra i componenti del Maggio e 3 altri cittadini) controllati mostrano o piccole tracce di iodio 131, con valori non superiori a 40 Becquerel". "Queste differenze – spiega il professor Alberto Pupi direttore della medicina nucleare di Careggi - pur su livelli complessivi minimi di radioattività, dipendono dal momento del prelievo delle urine rispetto al momento in cui l’individuo è venuto in contatto con lo Iodio 131. Ad esempio, se nelle urine dopo 5 giorni dalla inalazione dello Iodio 131 è presente 1 Becquerel, nella tiroide il giorno della inalazione, erano presenti circa 1.300 Becquerel, pari a 30 nanoCurie (miliardesimi di Curie)". "Tutte le persone risultate positive – conclude Giovannini – saranno contattate e inserite in specifici protocolli di controllo che prevedono un monitoraggio nelle prossime settimane in relazione ai risultati delle indagini. Siamo quindi di fronte a una situazione che non ha aspetti di rilevanza dal punto di vista clinico e che quindi per adesso esaminiamo unicamente sotto il profilo sanitario".

"Ho sentito uno degli 8 trovati positivi. Mi ha detto di essere stato informato da Careggi nel pomeriggio e che ora è relativamente tranquillo: certo avrebbe preferito avere notizie diverse". Lo racconta Silvano Ghisolfi, Rsa Cgil, che ha spiegato di aver raggiunto telefonicamente uno degli 8 componenti del Maggio musicale fiorentino. Ghisolfi ha sottolineato che "si tratta di una persona che è stata una delle prime a rientrare in Italia da Tokyo dopo che è stata annullata la tournee. Ora quello che ci fa preoccupare è il pensiero all’orchestra che ha proseguito il tour spostandosi in Cina". Per l’onorevole Fabio Evangelisti, segretario Idv Toscana: "Minacce di licenziamento o meno, abbiamo assistito a una grave incapacità di prendere decisioni importanti - aggiunge -: per questo, chi allora ha esitato, a Firenze come alla Farnesina, dovrà assumersi tutte le gravissime responsabilità per aver esposto i lavoratori del Maggio in tournee a Tokyo a un così concreto quanto inutile rischio". Rincara la dose la FLC CGIL di Firenze: "Viviamo con apprensione l'evolvere della catastrofe giapponese, e con ancor più preoccupazione abbiamo vissuto la vicenda di quelle lavoratrici e di quei lavoratori, siamo rimasti stupiti dall' incomprensibile ed ingiustificabile il comportamento del sindaco della città di Firenze, nel suo doppio ruolo di rappresentate della città e di datore di lavoro. "Lo spettacolo deve continuare", ma non a danno della sicurezza dei 300 musicisti, coristi e tecnici, spiace che sia stata necessaria la rabbia dei familiari per portare il Presidente e la Sovrintendente alla ragione".

A Pisa. All’Unità di fisica sanitaria dell’ospedale Santa Chiara di Pisa si sono presentate fino a venerdì pomeriggio sei persone. Sono state visitate e, all’esame radiometrico esterno, sono risultate tutte e sei negative. Lunedì si avranno i risultati dell’esame delle urine. I due Centri dedicati istituiti dalla Regione, sono nelle due aziende ospedaliero-universitarie di Careggi e di Pisa. A Careggi i cittadini possono andare al pronto soccorso, a Pisa all’Unità di fisica sanitaria dell’ospedale Santa Chiara. A questi centri dedicati dovranno rivolgersi solo le persone che rientrano dal Giappone, e in particolare dalle zone intorno alla centrale nucleare di Fukushima.

La Commissione regionale per la prevenzione dei rischi da radiazioni ionizzanti. E’ composta da dirigenti dell’assessorato, medici nucleari, radioterapisti, fisici nucleari. Si è riunita e ha validato il protocollo già in atto nel Centro dedicato dell’azienda ospedaliero universitaria di Careggi, con le indicazioni valevoli per le persone che rientrano dal Giappone. Nel Protocollo si stabilisce che gli utenti devono essere presi in carico dalla struttura operativa individuata dall direzione sanitaria. Oltre all’anamnesi individuale, devono essere annotati su un’apposita scheda anche la zona del Giappone da cui provengono (in particolare la distanza da Fukushima) e il periodo di soggiorno. Prima l’utente sarà sottoposto ad una misurazione strumentale esterna per ricercare la presenza di un’eventuale emissione di radiazioni. Poi all’utente viene consigliata la raccolta di urine delle 24 ore, previa acquisizione di consenso informato. A coloro che aderiscono viene consegnato il contenitore per la raccolta, con le indicazioni su come consegnare il campione e come ritirare il referto. Sul campione di urine viene effettuata la ricerca dello Iodio 131 e del Cesio 137.

18 marzo 2011

 

 

 

 

 

Le vittime accertate superano quelle del sisma di Kobe del 1995

Un sarcofago di cemento per i reattori

Aiea, allarme a Fukushima da 4 a 5

Ancora fumo da centrale, si lavora per ripristinare il sistema elettrico

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TOKYO - L'Agenzia internazionale per l'Energia Atomica (Aiea) ha innalzato il livello di gravità del disastro nucleare nella centrale di Fukushima-Daiichi, da 4 a 5. La scala internazionale, dal punto di vista della sicurezza, di un evento radiologico o nucleare -la Ines- va dal livello 1 ("anomalia") a 7 ("incidente gravissimo). Ogni livello della scala prevede una gravità 10 volte maggiore del precedente. L'incidente di Chernobyl, nel 1986, fu classificato di livello 7, Three Miles Island di livello 5. Questo mentre i tecnici giapponesi sperano di riuscire entro venerdì a rimettere parzialmente in funzione il sistema elettrico della centrale nucleare di Fukushima, danneggiata dal terremoto e dallo tsunami di una settimana fa. Dai reattori continua a uscire una colonna di fumo bianco, con particelle radioattive. I problemi al carburante nucleare derivano proprio dalla defaillance del sistema elettrico, che non consente di irrorare i reattori di acqua facilitando il raffreddamento del carburante atomico, ovvero delle barre di uranio e del "Mox", la miscela di ossidi (e anche del pericoloso plutonio) che rappresenta il reagente del reattore 4. Ripristinare il sistema di pompaggio elettrico permetterebbe di accelerare le operazioni di raffreddamento dei reattori surriscaldati, che rischiano di rilasciare una forte dose di radioattività con conseguenze inimmaginabili.

La centrale di Fukushima La centrale di Fukushima La centrale di Fukushima La centrale di Fukushima La centrale di Fukushima La centrale di Fukushima La centrale di Fukushima La centrale di Fukushima

BOMBE D'ACQUA - I mezzi speciali delle Forze di autodifesa impegnati nei tentativi di raffreddare il reattore numero della centrale nucleare Fukushima-1 hanno smesso per oggi di spruzzare acqua contro il reattore numero 3 della centrale, che è quello che più preoccupa le squadre impegnate. Lo scrive il sito internet del quotidiano Yomiuri shinbun. "Abbiamo concluso", ha annunciato il generale Shigeru Iwasaki, capo di stato maggiore delle Forze di autodifesa aeree. Il lavoro è stato interrotto alle 15 locali (ore 7 in Italia). Secondo l'alto ufficiale, i lanci di acqua hanno raggiunto il reattore. Il generale ha anche assicurato che i livelli di esposizione radioattiva non sono tali da impedire le operazioni sul sito. "Al massimo si tratta di qualche millisievert all'ora, non impediscono l'attività", ha detto l'ufficiale. Nelle operazioni di oggi è stato usato anche un mezzo delle forze armate statunitense. Tuttavia la Tokyo denryoku (Toden), la società alettrica che gestisce l'impianto, ha rilevato solo un abbassamento marginale dei livello di radioattività. Yukio Edano, portavoce del governo, ha chiesto di vedere in maniera positiva il fatto che dalla struttura che ospita il reattore s'innalza del vapor acqueo. "Dal momento che esce del vapore acqueo - ha spiegato - possiamo affermare senza dubbio che l'acqua nella piscina" del combustibile usato. Proprio questa piscina preoccupa, perché il surriscaldamento di questo materiale provoca fuoruscita di radiazioni.

SARCOFAGO DI CEMENTO - Un funzionario dell'Agenzia giapponese per la sicurezza nucleare ha sostenuto che la priorità è ora quella di alzare il livello dell'acqua nelle vasche dove viene conservato il combustile nucleare usato. Non è esclusa l'ipotesi di chiudere i reattori in un sarcofago di cemento armato e di seppellirli, come fu fatto a Cernobyl nel 1986. Il vento sulla centrale soffia verso il Pacifico e non c' è pericolo immediato per l'area urbana di Tokyo, 240 km a sud dell'impianto. Il presidente americano Barack Obama ha affermato che non ci sono pericoli neanche per la costa occidentale degli Usa, dove 450 esperti nucleari militari sono pronti ad aiutare quelli giapponesi se necessario. Giovedì il Pentagono ha annunciato l'invio di nove unità speciali di una task force per le emergenze nucleari. Venerdì tornerà in patria il direttore generale dell'Aiea - l'Agenzia dell'Onu per l'energia atomica - il giapponese Yukiya Amano, che discuterà della crisi nucleare col premier Naoto Kan.

VITTIME SUPERIORI A KOBE - Nel frattempo, il numero delle vittime confermate del terremoto della scorsa settimana - 6.539 - ha superato quello delle vittime del sisma di Kobe del 1995, nel quale persero la vita 6.434 persone, secondo gli ultimi dati diffusi dalla polizia giapponese. I dispersi sono più di 10.000 e si teme che il bilancio finale possa superare le 20.000 vittime.

L'AMBASCIATA D'ITALIA - Intanto da Tokyo ai microfoni di Sky tg24 l'ambasciatore d'Italia in Giappone, Vincenzo Petrone, commentando la decisione di alcuni governi di spostare le loro sedi diplomatiche a Osaka, ha promesso che l'ambasciata "rimane esattamente dov'è". "Stiamo rafforzando la nostra cellula operativa a Osaka perché tutti i voli dell'Alitalia partiranno da Osaka, ma noi restiamo qui" ha spiegato Petrone. Il diplomatico ha confermato che stanotte rientreranno in Italia 140 connazionali che usufruiscono di biglietti aerei gratuiti messi a disposizione dalla Farnesina. Si registrano anche i primi rimpatri di dipendenti di istituzioni finanziarie e monetarie italiane dal Giappone. Tra i primi uffici evacuati quello che ospita la delegazione della Banca d'Italia nella capitale. Al centralino dell'ufficio diretto da Pietro Ginefra la segreteria risponde che "gli uffici sono temporaneamente chiusi e riapriranno non appena possibile". L'ufficio stampa di Intesa SanPaolo fa sapere che due suoi collaboratori in Giappone si stanno per ricongiungere alle famiglie che erano già rientrate in Italia nei giorni scorsi. Per quanto riguarda Unicredit tutti i dipendenti dell'istituto di credito presenti a Tokyo sono di nazionalità nipponica e hanno deciso di rimanere nel paese, lavorando in remoto. La banca sta considerando, comunque la possibilità di evacuare i dipendenti verso il Sud del Paese o in altre aree. Alitalia ha deciso di spostare da oggi i 14 voli settimanali dall'Italia a Tokyo Narita su Osaka. Per facilitare gli italiani che vogliono lasciare il Giappone, il ministero degli Esteri rende noto che è possibile acquistare biglietti Alitalia a tariffa agevolata senza prenotazione. La Farnesina, che sconsiglia di recarsi in Giappone, aggiunge che "possibili rinforzi dei voli potranno essere attuati se necessario".

Redazione online

18 marzo 2011

 

 

 

2011-03-17

Se saranno costruite nuove centrali, da noi serviranno norme di sicurezza più restrittive

Nucleare, Romani:"Serve riflessione"

Primo freno da un esponente del governo. E la Ue inserisce l'Italia nella top 4 del rischio sismico

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Paolo Romani, ministro dello Sviluppo economico (Ansa)

Paolo Romani, ministro dello Sviluppo economico (Ansa)

ROMA - La linea dell'"avanti ad oltranza" e delle "decisioni non dettate dall'emozione" sul programma nucleare dell'esecutivo inizia a non essere più così unanime all'interno del governo. Una prima ma significativa frenata arriva da ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani: "Dalle informazioni che abbiamo il problema che ha il Giappone non sarà di facile soluzione. Per questo il paese deve fermarsi un attimo e capire che cosa stiamo facendo. Serve una pausa di riflessione e soprattutto non si possono fare scelte che non siano condivise da tutti". "Non è in discussione che il Paese debba andare verso l'energia nucleare - ha precisato - , ma i tragici eventi del Giappone impongono di riflettere sulla sicurezza degli impianti e di aprire un dibattito europeo sulla affidabilità degli stress test delle 150 centrali nucleari del continente".

L'ITALIA E IL RISCHIO SISMICO - E proprio dal dibattito in corso a livello Ue, l'Italia viene segnalata come uno dei quattro Paesi dell'Unione e a più alto rischio sismico (terremoti oltre i 7 gradi della scala Richter) e dovrà rispettare quindi criteri di sicurezza più rigorosi degli altri se davvero tornerà a costruire centrali nucleari nel proprio territorio. Secondo una lista su cui lavora la Commissione europea, e che è stata fornita ad Apcom da una fonte di Bruxelles, gli altri tre paesi sono il Portogallo, la Grecia e la Romania (i terremoti più forti nel 1975, 1903 e 1977, rispettivamente). Portogallo e Grecia, come l'Italia attualmente, non hanno centrali nucleari. Dai quattro solo la Romania produce energia atomica (due reattori, a Cernavoda).

I PRECEDENTI - Nel dibattito sul giro di vite che ora si vuol dare alla sicurezza nucleare e sui parametri degli 'stress test' (test di resistenza) che verranno effettuati sulle centrali atomiche nell'Ue - secondo una decisione non ancora presa formalmente ma data ormai per scontata - uno dei più rilevanti sarà naturalmente quello della resistenza degli impianti a terremoti e maremoti, di intensità simile a quelli che hanno messo in ginocchio il Giappone e scatenato il rischio nucleare. In Italia, i terremoti con magnitudo superiore ai 6 gradi della scala Richter, che hanno fatto molti danni e vittime nella Penisola dall'inizio del secolo scorso a oggi, sono almeno sette, fra cui il più devastante di tutti è stato quello di Messina e Reggio Calabria (1908), seguito da un vero e proprio tsunami con onde fino a 13 metri, e con circa 120.000 morti. Una tragedia che dovrebbero ricordare coloro che dicono che in Europa non sono possibili catastrofi come quella giapponese. Prima dell'Aquila (2009), ci sono stati poi i terremoti di due terremoti dell'Irpinia (nel 1980 e nel 1930, con 2.570 e 1.400 morti rispettivamente) quello del Friuli (1976), con 989 vittime, quello del Belice (1968) con 236 morti e quello di Avezzano (1915) con 32.610 morti.

Redazione Online

17 marzo 2011

 

 

Perché sono contrario

L'atomo e i costi troppo alti: non conviene

Nell'ultima valutazione del Dipartimento dell'Energia Usa, l'elettricità da nucleare risulta la più cara

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Nell'ultima valutazione del Dipartimento dell'Energia Usa, l'elettricità da nucleare risulta la più cara

di GIANNI SILVESTRINI

Il nucleare, questo nucleare, non convince per diversi motivi. Innanzitutto non sono escludibili eventi catastrofici a causa di fattori esterni o di errori umani. Si spera nella quarta generazione che, verso il 2030, dovrebbe portare a reattori intrinsecamente sicuri. C'è poi una valutazione economica, in quanto i costi tendono costantemente ad aumentare. Nell'ultima valutazione del Dipartimento dell'Energia Usa (Energy Outlook 2010) sugli impianti da costruire nei prossimi due decenni, l'elettricità da nucleare risulta la più cara. È il motivo per cui negli Stati Uniti sono previsti dei meccanismi di incentivazione per le nuove centrali, altro che riduzione della bolletta... Infine pesa una considerazione etica. A quasi cinquant'anni dalla prima centrale, non esiste un solo Paese al mondo che abbia realizzato un deposito definitivo per le scorie altamente radioattive. Per tutti gli oggetti che noi conosciamo - un frigorifero, un'automobile, una bottiglia - è prevista la chiusura del ciclo. Per i rifiuti nucleari, la cui pericolosità ha tempi di dimezzamento di decine di migliaia di anni, non abbiamo ancora trovato una soluzione, lasciando in questo modo alle generazioni future un velenoso regalo.

I fautori di questa tecnologia sostengono che però consente di ridurre i consumi di combustibili fossili e le emissioni dei gas serra. Vero, ma è possibile ottenere lo stesso risultato in modo più efficace e meno rischioso. Le fonti rinnovabili, considerate marginali fino a poco tempo fa, stanno crescendo a ritmi imprevedibili e i loro costi si stanno rapidamente riducendo. L'elettricità producibile dagli impianti solari ed eolici installati nel mondo tra il 2005 e il 2010 è tre volte maggiore rispetto a quella dei reattori nucleari entrati in servizio negli stessi anni. La metà della potenza elettrica installata in Europa lo scorso decennio è rinnovabile. E l'accelerazione della crescita è formidabile. La potenza fotovoltaica globale installata nel 2010 è, ad esempio, aumentata del 120% rispetto all'anno prima.

Grazie al contesto energetico così drasticamente mutato, la riflessione internazionale che seguirà all'incidente di Fukushima avrà un decorso diverso rispetto all'impatto che si ebbe dopo Chernobyl. Allora l'effetto fu quello di bloccare la crescita del nucleare senza innescare però una vera alternativa. Le fonti rinnovabili erano all'inizio del loro sviluppo e non rappresentavano un'opzione credibile, anche se le esperienze californiane, danesi, giapponesi già facevano intuire le enormi potenzialità di queste tecnologie. La potenza eolica oggi è cento volte superiore, quella solare addirittura mille volte più ampia. E i costi sono scesi drasticamente.

Tutto ciò fa ritenere che altri Paesi seguiranno la strada della Germania che aveva deciso, già prima dell'incidente giapponese, di uscire dal nucleare puntando a soddisfare nel 2050 almeno l'80% della richiesta elettrica con le rinnovabili. Una strategia lungimirante che negli ultimi anni ha consentito di raddoppiare l'elettricità verde grazie a un milione di impianti solari, eolici, a biomassa e di creare un comparto che conta 340.000 addetti, un pilastro ormai dell'economia tedesca.

Dunque, le riflessioni dopo la tragedia giapponese possono portare ad un drastico ripensamento delle strategie energetiche con un rilancio delle politiche dell'efficienza energetica e dell'utilizzo delle rinnovabili. Una strada fortemente innovativa che garantisce maggiore sicurezza energetica, riduce i rischi di cambiamenti climatici, crea imprese ed occupazione. L'Italia, che ultimamente ha ottenuto risultati interessanti nelle rinnovabili, farebbe bene a seguire questa strada.

Gianni Silvestrini

17 marzo 2011

 

 

Perché sono favorevole

Serve una pausa per imparare dagli errori

Riflettere ora sarebbe una cosa saggia

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Serve una pausa per imparare dagli errori

Riflettere ora sarebbe una cosa saggia

di CHICCO TESTA

Ciò che sta succedendo in Giappone nelle centrali colpite dal terremoto e dallo tsunami è molto più grave di quanto si potesse immaginare. L'incidente nucleare, anzi gli incidenti, che si susseguono senza fine lasceranno conseguenze, ancora in larga parte purtroppo imprevedibili, per moltissimi anni. Deve riconoscerlo senza esitazione e per senso di responsabilità anche chi, come me e tanti altri, tecnici, scienziati, esponenti politici, gente comune, è un convinto sostenitore dell'utilità dell'energia nucleare. Ma far finta di nulla e ritenere che le cose possano continuare senza cambiamenti sarebbe da sciocchi e da irresponsabili. Penso che anche il governo italiano debba porsi l'obiettivo di una seria riflessione. Insistere nel dire che nulla cambia nei programmi decisi è un errore, che non si colloca all'altezza delle richieste che oggi, giustamente, vengono dall'opinione pubblica.

Personalmente penso che l'energia nucleare continuerà ad avere un futuro. Nei Paesi che già la possiedono, compreso il Giappone disperatamente bisognoso di energia, la Cina, l'India, gli Usa, molti Stati europei ed extraeuropei e nei Paesi in cui si realizzeranno reattori nucleari di concezione sempre più avanzata. Ma siamo a un giro di boa che non può essere sottovalutato.

Se questo avverrà, sarà solo dopo che una profonda riconsiderazione di tutto il settore sia stata fatta. Come già, in questi giorni, in Paesi come la Svizzera e la Germania. Dichiarare da parte nostra un'analoga pausa di riflessione sarebbe cosa saggia. È una responsabilità che tocca ai governi di tutto il mondo. L'Europa ha iniziato e forse proprio dalle e con le Istituzioni europee può essere delineato il ruolo e lo spazio dell'energia nucleare nella futura politica energetica europea. Che non è certo affare di un singolo stato. Può anzi essere l'occasione per immaginare un percorso che porti ad un'Agenzia di Sicurezza sovranazionale, come la NRC americana che ha competenza su tutti gli Stati dell'Unione. Avanzi il governo italiano questa proposta. Occorre quindi tempo per decidere con coscienza e cautela. Per fare un bilancio ragionato di ciò che è successo in Giappone e come sempre imparare dagli errori, per fare una valutazione del livello di sicurezza degli impianti esistenti, per verificare gli standard delle future tecnologie.

Ciò che succede è una gran brutta notizia per l'ambiente. Per le conseguenze dell'incidente nucleare, per la devastazione ambientale a cui è stato sottoposto il Giappone dalla distruzione di impianti chimici, raffinerie, infrastrutture energetiche, comprese quelle rinnovabili come l'idroelettrico. Ma anche perché, come già previsto da tutte le agenzie internazionali, aumenterà ulteriormente il ricorso ai combustibili fossili in tutto il mondo. Carbone in primo luogo.

Sappiamo quanto questo problema sia accentuato in Italia, dipendente dai combustibili fossili e dall'energia nucleare da importazione, per circa l'80% del suo fabbisogno. È un problema storico che ci rende fragilissimi, come ci mostrano gli avvenimenti in corso nei Paesi da cui abitualmente ci riforniamo. Ma per ridisegnare la nostra politica energetica, stretta fra colonne d'Ercole che sembrano insuperabili, c'è bisogno di un largo consenso e di lasciarci aperta, con senso di responsabilità, ogni strada per il futuro.

Chicco Testa

17 marzo 2011

 

 

L'opzione nucleareL'analisi

Le opposte retoriche

e la scelta (calcolata) per l'energia

Ora il governo deve dichiarare costi e benefici delle diverse opzioni

L'opzione nucleareL'analisi

Le opposte retoriche

e la scelta (calcolata) per l'energia

Ora il governo deve dichiarare costi e benefici delle diverse opzioni

Il disastro nucleare giapponese sta alimentando nelle opinioni pubbliche occidentali due estremismi speculari: la condanna immediata e senza appello della produzione di energia elettrica dall'atomo e la fiducia illimitata nella scienza identificata nell'ingegneria nucleare e non, per dire, nel solare termodinamico. Entrambe le posizioni si nobilitano vantando il monopolio della razionalità e con ciò immaginando di condizionare la politica. Ma si tratta soltanto di retoriche giustapposte. Meglio sarebbe stare ai fatti e su questi ragionare, governando e rispettando le emozioni delle persone perché, come ognun sa, il cuore riesce talvolta a leggere dove il cervello tentenna.

Il primo dato di fatto è che, contrariamente alla propaganda di parte, il nucleare pesa sempre meno nella produzione energetica del pianeta. Secondo l'Agenzia internazionale dell'energia di Vienna, negli ultimi 12 anni il suo contributo è sceso dal 17,2 al 14%. La prima e crescente fonte energetica il carbone salito dal 38,4% al 40,3%. La seconda fonte energetica è il gas, balzato dal 15,8 al 20,8%. Il petrolio, invece, è in disuso essendo calato dall'8,9 al 4,7%, anche se è ora prevedibile una certo recupero perché il Giappone in emergenza riaprirà parecchie vecchie centrali. Sempre rilevante, ancorché fisiologicamente in calo dal 18,3 al 16,6%, il peso dell'idroelettrico, mentre raddoppia dall'1,4 al 3,3% l'apporto delle altre fonti rinnovabili.

Tutto questo significa che il mondo va avanti sempre di più con le fonti fossili. Può non piacere. A chi scrive, che al referendum del 1987 votò no all'uscita dal nucleare, non piace. Ma questa è la realtà. A regime l'Italia produrrà 10 miliardi di chilowattora con il fotovoltaico, sussidiato per 88 miliardi di euro in 20 anni o per circa 60 se si attualizzano i flussi, mentre l'Enel a Porto Tolle farà 14 miliardi di chilowattora con il carbone e senza incentivi. E intanto il Paese litiga ferocemente sul nulla, contrapponendo un nucleare di là da venire (le regioni sono contro; l'Enel non ha ancora rivelato i suoi piani) a fonti rinnovabili di modesta resa.

Poiché l'effetto serra è un problema globale, si potrebbe confrontare di quanto nel mondo lo si possa ridurre usando meglio la fonte più impopolare, il carbone, e di quanto possa venir ridotto con l'eolico o il solare, frazioni della frazione delle "altre rinnovabili".

Dal governo nazionale, invece, ci si attende che metta nero su bianco i costi e i benefici delle diverse opzioni anziché tenere i piedi nelle scarpe di tutte le lobby, dall'atomo al sole, e cambiare tre volte in 8 mesi le norme, com'è avvenuto sul fotovoltaico, prima promettendo incentivi stellari a tutti, poi tagliando di colpo e infine rinviando le decisioni seppellendo in un colpo solo la certezza del diritto e la politica industriale.

Più in generale, governo e accademia dovrebbero forse chiarire la qualità dei nuovi posti di lavoro e il loro costo per la collettività in termini di incentivi. Magari tenendo presente che l'Iri assorbì fondi di dotazione per 37 mila miliardi di lire, ovvero 19 miliardi di euro, in 63 anni di storia nei quali diede lavoro a centinaia di migliaia di persone dirette e un'infinità indirette.

Poi però chiediamoci anche perché il nucleare si sia fermato, dopo i primi successi legati anche alla gioia di poter fare un uso civile di una tecnologia militare terribile. Ora riprenderà? Esistono nuovi progetti, certo. Cina, India, Brasile. Ma quale sarà la loro incidenza tra 20-30 anni rispetto alle fonti fossili e alle rinnovabili? Il nucleare sarà parte della soluzione o parte del problema? Negli anni Novanta, a congelare i progetti nucleari è stata certo la paura di altre Chernobyl, ma anche e soprattutto la loro onerosità. Il nucleare ha un altissimo costo d'investimento che varia anche da sito a sito e un basso costo d'esercizio. Il prezzo del chilowattora nucleare dipende dai tassi, a cui si finanzia l'investimento, e si confronta con quelli dell'energia da altre fonti. Oggi, con il barile oltre i 100 dollari e i tassi ancora bassi, il nucleare conviene. Ma per lunghi anni il barile ha quotato sotto i 30 dollari. Tornasse verso quei dintorni e risalissero i tassi, il nucleare diventerebbe una nuova tassa. Non è detto che un po' di nucleare non debba essere fatto nonostante la paura, ma il governo, i cui esponenti affollano i talk show televisivi parlando senza sapere, deve prima mettere le carte in tavola. Se le ha. Non sarà tempo sprecato.

Massimo Mucchetti

17 marzo 2011

 

 

 

GIAPPONE, Allarme nella capitale: fa freddo, consumi alle stelle

"Italiani, via subito dalle zone colpite" Tokyo rischia il black out totale

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(Ap)

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MILANO - A Fuhushima, nell'impianto nucleare danneggiato dal terremoto che ha colpito il Giappone lo scorso 11 marzo, è ormai una corsa contro il tempo. Gli elicotteri dell'esercito nipponico continuano a gettare tonnellate d'acqua sui reattori surriscaldati della centrale e il governo giapponese ha spiegato che la messa in sicurezza del reattore n.3 di Fukushima "è la priorità", vista la pressione registrata in aumento con uscita di vapore proprio dal reattore potenzialmente più pericoloso. Il bilancio del sisma e dello tsunami intanto cresce. Secondo gli ultimi dati diffusi dal Dipartimento di Polizia, tra morti e dispersi si è arrivato a quota 15.023. I morti accertati sono 5.429 in 11 prefetture più Tokyo.

RISCHIO BLACK OUT- In queste ore il Giappone e Tokyo in particolare devono fare i conti anche con un'altra emergenza. La parte orientale del Paese, infatti, potrebbe risentire di una sospensione dell'energia elettrica su larga scala se non si procede a una riduzione dei consumi, visto che la produzione è limitata a causa del blocco di una serie di centrali danneggiate dal devastante sisma. L'ondata di freddo che ha colpito tutto il Giappone orientale ha prodotto un picco nei consumi nonostante le interruzioni pianificate dell'erogazione che sono state avviate da alcuni giorni. "Questa mattina già il consumo era quasi uguale alla prduzione. Questo significa che stasera e questa notte, al momento dei picchi tradizionali di consumo, il fabbisogno supererà di molto l'offerta e potrebbe provocare un imprevedibile black out su ampia scala", ha detto il ministro dell'Industria di Tokyo Banri Kaieda.

Nuove esplosioni a Fukushima Nuove esplosioni a Fukushima Nuove esplosioni a Fukushima Nuove esplosioni a Fukushima Nuove esplosioni a Fukushima Nuove esplosioni a Fukushima Nuove esplosioni a Fukushima Nuove esplosioni a Fukushima

USA E ITALIA - La preoccupazione degli Stati Uniti per quanto sta avvenendo in Giappone cresce. L'amministrazione a stelle e strisce ha lanciato un allarme secondo il quale la situazione è ben più grave di quella descritta da Tokyo. Il presidente Barack Obama ha parlato al telefono con il premier giapponese Naoto Kan, assicurandogli "tutto l'appoggio necessario" da parte dell'amministrazione a stelle e strisce. Intanto, l'ambasciata italiana a Tokyo "rinnova vivamente l'invito ai connazionali di allontanarsi dalle quattro prefetture colpite dallo tsunami, dalle prefetture a nord della capitale e dalla stessa capitale". Quanto all'ipotesi radiazioni, le misure "del team italiano effettuate in ambasciata confermano il valore registrato ieri di 0.04 microsievert/ora". Anche il Dipartimento di Stato Usa ha autorizzato mercoledì sera i familiari del suo personale diplomatico a lasciare il Giappone. Si tratta di un cambiamento di atteggiamento da parte americana rispetto all'emergenza nucleare nel Paese asiatico.

La tragedia di Miyagi La tragedia di Miyagi La tragedia di Miyagi La tragedia di Miyagi La tragedia di Miyagi La tragedia di Miyagi La tragedia di Miyagi La tragedia di Miyagi

INDIRIZZI E-MAIL - Nell'ultimo avviso sullo stato della crisi legata alla centrale nucleare, l'ambasciata italiana ha rinnovato "vivamente la richiesta di far urgentemente pervenire via e-mail agli indirizzi: consular.tokyo esteri.it e ambasciata.tokyo esteri.it i nominativi dei membri del nucleo familiare che sono già partiti, nonché di avvertire, sempre via email allo stesso indirizzo, questa ambasciata nel momento in cui lascerete il Paese". Infine, si legge nell'avviso, "vi preghiamo di segnalarci presenze di italiani temporaneamente presenti e quindi non registrati in ambasciata, se possibile dandoci il loro indirizzo email".

LA CINA - Nel frattempo, si muove anche Pechino. Il governo cinese vuole infatti da Tokyo informazioni in tempi rapidi su ogni eventuale sviluppo della fuoriuscita di radiazioni dalla centrale di Fukushima. "Il mondo segue con grande attenzione la crisi nucleare in Giappone, e il Giappone sta adottando misure di emergenza per farvi fronte", ha detto a un briefing per la stampa la portavoce del ministero degli Esteri cinese, Jiang Yu.

SI INFIAMMA LO YEN - in Borsa lo yen intanto vola. E il governo giapponese accusa gli speculatori di aver provocato una fiammata storica della moneta, che potrebbe peggiorare la situazione delle imprese esportatrici giapponesi che già soffrono le conseguenze del terremoto. Questa impennata della valuta giapponese può sembrare paradossale in quanto il Paese attraversa la peggiore crisi dalla fine della guerra. Gli investitori avrebbero scommesso su un rimpatrio di massa dei fondi detenuti dalle imprese di assicurazione all'estero per finanziare le indennità enormi per le vittime. Il ministro dell'Economia e della Politica fiscale, Kaoru Yosano, ha assicurato che si tratta di "voci prive di fondamento" e che gli assicuratori giapponesi, che hanno denaro a sufficienza, non avrebbero bisogno di vendere le attività detenute valuta estera. Ma gli operatori hanno acquistato ancora grandi quantità di yen, sperando di venderli più cari in seguito.

Redazione online

17 marzo 2011

 

 

aiea: situazione preoccupante ai reattori numero 3 e 4

Tokyo, nuova scossa di magnitudo 6

Reattore n. 4 senz'acqua, Usa in allarme

Esplosione nel reattore numero quattro a Fukushima. Giovedì droni Usa sulla centrale. Parla l'Imperatore in tv

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Reattore n. 4 senz'acqua, Usa in allarme

Esplosione nel reattore numero quattro a Fukushima. Giovedì droni Usa sulla centrale. Parla l'Imperatore in tv

(Reuters)

(Reuters)

MILANO - Continua la battaglia per tenere sotto controllo la centrale nucleare di Fukushima, il cui sistema di raffreddamento è stato distrutto dal sisma di venerdì scorso e dal successivo tsunami. Radiazioni "estremamente forti, potenzialmente letali" sarebbero state registrate al reattore n. 4 della centrale nucleare di Fukushima: lo ha detto il responsabile statunitense per l'energia nucleare Gregory Jaczko. La vasca di stoccaggio del reattore 4 della centrale non contiene più acqua per effetto di livelli "estremamente elevati" di radiazioni, ha dichiarato il presidente dell'Autorità americana di controllo sul nucleare. Jaczko ha aggiunto che una delle conseguenze dell'esplosione è stata la perdita d'acqua dal serbatoio del reattore. "Riteniamo - ha precisato - che non vi sia più acqua nelle piscine e che i livelli di radiazioni siano estremamente elevati, letali, il che potrebbe rimettere in gioco tutte le operazioni di soccorso". E' l'ultimo atto di una giornata caratterizzata dai tentativi di far fronte all'emergenza nucleare che sta vivendo il Giappone.

LINEA ELETTRICA - La Tokyo Electric Power Company intanto riferisce di aver quasi terminato di sistemare una nuova linea elettrica che dovrebbe ripristinare l'elettricità alla centrale nucleare di Fukushima per riuscire a risolvere la crisi. Il portavoce della Tepco, Naoki Tsunoda, ha detto che il collegamento elettrico è quasi completo. I funzionari intendono provarlo "non appena possibile" ma non sono in grado di dire quando. Il nuovo collegamento elettrico dovrebbe riuscire a ripristinare le pompe, permettendo così un flusso stabile di acqua ai reattori e alle vasche di combustibile esausto, mantenendole fredde.

ANCORA SCOSSE - Una forte scossa di terremoto di magnitudo 6 è stata avvertita anche nella giornata di mercoledì nella zona orientale di Tokyo, dove gli edifici hanno tremato a lungo. L'epicentro è stato localizzato a una profondità di 25 chilometri sotto al fondale dell'Oceano Pacifico e 96 chilometri a est di Tokyo. Una precedente scossa, sempre di magnitudo 6.0, aveva investito qualche ora prima il Giappone sud-orientale, con epicentro nella prefettura di Shizuoka: anche in quel caso il fenomeno era stato avvertito nella capitale. Dal terremoto di 9.0 gradi Richter di venerdì scorso si sono susseguite centinaia di scosse di assestamento, alcune anche molto potenti.

Altra scossa a Fukushima

UN NUOVO INCENDIO - Nel frattempo un nuovo incendio è scoppiato nella centrale nucleare di Fukushima 1. Le fiamme sono divampate presso il reattore numero quattro per poi spegnersi da sole nel giro di 30 minuti, secondo quanto reso noto dall'agenzia per la sicurezza nucleare nipponica. Ma intanto una colonna di fumo è cominciata a fuoriuscire dal reattore 3 anche se la gabbia non dovrebbe aver subito un grave danno, scrive l'agenzia di stampa Kyodo citando il governo. Secondo la Tepco, la compagnia elettrica che gestisce l'impianto, potrebbe trattarsi di vapore, e il capo portavoce del governo giapponese, Yukio Edano, ha affermato che sembra provenire dalla vasca di contenimento del reattore stesso: "Il contenitore ha un ugello di scarico", ha osservato, "ma, a parte quello, non dovrebbe uscire alcun gas". Edano ha dunque ipotizzato che la vasca possa aver subito danni. E infatti intorno alla centrale i livelli di radioattività si sono all'improvviso impennati, il personale è stato temporaneamente fatto sgomberare. L'impianto di Fukushima ha subito finora quattro esplosioni e due incendi. Ma il governo rassicura: le radiazioni oltre un raggio di 20-30 km dalla centrale di Fukushima 1 non costituiscono "immediato rischio per la salute".

Le radiazioni fermano gli elicotteri

SORVOLI IN ELICOTTERO - La televisione pubblica giapponese Nhk ha trasmesso riprese in cui si mostrava un elicottero militare bi-rotore da carico in volo verso la centrale atomica di Fukushima 1, ma l'il velivolo, che avrebbe dovuto gettare acqua per raffreddare uno dei reattori, non è riuscito ad operare, probabilmente a causa degli alti livelli di radioattività. La polizia tenterà di raffreddare la vasca del reattore 4 usando un camion con cannone ad acqua, ha annunciato la tv pubblica Nhk. Per il momento, comunque, ha scritto l'agenzia di stampa Kyodo citando l'amministrazione locale, nella prefettura di Fukushima l'acqua di rubinetto non contiene né iodio né cesio radioattivi, nonostante la fuga di radiazioni dalla centrale.

AIEA - I danni ai reattori nucleari in Giappone sono "molto seri" e i giapponesi sono soprattutto preoccupati per il numero 3 e il numero 4 ha affermato però il direttore generale dell'Aiea, Yukiya Amano, che giovedì si recherà nel Paese per un sopralluogo di un giorno per avere maggiori informazioni dalle autorità locali. Amano ha fatto sapere che giovedì gli elicotteri tenteranno di lanciare l'acqua sull'unità 3 mentre da terra si cercherà di sparare con i mega idranti acqua forniti dagli Usa sul reattore numero 4 e, successivamente sul reattore numero 3. "Prima di far questo - ha spiegato il numero uno di Aiea - dovranno essere rimossi alcuni detriti dall'area circostante".

SORVOLI CON AEREI SPIA SENZA PILOTA - Il governo giapponese avrebbe deciso quindi di accettare l'aiuto dell'esercito americano. Aerei da ricognizione senza pilota americani saranno inviati in missione sulla centrale nucleare di Fukushima per raccogliere informazioni sullo stato dei reattori. Forse la missione si svolgerà già giovedì.

TIMORI PER IL MALTEMPO - Suscitano intanto preoccupazione anche le previsioni meteo a Fukushima. Infatti sono previsti neve e vento che dovrebbe soffiare verso sudovest, cioè verso Tokyo, per poi girare e dirigersi a ovest verso il mare. Questo fattore è importante perché mostra che direzione potrebbe prendere una possibile nube nucleare. Ma le condizioni meteo sono importanti anche per la gestione degli sfollati: quelli del Tohoku, in particolare, sono esposti a privazioni e freddo. Si tratta, secondo gli ultimi dati, di 430mila persone, ma sono arrivate a essere nei giorni passati fino a 550mila. Si sono riuniti in centri di accoglienza, spesso scuole o altri edifici pubblici. Molti sono vecchi, molti sono bambini. Manca loro ancora tutto e, soprattutto, comincia a diffondersi il rischio che, col ritorno del freddo intenso, si sviluppino epidemie d'influenza che, in queste condizioni estreme, possono avere conseguenze fatali. Le previsioni del tempo prevedono infatti freddo e neve anche per i prossimi giorni.

Il discorso dell'imperatore in tv

IL MESSAGGIO DELL'IMPERATORE - A sorpresa poi l'imperatore giapponese Akihito ha rivolto un messaggio alla nazione trasmesso in tv in cui esprime "grande tristezza" per il sisma e lo tsunami di venerdì scorso, auspicando che sia "salvato il maggior numero di persone". "Provo grande tristezza per le vittime di sisma e tsunami: non si sa quanti saranno, ma spero che ne venga salvato anche uno solo in più", ha detto Akihito, in un raro messaggio alla Nazione trasmesso in tv. "Adesso, il problema è il nucleare e spero si risolva. I soccorsi vanno avanti, nel freddo. Mancano cibo e carburante e tutti sono in condizioni d'emergenza", ha aggiunto l'imperatore. "Prego per loro e perchè si esca dalla catastrofe: sono commosso da chi cerca di resistere e vivere - ha detto Akihito -. Un grazie agli stranieri, alla gente del Giappone e a tutti quelli che continuano a impegnarsi nelle operazioni di soccorso. Sono arrivati messaggi da tutto il mondo: mai rinunciare alla speranza".

ALLARME ANCORA DALL'UE - Sul fronte internazionale da segnalare che, come aveva detto già martedì, il commissario Ue all'energia Guenther Oettinger ha dichiarato di nuovo che è in corso una "effettiva catastrofe" aggiungendo che "questo impianto non è più gestito, non è più sotto controllo". Oettinger ha parlato in una audizione all'Europarlamento.

AVVISO DAGLI USA - Le autorità americane hanno invece raccomandato ai propri cittadini che vivono nel raggio di 80 km dalla centrale nucleare di Fukushima di evacuare o ripararsi in luoghi chiusi. Anche i militari Usa che stanno prestando soccorso alla popolazione giapponese hanno avuto l'ordine di non avvicinarsi a più di 80 km dalla centrale. Il portavoce della Casa Bianca Jay Carney ha detto che la raccomandazione è frutto delle analisi della situazione da parte degli esperti americani. "Questo è il consiglio che daremmo ai cittadini americani se lo stesso problema di verificasse negli Stati Uniti - ha detto Carney - Portarsi ad almeno 80 chilometri di distanza dalla centrale nucleare di Fukushima".

Sul fronte più strettamente politico il segretario di Stato Usa Hillary Clinton ha dichiarato: "Quello che sta accadendo in Giappone solleva dubbi sui costi e sui rischi associati all' energia nucleare, ma dobbiamo dare delle risposte - ha detto la Clinton - noi ricaviamo il 20% della nostra energia adesso negli Stati Uniti dall'energia nucleare".

GLI ITALIANI - Continuano invece le polemiche sugli italiani in Giappone che chiedono di tornare, come i musicisti del "Il Maggio Musicale Fiorentino" che non riescono a partire da Tokyo e cresce la loro preoccupazione e quella dei loro parenti che li attendono in Italia. Tutto questo mentre la Croce rossa internazionale ha reso noto che Tokyo è sicura e che gli stranieri possono recarsi lì. La Farnesina informa che prosegue - attraverso l'Unità di Crisi- il costante coordinamento con l'Alitalia per assicurare ai connazionali che non abbiano imprescindibili ragioni per rimanere la possibilità di lasciare, anche temporaneamente, il Paese. In tal senso, anche d'intesa con la Farnesina, non soltanto la compagnia di bandiera continua ad operare con piena capacità con 14 voli alla settimana sul Giappone (da oggi concentrati per ragioni tecniche sullo scalo internazionale di Osaka), ma è stata altresì introdotta la possibilità di acquistare biglietti di sola andata senza prenotazione, usufruendo di una speciale tariffa agevolata istituita per l'occasione. L'Ambasciata d'Italia a Tokyo e l'Unità di Crisi della Farnesina restano operative h24 non soltanto per continuare a raccogliere e riscontrare segnalazioni di connazionali, ma anche per modulare la risposta ad eventuali nuove esigenze della nostra comunità in Giappone.

Maltempo nelle zone della tsunami

LA BORSA RECUPERAYEN DA RECORD - Intanto la Borsa di Tokyo trova la forza per il rimbalzo e chiude gli scambi con un recupero del 5,68%. La Banca centrale del Giappone ha iniettato nel mercato 3,5 trilioni di yen (43 miliardi di dollari) per cercare di attenuare l'impatto del terremoto. La mossa porta a 23 trilioni di yen (283 miliardi di dollari) la quota totale stanziata negli ultimi tre giorni dalla banca. Lo yen comunque ha continuato a guadagnare terreno sul dollaro. La valuta giapponese si apprezza e sale ai massimi dalla Seconda Guerra Mondiale nei confronti del biglietto verde. Lo yen è salito fino a 77,60 dollari. A spingere al rialzo la divisa nipponica è la convinzione che le società giapponesi, soprattutto banche e assicurazioni, incominceranno a rimpatriare asset denominati in yen per contribuire alla ricostruzione delle zone devastate dallo tsunami.

CONTROLLI SUI CIBI - Ma la crisi nucleare implica anche la possibilità di danni collaterali. L'inquinamento cioè di suolo, acqua e animali. L'Unione europea ha quindi già allertato i 27 Stati membri prescrivendo analisi dei livelli di radioattività su tutti i prodotti alimentari destinati all'uomo e agli animali. E in Italia il ministro della Salute Fazio ha annunciato "misure restrittive": si metterà al setaccio tutto ciò che riguarda il settore con data post terremoto. Si tratta in ogni caso, in Italia e in Europa, di una nicchia di mercato: l'import di prodotti alimentari è "minimo", secondo l'Ue, seppure in crescita. Anche chi ama il sushi, dunque, dovrebbe poter stare tranquillo: il pesce è locale, e le alghe potranno essere sostituite, quando già non lo sono, con quelle cinesi.

PRIMO GIORNALISTA CONTAMINATO - Da segnalare anche il caso del primo giornalista contaminato dalle radiazioni. Lester Holt, giornalista della Nbc di ritorno dal Giappone, dove aveva coperto la catastrofe del terremoto e la crisi nucleare, ha rivelato nel suo show mercoledì di essere stato contaminato. Tracce di radiazioni, di bassa intensità, sono state riscontrate su di lui e anche su alcuni collaboratori della sua troupe.

Redazione Online

16 marzo 2011(ultima modifica: 17 marzo 2011)

 

 

 

 

 

 

2011-03-16

aiea: situazione preoccupante ai reattori numero 3 e 4

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(Reuters)

(Reuters)

MILANO - Continua la battaglia per tenere sotto controllo la centrale nucleare di Fukushima, il cui sistema di raffreddamento è stato distrutto dal sisma di venerdì scorso e dal successivo tsunami. Radiazioni "estremamente potenti" sarebbero state registrate al reattore n. 4 della centrale nucleare di Fukushima: lo ha detto il responsabile statunitense per l'energia nucleare Gregory Jaczko. La vasca di stoccaggio del reattore 4 della centrale non contiene più acqua per effetto di livelli "estremamente elevati" di radiazioni, ha dichiarato il presidente dell'Autorità americana di controllo sul nucleare. Jaczko ha aggiunto che una delle conseguenze dell'esplosione è stata la perdita d'acqua dal serbatoio del reattore. "Riteniamo - ha precisato - che non vi sia più acqua nelle piscine e che i livelli di radiazioni siano estremamente elevati, letali, il che potrebbe rimettere in gioco tutte le operazioni di soccorso". E' l'ultimo atto di una giornata caratterizzata dai tentativi di far fronte all'emergenza nucleare che sta vivendo il Giappone.

LINEA ELETTRICA - La Tokyo Electric Power Company intanto riferisce di aver quasi terminato di sistemare una nuova linea elettrica che dovrebbe ripristinare l'elettricità alla centrale nucleare di Fukushima per riuscire a risolvere la crisi. Il portavoce della Tepco, Naoki Tsunoda, ha detto che il collegamento elettrico è quasi completo. I funzionari intendono provarlo "non appena possibile" ma non sono in grado di dire quando. Il nuovo collegamento elettrico dovrebbe riuscire a ripristinare le pompe, permettendo così un flusso stabile di acqua ai reattori e alle vasche di combustibile esausto, mantenendole fredde.

ANCORA SCOSSE - Una forte scossa di terremoto di magnitudo 6 è stata avvertita anche nella giornata di mercoledì nella zona orientale di Tokyo, dove gli edifici hanno tremato a lungo. L'epicentro è stato localizzato a una profondità di 25 chilometri sotto al fondale dell'Oceano Pacifico e 96 chilometri a est di Tokyo. Una precedente scossa, sempre di magnitudo 6.0, aveva investito qualche ora prima il Giappone sud-orientale, con epicentro nella prefettura di Shizuoka: anche in quel caso il fenomeno era stato avvertito nella capitale. Dal terremoto di 9.0 gradi Richter di venerdì scorso si sono susseguite centinaia di scosse di assestamento, alcune anche molto potenti.

Altra scossa a Fukushima

UN NUOVO INCENDIO - Nel frattempo un nuovo incendio è scoppiato nella centrale nucleare di Fukushima 1. Le fiamme sono divampate presso il reattore numero quattro per poi spegnersi da sole nel giro di 30 minuti, secondo quanto reso noto dall'agenzia per la sicurezza nucleare nipponica. Ma intanto una colonna di fumo è cominciata a fuoriuscire dal reattore 3 anche se la gabbia non dovrebbe aver subito un grave danno, scrive l'agenzia di stampa Kyodo citando il governo. Secondo la Tepco, la compagnia elettrica che gestisce l'impianto, potrebbe trattarsi di vapore, e il capo portavoce del governo giapponese, Yukio Edano, ha affermato che sembra provenire dalla vasca di contenimento del reattore stesso: "Il contenitore ha un ugello di scarico", ha osservato, "ma, a parte quello, non dovrebbe uscire alcun gas". Edano ha dunque ipotizzato che la vasca possa aver subito danni. E infatti intorno alla centrale i livelli di radioattività si sono all'improvviso impennati, il personale è stato temporaneamente fatto sgomberare. L'impianto di Fukushima ha subito finora quattro esplosioni e due incendi. Ma il governo rassicura: le radiazioni oltre un raggio di 20-30 km dalla centrale di Fukushima 1 non costituiscono "immediato rischio per la salute".

Le radiazioni fermano gli elicotteri

SORVOLI IN ELICOTTERO - La televisione pubblica giapponese Nhk ha trasmesso riprese in cui si mostrava un elicottero militare bi-rotore da carico in volo verso la centrale atomica di Fukushima 1, ma l'il velivolo, che avrebbe dovuto gettare acqua per raffreddare uno dei reattori, non è riuscito ad operare, probabilmente a causa degli alti livelli di radioattività. La polizia tenterà di raffreddare la vasca del reattore 4 usando un camion con cannone ad acqua, ha annunciato la tv pubblica Nhk. Per il momento, comunque, ha scritto l'agenzia di stampa Kyodo citando l'amministrazione locale, nella prefettura di Fukushima l'acqua di rubinetto non contiene né iodio né cesio radioattivi, nonostante la fuga di radiazioni dalla centrale.

AIEA - I danni ai reattori nucleari in Giappone sono "molto seri" e i giapponesi sono soprattutto preoccupati per il numero 3 e il numero 4 ha affermato però il direttore generale dell'Aiea, Yukiya Amano, che giovedì si recherà nel Paese per un sopralluogo di un giorno per avere maggiori informazioni dalle autorità locali. Amano ha fatto sapere che giovedì gli elicotteri tenteranno di lanciare l'acqua sull'unità 3 mentre da terra si cercherà di sparare con i mega idranti acqua forniti dagli Usa sul reattore numero 4 e, successivamente sul reattore numero 3. "Prima di far questo - ha spiegato il numero uno di Aiea - dovranno essere rimossi alcuni detriti dall'area circostante".

SORVOLI CON AEREI SPIA SENZA PILOTA - Il governo giapponese avrebbe deciso quindi di accettare l'aiuto dell'esercito americano. Aerei da ricognizione senza pilota americani saranno inviati in missione sulla centrale nucleare di Fukushima per raccogliere informazioni sullo stato dei reattori. Forse la missione si svolgerà già giovedì.

TIMORI PER IL MALTEMPO - Suscitano intanto preoccupazione anche le previsioni meteo a Fukushima. Infatti sono previsti neve e vento che dovrebbe soffiare verso sudovest, cioè verso Tokyo, per poi girare e dirigersi a ovest verso il mare. Questo fattore è importante perché mostra che direzione potrebbe prendere una possibile nube nucleare. Ma le condizioni meteo sono importanti anche per la gestione degli sfollati: quelli del Tohoku, in particolare, sono esposti a privazioni e freddo. Si tratta, secondo gli ultimi dati, di 430mila persone, ma sono arrivate a essere nei giorni passati fino a 550mila. Si sono riuniti in centri di accoglienza, spesso scuole o altri edifici pubblici. Molti sono vecchi, molti sono bambini. Manca loro ancora tutto e, soprattutto, comincia a diffondersi il rischio che, col ritorno del freddo intenso, si sviluppino epidemie d'influenza che, in queste condizioni estreme, possono avere conseguenze fatali. Le previsioni del tempo prevedono infatti freddo e neve anche per i prossimi giorni.

Il discorso dell'imperatore in tv

IL MESSAGGIO DELL'IMPERATORE - A sorpresa poi l'imperatore giapponese Akihito ha rivolto un messaggio alla nazione trasmesso in tv in cui esprime "grande tristezza" per il sisma e lo tsunami di venerdì scorso, auspicando che sia "salvato il maggior numero di persone". "Provo grande tristezza per le vittime di sisma e tsunami: non si sa quanti saranno, ma spero che ne venga salvato anche uno solo in più", ha detto Akihito, in un raro messaggio alla Nazione trasmesso in tv. "Adesso, il problema è il nucleare e spero si risolva. I soccorsi vanno avanti, nel freddo. Mancano cibo e carburante e tutti sono in condizioni d'emergenza", ha aggiunto l'imperatore. "Prego per loro e perchè si esca dalla catastrofe: sono commosso da chi cerca di resistere e vivere - ha detto Akihito -. Un grazie agli stranieri, alla gente del Giappone e a tutti quelli che continuano a impegnarsi nelle operazioni di soccorso. Sono arrivati messaggi da tutto il mondo: mai rinunciare alla speranza".

ALLARME ANCORA DALL'UE - Sul fronte internazionale da segnalare che, come aveva detto già martedì, il commissario Ue all'energia Guenther Oettinger ha dichiarato di nuovo che è in corso una "effettiva catastrofe" aggiungendo che "questo impianto non è più gestito, non è più sotto controllo". Oettinger ha parlato in una audizione all'Europarlamento.

AVVISO DAGLI USA - Le autorità americane hanno invece raccomandato ai propri cittadini che vivono nel raggio di 80 km dalla centrale nucleare di Fukushima di evacuare o ripararsi in luoghi chiusi. Anche i militari Usa che stanno prestando soccorso alla popolazione giapponese hanno avuto l'ordine di non avvicinarsi a più di 80 km dalla centrale. Il portavoce della Casa Bianca Jay Carney ha detto che la raccomandazione è frutto delle analisi della situazione da parte degli esperti americani. "Questo è il consiglio che daremmo ai cittadini americani se lo stesso problema di verificasse negli Stati Uniti - ha detto Carney - Portarsi ad almeno 80 chilometri di distanza dalla centrale nucleare di Fukushima".

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GLI ITALIANI - Continuano invece le polemiche sugli italiani in Giappone che chiedono di tornare, come i musicisti del "Il Maggio Musicale Fiorentino" che non riescono a partire da Tokyo e cresce la loro preoccupazione e quella dei loro parenti che li attendono in Italia. Tutto questo mentre la Croce rossa internazionale ha reso noto che Tokyo è sicura e che gli stranieri possono recarsi lì. La Farnesina informa che prosegue - attraverso l'Unità di Crisi- il costante coordinamento con l'Alitalia per assicurare ai connazionali che non abbiano imprescindibili ragioni per rimanere la possibilità di lasciare, anche temporaneamente, il Paese. In tal senso, anche d'intesa con la Farnesina, non soltanto la compagnia di bandiera continua ad operare con piena capacità con 14 voli alla settimana sul Giappone (da oggi concentrati per ragioni tecniche sullo scalo internazionale di Osaka), ma è stata altresì introdotta la possibilità di acquistare biglietti di sola andata senza prenotazione, usufruendo di una speciale tariffa agevolata istituita per l'occasione. L'Ambasciata d'Italia a Tokyo e l'Unità di Crisi della Farnesina restano operative h24 non soltanto per continuare a raccogliere e riscontrare segnalazioni di connazionali, ma anche per modulare la risposta ad eventuali nuove esigenze della nostra comunità in Giappone.

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CONTROLLI SUI CIBI - Ma la crisi nucleare implica anche la possibilità di danni collaterali. L'inquinamento cioè di suolo, acqua e animali. L'Unione europea ha quindi già allertato i 27 Stati membri prescrivendo analisi dei livelli di radioattività su tutti i prodotti alimentari destinati all'uomo e agli animali. E in Italia il ministro della Salute Fazio ha annunciato "misure restrittive": si metterà al setaccio tutto ciò che riguarda il settore con data post terremoto. Si tratta in ogni caso, in Italia e in Europa, di una nicchia di mercato: l'import di prodotti alimentari è "minimo", secondo l'Ue, seppure in crescita. Anche chi ama il sushi, dunque, dovrebbe poter stare tranquillo: il pesce è locale, e le alghe potranno essere sostituite, quando già non lo sono, con quelle cinesi.

Redazione Online

16 marzo 2011

 

 

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Uno scoppio e due incendi nella centrale: evacuati 750 addetti, quattro dispersi

Dal nostro inviato Giusi Fasano

 

FUKUSHIMA - Cinquanta uomini per vincere contro il "mostro" atomico. Cento mani e cento occhi per tenerlo a bada mentre il mondo lo guarda e trattiene il fiato. Sono i lavoratori della Compagnia elettrica di Tokyo, la Tepco, e sono gli unici rimasti nella centrale nucleare di Fukushima. Tocca a loro fare quello che fino a ieri mattina hanno fatto in ottocento e cioè raffreddare il più possibile le barre di combustibile nucleare dei reattori ed evitare altri scoppi o, peggio, la fusione del nucleo.

I 50 eroi di Fukushima

Sfiniti da turni massacranti di cui non si vede la fine, terrorizzati dall'incubo della contaminazione, camminano sull'orlo di un baratro ogni santo giorno da venerdì scorso, bardati nelle loro tute, con le facce nascoste dalle maschere. Si dice che abbiano alzato la mano per offrirsi volontari quando ieri mattina, dopo l'esplosione devastante al reattore numero 2, si è trattato di stabilire chi doveva rimanere e chi no. Cinquanta piccoli Ulisse davanti a un Polifemo che sbuffa senza sosta, da tre giorni, vapore e fumo radioattivo. La catastrofe che il mondo intero teme, loro la guardano da un passo, la captano dai rumori sinistri che arrivano dai sei reattori dell'impianto. L'hanno immaginata, ieri mattina, quando l'acqua dai riflessi blu ha cominciato a ribollire nella piscina atomica del reattore numero 2. Se l'ebollizione dovesse far evaporare tutto il liquido, le barre di combustibile nucleare sarebbero esposte all'atmosfera e sarebbe molto alto il rischio di una nuvola carica di radiazioni. La parola d'ordine è stata raffreddare, raffreddare, raffreddare. E per il momento hanno vinto loro, i nostri cinquanta eroi. L'acqua non bolle più, le barre per ora non sono scoperte. Ma si sta ipotizzando di far arrivare già all'alba l'acqua anche con gli elicotteri e di sganciarla dall'alto, in particolare sul quarto reattore della centrale nucleare di Fukushima, dove l'ultima esplosione di ieri ha provocato una crepa nell'edificio-contenitore e dove due dipendenti potrebbero essere dispersi. La stanchezza avanza, si fa spazio in mezzo ai guai, uno più preoccupante dell'altro. Per esempio quel benedetto reattore numero 4 che sembrava starsene tranquillo fino a ieri: all'improvviso lo hanno visto andare a fuoco e loro, i cinquanta tecnici antimostro, si sono trovati stretti fra le fiamme - che hanno liberato una quantità sconosciuta di radiazioni direttamente nell'atmosfera - e l'esposizione alla radioattività salita ben oltre i limiti consentiti nel giro di pochi minuti. Nella sala di controllo il livello delle radiazioni è diventato altissimo e per evitarle il più possibile hanno organizzato squadre di copertura a tempo: pochi minuti a testa finché il cinquantesimo non ha finito il suo turno, poi si ricomincia. Per dividere in parti uguali gli agguati di quel nemico invisibile. Alle 23 ora italiana c'era un nuovo incendio da domare ma, in nottata, l'agenzia di sicurezza nucleare giapponese ha dichiarato che "le fiamme sembrano essersi spente da sole". Il sonno arriva quando si può, per gli irriducibili della centrale di Fukushima I. Nello spazio immenso dell'impianto, cinquanta uomini sono puntini che si confondono con il grigio scuro delle fotografie scattate dagli elicotteri, sono sagome minuscole perdute sotto i pennacchi di fumo dei reattori scoppiati o incendiati. Il panorama è spettrale, l'umore è quel che si può. "Che ne sarà di loro?" si chiedono i 750 compagni di lavoro evacuati ieri mattina. E che succederà al Fukushima I?

Le radiazioni fermano gli elicotteri

La verità è che più passa il tempo più la situazione sembra fuori controllo. L'impianto atomico è un produttore continuo di angoscia e non c'è falla che si tamponi senza che se ne aprano altre due-tre.

Prendi la giornata di ieri. I reattori numero 1 e 3 "sono spenti e con il raffreddamento degli elementi di combustibile in funzione" è la buona notizia del primo mattino. Ma ce n'è una valanga di cattive. L'esplosione al reattore numero 2, l'incendio al numero 4, i reattori 5 e 6 in condizioni di non sicurezza, radiazioni in crescita in una vasta zona attorno alla centrale. E ancora: la fascia di evacuazione estesa da 20 a 30 chilometri di raggio e, non ultimo, c'è il rischio che prenda fuoco il carburante nucleare esausto e che quindi si crei una gigantesca nube radioattiva.

"Perfino il cielo non ci aiuta", è il commento amaro del soldato Minoru ai microfoni di una tivù locale prima di saltare su un mezzo militare che dall'aeroporto di Sukagawa lo porterà ai confini della zona proibita di Fukushima. Parla delle previsioni del tempo, Minoru. Piove o nevica lungo tutta la fascia dove invece sarebbe benvenuto il sole, sia per le operazioni dei soccorritori sia per evitare che gli elementi radioattivi ricadano al suolo. "Al diavolo la pioggia, ce la faremo anche questa volta" promette lui. "Il popolo giapponese ce l'ha sempre fatta". Sembra più scoraggiato del suo soldato il premier Naoto Kan. Ieri ha detto che "il pericolo di ulteriori perdite radioattive è in aumento", ma ha chiesto alla popolazione di mantenere la calma. Cosa difficile anche per i serafici giapponesi dopo che Yukio Edano, il suo portavoce che "contrariamente a quello che è successo finora, non vi è dubbio che i livelli attuali possano incidere sulla salute umana". Una signora dal nome impronunciabile che guarda l'appello di Edano sul computerino di suo figlio mentre è in fila per prendere un autobus a Fukushima City, dice che "se sono arrivati a dare il consiglio di non stendere i panni all'esterno è chiaro che la situazione è grave...". Sì, ma quanto grave? È un alternarsi continuo di rassicurazioni seguite da allarmi. Il panico, mai ostentato nemmeno dalla gente che vive nelle vicinanze della centrale atomica, si misura soltanto con gli scaffali semivuoti nei supermarket di tutta l'area est della prefettura di Fukushima e con le code per fare scorte alimentari in vista di giorni da passare chiusi in casa.

Tokyo, città semideserta

Lungo la strada statale principale che passa alle spalle della centrale, il serpentone di auto dirette a sud cresce di ora in ora, tutti in fila per l'aeroporto di Sukagawa oppure per scendere fino a Tokyo, Osaka, Kyoto, purché lontano da qui. E come se tutto questo non bastasse c'è da fare i conti ogni giorno con scosse di assestamento che in alcuni casi sono davvero spaventose. Lo era quella di ieri sera alle 22.30 (in Italia le 14.30) che l'Agenzia meteorologica giapponese ha misurato come 6.4 della scala Richter, epicentro a dieci chilometri di profondità nell'Oceano Pacifico, davanti alla costa della prefettura di Shizuoka (a sud di Tokyo). A Fukushima, dove si è sentita nettamente benché ci siano 300 chilometri di distanza, è stato un nuovo sussulto di ansia: le strutture non possono permettersi altre spallate. È già fin troppo difficile così per i cinquanta Ulisse isolati dal mondo. Avranno certo saputo, ieri pomeriggio, che il livello di gravità della crisi atomica è stato aggiornato da 5 a 6 su una scala che arriva fino a 7 e che ha soltanto due precedenti gravi: l'incidente di Chernobyl (livello 7) e quello di Three Mile Island (livello 5). Quindi Fukushima è il secondo caso più grave della storia nucleare, un record terrificante, che dà i brividi. Da "fuori", dove finisce il confine fra la Fukushima pericolosa e quella no, arriva alla fine di una giornata quantomai drammatica, la parola che nessuno dei cinquanta vorrebbe mai sentire, "apocalisse". La usa il commissario Ue per l'Energia, Guenther Oettinger, parlando a Bruxelles della crisi nucleare in Giappone. Quella parola passa veloce, come pioggia sull'impermeabile.

C'è da pompare acqua dal mare per raffreddare le barre di combustibile, Oettinger merita solo un pensiero di passaggio fra la fatica e la paura. Non è ancora tempo di resa per cento mani e cento occhi al lavoro. L'"apocalisse", qui a Fukushima, è ancora una parola vietata.

Giusi Fasano

16 marzo 2011

 

 

gli esperti giapponesi: "SBAGLIATI I PARAGONI CON Chernobyl e Three Miles Island"

Fukushima, danni al cuore del reattore 2

Il commissario Ue : "È un'apocalisse"

Oettinger: situazione fuori controllo.

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"Rilevati alti livelli di radiazioni" riporta il quotidiano che sta leggendo questa donna a Osaka, nell'ovest del Paese (Ap)

"Rilevati alti livelli di radiazioni" riporta il quotidiano che sta leggendo questa donna a Osaka, nell'ovest del Paese (Ap)

MILANO- Cresce, se possibile, l'allarme sulla crisi nucleare in Giappone. "Un'apocalisse". Così il commissario all'energia Ue Guenther Oettinger ha definito l'incidente avvenuto nella centrale nucleare di Fukushima, dove - secondo lui - le autorità giapponesi hanno praticamente perso il controllo della situazione.

NUOVO INCENDIO - Un nuovo incendio si è sviluppato al reattore n. 4 della centrale nucleare giapponese di Fukushima, a poche ore da un'esplosione che già aveva provocato un primo incendio. L'incendio è stato posto "sotto controllo dopo alcune ore" ha comunicato la Tepco, l'ente gestore dell'impianto. Nella centrale nucleare sono rimasti una cinquantina di tecnici a combattere contro il tempo e contro l'emergenza nucleare. Settecentocinquanta persone sono state evacuate a causa delle fughe radioattive. I livelli di radiazioni nell'area non sono stati comunicati. Ore prima si annunciava che le radiazioni nella sala di controllo della centrale di Fukushima erano troppo elevate perché gli esperti della Tepco vi potessero restare a lavorare.

SPEGNIMENTO AUTOMATICO - Un'apocalisse si ripete da più parti. Ma, dicono gli esperti giapponesi, non si possono fare paragoni con Chernobyl. "Quando c'è stato il terremoto, i reattori della centrale di Fukushima Daiichi si sono spenti automaticamente", ha detto Atsushi Takeda, esperto nucleare giapponese che ha spiegato l'entità dei rischi alla centrale di Fukushima all'emittente giapponese Nhk. "Il problema si è verificato solo quando c'è stato il mancato raffreddamento dei reattori. Questo incidente è ben diverso da quelli occorsi a Chernobyl e a Three Miles Island che sono avvenuti quando il reattore era ancora in funzione. Adesso bisogna lavorare con tutti i mezzi possibili per raffreddare i reattori. Se si riuscirà a fare questo, il problema sarà risolto".

NUOVA FORTE SCOSSA - Il giudizio "apocalittico" di Oettinger arriva dopo una giornata segnata da una nuova forte scossa di terremoto che si è aggiunta alle tante di assestamento registrate in questi giorni. Attorno alle 22,30 ora locale (le 14,30 in Italia) i sismografi hanno registrato un evento di magnitudo 6.4, inferiore ai 9 del sisma di venerdì scorso ma superiore per intensità a quello che ha colpito L'Aquila nel 2009, che fu di 5.9. La scossa è stata così forte da essere avvertita anche a Tokyo, dove diversi edifici hanno tremato. L'epicentro è stato nella prefettura di Shizuoka.

L'AREA DI SICUREZZA - Nel frattempo, il livello delle radiazioni nei pressi della centrale nucleare giapponese di Fukushima, gravemente danneggiata dal terremoto di quatto giorni fa, è "considerevolmente aumentato" e per questo motivo la popolazione entro un raggio di 30 chilometri dall'impianto deve rimanere nelle proprie abitazioni: lo ha annunciato il premier nipponico, Naoto Kan, assicurando che il governo sta predisponendo tutti i necessari piani per l'assistenza della popolazione. I circa 200mila residenti nel raggio di 20 chilometri dall'impianto sono stati sgomberati mentre per quelli della fascia immediatamente successiva è stato imposto un vero e proprio coprifuoco per motivi precauzionali, anche se pure per i residenti in quest'area non viene esclusa l'opzione dell'allontanamento. Successivamente alcuni rappresentanti del governo hanno parlato di un livello di radiazioni in calo rispetto al momento in cui la radioattività ha raggiunto il suo culmine, ma le notizie che arrivano dal Giappone da questo punto di vista sono contraddittorie. L'attenzione resta alta e dall'estero si guarda con preoccupazione a quanto sta accadendo: l'autorità francese per la sicurezza nucleare sostiene che il livello di rischio è a quota 6 della scala di riferimento internazionale Ines che arriva ad un massimo di 7 (quello, per intendersi, registrato in occasione dell'incidente di Chernobyl). La valutazione dell'Ispra, l'istituto italiano che si occupa anche di sicurezza nucleare, valuta invece a 5 tale livello. Le autorità giapponesi avevano invece sempre parlato di un livello 4.

"IMPOSSIBILE LAVORARE" - Il nodo riguarda la centrale di Fukushima, dove si sono registrate nuove esplosioni. Dopo i reattori 1 e 3, interessati da scoppi venerdì e sabato, anche il numero 2 e il numero 4 - dove secondo l'Agenzia atomica internazionale, la Aiea, si è sviluppato anche un incendio che ha favorito la fuoriuscita di radiazioni -, hanno registrato deflagrazioni tra lunedì e martedì. Benchè il reattore numero quattro fosse fermo per lavori di manutenzione quando venerdì scorso l'area è stata investita dal terremoto, secondo il capo portavoce del governo giapponese, Yukio Edano, "il combustibile nucleare spento si è surriscaldato, generando idrogeno e innescandone l'esplosione". I tecnici hanno cercato di fare il possibile per contenere i danni ma secondo quanto riferisce l'agenzia giapponese Kyodo, le radiazioni nella sala di controllo della centrale di Fukushima sono troppo elevate perché "gli esperti della Tepco vi possano lavorare".

"Rischio apocalisse"

DANNI AL NOCCIOLO DEL REATTORE 2 - L'Aiea ha detto che l'esplosione nel reattore 2 "potrebbe aver compromesso l'integrità della sua principale struttura di contenimento". Secondo l'agenzia, le strutture di contenimento dei reattori 1 e 3 sembrano intatte nonostante le esplosioni. Il danno riguarda la struttura in cemento armato che protegge il contenitore di acciaio (vessel) all'interno del quale si trovano le barre di combustibile. "Al momento, a quanto risulta, sarebbero ancora intatti tutti e tre i vessel che contengono il combustibile", ha spiegato Stefano Monti, direttore dell'Unità metodi di sicurezza dei reattori dell'Enea. I reattori delle centrali Fukushima Daini, Onagawa, e Tokai sono invece in condizioni stabili e sicure, ha detto l'Aiea. Il direttore generale dell'Aiea, il giapponese Yukiya Amano, ha detto successivamente che il nocciolo 2 della centrale nucleare di Fukushima potrebbe aver subito danni limitati. "C'è la possibilità di danni al nocciolio. La stima è che il danno sia inferiore al 5%", ha detto Amano in una conferenza stampa a Vienna.

ACQUA DALL'ELICOTTERO - Intanto Tepco, l'operatore della Fukushima Daiichi, ha detto che si sta valutando la possibilità di versare acqua da un elicottero sulla vasca di combustibile nucleare esausto del reattore numero 4, ormai esposta all'aria aperta. Infatti potrebbe essere addirittura in ebollizione il combustibile nucleare esaurito custodito nel bacino di stoccaggio presente all'interno del reattore numero quattro, almeno secondo quanto reso noto dalla Tepco, la società che gestisce l'impianto, citata dall'agenzia di stampa Kyodo. Stando a fonti della compagnia, a causa dell'ebollizione il livello dell'acqua potrebbe dunque abbassarsi, rendendo più grave il pericolo di fusione del nocciolo.

COMBUSTIBILE IN EBOLLIZIONE - Sono dunque quattro su sei i reattori dell'impianto nei quali si sono verificate esplosioni. Nei due rimasti fino ad ora indenni, ha rivelato lo stesso Edano, si è registrato un lieve aumento della temperatura. In precedenza il governo giapponese, le cui dichiarazioni erano state riprese dall'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica, aveva annunciato che era stato estinto l'incendio scoppiato nello stesso reattore per il surriscaldamento del combustibile esaurito, che generando idrogeno aveva portato a un'ennesima esplosione.

Una città quasi "fantasma"

IL LIVELLO DI RADIOATTIVITA' - Edano ha spiegato che il livello delle radiazioni è attualmente di 30 millisievert tra i reattori numero due e tre, di 400 millisievert nei pressi dello stesso reattore tre e di 100 vicino al reattore quattro. Una singola dose di 1.000 millisievert, cioè di un sievert che è l'unità di misura della radioattività, può causare malori temporanei quali nausea e vomito; una di 5.000 millisievert è in grado di uccidere entro un mese circa la metà di coloro che l'hanno ricevuta. Livelli anomali di radioattività sono inoltre stati registrati a Tokyo, ma un rappresentante dell'amministrazione metropolitana, Sairi Koga, ha precisato che non sono considerati tali da nuocere al corpo umano. Fonti municipali hanno riferito in effetti che in mattinata sono stati rilevati 0,809 microsievert in città: dunque una quantità di radiazioni superiore alla norma ma non particolarmente elevata, sebbene comunque venti volte superiore a quella che si era registrata il giorno prima. Per comprenderne l'entità, basti pensare che una normale radiografia al torace di solito comporta una dose di 20 microsievert. Invece livelli di radioattività dieci volte superiori alla norma sono stati registrati a Maebashi, città situata circa 100 chilometri a nord di Tokyo e quindi più vicina alla zona della centrale di Fukushima, che dalla capitale dista 250 chilometri.

RISCHIO DANNI PER LA SALUTE - Il governo nipponico qualcosa comincia ad ammettere. Le radiazioni dovute all'incidente nel reattore n.4 della centrale di Fukushima potrebbero essere "dannose per la salute" della popolazione, ha spiegato successivamente da Parigi il ministro degli Esteri giapponese, Takeaki Matsumoto, durante la conferenza stampa che ha seguito la riunione del G8.

MARINAI USA - Paura anche tra i militari Usa che stanno soccorrendo la popolazione. Altri soldati sono stati esposti a bassi livelli di radiazioni e sono stati sottoposti a processi di decontaminazione dopo aver consegnato cibo, acqua e coperte alle vittime di terremoto e tsunami. L'esercito ha anche detto che sta mandando altre navi al largo della costa occidentale invece che su quella orientale. Questo per evitare i rischi di grandi detriti sparsi nell'oceano dallo tsunami della settimana scorsa e per restare lontani dal rilascio di radiazioni dai reattori nucleari danneggiati.

LO STOP AI VOLI - Intanto alcune grandi compagnie aeree stanno decidendo di interrompere i propri voli per Tokyo per evitare di esporre il personale alle radiazioni. Lufthansa ha deciso di deiviare gli aerei su Nagoya e Osaka. I voli, inoltre, fanno scalo a Seul, per cambiare equipaggio, ed evitare che lo staff debba pernottare in Giappone; lo ha spiegato un portavoce della compagnia. E anche l'Air China, la compagnia di bandiera cinese, ha deciso di cancellare alcuni voli verso il Giappone, anche se si tratta di una decisione solo transitoria, seppure nata dallo stesso presupposto di Lufthansa, ovvero dalla volontà di non lasciare i velivoli parcheggiati di notte in Giappone. Non cambia invece i propri programmi, almeno per ora, Alitalia: l'amministratore delegato della compagnia, Rocco Sabelli, ha spiegato che "ad oggi i nostri voli sono regolari e tutti pieni". L'unica misura precauzionale, ha precisato, riguarda per il momento i piloti che volano verso il Giappone: "Viaggiamo con il doppio equipaggio per tornare senza dover pernottare in Giappone". Alitalia gestisce 14 voli la settimana verso Tokyo Narita, 10 da Roma e 4 da Malpensa, mentre sono 4 i voli settimanali verso Osaka.

IL BILANCIO DELLE VITTIME - Nel frattempo, è salito a oltre 11.000 il numero dei morti e dispersi provocati dal sisma e dal successivo tsunami.

Redazione Online

15 marzo 2011(ultima modifica: 16 marzo 2011)

 

Cosa è cambiato con l'ultimo scoppio: danni a 2 gusci di contenimento

Ora il nocciolo è meno protetto

dal muro di cemento e acciaio

Nei pressi del reattore registrati 400 milliSievert, una dose giornaliera già capace di produrre gravi malesseri

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MILANO - "L'esplosione all'unità due dell'impianto di Fukushima Daiichi potrebbe aver danneggiato l'integrità del suo guscio di contenimento primario". È allarme vero quello che sta gettando nel terrore milioni di giapponesi, che da ieri sera tremano anche per un nuovo incendio, il secondo in poche ore, segnalato al reattore numero quattro.

In poche righe asettiche il Giappone (e il mondo) sono stati messi davanti a una realtà dagli sviluppi imprevedibili. Non solo la fuga radioattiva, le esplosioni e gli incendi. Ma che la barriera di cemento e acciaio che racchiude uno dei "noccioli" potrebbe essere conciata male. E se così fosse l'incubo di tutti i costruttori di centrali nucleari potrebbe diventare realtà: l'esposizione alla libera atmosfera delle barre di uranio in piena attività. Non ancora come a Chernobyl, ma quasi. In Ucraina fu un'esplosione immediata a scagliare ad alta quota una colonna incandescente di materiali radioattivi, e furono poi le correnti aeree a disperderla per tutta l'Europa occidentale causando il panico. A Fukushima per ora non è così, ma non è possibile escludere altre deflagrazioni, e allora il disastro potrebbe compiersi.

In attesa di capire meglio che cosa stia succedendo al reattore 4, a cambiare ieri lo scenario è stato lo scoppio avvenuto a sorpresa nell'unità 2, mentre fino a lunedì a dare le maggiori preoccupazioni erano state la 1 e la 3. Che cosa è accaduto? Al di sotto del guscio di acciaio che contiene il nocciolo, spesso da 15 a 20 centimetri, è situata una vasca, una sorta di anello pieno d'acqua a stretto contatto anche con il contenitore più esterno di calcestruzzo. Scopo della vasca è condensare il vapore che si produce quando si raffredda il nocciolo, al fine di alleggerire la pressione sulle strutture.

È proprio in quella vasca di condensazione che è avvenuta l'esplosione. Molto, troppo vicino al contenitore in cemento. Gli scoppi nei reattori 1 e 3, invece, avevano scoperchiato l'edificio esterno, quello "civile", lasciando intatti i due gusci protettivi del cuore radioattivo.

I rischi di contaminazione, peraltro, sono già presenti e in qualche caso i livelli di radioattività sono elevati. In una rilevazione nei pressi del reattore si sono registrati 400 milliSievert, una dose giornaliera già capace di produrre gravi malesseri. E che conferma, se ce n'era bisogno, che prodotti radioattivi in forma gassosa, frutto della fusione parziale o totale del nocciolo, si trovano già mescolati al vapore sfiatato verso l'esterno.

Un po' come accadde a Three Mile Island nel 1979. Allora il contenimento non si ruppe, e tutto si concluse con quattro giorni di grande angoscia, lo sgombero di donne incinte e bambini in un raggio di cinque miglia, 30 mila abitanti tenuti per 18 anni sotto osservazione dallo Stato della Pennsylvania e 14 anni di lavoro per la "pulizia" del sito.

Se a Fukushima, invece, si arrivasse alla fusione totale del nocciolo, e altre esplosioni frantumassero i contenitori, lo scenario si avvicinerebbe a quello di Chernobyl del 26 aprile 1986. In 48 ore le correnti d'alta quota trasportarono il materiale radioattivo verso l'ignara Scandinavia. Nei giorni successivi la nuvola cambiò direzione, dirigendosi verso Germania e Austria (30 aprile). Il giorno successivo, 1 maggio, arrivò anche su Italia e Francia. Le contromisure sanitarie prevedevano il divieto di latte fresco, soprattutto ai neonati, e di ortaggi "a foglia larga". A Chernobyl si dichiarò una "zona di esclusione" di 30 chilometri e furono allontanate in più riprese 350 mila persone. Dei 600 lavoratori alla centrale 31 morirono nei quattro mesi successivi e 134 subirono dosi fortissime di radioattività, così come i 600 mila volontari adibiti alle bonifiche. Sono stati segnalati fino al 2005 seimila casi di bambini e adolescenti con cancro alla tiroide, e altri sono attesi in futuro.

Fukushima, e il Giappone, sperano ancora che questo tragico destino sia loro evitato.

Stefano Agnoli

16 marzo 2011

 

 

POLEMICA IN USA

"A Fukushima reattori General Electric

Meno sicuri di altri impianti moderni"

Parlano alcuni tecnici che hanno lavorato nella multinazionale americana. La replica: funzionano bene

POLEMICA IN USA

"A Fukushima reattori General Electric

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La centrale di Fukushima

La centrale di Fukushima

WASHINGTON – Quattro dei cinque reattori della centrale nucleare di Fukushima sono dei Mark 1 della General Electric. E secondo un tecnico che si dimise dalla General Electric nel 1976 per protesta contro di essi, sebbene modificati nel corso degli anni non sono ancora completamente sicuri. In un’intervista alla tv Abc, l’ingegnere Dale Bridenbaugh ha ieri dichiarato che stando a test condotti nel 1975 i Mark 1 rischiavano di non reggere alla tremenda pressione dell’energia atomica nel caso che il loro sistema di raffreddamento smettesse di funzionare. "E’ quanto sospetto sia accaduto a Fukushima", ha aggiunto lo scienziato.

LA SMENTITA GE - Nel 1986, ha riferito la tv Abc, un altro scienziato americano, Harold Denton, un dirigente del Nuclear research council, espresse analoghi dubbi sul reattore. Bridenbaugh ha precisato che da allora la General Electric ha apportato modifiche ai Mark 1 in tutto il mondo, ma che a suo parere "esso rimane un po’ più suscettibile di incidenti che non altri reattori moderni". Non ha però rivolto accuse per la tragedia di Fukushima alla General Electric, un colosso dell’establishment industriale militare americano, che ha subito smentito che i Mark 1 non siano sicuri. "La performance dei Mark 1 è stata impeccabile per oltre 40 anni", ha ribattuto un suo portavoce. Nel 1976, assieme a Bridenbaugh si dimisero per protesta dalla General Electric due altri ingegneri, Gregory Minor e Richard Hubbard. I tre formarono un movimento contro l’energia atomica chiamato il "GE 3" dalle iniziali dell’azienda, che ebbe un certo successo.

IL CONGRESSO USA FRENA - L’intervista della tv Abc a Bridenbaugh ha accresciuto le polemiche sul nucleare. L’America smise di costruire centrali atomiche trent’anni fa, dopo la fuga di materiale radioattivo dagli impianti di Three Mile Island in Pennsylvania. Ne ha tuttavia in attività un centinaio e l’anno scorso ne progettò per la prima volta una decina di nuove. Ora il Congresso frena il progetto. Lo stesso massimo fautore del nucleare, il senatore indipendente Joe Lieberman, chiede una pausa di riflessione. Qualche impianto inoltre verrà chiuso e ispezionato. Un’altra tv, la Nbc, ha ieri ricordato che la California è tra le regioni più sismiche del mondo – si prevede un enorme terremoto nel giro di trent’anni - e che là potrebbe ripetersi la tragedia di Fukushima se non si prenderanno misure preventive.

LA PRUDENZA DI OBAMA - Tra le polemiche, l’amministrazione Obama ha scelto la linea della prudenza a breve termine, ma non si è ancora pronunciata sul programma di rilancio del nucleare a media scadenza. Il presidente era favorevole, scorgendovi un mezzo per ridurre la dipendenza dell’America dal petrolio mediorientale, ma potrebbe rivedere la propria posizione. I verdi premono su di lui perché si concentri sulle energiae eolica e solare. Secondo la tv Abc, in ogni caso le aziende che lavorano nel nucleare come la General Electric subiranno qualche danno economico. Il pubblico americano sta reagendo con orrore alla catastrofe umanitaria in Giappone, in apparenza assai più grave di quella di Chernobil in Ucraina 25 anni fa, e si chiede se le radiazioni non raggiungeranno la costa americana del Pacifico.

Ennio Caretto

16 marzo 2011

 

 

nella sola città di Ishinomaki ci sarebbero 10 mila dispersi, 20 mila a Miyagi

Giappone, sale il numero dei dispersi

Continua a crescere il bilancio delle vittime del sisma e dello tsunami

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(Ap)

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MILANO - Mentre si combatte ancora per tentare di raffreddare la centrale nucleare di Fukushima che rischia di rilasciare isotopi radioattivi, aumenta di ora in ora il bilancio dei morti e del conseguente tsunami che venerdì scorso ha devastato il Giappone. Tra morti e dispersi, il bilancio ha superato quota 24mila. L'ha comunicato il Dipartimento di Polizia nipponico. I morti accertati sono ormai 4.255, mentre i dispersi sono oltre 20mila soltanto nella prefettura nord-orientale di Miyagi. I feriti sono 2.282. Scende il numero degli sfollati che sono ospitati nei centri di accoglienza. Secondo quanto scrive l'agenzia di stampa Kyodo, sono scesi a quota 430mila dal picco di 550mila.

ALTRI 10.000 DISPERSI - Nella sola città di Ishinomaki, nella prefettura di Miyagi, l'area più colpita dal sisma di venerdì scorso e dal successivo tsunami, nel Giappone nord-orientale i dispersi sono 10mila. Lo ha riferito il sindaco della città.

Redazione online

16 marzo 2011

 

 

Via dalla pioggia radioattiva e dai blackout programmati

Il caos calmo di Tokyo

In fila per fuggire sul treno

Qualcuno prova a salire subito ma fermi tutti, non si sgarra: prima devono entrare le addette alla pulizia

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Radiazioni all'esterno di una centrale. Evacuata un'area fino a 10 chilometri (11 marzo 2011)

Via dalla pioggia radioattiva e dai blackout programmati

Il caos calmo di Tokyo

In fila per fuggire sul treno

Qualcuno prova a salire subito ma fermi tutti, non si sgarra: prima devono entrare le addette alla pulizia

Dal nostro inviato Lorenzo Salvia

 

TOKYO - Il tassista ferma la sua Toyota verde in mezzo alla strada, come forse non ha mai fatto in tutta la sua vita. Lo sportello si apre automaticamente ed ecco là fuori le valigie per terra, la gente con le mascherine, le mamme di corsa con i bambini in braccio. Stazione dello Shinkansen, fuga da Tokyo. Al binario 16 sta per partire il treno superveloce che si allontana dalla zona a rischio e scende a Sud. Destinazione Hiroshima, che oggi suona decisamente meglio di Fukushima.

(Afp)

(Afp)

Per strada ci sono poche macchine, molti hanno preferito rimanere chiusi in casa. Chi esce lo fa solo per scappare perché adesso è qui che sta arrivando la nube radioattiva uscita della centrale 240 chilometri più a Nord. Va via questa coppia di ragazzi con due bambini piazzati sullo stesso carrozzino, il gatto che si lecca le zampe in una gabbia, e il cane infilato in un vecchio borsone Spalding. Va via questo signore anziano che ha in mano solo una busta di plastica e si inchina ogni volta che qualcuno lo lascia passare. Va via questo ragazzetto con la cresta rossa da punk, che piange in silenzio e stringe la mano del suo papà in giacca e cravatta.

Non sono i profughi dello tsunami ma anche loro stanno fuggendo. Stavolta ad essere anomala non è l'onda ma l'aria che stiamo respirando, quella che ci entra nel naso, nella gola, quella che si posa sulla pelle. Dopo giornate di sole anche il cielo è diventato grigio. Proprio come nei film minaccia di piovere e non sarebbe per niente una bella cosa: l'acqua porterebbe a terra la radioattività che adesso sta girando sopra le nostre teste. Stamattina il livello registrato a Tokyo era 33 volte superiore alla norma. Ed il reattore numero 2 era scoppiato da troppo poco tempo per aver allungato la sua ombra fin qui. La situazione potrebbe peggiorare ancora, specie se il vento continua a soffiare verso Sud come dicono le previsioni. Certo, la radioattività non arriverà ad un livello mille volte superiore a quello naturale, come adesso dentro l'impianto che sta ancora bruciando. Ma molti abitanti di Tokyo hanno pensato che è meglio mettere qualche centinaia di chilometri in più tra la propria pelle e quei reattori che stanno mandando in aria chissà cosa. In tanti hanno deciso di scendere fino ad Osaka, 500 chilometri più a Sud, e anche i 2000 italiani che si trovano in Giappone sono stati invitati dall'ambasciata a lasciare il Paese o almeno Tokyo, cercando rifugio più a Sud.

Grande fuga, dunque, ma alla giapponese. Davanti alla biglietteria le persone si mettono in fila con ordine, nessuno che cerca di fregare gli altri. Sulle scale mobili tengono tutti la sinistra, camminano veloci ma senza correre come hanno imparato nelle prove nazionali di evacuazione che si tengono ogni primo settembre. Una specie di caos calmo. Sanno di essere un popolo che, come un lottatore di sumo, controlla le emozioni anche quando sono fortissime. Sanno di poter contare su un Paese che funziona pure in emergenza, che fa andare i treni anche se è costretto a razionare l'energia elettrica (la compagnia Tohokuden ha annunciato blackout programmati di sei ore al giorno), che fa partire gli aerei anche quando chissà cosa c'è in cielo, che riesce ad evitare il blocco del traffico pure se il caos scoppia in una città di 13 milioni di abitanti. Panico sì, ma senza darlo a vedere. Inevitabile pensare a quello che potrebbe succedere in un altro Paese, l'Italia per esempio.

Tokyo irriconoscibile

Come sempre, però, c'è anche un altro punto di vista. Molti giapponesi sono convinti che il governo non abbia detto tutta la verità. E questo proprio per tenere in mano la situazione, per evitare il panico che in un'isola può diventare incontrollabile per davvero. Già nei giorni scorsi i quotidiani locali avevano sollevato molti dubbi sulle informazioni ufficiali e tranquillizzanti arrivate dal premier e dalla Tepco, la società che gestisce le centrali. Avranno cambiato linea adesso, oppure stanno continuando a fare la tara sul livello delle radiazioni, sul tipo di esplosioni, sulla velocità dei venti, sui possibili effetti della contaminazione? Sono queste le domande che si fa la gente qui in attesa al binario 16.

Il treno affianco è "out of service", davanti c'è una folla che chiede informazioni e adesso non riesce più a restare in fila. Eccolo qui, invece, lo Shinkansen 247 che arriva spaccato al minuto, bianco con la striscia blu come il vecchio trenino Lima. Qualcuno prova a salire subito ma fermi tutti, non si sgarra: prima devono entrare le addette alla pulizia, grembiule e cappellino rosa. In fondo non è una cattiva idea visto che il treno era in servizio a Nord e forse ha attraversato la nube. Pulizie terminate, le donne escono con due inchini, prima fra di loro e poi ai passeggeri: finalmente si può salire. Di nuovo a passo spedito ma senza correre. Nei vagoni non c'è nemmeno un posto vuoto su 1.500, anche se di questi treni ne passa uno ogni 20 minuti. Molti leggono sul computer e sui cellulari le notizie che arrivano da Fukushima, nessuno parla, resta solo il pianto dei bambini. In questo vagone ce ne sono almeno una quindicina, tutti piccolissimi. Per fortuna il treno fila via a 450 all'ora. Grande cosa l'alta velocità.

Lorenzo Salvia

16 marzo 2011

 

 

NUCLEARE/ Perché sono favorevole

L'alternativa inesistente

Le nazioni più sviluppate e civili ce lo hanno e lo usano da anni. Il rischio si può contenere e controllare

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Radiazioni all'esterno di una centrale. Evacuata un'area fino a 10 chilometri (11 marzo 2011)

NUCLEARE/ Perché sono favorevole

L'alternativa inesistente

Le nazioni più sviluppate e civili ce lo hanno e lo usano da anni. Il rischio si può contenere e controllare

di EDOARDO BONCINELLI

Le ferali notizie che ci giungono dal Giappone stanno portando tanto inopinatamente quanto perentoriamente alla ribalta le polemiche sull'utilizzazione delle centrali nucleari e i loro rischi.

Non se ne sentiva proprio il bisogno, in un momento in cui occorrerebbe fare appello a tutta la nostra lucidità e in un Paese che è sempre pronto a rinunciare a priori a questo o a quello a causa di una tremenda, paralizzante paura delle novità tecnico-scientifiche. E' facile in questo momento abbandonarsi all'onda emotiva e rinunciare mentalmente a ogni progetto che coinvolga l'energia nucleare. Sotto la spinta di questa onda, anche alcuni governi non hanno potuto fare a meno di annunciare provvedimenti restrittivi e la chiusura di vecchie centrali. Ma proprio perché il coinvolgimento emotivo di tutti quanti noi è più che evidente, occorre fare appello a tutta la razionalità che abbiamo a disposizione per non lasciarsi portare fuori strada dalle emozioni e soprattutto dalle paure, le meno illuminanti delle emozioni.

Una immagine dal satellite della centrale di Fukushima (Reuters)

Una immagine dal satellite della centrale di Fukushima (Reuters)

Alla base della mia posizione a favore del nucleare ci sono due considerazioni elementari: al nucleare non ci sono vere alternative e le nazioni più sviluppate e civili ce lo hanno e lo usano da anni. Sviluppare il primo argomento richiederebbe pagine e pagine, scomodando una quantità impressionate di cifre. Non lo farò qui, ma tutti in cuor loro sanno che una vera e propria alternativa al nucleare non c'è, almeno per ora e chissà ancora per quanto tempo. Sul secondo argomento voglio invece spendere qualche parola. Su questo tema, come su molti altri, noi italiani vogliamo fare sempre di testa nostra, senza guardare a quello che fanno gli altri, una strategia questa che è il perfetto contrario del buon senso e della convenienza di trarre insegnamento dall'esperienza. Siamo quasi l'unica nazione che non utilizza centrali nucleari per l'approvvigionamento energetico, anche se ci troviamo a breve distanza dalle centrali francesi e slovene che ci potrebbero eventualmente procurare non pochi guai. Se molte nazioni moderne e appartenenti a una cultura non lontana dalla nostra hanno fatto e mantengono certe scelte, perché noi dobbiamo essere così particolari e unici da prendere una via diversa?

Il momento non è dei più favorevoli allo sviluppo di argomentazioni del genere, perché siamo violentemente esposti alle considerazioni di rischio che il sisma giapponese ha portato alla ribalta. Ma il rischio si può contenere e controllare. Le centrali non sono tutte uguali e la tecnica evolve in questo campo non meno velocemente che in tutti gli altri campi. Se è vero che non possiamo assicurare un rischio zero, essenzialmente perché il rischio zero nella vita non esiste, è anche vero che solo guardando dritti in faccia i problemi si possono trovare le soluzioni. E la scienza e la tecnica sono qui proprio per questo, per non farci rinunciare sempre a tutto a priori, ma per studiare e approntare di volta in volta i provvedimenti più adatti a controllare il rischio e a massimizzare i vantaggi delle diverse imprese.

In secondo luogo il nucleare offre dei vantaggi dei quali altre nazioni non hanno dubitato. La maturità e la saggezza richiedono proprio che accanto agli svantaggi si prendano in considerazione anche i vantaggi, vantaggi dei quali fino ad oggi abbiamo fatto a meno, comprando per esempio a caro prezzo l'energia da altri Paesi. Oggi si parla tanto di energie alternative e nessuno può negare che l'approfondita riflessione su alcune di queste ha portato enormi vantaggi nei vari campi.

Ma nessuna di queste è scevra da rischi, e non va dimenticato che quando non sono impegnate a illustrare i rischi del nucleare, molte delle nostre cassandre parlano in termini apocalittici di inquinamento e di spoliazione delle risorse del pianeta.

Ebbene, non esistono solo le centrali nucleari e i loro rifiuti a minacciare la salute del pianeta, soprattutto nel momento in cui si facesse ricadere su tecnologie alternative tutto il peso dell'approvvigionamento energetico.

C'è poi un altro argomento da ponderare. Rinunciare allo sviluppo tecnologico, pur con tutte le sue problematiche, ci cementa nel presente e ci preclude l'accesso al futuro. L'Italia era all'avanguardia nel campo dei reattori nucleari e aveva accumulato una grande ricchezza di conoscenze, molte delle quali sono migrate all'estero o sono sfiorite nell'inerzia. Nessuno sa che cosa il futuro ci potrà riservare, ma non è certo con l'inerzia e l'insipienza che lo si affronta nella maniera migliore. Occorre studiare, sperimentare e preparare nuove leve di ingegni e di spiriti inclinati all'iniziativa, altrimenti chi ci proteggerà dal futuro? Che comunque verrà, ci piaccia o meno.

In nome del futuro e della razionalità dobbiamo sforzarci di riflettere con lucidità ora e sempre.

16 marzo 2011

 

 

Perché sono contrario

La trappola radioattiva

Studenti, leghisti, fascisti e comunisti, per il vostro bene non disertate il referendum. Ora sarebbe un suicidio

Perché sono contrario

La trappola radioattiva

Studenti, leghisti, fascisti e comunisti, per il vostro bene non disertate il referendum. Ora sarebbe un suicidio

di ADRIANO CELENTANO

Caro Direttore,

settantamila case distrutte, un milione di sfollati e cinquemila dispersi in quel florido Giappone che nel giro di 6 minuti è improvvisamente precipitato nel buio più scuro. Ma soprattutto migliaia di radiazioni sulla testa dei giapponesi. Ora io non vorrei neanche parlare del clamoroso fuori-tempo (non solo musicale) esternato da Chicco Testa, ospite della bravissima Lilli Gruber dalla voce affascinante. Non vorrei ma come si fa, poi la gente pensa davvero che lui parli per il bene dei cittadini. "Gli impianti nucleari hanno dimostrato di tenere botta". Ha detto il nostro Chicco ormai appassito per mancanza di clorofilla e quindi non più in grado di catturare quell'ENERGIA SOLARE di cui un tempo si nutriva.

Un'immagine dal video "Sognando Chrenobyl"

Un'immagine dal video "Sognando Chrenobyl"

"Chi trae spunto dalla tragedia del Giappone per dare vita a una polemica politica è uno sciacallo". Ha sentenziato. Dopo neanche un'ora esplode la centrale nucleare di Fukushima. Un tempismo davvero sorprendente quello del Chicco. Ma la cosa più incredibile che più di tutti impressiona, è lo stato di ipnosi in cui versano gli italiani di fronte ai fatti sconcertanti di una politica che non è più neanche politica. Ma piuttosto un qualcosa di maleodorante e che di proposito vorrebbe trastullarci in uno stato confusionale. Dove sempre di meno si potrà distinguere il bene dal male, le cose giuste da quelle ingiuste. Sparisce quindi quel campanello d'allarme che ci mette in guardia quando c'è qualcosa che non quadra nei comportamenti di un individuo. Un qualcosa che detto in una parola si chiama SOSPETTO. E di sospetti sul nostro presidente del Consiglio, tanto per fare un esempio, ce ne sono abbastanza.

 

E così nel bel mezzo di una tragedia come quella che sta vivendo il Giappone, dove fuoco e acqua stanno distruggendo tante vite umane, senza contare l'aspetto più insidioso dovuto alle radiazioni liberatesi nell'aria, il nostro presidente del Consiglio non demorde. Ha subito fatto annunciare dai suoi "CicchittiPrestigiacomini" e dai piccoli insidiosi Sacconi, che il progetto sul nucleare in Italia andrà avanti. L'orientamento popolare contro le centrali nucleari decretato dal referendum fatto 24 anni fa, fu chiarissimo. Ma per Berlusconi non basta: "Chi se ne frega della SOVRANITÀ POPOLARE!". L'unica sovranità che conta per lui è il Potere di guidare gli uomini in una sola direzione come se fossero degli automi.

 

Tra i vari tg, talk show e quello che si legge sui giornali, ho seguito con un certo interesse il cammino politico del terzo polo. Si spera sempre di intravedere quel "CHE" di trasparenza mai assaporata che per ora, a quanto pare, possiedono in pochi. Uno di questi è Antonio Di Pietro. Ma il governo cerca di ostacolarlo. Le ottocentomila firme raccolte da Di Pietro contro le centrali atomiche e il legittimo impedimento, saranno oggetto di un referendum che "si farà", ha detto il ministro Maroni allievo di Berlusconi. Ma a giugno. Quando la gente va al mare.

E questo naturalmente vale anche per il milione e quattrocentomila firme raccolte dal Forum italiano Movimenti per l'acqua, di cui nessuno parla tranne il loro sito che gentilmente vi indico - www.acquabenecomune.org - per i due quesiti referendari contro la privatizzazione di questo prezioso bene comune.

 

Una trappola radioattiva quindi per chi non vuole essere schiacciato dalla bevanda nucleare. Ora il mio potrebbe sembrare un appello, ma non lo è. È una preghiera. Una preghiera che non è rivolta ai politici. "LORO NON SANNO QUELLO CHE FANNO". Per cui mi rivolgo a tutti quelli che invece li votano i politici. Di destra, di sinistra, "STUDENTI", leghisti, fascisti e comunisti, per il vostro bene, non disertate il referendum. Questa volta sarebbe un suicidio. Dobbiamo andare a votare anche se il governo spostasse la data del referendum al giorno di Natale. Non sia mai che prendiate sotto gamba questi referendum: saremmo spacciati.

 

La natura, come vedete, si è incazzata. Gli esperimenti nucleari nel Pacifico, le trivellazioni nei fondali del Golfo del Messico, milioni di ettari di bosco incendiati per favorire la cementificazione abusiva, i tagli alla cultura ridotta ormai in pezzi. Tutte cose, per cui la NATURA "sta perdendo la pazienza". Come vi dicevo ho seguito con un certo interesse il cammino politico del terzo polo. E Casini che fino a prima della tragedia di questi giorni ha sempre parlato in modo equilibrato, subito dopo il terremoto, intanto che le radiazioni cominciavano a liberarsi nell'aria e trecentomila persone venivano evacuate dalle loro case, ci ha tenuto a ribadire, con una certa fierezza, il suo parere favorevole al nucleare, facendo quasi un rimprovero al governo per non aver ancor iniziato i lavori.

Caro Casini, che tu fossi un nuclearista convinto lo sapevamo tutti e io rispetto la tua opinione, anche se è orribile. Ma dirlo proprio in questo momento, non pensi che tu abbia dato una sberla sui denti al tuo elettorato? Tralasciando il piccolo particolare che l'Italia è uno dei Paesi a maggior rischio sismico, come tu sai, le radiazioni sono pericolose non soltanto perché si muore, ma per il modo di come si muore. Una sofferenza di una atrocità inimmaginabile. E poi non si è mai in pochi a morire. Specialmente quando la catastrofe raggiunge dimensioni come quella che sta vivendo la povera gente in Giappone. E non venirmi a dire che le centrali nucleari di terza generazione sono più sicure della seconda, e che ancora più sicure della terza saranno quelle di quarta, disponibili per altro nel lontano 2030. La verità è che tu e Berlusconi siete degli IPOCRITI MARCI. Lo sapete benissimo che per quanto sicure possono essere le centrali atomiche, anche di decima o di undicesima generazione, il vero pericolo sono soprattutto le SCORIE RADIOATTIVE, che nessuno sa come distruggere e che già più di mezzo mondo ne è impestato.

 

SCORIE collocate in contenitori sui piazzali delle centrali, a cui, tra l'altro, si aggiungono elevatissimi costi economici, sociali e politici richiesti dalla necessità di sorvegliare questo micidiale pericolo per un tempo praticamente INFINITO. Lo sapete benissimo e ciò nonostante continuate a INGANNARE i popoli promettendo loro quel falso benessere che serve solo a gonfiarvi di Potere e ad arricchire le vostre tasche. Mi dispiace ma non c'è niente da imparare dal terzo polo, come non c'è niente da imparare da tutta la classe politica. L'unica buona notizia che galleggia in questo mare di annegati e che mi ha sorprendentemente colpito, è ciò che di veramente buono sta facendo il sindaco Matteo Renzi nella sua Firenze. Finalmente uno che ha intuito cosa c'è nel cuore della gente. E che ha il coraggio di dire no alla cementificazione facile con la quale, secondo i malvagi, si costruirebbe per il bene dei cittadini. Bravo Matteo! Forse tu hai capito tutto e magari ancora non ti rendi conto di quanto sia importante ciò che hai capito.

Adriano Celentano

16 marzo 2011

 

 

 

Perché sono contrario

La trappola radioattiva

Studenti, leghisti, fascisti e comunisti, per il vostro bene non disertate il referendum. Ora sarebbe un suicidio

Perché sono contrario

La trappola radioattiva

Studenti, leghisti, fascisti e comunisti, per il vostro bene non disertate il referendum. Ora sarebbe un suicidio

di ADRIANO CELENTANO

Caro Direttore,

settantamila case distrutte, un milione di sfollati e cinquemila dispersi in quel florido Giappone che nel giro di 6 minuti è improvvisamente precipitato nel buio più scuro. Ma soprattutto migliaia di radiazioni sulla testa dei giapponesi. Ora io non vorrei neanche parlare del clamoroso fuori-tempo (non solo musicale) esternato da Chicco Testa, ospite della bravissima Lilli Gruber dalla voce affascinante. Non vorrei ma come si fa, poi la gente pensa davvero che lui parli per il bene dei cittadini. "Gli impianti nucleari hanno dimostrato di tenere botta". Ha detto il nostro Chicco ormai appassito per mancanza di clorofilla e quindi non più in grado di catturare quell'ENERGIA SOLARE di cui un tempo si nutriva.

Un'immagine dal video "Sognando Chrenobyl"

Un'immagine dal video "Sognando Chrenobyl"

"Chi trae spunto dalla tragedia del Giappone per dare vita a una polemica politica è uno sciacallo". Ha sentenziato. Dopo neanche un'ora esplode la centrale nucleare di Fukushima. Un tempismo davvero sorprendente quello del Chicco. Ma la cosa più incredibile che più di tutti impressiona, è lo stato di ipnosi in cui versano gli italiani di fronte ai fatti sconcertanti di una politica che non è più neanche politica. Ma piuttosto un qualcosa di maleodorante e che di proposito vorrebbe trastullarci in uno stato confusionale. Dove sempre di meno si potrà distinguere il bene dal male, le cose giuste da quelle ingiuste. Sparisce quindi quel campanello d'allarme che ci mette in guardia quando c'è qualcosa che non quadra nei comportamenti di un individuo. Un qualcosa che detto in una parola si chiama SOSPETTO. E di sospetti sul nostro presidente del Consiglio, tanto per fare un esempio, ce ne sono abbastanza.

 

E così nel bel mezzo di una tragedia come quella che sta vivendo il Giappone, dove fuoco e acqua stanno distruggendo tante vite umane, senza contare l'aspetto più insidioso dovuto alle radiazioni liberatesi nell'aria, il nostro presidente del Consiglio non demorde. Ha subito fatto annunciare dai suoi "CicchittiPrestigiacomini" e dai piccoli insidiosi Sacconi, che il progetto sul nucleare in Italia andrà avanti. L'orientamento popolare contro le centrali nucleari decretato dal referendum fatto 24 anni fa, fu chiarissimo. Ma per Berlusconi non basta: "Chi se ne frega della SOVRANITÀ POPOLARE!". L'unica sovranità che conta per lui è il Potere di guidare gli uomini in una sola direzione come se fossero degli automi.

 

Tra i vari tg, talk show e quello che si legge sui giornali, ho seguito con un certo interesse il cammino politico del terzo polo. Si spera sempre di intravedere quel "CHE" di trasparenza mai assaporata che per ora, a quanto pare, possiedono in pochi. Uno di questi è Antonio Di Pietro. Ma il governo cerca di ostacolarlo. Le ottocentomila firme raccolte da Di Pietro contro le centrali atomiche e il legittimo impedimento, saranno oggetto di un referendum che "si farà", ha detto il ministro Maroni allievo di Berlusconi. Ma a giugno. Quando la gente va al mare.

E questo naturalmente vale anche per il milione e quattrocentomila firme raccolte dal Forum italiano Movimenti per l'acqua, di cui nessuno parla tranne il loro sito che gentilmente vi indico - www.acquabenecomune.org - per i due quesiti referendari contro la privatizzazione di questo prezioso bene comune.

 

Una trappola radioattiva quindi per chi non vuole essere schiacciato dalla bevanda nucleare. Ora il mio potrebbe sembrare un appello, ma non lo è. È una preghiera. Una preghiera che non è rivolta ai politici. "LORO NON SANNO QUELLO CHE FANNO". Per cui mi rivolgo a tutti quelli che invece li votano i politici. Di destra, di sinistra, "STUDENTI", leghisti, fascisti e comunisti, per il vostro bene, non disertate il referendum. Questa volta sarebbe un suicidio. Dobbiamo andare a votare anche se il governo spostasse la data del referendum al giorno di Natale. Non sia mai che prendiate sotto gamba questi referendum: saremmo spacciati.

 

La natura, come vedete, si è incazzata. Gli esperimenti nucleari nel Pacifico, le trivellazioni nei fondali del Golfo del Messico, milioni di ettari di bosco incendiati per favorire la cementificazione abusiva, i tagli alla cultura ridotta ormai in pezzi. Tutte cose, per cui la NATURA "sta perdendo la pazienza". Come vi dicevo ho seguito con un certo interesse il cammino politico del terzo polo. E Casini che fino a prima della tragedia di questi giorni ha sempre parlato in modo equilibrato, subito dopo il terremoto, intanto che le radiazioni cominciavano a liberarsi nell'aria e trecentomila persone venivano evacuate dalle loro case, ci ha tenuto a ribadire, con una certa fierezza, il suo parere favorevole al nucleare, facendo quasi un rimprovero al governo per non aver ancor iniziato i lavori.

Caro Casini, che tu fossi un nuclearista convinto lo sapevamo tutti e io rispetto la tua opinione, anche se è orribile. Ma dirlo proprio in questo momento, non pensi che tu abbia dato una sberla sui denti al tuo elettorato? Tralasciando il piccolo particolare che l'Italia è uno dei Paesi a maggior rischio sismico, come tu sai, le radiazioni sono pericolose non soltanto perché si muore, ma per il modo di come si muore. Una sofferenza di una atrocità inimmaginabile. E poi non si è mai in pochi a morire. Specialmente quando la catastrofe raggiunge dimensioni come quella che sta vivendo la povera gente in Giappone. E non venirmi a dire che le centrali nucleari di terza generazione sono più sicure della seconda, e che ancora più sicure della terza saranno quelle di quarta, disponibili per altro nel lontano 2030. La verità è che tu e Berlusconi siete degli IPOCRITI MARCI. Lo sapete benissimo che per quanto sicure possono essere le centrali atomiche, anche di decima o di undicesima generazione, il vero pericolo sono soprattutto le SCORIE RADIOATTIVE, che nessuno sa come distruggere e che già più di mezzo mondo ne è impestato.

 

SCORIE collocate in contenitori sui piazzali delle centrali, a cui, tra l'altro, si aggiungono elevatissimi costi economici, sociali e politici richiesti dalla necessità di sorvegliare questo micidiale pericolo per un tempo praticamente INFINITO. Lo sapete benissimo e ciò nonostante continuate a INGANNARE i popoli promettendo loro quel falso benessere che serve solo a gonfiarvi di Potere e ad arricchire le vostre tasche. Mi dispiace ma non c'è niente da imparare dal terzo polo, come non c'è niente da imparare da tutta la classe politica. L'unica buona notizia che galleggia in questo mare di annegati e che mi ha sorprendentemente colpito, è ciò che di veramente buono sta facendo il sindaco Matteo Renzi nella sua Firenze. Finalmente uno che ha intuito cosa c'è nel cuore della gente. E che ha il coraggio di dire no alla cementificazione facile con la quale, secondo i malvagi, si costruirebbe per il bene dei cittadini. Bravo Matteo! Forse tu hai capito tutto e magari ancora non ti rendi conto di quanto sia importante ciò che hai capito.

Adriano Celentano

16 marzo 2011

 

Perché sono contrario

La trappola radioattiva

Studenti, leghisti, fascisti e comunisti, per il vostro bene non disertate il referendum. Ora sarebbe un suicidio

Perché sono contrario

La trappola radioattiva

Studenti, leghisti, fascisti e comunisti, per il vostro bene non disertate il referendum. Ora sarebbe un suicidio

di ADRIANO CELENTANO

Caro Direttore,

settantamila case distrutte, un milione di sfollati e cinquemila dispersi in quel florido Giappone che nel giro di 6 minuti è improvvisamente precipitato nel buio più scuro. Ma soprattutto migliaia di radiazioni sulla testa dei giapponesi. Ora io non vorrei neanche parlare del clamoroso fuori-tempo (non solo musicale) esternato da Chicco Testa, ospite della bravissima Lilli Gruber dalla voce affascinante. Non vorrei ma come si fa, poi la gente pensa davvero che lui parli per il bene dei cittadini. "Gli impianti nucleari hanno dimostrato di tenere botta". Ha detto il nostro Chicco ormai appassito per mancanza di clorofilla e quindi non più in grado di catturare quell'ENERGIA SOLARE di cui un tempo si nutriva.

Un'immagine dal video "Sognando Chrenobyl"

Un'immagine dal video "Sognando Chrenobyl"

"Chi trae spunto dalla tragedia del Giappone per dare vita a una polemica politica è uno sciacallo". Ha sentenziato. Dopo neanche un'ora esplode la centrale nucleare di Fukushima. Un tempismo davvero sorprendente quello del Chicco. Ma la cosa più incredibile che più di tutti impressiona, è lo stato di ipnosi in cui versano gli italiani di fronte ai fatti sconcertanti di una politica che non è più neanche politica. Ma piuttosto un qualcosa di maleodorante e che di proposito vorrebbe trastullarci in uno stato confusionale. Dove sempre di meno si potrà distinguere il bene dal male, le cose giuste da quelle ingiuste. Sparisce quindi quel campanello d'allarme che ci mette in guardia quando c'è qualcosa che non quadra nei comportamenti di un individuo. Un qualcosa che detto in una parola si chiama SOSPETTO. E di sospetti sul nostro presidente del Consiglio, tanto per fare un esempio, ce ne sono abbastanza.

 

E così nel bel mezzo di una tragedia come quella che sta vivendo il Giappone, dove fuoco e acqua stanno distruggendo tante vite umane, senza contare l'aspetto più insidioso dovuto alle radiazioni liberatesi nell'aria, il nostro presidente del Consiglio non demorde. Ha subito fatto annunciare dai suoi "CicchittiPrestigiacomini" e dai piccoli insidiosi Sacconi, che il progetto sul nucleare in Italia andrà avanti. L'orientamento popolare contro le centrali nucleari decretato dal referendum fatto 24 anni fa, fu chiarissimo. Ma per Berlusconi non basta: "Chi se ne frega della SOVRANITÀ POPOLARE!". L'unica sovranità che conta per lui è il Potere di guidare gli uomini in una sola direzione come se fossero degli automi.

 

Tra i vari tg, talk show e quello che si legge sui giornali, ho seguito con un certo interesse il cammino politico del terzo polo. Si spera sempre di intravedere quel "CHE" di trasparenza mai assaporata che per ora, a quanto pare, possiedono in pochi. Uno di questi è Antonio Di Pietro. Ma il governo cerca di ostacolarlo. Le ottocentomila firme raccolte da Di Pietro contro le centrali atomiche e il legittimo impedimento, saranno oggetto di un referendum che "si farà", ha detto il ministro Maroni allievo di Berlusconi. Ma a giugno. Quando la gente va al mare.

E questo naturalmente vale anche per il milione e quattrocentomila firme raccolte dal Forum italiano Movimenti per l'acqua, di cui nessuno parla tranne il loro sito che gentilmente vi indico - www.acquabenecomune.org - per i due quesiti referendari contro la privatizzazione di questo prezioso bene comune.

 

Una trappola radioattiva quindi per chi non vuole essere schiacciato dalla bevanda nucleare. Ora il mio potrebbe sembrare un appello, ma non lo è. È una preghiera. Una preghiera che non è rivolta ai politici. "LORO NON SANNO QUELLO CHE FANNO". Per cui mi rivolgo a tutti quelli che invece li votano i politici. Di destra, di sinistra, "STUDENTI", leghisti, fascisti e comunisti, per il vostro bene, non disertate il referendum. Questa volta sarebbe un suicidio. Dobbiamo andare a votare anche se il governo spostasse la data del referendum al giorno di Natale. Non sia mai che prendiate sotto gamba questi referendum: saremmo spacciati.

 

La natura, come vedete, si è incazzata. Gli esperimenti nucleari nel Pacifico, le trivellazioni nei fondali del Golfo del Messico, milioni di ettari di bosco incendiati per favorire la cementificazione abusiva, i tagli alla cultura ridotta ormai in pezzi. Tutte cose, per cui la NATURA "sta perdendo la pazienza". Come vi dicevo ho seguito con un certo interesse il cammino politico del terzo polo. E Casini che fino a prima della tragedia di questi giorni ha sempre parlato in modo equilibrato, subito dopo il terremoto, intanto che le radiazioni cominciavano a liberarsi nell'aria e trecentomila persone venivano evacuate dalle loro case, ci ha tenuto a ribadire, con una certa fierezza, il suo parere favorevole al nucleare, facendo quasi un rimprovero al governo per non aver ancor iniziato i lavori.

Caro Casini, che tu fossi un nuclearista convinto lo sapevamo tutti e io rispetto la tua opinione, anche se è orribile. Ma dirlo proprio in questo momento, non pensi che tu abbia dato una sberla sui denti al tuo elettorato? Tralasciando il piccolo particolare che l'Italia è uno dei Paesi a maggior rischio sismico, come tu sai, le radiazioni sono pericolose non soltanto perché si muore, ma per il modo di come si muore. Una sofferenza di una atrocità inimmaginabile. E poi non si è mai in pochi a morire. Specialmente quando la catastrofe raggiunge dimensioni come quella che sta vivendo la povera gente in Giappone. E non venirmi a dire che le centrali nucleari di terza generazione sono più sicure della seconda, e che ancora più sicure della terza saranno quelle di quarta, disponibili per altro nel lontano 2030. La verità è che tu e Berlusconi siete degli IPOCRITI MARCI. Lo sapete benissimo che per quanto sicure possono essere le centrali atomiche, anche di decima o di undicesima generazione, il vero pericolo sono soprattutto le SCORIE RADIOATTIVE, che nessuno sa come distruggere e che già più di mezzo mondo ne è impestato.

 

SCORIE collocate in contenitori sui piazzali delle centrali, a cui, tra l'altro, si aggiungono elevatissimi costi economici, sociali e politici richiesti dalla necessità di sorvegliare questo micidiale pericolo per un tempo praticamente INFINITO. Lo sapete benissimo e ciò nonostante continuate a INGANNARE i popoli promettendo loro quel falso benessere che serve solo a gonfiarvi di Potere e ad arricchire le vostre tasche. Mi dispiace ma non c'è niente da imparare dal terzo polo, come non c'è niente da imparare da tutta la classe politica. L'unica buona notizia che galleggia in questo mare di annegati e che mi ha sorprendentemente colpito, è ciò che di veramente buono sta facendo il sindaco Matteo Renzi nella sua Firenze. Finalmente uno che ha intuito cosa c'è nel cuore della gente. E che ha il coraggio di dire no alla cementificazione facile con la quale, secondo i malvagi, si costruirebbe per il bene dei cittadini. Bravo Matteo! Forse tu hai capito tutto e magari ancora non ti rendi conto di quanto sia importante ciò che hai capito.

Adriano Celentano

16 marzo 2011

 

 

 

Il sito di Assange pubblica documenti riservati inviati al governo di Tokyo

Wikileaks: Aiea avvertì Tokyo, 2 anni fa

Segnalate misure di sicurezza obsolete: un terremoto molte forte avrebbe "posto seri problemi"

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(Ap)

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LONDRA - L'Aiea, l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica, già due anni fa mise in guardia il governo giapponese circa il pericolo che le centrali nucleari del Paese asiatico non fossero in grado di resistere a sismi di particolare potenza e poi anche il rischio di catastrofe nucleare a Fukushima. È quanto emerge da cablogrammi diplomatici riservati, diffusi dal sito on-line WikiLeaks, il cui contenuto è stato ripreso sul quotidiano britannico "The Daily Telegraph". Stando ai documenti citati dal giornale, un dirigente dell'agenzia di controllo Onu comunicò alle autorità di Tokyo che le misure di sicurezza negli impianti erano obsolete, e che un terremoto davvero forte avrebbe "posto seri problemi".

La replica delle autorità nipponiche consistette nel formale impegno a migliorare gli standard in tutte le centrali, e in particolare a istituire un centro di reazione rapida proprio in quella di Fukushima 1: dagli stessi cablo risulta però che lo scenario più grave preso in considerazione contemplava un movimento tellurico d'intensità non superiore ai 7 gradi sulla scala aperta Richter, dunque due in meno rispetto all'effettiva forza del terremoto di cinque giorni fa.

SE NE DISCUSSE AL G8 - Dal quotidiano londinese risulta anche che la sicurezza nelle centrali atomiche giapponesi, cioè di uno dei Paesi più sismici al mondo, fu argomento di discussione persino in occasione del vertice del G8 che si tenne a Tokyo nel 2008. Un altro cablogramma, inviato a Washigton dall'ambasciata Usa in Giappone successivamente a quel summit, e parimenti entrato in possesso del sito di Julian Assange, riporta il parere di un esperto, non identificato, il quale manifestò tutta la sua preoccupazione a chi di dovere: soprattutto, segnalò come le norme di sicurezza anti-sismiche fossero state revisionate soltanto tre volte in 35 anni, e che alcuni terremoti avvenuti all'epoca avevano superato i criteri sulla base dei quali erano state progettate le centrali. Un anno dopo, come dimostrano ulteriori messaggi secretati, il governo di Tokyo riuscì a bloccare una decisione della magistratura che avrebbe comportato la chiusura di un impianto nella parte occidentale del Paese, in quanto inidoneo a resistere a una magnitudo maggiore di 6,5 gradi: i tecnici dell'esecutivo riuscirono invece a convincere i giudici che il reattore era sicuro, e che tutti i test avevano sortito esiti soddisfacenti. Infine, sempre secondo i testi divulgati da WikiLeaks, tre anni fa un parlamentare nipponico piuttosto noto, Taro Kono, confidò a diplomatici statunitensi che in Giappone erano stati "occultati" diversi incidenti nucleari avvenuti nel passato.

TEPCO NEL MIRINO - Proprio su questo tema la Tepco - ente di gestione della centrale giapponese di Fukushima - non gode di buona fama per quel che riguarda la tempestività e la chiarezza delle informazioni. Come riporta il quotidiano spagnolo El Pais, già nel luglio 2007 un sisma di magnitudo 6,8 danneggiò l'impianto di Kashiwazaki-Karuwa, il più grande del mondo con i suoi sette reattori: il primo giorno la Tepco minimizzò i danni per poi ammettere 24 ore dopo che i progettisti non avevano preso in considerazione l'eventualità di un terremoto così potente. La gestione della crisi, secondo quanto risulta dai dispacci diplomatici statunitensi diffusi dal sito di WikiLeaks, suscitò la forte irritazione del governo di Tokyo, e l'allora premier Shinzo Abe criticò il fatto che i rapporti fossero arrivati tardi: "Le centrali nucleari non possono funzionare senza la fiducia dei cittadini, e la rapidità e la trasparenza dell'informazione sono necessarie per ottenere tale fiducia".

16 marzo 2011

 

 

2011-03-15

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"Rilevati alti livelli di radiazioni" riporta il quotidiano che sta leggendo questa donna a Osaka, nell'ovest del Paese (Ap)

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MILANO- Cresce, se possibile, l'allarme sulla crisi nucleare in Giappone. "Un'apocalisse". Così il commissario all'energia Ue Guenther Oettinger ha definito l'incidente avvenuto nella centrale nucleare di Fukushima, dove - secondo lui - le autorità giapponesi hanno praticamente perso il controllo della situazione.

NUOVA FORTE SCOSSA - Il giudizio di Oettinger arriva dopo una giornata segnata da una nuova forte scossa di terremoto che si è aggiunta alle tante di assestamento registrate in questi giorni. Attorno alle 22,30 ora locale (le 14,30 in Italia) i sismografi hanno registrato un evento di magnitudo 6.4, inferiore ai 9 del sisma di venerdì scorso ma superiore per intensità a quello che ha colpito L'Aquila nel 2009, che fu di 5.9. La scossa è stata così forte da essere avvertita anche a Tokyo, dove diversi edifici hanno tremato. L'epicentro è stato nella prefettura di Shizuoka.

L'AREA DI SICUREZZA - Nel frattempo, il livello delle radiazioni nei pressi della centrale nucleare giapponese di Fukushima, gravemente danneggiata dal terremoto di quatto giorni fa, è "considerevolmente aumentato" e per questo motivo la popolazione entro un raggio di 30 chilometri dall'impianto deve rimanere nelle proprie abitazioni: lo ha annunciato il premier nipponico, Naoto Kan, assicurando che il governo sta predisponendo tutti i necessari piani per l'assistenza della popolazione. I circa 200mila residenti nel raggio di 20 chilometri dall'impianto sono stati sgomberati mentre per quelli della fascia immediatamente successiva è stato imposto un vero e proprio coprifuoco per motivi precauzionali, anche se pure per i residenti in quest'area non viene esclusa l'opzione dell'allontanamento. Successivamente alcuni rappresentanti del governo hanno parlato di un livello di radiazioni in calo rispetto al momento in cui la radioattività ha raggiunto il suo culmine, ma le notizie che arrivano dal Giappone da questo punto di vista sono contraddittorie. L'attenzione resta alta e dall'estero si guarda con preoccupazione a quanto sta accadendo: l'autorità francese per la sicurezza nucleare sostiene che il livello di rischio è a quota 6 della scala di riferimento internazionale Ines che arriva ad un massimo di 7 (quello, per intendersi, registrato in occasione dell'incidente di Chernobyl). La valutazione dell'Ispra, l'istituto italiano che si occupa anche di sicurezza nucleare, valuta invece a 5 tale livello. Le autorità giapponesi avevano invece sempre parlato di un livello 4.

"IMPOSSIBILE LAVORARE" - Il nodo riguarda la centrale di Fukushima, dove si sono registrate nuove esplosioni. Dopo i reattori 1 e 3, interessati da scoppi venerdì e sabato, anche il numero 2 e il numero 4 - dove secondo l'Agenzia atomica internazionale, la Aiea, si è sviluppato anche un incendio che ha favorito la fuoriuscita di radiazioni -, hanno registrato deflagrazioni tra lunedì e martedì. Benchè il reattore numero quattro fosse fermo per lavori di manutenzione quando venerdì scorso l'area è stata investita dal terremoto, secondo il capo portavoce del governo giapponese, Yukio Edano, "il combustibile nucleare spento si è surriscaldato, generando idrogeno e innescandone l'esplosione". I tecnici hanno cercato di fare il possibile per contenere i danni ma secondo quanto riferisce l'agenzia giapponese Kyodo, le radiazioni nella sala di controllo della centrale di Fukushima sono troppo elevate perché "gli esperti della Tepco vi possano lavorare".

"Rischio apocalisse"

DANNI AL NOCCIOLO DEL REATTORE 2 - L'Aiea ha detto che l'esplosione nel reattore 2 "potrebbe aver compromesso l'integrità della sua principale struttura di contenimento". Secondo l'agenzia, le strutture di contenimento dei reattori 1 e 3 sembrano intatte nonostante le esplosioni. Il danno riguarda la struttura in cemento armato che protegge il contenitore di acciaio (vessel) all'interno del quale si trovano le barre di combustibile. "Al momento, a quanto risulta, sarebbero ancora intatti tutti e tre i vessel che contengono il combustibile", ha spiegato Stefano Monti, direttore dell'Unità metodi di sicurezza dei reattori dell'Enea. I reattori delle centrali Fukushima Daini, Onagawa, e Tokai sono invece in condizioni stabili e sicure, ha detto l'Aiea. Il direttore generale dell'Aiea, il giapponese Yukiya Amano, ha detto successivamente che il nocciolo 2 della centrale nucleare di Fukushima potrebbe aver subito danni limitati. "C'è la possibilità di danni al nocciolio. La stima è che il danno sia inferiore al 5%", ha detto Amano in una conferenza stampa a Vienna.

ACQUA DALL'ELICOTTERO - Intanto Tepco, l'operatore della Fukushima Daiichi, ha detto che si sta valutando la possibilità di versare acqua da un elicottero sulla vasca di combustibile nucleare esausto del reattore numero 4, ormai esposta all'aria aperta. Infatti potrebbe essere addirittura in ebollizione il combustibile nucleare esaurito custodito nel bacino di stoccaggio presente all'interno del reattore numero quattro, almeno secondo quanto reso noto dalla Tepco, la società che gestisce l'impianto, citata dall'agenzia di stampa Kyodo. Stando a fonti della compagnia, a causa dell'ebollizione il livello dell'acqua potrebbe dunque abbassarsi, rendendo più grave il pericolo di fusione del nocciolo.

COMBUSTIBILE IN EBOLLIZIONE - Sono dunque quattro su sei i reattori dell'impianto nei quali si sono verificate esplosioni. Nei due rimasti fino ad ora indenni, ha rivelato lo stesso Edano, si è registrato un lieve aumento della temperatura. In precedenza il governo giapponese, le cui dichiarazioni erano state riprese dall'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica, aveva annunciato che era stato estinto l'incendio scoppiato nello stesso reattore per il surriscaldamento del combustibile esaurito, che generando idrogeno aveva portato a un'ennesima esplosione.

Una città quasi "fantasma"

IL LIVELLO DI RADIOATTIVITA' - Edano ha spiegato che il livello delle radiazioni è attualmente di 30 millisievert tra i reattori numero due e tre, di 400 millisievert nei pressi dello stesso reattore tre e di 100 vicino al reattore quattro. Una singola dose di 1.000 millisievert, cioè di un sievert che è l'unità di misura della radioattività, può causare malori temporanei quali nausea e vomito; una di 5.000 millisievert è in grado di uccidere entro un mese circa la metà di coloro che l'hanno ricevuta. Livelli anomali di radioattività sono inoltre stati registrati a Tokyo, ma un rappresentante dell'amministrazione metropolitana, Sairi Koga, ha precisato che non sono considerati tali da nuocere al corpo umano. Fonti municipali hanno riferito in effetti che in mattinata sono stati rilevati 0,809 microsievert in città: dunque una quantità di radiazioni superiore alla norma ma non particolarmente elevata, sebbene comunque venti volte superiore a quella che si era registrata il giorno prima. Per comprenderne l'entità, basti pensare che una normale radiografia al torace di solito comporta una dose di 20 microsievert. Invece livelli di radioattività dieci volte superiori alla norma sono stati registrati a Maebashi, città situata circa 100 chilometri a nord di Tokyo e quindi più vicina alla zona della centrale di Fukushima, che dalla capitale dista 250 chilometri.

RISCHIO DANNI PER LA SALUTE - Il governo nipponico qualcosa comincia ad ammettere. Le radiazioni dovute all'incidente nel reattore n.4 della centrale di Fukushima potrebbero essere "dannose per la salute" della popolazione, ha spiegato successivamente da Parigi il ministro degli Esteri giapponese, Takeaki Matsumoto, durante la conferenza stampa che ha seguito la riunione del G8.

MARINAI USA - Paura anche tra i militari Usa che stanno soccorrendo la popolazione. Altri soldati sono stati esposti a bassi livelli di radiazioni e sono stati sottoposti a processi di decontaminazione dopo aver consegnato cibo, acqua e coperte alle vittime di terremoto e tsunami. L'esercito ha anche detto che sta mandando altre navi al largo della costa occidentale invece che su quella orientale. Questo per evitare i rischi di grandi detriti sparsi nell'oceano dallo tsunami della settimana scorsa e per restare lontani dal rilascio di radiazioni dai reattori nucleari danneggiati.

LO STOP AI VOLI - Intanto alcune grandi compagnie aeree stanno decidendo di interrompere i propri voli per Tokyo per evitare di esporre il personale alle radiazioni. Lufthansa ha deciso di deiviare gli aerei su Nagoya e Osaka. I voli, inoltre, fanno scalo a Seul, per cambiare equipaggio, ed evitare che lo staff debba pernottare in Giappone; lo ha spiegato un portavoce della compagnia. E anche l'Air China, la compagnia di bandiera cinese, ha deciso di cancellare alcuni voli verso il Giappone, anche se si tratta di una decisione solo transitoria, seppure nata dallo stesso presupposto di Lufthansa, ovvero dalla volontà di non lasciare i velivoli parcheggiati di notte in Giappone. Non cambia invece i propri programmi, almeno per ora, Alitalia: l'amministratore delegato della compagnia, Rocco Sabelli, ha spiegato che "ad oggi i nostri voli sono regolari e tutti pieni". L'unica misura precauzionale, ha precisato, riguarda per il momento i piloti che volano verso il Giappone: "Viaggiamo con il doppio equipaggio per tornare senza dover pernottare in Giappone". Alitalia gestisce 14 voli la settimana verso Tokyo Narita, 10 da Roma e 4 da Malpensa, mentre sono 4 i voli settimanali verso Osaka.

IL BILANCIO DELLE VITTIME - Nel frattempo, è salito a oltre 11.000 il numero dei morti e dispersi provocati dal sisma e dal successivo tsunami.

Redazione Online

15 marzo 2011

 

Bersani: "il governo si fermi". il ministro romani: "inimmaginabile tornare indietro"

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(Fotogramma)

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MILANO - La crisi in Giappone sta portando a rivedere la strategia sul nucleare nel resto del mondo. Nel corso di una riunione tra i responsabili delle autorità nucleari dei diversi governi, i Paesi dell'Unione europea hanno deciso di effettuare test di resistenza sulle centrali nucleari del Vecchio Continente su base volontaria. I test serviranno a verificare se le centrali nucleari sono in grado di resistere a eventi straordinari quali terremoti, tsunami e attacchi terroristici. La Germania, intanto, ha fatto sapere che "congelerà" provvisoriamente i sette reattori creati prima del 1980. Ciò che sta avvenendo a Fukushima ha riacceso anche nel nostro Paese il dibattito sul ritorno all'atomo. Il nostro governo non sembra intenzionato a rinunciare al programma nucleare, mentre le opposizioni chiedono una riflessione più attenta sulla questione. Il Pd, attraverso il suo segretario, rompe ogni indugio e fa sapere che sosterrà il referendum contro il nucleare e che dunque si impegnerà perché la consultazione del 12 giugno raggiunga il quorum.

ITALIA - Per Pier Luigi Bersani il piano dell'esecutivo sul nucleare è "totalmente sbagliato". "Al governo di fronte al dramma giapponese, diciamo: "Fermatevi e riflettete"" afferma il leader del Pd, ribadendo il sostegno dei democratici al referendum sul nucleare. Di segno opposto sono le parole del ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, secondo il quale "è inimmaginabile tornare indietro su un percorso già attivato", visto che "tutti i paesi europei hanno centrali il 19% dell'energia che consumiamo in Italia è prodotta dal nucleare". Sulla questione è tornata anche il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo, specificando che "il governo non è né cieco né sordo rispetto alle notizie che giungono da Tokyo, ed è evidente che la nostra scelta di rientrare nel nucleare ci induce ulteriore attenzione, assieme all'esigenza di una piena trasparenza su quanto sta accadendo". Parole inutili secondo i Verdi, visto che il governo procede spedito in direzione opposta: "Dovrebbe dimettersi- dice il verde Bonelli - visto che la sua posizione non è quella del governo, che continua in un irresponsabile furore ideologico e non vuole fermarsi nemmeno dinanzi ad una catastrofe atomica di proporzioni enormi". Intanto, in Commissione Attività produttive e Ambiente, è slittato l'esame del decreto legislativo che definisce i criteri per l'avvio di centrali nucleari in Italia. Il Pd ha lamentato l'assenza del governo, parlando di "ennesima prova di dilettantismo e inadeguatezza".

GLI AMMINISTRATORI - Dubbi sul ritorno dell'Italia al nucleare vengono espressi in queste ore anche da diversi amministratori, fra cui il sindaco di Roma Gianni Alemanno. "Qualcosa non funziona e questa grande sicurezza forse non c'è" ha detto il primo cittadino della Capitale. Più netto il no del presidente del Veneto Luca Zaia: "Dico ai comitati che non perdano tempo a protestare" ha spiegato il governatore. E in un video-lettera su Youtube il leader di Sel e governatore pugliese Nichi Vendola invita i cittadini a interrogarsi sui rischi del nucleare e il governo a tirare il freno a mano "nella corsa verso le centrali atomiche", che definisce una scelta "pericolosa e violenta".

ENEL - Sullo sviluppo del programma nucleare in Italia alla luce di quanto successo in Giappone, è intervenuto l'amministratore delegato di Enel, Fulvio Conti. "Certo che continuiamo a essere impegnati nei confronti del nucleare italiano - ha detto -. Come Paese, come industria, dobbiamo sviluppare tutte le tecnologie e non possiamo fare a meno del nucleare. Confermo quindi che restiamo impegnati nel rilancio del nucleare in Italia".

FRANCIA - Nel territorio dell'Unione europea sono attivi 153 reattori, di cui 58 in Francia. Dopo quanto successo alla centrale giapponese di Fukushima, Parigi ha deciso di controllare "tutte le centrali" nucleari del Paese, "una a una". Lo ha dichiarato il ministro dell'Ambiente, Nathalie Kosciusko-Morizet. "Una riunione di crisi su questo tema avrà luogo appena possibile, il primo ministro me l'ha confermato" ha spiegato la Kosciusko-Morizet, ai microfoni della radio Rmc Info. La Francia, ha confermato davanti all'Assemblea nazionale il premier Francois Fillon, non eluderà "nessuna delle domande sollevate" dalla catastrofe in Giappone.

Angela Merkel (Afp)

Angela Merkel (Afp)

LA GERMANIA - Il cancelliere tedesco Angela Merkel ha annunciato la chiusura provvisoria (per tre mesi) ma immediata dei sette reattori entrati in servizio prima del 1980. Lunedì la Merkel aveva annunciato la chiusura - almeno per il momento - degli impianti più vecchi: Biblis A in Assia (ovest) e Neckarwestheim I nel Baden-Wuettemberg (sudovest), che sono ancora aperti solo grazie alla decisione di allungare la vita di tutte le centrali. Nel 2010 il Parlamento tedesco ha approvato il piano energetico del Paese, che di fatto ha annullato la decisione di chiudere le 17 centrali tedesche entro il 2022, presa nel 2001 da una coalizione di centrosinistra (Spd e Verdi) guidata dall'allora cancelliere socialdemocratico Gerhard Schroeder. Il pacchetto prevede infatti di tenere in vita gli impianti di una media di 12 anni in più, spostando il previsto abbandono del nucleare al 2035, oltre ad aumentare la produzione di energia da fonti rinnovabili dal 16% all'80% del fabbisogno entro il 2050. Nei prossimi tre mesi una task force di esperti esaminerà la sicurezza delle centrali, ma in Germania molti si chiedono se il governo - che oggi non ha annunciato alcuna modifica legislativa - sia veramente disposto a fare marcia indietro.

RIPENSAMENTI EUROPEI - L'incidente ai reattori giapponesi di Fukushima, sta avendo quindi un effetto collaterale imprevisto in Europa, assestando un duro colpo al preteso "rinascimento nucleare", prospettato dall'industria dell'atomo. In realtà, in Europa gli investimenti nel settore languono da tempo, e non si sono mai veramente ripresi dopo il disastro di Chernobyl, nel 1986. In tutta l'Ue, in questo momento ci sono solo tre nuove centrali in costruzione, una in Francia (a Flamanville), una in Finlandia (a Olkiluoto) e una in Slovacchia (Bohunice). L'industria dell'atomo conterebbe poi sul ripensamento dei governi tedesco e belga, e di quello svedese, che negli anni scorsi avevano deciso tutti il cosiddetto "phasing out" (l'uscita graduale dal nucleare, con la chiusura delle centrali a fine ciclo senza rimpiazzarle con nuovi reattori).

BELGIO - Il Belgio, in realtà, è favorevole alla proposta di stress test sulle centrali nucleari. A precisarlo è stata la ministra dell'Interno, Annemie Turtelboom, uscendo dalla riunione convocata dal Commissario europeo per l'energia, Gunther Oettinger. La ministra ha sottolineato l'importanza di "un coordinamento europeo" per definire la natura dei test sulle centrali. Turtelboom, dopo aver ricordato che quanto successo in Giappone è "avvenuto a causa di uno Tsunami", ha anche affermato "che tutto il mondo deve riflettere su come garantire maggiormente la sicurezza delle nostre centrali" e "imparare la lezione di quanto è successo". In ogni caso ha ricordato che "il rischio zero non esiste".

RUSSIA - In Russia il primo ministro Vladimir Putin ha ordinato che venga eseguito uno studio sul settore nucleare del paese per verificare se esistono le condizioni perchè si possa verificare sul suolo della Federazione russa quanto avvenuto in Giappone.Redazione online

15 marzo 2011

 

 

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MILANO - Il livello delle radiazioni nei pressi della centrale nucleare giapponese di Fukushima, gravemente danneggiata dal sisma di venerdì scorso, è "considerevolmente aumentato" e la popolazione entro un raggio di 30 chilometri dall'impianto deve rimanere nelle proprie abitazioni: lo ha annunciato il premier nipponico, Naoto Kan, assicurando che il governo sta predisponendo tutti i necessari piani per l'assistenza della popolazione. I circa 200mila residenti nel raggio di 20 chilometri dall'impianto sono stati sgomberati mentre per quelli della fascia immediatamente successiva è stato imposto un vero e proprio coprifuoco per motivi precauzionali. Successivamente alcuni rappresentanti del governo hanno parlato di un livello di radiazioni in calo rispetto al momento in cui la radioattività ha raggiunto il suo culmine, ma il livello di attenzione resta alto.

RADIAZIONI - Al momento, poi, secondo quanto riferisce l'agenzia giapponese Kyodo, le radiazioni nella sala di controllo della centrale di Fukushima sono troppo elevate perche" gli esperti della Tepco vi possano lavorare.

NUOVE ESPLOSIONI - Intanto è salito a quattro il numero delle esplosioni verificatesi all'interno dell'impianto. Dopo i reattori 1 e 3, interessati da scoppi venerdì e sabato, anche il numero 2 e il numero 4 - dove si è sviluppato anche un incendio che ha favorito la fuoriuscita di radiazioni, secondo quanto rivelato dall'Aiea -, hanno registrato deflagrazioni tra lunedì e martedì. Benchè il reattore numero quattro fosse fermo per lavori di manutenzione quando venerdì scorso l'area è stata investita dal terremoto, secondo il capo portavoce del governo giapponese, Yukio Edano, "il combustibile nucleare spento si è surriscaldato, generando idrogeno e innescandone l'esplosione".

COMBUSTIBILE IN EBOLLIZIONE - Sono dunque quattro su sei i reattori dell'impianto nei quali si sono verificate esplosioni. Nei due rimasti fino ad ora indenni, ha rivelato lo stesso Edano, si è registrato un lieve aumento della temperatura. Mentre potrebbe essere addirittura in ebollizione il combustibile nucleare esaurito custodito nel bacino di stoccaggio presente all'interno del reattore numero quattro, almeno secondo quanto reso noto dalla Tepco, la società che gestisce l'impianto, citata dall'agenzia di stampa Kyodo. Stando a fonti della compagnia, a causa dell'ebollizione il livello dell'acqua potrebbe dunque abbassarsi, rendendo più grave il pericolo di fusione del nocciolo. In precedenza il governo giapponese, le cui dichiarazioni erano state riprese dall'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica, aveva annunciato che era stato estinto l'incendio scoppiato nello stesso reattore per il surriscaldamento del combustibile esaurito, che generando idrogeno aveva portato a un'ennesima esplosione.

Una città quasi "fantasma"

IL LIVELLO DI RADIOATTIVITA' - Edano ha spiegato che il livello delle radiazioni è attualmente di 30 millisievert tra i reattori numero due e tre, di 400 millisievert nei pressi dello stesso reattore tre e di 100 vicino al reattore quattro. Una singola dose di 1.000 millisievert, cioè di un sievert che è l'unità di misura della radioattività, può causare malori temporanei quali nausea e vomito; una di 5.000 millisievert è in grado di uccidere entro un mese circa la metà di coloro che l'hanno ricevuta. Livelli anomali di radioattività sono inoltre stati registrati a Tokyo, ma un rappresentante dell'amministrazione metropolitana, Sairi Koga, ha precisato che non sono considerati tali da nuocere al corpo umano. Fonti municipali hanno riferito in effetti che in mattinata sono stati rilevati 0,809 microsievert in città: dunque una quantità di radiazioni superiore alla norma ma non particolarmente elevata, sebbene comunque venti volte superiore a quella che si era registrata il giorno prima. Per comprenderne l'entità, basti pensare che una normale radiografia al torace di solito comporta una dose di 20 microsievert. Invece livelli di radioattività dieci volte superiori alla norma sono stati registrati a Maebashi, città situata circa 100 chilometri a nord di Tokyo e quindi più vicina alla zona della centrale di Fukushima, che dalla capitale dista 250 chilometri.

LO STOP AI VOLI - Intanto alcune grandi compagnie aeree stanno decidendo di interrompere i propri voli per Tokyo per evitare di esporre il personale alle radiazioni. Lufthansa ha deciso di deiviare gli aerei su Nagoya e Osaka. I voli, inoltre, fanno scalo a Seul, per cambiare equipaggio, ed evitare che lo staff debba pernottare in Giappone; lo ha spiegato un portavoce della compagnia. E anche l'Air China, la compagnia di bandiera cinese, ha deciso di cancellare alcuni voli verso il Giappone, anche se si tratta di una decisione solo transitoria, seppure nata dallo stesso presupposto di Lufthansa, ovvero dalla volontà di non lasciare i velivoli parcheggiati di notte in Giappone.

IL BILANCIO DELLE VITTIME - Nel frattempo, è salito a oltre seimila il numero dei morti e dispersi provocati dal sisma e dal successivo tsunami. Secondo i dati forniti da Tokyo e altre undici prefetture, i morti accertati sono 2.722 mentre i dispersi riconosciuti sono 3.742; i feriti sono oltre 1.892.

Redazione Online

15 marzo 2011

 

 

 

radioattività anomala anche a Tokyo. Il bilancio aggiornato: Seimila tra morti e dispersi

Fukushima, esplosi altri due reattori

Fascia di sicurezza a 30 km dalla centrale

Il premier Naoto Kan annuncia ulteriori restrizioni a scopo cautelativo. "Combustibile in ebollizione"

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Il premier Naoto Kan annuncia ulteriori restrizioni a scopo cautelativo. "Combustibile in ebollizione"

"Rilevati alti livelli di radiazioni" riporta il quotidiano che sta leggendo questa donna a Osaka, nell'ovest del Paese (Ap)

"Rilevati alti livelli di radiazioni" riporta il quotidiano che sta leggendo questa donna a Osaka, nell'ovest del Paese (Ap)

MILANO - Il livello delle radiazioni nei pressi del sito della centrale nucleare giapponese di Fukushima, gravemente danneggiata dal sisma di venerdì scorso, è "considerevolmente aumentato" e la popolazione entro un raggio di 30 chilometri dall'impianto deve rimanere nelle proprie abitazioni: lo ha annunciato il premier nipponico, Naoto Kan. I circa 200mila residenti nel raggio di 20 chilometri dall'impianto sono stati sgomberati mentre per quelli della fascia immediatamente successiva è stato imposto una sorta di coprifuoco per motivi precauzionali. Nelle ore successive alcuni rappresentanti del governo hanno invece parlato di un livello di radiazioni in calo rispetto al momento in cui la radioattività ha raggiunto il suo culmine.

NUOVE ESPLOSIONI - Intanto è salito a quattro il numero delle esplosioni verificatesi all'interno dell'impianto. Dopo i reattori 1 e 3, interessati da scoppi venerdì e sabato, anche il numero 2 e il numero 4 - dove si è sviluppato anche un incendio che ha favorito la fuoriuscita di radiazioni, secondo quanto rivelato dall'Aiea -, hanno registrato deflagrazioni tra lunedì e martedì. Benchè il reattore numero quattro fosse fermo per lavori di manutenzione quando venerdì scorso l'area fu investita dal terremoto, secondo il capo portavoce del governo giapponese, Yukio Edano, "il combustibile nucleare spento si è surriscaldato, generando idrogeno e innescandone l'esplosione".

COMBUSTIBILE IN EBOLLIZIONE - Sono dunque quattro su sei i reattori dell'impianto nei quali si sono verificate esplosioni. Nei due rimasti fino ad ora indenni, ha rivelato lo stesso Edano, si è registrato un lieve aumento della temperatura. Mentre potrebbe essere addirittura in ebollizione il combustibile nucleare esaurito custodito nel bacino di stoccaggio presente all'interno del reattore numero quattro, almeno secondo quanto reso noto dalla Tepco, la società che gestisce l'impianto, citata dall'agenzia di stampa Kyodo. Stando a fonti societarie, a causa dell'ebollizione il livello dell'acqua potrebbe dunque abbassarsi, rendendo più grave il pericolo di fusione del nocciolo. In precedenza il governo giapponese, le cui dichiarazioni erano state riprese dall'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica, aveva annunciato che era stato estinto un incendio scoppiato nello stesso reattore per il surriscaldamento del combustibile esaurito, che generando idrogeno aveva portato a un'ennesima esplosione.

Una città quasi "fantasma"

IL LIVELLO DI RADIOATTIVITA' - Edano ha spiegato che il livello delle radiazioni è attualmente di 30 millisievert tra i reattori numero due e tre, di 400 millisievert nei pressi dello stesso reattore tre e di 100 vicino al reattore quattro. Una singola dose di 1.000 millisievert, cioè di un sievert che è l'unità di misura della radioattività, può causare malori temporanei quali nausea e vomito; una di 5.000 millisievert è in grado di uccidere entro un mese circa la metà di coloro che l'hanno ricevuta. Livelli anomali di radioattività sono inoltre stati registrati a Tokyo, ma un rappresentante dell'amministrazione metropolitana, Sairi Koga, ha precisato che non sono considerati tali da nuocere al corpo umano. Fonti municipali hanno riferito in effetti che in mattinata sono stati rilevati 0,809 microsievert in città: dunque una quantità di radiazioni superiore alla norma ma non particolarmente elevata, sebbene comunque venti volte superiore a quella che si era registrata il giorno prima. Per comprenderne l'entità, basti pensare che una normale radiografia al torace di solito comporta una dose di 20 microsievert. Invece livelli di radioattività dieci volte superiori alla norma sono stati registrati a Maebashi, città situata circa 100 chilometri a nord di Tokyo e quindi più vicina alla zona della centrale di Fukushima, che dalla capitale dista 250 chilometri.

IL BILANCIO DELLE VITTIME - Nel frattempo, è salito a oltre seimila il numero dei morti e dispersi provocati dal sisma e dal successivo tsunami. Secondo i dati forniti da Tokyo e altre undici prefetture, i morti accertati sono 2.722 mentre i dispersi riconosciuti sono 3.742; i feriti sono oltre 1.892.

Redazione Online

15 marzo 2011

 

 

Liste d'attesa all'aeroporto, tassisti disposti solo a corse brevi per risparmiare gasolio

La grande fuga disperata dalla nube

500 persone sono prigioniere in casa vicino alla centrale. A caccia di benzina per lasciare la città

Liste d'attesa all'aeroporto, tassisti disposti solo a corse brevi per risparmiare gasolio

La grande fuga disperata dalla nube

500 persone sono prigioniere in casa vicino alla centrale. A caccia di benzina per lasciare la città

dal nostro inviato GIUSI FASANO

Scarseggiano gli approvvigionamenti nei supermercati (Afp)

Scarseggiano gli approvvigionamenti nei supermercati (Afp)

FUKUSHIMA — Cinquecento uomini, donne e bambini in trappola, bloccati da un muro invisibile, chiusi nelle loro case nella fascia più rischiosa per le radiazioni, i venti chilometri alle spalle dell’impianto nucleare di Fukushima I. Hanno sentito la forza terrificante del terremoto, hanno visto l’acqua arrivare dal mare aperto minacciosa come un killer, hanno guardato la catastrofe passare sotto le loro finestre. Ma non era che l’inizio. Non avevano messo in conto l’emergenza atomica, l’esposizione alle radiazioni, appunto, la paura di dover fronteggiare un male impalpabile e silenzioso. E adesso eccola qui, quella sensazione spaventosa che non ti fa sentire al sicuro, forse mai più. I cinquecento la sentono sulla pelle, sui vestiti, in quel che mangiano, nell’aria che respirano... più di tutti quanti gli altri.

Gli irriducibili

Cinquecento è una stima degli amministratori locali, potrebbero essere anche di più. Parliamo di persone che non hanno voluto abbandonare le case perché credevano che passata l’onda anomala fosse finito tutto, o magari perché vivono non vicinissimi alla costa e si sono sentiti salvi oppure perché cercano familiari dispersi nelle case vicino al mare. Gente che ha vissuto tutti questi giorni con gli occhi incollati alla tivù, con le orecchie attente a megafoni lontani. Il consiglio sempre quello: "Chi vive nella zona della centrale e non ha necessità di uscire rimanga a casa il più a lungo possibile" . Poteva funzionare per la prima esplosione, sabato. Ma adesso il risultato è una situazione paradossale: i cinquecento sono tutti nelle loro case, diventate rifugio e gabbia, con il terrore delle radiazioni che possono crescere, con l’incubo delle esplosioni continue, con il nocciolo del reattore 2 che può fondersi e chissà cos’altro. Ora: il mondo è concentrato sull’emergenza atomica, i soccorritori sono a caccia di sopravvissuti in difficoltà o assistono feriti, presunti contaminati e gente che deve essere trasportata, i volontari muovono macerie, distribuiscono coperte, cibo, medicine. E loro? Per quanto ancora saranno "prigionieri"?

Nuova esplosione a Fukushima

La fuga con le bambine

"Io sono scappata via da lì già sabato" racconta Masako, una giovane madre che vive fra i 15 e i 20 chilometri dalla centrale e che ieri mattina ha cercato inutilmente di prendere un volo dall’aeroporto Sukagawa di Fukushima a Osaka, dove vivono degli amici disposti a ospitarla per un po’. "So per certo che qualcuno è rimasto a casa anche dopo l’allarme radioattivo — dice —, io ho mollato tutto e mi sono trasferita a Koryama. Ho paura delle radiazioni, per me e per loro" , indica due bambine che avranno tre-quattro anni al massimo. C’è la signorina della compagnia aerea che chiede un momento di attenzione, una folla di mamme, passeggini e biberon in bivacco davanti alle scale si avvicina al banco della compagnia e ascolta l’annuncio. Masako torna sconsolata: non è fra le fortunate in lista d’attesa per Osaka. La grande fuga dalla regione contaminata è tutta nelle lunghe code di auto in direzione dell’aeroporto Sukagawa e negli accampamenti di fortuna al primo piano dello scalo.

Qualcuno distribuisce coperte e cibo, facce stanche vanno e vengono in file ordinate e opposte, come formichine. E sulla pista, oltre il vetro, è un continuo decollare di elicotteri militari. "All’inizio mi sono detto "saranno i giornali e le televisioni a esagerare"" , spiega un ragazzo di nome Yutaka, abbarbicato alla sua fidanzata davanti al settore imbarchi. "Ma ogni giorno va peggio, non ci credo più che siamo tutti fuori pericolo e vado in vacanza per un bel po’ di giorni. Meglio stare lontano dalle radiazioni..." . Inutile chiedere aiuto a tassisti e autisti per cambiare aria, nemmeno con un’offerta extra tassametro che in altri tempi non avrebbe temuto rifiuto: non si accettano corse lunghe, punto e basta. "Soltanto pochi chilometri— è la risposta ripetuta come una litania — perché non c’è benzina e forse non ce ne sarà nei prossimi giorni, non voglio rischiare di rimanere a piedi" . Le code alle stazioni di servizio di Fukushima (ma anche più a nord, da Sendai a Miyako) crescono con la paura di nuove esplosioni alla centrale nucleare e con l’idea che "è bene avere a casa un po’ di benzina di riserva. Non si sa mai" , come racconta per tutti l’impiegato Masao Watanabe mentre armeggia con un paio di taniche rosse nel bagagliaio. "Noi siamo più preparati di voi europei alle emergenze— assicura —, ma stavolta è diverso" . Stavolta c’è il rischio atomico che atterrisce, che rende tutti più vulnerabili. E visto da Fukushima quel rischio sembra un essere mostruoso in agguato dietro l’angolo. "E se scoppiasse tutto davvero?" . "Dobbiamo scappare da qui?" .

L'Aiea: "Non sarà un'altra Chernobyl"

Gli scenari raccontati alla tv

"Che succede quando esplode il nocciolo?". Gruppi di persone sconosciute si trovano davanti agli schermi tivù di bar, alberghi, distributori. Si scambiano domande alle quali nessuno sa rispondere, spesso nemmeno gli esperti in studio. Sono incantati da immagini e commenti sul disastro nazionale, quali che siano. Ieri è toccato alle barre di combustibile del reattore n ° 2 mostrate mentre facevano il loro dovere in un liquido dai riflessi azzurri, molti mesi fa. La voce fuori campo diceva che la situazione è grave, che il rischio di una fuoriuscita di materiale altamente radioattivo è "purtroppo reale" e che Tokyo ha chiesto aiuto agli Stati Uniti per uscire da questa crisi senza precedenti. Alla fine del servizio, il gelo. Non una parola, né più domande come all’inizio o un commento per sdrammatizzare. Il gruppo degli sconosciuti si scioglie così come si era formato e ciascuno si allontana per conto proprio, a testa bassa. Salvare il salvabile è una specie di scommessa, a questo punto. Una corsa contro il tempo che in molti danno già per perduta. La possibilità di dover rimanere a casa a lungo per non esporsi alla radioattività fa crescere la paura di non avere abbastanza riserve alimentari e per di più la mancanza di connessioni stradali e ferroviarie fra la zona del disastro e il resto del Paese rende difficili gli arrivi delle normali derrate alimentari. Così davanti a qualche supermercato fra Koryama e Fukushima si cominciano a vedere le file di persone, soprattutto donne, che fanno scorte fuori misura per fronteggiare un’eventuale emergenza più emergenza di adesso.

Le radiazioni verso Tokyo

Il tormento delle scosse

Tutto questo mentre le scosse di assestamento sono un tormento continuo, in alcuni casi vanno oltre i 5-6 gradi della scala Richter e scuotono edifici già compromessi che stanno in piedi per sbaglio. "Praticamente è come vivere dondolando" , tenta di spiegare al telefono il soldato Takeshi a chissà quale amico lontano da qui. "Basta non pensarci sennò ti viene voglia di scappare". File lunghissime di ragazzi come lui, in mimetica su mezzi militari, si contendono le poche strade agibili con i vigili del fuoco e i loro camion rossi o i minivan affittati dai gruppi di soccorso delle organizzazioni non governative. Gli sfollati arrivano con le facce smarrite, tutt’al più con un sacchetto fra le mani e nient’altro. "È già tanto aver salvato la pelle, questo è tutto quello che ho e va bene così" dice Ken Endo, un vecchio arrivato a Fukushima con un gruppo di soccorritori coreani e che ora cerca di andare verso sud, da un parente e, soprattutto, lontano dal veleno nucleare. Si mette in coda per ricevere la solita coperta giallo-arancio e un pugno di riso cotto, passerà la notte in uno dei centri di accoglienza e domani si vedrà. Per adesso guarda il cielo un po’ nuvoloso e ormai quasi buio. Quando la notte scende sulla centrale di Fukushima e sul Giappone le televisioni mostrano un’altra immagine sensazionale di questo drammatico spettacolo mondiale: le zone buie del blackout annunciato dal governo per far fronte alle ridotte risorse di energia elettrica. Si vede il centro di Tokyo con mille luci infilate l’una accanto all’altra come perle. E si vede tutt’attorno una distesa immensa di buio interrotta soltanto da qualche lucina qua e là. Ken il vecchio fa in tempo a dare un’occhiata a quell’immagine che sembra un cielo con poche stelle caduto attorno al centro della capitale. "Certo — suggerisce a uno dei ragazzi che lo ha portato fin qui — fossi in te scapperei il più lontano possibile" .

15 marzo 2011

 

PIANI ENERGETICI

Nucleare, la via francese

PIANI ENERGETICI

Nucleare, la via francese

Il premio Nobel Elias Canetti invitava a diffidare degli uomini che sanno tutto e che mostrano di crederci. Dopo il disastro di Fukushima, è del tutto naturale dubitare di quanti - esperti a vario titolo - proclamano ai quattro venti la sicurezza assoluta dell'energia nucleare e considerano la tragedia giapponese come un evento irripetibile in altri angoli della terra. Per costoro, le "conseguenze nucleari" sarebbero tollerabili e non varrebbero nemmeno una discussione.

Ma non è letteratura apocalittica interrogarsi sul senso di tutto o constatare come in ogni cittadino, a qualsiasi latitudine, le certezze scientifiche e la fiducia nel progresso abbiano subito una scossa sismica. È questa scossa, emotiva fin che si vuole, che ha aperto anche in Francia, uno dei Paesi di più collaudata tradizione nucleare, con ben 58 reattori, il dibattito sulla sicurezza, sul rapporto fra impianti e territorio (nonostante il basso rischio sismico) e sull'anzianità delle centrali. "Dobbiamo tirare le conseguenze degli avvenimenti giapponesi" hanno dichiarato i vertici di Areva ed Edf, i colossi dell'industria nucleare transalpina. In Germania, il governo di Angela Merkel ha deciso la chiusura degli impianti più vecchi e di rivedere gli standard di prolungamento della vita di altri.

Di sicurezza, di centrali obsolete e di necessità o meno di nuovi reattori si parla apertamente in Svizzera, in Austria, negli Stati Uniti. Su iniziativa tedesca, se ne discuterà in sede europea. Oltre a resuscitare l'angoscia di una nuova Chernobyl, le immagini di migliaia di esseri allontanati dalle loro case per il rischio contaminazione, e di tecnici con tuta e maschera che "testano" il rischio morte dei concittadini, hanno persino ridimensionato le paure del caro petrolio, gli scenari macroeconomici sulle conseguenze della rivoluzione nel mondo arabo e l'adesione culturale - insinuatasi anche fra gli ambientalisti - all'idea che la salvezza dell'ecosistema planetario (e del nostro modello di vita) dipenda dalle fonti nucleari, comunque preferibili alla morte per inquinamento.

Altra cosa è la disputa ideologica, che è speculare all'arroganza scientifica. Ecologisti e ampi settori di sinistra tornano ad agitare bandiere, come se il nucleare fosse una cosa di destra e magari l'eolico una soluzione di sinistra. Per inciso la polemica politica non è un'eccezione italiana. Lo stesso avviene in Germania e in Francia, peraltro in vista di scadenze elettorali.

Le spinte emotive e le polemiche non faranno chiudere le centrali nel mondo. È però importante che i responsabili ascoltino le emozioni. È necessario garantire la trasparenza dei processi industriali, l'indipendenza delle autorità di controllo, la certezza che anzianità e affidabilità degli impianti non siano una variabile economica o il capriccio di una lobby, oltre a un corretto rapporto fra costi industriali di costruzione delle centrali e benefici finali sulla bolletta.

Anche il fatto che il rischio zero non esista è un dato scientifico. Ma in Francia, ad esempio, si sottolinea come nessun grave incidente sia avvenuto in 1450 anni (dato ottenuto moltiplicando 58 reattori per 25 anni di funzionamento medio ciascuno). Chernobyl fu la somma di errori umani e cultura sovietica. Non occorre essere esperti per considerare che anche nell'eccezionalità della tragedia giapponese siano intervenute responsabilità umane. Il reattore di Fukushima doveva essere chiuso. Prima del sisma.Massimo Nava

15 marzo 2011

 

 

Non si possono eliminare gli effetti delle radiazioni ma solo arginare i sintomi.

In corsia tra i contaminati

"Dateci donatori"

Non si trova midollo per i casi gravi. A chi sta meglio il medico dispensa pillole allo iodio

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(Epa)

(Epa)

KUMAGAYA - Il dottor Matsuo Yasunari tira fuori la scatola come fossero caramelle per la gola e fa un sorriso un po' così. "Iodine", dice l'etichetta azzurra, iodio ad alta concentrazione. La prima è una donna con il cappotto ancora sporco di fango. Prende il pacchetto dalle mani del medico, guarda a terra mentre lui le dice che deve mandare giù una pasticca al giorno e di chiamarlo se le dovesse uscire il sangue dalla bocca. Solo alla fine lei si arrende a un pianto silenzioso. E si volta verso la fila di persone che il dottore sta per accogliere con lo stesso sorriso.

Una lunga strada deserta per arrivarci, un muro di cinta alto tre metri, militari di ronda, telefonini sequestrati all'ingresso: sembra una caserma l'ospedale alla periferia di Kumagaya, una cinquantina di chilometri da Tokyo. In questo palazzone bianco di sette piani è arrivata buona parte dei profughi di Fukushima, scampati al terremoto e allo tsunami ma non alla contaminazione nucleare.

Le persone in coda davanti al sorriso del dottor Yasunari appartengono alla categoria numero uno, secondo la classificazione della Disaster management agency di Tokyo. Sono le più fortunate: arrivate qui perché erano vicino alla centrale, nella zona adesso evacuata, ma senza sintomi o radiazioni importanti rilevate sul corpo o sui vestiti. Lo iodio lo prendono a scopo preventivo per proteggersi dal cancro alla tiroide, marchio di fabbrica di Chernobyl. Qui nell'ospedale di Kumagaya, però, ci sono anche due persone che le radiazioni le hanno prese di sicuro. Categoria numero tre, isolamento. "Stiamo cercando dei donatori di midollo osseo - dice il dottor Yasunari - ma non è facile". Serve un parente di primo grado, di solito un fratello o un genitore. "E i parenti stretti di queste due persone erano anche loro tutti vicini alla centrale". Come Gennosuke, fratello maggiore del paziente numero 3/1, che blocca il dottore vicino al portone dell'ospedale: "La mattina dell'esplosione - racconta - eravamo rimasti tutti in casa proprio perché avevamo paura della nube tossica. Invece Fumiaki, mio fratello, è voluto uscire, perché dopo il terremoto non era più riuscito a parlare con la fidanzata". Lei l'hanno ritrovata ieri. Sta bene, si era rifugiata in una scuola. "Ma adesso, dottore, che cosa succederà a mio fratello?". È una delle mille domande senza risposta che devi sentire in questi giorni in Giappone. Senza trapianto, spiegano i medici, è molto difficile curare chi è stato contaminato in modo grave.

Non si possono eliminare gli effetti delle radiazioni ma solo arginare i sintomi. L'aiutante del dottor Yasunari li elenca meticolosamente: "Nausea continua, caduta di capelli e peli, perdita di sangue dalla bocca, emorragie sotto la pelle...". Per fortuna si avvicina il parente di un'altra persona arrivata da Fukushima. Denbe è venuto a chiedere notizie di sua sorella. Ufficialmente lei non è contaminata, la misurazione fatta tre volte dagli uomini con la tuta bianca e la mascherina ha dato un valore più alto del normale ma sotto la soglia di sicurezza. Solo che lei ha detto di aver perso del sangue dal naso, di aver vomitato più volte. Due campanelli d'allarme. E per questo è stata ricoverata come categoria numero due, pazienti in osservazione. In tutto sono 38 i pazienti nelle sue condizioni qui nell'ospedale di Kumagaya, in tutto il Giappone sono 160 anche se i controlli andranno avanti ancora per giorni. "Non capisco, non capisco", ripete Denbe. "Fino a quando sono arrivati i soccorsi siamo stati sempre chiusi in casa con le serrande abbassate, seduti davanti alla tv per capire cosa stava succedendo. Perché lei sarebbe stata contaminata e io no?". Un'altra di quelle domande senza risposta. E si capisce che la paura non è solo per la sorella ma anche per se stesso.

Ci siamo fermati troppo davanti a questa porta. Si avvicinano i soldati, dicono che questa è una "military area", sono ammessi solo i medici, i ricoverati e i loro parenti. Baiko, il dottore che mi ha fatto entrare stamattina, ripete la sua bugia: sono un suo collaboratore arrivato dall'Olanda. Ormai non ci crede nessuno ma basta per recuperare il cellulare. Ci vediamo in città per un caffè, saliamo al sesto piano di un hotel proprio quando arriva la scossa più forte della giornata. Le tazze finiscono per terra, il palazzo ondeggia per un minuto, la cosa più impressionante è il rumore. "Sono molto preoccupato" fa lui. Ma come, il terremoto la spaventa più delle radiazioni? "No, ho letto che vogliono annullare i campionati mondiali di pattinaggio artistico. Dovevano farli a Tokyo la settimana prossima, mia figlia è un'appassionata e le avevo promesso che l'avrei portata a vedere qualcosa". Adesso sorride e piange insieme. "No, non mi guardi così. Se ogni tanto non pensiamo a qualcosa di normale, a quella che era la nostra vita di tutti i giorni, qui diventiamo tutti pazzi".

Lorenzo Salvia

15 marzo 2011

 

 

 

 

2011-03-14

Falso allarme tsunami mette in apprensione la popolazione. Panico nucleare a Manila

Nuove esplosioni in centrale Fukushima Undici feriti al reattore 3

Il livello di radioattività sarebbe comunque basso, ma le navi Usa se ne vanno. La Borsa di Tokyo cede oltre il 6%

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MILANO - "Non c'è assolutamente alcun rischio Chernobyl". Lo ha detto il ministro per la Strategia nazionale giapponese, Koichiro Genba, dopo le due nuove esplosioni avvenute al reattore 3 della centrale di Fukushima 1, danneggiata dal terremoto di venerdì scorso. Però le barre di combustibile sono rimaste scoperte dall'acqua di raffreddamento in tutti e tre i reattori della centrale. Gli scoppi, avvenuti alle 11 (le 3 in Italia) sono stati provocati dall'idrogeno e hanno provocato undici feriti, ha reso noto la Tepco (Tokyo Electric Power), la società che gestisce l'impianto, secondo la quale il livello di radiazioni nell'unità 3 si attestava a 10,65 microsievert, sotto il limite di 500 microsievert per i quali per legge il gestore è obbligato a riferire al governo. Però almeno uno dei feriti, un tecnico 23enne, è risultato contaminato da radiazioni. L'afferma il sito internet del quotidiano Yomiuri Shinbun. Nelle altre due centrali che domenica destavano preoccupazione, Onagawa e Tokai, sono stati rimessi in funzione gli impianti di raffreddamento. E, secondo la Tepco, anche i reattori 1 e 2 di Fukushima sono fuori pericolo ma, poco dopo la stessa Tepco ha detto che le barre di uranio al reattore 2 sono rimaste totalmente esposte - non è dato di sapere per quanto tempo, dice l'agenzia Jiji - e potrebbero aver cominciato una fusione parziale.

RADIAZIONI - L'Agenzia internazionale dell'energia atomica (Aiea) ha ricevuto notizie dalle autorità nipponiche che le strutture di contenimento del reattore 3 non sono state danneggiate. Le esplosioni - sentite fino a 40 km di distanza - sono state simili a quella che si era verificata sabato nel reattore 1. Secondo le autorità giapponesi le possibilità di un'estesa fuga di gas radioattivo dalla centrale sono attualmente "molto basse". Ma la Settima Flotta americana ha fatto allontantare le proprie navi - tra le quali la portaerei Reagan - dopo che gli strumenti a bordo hanno riscontrato un aumento della radioattività. Le navi, inviate nei giorni scorsi a sostegno dei mezzi di soccorso, si trovavano a 160 km dalla centrale di Fukushima. Il livello di radioattività riscontrato è equivalente a quello che viene assorbito in un mese dal fondo radioattivo naturale. Le autorità russe delle zone orientali della Siberia di fronte alle coste del Giappone hanno invece reso noto di non avere al momento riscontrato un aumento della radioattività di fondo. Nelle Filippine panico a Manila per un falso allarme che dava notizia di radioattività proveniente dal Giappone. Un'università ha sospeso i corsi dopo che i genitori degli studenti in preda al panico hanno preso d'assalto le linee telefoniche per chiedere che i figli fossero fatti tornare a casa. Il falso allarme, attribuito alla Bbc, invitava le persone a non uscire di casa per 24 ore. Le autorità nucleari filippine hanno negato che vi fosse un rischio di contaminazione nucleare e funzionari del governo si sono affrettati a rilasciare dichiarazioni pubbliche per smentire l'autenticità del messaggio.

ACQUA DI MARE - Nei reattori di Fukushima 1 si sta pompando acqua di mare per cercare di raffreddare la temperatura ma, avverte Robert Alvarez dell'Institute for Policy Studies ed ex consigliere del dipartimento Usa per l'Energia, si tratta di "un tentativo disperato di riprendere il controllo dei reattori". Richard Meserve, ex capo della Nuclear Regulatory Commission statunitense, dice di non aver "mai sentito di qualcuno che abbia utilizzato acqua marina per raffreddare un reattore prima d'ora. Ciò lascia intendere che la società ha deciso di sacrificare tutti i reattori".

SMENTITO TSUNAMI - Smentito invece l'allarme tsunami dopo una scossa di assestamento di 5,8 gradi alle 10 del mattino (le 2 di notte in Italia). Da un elicottero dei pompieri era giunta notizia dell'avvistamento di un'onda di tre metri in arrivo, ma l'Agenzia meteorologica ha fatto sapere di non aver registrato alcun terremoto che potesse causare un nuovo tsunami. Le autorità del porto di Hachinoe hanno revocato l'ordine di evacuazione per circa 13 mila abitanti. Invece alle 16,12 (le 7,12 in Italia) è stata registrata una scossa di 6,1 che ha costretto le Ferrovie giapponesi a sospendere il traffico su tutte le linee tranne quattro, sulle quali il servizio ha funzionato con grossi intoppi. Solo il 10% dei convogli sulla tratta orientale che attraversa Tokio erano in servizio, secondo quanto riferito dalla Tv giapponese. Sospeso anche il treno che porta all'aeroporto di Narita.

BILANCIO - Dopo il rinvenimento di un migliaio di corpi senza vita nella penisola di Ojika e altri mille cadaveri avvistati a Minamisanriku, dove mancano all'appello circa 10 mila persone, il bilancio ufficiale delle vittime del sisma di 9 gradi Richter di venerdì scorso è salito a 2.800 morti e 1.900 feriti mentre i dispersi sono migliaia.

Nuove esplosioni a Fukushima Nuove esplosioni a Fukushima Nuove esplosioni a Fukushima Nuove esplosioni a Fukushima Nuove esplosioni a Fukushima Nuove esplosioni a Fukushima Nuove esplosioni a Fukushima Nuove esplosioni a Fukushima

BORSA - La Borsa di Tokyo ha chiuso perdendo il 6,18%. In particolare, le azioni Tepco hanno perso il 23,57%. Intervento della Banca centrale giapponese che ha immesso liquidità a sostegno dei mercati. Il prezzo del petrolio è sceso sui mercati asiatici in quanto le tre maggiori raffinerie giapponesi sono state chiuse. Dai porti del Giappone danneggiati dal sisma e che resteranno fuori uso almeno per alcuni mesi viene esportato il 7% delle merci del Paese.

BLACK-OUT - Sono iniziati nella serata giapponese di lunedì i black-out programmati per compensare la mancanza di energia prodotta nelle centrali nucleari.

SPORT - La Federazione mondiale di pattinaggio su ghiaccio ha annullato i mondiali previsti a Tokyo dal 21 al 27 marzo e posticipato anche il Trofeo mondiale di pattinaggio artistico per squadre che avrebbe dovuto tenersi a Yokohama dal 14 al 17 aprile. Anche tutte le 41 partite del campionato di calcio previste sino alle fine del mese sono state cancellate.

FILM - Il film Hereafter di Clint Eastwood, in cui all'inizio c'è una lunga scena dello tsunami di Sumatra del 2004, verrà ritirato dai 180 cinema giapponesi dove è in programmazione dalla fine di febbraio. La ha deciso la Warner Japan in quanto il film "non è appropriato in questo momento".

PATRIMONIO ARTISTICO - Ancora difficile fare una stima dei danni al patrimonio artistico giapponese. Il tempio zen Zuiganji a Matsushima presenta importanti danni. Lo scrive il sito internet del quotidiano Yomiuri Shinbun. Finora nelle aree colpite dal disastro sono stati censiti 33 siti di alto valore artistico-culturale che presentano danni.

Redazione online

14 marzo 2011

 

 

Giappone I sopravvissuti

Colonne di profughi nelle notti senza luce

Alla cucina del municipio distribuzioni di salsicce e tortine di riso. Nulla funziona, né luce, né acqua

Giappone I sopravvissuti

Colonne di profughi nelle notti senza luce

Alla cucina del municipio distribuzioni di salsicce e tortine di riso. Nulla funziona, né luce, né acqua

MITO (Giappone) - Per seguire il traffico della vita, per indovinarlo oltre le crepe sul selciato, occorre braccare la più improbabile delle tracce. Attraversa con agio l'asfalto desolato della via che si chiama Eki Minami e che delle automobili pare non avere più memoria. La traccia assurda conduce al municipio di Mito. È odore di salsicce. Incongruo, quasi offensivo. Ma vivissimo, pungente come un insulto ma sfacciato come la voglia di sopravvivere e tirare avanti. Il municipio del capoluogo della prefettura di Ibaraki è una cucina da campo. E un rifugio. E un piccolo campo profughi. Migliaia di profughi, anche qui.

(Epa)

(Epa)

Nel pomeriggio una coda tortuosa attraversa i portici e i sottopassaggi della struttura, sgraziata e provata. È un'attesa ordinata di anziani e ragazzi, famiglie e coppie composte. In fondo, una tenda aspetta di nutrire le centinaia di persone in fila. Sembra un cuoco da sagra, da festa popolare. Invece risolve sbuffando una prima necessità, offre sostanza per la voglia di farcela. "La nostra casa? È in piedi, è in piedi...". Shinya Yashima non ha voglia di scherzare ma neanche di disperarsi. Attende il suo turno e condivide con pudore il suo destino di profugo borghese, che il sisma ha scosso nelle cose intime, risparmiandogli però la tragedia, in un Paese dove ormai gli sfollati si contano a centinaia di migliaia, tra sisma e fughe radioattive: "Apparentemente abbiamo tutto - racconta al Corriere - ma in realtà non abbiamo niente, perché si è rotta ogni cosa. Nulla funziona. Né luce né acqua né gas. Neanche le finestre ci sono".

Yashima, il poliziotto Yashima, è di Mito e come lui lo sono molti dei rifugiati che si accalcano al municipio. Sono gli esuli in patria di una città morta. Dormono nelle scuole, nelle sale riunioni, nei comitati di quartiere, 70 ricoveri di fortuna sparsi tra centro e periferia, allestiti rapidamente perché la notte ricorda che l'inverno non è ancora finito e continua a mordere. Hiroto e Ruriko abbracciano Arui, pochi mesi. "Per andare avanti dobbiamo passare di qui, per forza". Pezzi di città restano al buio. I negozi sono chiusi. Uno spaccio di quelli aperti ventiquattr'ore su ventiquattro ha gli scaffali vuoti ma la coda fuori: è al piano terra della stazione, sigillata perché la linea da Tokyo (un centinaio di chilometri più a sud) è interrotta. I passaggi sopraelevati sono inaccessibili, il piazzale sconquassato. Attraversare i ponti significa, per le auto, sobbalzare sui gradini provocati dall'abbassamento del fondo stradale all'imbocco o su larghi solchi: ci si arrangia colmandoli di ghiaia, terra o sacchi di sabbia. E, nei rari alberghetti rimasti aperti nella zona, agli sparuti clienti capita di dover firmare una dichiarazione di poche righe che solleva i proprietari da ogni responsabilità per quello che potrebbe accadere in caso di terremoto. Poi tutti a nanna senz'acqua corrente e taglio dell'elettricità dalle 6.20 alle 10 del mattino.

L'architetto Masaki Taira, quarant'anni e anche lui in coda per la salsiccia e la tortina di riso, mastica terrore e tortine. Lui le case le disegna e le immagina, ha visto che si possono cancellare in pochi secondi. "Non immaginavo che potesse finire così, e questo non è certo lo tsunami", sussurra. La città di Mito, poco più di 260 mila abitanti, è l'estrema retrovia della costa battuta dall'onda. Conserva uno dei tre più bei giardini del Giappone ma ora nessuno lo ricorda, i pellegrinaggi di turisti nipponici e di appassionati adesso fanno persino male, pensandoci. L'intera città, adesso, è la prova di quello che il primo ministro Naoto Kan va ripetendo in tv, che mai dal 1945 il Paese aveva attraversato un dramma di queste proporzioni. È così anche se lo tsunami non ha toccato Mito: il terremoto l'ha scossa violentemente senza distruggerla, è forse la rappresentazione dell'ingranaggio giapponese che s'è inceppato. Gli hotel sono tutti chiusi tranne uno, colmo - appunto - di senza casa. I distributori della benzina rimangono chiusi o vengono assediati da incolonnamenti di automobilisti disperati all'idea di restare a secco, intrappolati in una terra di nessuno che trema ancora e non si placa. La scuola elementare Sannomaru, appena a nord della stazione, è trasformata in un ostello senz'allegria. E chi, ancora, fa la coda per il pasto caldo tiene in mano una coperta termica d'emergenza.

Il cortile del municipio è il campionario di una sopravvivenza discreta, senza chiasso. Cartoni di banane si svuotano poco alla volta, nel sotterraneo vigili sorvegliano sacchi di farina accumulati con ordine, mentre la cucina da campo prepara riso, vermicelli e le salsicce infilzate su uno stecco. A scene simili a queste si assiste nelle zone direttamente devastate dallo tsunami: i contenitori arancioni con il carattere "acqua" tracciato in blu, soldati giovani con elmetti dalla foggia vecchia e lo sguardo un po' perso. Le stesse code ordinate. Adesso che le troupe delle televisioni giapponesi sono arrivate negli angoli più martirizzati della costa intorno a Sendai, quella distruzione diventa vicina.

Capo dello staff del sindaco di Mito, Mitsuru Tajiri mostra la sala di coordinamento delle operazioni. Le statistiche si annotano a mano su fogli bianchi, si fanno le somme con la penna biro. Internet è fragile come vetro, cade per un nulla, la copertura dei telefoni cellulari va e viene. "Subito dopo il terremoto abbiamo cominciato a prenderci cura di 12 mila persone, sabato erano scese a 10 mila. Oggi (ieri, ndr) sono 7 mila, ma se dovessero arrivarne altre dalla zona della centrale nucleare o dalla costa dovremmo essere pronti. Anzi, qualcuno di loro potrebbe essere già qui", spiega al Corriere.

Nel discreto via vai dei volontari, degli addetti della Croce rossa con l'elmetto, si apre un varco anche la politica. Un manifesto affisso nell'androne del municipio è una grande foto delle isole Senkaku, il pugno di scogli controllato e orgogliosamente rivendicato nei confronti della Cina, che le chiama Diaoyu e le considera sue. Una faccenda maledettamente seria, in altri momenti. Nessuno guarda il poster, tutti sanno che c'è. La signora Arui, poco oltre, non si lamenta delle autorità, "non ci stanno abbandonando". Ma Tajiri si prende un attimo per pensarci sopra e invece ammette che il coordinamento col governo centrale "va così così", ma non importa, "perché è pur vero che questa non è Sendai". Quando il sole si appresta a calare e la città a farsi buia, la coda dei profughi senza lacrime è ancora lì. In un angolo del piazzale grandi lampade sono ammassate pronte a fare il loro lavoro. Per colpa del terremoto, è Mito che sembra smettere di fare la città.

Marco Del Corona

14 marzo 2011

 

 

il Nucleare e Noi

il Nucleare e Noi

Sarebbe sbagliato sottovalutare quello che sta accadendo alle centrali atomiche in Giappone, Paese che 65 anni fa ha già visto in faccia lo spettro dell'olocausto nucleare. Quello di Fukushima è uno dei più gravi incidenti che si ricordino. E non ne attenua la gravità il fatto che non sia stato causato dall'imprudenza umana, come a Chernobyl, né da un'avaria, come a Three Mile Island, ma da un terremoto devastante. Una prova ancora più tremenda di quante questa orgogliosa nazione ha dovuto affrontare nella sua storia, rialzandosi sempre.

C'è stato chi, magari confortato dai 10 mila chilometri di distanza, ha detto che alle nostre future sicurissime centrali non potrà succedere. L'impianto di Fukushima è vecchio. E poi in Italia ci sono siti sicuri al riparo dai terremoti. Tutto vero. Resta il fatto che l'opinione pubblica ha il diritto di sapere che cosa si sta davvero rischiando. Senza reticenze.

Al tempo stesso siamo convinti che non possa essere la comprensibile emotività suscitata da quella tragedia a determinare scelte fondamentali di politica energetica. L'abbiamo già fatto e ne siamo rimasti scottati. Il referendum antinucleare del 1987 passò con una maggioranza schiacciante per l'impressione suscitata da Chernobyl. Nessun partito, eccetto il repubblicano, osò sfidare l'impopolarità.

Promisero che mettendo al bando l'atomo avremmo imboccato la via dell'energia pulita: siamo invece diventati il Paese europeo più inquinante, più dipendente dagli sceicchi e con le bollette più care. Finché, dopo aver riempito le tasche dei petrolieri, ci si è accorti che la Germania produceva 70 volte più energia solare dell'Italia, rimasta penosamente al palo nel campo delle rinnovabili. E per recuperare terreno abbiamo concesso incentivi fin troppo generosi a chi le produceva. Salvo poi chiudere i rubinetti dalla sera alla mattina.

Così la stessa maggioranza che per cinque anni al governo si era ben guardata dall'avviare la pratica (ricordate il ministro Marzano? "Da noi non ci sono le condizioni per riaprire il discorso del nucleare", disse nel maggio 2001) l'ha scoperta priorità nel 2008. Giusto in tempo per le elezioni. Eppure oggi l'Agenzia per la sicurezza non ha ancora una sede e i suoi componenti, ha confessato il presidente Umberto Veronesi, s'incontrano al bar.

Come stupirsi se da vent'anni aspettiamo inutilmente un piano energetico nazionale che dica come alimenteremo fabbriche, treni e frigoriferi nel futuro? Siamo il Paese dei controsensi, del tutto e del niente. Dove ogni decisione importante non viene presa in base a disegni strategici. Bensì sull'onda di un'emozione, di polemiche o interessi particolari. Anche se si tratta di scelte destinate a cambiare la vita dei nostri figli e nipoti.

Sergio Rizzo

14 marzo 2011

 

 

in crescita lo yen

Tokyo: il sisma deprime la Borsa -6,18%

Crolla l'indice Nikkei. La banca centrale nipponica decide di iniettare liquidità per 130 miliardi di euro

in crescita lo yen

Tokyo: il sisma deprime la Borsa -6,18%

Crolla l'indice Nikkei. La banca centrale nipponica decide di iniettare liquidità per 130 miliardi di euro

(Epa)

(Epa)

MILANO - Il sisma distruttivo e il successivo tsunami che ha colpito il giappone fa sentire i suoi effetti anche sulla finanza. La Borsa di Tokyo, nella prima seduta dopo il terremoto, chiude a picco e l'indice Nikkei perde il 6,18% a 9.620,49 punti, sotto quota 10 mila. Giù del 7,49% l'altro indice il Topix a 846,96 punti. Crollano i titoli automobilistici, elettronici e delle raffinerie e cioè le azioni delle aziende costrette a chiudere i battenti dopo il mega-sisma che ha sconvolto il Giappone. Chiusura positiva invece per le Borse cinesi. A Shanghai il Composite archivia la seduta a 2.937,63 (+0,13%), mentre a Shenzhen l'indice Component guadagna lo 0,86% a 12.958,29.

INIEZIONE DI LIQUIDITA' - La banca centrale del Giappone ha quindi fatto sapere che inietterà sul mercato liquidità del valore di 15 trilioni di yen (pari a circa 130 miliardi di euro) per stabilizzare il sistema finanziario. La decisione è stata presa proprio a seguito del crollo della borsa di Tokyo. Attualmente è in corso una riunione del board direttivo della banca centrale, che durerà per tutta la giornata. In un primo momento, era stata annunciata un'iniezione di liquidità da 7 trilioni di yen, cifra che è quindi ora raddoppiata.

SI RAFFORZA LO YEN - La decisione del board della banca centrale giapponese sta spingendo al rialzo lo yen: il dollaro scende a quota 81,32 e l'euro a 113,28.

BORSE EUROPEE - Dopo un avvio negativo le Borse in Europa recuperano terreno grazie al buon andamento dei bancari. Venduti i titoli delle riassicurazioni (DJStoxx-0,98%) sui timori per le ripercussioni della tragedia giapponese. Di seguito, gli indici dei titoli guida delle principali borse europee: Londra +0,10% - Parigi +0,18% - Francoforte -0,95% - Madrid +0,17% - Milano +1,23% - Amsterdam -0,27% - Stoccolma -0,21% - Zurigo -0,48%.

Redazione online

14 marzo 2011

 

 

La Germania potrebbe rivedere prolungamento vita delle centrali. Svizzera: stop

Nucleare: allarme in tutto il mondo

Il commissario europeo all'Energia convoca martedì una riunione di esperti. L'India verifica la sicurezza

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Nucleare: allarme in tutto il mondo

Il commissario europeo all'Energia convoca martedì una riunione di esperti. L'India verifica la sicurezza

Günther Öttinger (Reuters)

Günther Öttinger (Reuters)

MILANO - I problemi alle centrali atomiche giapponesi stanno riaprendo il dibattito sulla sicurezza del nucleare in tutto il mondo. Il commissario europeo all'Energia, Günther Öttinger, ha convocato per martedì una riunione di esperti sulla sicurezza nucleare dell'Ue per discutere delle conseguenze del terremoto in Giappone. "Tutto ciò che si riteneva impensabile, in qualche giorno è avvenuto", ha detto il tedesco Öttinger alla radio nazionale, secondo il quale la sicurezza delle centrali nucleari più vecchie va verificata con rigore, rifiutandosi di escludere chiusure di impianti se necessario. "Se prendiamo la cosa sul serio e diciamo che l'incidente ha cambiato il mondo - ed è in discussione il modo in cui noi, come società industriale, abbiamo guardato alla sicurezza e alla gestibilità", ha detto Öttinger, "allora non possiamo escludere nulla".

GERMANIA - Il ministro degli Esteri tedesco, Guido Westerwelle, ha riferito che la decisione del governo di Berlino, assunta lo scorso settembre, di prolungare mediamente di 12 anni la vita delle vecchie centrali atomiche, potrebbe essere rivista a seguito della crisi nucleare in corso in Giappone. Il ministro dell'Ambiente, Norbert Röttgen, ha chiesto una nuova valutazione del rischio sulle centrali nucleari tedesche. Sabato scorso la cancelliera Angela Merkel ha convocato un vertice di emergenza con i principali ministri per discutere delle conseguenze della crisi della centrale nucleare giapponese di Fukushima 1, nello stesso giorno in cui 60 mila persone hanno formato una catena umana di 45 chilometri da Stoccarda a una centrale nucleare che resterà aperta per la nuova politica tedesca.

SVIZZERA - La Svizzera ha sospeso le domande di autorizzazione per tre nuove centrali nucleari. Il ministro dell'Ambiente, Doris Leuthard, "ha deciso di sospendere le procedure di autorizzazione per le nuove centrali nucleari finché non sarà stata fatta un'analisi approfondita degli standard di sicurezza e non si sarà proceduto a un loro eventuale adeguamento". Il ministro ha incaricato l'Ispettorato federale della sicurezza nucleare di analizzare le cause dell'incidente in Giappone e di definire eventualmente nuovi o più severi standard di sicurezza, in particolare in relazione alla protezione contro i terremoti e ai sistemi di raffreddamento. La Svizzera ha cinque centrali nucleari costruite tra il 1969 e il 1984. Gli impianti più vecchi dovranno essere disattivati a partire dal 2020.

AUSTRIA - Il ministro austriaco dell'Ambiente, Nikolaus Berlakovich, è tornato a chiedere a Bruxelles la verifica della sicurezza delle centrali nucleari europee. L'Austria si oppone fermamente all'energia atomica e ha più volte chiesto la chiusura degli impianti in Slovenia e in Slovacchia.

INDIA - Il primo ministro indiano, Manmohan Singh, ha annunciato che sarà verificata la sicurezza di tutti i reattori nucleari in India.

FRANCIA - In Francia i Verdi hanno proposto al governo un referendum sul nucleare. L'eurodeputato Daniel Cohn-Bendit dice che la Francia "deve porsi la questione della necessità dell'energia nucleare".

FINLANDIA - Il governo finlandese ha commissionato all'Agenzia di sicurezza un nuovo studio sui piani di emergenza degli impianti nucleari.

BELGIO - L'incidente nucleare in Giappone "influenzerà" il dibattito in Belgio sul nucleare: lo ha dichiarato il ministro dell'Interno, Annemie Turtelboom. "Ciò che accade in Giappone influenzerà la nostra riflessione sull'estensione o meno" della vita dei sette reattori del Belgio.

ITALIA - Le commissioni Ambiente e Industria della Camera martedì riprendono l'esame del decreto legislativo sulla localizzazione degli impianti nucleari e dei siti di stoccaggio delle scorie radioattive in Italia. Il governatore della Puglia, Nichi Vendola, ha chiesto al governo di ritirare "l'opzione nuclearista", mentre Legambiente ha dato il via a una campagna per portare al referendum del prossimo 12-13 giugno almeno 25 milioni di cittadini. La Cgil "non condivide il piano del governo" sul nucleare, ha detto il segretario generale, Susanna Camusso, ma "non darà indicazioni di voto" al referendum.

FRATTINI - Per il ministro degli Esteri, Franco Frattini, l'allarme nucleae giapponese ha "riaperto il dibattito in Italia in modo sbagliato, che nasce dall'emozione senza riflettere su cose evidenti e che non giustifica una rimessa in discussione del piano italiano. Il Giappone ha rischio sismico elevatissimo e centrali non dell'ultima generazione, e che malgrado un sisma di 9 gradi non sono esplose. L'Italia", dice il titolare della Farnesina, "non è paragonabile al Giappone per intensità sismica. Nessuno ha mai immaginato di fare una centrale nucleare in Italia in zona sismica. In Francia ci sono decine di centrali atomiche a pochi chilometri delle nostre frontiere. Tutti si strappano i capelli quando succede un incidente. Noi dobbiamo pensare a che cosa succederà se non ci attrezziamo con un'energia di ultima generazione nucleare e quindi di energia pulita". A Frattini ha indirettamente replicato la radicale Emma Bonino, vice presidente del Senato: "Investire 30 miliardi di euro per ottenere il 4% di energia tra vent'anni non ha senso economico". "Alla luce di quanto sta accadendo in Giappone, un punto interrogativo enorme si proietta sul programma nucleare italiano", ha detto il leader di Alleanza per l'Italia, Francesco Rutelli.

TURCHIA - La posizione del governo della Turchia è simile a quello italiano. "Siamo determinati a continuare la costruzione degli impianti nucleari", ha comunicato il ministro dell'Energia, Taner Yildiz. La Turchia prevede di costruire e rendere operativi due-tre impianti nucleari entro il 2023.

TITOLI - Intanto alla Borsa di Parigi il titolo del colosso nucleare francese Areva perde il 9,5%, ed Edf (Energie de France) scivola del 4,6%. A Piazza Affari l'Enel cede lo 0,82% sui timori di uno stop ai programmi nucleari in Italia. A Francoforte E-on e Rwe, che controllano la maggior parte delle centrali nucleari in Germania, scendono di oltre il 3%.

Redazione online

14 marzo 2011

 

Un reattore non esplode come una bomba atomica

Cosa avviene con la fusione del nocciolo di una centrale nucleare

Per evitare il disastro la prima cosa è far diminuire la temperatura. L'acqua di mare è l'ultima risorsa

Un reattore non esplode come una bomba atomica

Cosa avviene con la fusione del nocciolo di una centrale nucleare

Per evitare il disastro la prima cosa è far diminuire la temperatura. L'acqua di mare è l'ultima risorsa

Sala di controllo del reattore 3 della centrale di Fukushima 1 (Ap)

Sala di controllo del reattore 3 della centrale di Fukushima 1 (Ap)

MILANO - La fusione avviene quando la reazione nucleare delle barre di zirconio che contengono il combustibile di uranio non è più controllata, il nocciolo radioattivo arriva a migliaia di gradi e inizia a liquefarsi. Una fusione completa può rompere la struttura di contenimento e altre barriere protettive diffondendo prodotti radioattivi. Tuttavia, un reattore non esplode come una bomba atomica. Per prevenire la fusione il primo passo fondamentale è la riduzione della temperatura in tutti i contenitori del reattore.Il nocciolo del reattore è circondato da un pesante sarcofago di acciaio e questo a sua volta comperto da una gabbia di contenimento in calcestruzzo e acciaio.

I rischi di Fukushima(clicca per ingrandire)

I rischi di Fukushima

(clicca per ingrandire)

FUSIONE - Nel reattore 1 di Fukushima, operativo dal 1971, sono in corso i tentativi di prevenire la fusione del nocciolo. I lavori sono complicati dal fatto che la necessità di rilasciare pressione nel contenitore del reattore ha portato a un'esplosione che ha fatto crollare il tetto e i muri dell'edificio di contenimento. Secondo fonti ufficiali, l'edificio è intatto, ma persistono le preoccupazioni per il combustibile fissile surriscaldato. In una mossa disperata, sono state pompate grandi quantità di acqua di mare nel contenitore del reattore per cercare di raffreddare il nocciolo surriscaldato, il che, secondo gli esperti, significa che i giapponesi stanno tentendo una mossa disperata perché l'acqua di mare - unita all'acido borico che assorbe i neutroni della fissione nucleare - è corrosiva e ciò significa la perdita operativa dell'impianto. Non drammatica, dato che il reattore avrebbe compiuto 40 anni tra pochi giorni ed era destinato in breve tempo alla dismissione.

SITUAZIONE - Le fonti ufficiali giapponesi dicono che le unità 1, 2 e 4 a Fukushima hanno registrato un aumento della pressione negli edifici di contenimento e guasti alle apparecchiature. Come risultato, è stato dato sfogo a vapore in ogni unità e considerato di rilasciarne altro per ridurre la pressione. Anche la centrale di Onagawa - con tre reattori - è in stato di emergenza. L'Agenzia per la sicurezza nucleare giapponese ha detto sabato che una piccola quantità di cesio radioattivo è uscita del reattore 1 di Fukushima prima dell'esplosione dell'edificio contenitore. Secondo la fonte ufficiale, la presenza di cesio non significa che ci sia necessariamente una fusione parziale, perché potrebbe derivare da un guasto meccanico. Delle oltre 180 mila persone evacuate, circa 160 sono state esposte. Le autorità hanno riferito che le radiazioni assorbite in un'ora equivalgono a quelle assorbite in un anno per la radioattività naturale. L'esposizione allo iodio radioattivo rilasciato in un incidente può causare il cancro alla tiroide.

CONTENIMENTO - La struttura di contenimento del reattore 1 è esplosa quando è stato deciso di rilasciare vapore per ridurre la pressione e l'idrogeno - originato dalla reazione chimica con l'acqua di raffredamento delle barre di uranio sovrariscaldate - ha interagito con l'ossigeno esplodendo. Se la pressione avesse continuato a crescere, la struttura sarebbe esplosa, presumibilmente avviando uno scenario di fusione. Il Giappone ha 55 reattori in 17 località, e ne trae un terzo della propria elettricità. Se i tentativi di raffreddamento dei reattori fallissero, il risultato sarebbero esplosioni e contaminazione radioattiva. Se le autorità riuscissero a riprendere il totale controllo delle temperature e della pressione dei reattori, la situazione negli impianti migliorerebbe sino a permettere al personale di avvicinarsi ai danni e di riportare le condizioni alla normalità.

Redazione online

14 marzo 2011

 

 

Falso allarme tsunami mette in apprensione la popolazione. Panico nucleare a Manila

Nuove esplosioni in centrale Fukushima Tre feriti e sette dispersi al reattore 3

Il livello di radioattività sarebbe comunque basso ma navi Usa se ne vanno. La Borsa di Tokyo cede oltre il 6%

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L'esplosione al reattore 3 della centrale di Fukushima 1 (Reuters)

L'esplosione al reattore 3 della centrale di Fukushima 1 (Reuters)

MILANO - Due nuove esplosioni alla centrale di Fukushima 1, danneggiata dal terremoto di venerdì scorso. Questa volta al reattore numero 3, ma anche al reattore 2 l'impianto di raffreddamento è entrato in avaria. Gli scoppi, avvenuti alle 11 (le 3 in Italia) sono stati provocati dall'idrogeno e sette persone sono date per disperse, tra cui sei soldati, ha reso noto la Tepco (Tokyo Electric Power), la società che gestisce l'impianto, secondo la quale il livello di radiazioni nell'unità 3 si attestava a 10,65 microsievert, di gran lunga al di sotto dei 500 microsievert per i quali il gestore sarebbe obbligato per legge a riferire al governo. I feriti sono tre, mentre altre fonti parlano di nove. Nelle altre due centrali che domenica destavano preoccupazione, Onagawa e Tokai, sono stati rimessi in funzione gli impianti di raffreddamento.

RADIAZIONI - L'Agenzia internazionale dell'energia atomica (Aiea) ha ricevuto notizie dalle autorità nipponiche che le strutture di contenimento del reattore non sono state danneggiate. Le esplosioni - sentite fino a 40 km di distanza - sono state simili a quella che si era verificata sabato nel reattore 1. Secondo le autorità giapponesi le possibilità di un'estesa fuga di gas radioattivo dalla centrale sono attualmente "molto basse". Ma la Settima Flotta americana ha fatto allontantare le proprie navi - tra le quali la portaerei Reagan - dopo che gli strumenti a bordo hanno riscontrato un aumento della radioattività. Le navi, inviate nei giorni scorsi a sostegno dei mezzi di soccorso, si trovavano a 160 km dalla centrale di Fukushima. Il livello di radioattività riscontrato è equivalente a quello che si assorbe in un mese dal fondo radioattivo naturale. Le autorità russe delle zone orientali della Siberia di fronte alle coste del Giappone hanno invece reso noto di non avere al momento riscontrato un aumento della radioattività di fondo. Nelle Filippine panico a Manila per un falso allarme che dava notizia di radioattività proveniente dal Giappone. Un'università ha sospeso i corsi dopo che i genitori degli studenti in preda al panico hanno preso d'assalto le linee telefoniche per chiedere che i figli fossero fatti tornare a casa. Il falso allarme, attribuito alla Bbc, invitava le persone a non uscire di casa per 24 ore. Le autorità nucleari filippine hanno negato che vi fosse un rischio di contaminazione nucleare e funzionari del governo si sono affrettati a rilasciare dichiarazioni pubbliche per smentire l'autenticità del messaggio.

ACQUA DI MARE - Nei reattori di Fukushima 1 si sta pompando acqua di mare per cercare di raffreddare la temperatura ma, avverte Robert Alvarez dell'Institute for Policy Studies ed ex consigliere del dipartimento Usa per l'Energia, si tratta di "un tentativo disperato di riprendere il controllo dei reattori". Richard Meserve, ex capo della Nuclear Regulatory Commission statunitense, dice di non aver "mai sentito di qualcuno che abbia utilizzato acqua marina per raffreddare un reattore prima d'ora. Ciò lascia intendere che la società ha deciso di sacrificare tutti i reattori".

SMENTITO TSUNAMI - Smentito invece l'allarme tsunami dopo una scossa di assestamento di 5,8 gradi alle 10 del mattino (le 2 di notte in Italia). Da un elicottero dei pompieri era giunta notizia dell'avvistamento di un'onda di tre metri in arrivo, ma l'Agenzia meteorologica ha fatto sapere di non aver registrato alcun terremoto che potesse causare un nuovo tsunami. Le autorità del porto di Hachinoe hanno revocato l'ordine di evacuazione per circa 13 mila abitanti. Invece alle 16,12 (le 7,12 in Italia) è stata registrata una scossa di 6,1 che ha costretto le Ferrovie giapponesi a sospendere il traffico su tutte le linee tranne quattro, sulle quali il servizio ha funzionato con grossi intoppi. Solo il 10% dei convogli sulla tratta orientale che attraversa Tokio erano in servizio, secondo quanto riferito dalla Tv giapponese. Sospeso anche il treno che porta all'aeroporto di Narita. Dopo il rinvenimento di un migliaio di corpi senza vita nella penisola di Ojika e altri mille cadaveri avvistati a Minamisanriku, dove mancano all'appello circa 10 mila persone, il bilancio ufficiale delle vittime del sisma di 9 gradi Richter di venerdì scorso è salito a oltre 5 mila tra morti e dispersi.

BORSA - La Borsa di Tokyo ha chiuso perdendo il 6,18%. In particolare, le azioni Tepco hanno perso il 23,57%. Intervento della Banca centrale giapponese che ha immesso liquidità a sostegno dei mercati. Il prezzo del petrolio è sceso sui mercati asiatici in quanto le tre maggiori raffinerie giapponesi sono state chiuse.

SPORT - La Federazione mondiale di pattinaggio su ghiaccio ha annullato i mondiali previsti a Tokyo dal 21 al 27 marzo. Anche tutte le 41 partite del campionato di calcio previste sino alle fine del mese sono state cancellate.

Redazione online

14 marzo 2011

 

 

2011-03-13

IL PAPA: "PREGO PER LE VITTIME". A FUKUSHIMA RISCHIO DI ESPLOSIONE NEL REATTORE NUMERO TRE

La tragedia di Miyagi: "Diecimila morti"

Il bilancio ufficiale: 3.000 tra vittime e dispersi.

Il premier: "E' il momento peggiore dal dopoguerra"

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IL PAPA: "PREGO PER LE VITTIME". A FUKUSHIMA RISCHIO DI ESPLOSIONE NEL REATTORE NUMERO TRE

La tragedia di Miyagi: "Diecimila morti"

Il bilancio ufficiale: 3.000 tra vittime e dispersi.

Il premier: "E' il momento peggiore dal dopoguerra"

(Reuters)

(Reuters)

MILANO - Diecimila morti nella sola prefettura di Miyagi. Si aggravano sensibilmente le stime del terremoto e del conseguente tsunami che venerdì hanno devastato la costa nordorientale del Giappone. Per la polizia nazionale le vittime e i dispersi hanno superato nel complesso quota 3.000, ma la tv pubblica Nhk, citando altre fonti, fornisce dati assai diversi. "Non ho alcun dubbio", ha detto Naoto Takeuchi, capo della polizia della prefettura di Miyagi, parlando di diecimila vittime nel suo resoconto alla televisione di Stato. Il capoluogo Sendai, è stato devastato dall'onda anomala di oltre 10 metri di altezza e centinaia di corpi sono stati rinvenuti lungo le coste della prefettura. Mancano cibo, acqua e carburante e lunghe code di persone si sono formate davanti ai pochi negozi aperti. Migliaia di sfollati hanno trascorso un'altra notte al freddo, in rifugi di fortuna, sulla costa nord-orientale, secondo la Bbc.

L'APPELLO DEL PREMIER - Il primo ministro giapponese Naoto Kan non nasconde la sua preoccupazione e si appella alla popolazione. "È il momento più difficile dalla fine della Seconda Guerra Mondiale -ha detto -: chiedo a tutti la massima unità". Il devastante sisma, secondo il premier, potrebbe provocare la più profonda crisi degli ultimi 65 anni per il Giappone. "Unendo le forze, aiutandosi a partire da parenti e amici, superiamo la crisi, ricostruiamo il Giappone. È questa la preghiera che faccio a tutti" ha detto. Il Paese prova comunque a ripartire. Lunedì le Borse di Tokyo e Osaka avranno apertura regolare, testando così il ritorno alla normalità. E il governatore della Bank of Japan (BoJ), Masaaki Shirakawa, ha fatto sapere che darà il suo sostegno nella difficile prova della riapertura dei mercati. "La liquidità - ha detto - sarà assicurata".

IL VULCANO SI RISVEGLIA - Intanto, dopo lo Tsunami e con l'allarme nucleare in corso, ha ricominciato a svegliarsi anche il vulcano Shinmoedake, dopo due settimane di inattività. Cenere e lapilli si intravedono da quattro chilometri di distanza nell'aria, raccontano testimoni locali. Il vulcano, dall'altezza di 1.421 metri, si era risvegliato dopo 52 anni lo scorso gennaio, poi il primo marzo. Dopodiché è rimasto tranquillo da due settimane. È probabile che proprio lo tsunami abbia stimolato la sua attività. Le autorità intanto mantengono il livello di "warning" a tre su 5 e hanno bloccato l'accesso alla montagna.

La tragedia di Miyagi La tragedia di Miyagi La tragedia di Miyagi La tragedia di Miyagi La tragedia di Miyagi La tragedia di Miyagi La tragedia di Miyagi La tragedia di Miyagi

SOCCORSI - Kan ha anche ordinato il raddoppio del numero di militari (attualmente cinquantamila) impegnati nelle operazioni di soccorso. E sono arrivate anche le squadre provenienti da 40 Paesi di tutto il mondo. La Marina degli Stati Uniti sta trasportando alimenti e persone. Una squadra composta da 41 persone, composta prevalentemente da volontari provenienti dalla Germania, è pronta a partire per la zona del disastro. Il team è dotato di cani da soccorso, telecamere a raggi infrarossi, sistemi di tracciamento, una motosega per tagliare il calcestruzzo e attrezzature da taglio per l'acciaio.

Giappone, il giorno dopo il disastro Giappone, il giorno dopo il disastro Giappone, il giorno dopo il disastro Giappone, il giorno dopo il disastro Giappone, il giorno dopo il disastro Giappone, il giorno dopo il disastro Giappone, il giorno dopo il disastro Giappone, il giorno dopo il disastro

INCUBO NUCLEARE - Se il bilancio delle vittime si aggrava di ora in ora, non si allontana lo spettro della contaminazione nucleare, dopo l'esplosione di sabato nella centrale di Fukushima N°1, a 250 km da Tokyo. C'è infatti il rischio che nel reattore numero 3 dell'impianto, ora sotto stress, possa avvenire una esplosione simile a quella del reattore numero 1. A spiegarlo è stato il capo di gabinetto, Yukio Edano, parlando dell'accumulo di idrogeno a causa della decompressione in corso.

NUOVE SCOSSE E NUOVI TSUNAMI - Nel frattempo, l'Agenzia meteorologica giapponese (Jma) ha declassato l'allarme tsunami su tutte le coste dell'arcipelago, che adesso sono soggette ad "allerta" per onde non superiori al mezzo metro di altezza. A due giorni dal devastante sisma nel nord-est, rivisto alla magnitudo di 9.0, le aree costiere occidentali del Giappone sono segnalate dall'Agenzia col colore giallo, a significare il cessato pericolo per onde anomale di grandi dimensioni. L'ultimo bollettino della Jma ha declassato il rischio tsunami nelle ultime quattro prefetture che erano segnalate in arancione - Iwate, Miyagi, Fukushima e il tratto costiero di Aomori -, cioè soggette al pericolo di onde alte fino a due metri. Sempre l'Agenzia meteorologica ha spiegato però che il Giappone deve attendersi nei prossimi giorni forti scosse di assestamento, fino al grado 7 della scala Richter, e prepararsi a nuovi tsunami.

Lo tsunami sulla costa del Giappone Lo tsunami sulla costa del Giappone Lo tsunami sulla costa del Giappone Lo tsunami sulla costa del Giappone Lo tsunami sulla costa del Giappone Lo tsunami sulla costa del Giappone Lo tsunami sulla costa del Giappone Lo tsunami sulla costa del Giappone

"VIA DA TOKYO" - La Francia ha invitato i suoi connazionali in Giappone a lasciare la regione di Tokyo e ha consigliato ai turisti di rimandare ogni viaggio pianificato. In un comunicato, l'ambasciata di Parigi ha ritenuto "ragionevole" suggerire a "coloro che non hanno particolari ragioni per rimanere n'area di lasciare la regione di Kanto per alcuni giorni". "Consigliamo vivamente i nostri connazionali - si legge ancora - a rimandare ogni viaggio pianificato nell'area".

"PREGO PER LE VITTIME"- Un pensiero al popolo giapponese da Benedetto XVI, che subito dopo l'Angelus, ha espresso "forte impressione" per le notizie e le immagini sul "tragico terremoto" e il conseguente tsunami. Il Papa ha anche pregato per le vittime e per i loro familiari, incoraggiando i soccorritori e rinnovando la sua "spirituale vicinanza" alla popolazioni del Paese "che con dignità e coraggio stanno facendo fronte alle conseguenze di tali calamità".

GLI ITALIANI - Quanto ai connazionali residenti nelle prefetture colpite dal sisma, l'ambasciata italiana in Giappone è ormai riuscita a mettersi in contatto con 25 di loro su trenta. In mattinata sembrava che fossero sei gli italiani formalmente dispersi, ma uno di loro è poi stato rintracciato. "Per quanto riguarda i non residenti, è stato stabilito un contatto con 11 di essi sui 12" di cui l'ambasciata ha avuto segnalazione, ha spiegato l'ambasciatore Vincenzo Petrone. Confermata anche la notizia che "tutti e cinque gli italiani residenti nella prefettura di Fukushima, quella delle centrali nucleari a rischio, sono stati contattati e sono in buone condizioni di salute".

Redazione online

13 marzo 2011

 

 

il giappone e l'incubo contaminazione: 22 positivi ai test

Nucleare, l'emergenza si estende

"Ma non sarà un'altra Chernobyl"

Rischio di nuova esplosione a Fukushima, problemi anche a Onagawa e a Tokai. Il premier rassicura il popolo

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Rischio di nuova esplosione a Fukushima, problemi anche a Onagawa e a Tokai. Il premier rassicura il popolo

MILANO - Si estende in Giappone l'allarme nucleare. Dopo Fukushima, infatti, le autorità hanno decretato lo stato d'emergenza in una seconda centrale, quella di Onagawa, nella prefettura di Miyagi. "Le autorità giapponesi - ha scritto in un comunicato l'Agenzia internazionale dell'energia atomica - hanno informato l'Aiea che il primo (cioè il più basso) livello di allerta è stato deciso nella centrale di Onagawa dalla Tohoku Electric Power Company". Secondo il governo di Tokyo, riferisce l'Aiea, i tre reattori del sito in questione "sono sotto controllo" e "l'allerta è stato dichiarato per il fatto che i livelli della radioattività registrati sono superiori ai livelli autorizzati nell'area vicino alla centrale". Nel pomeriggio l'agenzia Kyodo News ha poi riferito che anche le pompe dell'impianto di raffreddamento della centrale nucleare di Tokai si sono bloccate. L'impianto è lo stesso dove il 30 settembre 1999 si verificò il precedente incidente nucleare più grave con la morte di 3 dipendenti. La centrale è degli anni '70, contemporanea a quello di Fukusima Daichi ed è dello stesso tipo ad acqua bollente (Bwr). La centrale si trova nel distretti du Naka nella prefettura di Ibaraki.

FUKUSHIMA - La situazione a Onagawa si unisce a quella, più nota di Fukushima, che "resta grave". Parola del premier giapponese, Naoto Kan. A due giorni dal tremendo sisma che ha colpito il suo Paese, Kan non ha nascosto l'emntità del problema. Ma ha comunque rassicurato la popolazione, spiegando che "non ci sarà un'altra Chernobyl". L'allarme in ogni caso resta alto. Soprattutto perché per tutta la giornata si è temuto che, dopo l'esplosione al reattore numero 1 dell'impianto, un incidente simile potesse verificarsi anche nell'edificio che ospita il reattore numero 3. Il problema, ha spiegato il portavoce del governo Yukio Edano Edano, è il possibile accumulo d'idrogeno. Le barre di combustibile hanno subito danni. "L'acqua nel reattore - ha precisato Edano - non tende a salire. La situazione resta critica". Al momento comunque sono in corso le operazioni di decompressione.

RADIAZIONI - Sul rischio nucleare sono saltate tutte le previsioni. Anche perché emerge che i reattori di Fukushima non erano stati costruiti per reggere a una scossa superiore alla magnitudo 8. Oltre ai guai al reattore 1, il sistema di raffreddamento ha fallito nel reattore 3. La Tepco, la società giapponese per l'energia elettrica, ha iniziato a pompare acqua marina all'interno di tre dei reattori dell'impianto di Fukushima. Dopo essere intervenuti sull'uno e sul tre, i tecnici hanno iniziato a lavorare preventivamente anche sul reattore numero due. L'immissione di acqua marina serve a raffreddare le unità e ridurre la pressione interna che potrebbe generare un processo di fusione dei reattori. Il livello di radiazioni emesse dalla centrale nucleare di Fukushima è di 882 microsievert l'ora, oltre il limite consentito (500 microsievert l'ora). L'esplosione avvenuta nel reattore numero 1 è stata classificata al livello 4 della scala internazionale degli eventi radioattivi, che va da 0 a 7. L'incidente di Three Miles Island fu classificato al livello 5, Chernobyl al 7. Ciò significa che si è verificato un danno al combustibile e si è sprigionata una quantità significativa di radiazioni, pari a quelle liberatesi nell'incidente avvenuto nel 1999 a Tokaimura, il peggiore, fino a oggi, del Giappone. Centonovanta le persone esposte alle radiazioni. Su loro, che si trovavano nel raggio di dieci chilometri dall'infrastruttura, sono in corso i test per verificare se siano stati contaminati. Quelli risultati positivi, finora, sono ventidue.

L'esplosione al reattore numero uno di Fukushima (Reuters)

L'esplosione al reattore numero uno di Fukushima (Reuters)

Un operaio è morto nella centrale nucleare di Fukushima Daini, diversa da quella che ha problemi ai reattori. Altri operai sono rimasti feriti. Anche sulle radiazioni però Kan ha voluto rassicurare il popolo giapponese. "Sono state rilasciate in aria - ha detto -, ma non ci sono rilevazioni che ci dicano che ciò sia avvenuto in grande misura".

ENERGIA - E come conseguenza dell'emergenza nucleare, il Giappone razionerà da lunedì l'erogazione di energia elettrica. Lo ha comunicato il premier. Dall'isola russa Sakhalin è salpata nel frattempo una nave cisterna russa con 9.500 metri cubi di gas liquido. "Il Giappone ha giá chiesto un aiuto nella distribuzione dell'energia ", ha spiegato il vice primo ministro russo Igor Sechin. Una seconda consegna di 100.000 metri cubi, è prevista per lunedì.

Redazione online

13 marzo 2011

 

 

IL REPORTAGE

"Il mare ha preso la rincorsa

Solo due minuti per fuggire"

Nei villaggi dello tsunami, i corpi sulle spiagge

Diecimila dispersi solo a Minamisanriku

IL REPORTAGE

"Il mare ha preso la rincorsa

Solo due minuti per fuggire"

Nei villaggi dello tsunami, i corpi sulle spiagge

Diecimila dispersi solo a Minamisanriku

dal nostro inviato MARCO DEL CORONA

 

CHOSHI (Giappone) - Il mare, questo mare, è lo stesso che più a nord ha massacrato città e villaggi. Come a Minamisanriku, dove a ieri sera non si avevano notizie di circa 10 mila persone. Il mare qui ancora non si vede quasi quando la strada sparisce sotto uno strato di sabbia compatta, modellata dalle onde. L'asfalto è nascosto, più avanti affiora di nuovo, ma c'è stato un lungo momento in cui era tutto liquido. Anche l'asfalto, quasi. Lo tsunami è passato di qui. Barche capovolte, un motoscafo in equilibrio precario su una balaustra, un capanno di legno sollevato e adagiato su un fianco.

È decapitato uno dei palmizi piantati per provare a dare un'aria esotica a questo villaggio di pescatori dove le famiglie di Tokyo vengono (venivano) a godersi il sushi fuoriporta, 120 chilometri di strada per poi affacciarsi sul mare aperto. Choshi è su un promontorio che guarda la fetta di oceano sotto il quale si è sprigionata l'onda fatale. La forza del sisma è arrivata attenuata, ma non abbastanza: solo sei feriti, ma 2.081 sfollati, 159 abitazioni danneggiate, 11 strade a pezzi, 3 frane. Nella statistica non c'è la paura di Kazuhisa Ebata: "Ho sentito l'allarme dagli altoparlanti, ho avuto due minuti di tempo. Sono corso a casa, dove adesso sul tetto ho una voragine...". La sua barca, il gioiellino della sua pensione, è ormai inservibile, centinaia di metri da dove l'aveva lasciata.

La devastazione a Minamisanriku (Reuters)

La devastazione a Minamisanriku (Reuters)

I mattoni del lungomare sono strappati dal cemento, intatti, a mucchi. Teruo Aso indica su un palo della luce l'altezza raggiunta dall'acqua: "Tre metri almeno - dice al Corriere - e in profondità mezzo chilometro, anzi di più. Vede le palme?". Le palme striminzite, laggiù, hanno i tronchi sporchi di fango. Aso il pescatore ed Ebata il pensionato hanno visto il mare ritirarsi, prendere come la rincorsa, distendersi e ritirarsi. "In tutto sarà stata una mezz'ora". Uno tsunami minore rispetto all'apocalisse liquido di Sendai, alle 215 mila persone che hanno abbandonato le loro case nelle aree prossime all'epicentro, più altre 200 mila intorno alla centrale nucleare danneggiata di Fukushima. Ma è qui a Choshi - margine meridionale della devastazione, dove si osservano chiazze di tegole mancanti sui tetti e si incrociano detriti sulle strade - che lo tsunami si mostra per quello che è. Un confine mobile, che lascia asciutto e intatto qualcosa e, appena un passo oltre, invece divora e spiana ciò che incontra.

A Minamisanriku potrebbe averlo fatto in modo terribile, moltiplicando in un colpo solo le vittime della tragedia, se i 10 mila dispersi fossero davvero da considerare persi, per sempre. Ancora ieri il bilancio era incerto, forse sui 1.700 morti, ma l'annuncio a proposito della cittadina portuale dato dalla rete tv Nhk cambia le prospettive. Si tratta di quasi metà della popolazione, altri 7.500 erano stati evacuati e spostati in 25 punti di raccolta. Con i 10 mila, invece, la polizia e i soccorritori "non hanno avuto contatto". Il premier Naoto Kan appare in tv con il volto tirato. Indossa un giubbino celeste, come pure il suo capo di gabinetto, e se fa i conti con i costi che la natura infligge al Giappone non lo lascia capire (le zone colpite, inclusa Tokyo, producono quasi la metà del Pil nipponico). Dice piuttosto di vedere la sua gente "capace di affrontare e superare questo terremoto", il più violento del Giappone moderno e, almeno nella capitale, i fatti sembrano dargli ragione. Tokyo appare relativamente normale, ma è appena fuori che l'emergenza comincia a comandare. Le autostrade verso nord rimangono bloccate e solo alcune linee dell'area metropolitana hanno ripreso a funzionare. Circa 50 mila militari sono mobilitati e una cinquantina di Paesi hanno offerto aiuto e assistenza. Le strutture allestite per gli sfollati in cinque prefetture erano ieri sera già quasi 1.400. La compagnia elettrica Tepco ha avvertito che da oggi potrebbe sospendere la distribuzione di energia a rotazione, mentre brevi blackout si manifestano anche in zone non investite dal sisma.

Il dopo tsunami ha volti diversi. La frenesia dei soccorsi intorno a Sendai, dove il personale di un ospedale invaso dalle acque è stato portato in salvo dopo aver scritto un grande "S.O.S." sul tetto. La composta disperazione di chi si mette in fila per una tazza di vermicelli "ramen" su cui gli addetti della protezione civile versano una mestolata di acqua calda. La corsa a fare presto degli elicotteri e delle squadre mediche che frugano tra le macerie di un mondo messo sottosopra. E poi c'è il silenzio calato su pezzi di Giappone, con le comunicazioni fragili o impossibili, quartieri fantasma nelle città della costa. Anche Choshi ieri appariva come un paese senza voce. Strade spopolate. Serrande abbassate dei negozi, qualcuno con un cartello affisso a uso dei clienti, più spesso senza. Un barbiere al lavoro, ma solo lui. Anche la foce del fiume, con i pescherecci protetti e dunque scampati alle acque cattive, tace. Non è il sabato di un villaggio vivo. Camminando su ciò che resta del lungomare, Teruo Aso guarda il mare e fa un gesto con la mano: "Io non vado via".

Marco Del Corona

13 marzo 2011

 

il giappone e l'incubo contaminazione: 22 positivi ai test

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MILANO - "La situazione nella centrale nucleare di Fukushima resta grave". Non nasconde l'entità del problema il premier giapponese, Naoto Kan. Anche se rassicura la popolazione spiegando che "non ci sarà un'altra Chernobyl". L'allarme in ogni caso resta alto. Soprattutto perché c'è il rischio che, dopo l'esplosione al reattore numero 1 dell'impianto, un incidente simile si verifichi anche nell'edificio che ospita il reattore numero 3. Il problema, ha spiegato il portavoce del governo Yukio Edano Edano, è il possibile accumulo d'idrogeno. Le barre di combustibile hanno subito danni. "L'acqua nel reattore - ha precisato Edano - non tende a salire. La situazione resta critica".

RADIAZIONI - Sul rischio nucleare sono saltate tute le previsioni. Anche perché emerge che i reattori di Fukushima non erano stati costruiti per reggere a una scossa superiore alla magnitudo 8. Oltre ai guai al reattore 1, il sistema di raffreddamento ha fallito nel reattore 3, e nei due reattori nucleari potrebbe essere avvenuta la fusione. Il livello di radiazioni emesse dalla centrale nucleare di Fukushima è di 882 microsievert l'ora, oltre il limite consentito (500 microsievert l'ora). L'esplosione avvenuta nel reattore numero 1 è stata classificata al livello 4 della scala internazionale degli eventi radioattivi, che va da 0 a 7. L'incidente di Three Miles Island fu classificato al livello 5, Chernobyl al 7. Ciò significa che si è verificato un danno al combustibile e si è sprigionata una quantità significativa di radiazioni, pari a quelle liberatesi nell'incidente avvenuto nel 1999 a Tokaimura, il peggiore, fino a oggi, del Giappone. Centonovanta le persone esposte alle radiazioni. Su loro, che si trovavano nel raggio di dieci chilometri dall'infrastruttura, sono in corso i test per verificare se siano stati contaminati. Quelli risultati positivi, finora, sono ventidue.

L'esplosione al reattore numero uno di Fukushima (Reuters)

L'esplosione al reattore numero uno di Fukushima (Reuters)

Un operaio è morto nella centrale nucleare di Fukushima Daini, diversa da quella che ha problemi ai reattori. Altri operai sono rimasti feriti. Anche sulle radiazioni però Kan ha voluto rassicurare il popolo giapponese. "Sono state rilasciate in aria - ha detto -, ma non ci sono rilevazioni che ci dicano che ciò sia avvenuto in grande misura".

ENERGIA - E come conseguenza dell'emergenza nucleare, il Giappone razionerà da lunedì l'erogazione di energia elettrica. Lo ha comunicato il premier. Dall'isola russa Sakhalin è salpata nel frattempo una nave cisterna russa con 9.500 metri cubi di gas liquido. "Il Giappone ha giá chiesto un aiuto nella distribuzione dell'energia ", ha spiegato il vice primo ministro russo Igor Sechin. Una seconda consegna di 100.000 metri cubi, è prevista per lunedì.

Redazione online

13 marzo 2011

 

 

IL PAPA: "PREGO PER LE VITTIME". A FUKUSHIMA RISCHIO DI ESPLOSIONE NEL REATTORE NUMERO TRE

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Giappone, il giorno dopo il disastro Giappone, il giorno dopo il disastro Giappone, il giorno dopo il disastro Giappone, il giorno dopo il disastro Giappone, il giorno dopo il disastro Giappone, il giorno dopo il disastro Giappone, il giorno dopo il disastro Giappone, il giorno dopo il disastro

INCUBO NUCLEARE - Se il bilancio delle vittime si aggrava di ora in ora, non si allontana lo spettro della contaminazione nucleare, dopo l'esplosione di sabato nella centrale di Fukushima N°1, a 250 km da Tokyo. C'è infatti il rischio che nel reattore numero 3 dell'impianto, ora sotto stress, possa avvenire una esplosione simile a quella del reattore numero 1. A spiegarlo è stato il capo di gabinetto, Yukio Edano, parlando dell'accumulo di idrogeno a causa della decompressione in corso.

NUOVE SCOSSE E NUOVI TSUNAMI - Nel frattempo, l'Agenzia meteorologica giapponese (Jma) ha declassato l'allarme tsunami su tutte le coste dell'arcipelago, che adesso sono soggette ad "allerta" per onde non superiori al mezzo metro di altezza. A due giorni dal devastante sisma nel nord-est, rivisto alla magnitudo di 9.0, le aree costiere occidentali del Giappone sono segnalate dall'Agenzia col colore giallo, a significare il cessato pericolo per onde anomale di grandi dimensioni. L'ultimo bollettino della Jma ha declassato il rischio tsunami nelle ultime quattro prefetture che erano segnalate in arancione - Iwate, Miyagi, Fukushima e il tratto costiero di Aomori -, cioè soggette al pericolo di onde alte fino a due metri. Sempre l'Agenzia meteorologica ha spiegato però che il Giappone deve attendersi nei prossimi giorni forti scosse di assestamento, fino al grado 7 della scala Richter, e prepararsi a nuovi tsunami.

Lo tsunami sulla costa del Giappone Lo tsunami sulla costa del Giappone Lo tsunami sulla costa del Giappone Lo tsunami sulla costa del Giappone Lo tsunami sulla costa del Giappone Lo tsunami sulla costa del Giappone Lo tsunami sulla costa del Giappone Lo tsunami sulla costa del Giappone

"VIA DA TOKYO" - La Francia ha invitato i suoi connazionali in Giappone a lasciare la regione di Tokyo e ha consigliato ai turisti di rimandare ogni viaggio pianificato. In un comunicato, l'ambasciata di Parigi ha ritenuto "ragionevole" suggerire a "coloro che non hanno particolari ragioni per rimanere n'area di lasciare la regione di Kanto per alcuni giorni". "Consigliamo vivamente i nostri connazionali - si legge ancora - a rimandare ogni viaggio pianificato nell'area".

"PREGO PER LE VITTIME"- Un pensiero al popolo giapponese da Benedetto XVI, che subito dopo l'Angelus, ha espresso "forte impressione" per le notizie e le immagini sul "tragico terremoto" e il conseguente tsunami. Il Papa ha anche pregato per le vittime e per i loro familiari, incoraggiando i soccorritori e rinnovando la sua "spirituale vicinanza" alla popolazioni del Paese "che con dignità e coraggio stanno facendo fronte alle conseguenze di tali calamità".

GLI ITALIANI - Quanto ai connazionali residenti nelle prefetture colpite dal sisma, l'ambasciata italiana in Giappone è ormai riuscita a mettersi in contatto con 24 di loro su trenta. "non Sappimo nulla di sei italiani" ha detto l'ambasciatore Vincenzo Petrone. "Per quanto riguarda i non residenti, è stato stabilito un contatto con 11 di essi sui 12" di cui l'ambasciata ha avuto segnalazione. Confermata anche la notizia che "tutti e cinque gli italiani residenti nella prefettura di Fukushima, quella delle centrali nucleari a rischio, sono stati contattati e sono in buone condizioni di salute".

Redazione online

13 marzo 2011

 

IL REPORTAGE

"Il mare ha preso la rincorsa

Solo due minuti per fuggire"

Nei villaggi dello tsunami, i corpi sulle spiagge

Diecimila dispersi solo a Minamisanriku

IL REPORTAGE

"Il mare ha preso la rincorsa

Solo due minuti per fuggire"

Nei villaggi dello tsunami, i corpi sulle spiagge

Diecimila dispersi solo a Minamisanriku

dal nostro inviato MARCO DEL CORONA

 

CHOSHI (Giappone) - Il mare, questo mare, è lo stesso che più a nord ha massacrato città e villaggi. Come a Minamisanriku, dove a ieri sera non si avevano notizie di circa 10 mila persone. Il mare qui ancora non si vede quasi quando la strada sparisce sotto uno strato di sabbia compatta, modellata dalle onde. L'asfalto è nascosto, più avanti affiora di nuovo, ma c'è stato un lungo momento in cui era tutto liquido. Anche l'asfalto, quasi. Lo tsunami è passato di qui. Barche capovolte, un motoscafo in equilibrio precario su una balaustra, un capanno di legno sollevato e adagiato su un fianco.

È decapitato uno dei palmizi piantati per provare a dare un'aria esotica a questo villaggio di pescatori dove le famiglie di Tokyo vengono (venivano) a godersi il sushi fuoriporta, 120 chilometri di strada per poi affacciarsi sul mare aperto. Choshi è su un promontorio che guarda la fetta di oceano sotto il quale si è sprigionata l'onda fatale. La forza del sisma è arrivata attenuata, ma non abbastanza: solo sei feriti, ma 2.081 sfollati, 159 abitazioni danneggiate, 11 strade a pezzi, 3 frane. Nella statistica non c'è la paura di Kazuhisa Ebata: "Ho sentito l'allarme dagli altoparlanti, ho avuto due minuti di tempo. Sono corso a casa, dove adesso sul tetto ho una voragine...". La sua barca, il gioiellino della sua pensione, è ormai inservibile, centinaia di metri da dove l'aveva lasciata.

La devastazione a Minamisanriku (Reuters)

La devastazione a Minamisanriku (Reuters)

I mattoni del lungomare sono strappati dal cemento, intatti, a mucchi. Teruo Aso indica su un palo della luce l'altezza raggiunta dall'acqua: "Tre metri almeno - dice al Corriere - e in profondità mezzo chilometro, anzi di più. Vede le palme?". Le palme striminzite, laggiù, hanno i tronchi sporchi di fango. Aso il pescatore ed Ebata il pensionato hanno visto il mare ritirarsi, prendere come la rincorsa, distendersi e ritirarsi. "In tutto sarà stata una mezz'ora". Uno tsunami minore rispetto all'apocalisse liquido di Sendai, alle 215 mila persone che hanno abbandonato le loro case nelle aree prossime all'epicentro, più altre 200 mila intorno alla centrale nucleare danneggiata di Fukushima. Ma è qui a Choshi - margine meridionale della devastazione, dove si osservano chiazze di tegole mancanti sui tetti e si incrociano detriti sulle strade - che lo tsunami si mostra per quello che è. Un confine mobile, che lascia asciutto e intatto qualcosa e, appena un passo oltre, invece divora e spiana ciò che incontra.

A Minamisanriku potrebbe averlo fatto in modo terribile, moltiplicando in un colpo solo le vittime della tragedia, se i 10 mila dispersi fossero davvero da considerare persi, per sempre. Ancora ieri il bilancio era incerto, forse sui 1.700 morti, ma l'annuncio a proposito della cittadina portuale dato dalla rete tv Nhk cambia le prospettive. Si tratta di quasi metà della popolazione, altri 7.500 erano stati evacuati e spostati in 25 punti di raccolta. Con i 10 mila, invece, la polizia e i soccorritori "non hanno avuto contatto". Il premier Naoto Kan appare in tv con il volto tirato. Indossa un giubbino celeste, come pure il suo capo di gabinetto, e se fa i conti con i costi che la natura infligge al Giappone non lo lascia capire (le zone colpite, inclusa Tokyo, producono quasi la metà del Pil nipponico). Dice piuttosto di vedere la sua gente "capace di affrontare e superare questo terremoto", il più violento del Giappone moderno e, almeno nella capitale, i fatti sembrano dargli ragione. Tokyo appare relativamente normale, ma è appena fuori che l'emergenza comincia a comandare. Le autostrade verso nord rimangono bloccate e solo alcune linee dell'area metropolitana hanno ripreso a funzionare. Circa 50 mila militari sono mobilitati e una cinquantina di Paesi hanno offerto aiuto e assistenza. Le strutture allestite per gli sfollati in cinque prefetture erano ieri sera già quasi 1.400. La compagnia elettrica Tepco ha avvertito che da oggi potrebbe sospendere la distribuzione di energia a rotazione, mentre brevi blackout si manifestano anche in zone non investite dal sisma.

Il dopo tsunami ha volti diversi. La frenesia dei soccorsi intorno a Sendai, dove il personale di un ospedale invaso dalle acque è stato portato in salvo dopo aver scritto un grande "S.O.S." sul tetto. La composta disperazione di chi si mette in fila per una tazza di vermicelli "ramen" su cui gli addetti della protezione civile versano una mestolata di acqua calda. La corsa a fare presto degli elicotteri e delle squadre mediche che frugano tra le macerie di un mondo messo sottosopra. E poi c'è il silenzio calato su pezzi di Giappone, con le comunicazioni fragili o impossibili, quartieri fantasma nelle città della costa. Anche Choshi ieri appariva come un paese senza voce. Strade spopolate. Serrande abbassate dei negozi, qualcuno con un cartello affisso a uso dei clienti, più spesso senza. Un barbiere al lavoro, ma solo lui. Anche la foce del fiume, con i pescherecci protetti e dunque scampati alle acque cattive, tace. Non è il sabato di un villaggio vivo. Camminando su ciò che resta del lungomare, Teruo Aso guarda il mare e fa un gesto con la mano: "Io non vado via".

Marco Del Corona

13 marzo 2011

 

 

DI FRONTE ALLA CATASTROFE DEL GIAPPONE

L'urlo universale della natura

e la coscienza (perduta) del pericolo

DI FRONTE ALLA CATASTROFE DEL GIAPPONE

L'urlo universale della natura

e la coscienza (perduta) del pericolo

In queste ore si ha talvolta l'impressione di assistere alla fine del mondo in diretta; le voragini, l'acqua e il fuoco in furore che in Giappone stanno distruggendo tante vite umane e i loro luoghi ci arrivano in casa. D'improvviso, dinanzi alla natura - da noi così dominata, sfruttata, intaccata - ci si sente come i lillipuziani davanti a Gulliver; ondate sbriciolano grandi edifici come giocattoli, automobili e treni interi spariscono come fuscelli, il cielo s'incendia. Ma cos'è questa cosiddetta natura, cui spesso gli uomini si contrappongono - ora con l'arroganza del dominatore, ora con l'angosciata umiltà del colpevole guastatore - come se non facessero anch'essi parte della natura, come se non fossero anch'essi natura, al pari degli animali, delle piante o delle onde? Le catastrofi naturali inducono spesso a pensose e forse inconsciamente compiaciute geremiadi sulla punita superbia dell'uomo che pretende di dominare la natura, sulla tecnica che devasta la vita. Ogni disastro è buono per criticare ogni fiducia nella tecnica e nel progresso. L'apocalisse - immaginata, nella tradizione, ora per fuoco ora per acqua adesso confusi nella distruzione provocata dal terremoto - incute, a chi la guarda come noi in diretta ma da lontano e al sicuro o almeno pensando di essere al sicuro, un brivido di spavento. Come accade spesso con lo spavento, a questo si mescolano un'ambigua attrazione e un compunto monito sulla debolezza dell'uomo e la sua mancanza di umiltà nei confronti della natura.

Tutto ciò si intensifica dinanzi a sciagure più direttamente dovute a responsabilità umane, a differenza dal carattere più decisamente "naturale" del terremoto e dello tsunami che infuriano in Giappone e che non sembra possano esser messi in conto all'insensatezza o alla disonestà umana, come invece ad esempio nel caso degli effetti scatenati dalle deforestazioni o dall'infame edilizia che, in molti casi - non sembra questo essere il caso del Giappone ora colpito - non si preoccupa, per incompetenza o avidità truffaldina, delle misure antisismiche.

L'orgoglio dell'uomo che con la sua tecnica soggioga la natura o l'invettiva contro questo orgoglio partono da un abbaglio: dalla contrapposizione fra l'uomo e la natura e dalla contrapposizione, altrettanto fallace, fra naturale e artificiale. Come dice un grande inno alla natura scritto da Goethe - o trascritto da un suo seguace - tutto è natura, anche ciò che ai nostri occhi sembra negarla ed è invece una sua messinscena. C'è il mito di una natura pura e incorrotta, in quanto vergine di ogni intervento umano che la corromperebbe. Ma nemmeno il più schietto e sano vino esiste in natura senza l'agire di chi coltiva la vite e vendemmia l'uva. Anche i nidi degli uccelli non esistono senza l'attività di questi ultimi che li costruisce. Chi, come Goethe, ha il senso profondo dell'appartenenza della specie umana, come le altre specie, alla natura, sa che l'impulso dell'uomo a costruirsi una tenda o una casa non è meno naturale di quello che spinge i castori a costruire le loro dighe che si oppongono all'impeto, altrettanto naturale, delle acque.

L'uomo non sta devastando "la natura", ma sta spesso compiendo un altro peccato, più autodistruttivo che distruttivo: sta minacciando non la natura, ma se stesso, la propria specie. I funghi velenosi non sono meno naturali di quelli mangerecci; le distese gelate di Plutone non sono meno naturali dei colli toscani in fiore; i gas che escono dai tubi di scappamento delle automobili non sono meno naturali del profumo dei fiori, perché sono composti di elementi chimici che fanno parte della natura, del Creato. Più semplicemente, funghi velenosi, pianeti gelidi e gas tossici sono letali per la nostra specie, di cui alla "natura" probabilmente non importa più che degli estinti dinosauri, ma che per noi invece conta. Tutto, comunque, appartiene alla natura delle cose, De rerum Natura.

La cosiddetta tecnica non va quindi demonizzata come un peccato contro natura; è la sua dismisura, il suo abuso spesso dissennato e imbecille che vanno denunciati; non con toni di untuosa o apocalittica condanna della miseria dell'uomo, ma con la chiarezza della ragione, che non ha da inchinarsi alla natura - della quale e della cui evoluzione fa parte - bensì rendersi conto dei propri limiti, perseguire il progresso senza illudersi con tracotanza che esso sia illimitato ma misurandosi con tutti i problemi e i guasti che pure esso crea, e cercare di capire, volta per volta, quando sia necessario proseguire e quando sia necessario fermarsi o magari far qualche passo indietro, posto che ciò sia possibile. È questa avvertenza di un possibile pericolo che ci manca; anche vedendo le immagini della tragedia giapponese restiamo tranquilli, stupidamente convinti che mai qualcosa di simile ci possa accadere, qualsiasi madornale errore possiamo commettere. Allo stesso modo, quando muore qualcuno, di cancro o di infarto, siamo sotto sotto persuasi che ciò non ci accadrà mai. Questa protettiva incoscienza del pericolo caratterizza non solo gli individui, ma anche le civiltà, le culture, le società, certe di essere immortali. Pure le civiltà hanno le loro endorfine, le droghe che le proteggono dall'ansia di sapere di dovere, un giorno o l'altro, morire.

Non so - e non ho alcuna competenza per poterlo sapere o capire - se il pericolo rappresentato dalla rottura del circuito di raffreddamento del reattore nucleare giapponese e dall'esplosione radioattiva sia la prova dello sbaglio di costruire centrali nucleari in genere o se invece indichi, come credo - ma senza alcuna certezza, data la mia ignoranza in materia - il pericolo sempre presente in ogni attività umana. Nel suo articolo, così vigoroso e convincente, apparso sul Corriere di ieri, Massimo Gaggi ha messo in evidenza la razionale e ferrea volontà dimostrata dal Giappone nel perseguimento della crescita, senza "sfide alla sorte", nella consapevolezza dei rischi e nella fattiva preparazione ad affrontarli. In generale, l'atteggiamento e il comportamento dei giapponesi in questa circostanza danno una grande prova del coraggio, della fermezza e della calma con cui l'uomo sa talora far fronte al disastro.

Questa dignità e questa forza morale non hanno nulla a che vedere con la superbia prometeica di chi pensa, con allegra incoscienza, di poter sfidare impunemente l'equilibrio necessario alla sua specie, ritenendo che quella forma della natura che chiamiamo tecnica possa sganciarsi dall'antica madre ossia dalla totalità che l'ha generata e la comprende, come un ramo che pretendesse di rinnegare l'albero in cui e da cui è cresciuto e andarsene per conto proprio. Se tante reazioni antitecnologiche - pure certi toni del pathos antinucleare - appaiono irrazionali, ancor più giulivamente e autolesivamente irrazionale è la sicumera con la quale, in nome di un progresso che così cessa di esser tale e di una supponenza scientista convinta che la scienza sia Dio, si distruggono foreste, si sperperano energie, si esauriscono risorse senza pensare a come la Terra potrà nutrire un numero sempre più insostenibile di affamati e a come si potrà vivere in una Terra sempre più diversa da quella cui è abituata la nostra specie.

C'è, nella specie umana, una presunzione di eternità che la rende irresponsabilmente scialacquatrice della vita e che va incontro con presunzione a una possibile trasformazione di se stessa. Studiosi seri parlano di un nostro prossimo futuro da cyborg, di uomini quali ibridi di corpi umani e integrazioni tecnologiche; è teoricamente possibile un mondo di sole donne, capaci di riprodursi senza intervento dell'uomo; l'ingegneria genetica promette - o minaccia - esseri umani radicalmente diversi da noi, tanto da essere difficilmente definibili "noi".

Forse è in atto una radicale trasformazione della nostra specie, destinata a mutare il nostro modo di essere e di sentire; in un mondo in cui nascessero solo donne da donne, sarebbe ad esempio difficile capire Ettore che gioca con Astianatte sperando che suo figlio diventi più grande di lui o la passione di Paolo e Francesca, cose senza le quali non saremmo quello che siamo.

Certo, le specie si sono sempre trasformate e continuano a farlo. Ma, a differenza dal processo che ha portato dagli organismi unicellulari (o dai frammenti del Big Bang) a Marilyn Monroe, la trasformazione della nostra specie avverrebbe in tempi brevissimi anziché in miliardi di anni, in tempi forse insostenibili per chi dovesse viverli.

Questa eventuale trasformazione - irrazionalmente vagheggiata o temuta - ci addolorerebbe più della nostra morte individuale, perché ci conforta credere che dopo di noi ci saranno bambini come i nostri figli, donne e uomini amabili come le persone che abbiamo amato. La forza, la calma, la dignità con cui oggi quei giapponesi affrontano la gravissima catastrofe dimostrano che l'uomo classico, come lo conosciamo da millenni, non è ancora superato - come proclamava Nietzsche, sperandolo e insieme temendolo - ma è ancora degnamente al suo posto.

Claudio Magris

13 marzo 2011

 

 

2011-03-12

IL "DAY AFTER" - continuano le scosse di magnitudo tra 5 e 6

Giappone, già più di mille le vittime

Trovati i 4 treni dispersi. "Tutti salvi"

Disastrose le stime. Solo a Minamisanriku 9500 mancano all'appello. Danni a centrale, rischio black out

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Disastrose le stime. Solo a Minamisanriku 9500 mancano all'appello. Danni a centrale, rischio black out

Una donna passa accanto ad uno degli edifici distrutti (Ansa)

Una donna passa accanto ad uno degli edifici distrutti (Ansa)

Vittime, dispersi, danni e incubo contaminazione. All'indomani del violento terremoto e del successivo tsunami che lo ha colpito, il Giappone deve fare i conti con la devastazione e la paura. Il bilancio delle vittime si aggrava di ora in ora. E anche le stime dei dispersi sono disastrose. L'esercito nipponico ha trovato da 300 a 400 cadaveri nella città di Rikuzentakata, nella prefettura di Iwate: il conto ufficiale provvisorio delle vittime del terremoto arriva così a 1.200 morti, ma è destinato purtroppo a crescere ulteriormente. Oltre 200 cadaveri sono stati rinvenuti sulla spiaggia di Sendai, nella prefettura di Miyagi, dopo il passaggio di un'onda di oltre 10 metri. Altri 200 corpi sono stati trovati in varie scuole di Iwanuma e Natori, sempre a Miyagi. Sono circa 1.200 le abitazioni toccate dallo tsunami in quest'area. Altre 784 persone risultano scomparse. La polizia ha riferito inoltre di 1.128 feriti. In qualche raro caso, dal Paese piegato dal sisma arrivano notizie rincuoranti. Come quella del ritrovamento dei quattro treni in servizio tra Iwate e Miyagi, che erano stati dati per inghiottiti dallo tsunami. I convogli sono ricomparsi, insieme ai circa 70 passeggeri e macchinisti, tutti salvi. Sul treno della linea Senseki, in base a quanto riferito, il guidatore, il capotreno insieme a una cinquantina di passeggeri si sono rifugiati in una scuola elementare, sfuggendo così alla furia dell'onda. Sui due convogli della linea Ofunato, invece, il macchinista e 15 passeggeri si sono riparati in una scuola media, mentre altre cinque persone sono andate per conto proprio. Anche sulla linea Kesennuma i passeggeri si sono fatti strada con le proprie forze.

MEZZO PAESE MANCA ALL'APPELLO - Secondo l'agenzia Kyodo, unendo il numero dei morti a quello delle persone che mancano all'appello, il bilancio probabile delle vittime sarebbe già salito a quota 1.600. Ma le stime sono del tutto provvisorie e si comincia a percepire che fuori dai grandi centri, la situazione può rivelarsi più drammatica del previsto. Per esempio a Minamisanriku, nella prefettura di Miyagi, ci sarebbero 9500 persone di cui non si hanno notizie. Una cifra che è più della metà della popolazione della cittadina, dove vivono 17mila persone.

NUOVO ALLARME PER UNA CENTRALE - Intanto resta alta l'attenzione attorno alla centrale nucleare di Fukushima: già venerdì era stata registrata una pericolosa intensificazione dell'attività radioattiva attorno all'impianto; oggi si è registrata un'esplosione che avrebbe provocato il crollo di una parte della gabbia di contenimento del reattore.

I NUMERI - Secondo l'Agenzia nazionale per gli incendi e i disastri, sono 3.400 gli edifici completamente o parzialmente distrutti; nell'area investita da sisma e tsunami, circa 5,57 milioni di case sono prive di elettricità e 600.000 di acqua corrente. Quello di venerdì è stato il terremoto più violento di tutta la storia del Giappone, Paese a forte rischio sismico: di magnitudo 8.9, è stato registrato a 24,4 chilometri di profondità e a un centinaio di chilometri al largo della prefettura di Miyagi. Alla prima scossa ne sono seguite molte altre di assestamento per tutta la giornata di venerdì. E nella mattinata di oggi nella prefettura di Niigata, nella zona nord-occidentale del Paese, è stato registrato un sisma di magnitudo 6.7.

AIUTI DALL'ESTERO - Sono attese per oggi le prime squadre di soccorso straniere, provenienti da Nuova Zelanda, Corea del Sud e Stati Uniti. La Nuova Zelanda invierà una squadra di 48 specialisti in operazioni di ricerca e a soccorso. Anche Seul e Singapore hanno annunciato l'invio di squadre cinofile e soccorritori. La Corea del Sud ha fatto sapere di essere pronta a inviare anche tre aerei da trasporto militare. Il presidente Usa Barack Obama ha promesso ieri l'aiuto di Washington, che dispone di basi e di 47.000 soldati in Giappone. L'Agenzia americana per lo sviluppo internazionale ha annunciato l'invio di due squadre di soccorso, pari a 72 persone, di cani e di 72 tonnellate di attrezzature. "Sessantotto squadre internazionali di ricerca e di salvataggio di più di 45 Paesi sono in stato di allarme, stano monitorando la situazione e sono pronte ad aiutare il Giappone se lo chiede", ha detto ieri a Ginevra Elisabeth Byrs, portavoce dell'Ufficio di coordinamento degli affari umanitari dell'Onu (Ocha). È stata, invece, rinviata la partenza della missione italiana coordinata dalla Protezione Civile, proprio per una decisione delle autorità nipponiche di accettare nell'immediato esclusivamente aiuti provenienti dai Paei geograficamente più prossimi.

Lo tsunami sulla costa del Giappone Lo tsunami sulla costa del Giappone Lo tsunami sulla costa del Giappone Lo tsunami sulla costa del Giappone Lo tsunami sulla costa del Giappone Lo tsunami sulla costa del Giappone Lo tsunami sulla costa del Giappone Lo tsunami sulla costa del Giappone

RISCHIO BLACKOUT - Intanto il Paese cerca di raccogliere le forze per rialzarsi. Un compito non facile, visto che l'onda sismica ha messo a repentaglio gli approvvigionamenti energetici. L'azienda elettrica giapponese Tokyo Electric Power (Tepco) ha lanciato in mattinata l'allarme sul rischio di un black out elettrico nella capitale e nei suoi dintorni, a causa dei danni provocati alle centrali che alimentano la regione. La società ha invitato i cittadini a ridurre il consumo di corrente elettrica, aggiungendo che la domanda potrebbe eccedere le sue capacità a fine giornata. Tepco ha chiesto aiuto alle altre società che alimentano il resto del Paese, stando a quanto riferito dall'agenzia Kyodo. L'azienda risente dei problemi registrati nelle due centrali nucleari della prefettura di Fukushima, duramente colpita dal sisma e dallo tsunami: sono infatti diventati due gli impianti messi a repentaglio e in conseguenza di ciò le autorità hanno ordinato l'evacuazione della popolazione entro un raggio di tre chilometri dall'impianto.

RIPRENDONO I VOLI - Prove di ritorno alla normalità anche negli aeroporti. Cathay Pacific Airways ha annunciato che oggi nel pomeriggio riprenderanno i voli di linea per l'aeroporto internazionale di Narita e Haneda a Tokyo. Gli aeroporti, infatti, stanno gradualmente tornando alla normalitá dopo il terremoto di magnitudo 8,8 ha colpito la costa del nord-est del Giappone. I voli da e per Fukuoka, Nagoya, Osaka, Sapporo funzioneranno regolarmente, ma i passeggeri sono invitati a prevedere ritardi. Riprendono anche i collegamenti con l'Italia: dopo la sospensione di venerdì del volo per Tokyo (AZ 784) a causa della temporanea chiusura dell'aeroporto di Narita, la tratta Fiumicino-Tokyo è stata ripristinata. Il primo dei due voli Alitalia in programma oggi è decollato intorno alle 11 con 291 passeggeri a bordo. Soppresso, invece, il volo AZ 785 Tokyo-Roma che sarebbe dovuto atterrare alle 19. Intanto la compagnia sta continuando a prendere contatti con i passeggeri dei voli interessati per fornire informazioni e assistenza.

Redazione Online

12 marzo 2011

 

 

le reazioni della popolazione al dramma

Quella calma "disumana"

del popolo dei manga

I giapponesi giudicano se stessi e gli altri in base alle categorie di "autocontrollo" e "autogoverno"

le reazioni della popolazione al dramma

Quella calma "disumana"

del popolo dei manga

I giapponesi giudicano se stessi e gli altri in base alle categorie di "autocontrollo" e "autogoverno"

File davanti a un negozio dopo il terremoto (Reuters)

File davanti a un negozio dopo il terremoto (Reuters)

Cronaca di una reazione annunciata. Di fronte a immagini catastrofiche che sembrano uscire dal capolavoro d'animazione di Hayao Miyazaki, Nausicaä della Valle del Vento, non è facile capire come sia possibile non farsi prendere dal panico, non lasciarsi andare alla disperazione più totale, non sentirsi completamente persi. La risposta è semplice: essere preparati. Una preparazione che ovviamente è innanzi tutto di tipo concreto. Per i giapponesi ogni cosa deve essere programmata alla perfezione. Così scuole, uffici, stazioni, ospedali: tutti i luoghi pubblici hanno dei piani di evacuazione ben collaudati che vengono testati periodicamente.

Ogni anno, ad esempio, nell'università in cui insegno - Waseda - si svolgono le "prove generali" di un'evacuazione. Gli altoparlanti ci avvisano che dobbiamo lasciare l'edificio e così, docenti e studenti insieme, scendiamo tutti in fila le scale fino al piano terra per poi incamminarci con calma fino al punto di ritrovo prestabilito. Una "camminata" di un paio di chilometri molto importante per imparare a conoscere il tragitto che si deve percorrere in caso di emergenza. Usando sempre la metropolitana o altri mezzi pubblici, infatti, non è sempre detto che lo si sappia raggiungere anche a piedi.

 

(Ansa)

(Ansa)

Anche gli inquilini di qualsiasi abitazione privata sanno bene cosa fare durante il sisma e nei momenti immediatamente successivi. Nascondersi sotto il tavolo, se possibile scappare in bagno (l'ambiente di solito più resistente della casa in quanto compatto), ripararsi la testa con la prima cosa rigida a portata di mano, spegnere subito i fornelli e mettersi le scarpe se scalzi (ci si potrebbe tagliare con i vetri). Importante poi è fare in modo che la porta d'ingresso resti bene aperta perché, se una successiva scossa di assestamento dovesse bloccarla, sarebbe poi difficile scappare. Banalità? Provate a trovarvi sotto un soffitto pronto a crollare senza sapere che fare...

 

Una volta che la situazione è sotto controllo, si inforca lo zainetto delle emergenze (che si tiene sempre pronto), ci si infila l'elmetto e ci si dirige verso il punto di aggregazione prestabilito in attesa di ulteriori istruzioni. La preparazione psicologica, però, è quella che gioca il ruolo più importante, quella che forse caratterizza principalmente il popolo giapponese. Vivendo in questa parte del mondo, volenti o nolenti, ci si abitua presto a esorcizzare lo jishin (il grande terremoto) anche attraverso battute di spirito, un modo tutto sommato efficace per imparare a familiarizzare con il proprio destino, per diventare fatalisti.

 

Attese in stazione (Ansa)

Attese in stazione (Ansa)

Non deve stupire, perciò, la calma mostrata in Giappone di fronte al disastro. Il controllo delle emozioni è un tipo di esercizio psicofisico a cui i giapponesi vengono abituati sin da piccoli. Mostrare in pubblico eccessi di tristezza, ma anche di gioia, viene considerato come un segno di debolezza imbarazzante. Chiunque abbia visto un incontro di sumo, ad esempio, sa bene che né al lottatore vincitore né a quello perdente, viene concesso un sorriso o un'espressione di tristezza. Ma anche capolavori della letteratura come La pioggia nera, di Masuji Ibuse, rendono l'idea: resoconto del disastro atomico di Hiroshima, il romanzo narra con distacco diaristico la Catastrofe umana per eccellenza: ai nostri occhi, un esercizio impossibile.

 

Dunque, per quanto agli occhi di un occidentale la reazione di queste ore del popolo giapponese possa sembrare fredda, quasi disumana, quando milioni e milioni di persone sono costrette ad abitare in un contesto relativamente angusto in cui la natura spesso sprigiona tutta la sua forza distruttrice, il controllo delle proprie emozioni, unito a una certa capacità di astrazione, è davvero l'unica maniera per riuscire a sopravvivere. Il grande senso di appartenenza alla collettività è un altro degli elementi fondamentali da tenere in considerazione. In un Paese in cui l'identità nazionale si forma soprattutto attraverso il gruppo, piuttosto che il singolo, anche in situazioni di emergenza estrema è importante non uscire dai propri spazi, rispettare le regole. Soltanto così è possibile mantenere l'ordine sociale e conservare la propria identità. In questo, i samurai sono stati maestri: e il loro spirito, oltre che nei manga, sopravvive nel Dna del popolo del Sol Levante. Nelle prossime settimane di sicuro i giapponesi continueranno a fare quello che gli è stato insegnato, a cercare di controllare il proprio dolore, ad aiutarsi a vicenda rispettando le regole. Se così non fosse, il Paese cadrebbe nel caos più totale e la gente si sentirebbe ancora più disorientata, vittima di questo ennesimo assalto di un Godzilla risalito dalle viscere della terra. Questa nuova catastrofe metterà a dura prova tutti i manuali, le esercitazioni e le simulazioni fatte finora, ma di sicuro alla fine i giapponesi ne usciranno a testa alta, ulteriormente rafforzati, come del resto hanno sempre fatto in passato.

Alessandro G. Gerevini

*Professore Associato di Letteratura giapponese, Waseda University, Tokyo

12 marzo 2011

 

 

GIAPPONE

Italiano a Tokyo: "Sembrava di stare

su una nave in mare aperto"

Il corrispondente dell'Ansa: "Un'esperienza allucinante"

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su una nave in mare aperto"

Il corrispondente dell'Ansa: "Un'esperienza allucinante"

MILANO - Durante il violento terremoto che ha scosso il Giappone alle 7 di venerdì mattina (ora italiana) la terra ha vibrato talmente tanto che "sembrava di stare su una nave in mare aperto": lo ha detto all'Ansa Mauro Politi, ricercatore post dottorale presso l'International Christian University di Mitaka, periferia di Tokyo, raggiunto al telefono. "Qui a Tokyo la scossa è stata spaventosa sia in intensità che durata - spiega il ricercatore, che vive da un anno in Giappone - ma anche la sensazione è stata diversa dal solito. Vivendo qui per un lungo periodo si fa l'abitudine a scosse frequenti e importanti; ma se normalmente tutto attorno vibra, oggi sembrava di stare su una nave in mare aperto. Credo che la scossa principale sia durata ben più di un minuto, attorno alle 14.45 ora locale, e le scosse minori stanno continuando ininterrotte e nitide". Intanto, la popolazione reagisce compatta alle conseguenze del terremoto: "La gente è organizzata - continua Mauro - ho visto molti uscire dalle case con caschetto e valigetta. La tv continua a far vedere pochi video di danni che, data l'entità dell'evento, oserei dire minori: "calcinacci" crollati, prodotti nei supermercati che caduti dalle mensole e una raffineria in fiamme. Le immagini più impressionanti sono però quelle dello Tsunami arrivato in una delle province a nord di Tokyo. A pochissimi minuti dalla scossa principale però ogni canale televisivo presentava una chiara allerta per le zone costiere interessate". Al momento, conclude il ricercatore, "la conseguenza del terremoto più evidente qui a Tokyo è una paralisi quasi completa delle linee ferroviarie e metropolitane, il che significa totale incapacità di movimento per gran parte della popolazione".

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IL CORRISPONDENTE - "Un'esperienza allucinante": che lo dica un italiano può apparire normale, ma che sia descritta con tanto pathos dai giapponesi, soliti a convivere con le scosse sismiche, dà l'idea della forza straordinaria del sisma che ha colpito l'intera costa orientale del Giappone. Ho visto la gente riversarsi subito per strada non appena si è capito che la prima scossa delle 14.46 (6.46 in Italia, di magnitudo 7.9 rivista dalla Jma a 8.8) non era affatto passeggera. Almeno un minuto, interminabile, cui ne sono seguite altre di assestamento che hanno fatto aumentare la gente per strada e in un'area, accanto all'ambasciata americana, piena di uffici. Non ho visto scene di panico, anzi battute e sorrisini di stupore per quanto stava accadendo, sussurrate quasi sottovoce, malgrado l'asfalto sotto i piedi sembrasse più il tapis roulant di aeroporti e grandi magazzini rendendo precario l'equilibrio, mentre i pali della luce e dei semafori oscillavano come potenti fionde. La polizia dinanzi alla rappresentanza diplomatica Usa ha allora preso i megafoni e ha invitato tutti "a non creare ingorghi" e a raggiungere le aree del quartiere deputate a funzionare da raccolta della popolazione in caso di "eventi catastrofali". Sono spuntati diversi elmetti di plastica, qualcuno ha preso il kit da sopravvivenza, obbligatorio negli uffici e dei luoghi pubblici. A distanza di poco più di mezz'ora una seconda e potente scossa ha spinto altre persone per strada, con molte ragazze scalze e senza tacchi, mentre anche in tv i giornalisti hanno indossato gli elmetti. Dopo più di un'ora c'era una tranquillità relativa e surreale, con i tremolii apparsi quasi normali. A questo punto mi sono posto e ho posto una domanda su tutte: "cosa sarebbe successo in Italia di fronte a una scossa del genere?". "Da questo punto di vista - ha risposto serafico un dipendente di una società di trading - è meglio stare in Giappone". (fonte: Ansa)

11 marzo 2011(ultima modifica: 12 marzo 2011)

 

2011-03-11

Il bilancio ufficiale è di 337 morti e 531 dispersi, ma sembra destinato a salire

Tsunami e crolli, Giappone devastato

"300 corpi sulla spiaggia" di Sendai

La prima scossa di 8,9 gradi a 130 km dalla costa del Pacifico. Allarme centrali nucleari, crolla una diga

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"300 corpi sulla spiaggia" di Sendai

La prima scossa di 8,9 gradi a 130 km dalla costa del Pacifico. Allarme centrali nucleari, crolla una diga

MILANO - Un terremoto di 8,9 gradi ha colpito venerdì alle 14,46 (erano le 6,46 in Italia) la parte nord-orientale dell'isola Honshu, la più grande del Giappone. Pochi minuti dopo uno tsunami con onde alte fino a dieci metri si è abbattuto sulle coste affacciate sul Pacifico seminando morte e distruzione nell'area di Sendai, la più vicina all'epicentro. Il terremoto è il più violento in Giappone da quando esistono le rilevazioni sismiche e il quinto più forti dell'ultimo secolo. Il bilancio ufficiale delle vittime parla di 337 morti e 531 dispersi, oltre a migliaia di feriti, ma purtroppo sembra destinato ad alzarsi di molto. Grazie alle costruzioni antisismiche obbligatorie in tutto il Giappone, i crolli non sono stati numerosi, la gran parte delle vittime e dei danni è stata causata dallo tsunami. Solo su una spiaggia di Sendai sono stati trovati 300 corpi. Una nave con un centinaio di persone a bordo è stata travolta, due treni sono dati per dispersi: uno si trovava vicino la stazione di Nobiru dove si è abbattuta un'onda di dieci metri, il secondo è scomparso nella prefettura di Iwate.

CROLLA DIGA - Un diga nella prefettura di Fukushima si è spezzata riversando l'acqua a valle che ha spazzato via l'intera città di Sukagawa. Lo riferisce l'agenzia Kyodo, anche se non è chiara l'entità delle conseguenze.

NUOVE SCOSSE - Il capo di gabinetto del governo giapponese, Yukio Edano, ha chiesto alla popolazione di tenersi pronta ad affrontare altre scosse di assestamento e tsunami violenti, assicurando che la situazione nelle centrali nucleari era sotto controllo, ma in seguito è giunta la notizia di un aumento della radioattività all'interno della centrale di Fukushima 1.

LE COMUNICAZIONI - A Tokyo, a 370 km di distanza dall'epicentro, i crolli sono stati limitati, ma anche nella capitale si contano i morti. Molte persone hanno riportato lesioni in seguito al crollo del tetto di una scuola, dove era in corso una cerimonia di consegna dei diplomi alla quale stavano partecipando circa seicento studenti. Sempre nella capitale è stato chiuso l'aeroporto di Narita. Uno dei principali aeroporti di Tokyo, quello di Ibaraki che si trova 80 chilometri a nord-est della capitale, è stato chiuso a seguito del crollo di un'ampia parte del tetto. Alcuni treni e metropolitane hanno ripreso a funzionare solo alle 17,30 italiane, quando a Tokyo era passata l'1 di notte. Nella raffineria di Ichihara si è sviluppato un incendio, nel porto si sono innescati almeno sei focolai. L'antenna della Tokyo Tower, il simbolo della capitale nipponica e della ricostruzione post-bellica, si è piegata a causa delle scosse. La rete di telefonia cellulare è saltata, e anche le comunicazioni telefoniche attraverso le linee fisse sono molto difficili, ha resistito però l'infrastruttura Internet, tramite la quale la gente continua a scambiarsi informazioni in tempo reale. Le fornitura di energia elettrica è saltata in un'ampia parte dell'area di Tokyo: 4,4 milioni di abitazioni sono rimaste senza luce. Un'onda ha anche inondato l'enorme parcheggio del parco divertimenti di Disneyland.

L'onda anomala

SENDAI - Le immagini e le notizie più impressionanti arrivano dalla zona di Sendai, dove vivono circa 1 milione di persone, area nella quale si è abbattuta la più forte onda di maremoto. L'acqua si è spinta fino a 5 chilometri all'interno, quando si è ritirata sono rimasti su una spiaggia da 200 a 300 corpi. La pista dell'aeroporto è stata invasa dalle acque. Case e magazzini sono in fiamme in vaste aree di Kesennuma (70 mila abitanti), vicino a Sendai. "Il porto è un mare di fiamme", ha riferito un cronista locale. Il porto di Miyagi si è riempito di carcasse di veicoli trascinati via dalla furia del mare. Una grande esplosione è avvenuta in un complesso petrolchimico a Shiogama, un sobborgo nei pressi di Sendai. Immagini diffuse dalla televisione mostrano fiamme alte decine di metri che avvolgono l'impianto.

SOCCORSI - I danni sono stati subito definiti "considerevoli" dal governo nipponico, il quale per prima cosa ha assicurato che non ci sono state fughe di radiottività dalle centrali atomiche. Il primo ministro Naoto Kan ha costituito un'unità per affrontare l'emergenza. Il capo del governo nipponico ha espresso le più "profonde condoglianze a chi sta soffrendo le conseguenze" di questo "fortissimo terremoto" e ha chiesto alla popolazione di continuare a seguire le indicazioni trasmesse televisivamente con tranquillità. Il ministero della Difesa si appresta a mobilitare 300 aerei e 40 navi per i soccorsi. Il presidente americano Barack Obama ha annunciato che, oltre alla portaerei che già si trova nelle vicinanze del Giappone, ne ha inviato un'altra per aiuti. Il ministro degli Esteri giapponese, Takeaki Matsumoto, ha dato disposizioni alla struttura diplomatica di accettare aiuti internazionali. Sono 38 le nazioni del mondo che hanno immediatamente offerto aiuto e solidarietà al Giappone. Anche l'Onu ha annunciato che trenta squadre di soccorso sono pronte a partire. L'ambasciatore italiano a Tokyo, Vincenzo Petrone, ha reso noto che "non ci sono notizie di italiani coinvolti a Tokyo e non ci sono stranieri interessati dallo tsunami a Sendai". Tokyo, ha assicurato il diplomatico, "è tranquilla". Stanno tutti bene i 311 componenti dell'orchestra e dello staff del Maggio Musicale Fiorentino che si trovano dagli inizi di marzo a Tokyo per una lunga tournée. Alitalia ha riprogrammato a sabato i voli Roma-Tokyo e Milano-Tokyo.

LE SCOSSE - La prima scossa di 8,9 gradi della scala Richter è avvenuta alle 14,46 locali (le 6,46 in Italia) con epicentro a una profondità di 24,4 km situato a 130 km a est di Sendai, ed è stata seguita da decine di scosse di assestamento, quattro delle quali di oltre 6,5 gradi e dodici tra 6 e 6,5 gradi. Dal momento della scossa principale, c'è stato un terremoto di almeno 5 gradi in media ogni 5-7 minuti. La costa nordorientale del Giappone sul Pacifico in passato è stata colpita da terremoti e tsunami e un sisma di magnitudo 7,2 si era verificato mercoledì, seguito da una serie di scosse nella stessa area dove si è verificato il sisma devastante dell'11 marzo. Si pensava che queste scosse avessero scaricato l'enorme energia che si era accumulata nella subduzione della zollla pacifica sotto l'arco-isola del Giappone, invece evidentemente ha attivato una parte della faglia che si è rotta provocando il terremoto di 8,9 gradi. Nel 1933, un sisma di magnitudo 8.1 nella zona provocò la morte di oltre 3 mila persone. La scossa dell'11 marzo è stata la più potente mai registrata nel Sol Levante. Le onde telluriche sono state avvertite distintamente fino a Pechino.

MERCATI - Subito dopo la scossa lo yen ha iniziato a perdere terreno contro il dollaro, arrivando fino a 83,30 da 82,74 prima del sisma. Lo yen ha perso terreno anche contro l'euro a 115,01 da 114,35. Il cross euro-dollaro è a 1,3815. La borsa di Tokyo ha chiuso in forte ribasso. L'indice Nikkei ha lasciato sul terreno l'1,72% a 10.254,43 punti. L'indice aveva comunque già aperto in ribasso dell'1,30%, scendendo sotto quota 10.300 per la prima volta dal 1° febbraio, minato dall'instabilità politica in Medio Oriente.

Redazione online

11 marzo 2011

 

 

Obama: "Da noi nessun danno significativo"

Lo tsunami attraversa tutto il Pacifico

Il maremoto tocca l'Indonesia e le Filippine senza causare danni. Raggiunte anche le Hawai e le coste Usa

Obama: "Da noi nessun danno significativo"

Lo tsunami attraversa tutto il Pacifico

Il maremoto tocca l'Indonesia e le Filippine senza causare danni. Raggiunte anche le Hawai e le coste Usa

MILANO - Il terremoto di 8,9 gradi della scala Richter che ha colpito il Giappone ha provocato un allerta tsunami in tutto il Pacifico. Le prime nazioni a essere colpite dopo il Giappone sono state Filippine e Indonesia. Nelle Filippine la prima onda anomala di 60 centimetri è arrivata a San Vicente, nella provincia di Cagayan, mentre l'ultima, di appena 30 centimetri è stata registrata alle 20, ora locale, a Baler, secondo quanto precisato dal responsabile dell'istituto nazionale di vulcanologia e sismologia. In previsione dello tsunami erano stati evacuati circa 15 mila residenti dei villaggi costieri. In Indonesia - dove il maremoto del 26 dicembre 2004 provocò almeno 180 mila morti nella punta a nord-ovest di Sumatra - un allarme tsunami era stato emesso per le province di Irian Jaya, Papua, North Maluku e North Sulawesi. Ma sulle coste sono giunte onde di dieci centimetri che non hanno provocato alcun danno. Lo hanno annunciato le autorità locali.

SUDAMERICA E USA- Dopo aver superato le isole Hawaii senza provocare danni, le prime onde sono arrivate alle 17 (ora italiana) sulle coste dell'Oregon e della California, quasi dieci ore dopo la scossa al largo del Giappone. Il presidente Usa Barack Obama ha detto che negli Stati Uniti non c'è stato "nessun danno significativo". I n California i surfisti sono usciti in mare per cavalcare l'onda. La Cnn ha riferito che le prime onde hanno raggiunto le Hawaii alle 14,07 italiane, con onde alte tra i due e i tre metri. Le autorità dell'Oregon avevano consigliato l'evacuazione agli abitanti delle aree costiere e le scuole lungo la costa erano state chiuse. Anche il Canada ha diffuso avvisi sullo tsunami per alcune zone della Columbia Britannica. Alle amministrazioni locali è stato consigliato di evacuare porticcioli, spiagge e altre aree sotto il livello della marea. Sull'Isola di Pasqua le autorità hanno disposto il trasferimento degli abitanti in zone sopraelevate. A Mazatlan, in Messico, la strada costiera è stata chiusa, alcuni villaggi sono stati evacuati prima dell'arrivo di un'onda di mezzo metro. In Sudamerica l'arrivo dell'onda è previsto tra le 20 e le 22 (ora italiana). Dalle 23 l'onda dovrebbe raggiungere Cile, Perù, Ecuador, Colombia e Antartide. In Ecuador il presidente Correa ha disposto l'evacuazione a una "distanza prudente" dalle coste, almeno circa 10 chilometri dalla spiaggia o in alture con più di 50 metri.

Redazione online

11 marzo 2011

 

 

 

e hollywood l'anno scorso ci ha fatto anche un film

La maledizione del numero 11

Impazza in rete la curiosità sul numero che ha caratterizzato le stragi di New York e Madrid

e hollywood l'anno scorso ci ha fatto anche un film

La maledizione del numero 11

Impazza in rete la curiosità sul numero che ha caratterizzato le stragi di New York e Madrid

MILANO - Naturalmente è una coincidenza. Ma come tutte le coincidenze entra nelle teste della gente e non ne vuole più uscire. Potremmo chiamarla la maledizione del numero 11. Un legame tra 11 e disastri che ha portato il mondo del cinema a dare vita anche ad un horror (nel 2010) "11.11 la paura ha un nuovo numero". Il terremoto in Giappone (11/3/2011) è l'ultimo esempio della scia di sangue legata a questo giorno del mese.

TORRI GEMELLE - Cominciamo dall'11 più celebre, tanto famoso da essere diventato un sinonimo di tragedia epocale. Parliamo ovviamente dell'11 settembre che segna tragicamente l'ingresso del nuovo secolo. L'11 settembre 2001 è la data dell'attacco alle Torri Gemelle di New York a seguito del dirottamento di 4 aerei di linea da parte di Al Qaeda. Ci saranno quasi 3000 morti oltre a migliaia di feriti. Senza contare il seguito luttuoso di guerre (Afghanistan e Iraq).

ATOCHA - L'altra data storica è proprio un 11 marzo. Quello del 2004, quando alcuni terroristi vicini ad Al Qaeda fanno saltare in aria quattro treni pendolari pieni di dipendenti d’ufficio, operai o studenti, diretti verso la stazione madrilena di Atocha a Madrid provocando 191 morti e 1.841 feriti.

Marco Letizia

11 marzo 2011

 

 

Gli Usa inviano liquido di raffreddamento

Giappone: allarme centrali nucleari

Aumento di radioattività nell'edificio che ospita le turbine del primo reattore della centrale di Fukushima

Gli Usa inviano liquido di raffreddamento

Giappone: allarme centrali nucleari

Aumento di radioattività nell'edificio che ospita le turbine del primo reattore della centrale di Fukushima

MILANO - È aumentato il livello di radiazione all'interno dell'edificio che ospita la turbina dell'impianto nucleare di Fukushima 1, danneggiata nel terremoto. Lo riporta l'agenzia Kyodo. Gli Stati Uniti hanno inviato in Giappone liquido di raffreddamento. Lo ha reso noto segretario di Stato Usa Hillary Clinton.

ALLARME - In precedenza, il capo di gabinetto del governo giapponese, Yukio Edano, aveva detto che la situazione nella centrale nucleare di Fukushima 1 era sotto controllo. L'ente che gestisce la centrale aveva spiegato che le acque di raffreddamento del reattore si erano abbassate a un livello inquietante, ma un camion equipaggiato con materiale adatto a ristabilire la situazione aveva rapidamente raggiunto la centrale, aveva diffuso l'agenzia Jiji. Le autorità giapponesi hanno comunque emesso un ordine di sgombero per 6 mila abitanti entro un raggio di 3 km dalla centrale e sono state messe in stato di allerta le truppe anti-contaminazione. Un incendio è stato domato presso la turbina della centrale di Onagawa. In tutto sono stati undici i reattori atomici che si sono arrestati automaticamente dopo l'arrivo delle prime scosse.

WWF - Il Wwf è "molto preoccupato" per le notizie che arrivano dall'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) dell'innalzamento del livello di allerta per la centrale nucleare di Fukushima. Il Wwf in una nota "si augura che non ci siano danni e che il Giappone non debba di nuovo confrontarsi con un ulteriore, drammatico problema provocato dal nucleare" e chiede "che venga garantita la massima trasparenza, tempestività e accuratezza dell'informazione".

Redazione online

11 marzo 2011

 

 

È il quinto terremoto più forte da quando esistono le rilevazioni sismiche

L'asse terrestre si è spostato di 10 cm

Il sisma in Giappone ha avuto anche un impatto maggiore del terremoto di Sumatra del 2004

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Il terremoto in Cile ha accorciato la durata del giorno e spostato l'asse terrestre, di P. Virtuani (2 marzo 2010)

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(Archivio Corsera)

(Archivio Corsera)

MILANO - L'impatto del terremoto che ha colpito il Giappone stamattina avrebbe spostato l'asse di rotazione terrestre di quasi 10 centimetri. È il risultato preliminare di studi effettuati dall'Ingv, l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia.

IMPATTO - L'impatto di questo evento sull'asse di rotazione, spiega l'Ingv, è stato molto maggiore anche rispetto a quello del grande terremoto di Sumatra del 2004, che fu di 7 centimetri lineari e di 2 millesimi di secondo d'arco angolari, e probabilmente secondo solo al terremoto del Cile del 1960. Il terremoto del Cile dello scorso anno spostò l'asse terrestre di circa 8 centimetri.

CLASSIFICA PER INTENSITÀ - Il sisma dell'11 marzo 2011 si pone al quinto posto della classifica dei terremoti più forti mai registrati da quando esistono le rilevazioni sismiche accurate.

1 - La più forte di sempre avvenne il 22 maggio 1960 in Cile tra Temuco e Conception: 9,5 gradi della scala Richter, provocò 1.655 morti, 3 mila feriti, 2 milioni di senzatetto. Lo tsunami che scatenò provocò 61 morti alle Hawaii - non esistevano ancora i sistemi di allerta e nemmeno si sapeva che un maremoto poteva attraversare un intero oceano - 138 in Giappone, 32 nelle Filippine

2 - la seconda scossa più forte fu registrata il 28 marzo 1964 in Alaska, l'epicentro del terremoto di 9,2 gradi fu nel Prince William Sound, non lontano da Anchorage: i morti furono 113 per lo tsunami e 15 per le scosse. Nella vicina isola Montague la terra si alzò di 13-15 metri. Nel golfo di Valdez l'onda di maremoto arrivò a un'altezza di 67 metri, 15 morti si registrarono sulle coste di California e Oregon, persino a Cuba e Portorico si verificarono piccole onde anomale

3 - 9,1: è la magnitudo del terremoto che tutti ricordano molto bene. Il giorno di Santo Stefano, il 26 gennaio 2004 due minuti prima delle 8 del mattino (ora locale) la zolla asiatica si spostò sopra quella indo-australiana in subduzione sotto Sumatra. La punta nord-ovest dell'isola venne devastata, lo tsunami successivo arrivò sino in Thailandia a est e spazzò le coste di Sri Lanka, India e fino in Somalia a ovest. In tutto i morti furono 230 mila, ma alcune stime parlano di 300 mila vittime

4 - 4 novembre 1952: costa sud-orientale della Kamtchaka, isola russa (allora sovietica). Si scatena un terremoto di 9 gradi Richter, non si ha notizia di vittime. Alle Hawaii arrivò uno tsunami di 3 metri

CLASSIFICA PER VITTIME - I terremoti più forti non sono sempre quelli che producono il maggior numero di vittime. Spesso, infatti, avvengono in zone disabitate. Invece, terremoti meno intensi ma vicini a zone densamente popolate o senza costruzioni antisismiche, producono effetti devastanti.

1 - oltre 800 mila morti, stima del terremoto cinese di 8 gradi dello Shaanxi del 23 gennaio 1556

2 - tra 250 mila e 700 mila vittime nel terremoto di 7,5 gradi a Tangshan, Cina, del 28 luglio 1976

3 - 250 mila morti stimati nel terremoto di Antiochia del 21 maggio 525, forse di 8 gradi

4 - ancora la Cina, a Gansu, il 16 dicembre 1920: 235 mila morti, probabilmente per una scossa di 7,8 gradi Richter

5 - 230 mila morti il 26 dicembre 2004 nel terremoto con tsunami di Sumatra

Il terremoto di 7 gradi del 12 gennaio 2010 nei pressi di Port-au-Prince ad Haiti si stima che abbia causato 223 mila morti e lo colloca in settima posizione

Redazione online

11 marzo 2011

 

 

 

 

cronologia

I terremoti in Giappone dal '95 a oggi

I sismi più recenti verificatisi nel Sol Levante. A Kobe nel 1995 morirono 6.500 persone

cronologia

I terremoti in Giappone dal '95 a oggi

I sismi più recenti verificatisi nel Sol Levante. A Kobe nel 1995 morirono 6.500 persone

MILANO - Ecco un elenco dei più recenti terremoti che hanno colpito il Giappone dal disastroso sisma che nel 1995 interessò la città di Kobe. Il più mortale avvenne il 1° settembre 1923: una scossa valutata di 7,9 gradi Richter causò 142.800 morti a Kanto, nell'area di Tokyo-Yokohama. La gran parte delle vittime fu in realtà provocata dagli incendi che devastarono le abitazioni in legno. Nella baia di Sagami le onde dello tsunami arrivarono a un'altezza di 12 metri.

9-10 agosto 2009 - due scosse di 7,1 e 6,1 nell'isola di Honshu a 170 km da Hamamatsu, il secondo terremoto provoca un morto

13 giugno 2008 - un terremoto di 6,9 Richter a 75 km da Morioka provoca almeno 13 morti. Il 23 luglio un'altra vittima per un sisma di 6,8 a 35 km da Morioka

25 marzo 2007 - Un sisma di magnitudo 6,9 colpisce la penisola di Noto, circa 300 chilometri a ovest di Tokyo, provocando la morte di una persona, il ferimento di oltre 200 e la distruzione di centinaia di case

16 luglio 2007 - Un terremoto di magnitudo 6,8 colpisce la prefettura di Niigata, circa 250 chilometri a nord-ovest di Tokyo, provocando la morte di 11 persone e il ferimento di 1.950. Il sisma provoca danni alla centrale nucleare più grande del mondo, con una modesta perdita radioattiva

16 agosto 2005 - Un violento sisma di 7,2 gradi Richter colpisce la regione nord-orientale dell'isola di Honshu, prefettura di Miyagi, provocando una trentina di feriti.

6 ottobre 2000 - Un sisma di 7,3 gradi nella prefettura di Tottori, sud-ovest dell'isola Honshu. 120 feriti.

23 luglio 2005 - Una ventina di feriti a Tokyo per un sisma di 6 gradi Richter.

20 marzo 2005 - Un morto e 400 feriti per un movimento tellurico di 7 gradi Richter nella regione meridionale di Fukuoka.

23 ottobre 2004 - 65 morti e circa 3 mila feriti e 100 mila sfollati per il sisma di 6,8 gradi nella regione di Niigata

25 settembre 2003 - Un morto e circa 500 feriti per un terremoto di 8,3 Richter nell'isola settentrionale di Hokkaido.

26 maggio 2003 - Un centinaio di feriti per un sisma di 7 gradi Richter nella provincia di Miyagi.

6 ottobre 2000 - Un centinaio di feriti per un terremoto di 7,3 Richter nella provincia di Tottori.

7 gennaio 1995 - Un sisma di 7,3 gradi Richter fa tremare Kobe, Osaka e Kyoto. Oltre 5 mila morti, più di 40 mila feriti, 250 mila case distrutte.

Redazione online

11 marzo 2011

 

 

 

 

REPUBBLICA

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2011-04-18

L'ALLARME

Fukushima, salgono le radiazioni

"Impossibile l'entrata dei tecnici"

Livelli maggiori che nei giorni scorsi: non si possono riprendere le operazioni per le riparazioni della centrale danneggiata dal terremoto. E la società Tepco ammette: servono almeno tre mesi per stabilizzare le emissioni

Fukushima, salgono le radiazioni "Impossibile l'entrata dei tecnici"

TOKYO - Cresce nuovamente l'allarme a Fukushima mentre la società che gestisce la centrale ammette che occorreranno almeno tre mesi per ottenere una riduzione costante delle radiazioni. Secondo l'Agenzia giapponese per la Sicurezza Nucleare,infatti, nei reattori numero uno e tre della disastrata centrale atomica sono stati rilevati elevati livelli di radiazioni in aumento rispetto ai giorni scorsi, e ciò impedisce ai tecnici di entrare nell'impianto per proseguire le riparazioni.

INTERATTIVO DELLA CENTRALE 1

Ieri due robot telecomandati si sono introdotti in entrambi i reattori danneggiati dallo 'tsunami' dell'11 aprile, e ne hanno misurato la radioattività. E' risultato che nel reattore uno le radiazioni oscillavano tra i 10 e i 49 millisievert l'ora, e nel tre tra i 28 e i 57. A sua volta la televisione pubblica nipponica 'Nhk' ha evidenziato l'incremento dei valori, giacchè in occasione della precedente misurazione, venerdì scorso, si era arrivati a una 'forbice' massima di 2-4 millisievert l'ora. Ieri la compagnia elettrica 'Tepco', che gestisce la centrale nucleare, aveva indicato in sei-nove mesi il periodo indispensabile per riportare l'impianto alla normalità, e in tre mesi quello necessario per porre in funzione un sistema di raffreddamento stabile nei tre reattori lesionati e nella vasca di contenimento delle barre di combustibile

esaurito, ma sempre radioattivo, nel reattore numero quattro.

(18 aprile 2011)

 

 

 

2011-04-17

FUKUSHIMA

Tepco: "Tre mesi per raffreddare i reattori"

Per stabilizzare l'impianto ne serviranno 6 o 9

La societrà che gestisce la centrale ha reso noto un piano con cui stima di fermare del tutto la perdita di radioattività nel giro di tre mesi. Il presidente dell'azienda annuncia le dimissioni, ma non indica la data

Tepco: "Tre mesi per raffreddare i reattori" Per stabilizzare l'impianto ne serviranno 6 o 9

TOKYO - Ci vorranno "sei-nove mesi" per mettere in sicurezza i reattori della centrale di Fukushima: è questo l'impegno della Tepco, a cinque settimane dal sisma e dallo tsunami che hanno provocato un'emergenza nucleare. Il colosso elettrico che gestisce il disastrato impianto giapponese ha reso noto un piano con cui stima di fermare del tutto la perdita di radioattività nel giro di tre mesi, contestualmente all'avvio del sistema "stabile di raffreddamento dei reattori e delle barre di combustibile".

Primo obiettivo: fermare le radiazioni. In base al piano illustrato in una conferenza stampa dai vertici della Tepco, il primo obiettivo è fermare la diffusione delle radiazioni ai diversi livelli, dall'acqua al sottosuolo. Per prevenire esplosioni di idrogeno, nei reattori uno, due e tre sarà immesso del nitrogeno. Poi si procederà al recupero dei detriti e alla copertura degli edifici che ospitano i reattori, danneggiati dalle esplosioni. Per quanto riguarda la stabilizzazione dei reattori, la Tepco ipotizza di arrivare all'"arresto a freddo entro sei-nove mesi". "È un passo importante", come ha sottolineato il ministro dell'Industria, Banri Kaieda. "perché rappresenta lo sforzo per passare dalla fase d'emergenza a una di lungo periodo di stabilizzazione e superamento della crisi".

Il presidente della Tepco annuncia le dimissioni. Nel corso della conferenza stampa, il presidente della Tepco, Tsunehisa Katsumata,

ha affermato che intende dare le dimissioni, ma non ha indicato una data. "Questa è la più grande crisi dalla fondazione della nostra compagnia, 60 anni fa, ha spiegato nella conferenza stampa in cui ha illustrato il piano, "mettere sotto controllo l'impianto e i problemi finanziari ad esso collegati sono problemi di difficile soluzione". Il livello di gravità dell'incidente nucleare di Fukushima è stato portato da 5 a 7 da governo nipponico, il più alto sulla scala internazionali Ines e alla pari con quello di Cernobyl del 1986.

(17 aprile 2011)

 

 

 

 

2011-04-13

IL CASO

Iniziato lo stoccaggio dell'acqua radioattiva

Nuova scossa di assestamento in Giappone

Pompato il liquido proveniente dal reattore due della centrale nucleare di Fukushima. La terra trema ancora, nessun ferito. Ancora da definire lo smantellamento degli altri reattori dell'impianto. Il climatologo Ferrara: "Livello 7 dell'incidente solo per lo iodio 131"

Iniziato lo stoccaggio dell'acqua radioattiva Nuova scossa di assestamento in Giappone I danni causati dal sisma e dallo tsunami in Giappone

TOKYO - Sono iniziate questa mattina le operazioni di pompaggio dell'acqua altamente radioattiva proveniente dal reattore numero 2 della centrale nucleare di Fukushima 1, che viene poi trasferita in un bacino di stoccaggio. L'operazione, riferisce l'agenzia stampa Kyodo, è iniziata in mattinata ed è proseguita malgrado la forte scossa di magnitudo 5,8 registrata questa mattina, che non ha provocato nessun ferito.

Il primo obiettivo fissato dalla Tepco, l'azienda che gestisce la centrale, è lo stoccaggio di 700 tonnellate di acqua altamente contaminata entro domani. L'acqua viene riversata in un condensatore dove, in tempi normali, il vapore prodotto dai reattori veniva convertito in forma liquida. L'acqua contaminata proviene dal nucleo del reattore 2, dove le barre di combustibile si sono parzialmente fuse. L'operazione, che durerà quindi una quarantina di ore, verrà poi estesa all'acqua contaminata contenuta anche negli edifici dei reattori 1 e 3, per un totale di 60mila tonnellate di liquido.

La rimozione dell'acqua fortemente radioattiva è necessaria in quanto la sua presenza ostacola gli sforzi per il raffreddamento dei reattori della centrale. Questi sforzi sono proseguiti durante la notte al reattore numero 4 dove sono state riversate 195 tonnellate di acqua fredda dolce nella vasca del combustibile nucleare esaurito.

L'operazione è stata avviata dopo che la temperatura

dell'acqua nella vasca è salito fino a 90 gradi, rispetto ad una norma di 20-30 gradi.

L'APOCALISSE IN GIAPPONE, LO SPECIALE 2

Per quanto riguarda lo smantellamento dei reattori 5 e 6 della centrale, non coinvolti nell'incidente, verrà presa una decisione dopo aver ascoltato i residenti dell'area: lo ha riferito Hidehiko Nishiyama, portavoce dell'Agenzia nipponica per la sicurezza nucleare.

Le stesse autorità nipponiche hanno innalzato il livello di gravità dell'incidente nucleare all'impianto di Fukushima, in seguito al terremoto dell'11 marzo 3, a 7, lo stesso di Chernobyl. Ma per il climatologo Vincenzo

Ferrara, dell'Enea, alla luce dei dati resi sui livelli di contaminazione radioattiva resi noti dal Giappone, la classificazione massima riguarda solo i livelli dello iodio 131.

Dire che le sostanze radioattive emesse a Fukushima sono state pari al 10 per cento di quelle di Chernobyl "equivale a dire - rileva Ferrara - che a Fukushima sono stati rilasciati nell'ambiente circa 1.400.000 teraBequerel (TBq) rispetto ai 14 milioni di TBq emessi a Chernobyl". Tuttavia, osserva, "a Chernobyl vi erano tantissimi tipi di radionuclidi", mentre, stando a quanto reso noto dalle autorità giapponesi, a Fukushima sono stati emessi solo iodio 131 e cesio 137. "Ebbene - continua l'esperto - le emissioni di 1.400.000 TBq di I-131 e di Cs-137 sono pari al 75 per cento delle analoghe emissioni di i-131 e di Cs-137 avvenute a Chernobyl".

Di conseguenza "se le emissioni totali di radioattività di Fukushima sono state finora pari al 10 per cento delle emissioni totali di radioattività di Chernobyl, le emissioni specifiche di iodio 131 e cesio 137 sono state, invece, pari finora a circa il 75 per cento di quelle di Chernobyl.

(13 aprile 2011)

 

Sismologo Usa

Giappone, l'accusa del sismologo

"Mappe sbagliate o obsolete"

Il professor Robert J. Geller, che insegna all'Università di Tokyo, scrive su Nature che le previsioni a lungo termine elaborate dal governo nipponico sono basate su dati errati. E fa l'esempio di Tokai, dove da 30 anni si aspetta un terremoto che non arriva

di ALESSIA MANFREDI

Giappone, l'accusa del sismologo "Mappe sbagliate o obsolete"

IL SISMA devastante che ha colpito il Giappone l'11 marzo scorso poteva essere previsto, in termini almeno generali. E la centrale nucleare di Fukushima avrebbe dovuto essere costruita in modo più sicuro, con ben altre precauzioni, per evitare il rischio di un disastro che ha ormai raggiunto, per stessa ammissione delle autorità giapponesi, il livello massimo di gravità, pari a Chernobyl.

E' un giudizio severo quello del professor Robert J. Geller, sismologo americano presso l'Università di Tokyo, che, in un commento pubblicato su Nature, striglia il sistema di allerta sismico giapponese, a suo parere, tutto da riformare. A partire dalle mappe nazionali delle zone a rischio sismico, basate su dati scientifici obsoleti; e dalla pretesa di fare previsioni a lungo termine usando metodologie fallaci, che portano ad ipotizzare eventi improbabili, come il famigerato "terremoto di Tokai", evocato come imminente da decenni e mai verificatosi.

Geller non è tenero nella sua analisi, partendo dalla premessa che negli ultimi 20 anni alcuni sismologi giapponesi avevano lanciato l'allarme sul rischio di violenti terremoti e tsunami nell'arcipelago, con possibili gravi incidenti nucleari, primo fra tutti quel Katsuhiko Ishibashi, uno dei massimi esperti di scienze della terra, le cui dichiarazioni premonitrici sono state riprese dalla stampa giapponese a caldo, subito dopo il terremoto. Voci rimaste inascoltate. Salco poi ritrovarsi, subito dopo il dramma che ha sconvolto il Giappone e l'intera comunità internazionale,

con decine di esperti che dichiaravano ai media l'imprevedibilità di simili catastrofi.

Il modello su cui si basano le mappe di rischio sismico create annualmente dal governo giapponese parte dal presupposto che i terremoti si verifichino seguendo schemi regolari. In base a questo concetto, le zone dove eventi sismici sono considerati maggiormente probabili in Giappone sono tre: Tokai, Tonankai e Nankai. Eppure dal 1979, rileva Geller, i terremoti che hanno causato 10 o più vittime in Giappone si sono verificati invece in zone ritenute a basso rischio, facendo saltare agli occhi l'inadeguatezza di tali strumenti. "Le previsioni di questi modelli non trovano riscontro nei dati effettivi", spiega l'esperto.

Se invece, argomenta il professore nel suo intervento, per valutare i rischi si fossero considerati parametri diversi, dati sismici globali e storici, relativi alla zona di Tohoku - la regione investita dall'ultimo sisma di magnitudo 9,1, colpita già nel 1896 da uno tsunami con onde alte fino a 38 metri - il disastro dell'11 marzo si sarebbe potuto "facilmente prevedere". Non certo con la certezza dell'epicentro, della gravità o del momento in cui ha colpito, ammette lo studioso, ma in termini più generali. "Visto che si sono verificati altri sismi di simile entità nel Pacifico, un terremoto di quella portata poteva essere atteso, ragionevolmente, con una certa probabilità in ognuna delle zone di subduzione - confini convergenti dove si scontrano due placche tettoniche - nel Pacifico", chiarisce ancora il professore.

Questo avrebbe permesso di potere adottare contromisure adeguate, da prendere in considerazione nella progettazione iniziale dell'impianto di Fukushima, che nelle ultime settimane ha rievocato lo spettro della tristemente famosa centrale ucraina.

Geller punta anche il dito contro il "paradosso" Tokai: di un possibile, imminente terremoto in quella zona si è parlato così spesso negli ultimi 30 anni da parte di funzionari governativi o scienziati legati ad enti di ricerca governativi, che è quasi divenuto una realtà nell'immaginario collettivo, invece di uno scenario puramente teorico. Per identificarne i possibili precursori nel 1978 è stata istituita un'apposita legge, che impone all'Agenzia Meteorologica Giapponese un monitoraggio continuo, 24 ore su 24 ogni giorno della settimana, sottolinea il professore, per individuare segnali dell'imminenza del sisma, con un preavviso di ore o di qualche giorno. Una legge che andrebbe ritirata, secondo Geller, perché inutile. E' tempo essere onesti con il pubblico, conclude l'esperto americano, e di ammettere i nostri limiti: quello che siamo in grado di sapere, ma anche il contrario. Tutto il Giappone è a rischio terremoti e, in buona sostanza, si dovrebbe dire alla gente di "prepararsi per l'imprevedibile". Con l'auspicio - è questa la conclusione dell'esperto - che "la ricerca in questo campo in futuro si basi sulla fisica, sia soggetta a revisioni imparziali, e condotta dai migliori scienziati giapponesi, non da burocrati senza volto".

 

2011-04-12

IL CASO

"Fukushima è come Chernobyl"

Allarme ufficiale dal Giappone

La comunicazione dalla Tepco e dal governo: è stato innalzato al "livello 7" l'incidente nucleare, il massimo raggiungibile. Ma le emissioni sono solo il 10% di quelle registrate nel 1986. "Effetti considerevoli su salute e ambiente". Nuova forte scossa: evacuata la centrale

La Scala degli Incidenti

"Fukushima è come Chernobyl" Allarme ufficiale dal Giappone

TOKYO - L'agenzia giapponese per la sicurezza nucleare ha innalzato al livello massimo di 7 la classificazione dell'incidente nucleare alla centrale di Fukushima seguito al terremoto e allo tsunami dell'11 marzo scorso 1, classificandola al pari del disastro di Chernobyl del 1986, il più grave mai verificatosi. La stima era stata anticipata dagli esperti e dalla stampa giapponese, ma è stata ora ufficializzata. "La perdita radioattiva non si è ancora arrestata completamente - ha detto ai giornalisti un funzionario della società - e la nostra preoccupazione è che possa anche superare Chernobyl". L'agenzia ha comunque precisato che il livello delle emissioni radioattive registrato dall'inizio dell'incidente equivale solo al 10% di quelle misurate nel 1986 dopo la catastrofe presso la centrale situata in Ucraina.

APOCALISSE IN GIAPPONE: LO SPECIALE 2 2

IL FOTORACCONTO 3

Questa mattina si è registrata una nuova forte scossa dopo il terremoto 4

del settimo gradi di ieri. La magnitudo è 6,3 con epicentro proprio nella prefettura di Fukushima. La Tepco, il gestore della centrale nucleare, ha ordinato ai lavoratori di evacuare l'impianto. E un incendio si è sviluppato questa mattina in uno degli edifici della centrale di Fukushima, ma è stato rapidamente spento. Lo ha reso noto la Tepco, società che gestisce l'impianto colpito. Le fiamme si sono sviluppate in un edificio vicino al serbatorio d'acqua del reattore numero 4, e, secondo Tepco, non hanno provocato mutamenti nel livello di radiazioni emesse dalla centrale.

Dall'11 marzo scorso, i sistemi di raffreddamento abituali dei reattori di Fukushima sono guasti, cosa che ha comportato esplosioni e fughe radioattive nell'atmosfera e nell'oceano pacifico. Circa 80.000 persone sono state evacuate in un raggio di 20 chilometri attorno alla centrale.

(12 aprile 2011)

 

 

 

2011-04-09

ENERGIA NUCLEARE

"Sicurezza da migliorare

ma rimane indispensabile"

Intervista con Matthew Bunn, docente di Harvard e tra i massimi esperti mondiali di politiche dell'atomo. "Per vincere la sfida climatica non possiamo farne a meno, ma non sottovalutiamo le minacce terroristiche" di VALERIO GUALERZI

"Sicurezza da migliorare ma rimane indispensabile" Matthew Bunn

ROMA - "Da un lato abbiamo una popolazione mondiale che continua a crescere e pretende di avere elettricità a basso costo. Dall'altro la minaccia dei cambiamenti climatici ci impone di ridurre drasticamente le emissioni. Per vincere questa sfida dobbiamo assolutamente sfruttare tutte le opzioni a disposizione, compresa quella nucleare, rendendo le centrali sicure". Nel muro contro muro tra nuclearisti e ambientalisti il professor Matthew Bunn 1, docente a Harvard, ex consulente della Casa Bianca per le politiche nucleari ed editorialista del Washington Post 2, si pone in una "insolita" posizione intermedia. Se non si nasconde certo dietro atti di fede cieca nell'affidabilità del nucleare, allo stesso tempo è scettico sulla possibilità di farne a meno.

Ritiene che il nucleare sia sicuro, malgrado l'incidente di Fukushima, o una minaccia come sostengono gli oppositori?

"La tragedia giapponese è lì a ricordarci che la sicurezza assoluta non c'è, ma a mio avviso bisogna prima chiedersi: sicurezza rispetto a cosa? Non dimentichiamo che tsunami e terremoto hanno fatto quasi 30 mila vittime, mentre per l'incidente alla centrale non è morto nessuno. Di contro negli Stati Uniti ogni anno migliaia di persone

muoiono per patologie legate alle polveri sottili emesse dalle centrali a carbone, senza contare gli effetti delle attività estrattive. Credo quindi che bisogna valutare attentamente potenziali rischi e benefici, tenendo conto del problema demografico e di quello climatico".

Sembra di capire che lei ritiene il nucleare una scelta obbligata, malgrado il disastro di Fukushima.

"Se guardiamo cosa serve per fermare il riscaldamento globale vediamo che occorrerebbero ogni anno nel mondo 25 o 30 nuove centrali. La tragedia giapponese ci dimostra anche però che serve una rete imponente di back up in caso di mancanza di corrente e che questo in alcune circostanze può non bastare. Dobbiamo quanto prima far partire una revisione di tutti i sistemi di sicurezza, garantendo in particolare che i sistemi di raffreddamento funzionino anche in caso di black out. Altri aspetti da approfondire sono la gestione delle barre di combustibile esausto e le piscine di raffreddamento. A occuparsi di queste verifiche dovrebbero essere commissioni indipendenti di esperti. In questo senso le recenti scelte fatte dall'Ue sugli stress test mi sembrano molto positive, ma non del tutto sufficienti. C'è bisogno di molta più collaborazione internazionale, anche per scongiurare la minaccia terroristica".

Lei è uno dei pochi a ricordare che il nucleare non pone solo una questione ambientale e di costi, ma anche di sicurezza rispetto alla minaccia terroristica. Su questo tema lei è stato ascoltato anche dal Senato di Washington.

"Abbiamo le prove che Al Qaeda già da diversi anni sta pensando sia a un attacco a una centrale nucleare sia a trafugare materiale per realizzare in proprio ordigni atomici. Purtroppo gli standard internazionali di sicurezza non sono uniformi e molti Paesi sottovalutano questo rischio, lasciando indifese le loro strutture. Bisogna assolutamente alzare la guardia, su questo aspetto c'è molto da fare per avviare una fondamentale collaborazione internazionale, ma dal punto di vista dei costi si tratterebbe di un aggravio sopportabile".

Il premio Nobel Carlo Rubbia propone come alternativa l'utilizzo del torio. La convince?

"E' un'opportunità importante, ma a mio avviso non risolverebbe tutte le problematiche di sicurezza. Inoltre per arrivare ad avere i reattori immaginati da Rubbia occorrerà molto tempo e non sono certo che quando li avremo saranno economicamente sostenibili".

Per il momento l'opinione pubblica comunque è molto più preoccupata dalla possibilità di nuove Chernobyl o nuove Fukushima. Davvero i futuri reattori di quarta generazione sono in grado di annullare questi rischi?

"I reattori di quarta generazione possono migliorare molto la sicurezza, ma già oggi ci sono impianti molto più sicuri di quello giapponese. Va anche detto però che nessuna tecnologia esistente oggi avrebbe saputo evitare una tragedia come quella avvenuta a Fukushima. Bisogna assolutamente ridurre i rischi di collasso del nocciolo investendo massicciamente in ricerca, ma senza sottrarre fondi alle rinnovabili e tanto meno all'efficienza energetica, senza dimenticare il CCS, la tecnologia per la cattura e lo stoccaggio sotterraneo della CO2. Ci serve tutto, dobbiamo usare tutte le opzioni a disposizione. Fukushima rende tutto più difficile, ma credo che paesi come Cina, India e Russia non si fermeranno".

(09 aprile 2011)

 

 

ECO LOGICA

Di Antonello Cianciullo

8

apr

2011

Fukushima: triplicati i limiti

imagesLa radioattività aumenta? Si triplicano i limiti della contaminazione ritenuta accettabile nel pesce. Le autorità giapponesi hanno deciso di aumentare, per i consumi interni, il livello di sicurezza della contaminazione del pesce da 600 Bq/kg a 2000 Bq/kg. Contemporaneamente sono state imposte restrizioni nella commercializzazione e nei consumi di pesce nella prefettura di Fukushima ed in altre tre prefetture limitrofe.

Scritto venerdì, 8 aprile 2011 alle 11:36 nella categoria

 

 

 

2011-04-08

GIAPPONE, TORNA LA PAURA

Esce acqua dalla centrale di Onagawa

quattro vittime per l'ultimo terremoto

L'ultima scossa che ha colpito ieri il paese ha provocato delle perdite d'acqua nella centrale nucleare. Nessun nuovo problema all'impianto di Fukushima, i controlli hanno avuto esito negativo. E dal 18 aprile la Toyota riprende la produzione

Esce acqua dalla centrale di Onagawa quattro vittime per l'ultimo terremoto La centrale di Onagawa

TOKYO - La terra trema ancora in Giappone e torna l'allarme per la stabilità delle centrali nucleari disseminate nell'arcipelago. Stavolta tocca a quella di Onagawa (prefettura di Miyagi) dove a seguito del forte terremoto di ieri, che ha avuto la magnitudo di 7.4 e che ha registrato finora tre morti e centinaia di feriti, sono state rilevate delle perdite d'acqua. La Tohoku Electric, il gestore dell'impianto già disattivato dopo il sisma/tsunami dell'11 marzo, ha fatto sapere che le perdite rilevate sarebbero 8-9, legate alle vasche di raffreddamento del combustibile spento dei reattori n.1 e 2. Tuttavia, la Tohoku ha precisato che non c'è stato alcun cambiamento dei livelli di radiazioni all'esterno della struttura.

Due delle tre fonti di energia esterne sono saltate per il sisma, lasciandone solo una al raffreddamento del combustibile spento le cui operazioni si sono fermate brevemente e poi ripartite: anche in questo caso, la radioattività non è aumentata. Una seconda fonte esterna a Onagawa, invece, è stata riattivata questa mattina, ha spiegato Hidehiko Nishiyama, portavoce dell'Agenzia nipponica per la sicurezza nucleare, ricordando che la struttura ha i generatori di riserva in ordine.

Quanto al terremoto di ieri, le vittime finora accertate sono quattro e Oltre 130 i feriti, secondo un primo bilancio della Protezione civile nipponica. Nella prefettura di Yamagata ha perso la vita una donna 63enne, mentre le vittime nella prefettura di Miyagi sono due uomini, di 85 e 79 anni, e una donna

di 83.

L'Agenzia per la sicurezza nucleare ha detto non ci sono stati danni alla centrale di Fukushima n.1, dove il personale era stato brevemente allontanato subito dopo la scossa, nell'incertezza sulla reale entità dell'allarme tsunami, prima del ritorno alle attività programmate. Oltre 3 milioni di famiglie, secondo le prime stime, sono rimaste senza elettricità. Terremoto e tsunami dell'11 marzo, intanto, hanno superato il totale di 27.000 tra morti e dispersi, secondo la polizia nazionale.

Inanto ci sono segnali di ripartenza per l'industria costretta a fermarsi in molte zone del paese dopo il sisma e lo tsunami dell'11 marzo scorso. La Toyota riprenderà il 18 aprile le attività in tutti i suoi impianti, ha detto lo stesso numero uno del gruppo, Akio Toyoda, spiegando che la produzione interesserà anche gli stabilimenti delle prefetture di Iwate e Miyagi, duramente colpiti dal doppio tragico evento. Le attività andranno avanti fino al 28 aprile, mentre è da definire l'operatività nel periodo di festività nazionale nota come Golden Week.

(08 aprile 2011)

 

 

 

 

 

2011-04-05

GIAPPONE

Iodio radiattivo 7,5 milioni oltre limite

La Tepco risarcirà la popolazione

La concentrazione di radiazioni è stata rilevata su un campione di acqua prelevato prima che la società che gestisce la centrale riversasse tonnellate di acqua radioattiva nell'Oceano Pacifico. Nuovo allarme nelle zone colpite: c'è rischio di un'epidemia di tifo fluviale

Iodio radiattivo 7,5 milioni oltre limite La Tepco risarcirà la popolazione

TOKYO - Ancora allarme per le radiazioni della centrale di Fukushima. Stando a quanto riporta la stampa nipponica, lo iodio radioattivo trovato nell'acqua marina dinanzi al reattore numero 2 dell'impianto atomico è 7,5 milioni di volte superiore al limite legale. Intanto la Tokyo Electric Power Co. (Tepco,), società che gestisce la centrale, pagherà un primo risarcimento provvisorio alla popolazione dell'area attorno all'impianto. Ma la radioattività non è l'unico pericolo: nelle zone devastate dal terremoto e dallo tsunami c'è il rischio che si sviluppi un'epidemia di tifo fluviale, una patologia tropicale causata da rickettsia tsutsugamushi, nota anche come tifo da acari o tifo tropicale. Una malattia che si diffonde in modo particolare in autunno e primavera. Intanto, dalla centrale danneggiata dal sisma e dallo tsunami dello scorso 11 marzo, è iniziato il travaso 1, nel Pacifico, di tonnellate di acqua contaminata.

AUDIO "Allarme mutazioni genetiche" 2

INTERATTIVO La situazione dei reattori 3

Allarme

radiazioni. Il campione di acqua nella quale è stata rilevata l'alta concentrazione di radiazioni è stato raccolto il 2 aprile, prima che la società che gestisce la disastrata centrale, la Tepco, cominciasse a riversare tonnellate di acqua radioattiva nell'Oceano Pacifico. Il rilascio di acqua contaminata in mare è una violazione senza precedenti delle normative di sicurezza, ma è stato ritenuto inevitabile: il governo ha giustificato l'azione come una sorta di male minore; e nonostante il governo nipponico abbia assicurato che non c'è alcun rischio per la salute, la Corea del Sud ha già protestato ufficialmente. E l'allarme cresce. La prefettura di Fukushima ha cominciato a misurare i livelli di radiazione nei campi da gioco delle scuole: nei prossimi due giorni, più di 1.400 scuole e asili nido saranno testati per rispondere al'ansia crescente dei genitori, ma il governo continua a ripetere che non ci dovrebbe essere alcun rischio se i bambini vengono tenuti fuori di una raggio di 30 chilometri dall'impianto.

La Tepco offre risarcimenti. Intanto la società ha annunciato l'intenzione di pagare indennizzi, probabilmente a partire dalla fine del mese, ai residenti e agli agricoltori che abitano attorno all'impianto (rimborsi per le spese mediche, per il reddito perso a causa dell'evacuazione e per il costo della vita dopo le nuove linee guida imposte dal governo); ma non è chiaro dove l'azienda troverà i soldi considerato che continua ad affondare in borsa (oggi ha toccato il record storico negativo). Il ministro dell'Economia, Banri Kaieda, ha affermato in una conferenza stampa che è stato il governo a ordinare il pagamento di un primo risarcimento. La Tepco ha iniziato dal 31 marzo il pagamento di 20 milioni di yen ad ognuna delle nove municipalità dove è scattato l'ordine di evacuazione. Ma il sindaco di Namie, Tamotsu Baba, ha rifiutato di ricevere il denaro affermando che prima di tutto devono essere risarciti i residenti.

Riscio epidemia. L'allarme di un'epidemia di tifo fluviale - scrive lo Spiegel online - è stato dato dall'istituto nazionale giapponese di malattie infettive: il contagio avviene generalmente per penetrazione delle rickettsie (microorganismi a metà tra virus e batteri) in seguito alla puntura di acari trombiculidi infetti. La malattia si manifesta nel giro di tre settimane con vesciche e ulcere, febbre elevata e cefalea intensa. Un primo caso, riporta l'agenzia Giapponee Jiji Press è stato diagnosticato nella provincia di Fukushima il 22 marzo in un uomo di 70 anni, già in terapia con antibiotici.

(05 aprile 2011)

 

 

2011-04-04

NUCLEARE

Fukushima, l'annuncio della Tepco

"Versiamo acqua radioattiva nell'Oceano"

Pressing del governo sul gestore dell'impianto atomico. Falliti i tentativi di tappare la falla. Radiazioni oltre la norma fuori dal raggio di sicurezza di 30 km

Fukushima, l'annuncio della Tepco "Versiamo acqua radioattiva nell'Oceano"

TOKYO - La Tepco, il gestore dell'impianto nucleare di Fukushima, ha cominciato a riversare acqua radioattiva direttamente nell'oceano Pacifico.

Sono dunque falliti i due tentativi di bloccare la fuoriuscita di acqua contaminata da una crepa di 20 centimetri del reattore numero due della centrale. I tecnici giapponesi hanno tentato invano di iniettare del cemento nella fessurazione per otturare la falla dalla quale il liquido continua a riversarsi direttamente nell'oceano.

Oggi stato deciso di iniettare del colorante bianco sulle bolle d'acqua risalenti dal basso per riuscire ad individuare eventuali ulteriori fonti di fuga dell'acqua radioattiva. "Non ci sono state variazioni significative nel volume della fuga. Non siamo riusciti a fermare la fuoriuscita d'acqua", ha ammesso un portavoce della Tepco.

Intanto radiazioni superiori alla norma sono state rilevate appena fuori dal raggio di 30 km da Fukushima. A seguito della perdita di materiale radioattivo causata dai danni del sisma e dello tsunami dell'11 marzo le autorità nipponiche avevano disposto l'evacuazione nel raggio di 20 km dalla centrale di Fukushima, più altri 10 km di cosiddetta "area di rispetto".

Greenpeace, sulla base delle analisi effettuate intorno al sito, aveva chiesto l'estensione della zona di evacuazione fino a 40 km, diventati addirittura 80 km secondo le valutazioni fatte dagli Stati Uniti che avevano così causato qualche scintilla nei rapporti con l'alleato giapponese.

(04 aprile 2011)

 

 

 

 

 

2011-04-03

GIAPPONE

Fukushima, trovati morti 2 operai scomparsi

Fallito tentativo di fermare fuga radioattiva

I cadaveri sono stati recuperati mercoledì scorso e pare siano morti un'ora dopo il sisma. I tecnici della Tepco non sono riusciti a sigillare la perdita di acqua

Fukushima, trovati morti 2 operai scomparsi Fallito tentativo di fermare fuga radioattiva

TOKYO - Erano scomparsi l'11 marzo, giorno del sisma. Due operai della centrale nucleare di Fukushima sono stati ritrovati morti. I cadaveri dei due, di 21 e 24 anni, sono stati recuperati mercoledì scorso, dopo il drenaggio dell'acqua contaminata che aveva invaso un sotterraneo. In una conferenza stampa, la Tepco ha spiegato che i suoi due dipendenti avevano riportato gravi ferite e sarebbero morti per annegamento. Dall'autopsia, eseguita dopo la decontaminazione, sembra che siano morti un'ora dopo il terremoto. Erano addetti alla manutenzione delle turbine del reattore numero 4.

I tecnici della Tepco, intanto, non sono riusciti a sigillare la perdita di acqua radioattiva da uno dei pozzetti per la manutenzione del reattore numero 2 della centrale nucleare di Fukushima, riporta il quotidiano britannico The Independent. I tecnici hanno riempito il pozzetto di cemento ma non sono riusciti ad asciugarlo completamente: il passo successivo è stato quello di iniettare un polimero altamente assorbente nelle tubazioni che collegano il pozzo al resto del reattore, ma non è ancora chiaro se il tentativo sia stato coronato da successo. L'acqua radioattiva - proveniente probabilmente dal nucleo del reattore, gravemente danneggiato - si disperde velocemente in mare e non dovrebbe rappresentare un rischio per l'ambiente: tuttavia costituisce un pericolo per i tecnici al lavoro nella centrale.

(03 aprile 2011)

 

2011-04-01

EMERGENZA IN GIAPPONE

Fukushima, contaminata la falda

L'appello disperato del sindaco

Il primo cittadino di Minamisoma, vicina alla centrale. "Non funzionano i mezzi, soccorsi difficili. Ci manca il cibo. Non abbiamo informazioni"

dal nostro inviato PIETRO DEL RE

Fukushima, contaminata la falda L'appello disperato del sindaco La centrale di Fukushima vista dall'alto

TOKYO - Il peggio è forse già accaduto, a prescindere da quanto sostiene l'azienda che gestisce la centrale nucleare di Fukushima. In altre parole, è verosimile che la falda acquifera sottostante all'area degli impianti sia già stata contaminata da materiale radioattivo, anche se a riguardo la Tepco aveva fornito dati che potevano sembrare aberranti. A dirlo è stato Hidehiko Nishiyama, portavoce dell'Agenzia per la sicurezza nucleare giapponese, auspicando nuove misure della quantità di Iodio radioattivo rinvenuta nella falda, inizialmente valutata dalla Tepco pari a 10.000 volte i limiti legali.

LE IMMAGINI: LA CENTRALE VISTA DAI DRONI 1

L'abnorme presenza di Iodio 131 è stata confermata nella falda, così come di tellurio, molibdeno e zirconio. Roberto Mezzanotte, già direttore del Dipartimento delle Scienze nucleari dell'Ispra, azzarda l'ipotesi seguente: "A Fukushima, che si trova a poche decine di metri dal Pacifico, la falda è piuttosto superficiale. È perciò probabile che l'enorme quantità d'acqua usata per raffreddare il reattore 1 vi sia poi penetrata attraverso una qualche via d'uscita, così com'è anche defluita nel mare". Non dovrebbe quindi essere finito il nocciolo stesso nella falda acquifera, o quanto meno non ancora, bensì l'acqua che è entrata in contatto con

lui, caricandosi di particelle radioattive.

"Siamo abbandonati a noi stessi, e rischiamo di morire di fame". Comincia così il drammatico appello lanciato su YouTube da Katsunobu Sakurai, sindaco di Minamisoma, una città nella zona compresa nell'anello fra i 20 e i 30 chilometri di distanza dalla centrale danneggiata. Ora, se l'area nel raggio di 20 chilometri è stata interamente evacuata, in quella dei successivi dieci chilometri agli abitanti è stato solo suggerito di evacuare altrove, altrimenti devono rispettare l'ordine di rimanere chiusi in casa. Il sindaco accusa il governo di Tokyo e la Tepco di non fornire informazioni sufficienti, di non provvedere agli approvvigionamenti dei beni di prima necessità e di non fornire neanche i mezzi necessari a chi volesse andare via ma non ha un'auto per farlo.

L'APPELLO VIDEO DEL SINDACO 2

Dice ancora il sindaco: "Molti abitanti della zona cercano di fuggire con propri mezzi malgrado il pericolo di radiazioni. A complicare la situazione c'è il fatto che non vi sono più mezzi pubblici funzionanti". In questo filmato di una decina di minuti e sottotitolato in inglese, il primo cittadino spiega anche come i volontari e gli operatori che consegnano gli aiuti umanitari sono costretti a entrare in città a proprio rischio e pericolo. "Perciò, da un giorno all'altro, molti di noi possono davvero ritrovarsi senza più nulla da mangiare".

Ieri, intanto, allo scopo di tranquillizzare la popolazione, il premier Naoto Kan ha detto che seguendo i consigli delle autorità i giapponesi non correranno alcun rischio di essere esposti a livelli pericolosi di radioattività. Kan ha però poi ammesso che "portare la centrale sotto controllo sarà una battaglia lunga e dura. Allo stato, non possiamo dire che la struttura sia stata stabilizzata a sufficienza, ma ci stiamo preparando nel migliore dei modi per portarla sotto controllo".

Il ministero dei Trasporti ha rivelato che lo tsunami dell'11 marzo scorso è arrivato a più di 40 chilometri all'interno delle coste nord-orientali del Giappone, perché l'acqua di mare si è infiltrata nei corso dei fiumi. Il Tone, nella provincia di Chiba, è cresciuto di mezzo metro a 44 chilometri dal suo estuario.

Diventa sempre più concreta l'ipotesi di una parziale nazionalizzazione della Tepco, in previsione dei pesanti oneri che la compagnia dovrà sostenere a seguito dei problemi della centrale nucleare. La più grande utility asiatica dice di possedere l'equivalente di circa 18 miliardi di euro di prestiti d'emergenza concessi dalle principali banche nipponiche per coprire i costi crescenti, ma le richieste di risarcimento potrebbero da sole superare i 96 miliardi di euro.

(01 aprile 2011)

 

 

2011-03-30

GIAPPONE

Fukushima, verso smantellamento reattori

triplicati i livelli di iodio radioattivo

Nell'acqua del mare è stato rilevato un tasso 3.355 volte superiore alla norma. Il governo valuta la possibilità di smantellare tutti i reattori dell'impianto e ordina una revisione degli standard di sicurezza di tutte le centrali. Si aggrava il bilancio delle vittime: 11.232 morti e 16.361 dispersi

Fukushima, verso smantellamento reattori triplicati i livelli di iodio radioattivo

TOKYO - Il governo giapponese adotta la linea drastica nei confronti della centrale nucleare di Fukushima, danneggiata dal sisma e dallo tsunami dello scorso 11 marzo. E considera l'ipotesi di smantellare tutti e sei i reattori dell'impianto Daiichi, ha detto il portavoce del governo giapponese citato dall'agenzia Kyodo News. In giornata la Tepco aveva annunciato di voler smantellare solo quattro reattori. Intanto da Tokio è arrivato l'ordine di controllare tutti i reattori nucleari del paese per garantire che in futuro non vi saranno nuovi disastri nucleari. In una lettera indirizzata ai direttori generali delle nove società di servizio regionale che operano nel comparto atomico in Giappone, il ministro del Commercio e dell'Industria, Banri Kaieda, ha riferito che "tutti e 50 i reattori attualmente in uso" nel paese "devono essere controllati senza indugio".

Un tasso di iodio radioattivo 3.355 volte superiore alla norma è stato rilevato nell'acqua di mare prelevata a 300 metri a sud dell'impianto, ha annunciato la Tepco. Si tratta del livello più alto di iodio 131 rilevato dall'inizio dell'emergenza. Domenica scorsa il tasso registrato era di 1.850 volte superiore alla norma. E in giornata il fumo è riapparso dall'edificio delle turbine della centrale. Il vicedirettore dell'Agenzia, Hidehiko Nishiyama, minimizza ricordando che la popolazione locale è stata allontanata e l'attività di pesca nella zona è stata vietata. Ma ammette anche di non conoscere le cause dell'aumento

del livello di radiazioni. Ed è l'ennesima incognita di questa sciagura. "Dobbiamo capire al più presto".

Si aggiorna intanto la tragica conta delle vittime della catastrofe dell'11 marzo: sono 11.232 i morti e 16.361 i dispersi. Solo nella provincia di Miyagi le vittime sono state 6.843. In quella di Iwate i morti accertati sono 3.301 mentre nella provincia di Fukushima sono 1.030.

E per la prima volta dall'inizio della crisi, livelli di radiazione sono stati rilevati su Pechino e su alcune zone del nord e dell'ovest della Cina. Si tratta comunque, hanno precisato le autorità locali, di tracce minime di materiale radioattivo. In totale, livelli molto bassi di iodina 131 sono stati rilevati in 14 delle 30 divisioni amministrative del Paese.

(30 marzo 2011)

 

 

2011-03-28

GIAPPONE

"A Fukushima parziale fusione"

Nuova forte scossa di terremoto

Il governo spiega con l'alterazione delle barre di combustibile l'alta radioattività dell'acqua nel reattore 2 assicurando che si tratta di un "fenomeno temporaneo". La radioattività sale improvvisamente. Scossa di intensità pari a 6,5 Richter. Né vittime né danni

"A Fukushima parziale fusione" Nuova forte scossa di terremoto Il reattore 4 della centrale di Fukushima

TOKYO - Livelli di radiazioni altissimi a Fukushima e una nuova forte scossa di terremoto. Le notizie che arrivano dal Giappone alimentano la preoccupazione, soprattutto per quanto riguarda la centrale nucleare gravemente danneggiata dal sisma e dallo tsunami dell'11 marzo. Malgrado gli sforzi dei tecnici, la situazione nell'impianto di Fukushima non sembra migliorare. Il governo di Tokyo ha fatto sapere che l'alta radioattività dell'acqua nel reattore n.2 della centrale potrebbe essere dovuta "alla parziale fusione delle barre di combustibile". Un fenomeno che il capo di gabinetto, Yukio Edano, definisce "temporaneo". Ma i tecnici della Tepco hanno intanto rilevato un "balzo" del livello di radioattività che fuori al reattore 2 ha superanto quota 1.000 millisievert/ora.

E nel nord-est del Giappone la terra continua a tremare. Una scossa di magnitudo 6,5 Richter è stata registrata al largo delle coste già devastate. Un allarme tsunami è stato lanciato e revocato dopo breve tempo per la prefettura di Miyagi. Il sisma, il cui epicentro è stato localizzato a oltre 17 chilometri di profondità, non ha provocato vittime né danni. Secondo le autorità va considerato come una replica di quello dell'11 marzo che raggiunse magnitudo 9.

Tornando alla situazione a Fukushima, va segnalato che nell'acqua di mare prelevata a 30 metri di distanza dai reattori 5 e 6 è stato rilevato un tasso di iodio 131 superiore al normale di ben 1.150 volte. L'Agenzia per

la sicurezza nucleare nipponica ha precisato che fino ad ora i test erano stati praticati nella parte sud dell'impianto, nei pressi dei reattori 1-4, i più danneggiati: qui il livello di iodio 131 nell'ultima rilevazione è risultato 2.000 volte superiore al normale.

Sui livelli di radioattività c'è stata molta confusione. Ieri la Tepco, la società che gestisce la centrale, aveva chiesto scusa per gli errori 1 commessi annunciando un tasso di radioattività 10 milioni di volte superiore alla norma al reattore numero 2 per poi correggersi e ridimensionare il dato a 100 mila volte. Uno sbaglio che oggi il governo ha definito "inaccettabile": "Anche se l'enorme impegno di chi lavora sul sito può aiutare a spiegare l'errore, c'è da considerare che la verifica delle radiazioni è una condizione importante per la sicurezza: questo tipo di errore è assolutamente inaccettabile", ha affermato il portavoce Edano.

(28 marzo 2011)

 

 

2011-03-27

GIAPPONE

Fukushima: radioattività altissima, via i tecnici

La Tepco chiede scusa, la stima era sbagliata

Le radiazioni nell'acqua al reattore n.2 della centrale sono 10 milioni di volte più alte del normale. Gli esperti: "E' fusione parziale del nocciolo". Proteste contro il nucleare a Nagoya e Tokyo. E il gestore dell'impianto ammette l'error. Probabile si sia verificata la fusione parziale del nocciolo

Fukushima: radioattività altissima, via i tecnici La Tepco chiede scusa, la stima era sbagliata

TOKYO - La radioattività dell'acqua al reattore n.2 della centrale di Fukushima è estremamente elevata ed è pari a 10 milioni di volte i livelli normali. Lo riferisce l'Agenzia per la sicurezza nucleare, secondo cui si è resa necessaria l'evacuazione immediata dei circa 500 tecnici al lavoro per raffreddare gli impianti danneggiati dal terremoto e dallo tsnumani dell'11 marzo. E la Tepco, il gestore della centrale nucleare di Fukushima, si scusa e ammette l'errore della sua stima.

Il livello di iodio-131 è talmente alto da far ipotizzare all'Agenzia che si sia verificata una fusione parziale del nocciolo. L'emergenza contaminazione dunque si fa sempre più acuta, mentre i tentativi di messa in sicurezza sono frenati dalla minaccia radiazioni: proprio oggi era in programma il passaggio dalle autobotti dei pompieri alle pompe elettriche per iniettare acqua nei reattori, per accelerare i tempi ed evitare così ulteriori ritardi. Le fonti di perdita di materiale nocivo restano ancora da individuare.

A rafforzare le preoccupazioni giungono le parole del capo della Aiea, l'Agenzia internazionale per l'energia atomica, secondo il quale la crisi all'impianto giapponese potrebbe durare ancora settimane, se non addirittura mesi. "Siamo ancora lontani dalla fine dell'incidente", ha affermato Yukiya Amano, intervistato dal New York Times.

In questa situazione fonti del governo di Tokyo prospettano una riflessione generale sulla materia: "La priorità è ora

risolvere l'emergenza di Fukushima, poi si dovrà fare una revisione ad ampio raggio sul nucleare", affermano a proposito di ruolo e poteri delle Authority di settore in Giappone che non esclude gli stessi operatori, tra cui la Tepco che gestisce l'impianto di Fukushima. Della riflessione faranno parte gli operatori, a maggior ragione dopo il comportamento e le misure non sempre dal carattere chiaro e appropriato messe in campo dalla Tepco, prima utility del Paese. Anzi proprio con la compagnia, le stesse fonti hanno ammesso che "ci sono state delle incomprensioni".

Il dramma di Fukushima ha indotto il movimento antinuclearista giapponese alla mobilitazione. Centinaia di persone sono scese in piazza oggi a Nagoya, nel centro del Paese, e a Tokyo per chiedere l'abbandono delle centrali nucleari. In una nazione dove i cortei di questo tipo sono sempre stati rari e poco partecipati, almeno 300 manifestanti si sono riuniti a Nagoya rispondendo all'invito di studenti preoccupati dalla situazione. "Non vogliamo un'altra Fukushima", hanno scandito i dimostranti chiedendo la chiusura della centrale di Hamaoka situata a 120 chilometri da Nagoya, sulla costa sud dell'isola di Honshu, e pure a rischio sisma. A Tokyo circa 300 persone hanno sfilato nel quartiere chic di Ginza scandendo slogan come "Non abbiamo bisogno del nucleare".

(27 marzo 2011)

 

2011-03-25

GIAPPONE

Fukushima, gravità potrebbe salire a 6

probabili danni alla vasca del reattore 3

L'Agenzia per la sicurezza nucleare non esclude di portare al penultimo gradino della scala di valutazione l'incidente alla centrale. Il governo invita alla "evacuazione volontaria" fino ai 30 chilometri dall'impianto. Oltre 27 mila morti e dispersi. Kan: "Situazione ancora imprevedibile"

Fukushima, gravità potrebbe salire a 6 probabili danni alla vasca del reattore 3

TOKYO - Prima l'Agenzia giapponese per la sicurezza nucleare indica che potrebbe rialzare da 5 a 6 su una scala di 7 il livello di gravità dell'incidente alla centrale di Fukushima. Poi arriva la notizia che potrebbe essere stato danneggiato il contenitore delle barre di combustibile del reattore numero 3. La situazione rimane critica, tanto che il governo nipponico invita alla "evacuazione volontaria" fino ai 30 chilometri dall'impianto, sostenendo che l'obiettivo è "migliorare la qualità della vita quotidiana" e che la scelta non è "legata a motivi di sicurezza". Ad aumentare l'allarme ci sono anche i risultati delle analisi su legumi provenienti da Tokyo, ma non destinati alla vendita in cui per la prima volta è stato riscontrato un livello superiore al limite consentito di radioattività. Citando il ministro della Sanità, i mezzi di informazione locali hanno riferito che si tratta di un legume con foglie verdi, il komatsuna, coltivato in un centro ricerche a Edogawa, nella periferia di Tokyo e a 250 chilometri dalla centrale nucleare di Fukushima. Secondo la televisione pubblica Nhk, non ci sono rischi sulla salute.

Non si placano, dunque, le preoccupazioni legate alla centrale, come conferma l'ultima dichiarazione del premier giapponese, Naoto Kan: "La situazione è ancora molto imprevedibile. Stiamo lavorando affinché non peggiori. Dobbiamo continuare ad essere estremamente vigili", ha detto il capo del governo nel corso di una conferenza

stampa.

L'Agenzia per la sicurezza nucleare (Nisa) aveva assegnato un rating provvisorio di 5 ("incidente con più ampie conseguenze") lo scorso 18 marzo, a una settimana dal sisma e dallo tsunami che hanno messo fuori uso l'impianto di raffreddamento della centrale e causato gravi danni ad alcuni dei suoi reattori. Ora, dopo la raccolta di dati sui livelli di radioattività nelle zone limitrofe, pensa di portarlo a 6 ("grave incidente"). "Il rating attuale e provvisorio si basa sulle informazioni disponibili al momento della valutazione", ha spiegato Hidehiko Nishiyama, portavoce della Nisa, in una conferenza stampa. "La situazione rimane fluida e per la valutazione finale è necessario attendere che la situazione si stabilizzi e che tutti i dati sulle radiazioni diventino disponibili", ha concluso.

I giudizi sulla gravità degli incidenti nucleari sono emessi secondo la International Nuclear and Radiological Event Scale (Ines), una scala introdotta dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea, che fa capo all'Onu), per consentire la comunicazione tempestiva delle informazioni rilevanti sulla sicurezza in caso di incidenti nucleari. La Ines si compone di 7 livelli: finora quello più grave, il settimo, è stato assegnato al disastro di Chernobyl del 26 aprile del 1986.

Nella centrale si continua a lavorare per cercare di raffreddare i reattori. Il reattore che crea le maggiori preoccupazioni è sempre il numero 3, da dove ieri i tecnici erano stati allontanati 1. Due erano venuti in contatto con acqua contaminata ed erano stati ricoverati. Agli sforzi per evitare una catastrofe nucleare, partecipano anche le truppe statunitensi, che forniranno acqua per raffreddare i reattori.

Due settimane dopo la catastrofe la polizia giapponese ha aggiornato il bilancio delle vittime: i morti accertati sono 10.035 e altre 17.443 risultano ancora disperse.

In Cina radiazioni che superano "in modo consistente" i limiti sono state riscontrate su due passeggeri giapponesi arrivati all'aeroporto di Wuxi, nell'est. L'organismo preposto alla supervisione, ispezione e quarantena ha fatto sapere che ai due è già stata fornita assistenza medica e ha assicurato specificando che non c'è alcun rischio di contaminazione con altri. Livello anomalo di radioattività anche su una nave merci giapponese giunta lunedì nel porto di Xiamen, nella provincia orientale cinese del Fujian. Il cargo era partito dagli Stati Uniti, fermandosi poi in Giappone lo scorso 17 marzo e lo stesso giorno era salpato alla volta della Cina.

(25 marzo 2011)

 

2011-03-22

GIAPPONE

Sale livello radioattivo a Fukushima

Nuove scosse, la terra trema ancora

Passi avanti nel collegamento dei reattori alla linea elettrica. Ancora fumo dall'impianto. "Materiale radioattivo" nell'acqua di mare della zona. Le autorità rassicurano la popolazione e non bloccano la vendita di pesce. La Borsa di Tokyo guadagna il 4,36%. Nube in arrivo in Italia, Ispra: "Nessun rischio per la salute"

Sale livello radioattivo a Fukushima Nuove scosse, la terra trema ancora Il vapore bianco radioattivo che fuoriesce dai reattori 2 e 3

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L'esplosione

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La centrale in 3D

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Gli eroi del Giappone

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Le carcasse dei reattori

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Minanisoma prima, durante e dopo

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I sette giorni più lunghi

* Saitama, lo stadio-rifugio dei contaminati

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Saitama, rifugio dei contaminati

* Giappone, ora è allarme contaminazione nucleare

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Allarme contaminazione nucleare

* Panico nucleare a Tokyo, negozi presi d'assalto

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Panico nucleare a Tokyo

* Fukushima, in fila davanti allo scanner

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In fila davanti allo scanner

* Fukushima, i danni ai reattori

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I danni ai reattori

* Fukushima, paura per la centrale nucleare

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Paura per la centrale nucleare

* L'incubo di un'altra Cernobyl torna a far paura al Pianeta

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* Cosa succede senza il nucleare

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* Paura e speranza a Fukushima Più di 15mila finora le vittime

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* Il dovere della paura

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* Veronesi: propongo moratoria ma io non rinnego l'atomo

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* Fukushima, innalzato il livello di gravità Naoto Kan: "Ricostruiremo il Giappone"

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* Raffreddati due reattori, torna l'elettricità Tokyo, tracce di radioattività nell'acqua

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Tokyo, radioattività nell'acqua

* Fukushima, allarme per i reattori 2 e 3 Sospesa distribuzione latte e verdura

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Allarme per i reattori 2 e 3

TOKYO - Undici giorni dopo la devastazione, in Giappone la terra continua a tremare. Oggi, alle 16,18 ora locale (le 8,18 in Italia), una scossa di terremoto di magnitudo 6.6 della scala Richter è stata registrata al largo dell'isola Honshu. Secondo quanto riferito dallo U.S Geological Survey, l'epicentro è stato localizzato a una profondità di dieci chilometri. Alle 18,44 locali un secondo terremoto di magnitudo preliminare 6.2 è stato avvertito soprattutto nelle prefetture di Miyagi e Fukushima, con epicentro a circa 200 chilometri al largo della costa di Iwate, nelle acque del Pacifico. Alle 17,33, sempre locali, è stato il turno della prefettura di Ibaraki, dove è stata rilevata una scossa più leggera, di magnitudo 4.7.

La sfida del Giappone resta cercare di stabilizzare la centrale nucleare di Fukushima. E' una corsa contro il tempo. Mentre vapore bianco radioattivo, probabilmente proveniente dalla vasca del combustibile esausto, continua a uscire dai reattori 2 e 3, il livello di radioattività è aumentato notevolmente nell'area intorno all'impianto. A peggiorare le cose è stata anche la pioggia che negli ultimi due giorni si è abbattuta sulla zona. Il "materiale radioattivo" è caduto a terra ed è stato rilevato nell'acqua di mare della zona. Il portavoce governativo Yukio Edano ha affermato che, nonostante l'allarme per il cibo 1 lanciato ieri, per il momento non verrà estesa la "zona di esclusione" intorno alla centrale. Intanto la nube tossica ha cominciato il suo lungo viaggio intorno al mondo. Oggi è di passaggio sull'Islanda dove sono state rilevate minuscole particelle radioattive, domani sorvolerà la Francia per poi arrivare, tra domani e dopo, anche sull'Italia.

Il ministro giapponese dell'Industria, Banri Kaieda, parla di situazione "difficile" proprio mentre a Fukushima continuano le operazioni di raffreddamento dei reattori. I cannoni ad acqua sono ancora spenti, in attesa di una decisione da parte della Tepco (Tokyo Electric Power) che però rassicura la popolazione sui "progressi" tecnici in atto. Dalla Cina intanto si aspetta un'autopompa speciale dotata di un enorme braccio articolato alto 62 metri e che servirà per lanciare altra acqua. Secondo l'agenzia Kyodo, la fonte di alimentazione esterna ora è disponibile per cinque dei sei reattori. L'elettricità dovrebbe consentire di mettere in moto le pompe di raffreddamento e vincere la battaglia iniziata, si è appreso solo oggi, con un'onda di mare alta almeno 14 metri. "Ne abbiamo trovato traccia anche nel parcheggio, che si trova appunto ad un'altezza di 14 metri", ha detto un portavoce della Tepco.

La contaminazione. I nuovi, alti livelli di iodio e di cesio radioattivi sono stati rilevati in 47 prefetture tra cui quella di Tokyo, a 240 chilometri più a sud. In ogni caso, assicurano le autorità, non sono tali da costituire una minaccia per la salute della popolazione. Le concentrazioni di iodio 131 e di cesio 134 riscontrate nell'acqua marina nella zona vicina l'impianto erano ieri sera rispettivamente 126,7 volte e 24,8 volte più elevate rispetto al livello massimo stabilito dal governo nipponico. Tracce di cobalto 58, infine, sono state rilevate anche in un campione di acqua prelevato nei pressi dell'impianto. Il ministero della Scienza e Tecnologia ha precisato che provvederà a esaminare l'acqua nel raggio di 10-30 chilometri dalla centrale.

La pesca. L'Agenzia per la sicurezza nucleare nipponica ha avvisato il ministero dell'Agricoltura delle conseguenze possibili per l'industria dei frutti di mare. Ma il governo non ritiene in questa fase necessario porre limitazioni alla vendita di pesce. L'ha detto oggi in una conferenza stampa il portavoce dell'esecutivo Yukio Edano: "Allo stadio attuale non posso escludere (una futura limitazione alla vendita) tuttavia, in questa fase, non siamo in condizioni tali che la richiedano. In ogni caso, siamo in una fase in cui è necessario raccogliere più dati o far proseguire le analisi degli esperti". Edano ha definito, comunque, le concentrazioni di radioattività non tali da provocare effetti sulla salute. E ieri i pescherecci scampati 2 allo tsunami sono tornati in mare.

Il bilancio. Il Giappone continua a contare le sue vittime. Sono 22 mila le persone morte o disperse. Il bilancio è di 9.080 Vittime in 12 prefetture, mentre sono 13.561 I dispersi. Il ministero della pubblica istruzione giapponese ha avvertito che il numero di bambini morti "aumenterà inevitabilmente", considerando la mole di dispersi registrata in queste ore dalle autorità. Sono state danneggiate e sommerse dalle onde dello tsunami anche 5.682 scuole in 23 prefetture. Altre 3.379 scuole sono invece state chiuse dal governo nipponico. Degli 8.360 corpi sui quali la polizia locale ha svolto autopsie, solo 4.670 Sono stati identificati. Si parla poi di 270mila sfollati, dei quali la prefettura di Osaka ha iniziato ad accettare le domande di assegnazione per abitazioni popolari che il governo giapponese offrirà gratuitamente.

L'economia. Sul fronte economico da registrare il rialzo della Borsa di Tokyo: alla ripresa degli scambi dopo la festività dell'Equinozio, l'indice Nikkei ha chiuso in progresso del 4,36%, intorno ai massimi di seduta. I listini sono stati sostenuti dai solidi guadagni di Wall Street, ma anche dai passi avanti nella messa in sicurezza della centrale nucleare e soprattutto la rete di protezione messa in campo nel weekend dai Paesi del G7 per "raffreddare" la risalità dello yen, portatosi ai massimi storici contro il dollaro. La banca giapponese ha

immesso oggi 2mila miliardi di yen (17 miliardi di euro) sul mercato finanziario per sostenere l'economia nipponica. Sale così a 39mila miliardi di yen (339 miliardi di euro) la somma complessiva sbloccata dalla banca. La Tepco ha reso noto che risarcirà le aziende colpite dal divieto commerciale imposto dal governo nipponico, in seguito alle perdite radioattive della centrale nucleare di Fukushima che hanno contaminato gli alimenti prodotti nelle vicinanze dell'impianto. Lo riferisce il Financial Times.

L'offesa agli eroi. Il ministro dell'industria del Giappone, Banri Kaieda, si è scusato oggi dopo essere stato accusato dalla stampa di aver minacciato di punire i pompieri che esitavano a intervenire nella centrale di Fukushima, dove i livelli di radioattivi sono pericolosamente alti. "Se le mie parole hanno offeso i pompieri, allora mi voglio scusare", ha detto il ministro. Kaieda si è però rifiutato di confermare di aver profferito le minacce attribuitegli dalla stampa.

I voli. Mentre l'Alitalia ha "rinnovato la disponibilità di posti gratuiti per i nuclei familiari e quanti si trovino in condizioni di vulnerabilità o stato di necessità", come famiglie con bambini minori di 15 anni e donne in stato di gravidanza, la Singapore Airlines ha annunciato di voler cancellare uno dei suoi quattro voli giornalieri tra Singapore e Tokyo a causa del calo della domanda dopo il terremoto. Uno dei due voli giornalieri da e per l'aeroporto Haneda di Tokyo è stato sospeso domenica, mentre il servizio tra Singapore e Tokyo Narita funziona normalmente.

La nube verso l'Italia. Oggi è sull'Islanda, domani sarà sulla Francia, poi gli effetti della nube radioattiva sono "attesi sull'Italia, prevediamo tra domani e dopodomani" ma "al momento non si rilevano assolutamente rischi per le popolazioni". Ad affermarlo è stato il responsabile del Servizio misure radiometriche del Dipartimento nucleare dell'Ispra, Giancarlo Torri. In Italia ad intercettare la nube "sono i sistemi della Rete nazionale di sorveglianza della radioattività, una rete che è sempre e comunque attiva su tutte le regioni italiane" ha spiegato Torri, aggiungendo che "a stamattina non si rileva nessun segnale di incremento di radioattività né sull'Italia né sull'Europa". "Al momento - ha ribadito Torri - non si rilevano assolutamente rischi per la popolazione. L'eventuale esposizione sarebbe molto rapida". "Con i nostri strumenti - ha concluso Torri - misuriamo normalmente valori da 10mila a 100mila volte inferiori a quelli che potrebbero avere impatto sulla salute delle persone, sono cioè valori bassissimi e pari a 10mila volte meno le dosi di radiazione naturale".

(22 marzo 2011)

 

 

LE IDEE

Un incubo senza risveglio

di HITONARI TSUJI*

Un incubo senza risveglio Hitonari Tsuji

Ho saputo per la prima volta del terremoto dell'11 marzo mentre stavo su Twitter. All'improvviso sono cominciati a susseguirsi i tweet di moltissime persone, si sentiva la loro voce silenziosa attraverso i messaggi. Mi sono reso conto che c'era qualcosa di insolito. Qualcuno parlava di magnitudo oltre l'ottavo grado. In reatà si trattava di un grande terremoto di magnitudo 9, mai verificatosi prima in Giappone. I giapponesi sono abituati ad associare al termine terremoto quello di tsunami. Sono cominciati i tweet per avvertire dell'arrivo dell'onda gli abitanti delle coste. Io ho cominciato a immaginarmi persone che, senza alture in cui rifugiarsi, cercavano disperatamente di fuggire. Sono stati presi alle spalle da una grande onda. Poco dopo un enorme tsunami si è abbattuto sul Giappone. Era il pomeriggio dell'11 marzo.

Da allora continuo a seguire senza dormire Twitter per restare collegato con il mio Paese. Vivo a Parigi, la maggior parte delle informazioni le ottengo da Twitter, da internet e dai giornali. Le prime immagini dei danni causati dallo tsunami le ho viste il giorno successivo nella tv francese. Erano gli scenari delle bellissime coste del Giappone nordorientale inghiottite dal mare.

La vita, i ricordi e l'amore di molte persone sono state risucchiate senza pietà da un'immensa onda. Eppure questo non era che il capitolo introduttivo della catastrofe. Anche adesso continuano forti scosse di assestamento. Continuano anche i messaggi su Twitter di chi è tremendamente preoccupato. Inoltre, da quando è

stato comunicato il rischio delle centrali nucleari, il terrore si è d'un tratto diffuso in tutto il Giappone. Stavo davanti al computer a leggere messaggi d'aiuto e di paura, ma senza poter far nulla perché sono solo uno scrittore. Non riesco a smettere di piangere nemmeno mentre scrivo questo articolo.

Da quando è iniziata la fuoriuscita di radiazioni Tokyo è diventata deserta. Le funzioni della città si sono paralizzate, la gente si è rinchiusa nelle case per la paura atomica. Sono tornato un mese fa da Tokyo per lavoro. Ora non ha più l'aspetto di una città piena di vita, dinamica, energica. Nelle stazioni non ci sono persone, lungo le strade non corrono auto. La gente della capitale parla a bassa voce come se fosse in tempo di guerra, aspetta con ansia il momento di tornare alla normalità. Il livello di stress che attanaglia le persone è ai massimi livelli, ma i giapponesi fanno di tutto per superare questo momento di crisi: rimangono ordinati, uniti e cortesi, rispettano le file e fanno di tutto per stringere i denti. Le forze di polizia e l'esercito lavorano 24 ore su 24 per cercare i dispersi e aiutare i rifugiati.

Non ho mai visto una cosa così triste. Non c'è niente nella mia vita che potrei paragonare a questa tragedia. La catastrofe si è portata via tutto, dai miei bei ricordi, alle gioie di tutti i giorni vissuti in Giappone. Ancora le risa, la felicità e la vita. E siamo stati messi di fronte a una prova ancora più grande. Da un lato siamo attanagliati dal terrore che possa iniziare il collasso del nocciolo del reattore di Fukushima, mentre nella zona nordorientale continua il lavoro di numerosi militari e soccorritori. Anche se la situazione continua a peggiorare, ci sono persone che non smettono di combattere per salvare il reattore nucleare. Dai membri di questi gruppi arrivano tweet a tutto il Paese. "Eviteremo l'esplosione nucleare, anche a costo della nostra vita", scrivono. Queste persone lavorano rischiando per la vicinanza alle zone radioattive.

In un angolo della zona disastrata una rifugiata ha partorito una bambina. Continuo a ripetermi che questo non è un sogno. Ma non riesco a capire quando potrò risvegliarmi da questo incubo. Anche in questa circostanza disperata stanno per rifiorire i ciliegi. Abbiamo bisogno anche della forza della forza del vostro affetto. Vi supplico, salvate il Giappone.

(traduzione Alessia Cerantola)

* L'autore dell'articolo è uno fra gli scrittori più noti del Giappone. In Italia ha avuto molto successo il suo "Buddha Bianco"

(22 marzo 2011)

 

2011-03-20

Diretta

Fukushima, nuovo allarme al reattore 3

A Tokyo acqua radioattiva. 20mila vittime

Radioattività anormale in latte e spinaci. Mentre continua il dramma degli sfollati e i soccorsi arrivano a rilento nelle zone colpite dal terremoto e dallo tsunami dell'11 marzo, si apre uno spiraglio di speranza alla centrale atomica di Fukushima. L'elettricità è necessaria per azionare l'impianto di raffreddamento dei reattori, ma bisogna verificare che le pompe siano ancora funzionanti. Nuova scossa nell'area. La polizia ha aggiornato il bilancio delle vittime: oltre 20mila tra morti e dispersi, ma è destinato a salire ancora.

DIRETTE: 11 marzo - 12 marzo - 13 marzo - 14 marzo 15 marzo - 16 marzo - 17 marzo - 18 marzo - 19 marzo

REPORTAGE - MAPPA - INTERATTIVO

(Aggiornato alle 10:35 del 20 marzo 2011)

10:35

Governo: nessun rischio alla salute anche con la pioggia 12 –

Il governo giapponese assicura quanti vivono nelle regioni di Tohoku e del Kanto, quella di Tokyo, che "non corrono alcun rischio per la salute umana, anche in caso di pioggia". In una nota, l'esecutivo invita a "stare tranquilli" e rileva che livelli più elevati del normale di radiazioni si potrebbero rilevare in caso di pioggia", ma in quantità tale "da non incidere sulla salute" e, in ogni caso, "non oltre la media della dose di radiazioni naturali". I consigli sono quelli di evitare di uscire se piove, salvo che non si tratti di un'emergenza; di assicurarsi di coprire capelli e pelle il più possibile; infine, lavarsi accuratamente con acqua corrente se vestiti o pelle sono esposti a pioggia. "Si tratta di misure precauzionali - conclude la nota -. Anche se non si prendono queste misure, non c'è alcuna minaccia per la salute".

10:31

Scossa di 5,5 richter al largo di Taiwan 11 –

Un sisma di magnitudo 5,5 è stato registrato oggi al largo della costa sud orientale di Taiwan. Lo ha annunciato l'Istituto di geofisica americano secondo il quale non si segnalano danni, nè vittime e non è stata emessa una allerta tsunami. I sismologi di Taiwan parlano di una scossa di 5.9. La scossa ha avuto per epicentro una zona di mare a circa 45 km a sud est della città di Taitung è stata registrata a 17 km di profondità.

10:29

Wsj: Tepco ha rallentato le operazioni per salvare i reattori 10 –

Il presidente della Tepco ha pianto in pubblico, dispiaciuto per i danni che sta causando la radioattività della 'sua' centrale di Fukushima Daichi. In realtà, scrive il Wall Street Journal, la società ha "consapevolmente" rallentato gli interventi per raffreddare i reattori dove è in corso la fusione del nocciolo per salvare il salvabile dell'impianto. Il ricorso all'acqua di mare per abbassare la temperatura dei reattori, infatti, non solo riduce i rischi di ulteriori esplosioni e fughe radioattiva ma danneggia i reattori rendendoli a lungo andare del tutto inservibili. Il Wsj rivela infatti che "Tepco aveva già pensato all'uso dell'acqua di mare per raffreddare uno dei suoi sei reattori almeno dallo scorso sabato mattina (all'indomani del terremoto e del succesivo tsunami) ma non l'ha fatto fino alla sera quando non gli è stato ordinato dal premier". Non solo: "Hanno atteso fino all'indomani per usare l'acqua salata sugli altri reattori". Tepco ha "esitato perche ha cercato di proteggere i suoi asset", ha spiegato al Journal Akiera Omoto, ex diregente della Tepco e attuale membro della Commissione Giapponese per l'Energia Atomica.

10:25

Forte scossa nelle Filippine 9 –

Una forte scossa di terremoto di magnitudo 6.4 ha colpito il nord delle Filippine. Lo afferma l'Istituto di vulcanologia dell'arcipelago.

10:23

La centrale di Fukushima sarà fermata 8 –

La centrale di Fukushima sarà disattivata dopo i gravi problemi causati dal sisma e dallo tsunami che hanno colpito il Giappone del nordest l'11 marzo. "Guardando oggettivamente alla situazione, è chiaro cosa fare", ha risposto il portavoce del governo, Yukio Edano in una conferenza stampa, alla domanda se il governo stia pensando di smantellare l'impianto nucleare.

09:56

La Tepco: "Stabilizzato il reattore 3" 7 –

S'è stabilizzata la pressione interna al reattore numero 3 della centrale nucleare Fukushima. Secondo quanto ha comunicato la Tepco non è stato necessario rilasciare vapore nell'atmosfera, come si era precedentemente pensato

09:38

Tracce di radioattività a Taiwan 6 –

Tracce di radioattività sono state rilevate per la prima volta a Taiwan su delle fave importate dal Giappone. Lo dicono le autorità di Taipei.

09:08

La polizia: trovati vivi una donna di 80 anni e un ragazzo di 16 5 –

Una donna di 80 anni e un ragazzo di 16 sarebbero stati trovati vivi tra le macerie nella prefettura giapponese di Miyagi, oggi, a nove giorni dal terremoto che ha devastato il nordest del Giappone. Lo ha affermato la rete telvisigva NHk citando fonti della polizia. Ieri una notizia analoga, secondo la quale un ragazzo sui 20 anni era stato salvato si era rivelata falsa.

08:05

L'Agenzia: si rischia di interrompere il raffreddamento della centrale 4 –

L'Agenzia per la sicurezza nucleare non si aspetta piani del governo per estendere la zona attuale di evacuazione, ma avverte che qualsiasi emissione di vapore radioattivo dal reattore n3 potrebbe interrompere il lavoro di raffreddamento degli altri reattori della struttura.

07:56

Nuovo allarme al reattore 3: sale la pressione 3 –

La pressione all'interno del serbatoio di contenimento del reattore n.3 della centrale nucleare di Fukushima è in aumento. Lo ha annunciato l'Agenzia per la sicurezza nucleare, secondo cui la Tepco, il gestore dell'impianto, si appresta ad aprire le valvole per ridurre i livelli di pressione con un'operazione che potrebbe "causare il rilascio di vapore radioattivo".

07:55

La polizia: bilancio vittime destinato a salire 2 –

Il bilancio è destinato a diventare ancora più pesante perchè, ad esempio, solo nella prefettura di Miyagi, la polizia locale ha detto di stimare più di 15.000 vittime.

07:54

Le vittime sono oltre 20mila 1 –

Si aggrava il bilancio di sisma e tsunami che l'11 marzo hanno devastato il Giappone: sulla base dei dati ufficiali forniti oggi dalla polizia nazionale, le vittime sono salite a 8.133 unità e i dispersi a 12.272

(20 marzo 2011)

 

 

IL REPORTAGE

Tokyo capitale in agonia

"Qui non vivremo più"

Paura e incubo radiazioni: in quattromila sono già fuggiti da quella che era percepita come una città modello

DAL NOSTRO INVIATO GIAMPAOLO VISETTI

Tokyo capitale in agonia "Qui non vivremo più"

TOKYO - Per otto giorni Tokyo è stata una metropoli spaventata ma in attesa di buone notizie. Oggi è una capitale in agonia. Si presenta come prossima al collasso e prevede il peggio. In poche ore la residua fiducia ha ceduto allo sconforto. L'esodo lento dei giorni scorsi ha assunto la dimensione della fuga. Oltre quattro milioni di abitanti hanno lasciato la città in treno, o ammassati in auto. Colletti bianchi, stranieri e famiglie con bambini cercano di raggiungere le località a sud del Kansai, per mettersi al riparo dal pericolo della nube atomica. Nella periferia nord di Tokyo arriva invece l'onda dei disperati che scappano da Fukushima e dalle città distrutte dallo tsunami. A far precipitare la situazione, l'innalzamento del livello di rischio nei reattori, nuove scosse di terremoto e la convinzione che il governo minimizzi una crisi fuori controllo. È scattato però anche il primo vero allarme-contaminazione. Il governo ha ammesso che tracce di iodio radioattivo sono state rinvenute nell'acqua potabile di Tokyo e delle aree vicine. Livelli anomali, ufficialmente sotto i limiti di legge e non immediatamente pericolosi per la salute, ma l'impatto pubblico della notizia è stato tremendo. Radioattivi anche il latte proveniente da Fukishima e alcune partite di spinaci prodotti nella prefettura di Ibaraki. Già in commercio, non si sa dove siano finiti. La popolazione dell'area metropolitana, oltre 35 milioni di individui, prende atto che la vita di una delle capitali più importanti del mondo

è già irriconoscibile. La domanda non è più quando Tokyo tornerà al business e alla quotidianità smarrita, ma se ciò risulterà possibile. Il crollo del traffico e della folla per strada è impressionante.

Pochi passanti, protetti da cappelli, ombrelli e mascherine, ignorano i centri commerciali del centro, in gran parte chiusi. La sindrome da alimenti contaminati lascia deserti i ristoranti e decima chi finora si era dedicato all'accaparramento di viveri. A Ginza, la via dello shopping, alcuni ambulanti mettono all'asta compresse di iodio sul marciapiede, a prezzi esorbitanti, come fossero spacciatori. A ruba un unico genere: i giornali che informano sugli orari dei black-out. Da tre giorni l'immondizia si accumula per le strade. I camion sono privi di benzina e gli inceneritori non possono sprecare elettricità. Solo il tempio di Senso-Ji, ad Asakusa, è affollato più del solito. La gente si raduna a pregare e a bruciare incenso. I cibi confezionati, purché prodotti prima dell'11 marzo, sono introvabili e il loro prezzo è salito di sette volte. Invenduti i generi freschi. Migliaia di taxi sostano in attesa di clienti già lontani, mentre le stazioni dei treni scoppiano di viaggiatori carichi di scatole e valigie. Molti distributori di carburante sono chiusi e quelli aperti non vendono più di dieci litri di benzina a testa, da portarsi via in una tanica. Il mercato immobiliare è impazzito. In una settimana il valore delle case a Tokyo è sceso del 30%, del 70% nella prefettura di Fukushima. A Osaka, Kyoto e Kobe è salito del 40%.

Grattacieli con migliaia di uffici si svuotano nella capitale, mentre affittare lontano può superare i listini di Hong Kong. Tra venerdì e ieri la fuga di multinazionali, ambasciate, banche e centri amministrativi delle industrie, ha seminato il panico tra chi non ha un luogo sicuro dove rifugiarsi. Nel distretto finanziario migliaia di impiegati stanno sgomberando armadi e scrivanie, restituendo un'immagine da crack in Borsa. La capitale trasloca a Kyoto, come un tempo, oppure a portata dell'aeroporto internazionale di Osaka. A Tokyo i grandi alberghi chiudono, a sud è impossibile trovare una camera per settimane. La rabbia contro il governo è sempre meno trattenuta. "Devono dire in anticipo cosa può succedere - dice Reiko Fukushima, direttore di un'importante catena di negozi - non confessare quanto è già avvenuto. Se la nube atomica investe Tokyo non possono pretendere che smettiamo di respirare". Il premier Naoto Kan ha invitato invano l'opposizione di centrodestra a formare un direttorio di unità nazionale, per affrontare uniti l'emergenza più grave dalla fine della seconda guerra mondiale. All'agonia di Tokyo e allo spettro di un'esplosione nucleare, si somma l'ecatombe nelle prefetture sommerse dallo tsunami. La capitale è presa d'assalto da migliaia di eco-evacuati e da decine di migliaia di senza tetto fuggiti da gelo, fame e terrore.

Volontari distribuiscono pasti, acqua e coperte. La folla dei disperati ha però bisogno di medicine, toilette, letti, di lavarsi e cambiare vestiti fradici. L'intero villaggio di Futunaba, vicino a Fukushima, ieri è stato trasferito a Saitanama, poco a nord di Tokyo, causando la sollevazione dei residenti. Secondo i medici l'emergenza igienico-sanitaria, con 800 mila persone costrette per ragioni diverse ad abbandonare case e ospedali, è prossima ad esplodere non solo nelle zone disastrate. Tragico il problema dello smaltimento delle vittime dello tsunami, fra 25 e 40 mila. I forni crematori non hanno energia e le bare finiscono in fosse comuni. In Giappone l'inumazione è una traumatica novità: l'ultima violenza di un incubo che sembra lontano dalla fine.

(20 marzo 2011)

 

IL REPORTAGE

Tra i disperati del palasport

"Non vogliono farci il test"

A Tokyo seicento persone fuggite dalla zona centrale sono state stipate in uno stadio coperto. Cresce la paura per la possibile contaminazione

DAL NOSTRO INVIATO NICOLA LOMBARDOZZI

Tra i disperati del palasport "Non vogliono farci il test"

TOKYO - Ma che saranno veramente queste radiazioni? Non si vedono, non fanno male, me ne sarò beccata qualcuna anch'io? Perché nessuno ci controlla, ci dice qualcosa? Dove saranno quelle macchinette che si vedono sempre in tv? E poi, sapere la verità, servirebbe a qualcosa, potrebbe salvarci? Pensieri cupi di seicento anime turbate, prima avanguardia dei profughi dello tsunami arrivati a Tokyo senza casa, senza lavoro e senza futuro. E radunati su mille tatami dai colori pastello in una coreografia in perfetto stile "efficienza e sobrietà" tanto cara al governo giapponese.

Quartiere Adachi, periferia nord est della capitale, da dove chi poteva è già partito e chi non può preferisce restarsene in casa con scorte di viveri e benzina. Palazzetto dello sport Budo, uno dei tanti templi rionali delle arti marziali. Qui la prefettura di Tokyo ha radunato i primi profughi dei villaggi che circondavano la città di Ivaki. Quei villaggi che da otto giorni rivediamo travolgere dalle onde del Pacifico nelle scene dei video amatoriali e che distavano appena una quarantina di chilometri dalla centrale nucleare in fiamme di Fukushima. "Distanza di sicurezza" per il governo che si ostina a ritenere ufficialmente a rischio solo le zone nel raggio di trenta chilometri dai reattori fuori controllo. E per questo i solerti impiegati della prefettura si sono occupati di ospitarli, di accudirli, perfino di consolarli. Ma di controlli di radioattività nemmeno a parlarne. Come mai? "Non

è previsto", risponde, dopo il rituale profondo inchino, l'impiegato comunale Michiado Haisaki che, quando non ci sono catastrofi naturali, si occupa di organizzare mostre sullo sport cittadino. La verità è che uomini e mezzi sono tutti impegnati al nord a combattere un nemico invisibile in una lotta non ancora decisa. Haisaki lo sa bene: "Non possiamo fare i test a tutti. Ne abbiano fatto qualcuno solo a chi era particolarmente preoccupato". E che è uscito in strada per andare a farsi le analisi a spese proprie.

Per gli altri solo tormenti e mugugni in uno scenario apparentemente sereno, quasi surreale. Sul parquet del campo centrale, sovrastati da un soffitto di acciaio e da un ovale di tribunette numerate e vuote, sono state allestite con separé non più alti di un metro, microstanze a vista, tutte uguali, solo con i colori dei tappetini leziosamente scelti con cura: due gialli e uno azzurro, poi due verdi e uno rosa e poi ancora due azzurri e uno giallo. In ogni loculo siedono, mangiano e dormono gruppi familiari giovani, coniugi con bambini piccoli che saranno una trentina nel totale. La privacy non esiste ma va bene così. Ci sono gli spogliatoi degli atleti per cambiarsi e i bambini socializzano felici. La stanza che serviva per il riscaldamento è stata invece arredata con gli stessi criteri per gli anziani.

Su due lunghi tavoli, in quello che era il corridoio di ingresso degli spettatori, c'è poi il regno dell'organizzazione nipponica: bottigliette di tè, un megaschermo a cristalli liquidi sempre sintonizzato sui notiziari, una catasta di gommosi facsimile di croissant, pigiamini bianchi con pokémon rosa sul cuore, sei telefoni e tre postazioni internet monopolizzate dalle adolescenti del gruppo.

Impeccabile ma non basta. I profughi della Budo Arena hanno tutti lo stesso tormento. Saranno stati contaminati? E rompendo il muro dei troppi luoghi comuni sulla psicologia dei giapponesi cominciano timidamente a protestare. I coniugi Kanamaru che passeggiano in ciabatte tra la folla mettono in dubbio addirittura la sincerità del governo. "Sapete perché non ci controllano?", domanda il marito, operaio senza più fabbrica mentre la moglie annuisce, "perché non vogliono far sapere la verità. Ormai si è deciso che tutto è tranquillo e anche i semplici controlli sarebbero una contraddizione". Lei prende la parola, racconta la storia di una macchina vecchia e troppo piccola per portare in salvo tutti quella sera. Dei suoi anziani genitori rimasti nella loro casetta di Ivaki. "Qui mi rassicurano perché sono a 42 chilometri dalla centrale in fiamme. Mi dite voi che cosa succede esattamente al trentesimo chilometro? C'è forse uno schermo messo dal governo che ferma le radiazioni? Intanto i miei sono isolati, non hanno luce né telefono e non so che fine abbiano fatto".

Non è proprio rivolta ma sfiducia sì. E tanta. Un ventenne in maglietta che di cognome fa Suzuki annuncia con aria complice: "Io domani esco e vado a farmi le analisi da solo. Qui comunque non mi fido. Sarebbero capaci di dirmi il falso pur di non allarmare la popolazione". L'organizzatore di mostre prestato all'emergenza fa finta di non sentire e si inserisce bonario: "La paura è naturale ma qui stanno tutti bene. Tanto che presto, entro fine mese, questa assistenza finirà. E tutti si dovranno cercare dove vivere da soli. Il palazzetto serve per le manifestazioni sportive". Gli sembra una nota di ottimismo ma l'effetto è devastante. I profughi lo accerchiano. "Ma dove andremo?", "Chi dice che tutto tornerà sicuro?". L'impiegato barcolla: "Magari potremmo prolungare per qualche settimana, ma state tranquilli che tutto sta andando per il meglio". Parola della prefettura di Tokyo.

(20 marzo 2011)

 

 

 

IL CASO

Ruby, no dei giudici alla difesa

il processo al premier non slitta

I legali di Berlusconi avevano chiesto di acquisire i nuovi atti della procura ruby difesa. E la Minetti disse: "Se mi arrabbio io, guai per tutti" di EMILIO RANDACIO e PIERO COLAPRICO

Ruby, no dei giudici alla difesa il processo al premier non slitta

MILANO - Il processo a Silvio Berlusconi si farà senza rinvii e comincerà, come previsto, il 6 aprile. È la prima sconfitta per gli avvocati di Silvio Berlusconi.Hanno chiesto un posticipo, con la motivazione delle "troppe pagine in poco tempo". E questo perché, due settimane fa, era stato consegnato loro un supplemento d'inchiesta. La procura ha replicato a brutto muso: primo, "l'invito a comparire per il premier è stato consegnato il 14 gennaio" e per la richiesta d'immediato al gip Cristina Di Censo non s'era atteso troppo. Secondo, gli ultimi accertamenti "riguardano il conto corrente personale" di Silvio Berlusconi, qualcosa che l'imputato dovrebbe conoscere bene. È quello da cui, come ha rivelato Repubblica, sono stati prelevati con assegni, e solo nel 2010, ben 12 milioni e 882mila euro, tutti trasformati in contanti. E con un incremento notevole a dicembre.

Soppesate le varie ragioni, il collegio presieduto da Giulia Turri, e con Carmen D'Elia e Orsola De Cristofaro, dà dunque ragione alla procura. Peraltro, la prima udienza è tecnica: serve solo a precisare il calendario, ma è chiaro che la battaglia procedurale è serrata. Gli avvocati del primo ministro, notando i vari "omissis", hanno chiesto di eliminarli, per poter organizzare una lista testi adeguata. E poi fanno istanze per ottenere ciò che non esiste, ossia i "ventitré interrogatori" a cui, secondo loro, è stata sottoposta Ruby. Due le fonti

delle "informazioni" avvocatizie: un'intervista della stessa Ruby a un settimanale e una chiacchiera tra Marysthelle Polanco e Nicole Minetti dello scorso 17 ottobre. Allora nessun giornale aveva pubblicato una riga dell'inchiesta, ma le papi-girl sanno, confusamente, che qualcosa è accaduto. Quel mattino si registra uno scambio di messaggini.

"Amo, tranqui, (l'invito da parte di Silvio Berlusconi) è per parlarci della storia della Ruby", invia Minetti.

"Ok, amo, nn voglio casini. Quella chi la conosce? Ha fatto i nostri nomi ai magistrati!".

"Si, amo, l'hanno interrogata 22 volte".

Tanto basta agli avvocati per dare una veste giuridica alle fantasie delle ragazze. E tanto affannarsi rende l'idea del clima che c'è e che, già a suo tempo, era stato descritto dalla stessa Ruby a un'amica: "... è venuto il mio avvocato e ha detto: "Ruby, dobbiamo trovare una soluzione... è un caso che supera quello della D'Addario e della Letizia, perché tu eri proprio minorenne... adesso siamo tutti preoccupatissimi"". È dunque un processo che si annuncia molto, molto scivoloso, come sa lo stesso Silvio Berlusconi, il quale a una delle sue fedelissime aveva detto, scoraggiato: "In tutte le conversazioni non c'è una cosa positiva che, nessuna, abbia detto su di me". E poi, per quanto fedelissime, che faranno in aula queste ragazze? Anche Nicole Minetti, consigliere regionale e "addestratrice" del bunga bunga, può riservare delle sorprese. Come si dimostra da una delle ultime carte depositate. C'è una grande confidenza nel rapporto che lega Nicole al padre Antonio. Per lui, che ha 60 anni ed è titolare di diverse attività a Rimini, nonché legale rappresentante di una società di consulenza a San Marino, Nicole organizza una serata importante. Lo invita il 22 settembre scorso a "una cena con ministri politici, Bondi, la Gelmini, imprenditori vari", e, volendo, "io posso fare un tavolo", spiega al padre la politica del Pdl.

Dalle intercettazioni, Antonio Minetti risulta essere davvero a Milano, a fine settembre, in una cena istituzionale al Castello Sforzesco, quando si svolge la festa del Pdl. "Loro saranno al tavolo" seduti con Giancarlo, "uno ben inserito", gli spiega la figlia. Gli investigatori lo identificano in Serafini, ex sindacalista, parlamentare del Pdl. E mentre viaggia tra Rimini e Milano, il signor Minetti parla in inglese con la figlia e chiede: "Giancarlo cosa sa della tua relazione con l'altro tipo? Dei favori che fai con gli appartamenti e quel tipo di cose?". Il riferimento per i detective è chiaro: Silvio Berlusconi.

Quando, il 26 ottobre scorso, lo scandalo bunga bunga, finisce sui giornali, Nicole, al telefono con il padre, è sempre più preoccupata: queste cose, ammette, rischiano "di rovinarmi la vita". E la reazione è determinata: "Se mi arrabbio io, saranno problemi grossi per tutti". E la conclusione è uno sgangherato, ma altrettanto comprensibile progetto da gladiatrice: "Vita mia mort tua".

(20 marzo 2011)

 

 

2011-03-19

Diretta

Fukushima, torna corrente in due reattori

Tokyo, radioattività nell'acqua corrente

Fukushima, torna corrente in due reattori Tokyo, radioattività nell'acqua corrente

Radioattività anormale in latte e spinaci. Mentre continua il dramma degli sfollati e i soccorsi arrivano a rilento nelle zone colpite dal terremoto e dallo tsunami dell'11 marzo, si apre uno spiraglio di speranza alla centrale atomica di Fukushima. L'elettricità è necessaria per far funzionare le pompe di raffreddamento dell'impianto. Il livello di gravità dell'incidente è stato innalzato. Nuova scossa nell'area. La polizia ha aggiornato il bilancio delle vittime: i morti accertati sono 7.197 e i dispersi 10.905

DIRETTE: 11 marzo - 12 marzo - 13 marzo - 14 marzo 15 marzo - 16 marzo - 17 marzo - 18 marzo

REPORTAGE - MAPPA - INTERATTIVO

(Aggiornato alle 13:13 del 19 marzo 2011)

13:13

Aiea: a Fukushima livello radioattività stabile ma elevato 27 –

Nell'area della centrale nucleare giapponese disastrata di Fukushima il livello di radioattività rilevato nell'aria è "stabile", ma "significativamente più elevato" del normale. Lo dice l'Aiea, l'agenzia Onu per l'energia atomica, precisando che i livelli non impediscono tuttavia il lavoro dei tecnici che stanno combattendo la crisi

13:09

Aiea: stop alla vendita di cibi da prefettura Fukushima 26 –

L'Aiea riferisce che il governo giapponese ha imposto il blocco alla vendita di cibi da prefettura Fukushima. L'agenzia Onu per il nucleare ha aggiunto che le tracce di iodio radioattivo nel cibo può determinare rischi a breve termine per la salute

12:53

Aiea: continua distribuzione iodio a sfollati area di Fukushima 25 –

Il governo giapponese da tre giorni sta distribuendo iodio alle persone sfollate da un raggio di 20 chilometri dalla centrale nucleare disastrata di Fukushima, per aiutare l'organismo a combattere eventuali effetti della radioattività: lo ha comunicato oggi l'Aiea, l'agenzia Onu per l'energia atomica, citando la commissione nipponica per la sicurezza nucleare. Il 16 marzo "la Commissione per la sicurezza nazionale giapponese ha ordinato alle autorità locali di distribuire agli sfollati che siano stati evacuati da un raggio di 20 km (dalla centrale) di ingerire le pillole di iodio stabilizzato". L'ordine raccomanda l'assunzione tramite pasticca per gli adulti e sciroppo per i bambini, precisando che la precauzione non è necessaria per chi abbia più di 40 anni

12:52

Sisma ha spostato penisola Oshika di oltre 5 metri 24 –

La penisola di Oshika (Ojika), nella prefettura di Miyagi, si è spostata di 5,3 metri e si è abbassata di 1,2 metri per effetto del terremoto dell'11 marzo scorso. I dati, forniti dall'Autorità di informazioni geospaziali di Tsukuba, rappresentano dei record assoluti in Giappone ed evidenziano come la penisola, sulla costa del Pacifico, si sia mossa in direzione est-sud-est verso l'epicentro del sisma, di magnitudo 9. Il terremoto ha inoltre innescato movimenti di terra in molte aree che vanno dalla regione nord-orientale di Tohoku a quella del Kanto, di cui fa parte Tokyo

12:46

Governo conferma: tracce radioattive nell'acqua del rubinetto 23 –

Fonti governative confermano: tracce di iodio radioattivo sono state trovate nei rubinetti dell'acqua di Tokyo e in altre località del Giappone. Livelli anormali di iodio radioattivo sono stati rinvenuti anche nell'approvvigionamento idrico nelle prefetture di Gunma, Tochigi, Saitama, Chiba e Niigata, come riferito da un funzionario del ministero della Scienza del Giappone, che sta monitorando i livelli di radiazione. I livelli sono comunque di gran lunga inferiori al limite legale del Giappone, ha detto ancora il funzionario in condizione di anonimato. Il governo aveva già annunciato di aver scoperto livelli di radiazioni oltre i limiti di legge nel latte e negli spinaci nelle zone in prossimità dell'area colpita dall'emergenza nucleare, chiarendo che comunque non c'era nessuna minaccia immediata per l'uomo

12:21

Ventitre persone controllate a Firenze e Pisa, su 11 tracce di radioattività 22 –

Sono 23, complessivamente, le persone che in questi giorni si sono recate nei due centri dedicati agli esami sulla presenza di radioattività al Careggi di Firenze, e al Santa Chiara di Pisa. All'ospedale fiorentino si sono presentati in 14, a quello di Pisa 9. Su 11, tutti controllati a Careggi, sono state trovate piccole tracce di iodio 131. La quantità rilevata, secondo gli esperti dell'ospedale fiorentino, non ha alcuna rilevanza dal punto di vista clinico

12:15

Tokyo, tracce di radioattività nell'acqua 21 –

Tracce di iodio radioattivo sono state trovate nell'acqua di rubinetto a Tokyo e in altre aree limitrofe. Lo riferisce l'agenzia Kyodo

12:14

Tajani: energia tema da valutare in sede Ue 20 –

"Di fronte a quanto è successo in Giappone e Nord Africa il tema dell'energia non può essere affrontato a livello nazionale ma europeo". Lo ha detto Antonio Tajani, il commissario Ue all'Industria, sostenendo che forse dovrebbero parlarne anche a "livello di Capi di Stato e di Governo". Si tratta - ha aggiunto - di "scelte politiche sull'approvvigionamento nucleare, di petrolio e di gas". "Ci sono diverse opzioni" ha proseguito il vicepresidente della Commissione, spiegando che non si deve "valutare sull'onda di episodi legati a fenomeni geologici" o a quanto è successo in Libia. "E' difficile - ha concluso - dire oggi qual è la cosa giusta. Le scelte manichee rischiano di essere affrettate e azzardate"

12:13

Romani: referendum "drammaticamente pericoloso" 19 –

Quello che è successo in Giappone rende il referendum sul nucleare drammaticamente pericoloso perché c'è il rischio di una decisione emozionale". A dirlo è il ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani nel suo intervento al forum annuale di Confcommercio. Romani ha poi confermato "la necessità di una pausa di riflessione per valutare la sicurezza delle centrali di prima generazione anche se noi abbiamo comunque ribadito la scelta nucleare che rimane sullo sfondo delle nostre azioni. L'opinione pubblica - ha concluso Romani - deve però condividere questa scelta"

12:12

Meeting Giappone, Corea del Sud e Cina su nucleare 18 –

La Corea del Sud, il Giappone e la Cina hanno concordato oggi di lavorare insieme nella gestione dei disastri e nella sicurezza nucleare. Lo hanno deciso i ministri degli esteri dei tre paesi che si sono incontrati a Kyoto, secondo quanto riferisce l'agenzia Yonhap. I tre ministri, il sudcoreano Kim Sung-hwan, il giapponese Takeaki Matsumoto e il cinese Yang Jiechi, hanno tenuto oggi un meeteng annuale sul nucleare, nonostante la crisi di questi giorni in Giappone a seguito del violento sisma

12:11

Coldiretti: pari a zero importazioni latte e spinaci da Giappone 17 –

"Sono pari allo zero le importazioni in Italia di latte e spinaci provenienti dal Giappone dove sono stati riscontrati livelli di radioattività 'superiori ai limiti legali' nei pressi della centrale nucleare di Fukushima e nella vicina prefettura di Ibaraki". Lo rende noto la Coldiretti, sottolineando che "sono peraltro nulle anche le importazioni di derivati del latte come formaggi e latticini e degli altri vegetali a foglia larga particolarmente sensibili alla radioattività"

12:01

Tempio buddista di Chusonji suona campana per le vittime 16 –

Per un'ora e mezzo la campana del Chusonji ha rintoccato per accompagnare le migliaia di persone che sono morte nel terremoto e nello tsunami dell'11 marzo che ha devastato il nordest del giappone. Lo racconta il sito internet del quotidiano Yomiuri Shinbun. Il Chusonji è uno templi buddisti più affascinanti del giappone, considerato tesoro nazionale e tesoro dell'umanità. Si trova nel bel mezzo del Tohoku, devastato dal sisma, nella storica città di Hiraizumi ed è stato fondato - secondo una contestata tradizione - nell'850 dal monaco Ennin (Jikaku Daishi) della setta tendai. Il monaco è noto per il suo famoso viaggio nella Cina Tang del 840-846. I monaci hanno voluto tenere per le vittime del sisma/tsunami, che sono già oltre 7.320 Con 11.370 dispersi, la cerimonia del Meifuku, una preghiera per chiedere che i morti riposino in pace. Alla cerimonia hanno preso parte 20 persone e s'è tenuta nella meravigliosa Konjiki-Do (la sala d'oro) che ospita le spoglie dei Fujiwara del nord, la famiglia che dominò il giappone nel XII secolo. La campana, che risale al XIV secolo, ha risuonato anche per le vittime degli attentati terroristici di New York e Washington dell'11 settembre 2001

12:00

Casini: resto favorevole al nucleare 15 –

"Sono nuclearista e contrariamente a tanti non ho cambiato idea anche di fronte a una situazione drammatica come quella giapponese, condivido pienamente la posizione di Umberto Veronesi". Lo ha affermato il leader dell'Udc Pierferdinando Casini nel corso del forum Confcommercio di Cernobbio. Secondo Casini, "o le scelte si sostengono per convizione, oppure si va da una parte all'altra continuamente, come si è fatto dal baciamano di Gheddafi all'intervento in Libia"

11:59

Ambasciatore: situazione un po' più serena 14 –

L'ambasciatore Petrone spiega che, in generale, "c'è un pochino più di serenità perché sono riusciti a collegare un cavo dell'alta tensione alla centrale di Fukushima. Se riescono a collegare le pompe dei diversi reattori, allora inizieremo a respirare". Quanto alla capitale, il problema è la possibilità che "tra lunedì e martedì ci sia vento che viene dal nord verso Tokyo. Se a Fukushima non sarà successo nulla, allora siamo tranquilli, ma se alla centrale si verificasse, per caso, un'esplosione o un incendio, la nube radioattiva arriverebbe a Tokyo"

11:45

Ambasciatore: rientrati altri 200 italiani 13 –

Altri 200 connazionali si sono imbarcati per tornare in Italia da Osaka e "credo che ormai quelli che volevano partire siano partiti tutti. Non voglio esagerare, ma a Tokyo credo che siano rimaste forse poche decine di italiani". Lo ha detto Vincenzo Petrone, ambasciatore italiano in Giappone, spiegando all'Adnkronos che il personale della sede diplomatica è ora alle prese con alcuni casi che sono "delle sorprese", ovvero di connazionali che non si erano mai registrati e che chiedono aiuto. L'ultimo caso, per esempio, "è un ragazzo che stava a Sendai, che siamo andati a prendere e trasferito a Osaka. In questo momento è in taxi verso l'aeroporto per rientrare in Italia"

11:34

Tepco: entro oggi reattore 2 collegato a rete elettrica 12 –

Dopo l'annuncio del ripristino dell'elettricità nei reattori 5 e 6 di Fukushima, il gestore dell'impianto, la Tepco, ha annunciato oggi che al termine della giornata dovrebbero essere stati completati i lavori di collegamento a un cavo elettrico del reattore numero 2. Lo rende noto Kyodo News

11:14

Nuova scossa a Fukushima: magnitudo 6,1 11 –

Una nuova scossa di terremoto dalla magnitudo 6,1 ha colpito la prefettura di Ibaraki, in Giappone, a poca distanza dalla centrale di Fukushima. Lo ha reso noto il centro meteorologico. Nessun allarme tsunami e non si riportano al momento danni a persone o agli edifici

11:12

Bilancio ufficiale sale a 18.690 tra morti e dispersi 10 –

E' di 18.690 tra morti e dispersi il bilancio ufficiale del terremoto e dello tsunami in Giappone. Lo riporta la polizia spiegando che cono 7.320 i morti accertati e 11.370 le persone mancanti all'appello. Il bilancio ufficiale della polizia nazionale normalmente non include le stime locali. La prefettura di Miyagi aveva parlato di 10.000 dispersi solo nella città di Ishinomaki mentre la tv Nhk stamane ha citato altre 10mila persone mancanti all'appello del porto di Minamisanriku.

10:52

Sotto i 100 gradi la temperatura nei primi 4 reattori 9 –

Stanno avendo successo gli sforzi dei soldati e dei tecnici per raffreddare i reattori della centrale nucleare Fukushima-1. Secondo quanto ha riferito oggi il ministro della difesa nipponico Toshimi Kitazawa, i primi quattro reattori della centrale, sarebbero a temperature inferiori ai 100 gradi. Lo riporta la televisione pubblica nhk. Per quanto riguarda invece i reattori 5 e 6, che erano fermi al momento dell'incidente e che hanno finora presentato meno problemi, la nhk ha riferito che, secondo le autorità, sono o sono stati "raffreddati". Al reattore 6 è in funzione un impianto di raffreddamento, al 5 è stato effettuato un raffreddamento attraverso pompe diesel. I tecnici sperano di riuscire a riabilitare l'erogazione dell'energia elettrica alla centrale, per far ripartire su tutti e sei i reattori l'impianto di raffreddamento d'emergenza, a breve. I cavi sono ormai connessi, manca l'avvio dell'erogazione. Dopodiché, bisognerà capire se l'impianto funziona. Nel frattempo, si continua a sparare senza posa un getto d'acqua contro il reattore 3. Il governo ha definito "stabile" la situazione.

10:51

Gesuiti a Tokyo, italiani preoccupati per radiazioni 8 –

"Le contaminazioni per le radiazioni nucleari dalla centrale di Fukushima preoccupano più delle nuove scosse di terremoto: e questo vale sia per i giapponesi che per la comunità italiana". E' quanto riferisce all'Adn padre Domenico Vitali, gesuita, marchigiano inGiappone da 45 anni e da tre parroco della chiesa cattolica di Sant'Ignazio a Tokyo. "Qui le autorità minimizzano - spiega - ma la gente sente quello che dicono le tv americane ed europee e si preoccupa". Per quanto riguarda in particolare gli italiani residenti nella capitale del Giappone, "diversi hanno fatto rientro in Italia e in molti si sono trasferiti ad Osaka, considerata più sicura di Tokyo perchè più lontana, sia dall'epicentro dello tsunami che dalla centrale nucleare di Fukushima".

10:45

Cavo connesso alla centrale di Fukushima 7 –

Un primo cavo elettrico è stato connesso a uno dei reattori della centrale di Fukushima anche se l'elettricità non è stata ancora ripristinata. Gli ingegneri sono al lavoro per cercare di far ripartire il sistema di raffreddamento attraverso la ripresa del collegamento elettrico in tutti reattori. Il cavo è stato collegato al momento al reattore numero due. Secondo gli esperti dell'agenzia nucleare se tutto andrà bene l'elettricità potrà essere ripristinata completamente in tutti i reattori domani. In giornata l'elettricità dovrebbe essere ripristinata nei reattori 1, 2 ,5 e 6 mentre domenica dovrebbe essere riattivata nei reattori 3 e 4. Intanto le autopompe speciali dei vigili del fuoco di Tokyo hanno ripreso a sparare acqua sul reattore numero 3. Solo nella giornata di venerdì sull'impianto nucleare sono state gettate 50 tonnellate di acqua marina.

08:36

Acqua 24 ore su 24 per raffreddare i reattori 6 –

Raffreddare con getti d'acqua 24 ore su 24 i reattori della centrale di Fukushima: questo l'obiettivo del piano messo a punto dalle autorità giapponesi assieme all'esercito e ai vigili del fuoco per cercare di diminuire la temperatura del combustibile radioattivo depositato. Lo ha annunciato il ministero della difesa.

08:35

"Situazione reattore 3 si è stabilizzata" 5 –

La situazione nel reattore 3 di Fukushima sembra essersi stabilizzata, secondo quanto riferito dal portavoce del governo di Tokyo Yukio Edano. Si è constatata la presenza di più acqua nel reattore, ha detto Edano e "crediamo che la situazione si è stabilizzata", ha aggiunto.

08:27

Radioattività normale in latte e spinaci 4 –

Livelli di radioattività "superiori ai limiti legali" sono stati riscontrati nel latte prodotto nei pressi della centrale nucleare di Fukushima e negli spinaci coltivati nella vicina prefettura di Ibaraki. Lo ha affermato il portavoce del governo giapponese Yukio Edano, aggiungendo che le autorità stanno cercando di individuare in quali luoghi del Giappone siano state inviate le ultime partite dei due prodotti.

08:08

Ripristinata elettricità in due reattori a Fukushima 3 –

La Tepco (Tokyo Electric Power Company) ha annunciato il ripristino dell'energia elettrica, tramite generatori diesel, nei reattori 5 e 6 dell'impianto di Fukushima. Intanto, i cannoni ad acqua vengono impiegati per il terzo giorno consecutivo per far scendere la temperatura all'interno del reattore numero 3. Gli elicotteri militari hanno sorvolato l'impianto e le loro sofisticate telecamere sono riuscite a determinare la temperatura dei reattori e cercheranno di stabilire quanta acqua sia rimasta nel reattore numero 4, ha annunciato il ministero della Difesa giapponese.

07:06

Bucati i tetti di due reattori 2 –

Sui tetti degli edifici dei reattori 5 e 6, i meno danneggiati, della centrale nucleare di Fukushima sono stati praticati dei fori per evitare esplosioni di idrogeno. Lo ha annunciato oggi il gestore dell'impianto, l'azienda Tokyo Electric Power (Tepco)

07:04

Entro domani ripristinata l'alimentazione elettrica 1 –

L'agenzia di sicurezza nucleare ha annunciato per oggi il ripristino dell'alimentazione elettrica nei reattori 1, 2, 5 e 6 della centrale di Fukushima e per domani quella nei reattori 3 e 4. L'elettricità è necessaria per far funzionare le pompe di raffreddamento dell'impianto

(19 marzo 2011)

 

GIAPPONE

Fukushima, innalzato il livello di gravità

Naoto Kan: "Ricostruiremo il Giappone"

"E' la peggiore crisi dalla seconda guerra mondiale ma non dobbiamo cedere al pessimismo"

A una settimana dal sisma e dallo tsunami è sempre emergenza per la centrale nucleare. Gravità elevata da 4 a 5. Messaggio alla nazione di Naoto Kan: "Ci risolleveremo dalle rovine"

Fukushima, innalzato il livello di gravità Naoto Kan: "Ricostruiremo il Giappone" Un sopravvissuto a Rikuzentakata

nella prefettura di Iwate

ROMA - A una settimana dal sisma e dal devastante tsunami che hanno colpito il GIappone non si allenta nel Paese la paura per le sorti della centrale nucleare di Fukushima. Il livello di gravità dell'incidente è stato elevato da 4 a 5. Nei reattori 1, 2 e 3 il nocciolo è parzialmente fuso. I contenitori che racchiudono le barre di combustibile sarebbero invece integri, secondo fonti italiane a diretto contatto con il gestore della centrale e l'Autorità giapponese per la sicurezza nucleare e industriale. La crisi rimane molto grave ma "il Paese si riprenderà", ha affermato il primo ministro Naoto Kan, "e lo ricostruiremo dalle rovine". Intanto un istituto di ricerca, il Port and Airport Research Institute, ha calcolato che le onde dello tsunami erano alte almeno 23 metri. Un livello record dopo i 38 metri e mezzo di uno tsunami registrato nel 1896.

AUDIO "Il Paese si ferma in omaggio alle vittime" 1

VIDEO Le carcasse dei reattori 2

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LA MAPPA 3

Fukushima, elevato livello di gravità. Il livello di gravità del disastro nucleare nella centrale di Fukushima-Daiichi è stato elevato da 4 a 5. La scala internazionale della gravità di un evento nucleare va dal livello 1 ("anomalia") a 7 (il più grave, "incidente maggiore"). Ogni livello della scala prevede una gravità 10 volte superiore del precedente. Il livello 5 si riferisce agli incidenti "con conseguenze di raggio maggiore", mentre il grado 4 definisce quelli con ricadute "locali". L'incidente di Chernobyl, nel 1986, fu classificato di livello 7 mentre Three Mile Island in Pennsylvania, Stati Uniti, finora l'incidente più grave dopo Chernobyl, fu di livello 5.

"Una corsa contro il tempo". Il capo dell'Aiea 4, l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica, Yukiya Amano, ha riconosciuto che la battaglia per stabilizzare i reattori dell'impianto è "una corsa contro il tempo". Amano è arrivato in Giappone per una valutazione della crisi: non andrà a Fukushima, ma si affiderà a una valutazione di un team di esperti inviati sul posto. E ha esortato il premier, Naoto Kan, a fornire un'informazione più chiara. Lunedì il capo dell'Aiea terrà una riunione straordinaria a Vienna per relazionare gli altri membri dell'organizzazione sulla situazione.

Premier, il messaggio alla nazione. Naoto Kan, sotto pressione per come sta gestendo la gravissima crisi, ha scelto un messaggio alla nazione per lodare il modo in cui il Giappone sta reagendo ma anche per esortarlo a non cedere allo sconforto: "E' la peggiore crisi dalla Seconda Guerra Mondiale, ma non dobbiamo cedere al pessimismo". Nel giorno in cui tutto il Paese ha osservato un minuto di silenzio in ricordo delle vittime, a Fukushima si lavora senza sosta per cercare di raffreddare i reattori.

La situazione dei reattori. Cinque camion dei vigili del fuoco hanno riversato tonnellate di acqua sul reattore 3. Continua a preoccupare il livello dell'acqua anche nei reattori 1 e 4 e aumenta la temperatura nelle vasche di contenimento delle barre di combustibile esaurito nei reattori numero 5 e 6. I livelli di radiazione danno qualche speranza: una lettura a un chilometro a ovest dell'unità 2 ha rilevato un calo, da 351,4 microsievert all'ora a 265; ma è pur vero che ci sono state dati diversi, a volte contrastanti, in diversi parti dell'impianto. E si levano colonne di fumo bianco dai reattori 2, 3 e 4. L'ipotesi che circola nelle ultime ore è quella di una colata di cemento per creare dei sarcofagi intorno ai reattori, proprio come si fece a Chernobyl ma -dicono gli esperti - è un'impresa titanica e difficilmente realizzabile.

Il bilancio delle vittime. I numeri ufficiali su vittime e dispersi continuano a salire. Secondo la polizia si contano 6.911 morti accertati e 10.316 dispersi. I feriti sono 2.356. Si tratta di un bilancio provvisorio, che non prende in considerazione le 10.000 persone scomparse dalla città costiera di Ishinomaki nella prefettura di Miyagi, secondo quanto riferito dall'agenzia Kyodo News. Allo stesso modo tra i dispersi non sono contabilizzate le 10.000 persone che mancano all'appello, secondo la tv Nhk, nella città portuale di Minamisanriku, poco distante. In totale risultano danneggiate 55.380 case ed edifici pubblici, e nel nord del Paese oltre 850 mila case sono ancora senza acqua ed energia elettrica.

(18 marzo 2011)

 

 

GIAPPONE

La lotta dei sopravvissuti

sette giorni dopo l'apocalisse

Le storie dei superstiti del terremoto e dello tsunami che hanno devastato il nord-est

dal nostro inviato GIAMPAOLO VISETTI

La lotta dei sopravvissuti sette giorni dopo l'apocalisse

TOKYO - Ieri alle 14.46 il Giappone si è fermato. Dopo una settimana, milioni di persone, si sono inchinate ai morti e ai dispersi dello tsunami di venerdì 11 marzo. Per un minuto, inginocchiate per le strade, nei parchi, in ufficio o in cucina, nei dormitori degli sfollati o tra le macerie che coprono lo costa del Nordest, non hanno pensato al pericolo incombente della centrale atomica di Fukushima. Hanno acceso candele nei templi e sono tornate con la mente all'onda del Pacifico, che ha travolto tutto, facendo sentire fragile il mondo. Migliaia di ragazzi hanno scritto al premier Naoto Kan, chiedendogli di "riflettere sul senso della ricchezza fondata su un'energia capace di sterminare l'umanità in pochi istanti". Quelle che seguono sono dieci storie iniziate in questa terribile settimana, lo specchio dell'apocalisse giapponese che ha preteso fra i 25 e i 40 mila morti. Non devono essere dimenticate e dunque sprecate. Sono il Memoriale dell'11 marzo 2011.

Il coro

La canzone sussurrata

nella palestra della scuola

Settecento persone congelate, distese per terra, sepolte tra coperte, bottiglie e sacchetti di vestiti fradici, sono immobili e in silenzio nella palestra della scuola elementare di Kesennuma. Hanno il volto coperto dalla mascherina bianca che dovrebbe proteggerle dalle radiazioni. I vecchi piangono con la schiena, senza produrre lacrime. Gli adulti guardano verso la città che non esiste più e l'oceano

che ancora porta al largo le loro case e migliaia di corpi irriconoscibili. I bambini non sanno come stare. Sono le 14.46: una settimana fa il terremoto più violento della storia giapponese aveva appena sollevato l'onda dello tsunami che ha devastato 500 chilometri della costa più protetta della terra. Qui manca la corrente e la sirena non può suonare. Il freddo si prende i più deboli tra i 600 mila senza tetto dell'Honshi. Un coro di ragazzi, coperti con pigiami della misura sbagliata e con i piedi infilati in scarpe altrui, intona sottovoce una canzone.

Gli orfani

Il saluto e gli applausi

ai ragazzini in corriera

A Sendai è tornato il sole e sette corriere pulite, arrivate da Tokyo, hanno il motore acceso nel parcheggio del municipio. Trecentocinquanta bambini escono dall'edificio e, ordinati, scavalcavano gli edifici in cui vivevano. Hanno tutti la stessa cartella. Stringono un diploma di merito, consegnato dalle uniche due maestre rintracciate. Sfilano davanti ai pannelli a cui sono affisse le liste dei morti e dei dispersi della città. È il primo scaglione degli orfani di Sendai, a cui la prefettura di Miyagi ha offerto alcuni giorni di vacanza in una località ai piedi del cono di latte chiamato monte Fuji. Nel pomeriggio saranno raggiunti delle corriere riservate ai figli di genitori non rintracciati e considerati in una situazione sospesa. Migliaia di evacuati circondano in silenzio i bambini pronti per la gita e per alcuni minuti fermano i pullman che li portano via. I partenti sorridono e salutano con la mano da dietro i finestrini. Tra chi resta scoppia un applauso che punta dritto in cielo.

Il postino

Il lungo e silenzioso addio

del miracolato dell'oceano

Tetsu Hasegawa aveva 57 anni e da trentasette faceva il postino a Kamaishi. Lo ha salvato il mestiere. Quando è suonato l'allarme stava consegnando lettere sul porto. Ha visto l'onda arrivare ed è saltato sulla bicicletta. L'acqua saliva e gli mangiava la strada. Ha pedalato senza girarsi e il fango gli è arrivato a metà ruota. Pensava di essere riuscito ad arrivare a casa, ma al posto dell'edificio costruito dal padre c'era un lago che non aveva mai visto. Solo martedì si è convinto che la sua famiglia era sparita là sotto: genitori, moglie e due figli che stavano studiando. Agli amici ha detto di non pensare a lui, ma di aiutare i feriti. Miracolato dall'oceano, Testsu Hasegawa è morto improvvisamente ieri mattina nel centro di raccolta. I medici hanno accertato che l'hanno ucciso la fame e la sete. Sotto la sua coperta hanno trovato le razioni di cibo e di acqua che per sette giorni non ha consumato. Ha lasciato una busta chiusa indirizzata alla moglie annegata.

Il giardiniere

I fiori rosa dell'imperatore

per le vittime dimenticate

Yoshikatsu Hiratsuka cura ciliegi e meli del palazzo imperiale di Tokyo. Dopo trent'anni oggi ha ricevuto l'ordine di chiudere l'entrata del pubblico. La nazione è in lutto e l'imperatore vuole dire ai sudditi che anche la natura si ferma a piangere. Il giardiniere si scusa e spiega che i suoi fiori oggi sono riservati alle vittime dello tsunami. Si è svegliato presto e ha pulito la terra dove presto pianterà bulbi di tulipano. Attorno, Tokyo è una metropoli sotto shock. I negozi di Ginza sono chiusi e i rari ristoranti aperti spengono le luci alle otto. Yoshikatsu Hiratsuka dice che gli sembra di essere tornato a Ofunato, dove è nato, durante guerra. Tra i pini davanti al palazzo ha adagiato un ramo già fiorito di boccioli rosa. È per la famiglia di Kiyota Yamaguci, nel suo villaggio distrutto, che nessuno ha cercato. Tre generazioni, dodici persone, tutti scomparsi. Per questo nessuno li ha cercati e il giardiniere dell'imperatore desidera che si sappia.

La commessa

Quella madre ricomparsa

il giorno del suo funerale

Masako Sawasato è riapparsa ieri alle 11 e a Yamadachi l'hanno ribattezzata la "madre risorta". Commessa di un supermercato era fuggita in auto, cercando di accelerare più dell'onda. È rimasta bloccata in un colonna, davanti alla quale era crollata la strada. Trenta mezzi inghiottiti sotto gli occhi dei passanti. Lunedì suo marito Yoshikatsu Hiratsuka ha denunciato che era scomparsa. Giovedì ne ha identificato i resti presunti, schiacciati sotto la sua Honda rossa. Ieri era il giorno del funerale. Marito e figlio stavano vegliando la bara, di legno chiaro. Vicino, un sacchetto con i regali per accompagnarla. Masako Sawasato li ha visti nell'obitorio, dove è entrata per cercare loro: anche lei li credeva defunti. Per una settimana, dopo essersi svegliata su uno scoglio, è rimasta isolata su una collina sei chilometri più a nord. Quando si sono rivisti, i tre non hanno detto niente. Poi il bambino le ha chiesto: "Dove sei stata?" e ha voluto toccarla.

La ciclista

La corsa disperata in bicicletta

a caccia di coperte e medicine

Michiko Takahashi ha 42 anni e faceva i conti nella cooperativa dei gamberi a Minami-Soma. È stata lei ad accorgersi che sulla spiaggia erano stesi trecento corpi. Ieri sera è arrivata a Tokyo, è scesa dalla sua bici ed è entrata in una farmacia. Ha acquistato uno scatolone di medicine contro l'influenza e la gastroenterite, che nelle prefetture travolte stanno contagiando migliaia di sopravvissuti. In un grande magazzino ha ordinato duecento coperte, il massimo che poteva permettersi investendo i risparmi. Poi è risalita in sella e ha imboccato la via del ritorno. Se non avesse incrociato un giornalista giapponese nessuno saprebbe di lei. Visto che dopo una settimana i soccorsi ancora non sono sufficienti, Michiko ha deciso di fare da sola. Oltre quattrocento chilometri in due giorni, sotto la neve e a digiuno, altrettanto per rientrare. Adesso i giapponesi pensano a lei e iniziano a credere che nulla è impossibile: nemmeno rialzarsi dopo l'11 marzo.

Il bambino

Una settimana alla deriva

aggrappato alle alghe

Hiroshi Gyobu ha 9 anni e ce l'ha fatta. È stato recuperato al largo di Rikuzen-Takata, la città di pescatori dove diecimila corpi sono ora sepolti da una palude. Giaceva su una barca rovesciata, aggrappato da sette giorni a un groviglio di alghe. Il pilota di un elicottero lo ha visto per caso, attratto da una mano che non si muoveva al ritmo della marea. Quando è stato issato con il verricello, il Giappone si è commosso. Ritiene di aver assistito ad un miracolo, forse all'inizio di una reazione, alla prova di poter resistere a tutto e ricominciare. Hiroshi Gyobu era stato spazzato via mentre era in auto con il padre Yoshiya. Si sono svegliati all'alba, su quello scafo. Erano fradici e il padre lo ha coperto con la sua giacca. Martedì gli ha infilato i suoi vestiti, tolti e stesi ad asciugare. Gli ha detto di non muoversi e di aspettarlo. "Raggiungo la riva, chiedo aiuto e vengo a prenderti - ha detto - altrimenti è la fine". Si è calato in acqua e ha iniziato a nuotare, ma non è tornato.

L'operaio

Il condannato di Fukushima

e il segreto del reattore quattro

Futoshi Toba è il più vecchio tra i condannati a lottare per impedire che la centrale atomica di Fukushima esploda, distruggendo il Giappone. Ha 59 anni, è senza figli, e nella notte di sette giorni fa ha deciso che sarebbe toccato a lui. Giovedì, investito dalle radiazioni, è stato ricoverato in un centro di Tokyo e secondo i medici ci vuole tempo. La scelta dell'operaio Futoshi Toba, rivelata ieri in tivù, ha scosso il Paese come un altro terremoto. A giugno, perseguitato da una violenta bronchite cronica, sarebbe andato in pensione. "Hanno chiesto chi conoscesse il reattore 4 - ha raccontato - e vedendo i ragazzi che avevo vicino, ho risposto che io sapevo tutto. Ho capito che il mio destino era compiuto e che dopo anni vani avevo l'occasione di dare un senso alla mia vita". Non ha voluto spiegare quale sia la situazione. "Mai visto prima il reattore 4 - ha aggiunto - ma prego il mio Paese di riflettere se questa è la strada giusta per assicurarci un futuro".

Il pescatore

Nel mercato senza futuro

sconfitto dalla grande paura

Totsu Kiuno sega tonni a Tsukiji. Nel mercato del pesce di Tokyo tutto è cambiato. Nessuno acquista più molluschi: filtrano l'acqua e i clienti pensano che siano già radioattivi. Alghe secche e pacchi di sale, ricchi di iodio, sono esauriti. Da ieri tonni e aragoste surgelate costano invece più dell'oro. La flotta peschereccia del Nordest è decimata e all'alba i giapponesi danno l'assalto ai banchi per assicurarsi scorte per settimane. È l'incubo atomico: la gente cerca solo tonni e squali congelati, pescati prima dell'11 marzo. Esibire il certificato di pesce vecchio, per un ristorante, raddoppia gli affari. Anche le tartarughe vive vengono giudicate un antidoto alle radiazioni e l'asta di ieri notte ha battuto ogni record. Totsu Kiuno sega la spina dorsale dei suoi tonni di ghiaccio e li rifinisce con l'ascia, come sculture di legno. "Sono gli ultimi - dice - per anni non venderemo nemmeno un polipo". Ha appeso un foglio al bancone: "Offresi manovale".

L'artista

I ritratti del piccolo pittore

tra i superstiti della palude

Atsufumi Sato ha 5 anni ma in una settimana è diventato un artista famoso in tutto il Giappone. Viveva nella parte bassa di Ishinomaki, con i genitori e il fratello. È il pezzo di città che non si trova più: 12 mila inghiottiti. Fino ad oggi lui è stata l'unica cosa viva ad essere recuperata dal deserto di fango ancora inaccessibile. Dal primo istante, sotto una serra trasformata in rifugio per evacuati, disegna sua mamma, con i capelli neri, lunghi e tortuosi come un fiume colmo di giocattoli rotti. Sul volto non traccia la bocca e spiega che sarebbe inutile, visto che quella donna da venerdì scorso non gli parla. Ha già realizzato dieci ritratti, tutti uguali. I sopravvissuti di Ishinomaki, che possiedono solo gli abiti ricevuti dall'esercito, acquistano le sue opere, esposte a fianco della coperta in cui il bambino veglia, dorme e lavora. Pagano e lasciano i disegni lì, "esposti nel museo". Atsufumi Sato dice che è contento, perché anche sua mamma valeva molto.

(19 marzo 2011)

 

 

 

GIAPPONE

"Su Hiroshima il governo mentì

oggi trovi il coraggio della verità"

Parlano i superstiti della Bomba: Fukushima ucciderà per anni. "Le conseguenze del disastro si vedranno con il tempo, come è successo a noi". "Le radiazioni sono invisibili come allora ma anche le bugie che ci dicono sono le stesse"

di RAIMONDO BULTRINI

"Su Hiroshima il governo mentì oggi trovi il coraggio della verità"

HIROSHIMA - Le città del vecchio e del nuovo olocausto sono geograficamente ai due versanti opposti, l'una a sudovest, l'altra a nord est. Da una parte della faglia tellurica che divide in due l'Isola del Sol Levante c'è Hiroshima, sorta su un grande delta formato da miriadi di piccoli fiumi. È il simbolo storico della distruzione nucleare provocata grazie a anni di ricerca occidentale per mettere in ginocchio il Giappone in guerra. Dall'altra parte - a centinaia di chilometri di distanza - si erge sul mare l'emblema di un moderno disastro fatto in casa, i reattori atomici in panne di Fukushima.

Suzuko Numata San, 87 anni, ha perso una gamba tra le macerie della bomba H sganciata sopra la sua testa e segue alla tv le riprese dalle centrali esplose a Nord Est dalla linda stanzetta della clinica di Hiroshima dove è costretta a restare sdraiata per le conseguenze di quel 6 agosto del 1945. "Le radiazioni sono invisibili come allora - sospira - ma anche le bugie del governo sono le stesse", ci dice senza tentennamenti e con una energia imprevedibile. "Come fecero allora - spiega - i politici giapponesi cercano di minimizzare il problema delle radiazioni già uscite e quelle che usciranno ancora a Fukushima. Anche se non si vedono, però, non è che non facciano effetto. Noi che ci viviamo da anni lo sappiamo bene, sono ferite che bruciano come lance in tutto il corpo e nella mente. Lo abbiamo detto ai quattro venti, ma non ci sono mai stati a sentire, e hanno costruito lo stesso le centrali.

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Adesso non vogliono ammettere che il disastro è di enormi proporzioni, e che le conseguenze di quello che succede attorno ai reattori si vedranno col tempo, com'è successo a noi".

Numata San aveva un lavoro, e il suo fidanzato stava tornando dalla guerra per sposarla quando il mondo si è capovolto e lei ha perso una gamba, un marito, e parecchi membri della sua famiglia, compresi quelli uccisi uno dietro l'altro dai tumori. Oggi è famosa per aver viaggiato finché ha potuto in Giappone e intorno al mondo (è stata anche in Italia) con la sua gamba artificiale a piantare il seme di un alberello cresciuto a Ground Zero, l'aoghiri, simbolo della fragilità della natura.

Da lei ci accompagna un altro sopravvissuto, Mito Kose, che assorbì le radiazioni parzialmente protetto nel grembo della madre e oggi fa la guida tutti i giorni dalla mattina alle 9 di fianco al Genbaku Dome, l'ex Prefettura industriale distrutta e lasciata com'era dai tempi della bomba. "Ho passato l'infanzia un mese l'anno in ospedale", racconta Mito, "ma ora e finché avrò energia verrò qui a spiegare non solo quello che è successo 66 anni fa, ma anche quello che succede oggi. I nostri giovani devono sapere i rischi del nucleare, perché nel nostro Paese li hanno educati a credere a tutto quello che gli dicono, e non si rendono conto dei rischi ai quali sono esposti. Ma di fronte all'evidenza sarebbe il momento di smetterla con le menzogne e dire come stanno le cose".

Kose ci accompagna nei locali del Museo della Pace portando con sé la documentazione che ha raccolto negli anni sugli effetti delle radiazioni nel tempo, con informazioni scientifiche completamente assenti o "ammorbidite" nei pannelli, nei video e dalle guide audio che accompagnano i turisti attraverso l'orrore di quel 6 agosto alle 8,15. Ci mostra una foto pubblicata all'estero dei brandelli di corpi raccolti a Hiroshima e portati nei laboratori degli Stati Uniti per essere studiati e rispediti indietro senza che venissero diffusi i risultati. Poi illustra i passaggi delle didascalie del museo dove scompaiono i riferimenti agli effetti delle "radiazioni residue" e delle "lesioni interne" che si manifestano col tempo. "Nessun accenno nemmeno - dice - agli stadi successivi che portano a modifiche del Dna e ai tumori multipli. Perfino il diametro dell'area colpita dalle "piogge nere" radioattive è stato ridimensionato di parecchi chilometri, e nella spiegazione degli effetti si parla solo di casi di diarrea durati tre mesi. Ridicolo. Se lo ammettessero, dovrebbero dare a molta più gente il tesserino dell'assistenza sanitaria gratuita che già spetta a 227565 sopravvissuti, e prendersi cura di altre decine di migliaia di persone. Il dramma è che a forza di ignorare la gravità del fenomeno, come continuano a fare, stanno condannando a rischi incalcolabili le vittime di Fukushima, e si ostinano a evacuare solo una fascia di pochi chilometri, mentre dovrebbero mandare via tutti almeno nel raggio di 80 km".

Nel largo piazzale del museo della bomba, Daichi, Tomoya, Shoijin, Nao Hiro fanno una pausa dopo aver visto per ore dispositive e video. Sono amici diciottenni venuti da Kyoto a Hiroshima - spiegano - perché vogliono capire meglio come mai il Giappone non ha imparato dalla storia a temere il potere nucleare. "Ero stato qui in gita alle elementari, ma non capivo niente - dice Tomoya - E non ho capito niente fino a pochi giorni fa, perché io e i miei amici, come tanti giovani giapponesi credevamo ciecamente a quello che ci diceva il governo, che le centrali sono utili e fonte di energia pulita e sicura. Invece non era vero. Capite? Come potremmo fidarci di quello che ci dicono adesso?".

(19 marzo 2011)

 

NUCLEARE

Veronesi: propongo moratoria

ma io non rinnego l'atomo

L'intervento dopo l'articolo di ieri di Francesco Merlo 1. Nessun dietrofront, voglio impianti super sicuri. Non mi occupo di sondaggi e di referendum ma devo rispettare la lezione che arriva dal Giappone di UMBERTO VERONESI

Veronesi: propongo moratoria ma io non rinnego l'atomo Umberto Veronesi

La politica per sua natura può avere ripensamenti, la scienza deve invece pensare più a fondo. Così ho molto apprezzato l'articolo di Francesco Merlo di ieri, perché mi invita a precisare la mia posizione sul nucleare.

E lo faccio pur rendendomi conto che il sovrapporsi delle dichiarazioni, l'inevitabile intreccio fra politica, cronaca e scienza di fronte a un disastro come quello giapponese, e lo sgomento generale che ci attanaglia, rendono molto difficile esprimere posizioni chiare. Il punto è molto semplice: io sono uno scienziato e il presidente dell'Agenzia per la sicurezza del nucleare. Non mi occupo di referendum, non leggo i sondaggi di nessun tipo e quindi neppure quelli che Merlo definisce "di cortile". Dunque ciò che appare come un ripensamento è invece l'esito di una riflessione. Studiando il più lucidamente possibile la dinamica di Fukushima ho pensato che ci troviamo di fronte al primo grave incidente di progettazione nucleare della storia, quindi di strategia. Gli altri due incidenti significativi, Chernobyl e Three Mile Island, sono stati infatti causati da un errore umano. Per Chernobyl più che di errore dovremmo parlare di follia. Ma anche negli Stati Uniti fu un errore dei tecnici a causare la fusione del nocciolo, che fortunatamente non causò nessuna vittima.

Va detto subito che sull'errore umano si può intervenire migliorando la preparazione, l'addestramento e le condizioni di lavoro. Un po' come si fa con i piloti d'aereo. Invece a Fukushima non

c'è stato nessun errore riconducibile al personale addetto, ma un errore di progettazione: le centrali non erano programmate per resistere a uno tsunami della portata di quello scatenatosi la scorsa settimana. Le fonti tecniche dicono che la progettazione teneva conto di tsunami di intensità minore. Ma questa è comunque una mancanza perché nel costruire una centrale nucleare sul Pacifico non si può non tenere conto della massima potenza delle forze del mare e della Terra. Non è una giustificazione il fatto che erano centrali attivate quarant'anni fa, e che erano quindi alla fine del loro ciclo vitale.

La lezione che credo dobbiamo trarre da Fukushima è che non possiamo non rivedere la strategia nella progettazione degli impianti nucleari. Il che non vuol dire ripensare o tornare sui propri passi, ma capire il problema alla radice, avere il coraggio di riconoscerlo e sforzarci di superarlo. Se è vero - ed è scientificamente vero- che senza l'energia nucleare il nostro pianeta, con tutti i suoi abitanti, non sopravviverà, non dobbiamo fare marcia indietro, ma andare avanti, ancora più in là, con la conoscenza e il pensiero scientifico. Dobbiamo pensare al futuro tenendo conto che petrolio, carbone e gas hanno i decenni contati e che sono nelle mani di pochissimi Paesi, che possono fare delle fonti di energia strumento di ricatto economico e politico; che stiamo avvicinandoci ai 7 miliardi di persone sulla Terra, con consumi sempre maggiori di energia; che le altre fonti di energia, le rinnovabili, hanno grandi potenzialità, ma per alcune non abbiamo le tecnologie che rendano accessibili i costi di trasformazione e globalmente non sono sfruttabili in modo tale da assicurare la copertura del fabbisogno. La scelta dell'energia nucleare è dunque inevitabile e il nostro compito è ora quello di garantirne al massimo la sicurezza per l'uomo e l'ambiente.

Abbiamo per anni sostenuto che gli impianti di ultima generazione sono sicuri e con un rischio di incidente vicino allo zero. Oggi il Giappone ci impone di riconsiderare criticamente questa convinzione. Molti si domandano se il modello delle centrali nucleari di grossa taglia, come sono oggi tutte quelle del mondo, sia quello da continuare a realizzare; oppure se non è possibile ed opportuno considerare l'adozione di reattori più piccoli e modulari : una rete di minireattori. Alcuni di questi modelli progettuali sono già in produzione e dovremo studiarne a fondo le caratteristiche e la fattibilità.

La tragedia giapponese ci impone inoltre di pensare fuori dalle logiche nazionali. E' evidente ora che i piani energetici devono essere discussi a livello internazionale. In Italia ci troviamo nella circostanza favorevole di partire da zero e quindi di poter scegliere, senza fretta, il modello strategico migliore.

(19 marzo 2011)

 

 

L'ANALISI

La paura del referendum

di FRANCESCO MERLO

La paura del referendum

SCILIPOTISMO termonucleare, trasformismo atomico. Questo non è un governo che ha cambiato idea e sta responsabilmente e dolorosamente rinunziando al nucleare, ma è un governo che non ha idee e si accoda alle paure e alle emozioni espresse dai sondaggi del momento.

I ministri Romani e Prestigiacomo e, spiace dirlo, con loro anche Umberto Veronesi, non stanno alla testa ma alla coda del Paese. E difatti proprio loro, che non si erano fatti spaventare dall'apocalisse mondiale, si sono terrorizzati davanti ai sondaggi di cortile. Loro che si erano mostrati duri, tecnologi e "proiettati nel futuro", loro che avevano accusato di sciacallaggio gli antinuclearisti ("non si specula sulla paura!") loro adesso ci ripensano, ragionano, rinviano. Come mai? "è finita. Non possiamo perdere le elezioni per il nucleare" è sbottata la ministra Stefania Prestigiacomo davanti a Tremonti e a Bonaiuti, senza sapere che i giornalisti dell'agenzia Dire la stavano registrando.

Ancora una volta, dunque, dobbiamo dire grazie a delle frasi intercettate. Questo portentoso sfogo della Prestigiacomo ci svela infatti il vero significato delle nuove posizioni di Romani, "non costringeremo nessun territorio a costruire centrali", e illumina di verità la pensosa riflessione di Veronesi. Sono intense e bellissime le parole usate ufficialmente: "sgomento", "coscienza", "prudenza", "intelligenza". Ma ecco come la Prestigiacomo le ha tradotte: "Non facciamo cazzate". Insomma,

il Giappone rischia davvero di diventare anche per lei un'esperienza dolorosa, e non per i morti, non per la disperazione mondiale, ma perché "noi non possiamo perdere le elezioni per il nucleare. Dobbiamo uscirne in modo soft. Ora non dobbiamo fare nulla, si decide tra un mese".

Ecco il punto: non ci dice, la Prestigiacomo, che questi nostri governanti sono anti o pro il nucleare, e neppure che sono indecisi. Ma che sono irresponsabili. Non ci racconta che ieri erano a favore ("non siamo in Giappone, il ritorno al nucleare rimane un'assoluta priorità italiana") e oggi sono contro perché "l'ammirevole compostezza del popolo giapponese" li ha svegliati, ma che sono ammalati di scilipotismo appunto, banderuole dell'opportunismo e dell'inaffidabilità, troppo abituati a prendere boccate d'ossigeno dalle disgrazie - il terremoto dell'Aquila, il crollo di una bella scuola elementare, la spazzatura di Napoli, e poi Gheddafi... - troppo lesti a cercare in ogni rogna la convenienza elettorale. E abbiamo pure il sospetto che la maggioranza di governo non abbia paura solo delle elezioni amministrative che stanno per arrivare. Teme di perdere anche il referendum sul nucleare e, sull'onda di quella sconfitta, quello sulla privatizzazione dell'acqua e soprattutto quello sul legittimo impedimento che, ovviamente, sarebbe per Berlusconi la vera fusione atomica del consenso, il disfacimento non solo elettorale.

Attenzione: noi non siamo per il nucleare, non è di questo che stiamo parlando. Il punto è che tutti, non importa se pro o contro il nucleare, preferirebbero un governo capace di far valere le proprie convinzioni anche quando diventano impopolari, un governo che fa la cosa che gli sembra giusta e non la cosa per la quale fiuta l'applauso. Una volta c'era la destra che si batteva per gli interessi dell'industria, il profitto e lo sviluppo, e c'era la sinistra che metteva al primo posto i salari, l'ambiente, la salute. Ora invece ci sono i sondaggi, c'è una classe dirigente che si uniforma pubblicamente a quegli umori che in privato disprezza, c'è una destra che sfugge alla solidità della politica e insegue la volatilità del consenso: se la volete cotta ve la diamo cotta, se la volte cruda ve la diamo cruda, basta che balliate con noi.

È un altro imbruttimento, l'ennesimo imbarbarimento che la destra deve a Berlusconi. L'altra sera ho acceso la televisione e su Raiuno ho riconosciuto tal Alessandro Di Pietro. Da vecchio cronista lo ricordavo alla testa dei "Gre" (Gruppi di ricerca ecologica), gli ambientalisti di destra. Ne era il capo e il fondatore. Si dicevano seguaci di Konrand Lorenz. Erano fortissimamente antinuclearisti. Ai miei occhi questo Di Pietro era un Ermete Realacci rovesciato con tanto di baffetti da paese. Ebbene in tv era un goffo concorrente semivip dell'empireo di "Ballando con le stelle": guidato dalla Carlucci danzava un fox trot che sembrava un Nichibu giapponese.

(18 marzo 2011)

 

 

2011-03-18

Diretta

Fukushima, governo eleva l'allerta nucleare

Bilancio ufficiale: 17mila tra morti e dispersi

Fukushima, governo eleva l'allerta nucleare Bilancio ufficiale: 17mila tra morti e dispersi Personale medico controlla le persone evacuate dalle proprie abitazioni vicino Fukushima

Nell'impianto la situazione rimane critica. I tentativi di raffreddare i reattori si sono rivelati vani e i livelli di radiattività sono alti. Nel mondo si discute sul futuro dell'energia atomica e il governo italiano frena sul programma di reintroduzione del nucleare. Una settimana dopo il terremoto e lo tsunami le autorità hanno reso noto che i morti accertati sono oltre 6.400 e 10.200 persone mancano all'appello. I soccorsi faticano a raggiungere le aree colpite e l'emergenza è aggravata dalla neve. Il G7 ha deciso un intervento sui mercati valutari per fronteggiare le speculazioni sullo yen e la Borsa di Tokyo è in rialzo. A Fiumicino controlli sui prodotti in arrivo

DIRETTE: 11 marzo - 12 marzo - 13 marzo - 14 marzo - 15 marzo - 16 marzo - 17 marzo

REPORTAGE - MAPPA - INTERATTIVO

(Aggiornato alle 16:03 del 18 marzo 2011)

16:03

Due multati in Cina per aver diffuso notizie false 47 –

Due persone a Shanghai sono state multate dalla polizia per aver diffuso su internet allarmi sull'arrivo di radiazioni nucleari nella capitale economica cinese provenienti dalle centrali nucleari giapponesi. Lo rivela un portavoce della municipalità di Shanghai. Un giovane, Wu, ha messo su un microblog di Internet la notizia che le radiazioni avrebbero già toccato Shanghai proveniente dal reattore di Fukushima, che lui dice di aver visto esplodere in un servizio televisivo della televisione giapponese. La notizia è stata ripresa da un suo compagno di studi, Yin, che ha diffuso su altri siti la notizia, provocando panico fra i lettori. I due sono stati accusati di aver infranto la legge sulla sicurezza pubblica.

16:02

Usa, turismo Hawaii duramente colpito 46 –

Il turismo nelle Hawaii è stato duramente colpito. I visitatori provenienti dal Giappone sono diminuiti dell'86 per cento dopo il terremoto e lo tsunami. Il turismo dal Giappone è al secondo posto nella lista delle Hawaii. Circa 1,2 milioni di giapponesi visitano ogni anno le Hawaii contribuendo al 18 per cento del turismo dell'arcipelago e portando oltre due miliardi di dollari nelle casse delle isole.

15:47

Le onde tsunami erano di 23 metri 45 –

Le onde dello Tsunami che ha colpito il Giappone venerdì 11 marzo erano di almeno 23 metri.. Lo rende noto uno studio del Port and Airport Research Institute riferendosi alle onde che hanno colpito Ofunato, nella prefettura di Iwate. Si tratta di un livello record dopo quello delle onde di 38,5 metri dello Tsunami del 1896.

15:46

Medici senza frontiere in azione nelle zone colpite 44 –

Medici senza frontiere (Msf) si è mobilitata immediatamente dopo il terremoto e il successivo tsunami, grazie agli operatori giapponesi coordinati dalla sede di Msf a Tokyo, per un'azione di supporto all'ampio intervento del governo. L'èquipe di Msf, formata da 12 persone, mercoledì ha stabilito una base operativa a Tome, nel nord della prefettura di Miyagi e si è divisa in tre gruppi.

15:45

Fiat offre 100mila euro per soccorsi 43 –

Dopo la catastrofe naturale che ha colpito il Giappone, Fiat Spa, per offrire aiuto alla popolazione locale, ha deciso di effettuare una donazione di 100.000 euro alla Croce Rossa a supporto delle operazioni di soccorso. E' quanto si legge in una nota del Lingotto. Inoltre, il Gruppo si impegna "a raddoppiare la somma di denaro che sarà raccolta dai suoi dipendenti che vorranno sostenere questa iniziativa umanitaria".

15:32

Non necessarie restrizioni aeree 42 –

Non è necessario imporre alcuna restrizione ai voli aerei per il Giappone per proteggere la sanità pubblica, a parte l'area con raggio di 30 chilometri intorno alla centrale nucleare di Fukushima. Secondo Herbet Puempel, dell'Organizzazione mondiale della Sanità, a meno di cambiamenti nella situazione di emissione di radiazioni dall'impianto, non ci sono ragioni per vietare voli aerei. Una posizione confermata anche dal portavoce dell'Oms, Gregory Hartl, che ha precisato come a Tokyo "la radioattività sia leggermente aumentata, ma resta al di sotto del livello di rischio per la salute".

15:15

Obama: "Faremo il possibile per aiutare" 41 –

Gli Stati Uniti continueranno a fare il possibile per promuovere la stabilità e la democrazia in Medio Oriente e per aiutare la gente del Giappone a recuperare dopo il sisma e lo tsunami. Lo afferma il presidente Barack Obama intervenendo su Usa Today, in un articolo dal titolo 'L'occupazione è la priorità dell'agenda in America latina". Obama a breve inizierà il proprio viaggio in Sud America, che lo porterà fra gli altri in Brasile e Cile.

15:13

Intervento Bce per indebolire yen stimato in 5 mld 40 –

L'intervento odierno della Bce per indebolire lo yen, nell'ambito dell'azione congiunta del G7, è stimato in 5 miliardi di euro. Lo sostiene James Pearson, numero uno del trading valutario di Nomura Securities International a Londra. L'intervento della Bce sarebbe avvenuto attraverso l'acquisto di euro in yen. Anche per questo la moneta europea, che attualmente è valutata 114,47 yen, in mattinata è schizzata fino a un massimo di giornata di 115,50 yen.

14:55

Riunione straordinaria Aiea lunedì a Vienna 39 –

L'Aiea, l'agenzia atomica internazionale, terrà una riunione di emergenza sulla tragedia in Giappone lunedì prossimo a Vienna. Il direttore generale Yukiya Amano, partito ieri per il paese asiatico e di ritorno domani, relazionerà in quell'occasione gli altri membri dell'organizzazione. La riunione inizierà alle 11 e durerà un solo giorno.

14:30

Berlusconi a Kan: "Emozionati dal coraggio" 38 –

"Seguiamo con grande partecipazione gli sviluppi della situazione nel tuo Paese. Ci commuovono profondamente il coraggio e la dignità di cui il tuo popolo ha dato e dà quotidianamente prova". E' un passaggio della lettera di cordoglio e vicinanza che il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha inviato al premier nipponico, Naoto Kan, dopo il terremoto e lo tsunami che venerdì scorso hanno colpito la parte nord-est del Giappone. "Una dimostrazione di forza e di coesione morale che emoziona tutti gli italiani. Siamo pronti - continua Berlusconi - a dare la nostra assistenza e il nostro aiuto. Un team della nostra Protezione Civile è già in Giappone".

14:14

Ambasciata: oggi 400 tornati in Italia 37 –

Il governo italiano renderà domani disponibili gratuitamente circa 100 posti di sola andata per l'Italia con partenza da Osaka su tre voli Alitalia, mentre oggi i collegamenti dalla città nipponica si sono svolti regolarmente con l'imbarco di circa 400 passeggeri. Quanto a domani, informa l'ambasciata d'Italia, si tratta dei voli AZ 793 (partenza alle 14,10 locali e arrivo a Roma alle 19,05, con scarsa disponibilità), AZ 787 (partenza alle 17 e arrivo a Milano alle ore 21,30) e AZ 785 (partenza 19,30 e arrivo a Roma alle ore 00,05 del 20 marzo).

13:49

Renault taglia del 15-20% produzione in Corea del Sud 36 –

La compagnia automobilistica francese Renault annuncia un taglio del 15-20% della produzione dei suoi impianti di Busan nella Corea del Sud, a causa delle interruzioni dei rifornimenti della componentistica dal Giappone. La Renault-Samsung Motors normalmente produce 20 mila auto al mese e la casa francese annuncia che subirà un taglio di circa 3 mila veicoli mensili.

13:39

Save the Children, al via distribuzione coperte 35 –

Save the Children, dopo aver allestito la prima area sicura a misura di bambino a Sendai, ha deciso di espandere la portata del proprio intervento umanitario in Giappone, e oggi inizierà a distribuire coperte per aiutare la popolazione a mitigare gli effetti dell'ondata di freddo che ha investito il Paese. L'organizzazione, inoltre, informa che "è stata avviata una raccolta fondi di 20 milioni di dollari".

13:37

Ministero Salute, centri di controllo per chi rientra in Italia 34 –

Per gli italiani al rientro dal Giappone dopo il terremoto e lo tsunami dell'11 marzo, ecco l'elenco dei centri di riferimento individuati dalle Regioni per chi volesse sottoporsi a controlli a seguito dell'emergenza radiazioni. Emilia Romagna: Ospedali Riuniti di Parma; Ospedale S.Orsola-Malpighi di Bologna, Ospedale Bufalini di Cesena. Lazio: Azienda ospedaliera San Camillo di Roma; Policlinico universitario A. Gemelli di Roma; Azienda ospedaliera Sant'Andrea di Roma; Policlinico Umberto I di Roma; Istituti fisioterapici ospitalieri (Ifo) di Roma. Lombardia: Ospedale Niguarda Cà Granda di Milano; Ospedale di Circolo Macchi di Varese; Ospedale di Circolo di Busto Arsizio (Varese); Ospedali Riuniti di Bergamo; Spedali Civili di Brescia; Istituti ospitalieri di Cremona. Toscana: Azienda ospedaliera di Careggi di Firenze; Azienda ospedaliera universitaria Pisana - Presidio ospedaliero Santa Chiara di Pisa. Valle d'Aosta: Ospedale regionale Umberto Parini - Servizio Radiologia, viale Ginevra, 3. Liguria: Azienda ospedaliera universitaria S. Martino di Genova; Ente ospedaliero Ospedali Galliera di Genova.

13:29

Ue pronta a dare assistenza tecnica per centrali 33 –

L'Unione europea è pronta a fornire assistenza tecnica, "se il Giappone lo richiederà", per le operazioni di raffreddamento dei reattori nucleari. Lo ha detto la portavoce del commissario Ue all'energia Gunther Oettinger. La portavoce ha spiegato che ci sarà bisogno di circa un anno di lavoro, dato che è stabilito in 357 giorni il tempo di raffreddamento. "Vogliamo essere pronti nel caso ci sia richiesto aiuto e se necessario forniremo personale", ha aggiunto Marlene Holzner.

13:26

Ingegnere nucleare: "Sarcofago soluzione impossibile" 32 –

Al punto in cui è la situazione nella centrale nucleare di Fukushima, un sarcofago di cemento armato che ricopra tutto come fu fatto a Chernobyl è a questo punto l'unica soluzione, ma "è una soluzione quasi impossibile". E' il parere di Ezio Puppin, ingegnere nucleare al Politecnico di Milano. "A Chernobyl", ricorda Puppin, "misero un sarcofago che pesa 100.000 tonnellate e che ha già fessure e crepe. Inoltre visto il peso sta sprofondando nel terreno. Insomma, è instabile e lì dovevano ricoprire solo un reattore, mentre a Fukushima sono almeno quattro". Si tratterebbe, dal punto di vista ingegneristico, "di un'operazione senza precedenti per quantità di cemento impiegato e di metri quadri da ricoprire, un lavoro ciclopico al confronto del quale la piramide di Cheope è uno scherzetto. Le uniche opere paragonabili sono le grandi dighe, e ci vogliono degli anni".

13:12

Francia invita universitari a lasciare Giappone 31 –

Le università francesi richiamano gli studenti, i docenti e i ricercatori, circa 350 persone, che si trovano ancora in Giappone. A "raccomandare vivamente" il rientro in patria è la Conferenza dei presidenti delle università (CPU), che rappresenta gli 83 atenei del Paese. Il CPU consiglia agli studenti e al personale universitario di utilizzare "tutti i mezzi logistici messi a loro disposizione" per lasciare il Giappone, a causa del rischio nucleare.

12:59

Al via ponte aereo aiuti umanitari dalla Ue 30 –

Prende il via da oggi un ponte aereo di aiuti umanitari dall'Unione europea verso il Giappone. Lo ha riferito il portavoce della commissaria Ue agli aiuti umanitari Kristalina Georgieva. Sempre oggi, ha aggiunto il portavoce Raphael Brigandi, si recheranno in Giappone 15 esperti europei della protezione civile per organizzare l'aiuto con i partner locali e con la Croce rossa internazionale.

12:52

Riapre domani la Tokyo Tower 29 –

Primi segnali di ritorno alla vita in Giappone. Mentre centinaia di migliaia di persone nel nordest del Paese sono al freddo nei rifugi a una settimana dal terremoto/tsunami, riapre domani a Tokyo una delle principali attrazioni turistiche della città: la Tokyo Tower. Lo scrive oggi il sito internet del quotidiano Yumiuri Shinbun. La torre, costruita nel 1958 a imitazione della tour Eiffel di Parigi ma più alta di 13 metri, è gestita da una società privata.

12:49

Sarkozy rinnova disponibilità a formire aiuti 28 –

Nicolas Sarkozy ha assicurato al primo ministro giapponese, Naoto Kan, la piena solidarietà della Francia, rendendo omaggio al coraggio e alla dignità fuori del comune della popolazione colpita dal terremoto dell'11 marzo e da una serie di catastrofi di proporzioni inusitate.

12:49

Premier giapponese: "Non abbiamo nascosto nulla" 27 –

Nel corso della conferenza stampa il premier ha anche affrontato la questione dell'attendibilità della versione dei fatti data dal governo. Il premier ha detto che "al pubblico è stato divulgato tutto. Abbiamo condiviso - ha aggiunto - quel che sappiamo con la comunità internazionale".

12:44

Premier giapponese: "Non dobbiamo essere pessimisti" 26 –

Rivolgendosi ai quasi 600mila sfollati sistemati in rifugi di fortuna senza energia, cibo e medicine, Kan ha detto di sapere che soffrono, che la situazione è difficile, e ha promesso che il governo fornirà loro tutto il necessario per riprendere una vita normale. "Dobbiamo essere forti e convinti che ci riprenderemo, non ci possiamo permettere di essere pessimisti", ha proseguito il premier. "Dopo la II Guerra Mondiale abbiamo avuto una miracolosa crescita economica grazie agli sforzi del popolo giapponese e questo è stato il modo in cui il Giappone è stato costruito", ha detto il premier.

12:34

Fukushima, usato generatore diesel per raffreddare 25 –

Accanto agli idranti e agli elicotteri, per raffreddare i reattori della centrale nucleare di Fukushima, viene impiegato ora anche un generatore diesel, secondo quanto reso noto dall'Aiea. Un generatore di emergenza nel reattore 6 pompa acqua nelle vasche di raffreddamento del combustibile usato dei reattori 5 e 6, dove la temperatura è in aumento. Secondo l'Aiea, i tentativi di ieri hanno dato scarsi risultati: in quella del reattore 5 la temperatura era salita da 64,2 gradi a 65,5, mentre in quella del reattore 6 era leggermente scesa da 62,5 gradi a 62. La temperatura normale nelle vasche di raffreddamento dovrebbe essere di 25 gradi celsius.

12:30

Fukushima, domani probabile corrente in reattori 1, 2, e 4 24 –

I tecnici potrebbero riuscire a ripristinare la corrente elettrica nel reattore 4 della centrale di Fukushima 1 domani mattina. Lo ha detto la Tokyo Electric Power Company (Tepco), la società che gestisce la centrale danneggiata. In precedenza, l'agenzia giapponese per la sicurezza nucleare aveva parlato della possibilità di ripristinare la corrente nei reattori 1 e 2 domani mattina.

12:28

Premier giapponese: "Ci riprenderemo" 23 –

La crisi nucleare in Giappone "rimane molto grave" ma "il Giappone si riprenderà". Lo ha affermato oggi il primo ministro Naoto Kan. "Tutto il popolo deve avere la Forte determinazione a superare questa crisi", ha detto con tono grave il premier nipponico. "Ricostruiremo il Paese dalle rovine", ha detto Kan nel suo discorso alla nazione, aggiungendo che lui stesso "come cittadino", "lavorerà duro" per la rinascita del Giappone.

12:09

400 km quadrati di terreno inondati dallo tsunami 22 –

Sono in tutto almeno 400 i chilometri quadrati di terreno inondati dallo tsunami di venerdì scorso: lo ha reso noto l'Autorità Geo-spaziale giapponese, sulla base dell'analisi delle fotografie aeree e satellitari realizzate nel nord-est del Paese. Mancano ancora analoghi rilevamenti su una superficie pari al 20 per cento di quella investita dall'onda anomala, per cui il dato è destinato a crescere ulteriormente. Anche così, ha fatto comunque notare l'istituto specializzato, si tratta del più vasto impatto mai avuto in Giappone da uno tsunami.

11:56

Un minuto di silenzio per ricordare il terremoto 21 –

I terremotati affollati nei centri di emergenza e i soccorritori hanno osservato un minuto di silenzio alle 14.46 locali (le 6.46 in Italia), la stessa ora alla quale, venerdì scorso, la forza della natura si è scatenata sulla costa orientale del Giappone.

11:41

Governo, enormità disastro ha rallentato reazione 20 –

Il governo giapponese è stato travolto dall'enormità del disastro che ha colpito il Giappone la settimana scorsa e per questo la reazione al terremoto e allo tsunami è stata rallentata. Lo ha detto il portavoce dell'esecutivo Yukioi Edano, secondo quanto riportato dalla Bbc.

11:38

A Fiumicino controlli su cibi importati 19 –

Sono in corso anche all'aeroporto di Fiumicino i controlli sui prodotti di origine animale e vegetale in arrivo dal Giappone. Nello scalo romano le ispezioni sono effettuate all'interno della Cargo City - la città delle merci aeroportuale. Sotto osservazione tutti i carichi di alimenti dal Giappone (prodotti ittici, caviale, soja, alghe, tè verde), confezionati dopo l'11 marzo, giorno del sisma e dello tsunami. Le importazioni di tali merci a Fiumicino - fanno notare negli uffici di sanità aerea - sono peraltro alquanto limitate. Il blocco della merce, secondo le disposizioni previste dal decreto ministeriale, può durare uno, al massimo due giorni, per consentire agli esperti di analizzare i prodotti a rischio.

11:29

Emergenza nucleare, anche domani vento verso oceano 18 –

Anche domani il vento dovrebbe soffiare verso est, allontandando la possibilità che nubi radioattive possano andare verso la grande area metropolitana di Tokyo. L'ha affermato l'ufficio meteorologico nipponico, secondo quanto riporta l sito internet della televisione pubblica Nhk.

11:27

Nozze reale in Gb, principi Giappone declinano invito 17 –

Il principi ereditari del Giappone, Naruhito e sua moglie Masako, hanno declinato l'invito per le nozze reali di William e Kate Middleton a Londra il prossimo 29 aprile, a causa del terremoto e dello tsunami. Secondo l'agenzia imperiale, la coppia resta "nella sua residenza partecipando al dolore dei familiari delle vittime". Naruhito e Masako hanno cancellato anche un viaggio con la figlia, la principessa Aiko, a Nagano, la prefettura al centro del Paese.

11:24

Fukushima, livello Aiea sale a 5 16 –

Con l'innalzamento al quinto livello su sette della scala Ines dell'Aiea l'incidente di Fukushima è così classificato come "con conseguenze significative" mentre in precedenza, al livello 4, le conseguenze erano definite "locali". La nuova classificazione mette Fukushima allo stesso livello raggiunto nel 1979 dall'incidente di Three Mile Island negli Stati Uniti, a due posti dal livello 7 raggiunto con Chernobyl venticinque anni fa.

11:20

Ambasciata italiana a Tokyo resta aperta 15 –

Il Ministro degli Esteri Franco ha dato istruzione di mantenere aperta l'Ambasciata d'Italia a Tokyo. Con tale decisione politica il governo italiano intende inviare un segnale di profonda amicizia nei confronti del Giappone. Tale scelta è motivata, inoltre, dalla necessità di continuare a garantire la massima efficacia nell'assistenza ai connazionali presenti nella regione metropolitana della capitale giapponese. L'Ambasciatore d'Italia, Vincenzo Petrone, rimane a Tokyo. Parte del personale verrà dislocato a Osaka.

11:10

Esperti italiani: "Nocciolo parzialmente fuso" 14 –

Nei reattori 1, 2 e 3 della centrale di Fukushima 1 il nocciolo è parzialmente scoperto e parzialmente fuso. I contenitori che racchiudono le barre di combustibile sarebbero invece integri, secondo fonti italiane a diretto contatto con il gestore della centrale di Fukushima 1 (Tepco) e l'Autorità giapponese per la sicurezza nucleare e industriale

10:48

Il nuclearista Testa: "Sciocco far finta di niente" 13 –

"Sarebbe davvero sciocco far finta di niente. E' stato un incidente molto, molto grave, il governo italiano sta facendo quello che sta facendo tutta l'Europa, una riflessione". Lo ha affermato il presidente del Forum Nucleare Italiano, Chicco Testa, parlando ai microfoni de "La telefonata", la rubrica di Maurizio Belpietro su Canale 5.

10:03

Agenzia nucleare innalza livello allarme a Fukushima 12 –

L'agenzia nucleare giapponese ha innalzato da 4 a 5 il livello di allarme alla centrale di Fukushima

10:02

Aiea misura radioattività a Tokyo 11 –

L'aiea ha annunciato che a partire da oggi misurerà il livello di radioattività a Tokyo

09:41

Bersani: "Governo fermi leggi sul nucleare" 10 –

Il governo deve bloccare il suo progetto nucleare. Lo chiede il segretario del Pd Pierluigi Bersani intervenendo a radio 24. "Dopo il Giappone - dice Bersani - è chiaro che sul nucleare c'è una riflessione da fare. Il governo sospenda gli atti parlamentari a partire da quelli sulla localizzazione dei siti. Per ora però ho sentito solo parole"

08:30

140 posti gratis per gli italiani 9 –

140 posti aerei gratuiti sono stati messi a disposizione dei nostri connazionali che si trovano ancora in Giappone da parte del governo italiano. Lo ha detto l'ambasciatore a Tokyo Vincenzo Petrone in un'intervista a Sky tg 24, che ha aggiunto: "Io resto qui".

08:16

Riaperto aeroporto di Sendai 8 –

L'aeroporto di Sendai è stato riaperto per i voli di emergenza. Funziona anche l'autostrada di Tohoku. La scarsità di carburante continua a incidere sulle operazioni di soccorso

07:26

"Servono maggiori informazioni" 7 –

Il capo dell'Agenzia internazionale per l'Energia atomica ha chiesto al premier giapponese, Naoto Kan, di fornire maggiori informazioni. "Servono più dettagli", ha detto Yukiya Amano. A differenza di quanto annunciato, non si recherà a Fukushima.

07:25

"Chiudere i reattori in un sarcofago" 6 –

I tecnici studiano l'ipotesi di chiudere i reattori in un sarcofago di cemento armato, come a Cernobyl nel 1986.

07:06

Intervento del G7, la Borsa giapponese in rialzo 5 –

Il G7 ha offerto il suo appoggio alla banca giapponese, per contenere la crescita dello yen. In previsione della ricostruzione, si vogliono contrastare mosse speculative. Molte aziende giapponesi stanno pensando a un rientro dei capitali. La Borsa ha guadagnato il 2,72%.

06:52

Il vento soffia verso il Pacifico 4 –

Il vento sulla centrale soffia verso il Pacifico e non c' è pericolo immediato per l'area urbana di Tokyo, 240 km a sud dell'impianto.

06:49

Si lavora per ripristinare il sistema elettrico 3 –

I tecnici sperano di rimettere in funzione il sistema elettrico. Dovranno fermarsi per permettere una nuova missione dell'esercito, che dovrà gettare tonnellate d'acqua dagli elicotteri

06:35

Si prova a raffreddare i reattori con cannoni ad acqua 2 –

Dopo essere state costrette a rinunciare all'uso degli elicotteri, per l'alta radioattività, le autorità giapponesi hanno schierato circa 20 camion dei pompieri. La speranza è di raffreddare i reattori con i cannoni ad acqua. In particolare i vigili del fuoco e i militari si stanno concentrando sul numero 3, considerato il più pericoloso

06:34

Non si esclude di seppellire i reattori 1 –

Il Giappone non esclude l'ipotesi di chiudere i reattori atomici danneggiati in 'sarcofaghi' di cemento armato e di seppellirli, come fu fatto con quello di Chernobyl, in Ucraina, dopo il disastro del 1986. Lo ha affermato un funzionario dell'Agenzia giapponese per la sicurezza nucleare, che ha aggiunto che la priorità rimane quella di raffreddare i reattori

(18 marzo 2011)

 

 

 

2011-03-17

Diretta

Governo: "Prioritaria sicurezza reattore 3"

Veronesi: "Serve riflessione profonda"

Governo: "Prioritaria sicurezza reattore 3" Veronesi: "Serve riflessione profonda"

Dopo l'appello del ministro dell'Economia, calano i consumi di energia. Nonostante il lancio dell'acqua con gli elicotteri sull'impianto nucleare di Fukushima per raffreddare il combustibile che minaccia la fusione, resta alto il livello di radiazioni. Gli esperti Usa: "Livello di radioattività letale nel reattore 4". Ma la Tepco ribatte: "È il 3 a preoccupare". Arriveranno pompe di fabbricazione Usa per rinforzare i tentativi di raffreddamento. Intanto, i dispersi hanno raggiunto quota 20.000. In parte del Nord del Paese la situazione è difficilissima e i soccorsi ritardano o sono poco efficaci. La Borsa di Tokyo perde l'1,44%. Il governo: manovre speculative sullo yen. Nel mondo si discute sul futuro dell'energia atomica

LE DIRETTE PRECEDENTI: 11 marzo - 12 marzo - 13 marzo - 14 marzo - 15 marzo - 16 marzo

REPORTAGE - MAPPA - INTERATTIVO

(Aggiornato alle 21:01 del 17 marzo 2011)

21:01

Troppe cancellazioni, Delta sospende alcuni voli 112 –

In seguito alle numerose cancellazioni di voli, la prossima settimana Delta interromperà alcuni dei suoi servizi verso il Giappone. United continental ha sospeso i voli per Sendai, l'aeroporto più vicino all'epicentro del sisma. La compagnia aerea ha fatto anche notare come in seguito al terremoto le richeste di voli in giappone sono calate drasticamente.

20:59

Mancano componenti, General Motors sospende produzione in impianto Usa 111 –

General Motors sospenderà la produzione nell'impianto di Shevreport nella settimana del 21 marzo in seguito alla mancanza di componenti provenienti dal Giappone. Lo comunica Gm, sottolineando che la produzione riprenderà il prima possibile

20:41

Obama: "Non ci aspettiamo radiazioni negli Usa" 110 –

Il presidente americano Barack Obama ha detto oggi che non vi saranno radiazioni pericolose dai reattori nucleari giapponese sul territorio americano.

20:40

Obama: "Nucleare fa parte del nostro futuro energetico" 109 –

"Dobbiamo fare una revisione degli impianti alla luce di quanto è avvenuto in Giappone, ma il nucleare fa parte del nostro futuro energetico", ha detto il presidente Usa

20:26

Obama: "Stiamo inviando soccorsi e aiuti in Giappone" 108 –

"Gli americani hanno aperto il loro cuore in aiuto del Giappone", ha detto Barack Obama

20:20

Ambasciata italiana: "Giornalisti aggiornino presenza" 107 –

L'ambasciata d'Italia a Tokyo ricorda a tutti i giornalisti presenti in Giappone di comunicare i propri contatti telefonici, l'indirizzo e-mail e, possibilmente, i propri spostamenti alla casella e-mail consular.tokyo@esteri.it, indicando nell'oggetto ''giornalisti''. Eventualmente, si legge in un avviso, è possibile chiamare a tal merito anche il numero (+81) 03-3453-5142

19:58

Usa non intendono estendere zona evacuazione 106 –

Gli Stati Uniti "non vedono alcuna ragione di estendere la zona di 80 km" intorno alla centrale nucleare di Fukushima, zona dalla dalla quale consigliano ai cittadini americani l'evacuazione. Lo ha detto il sottosegretario di stato Patrick Kennedy durante una conferenza stampa al dipartimento di stato. Kennedy ha spiegato che le autorità consolari Usa in Giappone stanno trasportando centinaia di cittadini statunitensi al di fuori della zona nel nord est del paese più duramente colpita dal terremoto e dallo tsunami.

19:55

Commissario Ue Oettinger: "Importante che nucleare non aumenti" 105 –

Per il Commissario Ue all'energia Gunther Oettinger il futuro dell'energia nucleare in Europa non è in crescita. "Non arriveremo allo 0% di energia nucleare", ha affermato Oettinger parlando di una sua previsione per il 2040. "Ma l'importante - ha aggiunto - è che il nucleare non aumenti".

19:53

Costruttori auto prolungano chiusura impianti 104 –

Dopo aver già subito, secondo una prima stima di IHS Global Insight, una perdita produttiva globale di circa 250.000 vetture, i costruttori giapponesi di automobili prolungano i tempi di chiusura. La Toyota estende lo stop fino al 22 marzo dei suoi impianti e di quelli delle sussidiarie. La Suzuki prolunga fino al 21 marzo la chiusura degli impianti di Kosai, Iwata, Toyokawa e Sagara. Nissan estende fino al 20 marzo la sospensione degli impianti di Oppama, Tochigi, Nissan Shatai e Yokohama.

19:28

New York Post, a Dallas e Chicago bagagli contaminati 103 –

Bassi livelli di radioattività sono stati riscontrati su bagagli provenienti dal Giappone giunti negli aeroporti di Dallas, in Texas, e Chicago, in Illinois. Lo riporta il tabloid newyorkese New York Post, citando fonti aeroportuali. I test sono stati effettuati all'aeroporto Fort Worth di Dallas e all'aeroporto O'Hare di Chicago sui bagagli di alcuni passeggeri partiti da Tokyo. Bassi livelli di radiazioni - riporta il New York Post - sono stati rilevati sia sui bagagli, sia nel sistema di filtri della cabina dell'aereo. Nessun passeggero è stato trattenuto in osservazione.

19:20

Obama firma libro di condoglianze all'ambasciata del Giappone 102 –

Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha firmato il libro di condoglianze all'ambasciata del Giappone, oggi a Washington. Lo indica la Casa Bianca, precisando che la visita di Obama non era stata annunciata in precedenza.

19:09

Decollato il primo charter per evacuazione americani 101 –

Il primo aereo charter per la evacuazione dei cittadini americani dal Giappone è decollato, informa il Dipartimento di Stato. Gli Usa hanno comunicato che sul volo possono viaggiare circa cento persone. Si tratta dri familiari di diplomatici e alcuni gruppi di privati cittadini che hanno scelto di lasciare il Giappone. Anche il Pentagono ha annunciato di aver predisposto un piano di evacuazione per le famiglie dei militari e dei civili americani che vivono nelle basi non lontane dalla zona di Fukushima.

18:50

Ultimo bilancio: oltre 15mila vittime 100 –

Sono oltre 15mila le vittime - tra morti e dispersi - del sisma e del successivo tsunami: l'ultimo bilancio fornito dalla polizia nipponica parla infatti di 5.692 morti e 9.506 persone che mancano ancora all'appello. Come sottolinea il sito della Bbc, il numero dei dispersi potrebbe tuttavia essere molto maggiore visto che il dato ufficiale riflette solo quelle persone la cui scomparsa è stata registrata presso gli uffici della polizia.

18:39

Domani G7 ministri finanze per interventi su yen 99 –

I ministri delle finanze e i banchieri centrali del G7 si riuniranno domani mattina in teleconferenza per discutere gli interventi sul mercato valutario per combattere l'eccessiva fermezza dello yen. Lo riporta il quotidiano nipponico Nikkei. Lo yen nelle ultime sedute ha registrato un forte apprezzamento che lo ha portato ai massimi storici nei confronti del dollaro. In passato i Paesi europei e gli Usa avevano espresso riserve riguardo a possibili interventi sulla valuta, ma ora sembrano pronti a cambiare questa posizione. La riunione di domani affronterà argomenti come l'impatto economico e finanziario del potente terremoto della scorsa settimana e la crisi nucleare, oltre alle misure di sostegno per il Giappone e per la ricostruzione.

18:33

Aiea: "Fukushima stabile, ma radioattività aumenta" 98 –

Il livello di radioattività attorno alla centrale di Fukushima è ''sensibilmente aumentato'' per un raggio di 30 km e in alcuni punti molto di più. A Tokio invece non sono stati registrati livelli elevati: lo ha detto a una conferenza stampa a Vienna, Graham Andrews, assistente del direttore generale dell'Aiea, Yukiyo Amano, partito questo pomeriggio alla volta del Giappone.

18:31

Colonna di fumo bianco da reattore 2 97 –

Una colonna du fumo bianco ha iniziato a levarsi dal reattore numero due della centrale nucleare di Fukushima Daiichi. Lo denuncia il portavoce dell'agenzia per la sicurezza nucleare nipponica, Hidehiko Nishiyama, precisando che potrebbe essere questo il segno dell'inizio del surriscaldamento delle barre di combistibile usato anche di questo reattore.

18:19

Usa, radiazioni non possono raggiungere America 96 –

Le autorità Usa ritengono che non ci sia pericolo che le radiazioni dei reattori nucleari giapponesi possano raggiungere gli Stati Uniti. Lo ha detto oggi il presidente della Nuclear Regulatory Commission Gregory Jaczo.

18:16

Ambasciata italiana sposta alcuni dipendenti a Osaka per assistere rimpatri 95 –

L'ambasciata italiana non sposta le sue operazioni da Tokio. Ma non si esclude che alcuni dipendenti potranno nel prossimo futuro trasferirsi a Osaka, dove al consolato lavorano di norma solo una decina di persone, per facilitare l'espatrio dei connazionali. L'Alitalia, che anche oggi ha operato due voli dal Giappone, ha infatti da ieri spostato i suoi voli dall'aeroporto di Tokio a quello di Osaka. Lo stesso ha fatto la Lufthansa, ragione principale per cui è stato trasferito il personale diplomatico tedesco, si spiega, precisando che anche dall'ambasciata francese ci sono stati alcuni spostamenti verso Osaka per lo stesso motivo. Alle 22.30 di oggi (ora locale), l'ambasciata italiana ha diffuso una nuova raccomandazione agli italiani in Giappone, invitandoli ''vivamente ad allontanarsi dalle quattro prefetture a nord della capitale e dalla stessa Tokio''

18:11

Negativi a radiazioni 108 italiani Maggio Fiorentino 94 –

Sono risultati negativi alle radiazioni nucleari gli italiani sottoposti a specifici controlli a Taipei e a Firenze. Si tratta di componenti del Maggio Musicale Fiorentino provenienti dal Giappone. In particolare, 101 persone, con il direttore dell'Orchestra, Zubin Mehta, sono atterrati alle 16.30 (ora italiana) a Taipei, da dove proseguiranno per Shangai, dove è prevista la prosecuzione della tournee: sono stati sottoposti a controlli, dopo lo sbarco nella capitale di Taiwan, con un apposito apparecchio rilevatore di radioattività posto nell'aeroporto, e sono risultati tutti negativi.

18:06

Francia, proventi scarpe ballerine per vittime Giappone 93 –

Un celebre produttore di ballerine francese creerà un modello speciale in segno di solidarietà nei confronti del Giappone: i proventi delle vendite andranno infatti alle associazioni di aiuto alle vittime del terremoto e dello tsunami. "Creeremo una ballerina specifica per il Giappone - ha annunciato il presidente del gruppo - il nostro obiettivo è versare 200.000 euro in favore di queste associazioni''. Il Giappone è il primo importatore della marca in questione che realizza nel Paese il 10% del suo fatturato.

18:03

Segretario generale Onu riceve rapposto su centrali Fukushima 92 –

Il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, ha ricevuto oggi un ''rapporto dettagliato sulla situazione delle centrali nucleari di Fukushima'' da parte del direttore generale dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea), il giapponese Yukiya Amano. Lo afferma una nota diffusa oggi al Palazzo di Vetro. Ban Ki-moon, che ieri ha visitato il Guatemala e ora si sposterà in Tunisia ed Egitto, ed Amano, che lavora negli uffici Onu di Vienna, hanno parlato ieri al telefono. I due ''hanno anche discusso dell'imminente viaggio del direttore generale dell'Aiea in Giappone''. Il segretario generale, si legge nel testo, ''ha ribadito la sua grave preoccupazione per la situazione (delle centrali nucleari) e ha espresso apprezzamento per l'assistenza dell'Aiea nell'aiutare le autorità nipponiche per tenerla sotto controllo''.

17:23

Veronesi: "Su nucleare decisione con coscienza senza fretta" 91 –

"Le gravi vicende dei quattro reattori giapponesi impongono inevitabilmente a chi, come me, ha deciso di occuparsi di sicurezza degli impianti nucleari e di salvaguardia della popolazione, di mettere da parte lo sgomento e prendersi una pausa di riflessione profonda. Le caratteristiche di eccezionalità degli eventi giapponesi, dove al terremoto si è associato lo tsunami e poi l'incidente atomico, ha risvegliato in tutti noi paure ataviche e visioni apocalittiche, oltre che dolore e solidarietà sincera per la gente e per gli eroi, tecnici e scienziati , che tentano in ogni modo di salvarla. Io rimango convinto che il mondo non può fare a meno del nucleare per sopravvivere, tenendo conto che petrolio, carbone e gas hanno i decenni contati e che sono nelle mani di pochissimi Paesi, che stiamo avvicinandoci ai 7 miliardi sul Pianeta con bisogni sempre maggiori di energia, e che le altre fonti di energia non sono attualmente sfruttabili in modo tale da assicurare la copertura del fabbisogno. Dopo l'incidente delle centrali nipponiche tuttavia non posso evitare di pormi degli interrogativi. A cominciare dai sistemi di sicurezza delle centrali di Fukushima : perché non sono stati in grado di essere attivati con efficacia? Dobbiamo concludere che erano insufficienti? Mi domando poi se i modernissimi reattori di terza generazione avanzata di cui vorremmo dotarci avrebbero resistito a uno tsunami di quella portata, e se siamo sicuri che sia più opportuno e più sicuro avere pochi reattori di grande taglia, piuttosto che dotarci di una rete di minireattori. Per rispondere a queste e ad altre domande, vorrei personalmente approfondire e riesaminare i piani ( che peraltro ho sempre ritenuto eccellenti) di sviluppo nucleare del nostro Paese, anzi dell'Europa. Noi abbiamo il vantaggio di ripartire da zero e di poter fare scelte libere da vincoli e siamo quindi nelle condizioni migliori per decidere con coscienza, prudenza, intelligenza, e senza fretta", ha detto Umberto Veronesi, presidente dell'agenzia per la sicurezza nucleare.

17:21

Primi controlli, pesce bloccato a Malpensa 90 –

Sono stati già avviati i controlli nei porti e aeroporti italiani sui prodotti di origine animale e vegetale in arrivo dal Giappone e all'aeroporto di Malpensa è stato bloccato un primo carico di pesce, in particolare ricciole, in base alla nuove disposizioni del decreto ministeriale. Così come previsto il pesce sarà controllato e solo se risulterà senza contaminazione radioattiva sarà rilasciato per la vendita.

17:18

Lady Gaga aiuta il Giappone con un braccialetto 89 –

Lady Gaga ha annunciato, tramite Twitter, che la sua iniziativa per aiutare il Giappone post-tsunami con un braccialetto da lei disegnato, avrebbe raggiunto 250.000 dollari. Il ricavato sarà devoluto alle persone colpite dalla catastrofe dell'11 marzo. Il braccialetto, del costo di 5 dollari, riporta la scritta "We pray for Japan" (in inglese e giapponese)

17:15

Pentagono invia squadra esperti nucleari 88 –

Il Pentagono ha annunciato l'invio a Fukushima di una squadra di esperti nucleari militari per aiutare i colleghi giapponesi nell'intervento sui reattori danneggiati

17:13

Tajano: "Dopo Fukushima e Libia serve vertice Ue" 87 –

Il vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani, responsabile per l'industria, ha auspicato oggi a Madrid la tenuta di un vertice Ue sull'energia dopo l'incidente della centrale di Fukushima in Giappone e la crisi libica. ''Oggi abbiamo il problema del nucleare in Giappone, quello del petrolio e del gas nell'Africa del Nord. Che cosa succederà in Libia? Il dibattito deve essere a livello europeo'', ha detto durante un incontro con imprenditori, politici e giornalisti nella capitale spagnola.

17:12

Putin sabato sull'isola di Sakhalin 86 –

Il primo ministro russo Vladimir Putin andrà sabato sull'isola di Sakhalin, nell'estremo oriente russo, vicino al Giappone. Lo ha reso noto il suo portavoce Dmitri Peskov, citato dalle agenzie.

16:59

Netanyahu cancella programma costruzione reattore 85 –

Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha deciso di cancellare il programma per lo sviluppo di un reattore nucleare civile, in seguito a quando sta accadendo a Fukushima in Giappone. Lo anticipano "fonti del governo" israeliano citate da Radio Israele.

16:57

Sarkozy offre visita in Giappone anche a nome G8 e G20 84 –

Il presidente francese, Nicolas Sarkozy, ha offerto al Giappone una visita in segno di solidarietà, a nome della Fracia, ma anche del G8 e del G20 di cui la Francia è presidente di turno. Sarkozy ha precisato che passerà da Tokio, nel quadro del suo viaggio a Nanchino il 31 del mese, solo se il governo accoglierà questa possibilità. Nel frattempo, partirà domani per il Giappone un aereo francese con un carico di acido borico, necessario per raffreddare i reattori della centrale di Fukushima Daiichi.

16:56

Ambasciata tedesca si trasferisce a Osaka 83 –

L'ambasciata tedesca a Tokyo si trasferirà ad Osaka, lo ha reso noto oggi il ministero degli Esteri a Berlino sottolineando che si tratta di una "misura preventiva" e temporanea" legata alla crisi nucleare nel nord del Giappone."L'ambasciata stessa non verrà chiusa", si legge nel comunicato del ministero degli Esteri tedesco che precisa: "l'ambasciatore e i suoi collaboratori continueranno a lavorara da Osaka"

16:42

Usa: Pentagono, famiglie militari via da Honshu 82 –

Il Pentagono ha autorizzato il personale civile americano, le loro famiglie e quelle dei militari, a lasciare la base militare dell'isola giapponese di Honshu. Si tratta di migliaia di persone che torneranno negli Stati Uniti su voli civili, a spese del governo americano.

16:33

Oggi nuova dichiarazione Obama 81 –

Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, farà una dichiarazione sulla situazione in Giappone più tardi, nel corso della giornata. Lo ha precisato lui stesso ai giornalisti nel corso dell'incontro avuto alla Casa Bianca con il primo ministro irlandese, Enda Kenny

16:27

Gb: "Enfasi su disastro sbagliato" 80 –

"Credo che il quadro relativo all'allarme nucleare che stiamo ricevendo sia accurato, ma quel che mi preoccupa di più è che ci stiamo concentrando sul disastro sbagliato: il vero disastro è lo tsunami e le persone che vi hanno perso la vita": lo ha dichiarato Gerry Thompson, ricercatore dell'Imperial College di Londra, intervistato dalla Bbc. L'ultimo bilancio ufficiale delle vittime parla di oltre 15mila fra morti e dispersi: l'attenzione è tuttavia concentrata sulla crisi nucleare nella centrale di Fukushima, gravemente danneggiata dal sisma e dove sono in corso i tentativi di raffreddarne i reattori.

16:11

Sandra Bullock dona un milione di dollari per aiuti 79 –

L'attrice premio Oscar Sandra Bullock ha donato un milione di dollari alla Croce Rossa americana per aiutare la popolazione giapponese dopo il sisma/tsunami dell'11 marzo. Lo ha riferito l'associazione in un comunicato, pubblicato dal sito della Cnn. Si tratta finora della più alta donazione elargita da un vip dopo il disastro naturale, anche se in queste occasioni spesso i donatori chiedono di restare anonimi.

16:09

Francia invia 100 tonnellate di acido borico 78 –

Il gruppo nucleare francese Areva e la compagnia elettrica Edf hanno approntato un aereo speciale con a bordo 100 tonnellate di acido borico e del materiale protettivo antiradiazione: lo ha annunciato il governo francese, precisando che l'apparecchio decollerà domani alla volta del Giappone. L'acido borico viene utilizzato per rallentare le reazioni chimiche all'interno dei reattori nucleari, ritardandone quindi l'eventuale melt-down, un rischio per almeno due dei reattori della centrale di Fukushima, gravemente danneggiata dal terremoto di venerdì scorso.

15:57

Bossi: su centrali decide il territorio 77 –

"Il Veneto non lo vuole e comunque è autosufficiente". Umberto Bossi, interpellato dai cronisti sul programma nucleare del governo, frena: "È il territorio che decide".

15:55

Parigi contro Oettinger: getta discredito su industria 76 –

Il ministro francese dell'Energia, Eric Besson, si è detto "sorpreso e scioccato" dalle dichiarazioni del commissario Ue Guenther Oettinger, che non ritiene che tutte le centrali nucleari funzionanti in Europa passerebbero la prova di massima sicurezza. "Affermare senza prova che alcuni reattori non passerebbero i test inquieta i nostri concittadini e gettano discredito sull'industria", ha detto Besson. Il commissario Ue "dovrà spiegarsi" nella prossima riunione dei ministri Ue

15:46

Parigi: pronti a curare giapponesi contaminati 75 –

La Francia è "pronta ad accogliere" e a sottoporre a cure mediche i giapponesi contaminati dalle radiazioni nucleari. "La Francia è certamente pronta a ospitare i giapponesi che devono essere curati e che il Giappone non sarà in grado di assistere", ha detto il ministro dell'Interno francese, Claude Gueant, intervistato da radio Europe 1. "Abbiamo ospedali specializzati, adatti a questo", ha aggiunto il ministro. Gueant ha anche riferito che i francesi di ritorno dal Giappone "saranno oggetto di un'attenzione medica particolare".

15:31

Fmi, impatto su Pil in II e III trimestre 74 –

'C'e' una grandissima incertezza sul Giappone, nessuno sa veramente quando sarà risolta la situazione a livello di forniture elettriche: l'impatto sul Pil si farà sentire nel II trimestre e anche nel III, per un effetto di trascinamento''. Lo ha detto la portavoce dell'Fmi in un incontro con la stampa, commentando le tragedie che hanno colpito in questi giorni il Paese. Per quanto riguarda il I trimestre, ''eravamo quasi alla fine - ha spiegato - e il periodo era iniziato con una crescita molto sostenuta, difficile dire quale sarà l'effetto''.

15:27

Governatore Ny: più controlli in centrale Indian Point 73 –

Un controllo capillare sulla sicurezza dell'impianto nucleare di Indian Point, circa 38 chilometri a a nord di New York. Lo ha ordinato il governatore Andrew Cuomo, sulla scia della grave crisi nucleare che ha colpito il Giappone, dopo il terremoto e conseguente tsunami dell'11 marzo. Anche se molti ritengono essenziale mantenere attiva la struttura, che offre grandi risorse energetiche alla Grande Mela - nota il Washington Post - il politico democratico e altri parlamentari sono schierati a favore della chiusura dell'impianto, che considerano usurato dal tempo.

15:23

New York Times: da governo Giappone notizie lente e insufficienti 72 –

Le informazioni diffuse da governo giapponese e dirigenti sulla crisi nucleare sono state e continuano ad essere insufficienti, poco chiare e poco tempestive. Lo sostiene il New York Times in un'analisi su come sono state gestite le notizie relative alla situazione degli impianti nucleari nel nord est del Giappone, devastato dal terremoto e dallo tsunami.

15:09

Fukushima 1, non riparte alimentazione elettrica 71 –

I tecnici giapponesi che operano sulla centrale nucleare Fukushima 1 non sono riusciti a ripristinare l'alimentazione elettrica dell'impianto per far ripartire i sistemi di raffreddamento dei reattori resi instabili da una serie di guasti, incendi ed esplosioni. Lo riferisce la rete televisiva TBS. I tecnici della compagnia elettrica Tokyo denryoku (Toden), che gestisce l'impianto, continueranno domani a installare un impianto elettrico temporaneo con lo scopo di rilanciare le pompe. La Toden sperava di far ripartire entro oggi l'alimentazione.

15:04

Greenpeace: "Nelle ultime 24 ore nessun picco radiazioni" 70 –

"Nelle ultime 24 ore non si segnalano nuove esplosioni e picchi di emissioni radioattive. Al riguardo, il dato fornito ieri di un massimo di radioattività di 1000 mSv/h (milli sievert/ora) è stato ridotto a 400 mSv/h. Gli esperti concordano che le prossime 24/48 ore saranno cruciali: se gli eroici operatori che lavorano a Fukushima, correndo gravissimi rischi, riusciranno a raffreddare le barre di combustibile, si eviterà la fusione totale dei noccioli dei reattori e i danni alle barre di combustibile esausto stoccato nelle piscine di raffreddamento. Al momento, questa tragica ipotesi non puo' essere esclusa". Lo comunica, in una nota, Greenpeace.

14:59

Spagna: "Allontanarsi di almeno 120 km da centrale" 69 –

l governo spagnolo ha raccomandato oggi ai propri cittadini che si trovano in Giappone di allontanarsi ad almeno 120 km dalla centrale nucleare di Fukushima. In una nota il ministero degli esteri di Madrid ha indicato che la cellula di crisi sul Giappone istituita due giorni fa ha raccomandato ''ai residenti spagnoli che si trovano in un'aerea di 120 km attorno alla centrale nucleare di Fukushima di lasciarla e di dirigersi verso altre zone del paese''. Il governo di Madrid, ha precisato nella nota il ministro degli esteri Trinidad Jimenez, ha deciso di mettere a disposizione degli spagnoli in Giappone ''che vogliono lasciare il paese i mezzi necessari perche' possano farlo'', fornendo loro in particolare biglietti aerei.

14:54

Da Taiwan applicazione mobile per individuare le vittime 68 –

Un ricercatore taiwanese ha sviluppato un'applicazione per iPhone e smartphone Android che permette la localizzazione in caso di terremoto. Lo riferisce il Taipei Times. L'applicazione, chiamata 'Mobile Savior', invia dal cellulare o dallo smartphone le coordinate di latitudine e longitudine ad una serie di contatti di emergenza, così da permettere la localizzazione (attraverso internet) nel caso in cui il possessore del cellulare venga sommerso dai detriti di strutture crollate per il terremoto. A patto, naturalmente, che ci sia campo per la ricetrasmissione mobile o WiFi.

14:52

Cinema, la Warner donerà circa un milione di dollari 67 –

La Warner donerà circa un milione di dollari per il terremoto in Giappone, come riporta il Los Angeles Times. Dopo aver ritirato dalle sale giapponesi Hereafter per le scene di uno tsunami, la major ha annunciato che devolverà parte dei proventi della vendita del dvd e del bluray del film di Clint Eastwood al Giappone colpito dal terremoto. La cifra dovrebbe aggirarsi attorno al milione di dollari.

14:49

Capo Aiea parte per Tokyo, vuole andare a Fukushima 66 –

Il direttore generale dell'Aiea, il giapponese Yukiya Amano, è partito oggi da Vienna per Tokio e ha detto di sperare di poter visitare il sito della centrale nucleare di Fukushima. Amano è partito con un aereo delle linee austriache Austrian Airlines che continuano a coprire i collegamenti con in Giappone. Ieri aveva annunciato di voler recarsi il prima possibile in Giappone, possibilmente già oggi, per farsi di persona un'idea della situazione nel suo Paese dopo l'incidente alla centrale di Fukishima. ''La situazione continua ad essere grave'', ha detto prima di partire assieme a una piccola squadra di esperti dell'Aiea.

14:43

Scossa di 5,8 nella prefettura di Ibaraki 65 –

Una scossa di magnitudo 5,8 è stata avvertita nella prefettura giapponese di Ibaraki, già colpita dal violento sisma di venerdì scorso: lo ha reso noto l'Agenzia Meteorologica nipponica, senza che si abbiano al momento notizie di vittime o danni.

14:22

Save the children: "Scarseggiano beni prima necessità" 64 –

A una settimana circa dal terremoto che ha devastato l'area nord-orientale del Giappone si aggravano le condizioni della popolazione più colpita dal terremoto. Gli interventi di soccorso sono complicati dall'emergenza nucleare e dalla carenza di cibo, acqua, gas per cucinare, e vestiti che non sono sufficienti per assistere le migliaia di bambini sfollati e la popolazione raccolta nei ripari. A spiegarlo è Save the children, che prevede un ulteriore peggioramento della situazione nei prossimi giorni, vista la sempre minore disponibilità di carburante per trasportare i beni di soccorso. Anche a Tokyo il carburate è stato razionato a 10 litri per persona, con interminabili code ai distributori di benzina causate dalla crescente incertezza che l'emergenza nucleare in corso determina.

14:14

Russia, normali i livelli di radioattività 63 –

I livelli di radioattività nelle regioni orientali della Russia restano normali: lo hanno reso noto le autorità, locali, nel tentativo di frenare la preoccupazione della popolazione dopo l'incidente alla centrale nucleare giapponesi di Fukushima, che si trova a circa un migliaio di chilometri di distanza.

14:08

Controlli su primi componenti Maggio Fiorentino 62 –

I primi componenti della tournée del Maggio Fiorentino, rientrati a Firenze ieri sera dal Giappone dove si trovavano quando si sono verificati il terremoto prima e lo tsunami poi, sono stati già sottoposti ad alcuni controlli da parte dei medici dell`ufficio di medicina preventiva della Asl 10, che ha allestito un presidio sanitario nei locali del teatro comunale.

13:55

Tepco: raffreddato reattore 3, forse riparte sistema refrigerazione 61 –

I getti d'acqua sul reattore 3 della centrale giapponese di Fukushima hanno effettivamente raffreddato la temperatura nella piscina e "fumo bianco" si leva dalla zona: lo ha riferito la società che gestisce l'impianto, la Tokyo Electric Power (Tepco), secondo la Kyodo News. L'impianto potrebbe essere ricollegato presto a una linea elettrica e questo permetterebbe di riattivare, almeno parzialmente, il sistema di refrigerazione. Intanto, il ministero della Difesa ha fatto sapere che gli elicotteri militari e i camion-cisterna riprenderanno domani a riversare tonnellate di acqua sull'impianto

13:54

Wikileaks: Aiea debole con Giappone su sicurezza 60 –

L'ex capo del Dipartimento di Sicurezza e Salvaguardia Nucleare dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica, il giapponese Tomihiro Taniguchi, era visto degli americani come "un debole", sia come "manager" che come "difensore" degli interessi del dipartimento, "in particolar modo quando si tratta di confrontare il Giappone sulle loro pratiche di sicurezza". Lo si apprende da un cablogramma USA, datato 7 luglio 2009, diffuso oggi da WikiLeaks

13:44

Merkel: Germania accelera su fonti alternative e preme su Ue 59 –

Angela Merkel ha "piani molto ambiziosi" per sostenere lo sviluppo delle energie rinnovabili. Lo ha detto stamattina a Berlino, affrontando l'emergenza nucleare del Giappone, secondo quanto riferisce la agenzia Bloomberg. La Merkel ha annunciato l'intenzione di spingere verso "il cambiamento nelle politiche energetiche e accelerarlo dove possibile". La Germania spera di poter "raggiungere il più velocemente possibile - ha anche detto la cancelliera - l'epoca delle energie alternative". Il governo Merkel farà pressione, ha aggiunto, perché l'Ue e il gruppo dei 20 "affrontino le conseguenze" della crisi nucleare giapponese, un evento definito come "apocalittico" dalla cancelliera

13:32

Nuova scossa a Tokyo, epicentro a Ibaraki: magnitudo 5,8 58 –

Una nuova scossa di magnitudo 5.8 si è registrata poco fuori da Tokyo, con epicentro al largo delle coste della prefettura di Ibaraki, a nord della capitale. Lo ha annunciato la Nhk

13:31

Sarkozy in Giappone a fine mese per solidarietà da G8 e G20 57 –

Il presidente francese, Nicolas Sarkozy, ha annunciato di essere pronto a visitare il Giappone alla fine di marzo, per una missione di solidarietà a nome del G8 e del G20. La Francia detiene la presidenza contemporanea delle due organizzazioni internazionali

13:25

Anche la Russia offre aiuto 56 –

Il ministero degli Esteri russo ha dichiarato che la Russia è pronta a prestare qualsiasi tipo di aiuto al Giappone, anche nello spegnimento degli incendi alla centrale di Fukushima. Lo riferisce l'agenzia Interfax. "La Russia è pronta a prestare qualsiasi assistenza supplementare al Giappone, inclusa quella nello spegnimento degli incendi alle centrali", ha detto il portavoce del ministero russo, Alexander Lukashevic. "Auguriamo successo ai colleghi giapponesi nel superare questa atroce tragedia", ha aggiunto confermando poi che per domani è prevista la partenza dei familiari dei diplomatici e altri rappresentanti statali russi in Giappone, ma non di funzionari stessi

13:20

Romani: condivisione su nucleare è la "mission" 55 –

"Anche se non è obbligatorio il parere di tutti coloro che partecipano alla conferenza di servizi, politicamente la mission è la condivisione - ha aggiunto il ministro Paolo Romani - e penso che oggi soprattutto visti i vantaggi fiscali ed economici che ci sono per le comunità locali alla luce anche dell'esperienza francese dove i territori competono per avere le centrali, ho l'impressione che per un ritorno al nucleare sia necessario percorrere una strada condivisa"

13:18

Ambasciata francese distribuisce iodio a connazionali 54 –

Di fronte al rischio nucleare, l'ambasciata di Francia a Tokyo sta cominciando a distribuire compresse di iodio ai francesi che si trovano in Giappone, almeno 3.000 solo nella regione della capitale. Lo ha annunciato oggi il ministero degli Esteri francese, sottolineando che per il momento si tratta di una misura a carattere "preventivo". Da ieri la Francia sta inviando dosi di iodio anche ad alcuni suoi territori d'oltremare, come a Saint-Pierre-et-Miquelon, un arcipelago al largo del Canada, e alle sue isole del Pacifico. In questi territori, ha comunque sottolineato il ministero, "non esistono in questo momento rischi di contaminazione". Anche a Parigi la gente si preoccupa di fronte al rischio di contaminazione, per gli esperti inesistente in Europa, e le farmacie devono far fronte da domenica scorsa ad una richiesta crescente di compresse di iodio. I farmacisti ricordano che per il momento si tratta di una reazione "totalmente irrazionale"

13:16

Fukushima, mezzi esercito interrompono getto d'acqua 53 –

I mezzi speciali dell'esercito impegnati nell'opera di raffreddamento del reattore 3 della centrale nucleare Fukushima-1 hanno smesso di spruzzare acqua. Lo scrive il sito internet del quotidiano Yomiuri Shinbun. Questi veicoli, che permettono agli operatori di spruzzare liquido senza uscire all'esterno, sono entrati in funzione dopo che le radiazioni avevano impedito di utilizzare le normali autobotti. In tutto, scrive lo Yomiuri, sono stati impegnati 5 veicoli. Hanno iniziato a spruzzare acqua alle 19.35 (11.35 In italia) con una rotazione tra i mezzi ogni cinque minuti. Hanno smesso alle 20.07 (Ore 12.07 In italia). Dal sito è stato spiegato che si decideranno i prossimi passi "una volta verificati" gli effetti dell'operazione. Negli sforzi di raffreddamento sono impegnati anche elicotteri Chinook delle forze armate. I velivoli sono passati sulla centrale per quattro volte, versando carichi di acqua

13:11

Romani: anche se legge consente non imporremo centrali 52 –

"Non obbligheremo nessun territorio ad ospitare una centrale nucleare, anche se la legge lo consentirebbe". E' quanto ha affermato il ministro allo Sviluppo Economico, Paolo Romani, durante la presentazione dell'elettrodotto Sapei, presso la centrale elettrica Terna di Latina. "Il tema della riflessione sul nucleare - ha spiegato il ministro - deve contemplare anche la condivisione delle scelte. Maggioranza, opposizione e comunità locali devono condividere il processo e devono essere informate sui processi di sicurezza. Nessuno, quindi sarà obbligato ospitare eventuali centrali".

13:08

Romani: inappropriato il dibattito su stop definitivo a nucleare 51 –

Il dibattito su Un possibile stop definitivo al programma nucleare italiano "è fuori tempo e inappropriato". Così il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, a margine della presentazione di 'sa.Pe.I, l'elettrodotto sottomarino di terna che collega direttamente Sardegna e Penisola. Secondo Romani, è importante spostare il dibattito tra nuclearisti e antinuclearisti "sul problema della sicurezza"

13:02

Tepco: radioattività aumentata dopo getto d'acqua su reattore 3 50 –

I livelli di radioattività intorno al reattore 3 della centrale nucleare di Fukushima Daiichi sono aumentati dopo il getto d'acqua sparato dagli idranti montati sui mezzi militari. Lo ha reso noto la Tepco, citata dall'agenzia di stampa Kyodo News. Il livello di radioattività è salito a 4mila microsievert l'ora, dai 3.700 misurati prima dell'intervento degli idranti da terra, ha precisato la Tepco. Dopo la missione degli elicotteri, il livello di radioattività intorno all'impianto era rimasto identico. Il governo ha reso noto che gli elicotteri riproveranno a rilasciare acqua sull'impianto dall'alto, così come verranno nuovamente utilizzati gli idranti

13:01

Ministri finanze G7 stasera in videoconferenza su Giappone 49 –

I ministri finanziari del G7 si sentiranno questa sera alle 21.00 ora italiana per discutere della situazione del Giappone. Lo rivelano fonti vicine al G7, le quali escludono misure concrete per aiutare Tokyo. "Oggi non ci aspettiamo nessuna decisione - dicono le fonti - il vertice è una dimostrazione di solidarietà al Giappone e un momento per il fare il punto sulla difficile situazione"

13:00

Di Pietro: nucleare, più che riflettere dare parola a italiani 48 –

"Più che fermarsi per riflettere su cosa occorre fare sul piano tecnico, bisogna dare la parola agli italiani. Infatti, alla luce di quanto è accaduto in Giappone e che potrebbe ancora accadere, è necessario stabilire, in maniera forte e chiara, la posizione del nostro Paese. L'Italia si faccia porta bandiera dell'abbandono del nucleare come fonte di energia, puntando tutto sulle rinnovabili". E' quanto afferma in una nota il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, commentando le dichiarazioni del ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani.

12:55

Socialdemocratici di Germania e Austria: referendum su nucleare 47 –

Il Partito socialdemocratico tedesco e quello austriaco chiederanno un referendum europeo sull'uscita dal nucleare. Lo ha annunciato in un'intervista alla Bild il presidente della Spd, Sigmar Gabriel, che in accordo con il cancelliere austriaco, Werner Faymann, intende mettere in moto "un'iniziativa europea per l'uscita dal nucleare". "Devono essere i popoli europei a decidere e non i lobbisti dei gruppi economici e i governi", ha spiegato Gabriel, per il quale "c'è un nuovo diritto in Europa, quello di un'iniziativa popolare a livello europeo". Il presidente della Spd ha sottolineato che "la Germania può rinunciare subito a quasi la metà dell'energia prodotta dal nucleare, poiché esporta corrente elettrica all'estero". A suo avviso, la moratoria di tre mesi decisa da Angela Merkel è "solo un trucco per salvare il risultato delle elezioni regionali", che hanno luogo domenica prossima in Sassonia-Anhalt ed il 27 marzo in Baden-Wuerttemberg e Renania-Palatinato

12:38

Fukushima, nuovi cannoni ad acqua su reattore 3 43 –

Due camion speciali dell'esercito giapponese hanno cominciato a gettare acqua sul reattore 3 della centrale di Fukushima dopo un tentativo fallito di impiegare cannoni ad acqua della polizia. lo ha riferito la televisione Nhk. Cinque camion-cisterna dell'esercito sono stati inviati sul posto, carichi di trenta tonnellate d'acqua, per partecipare alle operazioni di raffreddamento del reattore. A differenza dei mezzi della polizia impiegati in un primo momento, questio ultimi permettono di gettare acqua senza che i soldati debbano uscire dal mezzo

12:37

Zingaretti: Giappone dimostra che non c'è nucleare sicuro 42 –

"La vicenda giapponese dice una grande verità: il nucleare sicuro non esiste e coloro che hanno in questi mesi e in questi anni hanno detto agli italiani che c'era un nucleare sicuro hanno detto un'altra bugia. Io sono sempre stato contro il nucleare". Così il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti. "Il referendum - ha aggiunto - sarà una grande opportunità, voterò e chiederò a tutti di votare per il sì"

12:36

Romani: su nucleare scelte condivise con i territori 41 –

Sul nucleare bisognerà fare "scelte condivise da tutti". Lo ha dichiarato il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, intervenendo all'inaugurazione di un elettrodotto di Terna. "Bisognerà fare scelte che dovranno essere condivise da chi vede installata nel proprio territorio una centrale"

12:21

Repubblica Ceca, tra rimpatriati anche la Filarmonica 40 –

Sono rientrati a Praga i due aerei militari inviati dal ministero della difesa ceco in Giappone per rimpatriare i connazionali, compresi 41 musicisti della famosa Filarmonica ceca. Ad accogliere all'aeroporto gli oltre 100 passeggeri c'era il ministro della difesa Alexandr Vondra. Oltre ai cechi a bordo c'erano anche cittadini slovacchi, francesi, un polacco, un bulgaro e un coreano. "E' un sollievo, perchè la pressione psicologica era grande, d'altra parte proviamo pena per i giapponesi colpiti dalla tragedia e ammiriamo quanto siano disciplinati e organizzati", ha dichiarato all'agenzia Ctk il violista Jaroslav Pondelicek. All'aeroporto di Praga i passeggeri si sono fatti misurare eventuali livelli di radioattività. Tutti i test hanno avuto un esito negativo, ha detto Vondra, precisando che per ora il governo non prevede l'invio in Giappone di altri aerei. "Siamo però pronti a reagire velocemente se la situazione lo richiederà", ha aggiunto Il governo del premier Petr Necas ha deciso martedì sera di inviare aerei speciali in Giappone per rimpatriare donne, bambini e i musicisti. Secondo l'ambasciata ceca a Tokyo, l'interesse era grande ma alla fine molti non sono partiti e non si sono presentati all'aeroporto.

12:16

S&P's: crisi giapponese può influire su mercato europeo 39 –

La crisi nucleare che sta sconvolgendo il Giappone potrebbe avere ripercussioni sugli operatori del settore in Europa, modificando il mercato continentale dell'energia. Lo scrive l'agenzia Standard & Poor's in un rapporto dedicato alle conseguenze del disastro della centrale di Fukushima. Dal punto di vista del credito gli effetti nel breve termine vengono considerati come limitati per gli operatori nucleari europei, con l'eccezione di quelli tedeschi, penalizzati dalla decisione del governo di Berlino di sospendere le operazioni in sette reattori. Nel medio e lungo termine, tuttavia, le ripercussioni potrebbero essere più sensibili, dal momento che - spiega un'analista di S&P - "le compagnie con la quota di fatturato maggiore dal nucleare potrebbero decidere di accelerare gli investimenti per sostituire" gli impianti obsoleti e questo "potrebbe mettere a rischio i profitti di grandi operatori, dal momento che una quota importante dei profitti oggi arriva dall'energia a basso costo prodotta negli impianti nucleari". I più grandi operatori europeo del settore con un rating - ricorda S&P - sono Electricite de France, E.ON, Vattenfall, RWE, GDF SUEZ , EnBW Energie Baden-Wuerttemberg, Fortum e Cez

12:04

Ministro Romani: dopo Giappone fermarsi e riflettere 38 –

"Quello che è successo in Giappone, un momento di riflessione lo deve dare". Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, parlando della scelta nucleare e invitando il "sistema Paese, il governo, i tecnici a fermarsi un attimo e capire cosa sia meglio fare"

12:01

Miyagi, governo rinuncia a cremazioni 37 –

A Miyagi, la prefettura del Giappone nordorientale più violentemente colpita dal devastante terremoto/tsunami di venerdì scorso, il governo locale ha deciso di rinunciare alle cremazioni e di passare alle inumazioni per nelle località in cui vengono numeri consistenti di corpi di vittime della catastrofe. Lo scrive oggi il sito internet del quotidiano Yomiuri Shinbun. La prefettura ha preparato un manuale per le inumazioni delle salme, pratica che finora era vietata. Queste procedure sono state distribuite agli enti locali. Nei giorni scorsi il capo della polizia locale Naoto Takeuchi aveva spiegato che a Miyagi il numero delle vittime avrebbe superato "senza dubbio" 10mila. A causa del terremoto è diventato difficile trovare il combustibile, mentre i continui black out rendono difficile l'accensione dei punti di cremazione

11:58

Israele a connazionali: spostarsi a sud o partire 36 –

Il ministero degli Esteri israeliano ha oggi aggiornato i suoi avvertimenti di viaggio in Giappone, consigliando ai cittadini israeliani, anche tramite la sua ambasciata, "di partire al più presto da Tokyo per andare nel sud del paese e di considerare anche la possibilità di lasciare il Giappone". Il ministero afferma inoltre che in considerazione dei danni subiti dalle infrastrutture e dagli impianti nucleari "è preferibile evitare viaggi non assolutamente necessari in Giappone". L'ambasciata israeliana a Tokyo, seppure con personale ridotto al minimo, continua per ora a operare regolarmente

11:51

Russia, Medvedev: è una catastrofe 35 –

Il presidente russo Dmitri Medvedev ha definito l'incidente nucleare giapponese un "disastro nazionale colossale, una catastrofe". Lo riferisce l'agenzia Itar-Tass. Il presidente russo, parlando presso la sua residenza di Mosca, dove ha invitato il presidente kazako NurSultan Nazarbaiev. "Spero che quest'anno sia buono per i nostri due paese e i nostri popoli - ha detto Medvedev -, che ci siano le condizioni climatiche per un buon raccolto e nelle stesso tempo che non ci siano problemi seri e cataclismi" come quelli giapponesi. Perché in Giappone c'è un disastro nazionale colossale, una catastrofe"

11:37

Tv: a Fukushima non utilizzabili cannoni ad acqua 34 –

La tv di stato giapponese Nhk ha detto che a causa delle radiazioni a Fukushima non è possibile utilizzare i cannoni ad acqua. La tv ha aggiunto che le autorità non solo non hanno potuto utilizzare come previsto il camion cisterna equipaggiato da un cannone ad acqua per 'bombardare' uno dei reattori di Fukushima, ma hanno anche dovuto ritirarlo dalla zona a causa degli alti livelli di radiazioni. Il cannone era stato piazzato per sparare acqua sul reattore 3 che secondo le autorità costituisce una priorità di intervento perché contiene la miscela combustibile plutonio e uranio, particolarmente radioattiva

11:35

Agenzia giapponese: piscina senza acqua, non possiamo confermare 33 –

"Non siamo stati in grado di essere sul posto, quindi non possiamo confermare se ci sia o meno acqua rimasta" nella piscina in cui si trovano le barre di combustibile usato al reattore numero 4 della centrale di Fukushima, ha ammesso un portavoce dell'agenzia per la sicurezza nucleare giapponese, Yoshitaka Nagayama

11:28

Tracce di radioattività su passeggeri atterrati a Seul 32 –

Autorità aeroportuali sudcoreane hanno rilevato inconsueti alti livelli di radiazioni su tre passeggeri atterrati a Seul provenienti dal Giappone, nel primo giorno di tali controlli organizzati dall'aeroporto internazionale Incheon. Lo scrivono i media secondo i quali un giapponese di 50 anni che si ritiene abbia vissuto nella prefettura di Fukushima indossava un capotto sul quale sono stati rilevati livelli di radiaottività parecchie volte superiore alla norma. Anche sulle altre due persone è stata fatta analoga scoperta. Le autorità hanno comunque sostenuto che tali quantitativi non pongono problemi alla salute pubblica

11:16

Usa: situazione più grave di come la descrive Tokyo 31 –

Secondo il Presidente della Commissione per la regolamentazione del nucleare Usa, Gregory Jaczko, la situazione della centrale nucleare di Fukushima, in particolare del reattore 4, pone pericoli molto più gravi di quanto riconosciuto dal governo giapponese. Jaczko ha denunciato che non vi è più acqua, o ve ne è in pochissima quantità, nella piscina in cui si trovano le barre di combustibile usato al reattore numero 4 della centrale di Fukushima Daiici. Le barre, e le radiazioni che emettono, sono quindi quasi completamente, o completamente, esposte all'atmosfera. "Riteniamo quindi che i livelli di radiazione siano estremamente elevati, possibilmente con un impatto sulla capacità di adottare misure correttive", ha quindi affermato. Un'altra piscina per le barre usate, al reattore numero 3, sta velocemente perdendo acqua e potrebbe presto trovarsi nelle stesse condizioni di quella del reattore 4, ha aggiunto Jaczko. Lo scenario più grave, secondo gli esperti americani, è quello in cui tutti i tecnici debbano essere fatti evacuare da Fukushima, lasciando tutte le barre di combustibile dei reattori a fondersi, con la conseguente ulteriore diffusione di radioattività

11:15

Russia, esperti: a Fukushima il peggio si può evitare 30 –

Secondo gli esperti di energia nucleare dell'istituto Kurchatov di Mosca, nella centrale giapponese di Fukushima non si dovrebbe verificare lo scenario peggiore, quello di una reazione a catena autoindotta sui noccioli di tutti i reattori. "Penso che che la fusione di tutti e cinque i noccioli sia il peggio che può accadere. Ma con tutta probabilità potrà essere evitato" ha detto in una conferenza stampa il vicedirettore Yaroslav Shtrombakh. "Finora riteniamo che non ci sia una reazione a catena autoindotta". Gli esperti russi ritengono che sarà possibile contenere l'incidente all'interno dell'impianto. "Finora il grosso del combustibile resta dentro l'impianto, il che significa che i processi attivi avvengono all'interno" ha detto Shtrombakh. "Finché il combustibile resta all'interno c'è speranza di confinare l'incidente all'interno dell'impianto". "Cinque aree di Fukushima sono perdute e i reattori cinque e sei si stanno riscaldando oltre a quelli uno, due e tre" ha detto l'esperto, secondo quanto riferisce Interfax

11:07

Usa evacuano familiari Dipartimento e Pentagono 29 –

L'Amministrazione Usa ha deciso di assicurare l'evacuazione dei familiari del personale del dipartimento di Stato e del Pentagono che si trovano nel nord del Giappone. E sollecita gli americani a rimanere una distanza non inferiore ai 50 chilometri dalla centrale di Fukushima. "Non abbiamo ordinato ai familiari di lasciare il Paese. Ma abbiamo offerto loro questa possibilità nel caso volessero avvalersene", ha dichiarato il sottosegretario di stato, Patrick Kennedy

11:02

Conferma da Hawaii: particelle radioattive non sono minaccia 28 –

Una conferma che le particelle radioattive non rappresentano al momento un pericolo per i Paesi dell'altra sponda del Pacifico arriva dall'"avamposto" delle Hawaii. La protezione civile dell'arcipelago, la Hawaii County Civil Defense Agency, ha fatto sapere che non sono stati rilevati aumenti della radioattività dopo il rilascio di radiazioni da due reattori della centrale nipponica. Del resto, la quantità minima di particelle radioattive rilasciate e la grande distanza tra il Giappone e le Hawaii e l'Alaska, gli Stati che potevano essere i più minacciati, per il momento fanno sì che negli Usa non sia ancora scattato un allarme radioattività

10:59

Londra organizza charter per espatrio britannici da Giappone 27 –

Il governo britannico ha organizzato voli charter da Tokio a Hong Kong per consentire l'espatrio dei cittadini britannici in particolare difficoltà che si trovano in Giappone. Il ministero degli Esteri ha tuttavia precisato che i voli di linea rimangono la prima opzione. Sui charter verrà data la precedenza ai britannici traumatizzati, o comunque colpiti direttamente dal sisma o dallo tsunami

10:56

Chrysler: tra 4/6 settimane effetti sisma su mercato auto Usa 26 –

Il sisma in Giappone ci metterà fra le 4 e le 6 settimane a far sentire i suoi effetti sul mercato americano automobilistico delle forniture. Lo afferma - riporta l'agenzia Bloomberg - Dan Kott, senior vice president per gli acquisti di Chrylser. Chrysler ottiene fra il 2% e il 5% dei suoi componenti dal Giappone.

10:55

Aiea: 2