Ai REFERENDUM del 12-13 Giugno 2011 HO VOTATO SI alla Abrogazione : NUCLEARE, ACQUA 1, ACQUA 2, LEGITTIMO IMPEDIMENTO

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Agosto 2011 Lu01. Ma02. Me03. Gv04. Ve05. Sa06. Do07. Lu08. Ma09. Me10. Gv11. Ve12. Sa13. Do14. Lu15. Ma16. Me17. Gv18. Ve19. Sa20. Do21. Lu22. Ma23. Me24. Gv25. Ve26. Sa27. Do28. Lu29. Ma30. Me31.

Luglio 2011 Ve01. Sa02. Do03. Lu04. Ma05. Me06. Gi07. Ve08. Sa09. Do10. Lu11. Ma12. Me13. Gi14. Ve15. Sa16. Do17. Lu18. Ma19. Me20. Gi21. Ve22. Sa23. Do24. Lu25. Ma26. Me27. Gi28. Ve29. Sa30. Do31.

Giugno 2011 Me01. Gi02. Ve03. Sa04. Do05. Lu06. Ma07. Me08. Gv09. Ve10. Sa11. Do12. Lu13. Ma14. Me15. Gv16. Ve17. Sa18. Do19. Lu20. Ma21. Me22. Gv23. Ve24. Sa25. Do26. Lu27. Ma28. Me29. Gv30.

Maggio 2011 Do01. Lu02. Ma03. Me04. Gv05. Ve06. Sa07. Do08. Lu09. Ma10. Me11. Gv12. Ve13. Sa14. Do15. Lu16. Ma17. Me18. Gv19. Ve20. Sa21. Do22. Lu23. Ma24. Me25. Gv26. Ve27. Sa28. Do29. Lu30. Ma31. Aprile 2011 Ve01. Sa02. Do03. Lu04. Ma05. Me06. Gi07. Ve08. Sa09. Do10. Lu11. Ma12. Me13. Gi14. Ve15. Sa16. Do17. Lu18. Ma19. Me20. Gi21. Ve22. Sa23. Do24. Lu25. Ma26. Do27. Lu28. Ma29. Me30.

Marzo 2011 Ma01. Me02. Gv03. Ve04. Sa05. Do06. Lu07. Ma08. Me09. Gv10. Ve11. Sa12. Do13. Lu14. Ma15. Me16. Gv17. Ve18. Sa19. Do20. Lu21. Ma22. Me23. Gv24. Ve25. Sa26. Do27. Lu28. Ma29. Me30. Gi31. Febbraio 2011 .Ma01. .Me02. .Gi03. .Ve04. .Sa05. .Do06. .Lu07. .Ma08. .Me09. .Gi10. .Ve11. .Sa12. .Do13. .Lu14. .Ma15. .Me16. .Gi17. .Ve18. .Sa19. .DO20. .Lu21. .Ma22. .Me23. .Gi24. .Ve25. .Sa26. .Do27. .Lu28. Gennaio 2011 Sa01. Do02. Lu03. Ma04. Me05. Gv06. Ve07. Sa08. Do09. Lu10. Ma11. Me12. Gv13. Ve14. Sa15. Do16. Lu17. Ma18. Me19. Gi20. Ve21. Sa22. Do23. Lu24. Ma25. Me26. Gi27. Ve28. Sa29. Do30. Lu31. Dicembre 2010 Me 01. Gv02. Ve03. Sa04. Do05. Lu06. Ma07. Me08. Gv09. Ve10. Sa11. Do12. Lu13. Ma14. Me15. Gv16. Ve17. Sa18. Do19. Lu20. Ma21. Me22. Gv23. Ve24. Sa25. Do26. Lu27. Ma28. Me29. Gv30. Ve31. Novembre 2010 Lu 01. Ma02. Me03. Gv04. Ve05. Sa06. Do07. Lu08. Ma09. Me10. Gv11. Ve12. Sa13. Do14. Lu15. Ma16. Me17. Gv18. Ve19. Sa20. Do21. Lu22. Ma23. Me24. Gv25. Ve26. Sa27. Do28. Lu29. Ma30. Ottobre 2010 Ve01. Sa02. Do03. Lu04. Ma05. Me06. Gv07. Ve08. Sa09. Do10. Lu11. Ma12. Me13. Gv14. Ve15. Sa16. DO17. Lu18. Ma19. Me20. Gi21. Ve22. Sa23. Do24. Lu25. Ma26. Me27. Gv28. Ve29. Sa30. Do31. Settembre 2010 Me 01. Gi02. Ve03. Sa04. Do05. Lu06. Ma07. Me08. Gv09. Ve10. Sa11.

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17 Marzo Festa Nazionale 150° UNITA' d'ITALIA. 2764 Anni dalla FONDAZIONE di ROMA AUGURI ITALIANI - L'INNO di MAMELI

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.dal 1° al 8 Aprile 2012 11a SETTIMANA MONDIALE della Diffusione in Rete Internet de.

" i Quattro Vangeli della " Chiesa Cattolica, Matteo Marco Luca Giovanni , testi a lettura affiancata clicca sopra

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XV SECOLO Polittico

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ROMA FONT. di TREVI

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MARTINA

S. MARTINO

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Rassegna Stampa - L'Argomento di Oggi - dal 2010-09-14 ad oggi 2011-08-21 Sintesi (Più sotto trovate gli articoli)

SANTA MESSA REGISTRATA QUOTIDIANA e SANTO di OGGI dalla

CHIESA di CRISTO RE di MARTINA FRANCA (TARANTO) ITALY dei FRATI MINORI

Padre Antonio Mariggiò Parroco, Padre Daniele Picchierri Vicario, Padre Anselmo Raguso Decano,

Padre Eugenio Caputi Resp. Migrantes

Testimoni di CRISTO con oltre 200 anni di Vita Consacrata dei ns. Padri Francescani :

P. Anselmo Raguso 70, P. Daniele Pichierri 46, P. Eugenio Caputi 42, P. Antonio Mariggio 40

Su Sito Internet http://www.cristo-re.eu Pubblicata anche su YOUTUBE http://www.youtube.com/user/dalessandrogiacomo

Per Vedere i PRESEPI di natale 2010 a MARTINA FRANCA delle Chiese di Cristo Re, S. Antonio, S. Martino, Carmine, Santa Famiglia, clicca su http://www.youtube.com/watch?v=LevOZzhrtFU

VIAGGIO in TERRA SANTA dal 27 Aprile al 4 Maggio 2010: Sulle STRADE del VANGELO clicca su

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ST

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Dalessandro Giacomo

41° Anniversario - SUPPORTO ENGINEERING-ONLINE

Le Parole Chiave dei "QUATTRO VANGELI" della CHIESA CATTOLICA ITALIANO-LATINO

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ROSARIO 1a Parte

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Per.Ind. G. Dalessandro

e M. Bello:

Sulle Strade del VANGELO

Il Libro dei miei Pensieri html…

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Index Generale Lento

Index 2 2009-6.

Index 3 2009-1.

Index 4 2008-6.

Index 5 2008-1.

Index 6 2007.

Index 7 2006.

Index 8 2005.

Index 9 2004.

Sito Int 2008

Sito Int 2007

Index Old

800 S.Messe R..Cristo-Re

Funzioni Martina F. Miglionico

NEWS of ITALY

News of Europa

News of USA World

Internet, l'informatore, ll Giornalista, la stampa, la TV, la Radio, devono innanzi tutto informare correttamente sul Pensiero dell'Intervistato, Avvenimento, Fatto,

pena la decadenza dal Diritto e Libertà di Testimoniare. Poi si deve esprimere separatamente e distintamente il proprio personale giudizio.

CristoRe09/10/08 S.Messa 1. 2. 3. .4. e Concerto

Gr.Mus.Consolata 5. 6. 7. 8. 9. 10.

Cristo Re 16/0310 Ministro Provinciale P. Tommaso Leopizzi S. Messa

Padre Antonio Mariggiò Parroco..1.. ..2.. ..3.. ..4.. ..5..

AUGURI 2010 da P. D. Picchierri e da Frati Cristo Re

Il Messaggio di P. Anselmo Raguso Auguri 2009 PACE e AMORE

Decano Cristo Re Martina F. : P.Anselmo Raguso

27/12/09 Cristo Re Martina Corale Rumena CantiNatale 1MSR. 2MSR. 3MSR. 4MSR.

S. MESSA 29-03-2010 Convento di Via S.Felice Martina 1. 2. 3. 4. 5. 6.

TA Concattedrale Celebeb. Eucaristica 26/09/08 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10.7

Torino Chiesa della Visitazione S. Messa Mons. Calcagno 08/05/09 .1. .2.

.3. TO Video Clips

S. Messa da S. Maria Ausiliatrice Rimini 8 Giug.2010 1. 2. 3. .4. 5. 6.

 

SANTA MESSA DI OGGI Il Messale dal sito internet : http://www.lachiesa.it

Il SANTO di OGGI dal sito internet http://www.santibeati.it

( e piu' sotto a scorrere la pg. degli altri giorni ) Per registrare e caricare on line la S. Messa Quotidiana ci vogliono 3 ore normalmente e 6 la Domenica

I riferimenti sono: http://www.cristo-re.eu , http://www.parrocchie.it/martinafranca/cristore.it/ ,

I riferimenti Liturgigi della S. Messa quotidiana sono estrapolati dal Sito Cattolico http://www.lachiesa.it , per i Santi il Sito è http://www.santibeati.it

Il Sito internet ufficiale della Parrocchia CRISTO RE di MARTINA FRANCA è http://www.parrocchie.it/martinafranca/cristore.it/

I Frati della Parrocchia sono: Padre Antonio Mariggiò Parroco, Padre Daniele Pichierri Vicario, Padre Eugenio Caputi Resp. Migrantes, Padre Anselmo Raguso Decano. I Ministranti Laici che partecipano alle fnzioni religiose registrate sono Giuseppe Bello, Donato Martucci, Giuseppe Vinci .

La S. MESSA di OGGI

21 AGOSTO 2011 Il Messale dal sito internet : http://www.lachiesa.it

     

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SAN PIO X GIUSEPPE SARTO PAPA

S. MESSA 21 Agosto 2011 XXI Settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Cristo Re Minori Martina F. Taranto ITALY 1a Parte

http://www.cristo-re.eu Celebra P. Antonio Mariggiò Parroco, sito internet Parrocchia http://www.parrocchie.it/martinafranca/cristore.it/

Cocelebrante Padre Anselmo Raguso Decano, Laici Giuseppe Bello, Giuseppe Vinci, Riferimenti Liturgici dal sito internet http://www.lachiesa.it http://www.santibeati.it Se vuoi ascoltare il Vangelo clicca, Scaricare il foglietto della Messa, Scarica le Letture del Lezionario, Ascoltare il Vangelo vai al sito: http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20110522.shtml e clicca in alto sulla destra su quello che ti interessa.

XXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A) Grado della Celebrazione: DOMENICA Colore liturgico: Verde

Antifona d'ingresso Tendi l’orecchio, Signore, rispondimi: mio Dio, salva il tuo servo che confida in te: abbi pietà di me, Signore;

tutto il giorno a te io levo il mio grido. (Sal 86,1-3)

Colletta O Dio, che unisci in un solo volere le menti dei fedeli, concedi al tuo popolo di amare ciò che comandi e desiderare ciò che prometti,

perché fra le vicende del mondo là siano fissi i nostri cuori dove è la vera gioia. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

Prima lettura Is 22,19-23 Gli porrò sulla spalla la chiave della casa di Davide.

Dal libro del profeta Isaìa

Così dice il Signore a Sebna, maggiordomo del palazzo:

"Ti toglierò la carica, ti rovescerò dal tuo posto.

In quel giorno avverrà che io chiamerò il mio servo Eliakìm, figlio di Chelkìa;

lo rivestirò con la tua tunica, lo cingerò della tua cintura e metterò il tuo potere nelle sue mani.

Sarà un padre per gli abitanti di Gerusalemme e per il casato di Giuda.

Gli porrò sulla spalla la chiave della casa di Davide: se egli apre, nessuno chiuderà; se egli chiude, nessuno potrà aprire.

Lo conficcherò come un piolo in luogo solido e sarà un trono di gloria per la casa di suo padre".

Parola di Dio

Salmo responsoriale Sal 137 Signore, il tuo amore è per sempre.

Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore: hai ascoltato le parole della mia bocca.

Non agli dèi, ma a te voglio cantare, mi prostro verso il tuo tempio santo.

Rendo grazie al tuo nome per il tuo amore e la tua fedeltà: hai reso la tua promessa più grande del tuo nome.

Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto, hai accresciuto in me la forza.

Perché eccelso è il Signore, ma guarda verso l’umile; il superbo invece lo riconosce da lontano.

Signore, il tuo amore è per sempre: non abbandonare l’opera delle tue mani.

Seconda lettura

Rm 11,33-36

Da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani

O profondità della ricchezza, della sapienza e della conoscenza di Dio!

Quanto insondabili sono i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie!

Infatti, chi mai ha conosciuto il pensiero del Signore?

O chi mai è stato suo consigliere?

O chi gli ha dato qualcosa per primo tanto da riceverne il contraccambio?

Poiché da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose.

A lui la gloria nei secoli. Amen.

Parola di Dio

Canto al Vangelo (Mt 16,18) Alleluia, alleluia. Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa.

Alleluia.

Vangelo

Mt 16,13-20

Tu sei Pietro, e a te darò le chiavi del regno dei cieli.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli:

"La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?".

Risposero: "Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti".

Disse loro:

"Ma voi, chi dite che io sia?".

Rispose Simon Pietro: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente".

E Gesù gli disse: "Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli.

E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa.

A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli".

Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.

Parola del Signore

URL (clicca sopra per vedere la santa Messa Pubblicata su YouTube) : http://www.youtube.com/watch?v=3bt7a4YMOnU

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S. MESSA 21 Agosto 2011 XXI Settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Cristo Re Minori Martina F. Taranto ITALY 2a Parte

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Vangelo

Mt 16,13-20

Tu sei Pietro, e a te darò le chiavi del regno dei cieli.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli:

"La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?".

Risposero: "Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti".

Disse loro:

"Ma voi, chi dite che io sia?".

Rispose Simon Pietro: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente".

E Gesù gli disse: "Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli.

E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa.

A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli".

Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.

Parola del Signore

Commento al Vangelo di P. Antonio Mariggiò Parroco

URL (clicca sopra per vedere la santa Messa Pubblicata su YouTube) : http://www.youtube.com/watch?v=GPx-Ur-JogI

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S. MESSA 21 Agosto 2011 XXI Settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Cristo Re Minori Martina F. Taranto ITALY 3a Parte

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Cocelebrante Padre Anselmo Raguso Decano, Laici Giuseppe Bello, Giuseppe Vinci, Riferimenti Liturgici dal sito internet http://www.lachiesa.it http://www.santibeati.it Se vuoi ascoltare il Vangelo clicca, Scaricare il foglietto della Messa, Scarica le Letture del Lezionario, Ascoltare il Vangelo vai al sito: http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20110522.shtml e clicca in alto sulla destra su quello che ti interessa.

Preghiera dei fedeli

Signore, la tua bontà dura per sempre, tanto che non abbandoni l’opera delle tue mani. Ascolta le nostre preghiere e accresci la nostra fede, perché possiamo essere cristiani fedeli e coerenti.

Preghiamo dicendo: Ascoltaci Signore.

1. Perché la Chiesa non si allontani mai da Cristo, sua sorgente e fine, ma attraversi la storia annunciando il Vangelo. Preghiamo.

2. Per il Papa, perché confermi con la parola la fede della Chiesa e ne testimoni al mondo la coerenza. Preghiamo.

3. Perché le Chiese e le comunità ecclesiali, divise in varie confessioni, riscoprano Cristo come unico salvatore e redentore e superino le difficoltà che ancora esistono verso una piena comunione. Preghiamo.

4. Per tutti i battezzati che vivono una fede tiepida e "impolverata", perché riscoprano che solo il Cristo è il Figlio di Dio e solo in lui c’è la salvezza dell’uomo. Preghiamo.

5. Per la nostra comunità, perché le attività, l’organizzazione e l’attenzione alle strutture siano sempre espressione della fede in Cristo salvatore. Preghiamo.

Ti rendiamo grazie, o Padre, perché ascolti le parole della nostra bocca e consideri le nostre preghiere. Fa che siano secondo il tuo volere e il tuo disegno provvidente. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

Preghiera sulle offerte

O Padre, che ti sei acquistato una moltitudine di figli

con l’unico e perfetto sacrificio del Cristo,

concedi sempre alla tua Chiesa il dono dell’unità e della pace.

Per Cristo nostro Signore.

Antifona di comunione

Con il frutto delle tue opere sazi la terra, o Signore,

e trai dai campi il pane e il vino che allietano il cuore dell’uomo.

(Sal 104,13-15)

Preghiera dopo la comunione

Porta a compimento, Signore,

l’opera redentrice della tua misericordia

e perché possiamo conformarci in tutto alla tua volontà,

rendici forti e generosi nel tuo amore.

Per Cristo nostro Signore.

URL (clicca sopra per vedere la santa Messa Pubblicata su YouTube) : http://www.youtube.com/watch?v=3UYoDaHRoCY

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http://www.youtube.com/watch?v=Onp0aLxoh3Y

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Miglionico il CROCIFISSO

http://www.miglionicoweb.it

I

Il SANTO di OGGI

dal sito internet http://www.santibeati.it

21 AGOSTO 2011

SAN PIO X GIUSEPPE SARTO PAPA

 

Miglionico

XV SECOLO Polittico

Cima da Conegliano

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San Pio X (Giuseppe Sarto) Papa

21 agosto

Riese, Treviso, 2 giugno 1835 - Roma, 21 agosto 1914

(Papa dal 09/08/1903 al 20/08/1914)

Giuseppe Sarto, vescovo di Mantova (1884) e patriarca di Venezia (1893), sale alla cattedra di Pietro con il nome di Pio X. È il primo Papa dell’età contemporanea a provenire dal ceto contadino e popolare, seguito 65 anni dopo da Papa Giovanni XXIII. È uno dei primi pontefici ad aver percorso tutte le tappe del ministero pastorale, da cappellano a Papa. È il pontefice che nel Motu proprio "tra le sollecitudini" (1903) afferma che la partecipazione ai santi misteri è la fonte prima e indispensabile alla vita cristiana. Difende l’integrità della dottrina della fede, promuove la comunione eucaristica anche dei fanciulli, avvia la riforma della legislazione ecclesiastica, si occupa della Questione romana e dell’Azione Cattolica, cura la formazione dei sacerdoti, fa elaborare un nuovo catechismo, favorisce il movimento biblico, promuove la riforma liturgica e il canto sacro. (Avvenire)

Etimologia: Pio = devoto, religioso, pietoso (signif. Intuitivo)

Martirologio Romano: Memoria di san Pio X, papa, che fu dapprima sacerdote in parrocchia e poi vescovo di Mantova e patriarca di Venezia. Eletto, infine, Pontefice di Roma, si propose come programma di governo di ricapitolare tutto in Cristo e lo realizzò in semplicità di animo, povertà e fortezza, promuovendo tra i fedeli la vita cristiana con la partecipazione all’Eucaristia, la dignità della sacra liturgia e l’integrità della dottrina.

(20 agosto: A Roma, anniversario della morte di san Pio X, papa, la cui memoria si celebra domani).

Ascolta da RadioVaticana:

Ascolta da RadioRai:

Ascolta da RadioMaria:

Fu il primo papa dell’età contemporanea a provenire dal ceto contadino e popolare, seguito 65 anni dopo da papa Giovanni XXIII anch’egli di origini contadine, ma fu senz’altro uno dei primi pontefici ad aver percorso tutte le tappe del ministero pastorale, da cappellano a papa.

Giuseppe Melchiorre Sarto nacque a Riese (Treviso), oggi Riese Pio X, il 2 giugno 1835, secondo dei 10 figli di Giovanni Battista Sarto e Margherita Sanson; il padre era messo comunale e nel tempo libero coltivava un piccolo appezzamento di terreno.

Sin da ragazzo dimostrò forza di carattere e tenace volontà; serenamente sopportava i sacrifici imposti dalla condizione povera della famiglia, percorse per anni ogni giorno a piedi, spesso scalzo, la strada che conduce da Riese a Castelfranco per poter frequentare la scuola.

Dotato di predisposizione allo studio, fu aiutato da alcuni sacerdoti e poi dal patriarca di Venezia, anch’egli originario di Riese, che gli offrì un posto gratuito nel Seminario di Padova, a quell’epoca uno dei migliori d’Italia e anche qui ben presto si notò la ricchezza della sua indole, dotata di notevole equilibrio.

Quando aveva 17 anni, nel 1852, morì il padre e gli amministratori del piccolo Municipio di Riese, per aiutare la numerosa famiglia, offrirono al giovane Giuseppe l’impiego occupato dal padre.

Ma l’eroica madre Margherita, rifiutò l’offerta, perché il ‘Bepi’ doveva seguire la sua vocazione sacerdotale; avrebbe pensato lei con il suo lavoro di sarta, a portare avanti la famiglia, lavorando notte e giorno.

Fu ordinato sacerdote a 23 anni (settembre 1858) e subito nominato cappellano a Tombolo (Padova) piccola parrocchia di campagna, dove giunse il 29 novembre 1858, qui profuse le giovani forze nell’apostolato e nel ministero sacerdotale per ben nove anni.

Essendo risultato primo al concorso, fu nominato nel 1867 parroco a Salzano, grosso borgo della provincia veneziana, dove rimase per circa nove anni.

Dotato di una salute di ferro, di un’energia che non conosceva debolezza e di una sorprendente capacità di rapportarsi con gli altri, egli si diede anima e corpo all’attività parrocchiale, suscitando l’ammirazione dei parrocchiani e dei confratelli sacerdoti.

Nel novembre 1875 il vescovo di Treviso lo chiamò presso di sé nominandolo Canonico della Cattedrale, Cancelliere della Curia Vescovile, Direttore spirituale del Seminario; incarichi di prestigio per il giovane sacerdote Giuseppe Sarto (aveva 40 anni), il quale trascorreva la mattina al vescovado e il pomeriggio in Seminario.

Adempiva ai suoi compiti con dedizione e competenza, la sua sollecitudine gli faceva portare a casa le pratiche non ancora evase che sbrigava anche nelle ore notturne, la sua buona salute gli consentiva di recuperare le forze con appena 4-5 ore di sonno.

Il suo modo di agire, pieno di comprensione verso gli altri e il suo amore particolare per i poveri, gli guadagnarono l’affetto e la stima di tutti, cosicché nessuno si meravigliò quando nel settembre 1884, papa Leone XIII lo nominò vescovo di Mantova.

La diocesi mantovana attraversava un periodo particolarmente difficile, sia al suo interno, sia con il potere civile, ma il modesto prete Giuseppe Sarto, conosciuto per la fama di oratore brillante e per la sua grande carità, si rivelò un capo, con uno spirito realistico, pronto a cogliere il nodo dei problemi e a trovarne le soluzioni pratiche, con una bonarietà sorridente ma che all’occorrenza sapeva accompagnarla con una fermezza innata.

Seppe pacificare gli animi e avviò un profondo rinnovamento della vita cristiana in tutta la diocesi; incoraggiò l’affermarsi delle cooperative operaie; formatosi sotto papa Pio IX e nel clima reazionario della monarchia asburgica, alla quale il Veneto fino al 1866 era soggetto, mons. Sarto era considerato un "intransigente", che condannava il liberalismo e lo spirito di apertura alla mentalità moderna.

Erano problemi che agitavano la Chiesa del post Stato Pontificio e la ventata di modernismo proveniente da tanti settori della società, vedeva nelle diocesi italiane il contrapporsi di ideologie, con vescovi permissivi e altri intransigenti alle aperture.

Papa Leone XIII apprezzando il suo operato, lo elevò alla dignità cardinalizia il 12 giugno 1893 con il titolo di San Bernardo alle Terme e il 15 giugno lo destinava alla sede patriarcale di Venezia, anch’essa in una situazione particolarmente difficile.

Ma il suo ingresso poté avvenire solo il 24 novembre 1894, perché mancava il beneplacito del Governo Italiano; il re d’Italia Umberto I°, sosteneva di avere il diritto di scelta del patriarca per un antico privilegio della Repubblica Veneta, ma alla fine dopo 17 mesi si addivenne ad un compromesso.

Pur avendo conservato un certo attaccamento sentimentale per Francesco Giuseppe, il sovrano austriaco dei suoi primi trent’anni, al contrario dell’ambiente di curia, il patriarca Sarto manifestò verso la Casa Savoia e il giovane Regno d’Italia un atteggiamento più conciliante, ormai convinto che indietro non si sarebbe più ritornati.

Riteneva necessario preparare un progressivo riavvicinamento tra la nuova Italia e la Santa Sede, risolvendo la ‘Questione Romana’ e salvaguardando tutto ciò che vi era di essenziale sotto l’aspetto spirituale, ma abbandonando ciò che era transitorio nelle posizioni prese da papa Pio IX, dopo l’occupazione dello Stato Pontificio e perseguite anche da papa Leone XIII.

Incurante delle critiche e dello stupore di alcuni, non esitò ad indurre i cattolici veneziani ad allearsi con i liberali moderati, per far cadere l’amministrazione comunale massonica, che aveva soppresso il catechismo nelle scuole e fatto togliere il crocifisso negli ospedali.

Mobilitò i parroci e i gruppi di Azione Cattolica, moltiplicò le riunioni dei comitati, governò la stampa cattolica; il suo avvicinamento all’Italia ufficiale, era dettato da un realismo pastorale e non per simpatia all’ideologia liberale e modernista che personalmente rifiutò sempre.

A Venezia ci fu una fioritura della vita religiosa, gli adulti venivano istruiti nella fede e organizzati in Associazioni religiose; i bambini venivano preparati alla Prima Comunione e Cresima con particolare impegno, le celebrazioni liturgiche presero nuovo decoro con la solennità dei canti sacri.

In questo periodo conobbe il giovane Lorenzo Perosi, ne ammirò il talento musicale, lo aiutò e incoraggiò a diventare sacerdote, gli affidò la riforma del canto liturgico prima a Venezia e poi a Roma.

Amò i poveri, ai quali donava tutto quello che possedeva, giunto a Venezia non volle una porpora cardinalizia nuova, ma fece riadattare dalle sue sorelle che l’avevano seguito, quella vecchia del suo predecessore, donando ai poveri la somma equivalente per una nuova.

Pur essendo ostile al socialismo e al liberalismo, non mancò, come a Mantova, di preoccuparsi di tutto quanto potesse migliorare le condizioni di vita degli operai, incoraggiò le Casse Operaie parrocchiali, le Società di Mutuo Soccorso, gli uffici di collocamento popolare e per indirizzare il clero in questa direzione, istituì nel 1895 una cattedra di scienze economiche e sociali nel Seminario.

A Venezia amò tutti ed era amato da tutti; il 15 ottobre 1893 il cardinale era al capezzale dell’anziana madre morente, la quale aveva espresso il desiderio prima di morire di vedere il figlio vestito dei suoi abiti cardinalizi e lui volle accontentarla, si presentò all’improvviso quel mattino e la madre vedendolo esclamò con stupore: "Ah Bepi, sè tutto rosso!…" e lui: "E vu mare, sè tutta bianca!".

Il 20 luglio 1903 ad oltre 93 anni, morì papa Leone XIII, che aveva governato la Chiesa oltre 25 anni e il patriarca di Venezia card. Sarto partì alla volta di Roma, alla stazione ferroviaria una gran folla lo circondò per salutarlo ed egli commosso rassicurò loro "Vivo o morto ritornerò", del resto il biglietto per il treno che gli era stato offerto, era di andata e ritorno.

Quelle parole furono profetiche, perché il patriarca Sarto non tornò più a Venezia perché eletto papa; ma un suo successore, papa Giovanni XXIII, anch’egli patriarca della città lagunare, autorizzò il ritorno dell’urna con il corpo dell’ormai santo Pio X, che avvenne trionfalmente il 12 aprile 1959; l’urna esposta nella Basilica di San Marco, rimase a Venezia per un mese fino al 10 maggio, a ricevere il saluto e la venerazione dei suoi veneziani.

Il Conclave che seguì fu uno dei più drammatici, perché fu l’ultimo in cui venne esercitata "l’esclusiva" di un governo cattolico nei confronti di un papabile sgradito.

Il candidato più autorevole a succedere a Leone XIII era il suo Segretario di Stato card. Mariano Rampolla del Tindaro, ritenuto dal governo asburgico un continuatore della politica di sostegno dei cristiano-sociali in Austria e Ungheria e favorevole alle aspirazioni indipendentiste degli Slavi nei Balcani; il cardinale di Cracovia si fece portatore del veto imperiale contro Rampolla, fra le proteste del Decano del Sacro Collegio Cardinalizio e di altri cardinali, per l’ingerenza del potere civile.

Ad ogni modo il conclave durato quattro giorni designò il 3 agosto 1903, il patriarca di Venezia nuovo pontefice, nonostante le sue implorazioni a non votarlo, il quale alla fine accettò prendendo il nome di Pio X.

Il suo pontificato durò 11 anni, rompendo la sua personale cadenza negli incarichi ricevuti che furono stranamente sempre di nove anni; 9 anni in Seminario, 9 come cappellano a Tombolo, 9 anni come parroco a Salzano, 9 come canonico e direttore del Seminario a Treviso, 9 come vescovo di Mantova e 9 come patriarca di Venezia.

Aveva 68 anni quando salì al Soglio Pontificio instaurando una linea di condotta per certi versi di continuità con i due lunghissimi pontificati di Pio IX e Leone XIII che l’avevano preceduto, specie in campo politico, ma anche di rottura con certi schemi ormai consolidati, ad esempio, sebbene di umili origini egli rifiutò sempre di elargire benefici alla famiglia, come critica verso certi nepotismi e favoritismi più o meno evidenti, fino allora praticati.

Suo Segretario di Stato fu il card. Merry del Val, con il quale si dedicò ad una riaffermazione ben chiara dei diritti della Chiesa e ad una strategia ad ampio raggio per ristabilire l’ordine sociale secondo il volere di Dio.

Davanti ai grandi progressi di un liberalismo prevalentemente antireligioso, di un socialismo prevalentemente materialista e di uno scientismo presuntuoso, Pio X avvertì la necessità di erigere il papato contro la modernità, spezzando ogni tentativo di avviare un compromesso efficace tra i cattolici e la nuova cultura.

Con l’enciclica "Pascendi" del 1907 condannò il ‘modernismo’; in campo politico riprese la linea intransigente di Pio IX, egli considerava la separazione della Chiesa dallo Stato come un sacrilegio, gravemente ingiuriosa nei confronti di Dio al quale bisogna rendere non solo un culto privato ma anche uno pubblico.

La riaffermazione del potere papale, dopo le vicissitudini della caduta dello Stato Pontificio, portarono con il pensiero di Pio X ad identificare l’istituzione papale con la Chiesa intera, la Santa Sede con il popolo di Dio.

Non si può qui fare una completa panoramica del suo pontificato, vissuto alla vigilia della Prima Guerra Mondiale e del sorgere della Rivoluzione Russa, e in pieno affermarsi dei nuovi movimenti di pensiero come il modernismo, il liberalismo, infiltrati di materialismo e spirito antireligioso, con una Massoneria dilagante.

Centinaia di libri sono stati scritti su quel vivace periodo, ne citiamo uno: "Crisi modernista e rinnovamento cattolico in Italia" di Pietro Scoppola, Bologna, 1961.

Il 20 gennaio 1904 papa Pio X reduce dal drammatico conclave che l’aveva eletto, stabilì che nessun potere laico esterno, potesse opporre un veto nell’elezione del pontefice e fulminò con scomunica quei cardinali che si prestassero a fare da portavoce, anche del semplice desiderio o indicazione di uno Stato.

Pio X che amava presentarsi come un "buon parroco di campagna" aveva in realtà notevoli doti e non era affatto sprovvisto di cultura, leggeva numerose opere, parlava e leggeva il francese, possedeva un gusto artistico e protesse i tesori d’arte della Chiesa; cultore della musica, amò il canto liturgico.

Uomo di grandezza morale, viveva in Dio e di Dio, esercitava le virtù cristiane fino all’eroismo, con una umiltà diventata la sua seconda natura senza la minima ostentazione; una effettiva povertà e un atteggiamento di distacco di fronte a se stesso che non abbandonava mai; una fede e una fiducia nella Provvidenza origine di quella serenità interiore che si poteva ammirare in lui; inoltre una carità che destava la meraviglia dei dignitari del Vaticano.

"Instaurare omnia in Christo" era il motto di papa Pio X e con la forza e la costanza che gli erano proprie, cercò di attuare in tutti campi questa restaurazione della società cristiana a partire dalla Chiesa; riformò profondamente la Curia Romana e le varie Congregazioni, fece redigere un nuovo Codice di Diritto Canonico; applicò le norme per la Comunione frequente e per i bambini; riformò la Liturgia togliendo dal Messale molte cose inutili, riportò al ciclo delle domeniche, il posto che era stato usurpato dal ciclo dei Santi; sollecitò il canto e la musica nelle funzioni sacre; istituì l’obbligo del catechismo a piccoli e grandi e che da lui si chiamò "Catechismo di Pio X".

Verso la fine del suo pontificato, sull’Europa si addensavano nubi minacciose di guerra, che coinvolgevano molti Stati cattolici in contrasto fra loro.

Dopo l’attentato di Sarajevo all’arciduca ereditario Francesco Ferdinando, seguì il 28 luglio 1914 l’attacco dell’Austria alla Serbia e man mano il conflitto si estese a tutta l’Europa; per papa Pio X, già da tempo sofferente di gotta e quasi ottantenne, fu l’inizio della fine, il suo stato di salute e il deperimento fisico si accentuò e dopo una bronchite trasformatosi bruscamente in polmonite acuta, il pontefice morì nella notte tra il 20 e il 21 agosto 1914; fu sepolto nelle Grotte Vaticane.

In vita era indicato come un "Papa Santo", perché correva voce di guarigioni avvenute toccando i suoi abiti, ma lui sorridendo correggeva: "Mi chiamo Sarto non Santo". Fu beatificato il 3 giugno 1951 da papa Pio XII e proclamato santo dallo stesso pontefice il 29 maggio 1954; la sua urna si venera nella Basilica di S. Pietro.

Autore: Antonio Borrelli

Spunti bibliografici su Pio X a cura di LibreriadelSanto.it

Pio X, Brevissimi cenni di storia della rivelazione divina, Amicizia Cristiana, 2007 - 16 pagine

S.S. San Pio X, Pascendi Dominici Gregis. Sugli errori del modernismo, Cantagalli Edizioni, 2007 - 136 pagine

Carandino Ugo, L' enciclica che condannò il modernismo. La "Pascendi" di san Pio X, Amicizia Cristiana, 2005 - 64 pagine

Pio X, Catechismo maggiore, Ares Edizioni, 2002 - 352 pagine

Casella Mario, Pio X e la riforma dei seminari a Roma, Studium Edizioni, 2001 - 232 pagine

Teodori Franco, Beato Guido Maria Conforti. La martire di Villula, guerra mondiale, Pio X e Benedetto XV, sinodo diocesano 1914, Libreria Editrice Vaticana, 1998 - 536 pagine

D'Elia Nunzio, Celebrare è cantare. Il canto liturgico da Pio X al Vaticano II, LER, 1991 - 128 pagine

21 agosto

24100 > San Pio X (Giuseppe Sarto) Papa 21 agosto - Memoria MR

67060 > Santi Agatonico, Zotico e compagni Martiri 21 agosto MR

67090 > Santi Bassa, Teognio, Agapio e Pisto Martiri 21 agosto MR

94576 > Beata Beatrice de Roelas Vergine mercedaria 21 agosto

54100 > Santi Bernardo (Hamed), Maria (Zaida) e Grazia (Zoraide) di Alzira Cistercensi, martiri 21 agosto MR

92906 > Beato Brunone Giovanni (Brunon Jan) Zembol Religioso e martire 21 agosto MR

67070 > Santa Ciriaca di Roma 21 agosto MR

67150 > Sant' Euprepio di Verona Vescovo 21 agosto MR

67130 > San Giuseppe Dang Dình (Nien) Vien Martire 21 agosto MR

91001 > Santi Lussurio, Cisello e Camerino Martiri in Sardegna 21 agosto MR

69895 > San Natale Venerato a Casale Monferrato 21 agosto

24100 > San Pio X (Giuseppe Sarto) Papa 21 agosto - Memoria MR

67110 > San Privato di Mende Vescovo e martire 21 agosto MR

67080 > San Quadrato di Utica Vescovo e martire 21 agosto MR

93236 > Beato Raimondo Peiro Victori Sacerdote domenicano, martire 21 agosto MR

93453 > Beato Salvatore Estrugo Solves Sacerdote e martire 21 agosto MR

67120 > San Sidonio Apollinare Vescovo di Clermont 21 agosto MR

91366 > Beata Vittoria Rasoamanarivo Vedova e principessa del Madagascar 21 agosto MR

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SAN BERNARDO di CHIARAVALLE ABATE e DOTTORE della CHIESA

S. MESSA 20 Agosto 2011 XX Settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Cristo Re Minori Martina F. Taranto ITALY 1a Parte

http://www.cristo-re.eu Celebra P. Daniele Pichierri Vicario, sito internet Parrocchia http://www.parrocchie.it/martinafranca/cristore.it/

Cocelebrante Padre Anselmo Raguso Decano, Laici Donato Martucci, Giuseppe Vinci, Riferimenti Liturgici dal sito internet http://www.lachiesa.it http://www.santibeati.it Se vuoi ascoltare il Vangelo clicca, Scaricare il foglietto della Messa, Scarica le Letture del Lezionario, Ascoltare il Vangelo vai al sito: http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20110522.shtml e clicca in alto sulla destra su quello che ti interessa.

San Bernardo Grado della Celebrazione: Memoria Colore liturgico: Bianco

Antifona d'ingresso Il giusto si allieterà nel Signore, riporrà in lui la sua speranza; tutti i retti di cuore ne gioiranno. (Sal 64,11)

Colletta O Dio, che hai suscitato nella tua Chiesa san Bernardo abate, come lampada che arde e risplende,

fa’ che per sua intercessione camminiamo sempre con lo stesso fervore di spirito, come figli della luce. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

Prima lettura Rt 2,1-3.8-11; 4,13-17 Il Signore non ti ha fatto mancare uno che esercitasse il diritto di riscatto. Egli fu il padre di Iesse, padre di Davide.

Dal libro di Rut

Noemi aveva un parente da parte del marito, un uomo altolocato della famiglia di Elimèlec, che si chiamava Booz. Rut, la moabita, disse a Noemi: "Lasciami andare in campagna a spigolare dietro qualcuno nelle cui grazie riuscirò a entrare". Le rispose: "Va’ pure, figlia mia". Rut andò e si mise a spigolare nella campagna dietro ai mietitori. Per caso si trovò nella parte di campagna appartenente a Booz, che era della famiglia di Elimèlec.

Booz disse a Rut: "Ascolta, figlia mia, non andare a spigolare in un altro campo. Non allontanarti di qui e sta’ insieme alle mie serve. Tieni d’occhio il campo dove mietono e cammina dietro a loro. Ho lasciato detto ai servi di non molestarti. Quando avrai sete, va’ a bere dagli orci ciò che i servi hanno attinto".

Allora Rut si prostrò con la faccia a terra e gli disse: "Io sono una straniera: perché sono entrata nelle tue grazie e tu ti interessi di me?". Booz le rispose: "Mi è stato riferito quanto hai fatto per tua suocera dopo la morte di tuo marito, e come hai abbandonato tuo padre, tua madre e la tua patria per venire presso gente che prima non conoscevi".

Booz prese in moglie Rut. Egli si unì a lei e il Signore le accordò di concepire: ella partorì un figlio.

E le donne dicevano a Noemi: "Benedetto il Signore, il quale oggi non ti ha fatto mancare uno che esercitasse il diritto di riscatto. Il suo nome sarà ricordato in Israele! Egli sarà il tuo consolatore e il sostegno della tua vecchiaia, perché lo ha partorito tua nuora, che ti ama e che vale per te più di sette figli".

Noemi prese il bambino, se lo pose in grembo e gli fece da nutrice. Le vicine gli cercavano un nome e dicevano: "È nato un figlio a Noemi!". E lo chiamarono Obed. Egli fu il padre di Iesse, padre di Davide.

Parola di Dio

Salmo responsoriale Sal 127

Benedetto l’uomo che teme il Signore.

Beato chi teme il Signore e cammina nelle sue vie.

Della fatica delle tue mani ti nutrirai, sarai felice e avrai ogni bene.

La tua sposa come vite feconda nell’intimità della tua casa; i tuoi figli come virgulti d’ulivo intorno alla tua mensa.

Ecco com’è benedetto l’uomo che teme il Signore.

Ti benedica il Signore da Sion.

Possa tu vedere il bene di Gerusalemme tutti i giorni della tua vita!

Canto al Vangelo (Mt 23,9) Alleluia, alleluia. Uno solo è il Padre vostro, quello celeste e uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Alleluia.

Vangelo

Mt 23,1-12

Dicono e non fanno.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:

"Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito.

Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati "rabbì" dalla gente.

Ma voi non fatevi chiamare "rabbì", perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate "padre" nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare "guide", perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo.

Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato".

Parola del Signore

URL (clicca sopra per vedere la santa Messa Pubblicata su YouTube) : http://www.youtube.com/watch?v=L8-oBcKlt2A

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S. MESSA 20 Agosto 2011 XX Settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Cristo Re Minori Martina F. Taranto ITALY 1a Parte

http://www.cristo-re.eu Celebra P. Daniele Pichierri Vicario, sito internet Parrocchia http://www.parrocchie.it/martinafranca/cristore.it/

Cocelebrante Padre Anselmo Raguso Decano, Laici Donato Martucci, Giuseppe Vinci, Riferimenti Liturgici dal sito internet http://www.lachiesa.it http://www.santibeati.it Se vuoi ascoltare il Vangelo clicca, Scaricare il foglietto della Messa, Scarica le Letture del Lezionario, Ascoltare il Vangelo vai al sito: http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20110522.shtml e clicca in alto sulla destra su quello che ti interessa.

Preghiera dei fedeli

Preghiamo con fiducia il Padre, incoraggiati da Gesù che è venuto a portare il peso di tutte le nostre sofferenze, e diciamo:

Signore nostro Padre, ascoltaci.

Per la santa Chiesa, perché si mostri veramente madre che conosce e comprende la debolezza dei suoi figli. Preghiamo:

Per il Papa, i vescovi e i sacerdoti, perché siano i primi a vivere i contenuti del loro messaggio e si confrontino continuamente con il vangelo. Preghiamo:

Per coloro che possiedono cultura e titoli accademici, perché non li usino per progetti di ambizione o per sopraffare i meno colti, ma si mettano a servizio dei fratelli. Preghiamo:

Per i predicatori, perché si sforzino continuamente di ridurre la distanza tra l'ideale che annunciano e la loro vita cristiana. Preghiamo:

Per tutti noi, perché la fede in Gesù ci aiuti a condividere umilmente le fatiche e le speranze di tutti gli uomini. Preghiamo:

Perché nella nostra comunità venga valutato ogni carisma.

Perché i rapporti umani siano vissuti nella verità.

O Dio, unico padre e unico maestro, ascolta le invocazioni che tu stesso ci hai insegnato, e fà che ci lasciamo sempre guidare dal vangelo del tuo Figlio, Gesù Cristo nostro Signore, che vive e regna con te nei secoli dei secoli. Amen.

Preghiera sulle offerte

Ti offriamo, Signore, questo sacrificio, fonte di unità e di pace, nel ricordo del santo abate Bernardo,

che con la parola e con l’azione operò instancabile per la concordia nella Chiesa.

Per Cristo nostro Signore.

Antifona di comunione

Gustate e vedete quanto è buono il Signore; beato l’uomo che in lui si rifugia. (Sal 34,9)

Preghiera dopo la comunione

Il pane di vita eterna che abbiamo ricevuto nella festa di san Bernardo, ci rinnovi, Signore, nel corpo e nello spirito,

perché, illuminati dalle sue parole e dal suo esempio, anche noi siamo afferrati dall’amore del tuo Verbo fatto uomo.

Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

URL (clicca sopra per vedere la santa Messa Pubblicata su YouTube) : http://www.youtube.com/watch?v=qe596CV3g7s

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Miglionico il CROCIFISSO

http://www.miglionicoweb.it

I

Il SANTO di OGGI

dal sito internet http://www.santibeati.it

20 AGOSTO 2011

SAN BERNARDO di CHIARAVALLE

ABATE e DOTTORE della CHIESA

 

Miglionico

XV SECOLO Polittico

Cima da Conegliano

http://www.miglionicoweb.it

San Bernardo di Chiaravalle Abate e dottore della Chiesa

20 agosto

Digione, Francia, 1090 - Chiaravalle-Clairvaux, 20 agosto 1153

Bernardo, dopo Roberto, Alberico e Stefano, fu padre dell'Ordine Cistercense. L'obbedienza e il bene della Chiesa lo spinsero spesso a lasciare la quiete monastica per dedicarsi alle più gravi questioni politico-religiose del suo tempo. Maestro di guida spirituale ed educatore di generazioni dei santi, lascia nei suoi sermoni di commento alla Bibbia e alla liturgia un eccezionale documento di teologia monastica tendente, più che alla scienza, all'esperienza del mistero. Ispirò un devoto affetto all'umanità di Cristo e alla Vergine Madre. (Mess. Rom.)

Patronato: Apicoltori

Etimologia: Bernardo = ardito come orso, dal tedesco

Martirologio Romano: Memoria di san Bernardo, abate e dottore della Chiesa, che entrato insieme a trenta compagni nel nuovo monastero di Cîteaux e divenuto poi fondatore e primo abate del monastero di Chiaravalle, diresse sapientemente con la vita, la dottrina e l’esempio i monaci sulla via dei precetti di Dio; percorse l’Europa per ristabilirvi la pace e l’unità e illuminò tutta la Chiesa con i suoi scritti e le sue ardenti esortazioni, finché nel territorio di Langres in Francia riposò nel Signore.

Ascolta da RadioVaticana:

Ascolta da RadioRai:

Ascolta da RadioMaria:

San Bernardo nato a Digione in francia nel 1090 ha un nome ed un posto incomparabile nella storia della Chiesa. Borghignone di nobile famiglia, rimasto orfano della madre, a soli 17 anni si sentì attratto dalla vita di speciale consacrazione ed entrò a 22 anni nella vita monastica con 30 suoi parenti ed amici a Citeaux. In seguito Bernardo fu il fondatore dell’abbazia di Chiaravalle e dei Cistercensi, ramo del tutto particolare del grande albero benedettino, rifiutò l’episcopato a varie riprese e, per la sua virtù, per il suo prestigio, si trovò immischiato agli affari generali della Chiesa sotto i papi Innocenzo II ed Eugenio III, suo vecchio discepolo. Per lui egli scrisse il libro "De considerazione". Predicò la seconda Crociata, moltiplicò i suoi scritti che appaiono sempre più il frutto delle ispirazioni divine che non il lavoro d’un uomo, come ci dicono le lezioni del Breviario. In mezzo a tantissime sue eroiche virtù, non si potrebbe dimenticare di fare un posto a parte alla sua profonda e del tutto filiale devozione verso la Santa Vergine. Sua è la popolare preghiera del "Memorare piissima Virgo Maria". Talvolta viene raffigurata la scena della Madonna che risponde alla preghiera di Bernardo bagnandogli le labbra col latte del proprio seno. Si racconta anche che egli fosse così amante della Vergine che tutte le volte che passava davanti all’immagine della Madonna, la salutava dicendogli "Ave Maria". Un giorno la Madonna rispose all’invocazione di Bernardo con lo stesso saluto: "Ave, Bernardo". Si deve a lui l’indroduzione nei monasteri cistercensi, poi ripresa anche da altri ordini religiosi, di chiudere la giornata con il canto alla Madonna. Dopo una vita tutta di santità, morì a 63 anni il 20 agosto 1153 a Clairvaux in Francia.

Il Papa Alessandro III l’ha posto sugli altari col titolo di abate ed il Papa Pio VIII l’ha dichiarato Dottore della Chiesa. Bernardo secondo la leggenda, viene rappresentato con una ruota perché il santo avrebbe costretto il demonio a riparare il suo carro, oppure con un diavolo alla catena con riferimento al superamento di tutte le tentazioni; viene pure raffigurato con una mitria deposta ai suoi piedi o posata su un libro a significare il suo rifiuto delle insegne episcopali, tra cui la nomina a vescovo di Genova o di Milano.

Monaco, asceta e mistico, fustigatore di costumi, Bernardo è stato il riformatore dei cistercensi, consigliere di papi e vescovi, re e principi, una figura fondamentale della storia europea. Nell’ordine della santità, egli appariva veramente come un gigante. Dapprima dei doni naturali più vari gli conferivano un indiscutibile valore umano : nobiltà di nascita, intelligenza, bellezza corporale, grande delicatezza d’animo ed energia della volontà. La vita religiosa e sacerdotale dovevano sviluppare queste qualità ed il posto che i capi della Chiesa e la società civile gli fecero, a causa del suo magnifico carattere e della sua alta santità, accrebbero ancora la sua influenza prestigiosa sul suo tempo.

Ogni grandezza si sviluppa a contatto con l’umiltà, con la povertà e la semplicità del monaco, per nulla scalfito dal suo successo ma ostinatamente uomo di Dio e di preghiera come nello stesso tempo uomo d’azione.

È bello incontrare tali uomini che come san Bernardo, hanno sormontato tutte le seduzioni del mondo, più numerose per loro che per qualsiasi altro, in ragione stessa della loro superiorità e del loro fascino. Non basta pensare e dire che queste grandi e sante figure ci sorpassano. È saggio e confortante ispirarcisi a tali esempi, di riconoscere le meraviglie del Signore nell’anima e nella vita dei santi, di ritenere dai loro esempi delle lezioni di saggezza cristiana ! Alla luce d’irradiamento durevole d’un San Bernardo come il nostro orgoglio, la nostra ricerca di noi stessi, le nostre esitazioni davanti alla grazia del Signore, ci appaiono miserevoli ! Noi ci sentiamo forse più piccoli quando contempliamo delle anime di simile spessore, nel naturale così come nel soprannaturale ?

San Bernardo comprese tutto quello che contiene la vanità umana. Questa intelligenza è auspicabile a chi pretende servire Dio in tutta lealtà ed indicare al mondo la strada del regno celeste : "Chi pratica i comandamenti, sarà grande nel regno dei cieli".Autore: Don Marcello Stanzione

A ventidue anni si fa monaco, tirando con sé una trentina di parenti. Il monastero è quello fondato da Roberto di Molesmes a Cîteaux (Cistercium in latino, da cui cistercensi). A 25 anni lo mandano a fondarne un altro a Clairvaux, campagna disabitata, che diventa la Clara Vallis sua e dei monaci. È riservato, quasi timido. Ma c’è il carattere. Papa e Chiesa sono le sue stelle fisse, ma tanti ecclesiastici gli vanno di traverso. È severo anche coi monaci di Cluny, secondo lui troppo levigati, con chiese troppo adorne, "mentre il povero ha fame".

Ai suoi cistercensi chiede meno funzioni, meno letture e tanto lavoro. Scaglia sull’Europa incolta i suoi miti dissodatori, apostoli con la zappa, che mettono all’ordine la terra e l’acqua, e con esse gli animali, cambiando con fatica e preghiera la storia europea. E lui, il capo, è chiamato spesso a missioni di vertice, come quando percorre tutta l’Europa per farvi riconoscere il papa Innocenzo II (Gregorio Papareschi) insidiato dall’antipapa Pietro de’ Pierleoni (Anacleto II). E lo scisma finisce, con l’aiuto del suo prestigio, del suo vigore persuasivo, ma soprattutto della sua umiltà. Questo asceta, però, non sempre riesce ad apprezzare chi esplora altri percorsi di fede. Bernardo attacca duramente la dottrina trinitaria di Gilberto Porretano, vescovo di Poitiers. E fa condannare l’insegnamento di Pietro Abelardo (docente di teologia e logica a Parigi) che preannuncia Tommaso d’Aquino e Bonaventura.

Nel 1145 sale al pontificato il suo discepolo Bernardo dei Paganelli (Eugenio III), e lui gli manda un trattato buono per ogni papa, ma adattato per lui, con l’invito a non illudersi su chi ha intorno: "Puoi mostrarmene uno che abbia salutato la tua elezione senza aver ricevuto denaro o senza la speranza di riceverne? E quanto più si sono professati tuoi servitori, tanto più vogliono spadroneggiare". Eugenio III lo chiama poi a predicare la crociata (la seconda) in difesa del regno cristiano di Gerusalemme. Ma l’impresa fallirà davanti a Damasco.

Bernardo arriva in una città e le strade si riempiono di gente. Ma, tornato in monastero, rieccolo obbediente alla regola come tutti: preghiera, digiuno, e tanto lavoro. Abbiamo di lui 331 sermoni, più 534 lettere, più i trattati famosi: su grazia e libero arbitrio, sul battesimo, sui doveri dei vescovi... E gli scritti, affettuosi su Maria madre di Gesù, che egli chiama mediatrice di grazie (ma non riconosce la dottrina dell’Immacolata Concezione).

Momenti amari negli ultimi anni: difficoltà nell’Ordine, la diffusione di eresie e la sofferenza fisica. Muore per tumore allo stomaco. È seppellito nella chiesa del monastero, ma con la Rivoluzione francese i resti andranno dispersi; tranne la testa, ora nella cattedrale di Troyes.

Alessandro III lo proclama santo nel 1174. Pio VIII, nel 1830, gli dà il titolo di Dottore della Chiesa.

Autore: Domenico Agasso

Fonte:

Spunti bibliografici su San Bernardo di Chiaravalle a cura di LibreriadelSanto.it

AA.VV., Sapere e contemplare il Mistero, Jaca Book, 2008 - 176 pagine

Bernardo di Chiaravalle (san), Opere. Sermoni sul Cantico dei Cantici, Città Nuova, 2008 - 648 pagine

San Bernardo, Sermoni sul Cantico dei Cantici, Città Nuova, 2007 - 528 pagine

Bernardo di Chiaravalle (san), Sermoni sul Cantico dei cantici (voll. 1-2), Vivere In, 2007 - 972 pagine

Biffi Inos, Dal Prà Laura, Marabelli Costante, Uhl Hans-Michel, Bernardo di Clairvaux. Epifania di Dio e parabola dell'uomo, Jaca Book, 2007 - 82 pagine

Crippa Luigi, Grande cosa è l'amore. Per un primo accostamento a san Bernardo di Clairvaux, teologo e poeta dell'amore di Dio, Portalupi, 2006 - 112 pagine

Bernardo di Chiaravalle (san), Lettere ai monaci dell'Abbazia di St. Bertin, Marietti, 2004 - 50 pagine

Meschini Marco, San Bernardo. Renovatur seculi, Ancora, 2004 - 72 pagine

Bernardo di Chiaravalle (san), Le sorgenti del Salvatore. Omelie, Marietti, 2004 - 66 pagine

Chabannes Jacques, Bernardo di Chiaravalle mistico e politico, Città Nuova, 2001 - 224 pagine

Leclercq Jean, San Bernardo e lo spirito cistercense, Qiqajon Edizioni, 1998 - 208 pagine

Pseudo Bernardo, Le meditazioni necessarie, Il Leone Verde, 1998 - 80 pagine

Guglielmo di Saint-Thierry, Opere [vol_2] / Vita di san Bernardo, Città Nuova, 1997 - 160 pagine

Bernardo di Chiaravalle (san), Sermoni diversi, Vivere In, 1997 - 508 pagine

Riché Pierre, San Bernardo. Una vita in breve, San Paolo Edizioni, 1992 - 136 pagine

20 agosto

24050 > San Bernardo di Chiaravalle Abate e dottore della Chiesa 20 agosto - Memoria MR

90563 > Sant' Amatore di Lucca 20 agosto

94575 > Beato Benedetto Zafont Mercedario 20 agosto

24050 > San Bernardo di Chiaravalle Abate e dottore della Chiesa 20 agosto - Memoria MR

90955 > San Bernardo Tolomei Fondatore degli Olivetani 20 agosto MR

67010 > Santi Cristoforo e Leovigildo Monaci 20 agosto MR

78750 > Sant' Erberto Arcivescovo di Conza 20 agosto

67050 > San Filiberto di Jumieges Abate 20 agosto MR

94574 > Beato Francesco Matienzo Mercedario 20 agosto

93143 > Beato Gervasio Brunel Sacerdote e martire 20 agosto MR

95490 > Beato Giorgio Hafner Sacerdote e martire 20 agosto

93106 > Beato Ladislao (Wladyslaw) Maczkowski Sacerdote e martire 20 agosto MR

91216 > Santa Laura Corpo santo 20 agosto

93318 > Beata Maria Climent Mateu Vergine e martire 20 agosto MR

90063 > Santa Maria de Mattias Fondatrice 20 agosto MR

67000 > San Massimo di Chinon Abate 20 agosto MR

67040 > Beato Mattia Cardona Martire 20 agosto MR

67025 > Sant' Oswin Re di Deira in Northumbria 20 agosto

66950 > San Samuele Giudice e profeta d’Israele 20 agosto MR

91797 > San Xacatur di Tigranakert Martire Armeno 20 agosto

93257 > San Zaccheo il Pubblicano 20 agosto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SAN GIOVANNI EUDES SACERDOTE

S. MESSA 19 Agosto 2011 XX Settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Cristo Re Minori Martina F. Taranto ITALY 1a Parte

http://www.cristo-re.eu Celebra P. Daniele Pichierri Vicario, sito internet Parrocchia http://www.parrocchie.it/martinafranca/cristore.it/

Cocelebrante Padre Anselmo Raguso Decano, Laici Donato Martucci, Giuseppe Vinci, Riferimenti Liturgici dal sito internet http://www.lachiesa.it http://www.santibeati.it Se vuoi ascoltare il Vangelo clicca, Scaricare il foglietto della Messa, Scarica le Letture del Lezionario, Ascoltare il Vangelo vai al sito: http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20110522.shtml e clicca in alto sulla destra su quello che ti interessa.

Venerdì della XX settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Grado della Celebrazione: Feria Colore liturgico: Verde

Antifona d'ingresso O Dio, nostra difesa, contempla il volto del tuo Cristo. Per me un giorno nel tuo tempio, è più che mille altrove. (Sal 84,10-11)

Colletta O Dio, che hai preparato beni invisibili per coloro che ti amano, infondi in noi la dolcezza del tuo amore,

perché, amandoti in ogni cosa e sopra ogni cosa, otteniamo i beni da te promessi, che superano ogni desiderio. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

Prima lettura Rt 1,1.3-6.14-16.22 Venne Noemi, con Rut la moabita, e arrivò a Betlemme.

Dal libro di Rut

Al tempo dei giudici, ci fu nel paese una carestia e un uomo, [chiamato Elimèlec,] con la moglie Noemi e i suoi due figli emigrò da Betlemme di Giuda nei campi di Moab.

Poi Elimèlec, marito di Noemi, morì ed essa rimase con i suoi due figli. Questi sposarono donne moabite: una si chiamava Orpa e l’altra Rut. Abitarono in quel luogo per dieci anni. Poi morirono anche Maclon e Chilion, [figli di Noemi,] e la donna rimase senza i suoi due figli e senza il marito.

Allora intraprese il cammino di ritorno dai campi di Moab con le sue nuore, perché nei campi di Moab aveva sentito dire che il Signore aveva visitato il suo popolo, dandogli pane.

Orpa si accomiatò con un bacio da sua suocera, Rut invece non si staccò da lei. Noemi le disse: "Ecco, tua cognata è tornata dalla sua gente e dal suo dio; torna indietro anche tu, come tua cognata". Ma Rut replicò: "Non insistere con me che ti abbandoni e torni indietro senza di te, perché dove andrai tu, andrò anch’io, e dove ti fermerai, mi fermerò; il tuo popolo sarà il mio popolo e il tuo Dio sarà il mio Dio".

Così dunque tornò Noemi con Rut, la moabita, sua nuora, venuta dai campi di Moab. Esse arrivarono a Betlemme quando si cominciava a mietere l’orzo.

Parola di Dio

Salmo responsoriale Sal 145 Loda il Signore, anima mia.

Beato chi ha per aiuto il Dio di Giacobbe: la sua speranza è nel Signore suo Dio, che ha fatto il cielo e la terra, il mare e quanto contiene.

Egli rimane fedele per sempre, rende giustizia agli oppressi, dà il pane agli affamati.

Il Signore libera i prigionieri.

Il Signore ridona la vista ai ciechi, il Signore rialza chi è caduto, il Signore ama i giusti, il Signore protegge i forestieri.

Egli sostiene l’orfano e la vedova, ma sconvolge le vie dei malvagi.

Il Signore regna per sempre, il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione.

Canto al Vangelo (Sal 24,4) Alleluia, alleluia. Insegnami, Signore, i tuoi sentieri, guidami nella tua fedeltà e istruiscimi. Alleluia.

Vangelo

Mt 22,34-40

Amerai il Signore tuo Dio, e il tuo prossimo come te stesso.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: "Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?".

Gli rispose: ""Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente". Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: "Amerai il tuo prossimo come te stesso". Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti".

Parola del Signore

URL (clicca sopra per vedere la santa Messa Pubblicata su YouTube) : http://www.youtube.com/watch?v=S948tptRGF8

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S. MESSA 19 Agosto 2011 XX Settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Cristo Re Minori Martina F. Taranto ITALY 2a Parte

http://www.cristo-re.eu Celebra P. Daniele Pichierri Vicario, sito internet Parrocchia http://www.parrocchie.it/martinafranca/cristore.it/

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Preghiera dei fedeli

Fratelli, dall'esperienza della nostra insufficiente capacità di amare, innalziamo la nostra preghiera a Dio Padre, fonte di ogni amore, dicendo:

O Signore, donaci un cuore capace di amare.

Per la santa Chiesa, perché presenti a tutti gli uomini l'amore filiale verso Dio, con la carità operosa verso il prossimo. Preghiamo.

Per i responsabili della società, perché non si limitino a garantire la giustizia, ma promuovono anche opere di carità suscitate dall'amore fraterno. Preghiamo:

Per chi si sente solo e non è mai stato amato, perché scopra l'amore del Padre celeste e trovi nei fratelli amicizia e comprensione. Preghiamo:

Per coloro che sono impegnati nel volontariato, perché la fede in Dio li sostenga anche quando manca la riconoscenza umana. Preghiamo:

Preghiera sulle offerte

Accogli i nostri doni, Signore,

in questo misterioso incontro

tra la nostra povertà e la tua grandezza:

noi ti offriamo le cose che ci hai dato,

e tu donaci in cambio te stesso.

Per Cristo nostro Signore.

Antifona di comunione

Presso il Signore è la misericordia,

e grande presso di lui la redenzione. (Sal 130,7)

Preghiera dopo la comunione

O Dio, che in questo sacramento

ci hai fatti partecipi della vita del Cristo,

trasformaci a immagine del tuo Figlio,

perché diventiamo coeredi della sua gloria nel cielo.

Per Cristo nostro Signore.

URL (clicca sopra per vedere la santa Messa Pubblicata su YouTube) : http://www.youtube.com/watch?v=jar7MzDDgAk

CODICE DA INCORPORARE : <iframe width="425" height="349" src="http://www.youtube.com/embed/jar7MzDDgAk?hl=it&fs=1" frameborder="0" allowfullscreen></iframe>

Miglionico il CROCIFISSO

http://www.miglionicoweb.it

I

Il SANTO di OGGI

dal sito internet http://www.santibeati.it

19 AGOSTO 2011

SAN GIOVANNI EUDES SACERDOTE

 

Miglionico

XV SECOLO Polittico

Cima da Conegliano

http://www.miglionicoweb.it

San Giovanni Eudes Sacerdote

19 agosto - Memoria Facoltativa

Ri, Francia, 14 novembre 1601 - Caen, Francia, 19 agosto 1680

Nato in Normandia nel 1601, muore nel 1680. Divenuto un attivista e un devoto di Maria è ordinato sacerdote nel Collegio dei gesuiti di Caen. Da qui parte per assistere gli appestati nella regione di Argentan. In seguito si consacra alle missioni parrocchiali. Resosi conto di quanto sia importante la figura del sacerdote, riesce a far costruire un seminario, dando vita alla "Congregazione di Gesù e di Maria ". San Giovanni Eudes è il primo e più ardente apostolo del culto liturgico ai Sacri Cuori di Gesú e di Maria. Nel 1641 fonda due Congregazioni religiose, una maschile e una femminile, dedicate ai Sacri Cuori. Per lui, quindi, il culto del Sacro Cuore di Gesú è il culto della persona, in quanto esso è l'origine e la fonte della dignità e della santità della persona. Fonda poi rifugi per togliere le ragazze dalla strada e una Congregazione di Religiose per assisterle, l'ordine di "Nostra Signora della Carità del Rifugio". Scrive numerose opere, fra cui la più conosciuta e la più considerevole è "Il cuore ammirabile della Madre di Dio". (Avvenire)

Etimologia: Giovanni = il Signore è benefico, dono del Signore, dall'ebraico

Martirologio Romano: San Giovanni Eudes, sacerdote, che si dedicò per molti anni alla predicazione nelle parrocchie e fondò poi la Congregazione di Gesù e Maria per la formazione dei sacerdoti nei seminari e quella delle monache di Nostra Signora della Carità per confermare nella vita cristiana le donne penitenti; incrementò moltissimo la devozione verso i sacri Cuori di Gesù e di Maria, finché a Caen nella Normandia in Francia si addormentò piamente nel Signore.

Ascolta da RadioVaticana:

Ascolta da RadioRai:

Ascolta da RadioMaria:

Il tuo regno, Signore, è votato quaggiù alla contraddizione ed alla lotta. La tua Chiesa sulla terra è militante. Per appartenerle, per restarle fedele, per farle onore con le virtù, i cristiani hanno bisogno di buona volontà, di generosità e di grazie molteplici. Certamente tu non le rifiuti loro ! Quando in Francia imperversava il giansenismo nella Chiesa del XVII secolo, prima ancora del messaggio di Paray-le-Monial, un grande servo di Dio, san Giovanni Eudes nel suo vivo amore per Cristo, per la Madonna e per la salvezza delle anime, ebbe l’ispirazione di propagare il culto del Sacro Cuore di Gesù e del Santo Cuore di Maria e di fondare una congregazione detta di Gesù e Maria, chiamata oggi gli "Eudisti", cioè sacerdoti dediti alla predicazione nelle campagne e alla direzione dei seminari. Attualmente i membri di questa società di vita apostolica sono quasi 500 ed hanno una sessantina di comunità religiose specie in Europa e in America. Giovanni Eudes era nato a Ri in Normandia il 14 novembre 1601 ed era stato formato dai gesuiti nel loro collegio di Caen. Giovanissimo entrò nella congregazione degli Oratoriani. A Parigi si dedicò alla catechesi in occasione delle missioni popolari e per ascoltarlo giungevano grandi folle che gremivano le chiese. Giovanni si rese subito conto che non erano tanto i fedeli a mancare, bensì la formazione degli stessi sacerdoti. Eudes inoltre a contatto con il popolo delle periferie parigine scoprì lo squallore e la povertà materiale nella quale vivevano tantissimi e soprattutto la situazione di tante ragazze costrette a prostituirsi per avere il minimo necessario per la propria sopravvivenza. Nel 1627 scoppiò in Normandia la peste e padre Giovanni ottenne di rientrare nella sua regione natale per assistere gli appestati che curò con grande eroismo e senza paura dell’eventuale contagio diceva. "Persino la peste ha paura di questa mia pelle". Terminata l’emergenza sanitaria, riprese le missioni popolari finchè venne nominato superiore dell’oratoria di Caen. La sua idea fissa , però era quella di formare un clero zelante secondo i dettami del Concilio di Trento e quindi uscì dalla sua congregazione degli oratoriani e ne fondò una nuova completamente che chiamò "Congregazione di Gesù e Maria" perché il suo cardine spirituale era la devozione ai Sacri Cuori di Gesù e di Maria. La nuova congregazione era incentrata sulla formazione teologica dei preti, unita a una forte spiritualità che li rendesse forti interiormente. In tal modo Giovanni Eudes si rese uno dei maggiori protagonisti della Chiesa di Francia della sua epoca. Tutta la sua spiritualità è incentrata sul simbolo del "cuore", espressione dell’amore di Cristo che ha salvato il mondo attraverso di esso il santo mostrava ai sacerdoti la grandezza della loro missione come chiamata all’amore ablativo. Si deve a lui e ai suoi religiosi la vittoria della Chiesa contro le idee rigoriste che mostravano un Dio poco misericordioso. In questo Eudes precedette solo di un anno le rivelazioni del Sacro Cuore di Gesù, ricevute dalla monaca visitandina Margherita Maria Alocoque, tanto da essere considerato l’apostolo e dottore del culto dei Sacri Cuori di Gesù e Maria.

Il suo zelo nelle varie predicazioni fin nelle campagne, le sue fondazioni di opere di carità, i suoi scritti testimoniano l’intensità del suo lavoro apostolico. Egli è stato un vero trascinatore di anime, uomo afferrato dall’amore dolce e insieme forte di Dio, grazie al quale poteva autorevolmente rivolgersi a papi, re e principi.

La Chiesa approvò le sue iniziative. Il Sacro Cuore, nelle sue Apparizioni e Rivelazioni a Santa Margherita Alacocque, tracciò la strada d’una devozione popolare destinata a riavvicinare le anime a Cristo, allorché l’eresia giansenista, sotto la copertura di freddo ragionamento, le allontanava sotto il pretesto d’un rispetto pieno di timore ed esposto a generare l’orgoglio e lo scoraggiamento.

È dalla vita di santità e non da quella della critica sconvolgente e dall’orgoglio che lo Spirito Santo agisce profondamente nell’anima dei suoi servi e li guida, spesso attraverso le prove, alla realizzazione dei voleri divini. I riformatori e gli innovatori ecclesiali non vanno lontano se non sono tutti impregnati di pensieri e di disegni soprannaturali ed in uno stato d’animo in cui la loro buona e generosa volontà è interamente in dipendenza dal soffio dello Spirito Santo. Giovanni Eudes morì a Caen il 19 agosto 1680, egli dopo santa Gertrude, santa Caterina da Siena, santa Margherita Maria Alacoque e santa Teresa d’Avila, è stato maestro di spiritualità totalmente incentrata sull’amore affettivo di Dio.

Signore Gesù, dacci di corrispondere, ad imitazione di san Giovanni Eudes, a queste grandi e toccanti devozioni al Sacro Cuore di Gesù e al Cuore Ammirabile di Maria, affinchè al contatto con la purezza e l’amore di questi santissimi Cuori, il nostro cuore divenga veramente per te, Signore, e per tua Madre, un santuario di filiale pietà e per le anime dei nostri fratelli una sorgente zampillante d’amore .

Autore: Don Marcello Stanzione

Cognome e predicato della sua casata normanna: Eudes de Mézeray. Un suo fratello minore, Francesco, diventerà storico di corte. Lui, dopo i primi studi, viene accolto a Parigi nella Congregazione dell’oratorio, creata nel1611 dal sacerdote e futuro cardinale Pietro de Bérulle, per formare buoni predicatori. Nel 1625, ordinato sacerdote, viene mandato a Caen, nella Normandia nativa. E qui lo sorprende la peste. Si fa infermiere dei malati e confortatore dei moribondi, ma i suoi amici si tengono alla larga, per paura del contagio. Allora li tranquillizza, isolandosi: dorme su un pagliaio, dentro una botte. Prende il male anche lui, ma ne guarisce, e infine torna all’attività principale: le "missioni al popolo", che sono cicli di soggiorno, incontri e predicazione, da un paese all’altro.

Percorre il Nord della Francia, dimostrandosi "predicatore di qualità straordinarie; dove passava, convertiva" (L.Mezzadri). Ma spesso si tratta di fiammate, che dopo la sua partenza si estinguono. E per varie ragioni: la Francia e l’Europa intera vivono uno dei loro momenti peggiori, la guerra dei Trent’anni (1618-1648); in alcune parti del Continente la fame produce il cannibalismo; i contadini di Francia sono alla disperazione, brutalmente depredati non da truppe nemiche, ma dai soldati del loro re, insaziabili e impuniti. Molti non sanno più in cosa credere; la tradizionale pratica religiosa cattolica, già messa in crisi nel secolo precedente dalle guerre di religione, ora è anche attaccata dal movimento giansenista: i suoi ispiratori e maestri, noti per austerità di vita, cultura e schietti convincimenti, sono tuttavia portatori di una religiosità che a molti fedeli ispira reverenza e timore verso Dio, piuttosto che amore fiducioso e speranza. Ma il peggio non viene da fuori: sta dentro la Chiesa di Francia. Sta nel suo clero scadente e apatico, nell’ignoranza di troppi preti. Giovanni Eudes si convince che la prima necessità, urgentissima, è rifare il clero: e vorrebbe che fosse la "sua" Congregazione dell’oratorio a promuovere da Parigi questo sforzo grandioso. (Il concilio di Trento aveva decretato l’istituzione dei seminari già nel 1563, ma in Francia il decreto è rimasto largamente inapplicato).

Da Parigi arriva però una risposta negativa, e allora lui fonda nel 1643 la Congregazione di Gesù e Maria, formata da sacerdoti legati dal voto di obbedienza (e chiamati poi Eudisti) con lo scopo di tenere anche le "missioni al popolo", ma soprattutto di aprire e dirigere seminari, che diano ai futuri sacerdoti l’indispensabile formazione spirituale. Per trasformarli da opachi funzionari del culto (come troppi di loro si sentono) in diffusori dell’amore incessante di Dio, simboleggiato nelle immagini del cuore di Gesù e del cuore di Maria.

Nello stesso 1643, fonda a Caen il primo seminario di Normandia (poi verranno quelli di Coutances, Lisieux, Rouen, Evreux e Rennes). Intanto, sempre a Caen, ha creato l’Ordine femminile di Nostra Signora della Carità, votato alla riabilitazione delle donne vittime di sfruttatori: un’istituzione che nell’Ottocento si svilupperà nell’Istituto del Buon Pastore, fondato da santa Maria Eufrasia Pelletier. La sua vita si conclude a Caen. Beatificato da Pio X nel 1909, è stato proclamato santo da PioXI nel 1925. Le sue spoglie riposano in Colombia, dove si trova la casa generalizia dei Padri Missionari Eudisti.

Autore: Domenico Agasso

19 agosto

28900 > San Giovanni Eudes Sacerdote 19 agosto - Memoria Facoltativa MR

73700 > Santa Sara Moglie di Abramo 19 agosto

92518 > Sant' Andrea il Tribuno e Compagni Soldati martiri 19 agosto MR

91946 > Beato Angelo da Acquapagana 19 agosto MR

92339 > San Bartolomeo di Simeri Eremita, fondatore e abate 19 agosto MR

90572 > San Bernardo Venerato a Candeleda 19 agosto

66810 > San Bertolfo Abate 19 agosto MR

66800 > San Donato di Sisteron Eremita 19 agosto MR

93482 > Beate Elvira della Natività della Nostra Signora Torrentallé Paraire e 8 compagne Vergini e martiri 19 agosto MR

66725 > Sant' Ezechiele Moreno y Diaz 19 agosto MR

93456 > Beato Francesco Ibanez Ibanez Sacerdote e martire 19 agosto MR

90796 > Beato Giordano da Pisa (o da Rivalto) Domenicano 19 agosto MR

28900 > San Giovanni Eudes Sacerdote 19 agosto - Memoria Facoltativa MR

66900 > San Giulio di Roma Martire 19 agosto

66825 > Beato Guerrico Abate di Igny 19 agosto MR

66850 > Sant' Italo Martire 19 agosto

91398 > Beato Leone II Abate di Cava 19 agosto MR

90385 > San Ludovico d'Angiò (di Tolosa) Vescovo 19 agosto MR

90884 > Beato Ludovico Flores Martire 19 agosto MR

66790 > San Magino di Tarragona Martire 19 agosto MR

92046 > San Magno Venerato a Cuneo 19 agosto

93374 > San Magno di Anagni (o da Trani) Vescovo e martire 19 agosto MR

94573 > Beato Michele Soriano Mercedario 19 agosto

73700 > Santa Sara Moglie di Abramo 19 agosto

92407 > San Sebaldo (Sinibaldo) Eremita 19 agosto MR

47550 > San Sisto III Papa 19 agosto MR

93039 > San Timoteo di Gaza Martire 19 agosto MR

93192 > Beato Tommaso Sitjar Fortiá Sacerdote gesuita, martire 19 agosto MR

66820 > Beato Ugo Green Sacerdote e martire 19 agosto MR

SANT'ELENA MADRE di COSTANTINO

S. MESSA 18 Agosto 2011 XX Settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Cristo Re Minori Martina F. Taranto ITALY 1a Parte

http://www.cristo-re.eu Celebra P. Antonio Mariggiò Parroco, sito internet Parrocchia http://www.parrocchie.it/martinafranca/cristore.it/

Cocelebrante Padre Anselmo Raguso Decano, Laici Giuseppe Bello, Giuseppe Vinci, Riferimenti Liturgici dal sito internet http://www.lachiesa.it http://www.santibeati.it Se vuoi ascoltare il Vangelo clicca, Scaricare il foglietto della Messa, Scarica le Letture del Lezionario, Ascoltare il Vangelo vai al sito: http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20110522.shtml e clicca in alto sulla destra su quello che ti interessa.

Giovedì della XX settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Grado della Celebrazione: Feria Colore liturgico: Verde

Antifona d'ingresso O Dio, nostra difesa, contempla il volto del tuo Cristo. Per me un giorno nel tuo tempio, è più che mille altrove. (Sal 84,10-11)

Colletta O Dio, che hai preparato beni invisibili per coloro che ti amano, infondi in noi la dolcezza del tuo amore, perché,

amandoti in ogni cosa e sopra ogni cosa, otteniamo i beni da te promessi, che superano ogni desiderio. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

Prima lettura Gdc 11,29-39 Chiunque uscirà per primo dalle porte di casa mia, io lo offrirò in olocausto.

Dal libro dei Giudici

In quei giorni, lo spirito del Signore venne su Iefte ed egli attraversò Gàlaad e Manasse, passò a Mispa di Gàlaad e da Mispa di Gàlaad raggiunse gli Ammoniti.

Iefte fece voto al Signore e disse: "Se tu consegni nelle mie mani gli Ammoniti, chiunque uscirà per primo dalle porte di casa mia per venirmi incontro, quando tornerò vittorioso dagli Ammoniti, sarà per il Signore e io lo offrirò in olocausto".

Quindi Iefte raggiunse gli Ammoniti per combatterli e il Signore li consegnò nelle sue mani. Egli li sconfisse da Aroèr fin verso Minnit, prendendo loro venti città, e fino ad Abel Cheramìm. Così gli Ammoniti furono umiliati davanti agli Israeliti.

Poi Iefte tornò a Mispa, a casa sua; ed ecco uscirgli incontro la figlia, con tamburelli e danze. Era l’unica figlia: non aveva altri figli né altre figlie. Appena la vide, si stracciò le vesti e disse: "Figlia mia, tu mi hai rovinato! Anche tu sei con quelli che mi hanno reso infelice! Io ho dato la mia parola al Signore e non posso ritirarmi".

Ella gli disse: "Padre mio, se hai dato la tua parola al Signore, fa’ di me secondo quanto è uscito dalla tua bocca, perché il Signore ti ha concesso vendetta sugli Ammoniti, tuoi nemici". Poi disse al padre: "Mi sia concesso questo: lasciami libera per due mesi, perché io vada errando per i monti a piangere la mia verginità con le mie compagne".

Egli le rispose: "Va’!", e la lasciò andare per due mesi. Ella se ne andò con le compagne e pianse sui monti la sua verginità. Alla fine dei due mesi tornò dal padre ed egli compì su di lei il voto che aveva fatto.

Parola di Dio

Salmo responsoriale Sal 39 Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà.

Beato l’uomo che ha posto la sua fiducia nel Signore e non si volge verso chi segue gli idoli né verso chi segue la menzogna.

Sacrificio e offerta non gradisci, gli orecchi mi hai aperto, non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato.

Allora ho detto: "Ecco, io vengo.

Nel rotolo del libro su di me è scritto di fare la tua volontà: mio Dio, questo io desidero; la tua legge è nel mio intimo".

Ho annunciato la tua giustizia nella grande assemblea; vedi: non tengo chiuse le labbra, Signore, tu lo sai.

Canto al Vangelo (Sal 94,8) Alleluia, alleluia. Oggi non indurite il vostro cuore, ma ascoltate la voce del Signore. Alleluia.

Vangelo

Mt 22,1-14

Tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù, riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse:

"Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire.

Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: "Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!". Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città.

Poi disse ai suoi servi: "La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze". Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali.

Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: "Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?". Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: "Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti".

Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti".

Parola del Signore

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S. MESSA 18 Agosto 2011 XX Settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Cristo Re Minori Martina F. Taranto ITALY 2a Parte

http://www.cristo-re.eu Celebra P. Antonio Mariggiò Parroco, sito internet Parrocchia http://www.parrocchie.it/martinafranca/cristore.it/

Cocelebrante Padre Anselmo Raguso Decano, Laici Giuseppe Bello, Giuseppe Vinci, Riferimenti Liturgici dal sito internet http://www.lachiesa.it http://www.santibeati.it Se vuoi ascoltare il Vangelo clicca, Scaricare il foglietto della Messa, Scarica le Letture del Lezionario, Ascoltare il Vangelo vai al sito: http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20110522.shtml e clicca in alto sulla destra su quello che ti interessa.

Preghiera dei fedeli

Fratelli, consapevoli che quando accettiamo un invito a festa, rafforziamo il nostro legame di amicizia con chi ci invita, preghiamo il Signore perché siamo generosi nel rispondere alla sua chiamata:

Accogli al tuo banchetto, o Signore.

Per la santa Chiesa, perché offra a tutti gli uomini la possibilità di conoscere e amare il Signore. Preghiamo:

Per i cristiani assenti e non praticanti, perché riscoprano la gioia e la bellezza dell'impegno cristiano. Preghiamo:

Per i giovani, perché non abbiano paura di accettare l'invito al banchetto del Signore, anche se questo comporta ideali grandi e ardui. Preghiamo:

Per le nostre comunità parrocchiali, perché riscoprano il valore della domenica come giorno del Signore. Preghiamo:

Per noi qui presenti, perché nella nostra partecipazione al banchetto eucaristico, non ci manchi l'abito nuziale di una adeguata disposizione. Preghiamo:

Perché gli interessi della vita non impediscano la pratica della fede.

Perché tutti gli uomini si salvino.

Accogli, o Padre, la preghiera che ti rivolgiamo prima di partecipare con fede alla mensa eucaristica. Fà che il contatto con tuo Figlio Gesù generi in noi la vita nuova. Per lo stesso Cristo nostro Signore. Amen.

Preghiera sulle offerte

Accogli i nostri doni, Signore,

in questo misterioso incontro

tra la nostra povertà e la tua grandezza:

noi ti offriamo le cose che ci hai dato,

e tu donaci in cambio te stesso.

Per Cristo nostro Signore.

Antifona di comunione

Presso il Signore è la misericordia,

e grande presso di lui la redenzione. (Sal 130,7)

Preghiera dopo la comunione

O Dio, che in questo sacramento

ci hai fatti partecipi della vita del Cristo,

trasformaci a immagine del tuo Figlio,

perché diventiamo coeredi della sua gloria nel cielo.

Per Cristo nostro Signore.

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Miglionico il CROCIFISSO

http://www.miglionicoweb.it

I

Il SANTO di OGGI

dal sito internet http://www.santibeati.it

18 AGOSTO 2011

SANT'ELENA MADRE di COSTANTINO

 

Miglionico

XV SECOLO Polittico

Cima da Conegliano

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Sant' Elena Madre di Costantino

18 agosto

Drepamim (Bitinia), III sec. – ? † 330 ca.

Di famiglia plebea, Elena venne ripudiata dal marito, il tribuno militare Costanzo Cloro, per ordine dell'imperatore Diocleziano. Quando il figlio Costantino, sconfiggendo il rivale Massenzio, divenne padrone assoluto dell'impero, Elena, il cui onore venne riabilitato, ebbe il titolo più alto cui una donna potesse aspirare, quello di "Augusta". Fu l'inizio di un'epoca nuova per il cristianesimo: l'imperatore Costantino, dopo la vittoria attribuita alla protezione di Cristo, concesse ai cristiani la libertà di culto. Un ruolo fondamentale ebbe la madre Elena: forse è stata lei a contribuire alla conversione, poco prima di morire, del figlio. Elena testimoniò un grande fervore religioso, compiendo opere di bene e costruendo le celebri basiliche sui luoghi santi. Ritrovò la tomba di Cristo scavata nella roccia e poco dopo la croce del Signore e quelle dei due ladroni. Il ritrovamento della croce, avvenuta nel 326 sotto gli occhi della pia Elena, produsse grande emozione in tutta la cristianità. A queste scoperte seguì la costruzione di altrettante basiliche, una delle quali, sul monte degli Olivi, portò il suo nome. Morì probabilmente intorno al 330. (Avvenire)

Etimologia: Elena = la splendente, fiaccola, dal greco

Martirologio Romano: A Roma sulla via Labicana, santa Elena, madre dell’imperatore Costantino, che si adoperò con singolare impegno nell’assistenza ai poveri; piamente entrava in chiesa mescolandosi alle folle e in un pellegrinaggio a Gerusalemme alla ricerca dei luoghi della Natività, della Passione e della Risurrezione di Cristo onorò il presepe e la croce del Signore costruendo venerande basiliche.

Nell’iconografia, specie orientale, sant’Elena è raffigurata spesso insieme al figlio l’imperatore Costantino e ambedue posti ai lati della Croce. Perché il grande merito di Elena fu il ritrovamento della Vera Croce e di Costantino il merito di aver data libertà di culto ai cristiani, che per trecento anni erano stati perseguitati ed uccisi a causa della loro fede.

Di Elena i dati biografici sono scarsi, nacque verso la metà del III secolo forse a Drepamim in Bitinia, cittadina a cui fu dato il nome di Elenopoli da parte di Costantino, in onore della madre.

Elena discendeva da umile famiglia e secondo s. Ambrogio, esercitava l’ufficio di ‘stabularia’ cioè locandiera con stalla per gli animali e qui conobbe Costanzo Cloro ufficiale romano, che la sposò nonostante lei fosse di grado sociale inferiore, diventando così moglie ‘morganatica’.

Nel 280 ca. a Naisso in Serbia, partorì Costantino che allevò con amore; ma nel 293 il marito Costanzo divenne ‘cesare’ e per ragioni di Stato dovette sposare Teodora, figliastra dell’imperatore Massimiano Erculeo; Elena Flavia fu allontanata dalla corte e umilmente rimase nell’ombra.

Il figlio Costantino venne allevato alla corte di Diocleziano (243-313) per essere educato ad un futuro di prestigio; in virtù del nuovo sistema politico della tetrarchia, nel 305 Costanzo Cloro divenne imperatore e Costantino lo seguì in Britannia nella campagna di guerra contro i Pitti; nel 306 alla morte del padre, acclamato dai soldati ne assunse il titolo e il comando.

Divenuto imperatore, Costantino richiamò presso di sé Elena sua madre, dandole il titolo di ‘Augusta’, la ricoprì di onori, dandole libero accesso al tesoro imperiale, facendo incidere il suo nome e la sua immagine sulle monete.

Di queste prerogative Elena Flavia Augusta ne fece buon uso, beneficò generosamente persone di ogni ceto e intere città, la sua bontà arrivava in soccorso dei poveri con vesti e denaro; fece liberare molti condannati dalle carceri o dalle miniere e anche dall’esilio.

Fu donna di splendida fede e quanto abbia influito sul figlio, nell’emanazione nel 313 dell’editto di Milano che riconosceva libertà di culto al cristianesimo, non ci è dato sapere.

Ci sono due ipotesi storiche, una di Eusebio che affermava che Elena sia stata convertita al cristianesimo dal figlio Costantino e l’altra di s. Ambrogio che affermava il contrario; certamente deve essere stato così, perché Costantino ricevé il battesimo solo in punto di morte nel 337.

Ad ogni modo Elena visse esemplarmente la sua fede, nell’attuare le virtù cristiane e nel praticare le buone opere; partecipava umilmente alle funzioni religiose, a volte mischiandosi in abiti modesti tra la folla dei fedeli; spesso invitava i poveri a pranzo nel suo palazzo, servendoli con le proprie mani.

Tenne un atteggiamento prudente, quando ci fu la tragedia familiare di Costantino, il quale nel 326 fece uccidere il figlio Crispo avuto da Minervina, su istigazione della matrigna Fausta e poi la stessa sua moglie Fausta, sospettata di attentare al suo onore.

E forse proprio per questi foschi episodi che coinvolgevano il figlio Costantino, a 78 anni nel 326, Elena intraprese un pellegrinaggio penitenziale ai Luoghi Santi di Palestina.

Qui si adoperò per la costruzione delle Basiliche della Natività a Betlemme e dell’Ascensione sul Monte degli Ulivi, che Costantino poi ornò splendidamente.

La tradizione narra che Elena, salita sul Golgota per purificare quel sacro luogo dagli edifici pagani fatti costruire dai romani, scoprì la vera Croce di Cristo, perché il cadavere di un uomo messo a giacere su di essa ritornò miracolosamente in vita.

Questo episodio leggendario è stato raffigurato da tanti artisti, ma i più noti sono i dipinti nella Basilica di Santa Croce in Gerusalemme di Roma e nel famoso ciclo di S. Francesco ad Arezzo di Piero della Francesca.

Insieme alla Croce furono ritrovati anche tre chiodi, i quali furono donati al figlio Costantino, forgiandone uno nel morso del suo cavallo e un altro incastonato all’interno della famosa Corona Ferrea, conservata nel duomo di Monza.

L’intento di Elena era quello di consigliare al figlio la moderazione ed indicargli che non c’è sovrano terreno che non sia sottoposto a Cristo; inoltre avrebbe indotto Costantino a costruire la Basilica dell’Anastatis, cioè della Resurrezione.

Elena morì a circa 80 anni, assistita dal figlio, verso il 329 in un luogo non identificato; il suo corpo fu però trasportato a Roma e sepolto sulla via Labicana "ai due lauri", oggi Torpignattara; posto in un sarcofago di porfido, collocato in uno splendido mausoleo a forma circolare con cupola.

Fu da subito considerata una santa e con questo titolo fu conosciuta nei secoli successivi; i pellegrini che arrivavano a Roma non omettevano di visitare anche il sepolcro di s. Elena, situato tangente al portico d’ingresso della Basilica dei Santi Marcellino e Pietro.

Il grandioso sarcofago di porfido fu trasportato nell’XI secolo al Laterano e oggi è conservato nei Musei Vaticani. Il suo culto si diffuse largamente in Oriente e in Occidente, l’agiografo Usuardo per primo ne inserì il nome nel suo ‘Martirologio’ al 18 agosto e da lì passò nel ‘Martirologio Romano’ alla stessa data; in Oriente è venerata il 21 maggio insieme al figlio s. Costantino imperatore.

Gli strumenti della Passione da lei ritrovati, furono custoditi e venerati nella Basilica romana di S. Croce in Gerusalemme, da lei fatta costruire per tale scopo, le sue reliquie hanno avuto una storia a parte, già dopo due anni dalla sepoltura a Roma, il corpo fu trasferito a Costantinopoli e posto nel mausoleo che l’imperatore aveva preparato per sé.

Poi le notizie discordano, una prima tradizione dice che nell’840 il presbitero Teogisio dell’abbazia di Hauvilliers (Reims) trasferì le reliquie in Francia; una seconda tradizione afferma che verso il 1140 papa Innocenzo II le trasferì nella Basilica romana dell’Aracoeli e infine una terza tradizione dice che il canonico Aicardo le portò a Venezia nel 1212.

È probabile che il percorso sia stato Roma - via Labicana, poi Reims e dopo la Rivoluzione Francese le reliquie siano state definitivamente collocate nella Cappella della Confraternita di S. Croce nella chiesa di Saint Leu di Parigi; qualche reliquia deve essere giunta negli altri luoghi dell’Aracoeli a Roma e a Venezia.

S. Elena è la santa patrona di Pesaro e Ascoli Piceno, venerata con culto speciale anche in Germania, a Colonia, Treviri, Bonn e in Francia ad Elna, che in origine si chiamava "Castrum Helenae".

Inoltre è considerata la protettrice dei fabbricanti di chiodi e di aghi; è invocata da chi cerca gli oggetti smarriti; in Russia si semina il lino nel giorno della sua festa, affinché cresca lungo come i suoi capelli.

Nel più grande tempio della cristianità, S. Pietro in Vaticano, s. Elena è ricordata con una colossale statua in marmo, posta come quelle di s. Andrea, la Veronica, s. Longino, alla base dei quattro enormi pilastri che sorreggono la cupola di Michelangelo e fanno da corona all’altare della Confessione, sotto il quale c’è la tomba dell’apostolo Pietro.

Autore: Antonio Borrelli

18 agosto

92898 > Sant' Agapito Martire 18 agosto MR

90067 > Sant' Alberto Hurtado Cruchaga Religioso 18 agosto MR

66560 > Beato Antonio Banassat Martire 18 agosto MR

94572 > Beati Domenico de Molinar e Gaspare di Salamanca Mercedari 18 agosto

66500 > Sant' Elena Madre di Costantino 18 agosto MR

66530 > Sant' Eonio di Arles Vescovo 18 agosto MR

66520 > San Firmino di Metz Vescovo 18 agosto MR

66550 > San Floro Martire 18 agosto

66570 > Beato Francesco Arias Martin Martire 18 agosto MR

90281 > San Franco Venerato a Francavilla a Mare 18 agosto

66580 > Beati Giacomo Falgarona Vilanova e Atanasio Vidaurreta Labra Martiri 18 agosto MR

91411 > San Giovanni di Rila Anacoreta 18 agosto

66600 > San Lauro e compagni Martiri 18 agosto

91265 > Beato Leonardo Abate di Cava 18 agosto MR

66510 > San Leone Martire 18 agosto MR

66540 > San Macario di Pelecete Abate 18 agosto MR

66590 > Beato Martino Martinez Pascual Martire 18 agosto MR

92896 > Santi Martiri di Utica (Massa Candida) 18 agosto MR

66700 > Beata Paola Montaldi Vergine 18 agosto MR

66650 > Beato Rinaldo da Concorezzo Vescovo 18 agosto MR 93454 > Beato Vincenzo Maria Izquierdo Alcon Sacerdote e martire 18 agosto MR

SANTA CHIARA di MONTEFALCO

S. MESSA 17 Agosto 2011 XX Settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Cristo Re Minori Martina F. Taranto ITALY 1a Parte

http://www.cristo-re.eu Celebra P. Antonio Mariggiò Parroco, sito internet Parrocchia http://www.parrocchie.it/martinafranca/cristore.it/

Cocelebrante Padre Anselmo Raguso Decano, Laici Giuseppe Bello, Giuseppe Vinci, Riferimenti Liturgici dal sito internet http://www.lachiesa.it http://www.santibeati.it Se vuoi ascoltare il Vangelo clicca, Scaricare il foglietto della Messa, Scarica le Letture del Lezionario, Ascoltare il Vangelo vai al sito: http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20110522.shtml e clicca in alto sulla destra su quello che ti interessa.

Mercoledì della XX settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Grado della Celebrazione: FeriaColore liturgico: Verde

Antifona d'ingresso O Dio, nostra difesa, contempla il volto del tuo Cristo. Per me un giorno nel tuo tempio, è più che mille altrove. (Sal 84,10-11)

Colletta O Dio, che hai preparato beni invisibili per coloro che ti amano, infondi in noi la dolcezza del tuo amore,

perché, amandoti in ogni cosa e sopra ogni cosa, otteniamo i beni da te promessi, che superano ogni desiderio. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

Prima lettura Gdc 9,6-15 Avete detto: Un re regni sopra di noi. Invece il Signore, vostro Dio, è vostro re.

Dal libro dei Giudici

In quei giorni, tutti i signori di Sichem e tutta Bet Millo si radunarono e andarono a proclamare re Abimèlec, presso la Quercia della Stele, che si trova a Sichem.

Ma Iotam, informato della cosa, andò a porsi sulla sommità del monte Garizìm e, alzando la voce, gridò: "Ascoltatemi, signori di Sichem, e Dio ascolterà voi!

Si misero in cammino gli alberi per ungere un re su di essi.

Dissero all’ulivo: "Regna su di noi".

Rispose loro l’ulivo: "Rinuncerò al mio olio, grazie al quale si onorano dèi e uomini, e andrò a librarmi sugli alberi?".

Dissero gli alberi al fico: "Vieni tu, regna su di noi".

Rispose loro il fico: "Rinuncerò alla mia dolcezza e al mio frutto squisito, e andrò a librarmi sugli alberi?".

Dissero gli alberi alla vite: "Vieni tu, regna su di noi".

Rispose loro la vite: "Rinuncerò al mio mosto, che allieta dèi e uomini, e andrò a librarmi sugli alberi?".

Dissero tutti gli alberi al rovo: "Vieni tu, regna su di noi".

Rispose il rovo agli alberi: "Se davvero mi ungete re su di voi, venite, rifugiatevi alla mia ombra; se no, esca un fuoco dal rovo e divori i cedri del Libano"".

Parola di Dio

Salmo responsoriale Sal 20 Signore, il re gioisce della tua potenza!

Signore, il re gioisce della tua potenza!

Quanto esulta per la tua vittoria!

Hai esaudito il desiderio del suo cuore, non hai respinto la richiesta delle sue labbra.

Gli vieni incontro con larghe benedizioni gli poni sul capo una corona di oro puro.

Vita ti ha chiesto, a lui l’hai concessa, lunghi giorni in eterno, per sempre.

Grande è la sua gloria per la tua vittoria, lo ricopri di maestà e di onore, poiché gli accordi benedizioni per sempre, lo inondi di gioia dinanzi al tuo volto.

Canto al Vangelo (Eb 4,12) Alleluia, alleluia. La parola di Dio è viva, efficace; discerne i sentimenti e i pensieri del cuore. Alleluia.

Vangelo

Mt 20,1-16

Sei invidioso perché io sono buono?

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:

"Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: "Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò". Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: "Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?". Gli risposero: "Perché nessuno ci ha presi a giornata". Ed egli disse loro: "Andate anche voi nella vigna".

Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: "Chiama i lavoratori e da’ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi". Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: "Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo".

Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: "Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?".

Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi".

Parola del Signore

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S. MESSA 17 Agosto 2011 XX Settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Cristo Re Minori Martina F. Taranto ITALY 2a Parte

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Cocelebrante Padre Anselmo Raguso Decano, Laici Giuseppe Bello, Giuseppe Vinci, Riferimenti Liturgici dal sito internet http://www.lachiesa.it http://www.santibeati.it Se vuoi ascoltare il Vangelo clicca, Scaricare il foglietto della Messa, Scarica le Letture del Lezionario, Ascoltare il Vangelo vai al sito: http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20110522.shtml e clicca in alto sulla destra su quello che ti interessa.

Preghiera dei fedeli

Fratelli carissimi, rivolgiamoci con riconoscenza a Dio padre che ci chiama a collaborare con lui nella sua vigna, dicendo:

Aiutaci, o Signore, a servirti con gioia.

Per il popolo santo di Dio, perché serva il Signore nell'umiltà, e rispetti tutti coloro che, per vari motivi, non si trovano a lavorare nel campo della Chiesa. Preghiamo:

Per tutti i cristiani, perché sappiano affrontare la fatica con fede e amore, senza lamentarsi come gli operai della prima ora. Preghiamo:

Per gli anziani, perché siano sempre pronti a rispondere alle ispirazioni del Signore che li chiama ogni giorno a rendersi utili, secondo le proprie possibilità. Preghiamo:

Per i disoccupati e cassintegrati, perché la società si senta impegnata a rivedere le attuali regole del lavoro e dell'economia. Preghiamo:

Per tutti noi, perché non ascoltiamo invano il Signore che ci passa accanto, invitandoci all'impegno. Preghiamo:

Per i sindacati.

Perché ringraziamo Dio della sua continua gratuità.

Ascolta, o Padre buono, queste preghiere e sostieni il nostro animo nelle fatiche e nell'arsura della nostra giornata terrena. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Preghiera sulle offerte

Accogli i nostri doni, Signore,

in questo misterioso incontro

tra la nostra povertà e la tua grandezza:

noi ti offriamo le cose che ci hai dato,

e tu donaci in cambio te stesso.

Per Cristo nostro Signore.

Antifona di comunione

Presso il Signore è la misericordia,

e grande presso di lui la redenzione. (Sal 130,7)

Preghiera dopo la comunione

O Dio, che in questo sacramento

ci hai fatti partecipi della vita del Cristo,

trasformaci a immagine del tuo Figlio,

perché diventiamo coeredi della sua gloria nel cielo.

Per Cristo nostro Signore.

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Miglionico il CROCIFISSO

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I

Il SANTO di OGGI

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17 AGOSTO 2011

SANTA CHIARA di MONTEFALCO

 

Miglionico

XV SECOLO Polittico

Cima da Conegliano

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Santa Chiara di Montefalco

17 agosto

Montefalco, Perugia, 1268 - Montefalco, 17 agosto 1308

Nacque a Montefalco (PG) intorno all’anno 1268 e lì trascorse tutta al sua vita. A sei anni entrò nell’eremo in cui viveva sua sorella Giovanna.e dove nel 1291, dopo la morte di questa, Chiara venne eletta superiora, ufficio che conservò fino alla morte.Nella sua vita si comportò sempre in modo esemplare. Raccomandava vivamente alle consorelle spirito di sacrificio e impegno personale nella realizzazione di una solida vita spirituale. Godette di scienza infusa e difese vivamente la fede. Si distinse per l’amore alla passione di Cristo, ed ebbe molto a cuore la devozione alla Croce. Negli ultimi anni affermava insistentemente di avere impressa nel suo cuore la Croce del Signore e, dopo la sua morte, le consorelle volendo provare il senso delle sue parole,. avendole estratto il cuore, vi trovarono impressi i segni della Passione. Il suo corpo riposa nella chiesa delle monache agostiniane di Montefalco.

Etimologia: Chiara = trasparente, illustre, dal latino

Martirologio Romano: A Montefalco in Umbria, santa Chiara della Croce, vergine dell’Ordine degli Eremiti di Sant’Agostino, che resse il monastero di Santa Croce e fu ardente di amore per la passione di Cristo.

Ascolta da RadioVaticana:

Seconda figlia di Damiano e di Giacoma, Chiara nacque a Montefalco, in provincia di Perugia, nel 1268. Presa d'amor divino, fin dall'età di quattro anni mostrò una così forte inclinazione all'esercizio della preghiera da trascorrere intere ore immersa nell'orazione, ritirata nei luoghi più riposti della casa paterna. Sin da allora ella ebbe anche una profonda devozione per la Passione di Nostro Signore e ia sola vista di un Crocifisso era per lei come un monito di continua mortificazione, a cui si abbandonava volentieri infliggendo al corpo innocente le più dure macerazioni con dolorosi cilizi, tanto che sembrava quasi incredibile che una bimba di sei anni potesse avere non già il pensiero, ma la forza di sopportarne il tormento.

Consacratasi interamente a Dio, Chiara volle seguire l'esempio della sorella Giovanna, chiedendo di entrare nel locale reclusorio, dove fu accolta nel 1275. La santità della piccola e le elette virtù di Giovanna fecero accorrere nel reclusorio di Montefalco sempre nuove aspiranti, per cui ben presto si dovette intraprendere la costruzione di uno più grande, che, cominciata nel 1282, si protrasse per otto anni tra opposizioni, contrasti e difficoltà di varia natura. A causa delle ristrettezze finanziarie, per qualche tempo durante i lavori Chiara fu incaricata anche di andare alla questua. Nel 1290, allorché il nuovo reclusorio fu terminato, si pensò che sarebbe stato più opportuno fosse eretto in monastero, affinché la comunità potesse entrare a far parte di qualche religione approvata. Giovanna ne interessò il vescovo Gerardo Artesino, che, con decreto del 10 giugno 1290, riconobbe la nuova famiglia religiosa, dando ad essa la regola di s. Agostino e autorizzando in pari tempo l'accettazione di novizie. Il novello monastero fu chiamato "della Croce", su proposta della stessa Giovanna, che ne venne subito eletta badessa.

Alla morte della sorella (22 novembre 1291), C. fu chiamata immediatamente a succederle nella carica, contro la sua volontà e nonostante la giovane età. Durante il suo governo, che esercitò sempre con illuminata fermezza, seppe tenere sempre vivo nella comunità, con la parola e con l'esempio, un gran desiderio di perfezione. Ebbe da Dio singolari grazie mistiche, come visioni ed estasi, e doni soprannaturali che profuse dentro e fuori il monastero, venendo,- inoltre, favorita dal Signore col dono della scienza infusa, per cui poté offrire dotte soluzioni alle più ardue questioni propostele da teologi, filosofi e letterati. Alla sua pronta azione, si deve poi la scoperta e l'eliminazione, tra la fine del 1306 e gli inizi del 1307, di una setta eretica chiamata dello "Spirito di libertà", che andava diffondendo per tutta l'Umbria errori quietistici.

Tanta era la fama di sé e delle sue virtù suscitata in vita da C. che subito dopo la morte, avvenuta nel suo monastero della Croce in Montefalco il 17 agosto 1308, fu venerata come santa.

Una tradizione leggendaria, fondata su una accesa pietà e su una ingenua nozione dell'anatomia, riferisce che nel cuore di Chiara, di eccezionali dimensioni, si credette di scorgere i simboli della Passione: il Crocifisso, il flagello, la colonna, la corona di spine, i tre chiodi e la lancia, la canna con la spugna. Inoltre nella cistifellea della santa si sarebbero riconosciuti tre globi di uguali dimensioni, peso e colore, disposti in forma di triangolo, come un simbolo della S.ma Trinità.

Erano trascorsi solo dieci mesi dalla morte di Chiara, quando il vescovo di Spoleto, Pietro Paolo Trinci, ordinò il 18 giugno 1309 di iniziare il processo informativo sulla sua vita e sulle virtù; poiché, però, avvenivano sempre nuovi miracoli e aumentava la devozione per la pia suora di Montefalco, molti fecero viva istanza presso la S. Sede per la canonizzazione di Chiara; procuratore della causa fu Berengario di S. Africano, che a tal fine si recò nel 1316 ad Avignone da Giovanni XXII, il quale deputò il cardinale Napoleone Orsini, legato a Perugia, a informarsi e riferire. Il nuovo processo, cominciato il 6 settembre 1318 e dal quale sarebbe dipesa certamente la canonizzazione di Chiara, per cause del tutto esterne non poté tuttavia aver seguito. Fu solo nel 1624 che Urbano VIII concesse, dapprima all'Ordine (14 agosto), poi alla diocesi di Spoleto (28 settembre), di recitare l'Ufficio e la Messa con preghiera propria in onore di Chiara, il cui nome Clemente X fece inserire, il 19 aprile 1673, nel Martirologio Romano. Nel 1736, Clemente XII ordinò la ripresa della causa e l'anno seguente la S. Congregazione dei Riti approvò il culto ab immemorabili; nel 1738, fu istruito il nuovo processo apostolico sulle virtù e i miracoli, ratificato dalla S. Congregazione dei Riti il 17 settembre 1743. In tal modo si poteva procedere all'approvazione delle virtù eroiche, che si ebbe, tuttavia, solo un secolo più tardi, dopo un ulteriore processo apostolico, incominciato il 22 ottobre 1850, conclusosi il 21 novembre 1851 e approvato dalla S. Congregazione dei Riti il 25 settembre 1852; solo l'8 dicembre 1881, però, la beata Chiara da Montefalco fu solennemente canonizzata da Leone XIII.

Il 17 agosto si commemora la santa, mentre il 30 ottobre si celebra la festa "Impressio Crucifixi in corde s. Clarae".

Autore: Nicolo' Del Re

17 agosto

66320 > Beato Alberto da Chiatina Sacerdote 17 agosto MR

66400 > Sant' Anastasio di Terni Vescovo 17 agosto

94429 > Beato Bartolomeo Laurel Francescano, martire 17 agosto

91204 > Santa Beatrice de Silva Meneses Fondatrice 17 agosto MR

95535 > San Carlomanno Monaco 17 agosto

66350 > Santa Chiara di Montefalco 17 agosto MR

66450 > San Donato (Donatello) da Ripacandida 17 agosto

46850 > Sant' Elia il Giovane (di Enna) Monaco 17 agosto MR

66340 > Beato Enrico Canadell Quintana Martire 17 agosto MR

89031 > Sant' Eusebio Papa 17 agosto MR

66270 > San Gerone Martire 17 agosto MR

93350 > Santi Giacomo Kyuhei Gorobioye Tomonaga e Michele Kurobioye Martiri 17 agosto MR

66375 > Santa Giovanna della Croce (Jeanne Delanoue) Fondatrice 17 agosto MR

66475 > San Mama di Cesarea di Cappadocia 17 agosto MR

92501 > San Mirone di Cizico Sacerdote e martire 17 agosto MR

66330 > Beato Natale Ilario Le Conte Martire 17 agosto MR

66490 > San Nicola (Nicolò) Politi Eremita in Sicilia 17 agosto MR

91253 > Beato Ugo di Tennenbach Cistercense 17 agosto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SANTO STEFANO di UNGHERIA RE

S. MESSA 16 Agosto 2011 XX Settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Cristo Re Minori Martina F. Taranto ITALY 1a Parte

http://www.cristo-re.eu Celebra P. Daniele Pichierri Vicario, sito internet Parrocchia http://www.parrocchie.it/martinafranca/cristore.it/

Cocelebrante Padre Anselmo Raguso Decano, Laici Giuseppe Bello, Giuseppe Vinci, Riferimenti Liturgici dal sito internet http://www.lachiesa.it http://www.santibeati.it Se vuoi ascoltare il Vangelo clicca, Scaricare il foglietto della Messa, Scarica le Letture del Lezionario, Ascoltare il Vangelo vai al sito: http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20110522.shtml e clicca in alto sulla destra su quello che ti interessa.

Martedì della XX settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Grado della Celebrazione: Feria Colore liturgico: Verde

Antifona d'ingresso O Dio, nostra difesa, contempla il volto del tuo Cristo. Per me un giorno nel tuo tempio, è più che mille altrove. (Sal 84,10-11)

Colletta O Dio, che hai preparato beni invisibili per coloro che ti amano, infondi in noi la dolcezza del tuo amore,

perché, amandoti in ogni cosa e sopra ogni cosa, otteniamo i beni da te promessi, che superano ogni desiderio.

Per il nostro Signore Gesù Cristo...

Prima lettura Gdc 6,11-24 Gedeone, salverai Israele: non ti mando forse io?

Dal libro dei Giudici

In quei giorni, l’angelo del Signore venne a sedere sotto il terebinto di Ofra, che apparteneva a Ioas, Abiezerita. Gedeone, figlio di Ioas, batteva il grano nel frantoio per sottrarlo ai Madianiti. L’angelo del Signore gli apparve e gli disse: "Il Signore è con te, uomo forte e valoroso!". Gedeone gli rispose: "Perdona, mio signore: se il Signore è con noi, perché ci è capitato tutto questo? Dove sono tutti i suoi prodigi che i nostri padri ci hanno narrato, dicendo: "Il Signore non ci ha fatto forse salire dall’Egitto?". Ma ora il Signore ci ha abbandonato e ci ha consegnato nelle mani di Madian".

Allora il Signore si volse a lui e gli disse: "Va’ con questa tua forza e salva Israele dalla mano di Madian; non ti mando forse io?". Gli rispose: "Perdona, mio signore: come salverò Israele? Ecco, la mia famiglia è la più povera di Manasse e io sono il più piccolo nella casa di mio padre". Il Signore gli disse: "Io sarò con te e tu sconfiggerai i Madianiti come se fossero un uomo solo".

Gli disse allora: "Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, dammi un segno che proprio tu mi parli. Intanto, non te ne andare di qui prima che io torni da te e porti la mia offerta da presentarti". Rispose: "Resterò fino al tuo ritorno".

Allora Gedeone entrò in casa, preparò un capretto e con un’efa di farina fece focacce àzzime; mise la carne in un canestro, il brodo in una pentola, gli portò tutto sotto il terebinto e glielo offrì. L’angelo di Dio gli disse: "Prendi la carne e le focacce àzzime, posale su questa pietra e vèrsavi il brodo". Egli fece così. Allora l’angelo del Signore stese l’estremità del bastone che aveva in mano e toccò la carne e le focacce àzzime; dalla roccia salì un fuoco che consumò la carne e le focacce àzzime, e l’angelo del Signore scomparve dai suoi occhi.

Gedeone vide che era l’angelo del Signore e disse: "Signore Dio, ho dunque visto l’angelo del Signore faccia a faccia!". Il Signore gli disse: "La pace sia con te, non temere, non morirai!". Allora Gedeone costruì in quel luogo un altare al Signore e lo chiamò "Il Signore è pace".

Parola di Dio

Salmo responsoriale Sal 84 Il Signore annuncia la pace per il suo popolo.

Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore: egli annuncia la pace per il suo popolo, per i suoi fedeli, per chi ritorna a lui con fiducia.

Amore e verità s’incontreranno, giustizia e pace si baceranno.

Verità germoglierà dalla terra e giustizia si affaccerà dal cielo.

Certo, il Signore donerà il suo bene e la nostra terra darà il suo frutto;

giustizia camminerà davanti a lui:i suoi passi tracceranno il cammino.

Canto al Vangelo (2 Cor 8,9)

Alleluia, alleluia. Gesù Cristo, da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà. Alleluia.

Vangelo

Mt 19,23-30

È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio".

A queste parole i discepoli rimasero molto stupiti e dicevano: "Allora, chi può essere salvato?". Gesù li guardò e disse: "Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile".

Allora Pietro gli rispose: "Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?". E Gesù disse loro: "In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi".

Parola del Signore

URL (clicca sopra per vedere la santa Messa Pubblicata su YouTube) : http://www.youtube.com/watch?v=VEAi4ch6R3U

CODICE DA INCORPORARE

S. MESSA 16 Agosto 2011 XX Settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Cristo Re Minori Martina F. Taranto ITALY 1a Parte

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Preghiera dei fedeli

Supplichiamo Dio, nostro Padre, perché ci aiuti ad ascoltare la sua Parola, anche quando ci sembra difficile da attuare. Preghiamo insieme e diciamo:

Donaci, Signore, la povertà di spirito.

Per il Papa, i vescovi e i sacerdoti, perché siano modello di povertà e mostrino ai cristiani che è possibile vivere con gioia il distacco dalla ricchezza. Preghiamo:

Per tutti i cristiani, perché non si lascino assorbire completamente dagli interessi economici e non siano sedotti dall'avidità. Preghiamo:

Per i cristiani che seguono il Signore nella povertà volontaria, perché ricevano, come ha promesso Gesù, gioia cento volte maggiore di quanto hanno lasciato. Preghiamo:

Per i ricchi, perché ascoltino il grido dei poveri e aprano l'animo alle loro necessità. Preghiamo:

Per noi qui presenti, perché lasciamo che il Signore occupi sempre più il nostro animo e trasformi i nostri sentimenti. Preghiamo:

Perché i poveri siano profezia della Chiesa.

Per chi oggi è vero esempio di povertà evangelica.

O Padre, ricco di bontà, ascolta le nostre preghiere e fà che il nostro cuore sia capace di affidarsi completamente a te. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Preghiera sulle offerte

Accogli i nostri doni, Signore,

in questo misterioso incontro

tra la nostra povertà e la tua grandezza:

noi ti offriamo le cose che ci hai dato,

e tu donaci in cambio te stesso.

Per Cristo nostro Signore.

Antifona di comunione

Presso il Signore è la misericordia,

e grande presso di lui la redenzione. (Sal 130,7)

Preghiera dopo la comunione

O Dio, che in questo sacramento

ci hai fatti partecipi della vita del Cristo,

trasformaci a immagine del tuo Figlio,

perché diventiamo coeredi della sua gloria nel cielo.

Per Cristo nostro Signore.

URL (clicca sopra per vedere la santa Messa Pubblicata su YouTube) : http://www.youtube.com/watch?v=QZLztb15hs8

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Miglionico il CROCIFISSO

http://www.miglionicoweb.it

I

Il SANTO di OGGI

dal sito internet http://www.santibeati.it

16 AGOSTO 2011

SANTO STEFANO di UNGHERIA RE

 

Miglionico

XV SECOLO Polittico

Cima da Conegliano

http://www.miglionicoweb.it

Santo Stefano di Ungheria Re

16 agosto - Memoria Facoltativa

Esztergom, Ungheria, ca. 969 - Budapest, Ungheria, 15 agosto 1038

Di nobilissima famiglia, e gli ricevette da bambino una profonda educazione cristiana. Consacrato re d'Ungheria nella notte di Natale dell'anno mille con il titolo di "re apostolico", organizzò non solo la vita politica del suo popolo, riunendo le 39 contee in unico regno, ma anche quella religiosa gettando le fondamenta di una solida cultura cristiana. Egli divise il territorio in diocesi, eresse chiese monasteri, fra cui quello famoso di San Martino di Pannonhalma, ed appoggiò il clero servendosi come collaboratori di Benedettini di Cluny. Aveva sposato una principessa, Gisella di Baviera, che lo sostenne nella sua opera e che alla sua morte si richiuse nel monastero benedettino di Passau.

Etimologia: Stefano = corona, incoronato, dal greco

Martirologio Romano: Santo Stefano, re d’Ungheria, che, rigenerato nel battesimo e ricevuta da papa Silvestro II la corona del regno, si adoperò per propagare la fede cristiana tra gli Ungheresi: riordinò la Chiesa nel suo regno, la arricchì di beni e di monasteri, fu giusto e pacifico nel governare i sudditi, finché a Székesfehérvár in Ungheria, nel giorno dell’Assunzione, la sua anima salì in cielo.

(15 agosto: A Székesfehérvár in Pannonia, nell’odierna Ungheria, anniversario della morte di santo Stefano, re di Ungheria, la cui memoria si celebra domani).

Ascolta da RadioMaria:

Nell’anno 983 venne consacrato vescovo di Praga Adalberto, un personaggio dietro al cui nome germanico si celava in realtà un autentico slavo, Voytech, appartenente a una nobile famiglia della Boemia. Quando la principessa Adelaide gli chiese di inviare missionari in terra ungherese, egli finì per unirsi a loro e a lungo si è sostenuto che proprio ad Adalberto si dovesse la conversione del principe magiaro Geza, che venne da lui battezzato nel 985 insieme al figlio Vajk, al quale fu imposto il nome di Stefano e che diventerà il vero artefice della definitiva cristianizzazione dell’Ungheria.

In verità, gli storici, di recente, hanno manifestato seri dubbi circa il fatto che sia stato Sant’Adalberto ad amministrare il battesimo a Stefano, al quale fu imposto tale nome assai probabilmente in onore del santo protomartire patrono della diocesi di Passavia, che svolse un ruolo decisivo nella conversione di Geza e delle genti magiare.

Fondatore della chiesa ungherese

Stefano nacque fra il 969 e il 975, intorno al 995-996 sposò Gisella, figlia del Duca di Baviera e nel 997 succedette al padre sul Trono d’Ungheria. Ciò lo costrinse a un’aspra guerra contro un altro pretendente alla Corona, e nel 1000 Papa Silvestro II, con il beneplacito dell’Imperatore Ottone III, gli fece pervenire le insegne regali: nel Natale di quello stesso anno Stefano fu consacrato e incoronato primo Re di Ungheria.

Tra i più importanti provvedimenti da lui adottati, vi fu quello riguardante la strutturazione della Chiesa ungherese: a questo proposito la tradizione gli attribuisce la creazione di dieci diocesi e la fondazione e il consolidamento di numerose abbazie, tra le quali spicca quella benedettina di Pannonhalma.

Egli stabilì poi che venisse costruita una chiesa comune ogni dieci villaggi. La cristianizzazione del popolo ungherese operata dal santo re si effettuò nel segno della riforma cluniacense. Per altro egli si mantenne in corrispondenza con l’abate di Cluny Odilo.

Inoltre, Stefano fece venire dall’estero molti ecclesiastici, affinché collaborassero alla sua opera di evangelizzazione: il più famoso di questi fu san Gerardo, proveniente da Venezia, che diventò vescovo e che perse la vita in seguito a una rivolta pagana.

Stefano ebbe massimamente a cuore la sicurezza dei pellegrini che si recavano in Terra Santa: rese meno precario il loro cammino lungo le terre balcaniche e fece costruire a Gerusalemme un alloggio per gli ungheresi che là si recavano.

È opportuno ricordare che la nuova chiesa da lui creata, con le scuole erette presso i capitoli e i chiostri, pose la basi dell’insegnamento in Ungheria. Stefano si dimostrò pure un valente sovrano, capace di rafforzare il suo regno e di condurre un’equilibrata politica estera.

Il santo re morì nel 1038 e fu canonizzato nel 1083, dopo che il nuovo sovrano Ladislao si era fatto protettore del suo culto, presentandosi così come il suo erede spirituale e una sorta di secondo fondatore del regno cristiano d’Ungheria.

La canonizzazione sarebbe avvenuta per ordine del papa Gregorio VII e alla presenza di un suo legato. Particolarmente interessante risulta il fatto che Stefano fu il primo sovrano medievale a essere santificato come "confessore" e non come martire, a motivo dei meriti religiosi da lui acquistati durante la vita: in Stefano la figura del re giusto si fonde con quella del santo cristiano e ciò rappresentò subito la chiara dimostrazione che un sovrano può diventare santo al fianco della Chiesa.

Un culto sempre vivo nella devozione degli ungheresi

La Legenda maior che lo riguarda fa di Stefano un autentico soldato di Cristo, sempre assistito da una schiera di santi: non bisogna dimenticare a questo proposito che anche la moglie Gisella, che negli ultimi anni di vita divenne badessa di un monastero benedettino bavarese, è annoverata tra i santi e le sue reliquie sono ancora oggi assai venerate e meta di continui pellegrinaggi.

Vi sono poi una Legenda Minor, che ci tramanda l’immagine di un re Stefano energico e rigoroso, e una terza leggenda, che potrebbe essere stata composta dal vescovo di Gyor Arduino, la quale aggiunge numerosi particolari sulla vita e l’opera di Stefano: per esempio, in essa si racconta come il santo re, in punto di morte, avesse offerto il proprio regno alla Vergine Maria.

La novità più significativa contenuta in questa leggenda di Arduino è rappresentata dal racconto della canonizzazione del 1083. Il culto di Santo Stefano non si è mai appannato nel corso dei secoli e ancora oggi è assai vivo in Ungheria: la sua festa è la più importante e la più sentita dal popolo magiaro, che la celebra con particolare partecipazione. L’iconografia di Stefano è assai ricca: egli vi appare sempre come il re saggio, magnanimo e devoto.

Autore: Maurizio Schoepflin

Padre e figlio battezzati insieme: sono Geza, principe dei Magiari, e suo figlio Vaik, che prende il nome di Stefano; l’anno è il 973/974. Ancora pochi decenni prima, i Magiari o Ungari atterrivano l’Europa con le loro micidiali spedizioni di preda, troncate poi nel 955, con una strage, dal futuro imperatore Ottone I di Sassonia. Geza avvia un’opera di enorme difficoltà: radicare nella terra questo popolo che vi era stato sempre attendato; sostituire la tenda con la casa, il lavoro nelle terre proprie al saccheggio di quelle altrui. Morto lui, tocca a Stefano l’impresa di dare agli Ungari uno Stato con indipendenza garantita. Qui è fondamentale l’aiuto di Silvestro II, il papa dell’anno Mille, che si fa patrono dell’Ungheria con un segno chiarissimo: manda a Stefano da Roma la corona regia, insieme al titolo di "re apostolico" (che durerà fino alla caduta dell’Impero austroungarico, nel 1918).

L’opera di Stefano richiederebbe lo sforzo di generazioni: è duro sostituire il nomadismo con la stabilità. Il re deve inventare un’amministrazione dello Stato, e si ispira al modello occidentale dei "comitati" o contee; sviluppa ancora l’opera di suo padre per la diffusione del cristianesimo, creando subito una struttura di vescovadi e di monasteri (questi, con la regola di Cluny) e tenendo d’occhio personalmente la disciplina del clero. Buoni successi ottengono i missionari cechi, molto popolari (sono compatrioti del grande Adalberto di Praga, che ha dato la cresima a Stefano). Stefano si rivela un sovrano avanzato per il suo tempo anche con le Admonitiones, che sono un apprezzato vademecum del buongoverno.

Ma deve fare i conti con resistenze durissime alla sua legislazione e al suo sforzo per una cristianizzazione rapida. Ha contro di sé anche alcuni parenti, che aspettano soltanto la sua morte per ribellarsi. E Stefano non ha un erede diretto, perché il suo unico figlio, Emerico, è morto in giovanissima età.

Morendo, designa allora a succedergli un mezzo italiano, suo nipote dal lato materno: Pietro Orseolo, figlio del doge veneziano Pietro II. Il nuovo Stato ungherese c’è, e fra gli alti e bassi della storia vedrà compiersi il suo primo millennio. Ma alla morte di Stefano incomincia una stagione torbida, per motivi politici e per motivi religiosi. Il nuovo re Pietro Orseolo, poco dopo la proclamazione, viene già spodestato. Recupera poi il trono con l’aiuto tedesco, e infine nel 1046, ancora sconfitto, sarà accecato e ucciso. Le lotte continuano in varie parti del Paese, anche con l’uccisione di missionari cristiani, tra cui quella di san Gerardo e dei suoi compagni. Ma al ritorno della tranquillità il cristianesimo è già profondamente radicato in gran parte del Paese. Nell’anno 1083 (nel giorno in cui si festeggia l’Assunta da lui venerata), re Stefano viene canonizzato insieme al figlio Emerico.

Autore: Domenico Agasso

16 agosto

34150 > San Rocco Pellegrino e Taumaturgo 16 agosto MR

28850 > Santo Stefano di Ungheria Re 16 agosto - Memoria Facoltativa MR

90052 > Beato Angelo Mazzinghi 16 agosto MR

90521 > Sant' Armagilo Abate in Bretagna 16 agosto MR

66170 > Sant' Arsacio di Nicomedia 16 agosto MR

93157 > Beato Enrico da Almazora (Enrique Garcia Beltran) Diacono e martire 16 agosto MR

66180 > San Frambaldo 16 agosto MR

93471 > Beato Gabriele Maria da Benyfayo (Giuseppe Maria Sanchis Mompò) Religioso e martire 16 agosto MR

66240 > Beato Giovanni Battista Menestrel Martire 16 agosto MR

66220 > Beato Giovanni di S. Marta Martire 16 agosto MR

66210 > Beato Lorenzo Loricato di Subiaco Eremita 16 agosto MR

92548 > Beata Pietra di San Giuseppe Pérez Florido (Ana Josefa) Fondatrice 16 agosto MR

93128 > Beato Placido Garcia Gilabert Sacerdote e martire 16 agosto MR

66190 > Beato Radulfo (Rodolfo) di La Fustaie 16 agosto MR

34150 > San Rocco Pellegrino e Taumaturgo 16 agosto MR

66260 > Santa Rosa Fan Hui Martire 16 agosto MR

90504 > Santa Serena di Roma Imperatrice 16 agosto

66230 > Beati Simone e Maddalena Bokusai Kyota, Tommaso e Maria Gengoro, e Giacomo Gengoro Martiri 16 agosto MR

28850 > Santo Stefano di Ungheria Re 16 agosto - Memoria Facoltativa MR

92291 > San Teodoro di Octoduro Vescovo 16 agosto MR

92392 > Sant' Ugolina di Vercelli Vergine ed eremita 16 agosto

 

ASSUNZIONE della BEATA VERGINE MARIA

S. MESSA 15 Agosto 2011 XX Settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Cristo Re Minori Martina F. Taranto ITALY 1a Parte

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Cocelebrante Padre Anselmo Raguso Decano, Laici Giuseppe Bello, Giuseppe Vinci, Riferimenti Liturgici dal sito internet http://www.lachiesa.it http://www.santibeati.it Se vuoi ascoltare il Vangelo clicca, Scaricare il foglietto della Messa, Scarica le Letture del Lezionario, Ascoltare il Vangelo vai al sito: http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20110522.shtml e clicca in alto sulla destra su quello che ti interessa.

ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA (Messa del Giorno) Grado della Celebrazione: SOLENNITA' Colore liturgico: Bianco

Antifona d'ingresso Un segno grandioso apparve nel cielo:

una donna ammantata di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul capo una corona di dodici stelle. (Ap 12,1)

Colletta Dio onnipotente ed eterno, che hai innalzato alla gloria del cielo in corpo e anima l’immacolata Vergine Maria, madre di Cristo tuo Figlio,

fa’ che viviamo in questo mondo costantemente rivolti ai beni eterni, per condividere la sua stessa gloria. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

Prima lettura Ap 11,19; 12,1-6.10 Una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi.

Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo

Si aprì il tempio di Dio che è nel cielo e apparve nel tempio l’arca della sua alleanza.

Un segno grandioso apparve nel cielo:

una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle. Era incinta, e gridava per le doglie e il travaglio del parto.

Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; la sua coda trascinava un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra.

Il drago si pose davanti alla donna, che stava per partorire, in modo da divorare il bambino appena lo avesse partorito.

Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro, e suo figlio fu rapito verso Dio e verso il suo trono. La donna invece fuggì nel deserto, dove Dio le aveva preparato un rifugio.

Allora udii una voce potente nel cielo che diceva:

"Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo".

Parola di Dio

Salmo responsoriale Sal 44 Risplende la regina, Signore, alla tua destra.

Figlie di re fra le tue predilette; alla tua destra sta la regina, in ori di Ofir.

Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio: dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre.

Il re è invaghito della tua bellezza.

È lui il tuo signore: rendigli omaggio.

Dietro a lei le vergini, sue compagne, condotte in gioia ed esultanza, sono presentate nel palazzo del re.

Seconda lettura 1Cor 15,20-26 Cristo risorto è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti. Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita.

Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo. Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo avere ridotto al nulla ogni Principato e ogni Potenza e Forza.

È necessario infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. L’ultimo nemico a essere annientato sarà la morte, perché ogni cosa ha posto sotto i suoi piedi.

Parola di Dio

Canto al Vangelo () Alleluia, alleluia. Maria è assunta in cielo; esultano le schiere degli angeli. Alleluia.

Vangelo

Lc 1,39-56

Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente: ha innalzato gli umili.

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.

Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.

Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: "Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto".

Allora Maria disse:

"L’anima mia magnifica il Signore

e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,

perché ha guardato l’umiltà della sua serva.

D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.

Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente

e Santo è il suo nome;

di generazione in generazione la sua misericordia

per quelli che lo temono.

Ha spiegato la potenza del suo braccio,

ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;

ha rovesciato i potenti dai troni,

ha innalzato gli umili;

ha ricolmato di beni gli affamati,

ha rimandato i ricchi a mani vuote.

Ha soccorso Israele, suo servo,

ricordandosi della sua misericordia,

come aveva detto ai nostri padri,

per Abramo e la sua discendenza, per sempre".

Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

Parola del Signore

URL (clicca sopra per vedere la santa Messa Pubblicata su YouTube) : http://www.youtube.com/watch?v=zVF93enbhY0

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S. MESSA 15 Agosto 2011 XX Settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Cristo Re Minori Martina F. Taranto ITALY 2a Parte

http://www.cristo-re.eu Celebra P. Antonio Mariggiò Parroco, sito internet Parrocchia http://www.parrocchie.it/martinafranca/cristore.it/

Cocelebrante P. Daniele Pichierri Vicario, Laici Giuseppe Bello, Giuseppe Vinci, Riferimenti Liturgici dal sito internet http://www.lachiesa.it http://www.santibeati.it Se vuoi ascoltare il Vangelo clicca, Scaricare il foglietto della Messa, Scarica le Letture del Lezionario, Ascoltare il Vangelo vai al sito: http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20110522.shtml e clicca in alto sulla destra su quello che ti interessa.

Vangelo

Lc 1,39-56

Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente: ha innalzato gli umili.

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.

Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.

Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: "Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto".

Allora Maria disse:

"L’anima mia magnifica il Signore

e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,

perché ha guardato l’umiltà della sua serva.

D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.

Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente

e Santo è il suo nome;

di generazione in generazione la sua misericordia

per quelli che lo temono.

Ha spiegato la potenza del suo braccio,

ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;

ha rovesciato i potenti dai troni,

ha innalzato gli umili;

ha ricolmato di beni gli affamati,

ha rimandato i ricchi a mani vuote.

Ha soccorso Israele, suo servo,

ricordandosi della sua misericordia,

come aveva detto ai nostri padri,

per Abramo e la sua discendenza, per sempre".

Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

Parola del Signore

Commento al VANGELO di P. Daniele Pichierri

URL (clicca sopra per vedere la santa Messa Pubblicata su YouTube) : http://www.youtube.com/watch?v=fB3IWNYaNp4

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S. MESSA 15 Agosto 2011 XX Settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Cristo Re Minori Martina F. Taranto ITALY 3a Parte

http://www.cristo-re.eu Celebra Padre Daniele Pichierri Vicario, sito internet Parrocchia http://www.parrocchie.it/martinafranca/cristore.it/

Cocelebrante Padre Anselmo Raguso Decano, Laici Giuseppe Bello, Giuseppe Vinci, Riferimenti Liturgici dal sito internet http://www.lachiesa.it http://www.santibeati.it Se vuoi ascoltare il Vangelo clicca, Scaricare il foglietto della Messa, Scarica le Letture del Lezionario, Ascoltare il Vangelo vai al sito: http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20110522.shtml e clicca in alto sulla destra su quello che ti interessa.

Preghiera dei fedeli

Maria, madre della Chiesa, assunta in cielo, è per noi modello di vita. Chiediamo a Dio Padre di sostenerci lungo il cammino verso la meta celeste a cui lei è giunta nella gloria.

Preghiamo dicendo: Ascoltaci Signore.

1. Per la Chiesa, che come Maria cammina nella storia tra consolazioni e sofferenze, perché sappia confidare sempre in Dio e discernere la sua volontà nei segni dei tempi. Preghiamo.

2. Perché gli uomini attraversino il grande viaggio della vita avendo sempre presente la meta, che è la risurrezione e la vita eterna nella comunione beata con Dio. Preghiamo.

3. Perché sappiamo riconoscere la dignità del corpo umano, spesso disprezzato o profanato, riconoscendolo dono di Dio e tempio dello Spirito. Preghiamo.

4. Per tutte le donne, perché in Maria vedano un modello di vita cristiana, riconoscano in lei le virtù dell’umiltà, della pazienza, dell’amore gratuito e generoso. Preghiamo.

5. Perché le situazioni umane, come canta Maria, siano toccate dal dito provvidente di Dio e rovesciate a favore di chi soffre ed è umiliato. Preghiamo.

O Padre, contemplando il mistero di Maria, associata in corpo e anima al trionfo di Cristo salvatore, ci sentiamo famiglia, ci sentiamo figli che chiedono il tuo aiuto, sicuri che le nostre suppliche saranno ascoltate e accolte. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

Preghiera sulle offerte

Salga a te, Signore, il sacrificio che la Chiesa ti offre nella festa di Maria Vergine assunta in cielo, e per sua intercessione i nostri cuori,

ardenti del tuo amore, aspirino continuamente a te. Per Cristo nostro Signore.

PREFAZIO

Maria icona della Chiesa pellegrinante.

È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo,

Dio onnipotente ed eterno.

Oggi la Vergine Maria,

madre di Cristo, tuo Figlio e nostro Signore, è stata assunta nella gloria del cielo.

In lei, primizia e immagine della Chiesa, hai rivelato il compimento del mistero di salvezza e hai fatto risplendere per il tuo popolo,

pellegrino sulla terra,un segno di consolazione e di sicura speranza.

Tu non hai voluto che conoscesse la corruzione del sepolcro colei che ha generato il Signore della vita.

E noi, uniti agli angeli e ai santi, cantiamo con gioia l’inno della tua lode: Santo...

Antifona di comunione

Tutte le generazioni mi chiameranno beata, perché grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente. (Lc 1,48-49)

Preghiera dopo la comunione

O Dio, che in questo sacrificio eucaristico ci hai resi partecipi della tua salvezza, fa’ che per l’intercessione della Vergine Maria assunta in cielo

giungiamo alla gloria della risurrezione.

Per Cristo nostro Signore.

URL (clicca sopra per vedere la santa Messa Pubblicata su YouTube) : http://www.youtube.com/watch?v=9JKrfLmbdvE

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Miglionico il CROCIFISSO

http://www.miglionicoweb.it

I

Il SANTO di OGGI

dal sito internet http://www.santibeati.it

15 AGOSTO 2011

ASSUNZIONE della BEATA VERGINE MARIA

 

Miglionico

XV SECOLO Polittico

Cima da Conegliano

http://www.miglionicoweb.it

Assunzione della Beata Vergine Maria

15 agosto

L'Immacolata Vergine, preservata immune da ogni colpa originale, finito il corso della sua vita, fu assunta alla celeste gloria in anima e corpo e dal Signore esaltata quale regina dell'universo, perché fosse più pienamente conforme al Figlio suo, Signore dei dominanti e vincitore del peccato e della morte'. (Conc. Vat. II, 'Lumen gentium', 59). L'Assunta è primizia della Chiesa celeste e segno di consolazione e di sicura speranza per la chiesa pellegrina. La 'dormitio Virginis' e l'assunzione, in Oriente e in Occidente, sono fra le più antiche feste mariane. Questa antica testimonianza liturgica fu esplicitata e solennemente proclamata con la definizione dommatica di Pio XII nel 1950. (Mess. Rom.)

Martirologio Romano: Solennità dell’Assunzione della beata Vergine Maria, Madre di Dio e Signore nostro Gesù Cristo, che, completato il corso della sua vita terrena, fu assunta anima e corpo nella gloria celeste. Questa verità di fede ricevuta dalla tradizione della Chiesa fu solennemente definita dal papa Pio XII.

Ascolta da RadioVaticana:

Ascolta da RadioRai:

Maria compare per l'ultima volta negli scritti del Nuovo Testamento nel primo capitolo degli Atti: Ella è in mezzo agli apostoli, in orazione nel cenacolo, in attesa della discesa dello Spirito Santo. Alla concisione dei testi ispirati, fa riscontro l'abbondanza di notizie sulla Madonna negli scritti apocrifi, soprattutto il Protovangelo di Giacomo e la Narrazione di S. Giovanni il teologo sulla dormizione della santa Madre di Dio. Il termine "dormizione" è il più antico che si riferisca alla conclusione della vita terrena di Maria. Questa celebrazione venne decretata per l'Oriente nel VII secolo con un decreto dell'imperatore bizantino Maurizio. Nello stesso secolo la festa della Dormizione viene introdotta anche a Roma da un papa orientale, Sergio I. Ma trascorse un altro secolo prima che il termine "dormizione" cedesse il posto a quello più esplicito di "assunzione".

La definizione dogmatica, pronunciata da Pio XII nel 1950, dichiarando che Maria non dovette attendere, al pari delle altre creature, la fine dei tempi per fruire anche della redenzione corporea, ha voluto mettere in rilievo il carattere unico della sua santificazione personale, poiché il peccato non ha mai offuscato, neppure per un solo istante, la limpidezza della sua anima. L'unione definitiva, spirituale e corporea, dell'uomo con il Cristo glorioso, è la fase finale ed eterna della redenzione. Così i beati, che già godono della visione beatifica, sono in certo senso in attesa del compimento della redenzione, che in Maria era già avvenuta con la singolare grazia della preservazione dal peccato.

Alla luce di questa dottrina, che ha il suo fondamento nella Sacra Scrittura, nel cosiddetto "Protoevangelo", contenente il primo annunzio della salvezza messianica dato da Dio ai nostri progenitori dopo la colpa, Maria viene presentata come nuova Eva, strettamente unita al nuovo Adamo, Gesù. Gesù e Maria sono infatti associati nel dolore e nell'amore per riparare la colpa dei nostri progenitori. Maria è dunque non solo madre del Redentore, ma anche sua cooperatrice, a lui strettamente unita nella lotta e nella decisiva vittoria. Quest'intima unione richiede che anche Maria trionfi, al pari di Gesù, non soltanto sul peccato, ma anche sulla morte, i due nemici del genere umano. E come la redenzione di Cristo ha la sua conclusione con la risurrezione del corpo, anche la vittoria di Maria sul peccato, con la Immacolata Concezione, doveva essere completa con la vittoria sulla morte mediante la glorificazione del corpo, con l'assunzione, poiché la pienezza della salvezza cristiana è la partecipazione del corpo alla gloria celeste.

Autore: Piero Bargellini

15 agosto

20450 > Assunzione della Beata Vergine Maria 15 agosto - Solennità MR

90794 > Beato Aimone Taparelli Domenicano 15 agosto MR

90360 > Beato Alberto (Berdini) da Sarteano 15 agosto

66100 > Sant' Alfredo (o Altfrido) 15 agosto MR

66110 > Sant' Alipio di Tagaste Vescovo 15 agosto MR

92243 > Sant' Arduino di Rimini Sacerdote ed eremita 15 agosto

20450 > Assunzione della Beata Vergine Maria 15 agosto - Solennità MR

93442 > Beato Carmelo Sastre Sastre Sacerdote e martire 15 agosto MR

90428 > Beato Claudio (Riccardo) Granzotto Francescano 15 agosto MR

90131 > San David Roldan Lara Martire Messicano 15 agosto MR

93474 > Beato Domenico Maria da Alboraya (Agostino Hurtado Soler) Sacerdote e martire 15 agosto MR

94569 > Beate Elisabetta e Maria del Paradiso Vergini mercedarie 15 agosto

90127 > Sant' Emanuele Morales Martire Messicano 15 agosto MR

94571 > Beato Ferdinando de pazos Mercedario 15 agosto

66250 > San Giacinto (Jacko) Odrovaz Apostolo della Polonia 15 agosto MR

92930 > Beato Giacomo (Jaime) Bonet Nadal Sacerdote salesiano e martire 15 agosto MR

92047 > Santa Gioconda di Roma Vergine e martire 15 agosto

93821 > Beato Giovanni da Siviglia Cardinale 15 agosto

90062 > Beata Giuliana Puricelli da Busto Arsizio Religiosa 15 agosto MR

66160 > Beato Giuseppe Maria Peris Polo Martire 15 agosto MR

90042 > Beato Isidoro Bakanja 15 agosto MR

66140 > Beati Ludovico Masferrer Vila e compagni Martire 15 agosto MR

90115 > San Luis Batis Sainz Martire Messicano 15 agosto MR

91507 > Beata Maria Sagrario di S. Luigi Moragas Cantarero Carmelitana scalza, martire 15 agosto MR

93662 > San Napoleone Martire 15 agosto

90124 > San Salvador Lara Puente Martire Messicano 15 agosto MR

91704 > San Simpliciano 15 agosto MR

66200 > San Stanislao Kostka Novizio gesuita 15 agosto MR

66090 > Santi Stratone, Filippo ed Eutichiano Martiri 15 agosto MR

66150 > San Tarsicio (o Tarcisio) di Roma Martire 15 agosto MR

92303 > Beato Vicente Soler Agostiniano Recolletto, martire 15 agosto MR

 

 

 

 

 

SANTA TERESA BENEDETTA della CROCE EDITH STEIN MARTIRE

S. MESSA 9 Agosto 2011 XIX Settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Cristo Re Minori Martina F. Taranto ITALY 1a Parte

http://www.cristo-re.eu Celebra P. Antonio Mariggiò Parroco, sito internet Parrocchia http://www.parrocchie.it/martinafranca/cristore.it/

Cocelebrante Padre Anselmo Raguso Decano, Laici Giuseppe Bello, Giuseppe Vinci, Riferimenti Liturgici dal sito internet http://www.lachiesa.it http://www.santibeati.it Se vuoi ascoltare il Vangelo clicca, Scaricare il foglietto della Messa, Scarica le Letture del Lezionario, Ascoltare il Vangelo vai al sito: http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20110522.shtml e clicca in alto sulla destra su quello che ti interessa.

SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE Grado della Celebrazione: FESTA Colore liturgico: Rosso

Antifona d'ingresso Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici.

Colletta Dio dei nostri padri, donaci la scienza della Croce, di cui hai mirabilmente arricchito Santa Teresa Benedetta della Croce, nell’ora del martirio,

e fa che per sua intercessione cerchiamo sempre te, Somma Verità, fedeli fino alla morte all’eterna alleanza d’amore,

sigillata nel sangue del Tuo Figlio per la salvezza del mondo. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

Prima lettura Os 2,16.17.21-22 Ti farò mia sposa per sempre.

Dal libro del profeta Osèa

Così dice il Signore: "Ecco, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore.

Là mi risponderà come nei giorni della sua giovinezza, come quando uscì dal paese d’Egitto.

Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nell’amore e nella benevolenza,

ti farò mia sposa nella fedeltà e tu conoscerai il Signore".

Parola di Dio

Salmo responsoriale Sal 44 Ecco lo sposo: andate incontro a Cristo Signore.

Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio: dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre; il re è invaghito della tua bellezza.

È lui il tuo signore: rendigli omaggio.

Entra la figlia del re: è tutta splendore, tessuto d’oro è il suo vestito.

È condotta al re in broccati preziosi; dietro a lei le vergini, sue compagne, a te sono presentate.

Condotte in gioia ed esultanza, sono presentate nel palazzo del re.

Ai tuoi padri succederanno i tuoi figli; li farai prìncipi di tutta la terra.

Canto al Vangelo () Alleluia, alleluia. Vieni, sposa di Cristo, ricevi la corona, che il Signore ti ha preparato per la vita eterna. Alleluia.

Vangelo

Mt 25,1-13

Ecco lo sposo! Andategli incontro!

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:

"Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.

A mezzanotte si alzò un grido: "Ecco lo sposo! Andategli incontro!". Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: "Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono". Le sagge risposero: "No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene".

Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: "Signore, signore, aprici!". Ma egli rispose: "In verità io vi dico: non vi conosco".

Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora".

Parola del Signore

URL (clicca sopra per vedere la santa Messa Pubblicata su YouTube) : http://www.youtube.com/watch?v=1xO0MYDHLxA

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S. MESSA 9 Agosto 2011 XIX Settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Cristo Re Minori Martina F. Taranto ITALY 2a Parte

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Preghiera dei fedeli

Fratelli carissimi, nella festa di santa Teresa Benedetta della Croce invochiamo il Padre, sorgente di ogni santità, perché ricolmi la Chiesa dei suoi doni, preghiamo insieme e diciamo:

Ascolta, Signore, la nostra preghiera.

- Proteggi, o Padre, il nostro Papa..., il nostro Vescovo e tutti i Pastori della Chiesa, perché confermati nella fede, possano guidare il popolo cristiano sulla via segnata dai tuoi comandamenti. Preghiamo.

- Conferma, o Padre, nella sequela di Cristo l'Ordine del Carmelo, perché animato dall'esempio di Santa Teresa Benedetta viva il Vangelo della vita fraterna, fedele all'impegno di orazione e sollecito nel servizio della Chiesa. Preghiamo.

- Per quanti professano la perfezione evangelica, perché nella fedeltà alle promesse fatte raggiungano la pienezza della carità. Preghiamo.

- Per noi qui presenti, perché l'Eucarestia a cui partecipiamo sia alimento e sostegno nel nostro cammino verso Dio. Preghiamo.

Signore, che hai promesso di essere presente in mezzo a coloro che sono riuniti nel tuo nome, ascolta le preghiere che ti innalziamo e concedi quanto la nostra debolezza non osa sperare.

Per Cristo nostro Signore.

Preghiera sulle offerte

Signore,

che hai portato a compimento

i diversi sacrifici dell’antica alleanza

nell’unico e perfetto sacrificio,

offerto dal tuo Figlio nel suo sangue,

accetta benigno e trasforma i doni che ti offriamo

nella festa della tua santa martire Teresa Benedetta.

Per Cristo nostro Signore.

PREFAZIO

È veramente cosa buona e giusta,

nostro dovere e fonte di salvezza,

rendere grazie sempre ed in ogni luogo a te Signore,

Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.

A imitazione del Cristo tuo Figlio

la santa martire Teresa Benedetta della Croce, Edith Stein,

ha reso gloria al tuo nome

e ha testimoniato con il sangue i tuoi prodigi,

o Padre, che riveli nei deboli la tua presenza

e doni agli inermi la forza del martirio,

per Cristo nostro Signore.

E noi con tutti gli angeli del cielo

innalziamo a te il nostro canto,

e proclamiamo insieme la tua gloria:

Santo, Santo, Santo...

URL (clicca sopra per vedere la santa Messa Pubblicata su YouTube) : http://www.youtube.com/watch?v=3Yp-4S0udKo

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Miglionico il CROCIFISSO

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I

Il SANTO di OGGI

dal sito internet http://www.santibeati.it

9 AGOSTO 2011

SANTA TERESA BENEDETTA della CROCE

EDITH STEIN MARTIRE

 

Miglionico

XV SECOLO Polittico

Cima da Conegliano

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Santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein) Martire

9 agosto

Breslavia, 12 ottobre 1891 - Auschwitz, 9 agosto 1942

Edith Stein nasce a Breslavia, capitale della Slesia prussiana, il 12 ottobre 1891, da una famiglia ebrea di ceppo tedesco. Allevata nei valori della religione israelitica, a 14 anni abbandona la fede dei padri divenendo atea. Studia filosofia a Gottinga, diventando discepola di Edmund Husserl, il fondatore della scuola fenomenologica. Ha fama di brillante filosofa. Nel 1921 si converte al cattolicesimo, ricevendo il Battesimo nel 1922. Insegna per otto anni a Speyer (dal 1923 al 1931). Nel 1932 viene chiamata a insegnare all’Istituto pedagogico di Münster, in Westfalia, ma la sua attività viene sospesa dopo circa un anno a causa delle leggi razziali. Nel 1933, assecondando un desiderio lungamente accarezzato, entra come postulante al Carmelo di Colonia. Assume il nome di suor Teresa Benedetta della Croce. Il 2 agosto 1942 viene prelevata dalla Gestapo e deportata nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau dove il 9 agosto muore nella camera a gas. Nel 1987 viene proclamata Beata, è canonizzata da Giovanni Paolo II l’11 ottobre 1998. Nel 1999 viene dichiarata, con S. Brigida di Svezia e S. Caterina da Siena, Compatrona dell’Europa.

Patronato: Europa (Giovanni Paolo II, 1/10/99)

Emblema: Palma

Martirologio Romano: Santa Teresa Benedetta della Croce (Edith) Stein, vergine dell’Ordine delle Carmelitane Scalze e martire, che, nata ed educata nella religione ebraica, dopo avere per alcuni anni tra grandi difficoltà insegnato filosofia, intraprese con il battesimo una vita nuova in Cristo, proseguendola sotto il velo delle vergini consacrate, finché sotto un empio regime contrario alla dignità umana e cristiana fu gettata in carcere lontana dalla sua terra e nel campo di sterminio di Auschwitz vicino a Cracovia in Polonia fu uccisa in una camera a gas.

Ascolta da RadioRai:

Un pugnetto di cenere e di terra scura passata al fuoco dei forni crematori di Auschwitz: è ciò che oggi rimane di S. Teresa Benedetta della Croce, al secolo Edith Stein; ma in maniera simbolica, perché di lei effettivamente non c’è più nulla. Un ricordo di tutti quegli innocenti sterminati, e furono milioni, nei lager nazisti. Questo piccolo pugno di polvere si trova sotto il pavimento della chiesa parrocchiale di San Michele, a nord di Breslavia, oggi Wroclaw, a pochi passi da quel grigio palazzetto anonimo, in ulica (via) San Michele 38, che fu per tanti anni la casa della famiglia Stein. I luoghi della tormentata giovinezza di Edith, del suo dolore e del suo distacco.

Sulla parete chiara della chiesa, ricostruita dopo la guerra e affidata ai salesiani, c’è un arco in cui vi è inciso il suo nome. Nella cappella, all’inizio della navata sinistra, si alzano due blocchi di marmo bianco: uno ha la forma di un grande libro aperto, a simboleggiare i suoi studi di filosofia; l’altro riproduce un grosso numero di fogli ammucchiati l’uno sopra l’altro, a ricordare i suoi scritti, la sua produzione teologica. Ma cosa resta veramente della religiosa carmelitana morta ad Auschwitz in una camera a gas nell’agosto del 1942?

Certamente, ben più di un simbolico pugnetto di polvere o di un ricordo inciso nel marmo. Dopo la fine della seconda guerra mondiale, la sua vicenda è balzata via via all’attenzione della comunità internazionale, rivelando la sua grande statura, non solo filosofica ma anche religiosa, e il suo originale cammino di santità: era stata una filosofa della scuola fenomenologica di Husserl, una femminista ante litteram, teologa e mistica, autrice di opere di profonda spiritualità, ebrea e agnostica, monaca e martire; "una personalità – ha detto di lei Giovanni Paolo II – che porta nella sua intensa vita una sintesi drammatica del nostro secolo".

Elevata all’onore degli altari l’11 ottobre 1998, la sua santità non può comprendersi se non alla luce di Maria, modello di ogni anima consacrata, suscitatrice e plasmatrice dei più grandi santi nella storia della Chiesa. Beatificata in maggio (del 1987), dichiarata santa in ottobre, entrambi mesi di Maria: si è trattato soltanto di una felice quanto fortuita coincidenza?

C’è in realtà un "filo mariano" che si dipana in tutta l’esperienza umana e spirituale di questa martire carmelitana. A cominciare da una data precisa, il 1917. In Italia è l’anno della disfatta di Caporetto, in Russia della rivoluzione bolscevica. Per Edith il 1917 è invece l’anno chiave del suo processo di conversione. L’anno del passo lento di Dio. Mentre lei, ebrea agnostica e intellettuale in crisi, brancola nel buio, non risolvendosi ancora a "decidere per Dio", a molti chilometri dall’università di Friburgo dov’è assistente alla cattedra di Husserl, nella Città Eterna, il francescano polacco Massimiliano Kolbe con un manipolo di confratelli fondava la Milizia dell’Immacolata, un movimento spirituale che nel suo forte impulso missionario, sotto il vessillo di Maria, avrebbe raggiunto negli anni a venire il mondo intero per consacrare all’Immacolata il maggior numero possibile di anime. Del resto – e come dimenticarlo? – quello stesso 1917 è pure l’anno delle apparizioni della Madonna ai pastorelli di Fatima. Un filo mariano intreccia misteriosamente le vite dei singoli esseri umani stendendo la sua trama segreta sul mondo.

Decisiva per la conversione della Stein al cattolicesimo fu la vita di santa Teresa d’Avila letta in una notte d’estate. Era il 1921, Edith era sola nella casa di campagna di alcuni amici, i coniugi Conrad-Martius, che si erano assentati brevemente lasciandole le chiavi della biblioteca. Era già notte inoltrata, ma lei non riusciva a dormire. Racconta: "Presi casualmente un libro dalla biblioteca; portava il titolo "Vita di santa Teresa narrata da lei stessa". Cominciai a leggere e non potei più lasciarlo finché non ebbi finito. Quando lo richiusi, mi dissi: questa è la verità". Aveva cercato a lungo la verità e l’aveva trovata nel mistero della Croce; aveva scoperto che la verità non è un’idea, un concetto, ma una persona, anzi la Persona per eccellenza. Così la giovane filosofa ebrea, la brillante assistente di Husserl, nel gennaio del 1922 riceveva il Battesimo nella Chiesa cattolica.

Edith poi, una volta convertita al cattolicesimo, è attratta fin da subito dal Carmelo, un Ordine contemplativo sorto nel XII secolo in Palestina, vero "giardino" di vita cristiana (la parola karmel significa difatti "giardino") tutto orientato verso la devozione specifica a Maria, come segno di obbedienza assoluta a Dio. Particolare non trascurabile – un’altra coincidenza? – il giorno in cui la Stein ottiene la risposta di accettazione da parte del convento di Lindenthal, per cui aveva tanto trepidato nel timore di essere rifiutata, è il 16 luglio del 1933, solennità della Regina del Carmelo. Così Edith offrirà a lei, alla Mamma Celeste, quale omaggio al suo provvidenziale intervento, i grandi mazzi di rose che riceve dai colleghi insegnanti e dalle sue allieve del collegio "Marianum" il giorno della partenza per l’agognato Carmelo di Colonia.

Il 21 aprile 1938 suor Teresa Benedetta della Croce emette la professione perpetua. Fino al 1938 gli ebrei potevano ancora espatriare, in America perlopiù o in Palestina, poi invece – dopo l’incendio di tutte le sinagoghe nelle città tedesche nella notte fra il 9 e il 10 novembre, passata alla storia come "la notte dei cristalli" – occorrevano inviti, permessi, tutte le carte in regola; era molto difficile andare via. In Germania era già cominciata la caccia aperta al giudeo.

La presenza di Edith al Carmelo di Colonia rappresenta un pericolo per l’intera comunità: nei libri della famigerata polizia hitleriana, infatti, suor Teresa Benedetta è registrata come "non ariana". Le sue superiori decidono allora di farla espatriare in Olanda, a Echt, dove le carmelitane hanno un convento.

Prima di lasciare precipitosamente la Germania, il 31 dicembre del 1938, nel cuore della notte, suor Teresa chiede di fermarsi qualche minuto nella chiesa "Maria della Pace", per inginocchiarsi ai piedi della Vergine e domandare la sua materna protezione nell’avventurosa fuga verso il Carmelo di Echt. "Ella – aveva detto – può formare a propria immagine coloro che le appartengono". "E chi sta sotto la protezione di Maria – lei concludeva –, è ben custodito."

L’anno 1942 segnò l’inizio delle deportazioni di massa verso l’est, attuate in modo sistematico per dare compimento a quella che era stata definita come la Endlösung, ovvero la "soluzione finale" del problema ebraico. Neppure l’Olanda è più sicura per Edith. Il pomeriggio del 2 agosto due agenti della Gestapo bussarono al portone del Carmelo di Echt per prelevare suor Stein insieme alla sorella Rosa. Destinazione: il campo di smistamento di Westerbork, nel nord dell’Olanda. Da qui, il 7 agosto venne trasferita con altri prigionieri nel campo di sterminio di Auschwitz- Birkenau. Il 9 agosto, con gli altri deportati, fra cui anche la sorella Rosa, varcò la soglia della camera a gas, suggellando la propria vita col martirio: non aveva ancora compiuto cinquantuno anni.

Autore: Maria Di Lorenzo

Spunti bibliografici su Santa Edith Stein a cura di LibreriadelSanto.it

Stein Edith, La donna, OCD, 2010 - 358 pagine

AA.VV., Senza vita di grazia non c'è Chiesa, OCD, 2010 - 208 pagine

Prisco Ada, Allo sbocciare del nuovo. L'idea di persona in Edith Stein, Tau Editrice, 2009 - 160 pagine

Angela Ales Bello, Edith Stein o dell'armonia, Studium Edizioni, 2009 - 256 pagine

Salvarani Francesco, Edith Stein. La grande figlia di Israele, della Chiesa, del Carmelo, Ares Edizioni, 2009 - 400 pagine

L.E. Acocella, D. Del Gaudio, C. Dobner, A. Margarino, N. Salato, M. Scherini, Il linguaggio in Edith Stein 3/I. Il linguaggio e il senso religioso, OCD, 2008 - 200 pagine

Stein Edith, Il mistero del Natale. Incarnazione e umanità, Queriniana Edizioni, 2008 - 48 pagine

Marisa Scherini, Le determinazioni del finito in Edith Stein. La natura, il vivente, l'uomo, OCD, 2008 - 400 pagine

Stein Edith, Vie della conoscenza di Dio. "La teologia simbolica" dell'Areopagita e i suoi presupposti nella realtà, Edizioni Dehoniane Bologna, 2008 - 152 pagine

Previati Anna, Edith Stein, Edizioni Messaggero, 2008 - 168 pagine

Salvoldi Valentino, Edith Stein, Elledici, 2007 - 48 pagine

Stein Edith, Dalla vita di una famiglia ebrea e altri scritti autobiografici, OCD, 2007 - 541 pagine

Economi Claudio, L' altro in me. Viaggio attraverso la vita e il pensiero di Edith Stein, EMI Editrice Missionaria Italiana, 2006 - 128 pagine

Truzzi Claudio, Edith Stein l'ansia dell'anima: la verità, OCD, 2005 - 80 pagine

Cantò Laura, Sguardo essenziale. Antropologia e teologia in Edith Stein, OCD, 2005 - 216 pagine

9 agosto

65800 > Santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein) Martire 9 agosto - Festa MR

92203 > Santa Candida Maria di Gesù Cipitria (Giovanna Giuseppa Cipitria y Barriola) Fondatrice 9 agosto MR

65780 > Beato Claudio Richard Martire 9 agosto MR

65770 > San Falco di Palena Eremita 9 agosto MR

91747 > Beato Faustino Oteiza Scolopio, martire 9 agosto MR

65760 > San Feidlimid (Fedlimino) Vescovo 9 agosto MR

65650 > Santi Fermo e Rustico Martiri 9 agosto

91742 > Beato Florentino Asensio Barroso Vescovo e martire 9 agosto MR

93494 > Beato Francesco Jagerstatter Laico, martire 9 agosto

93149 > Beato Germano da Carcagente (José Maria Garrigues Hernandez) Sacerdote e martire 9 agosto MR

90377 > Beato Giovanni da Fermo (o della Verna) 9 agosto MR

90792 > Beato Giovanni Guarna da Salerno Domenicano 9 agosto MR

94028 > Beato Giuseppe Maria Celaya Badiola Coadiutore salesiano, martire 9 agosto

65810 > Beato Guglielmo Plaza Hernandez Martire 9 agosto MR

92194 > Beata Marianna (Barbara) Cope di Molokai Religiosa 9 agosto

93037 > Santi Martiri di Costantinopoli 9 agosto MR

65750 > San Maurilio da Rouen Vescovo 9 agosto

65740 > San Nathì (Nateo) Vescovo e abate 9 agosto MR

93335 > Beato Riccardo Bere Sacerdote certosino, martire 9 agosto MR

65600 > San Romano di Roma Martire 9 agosto MR

65790 > Beati Ruben di Gesù Lopez Aguilar e compagni Martiri 9 agosto MR

94677 > Festa dei Santi delle Solovki 9 agosto (Chiese Orientali)

93815 > Santi Secondiano, Marcelliano e Veriano Martiri 9 agosto

65800 > Santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein) Martire 9 agosto - Festa MR

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SAN DOMENICO di GUZMAN SACERDOTE e FONDATORE dei PREDICATORI

S. MESSA 8 Agosto 2011 XIX Settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Cristo Re Minori Martina F. Taranto ITALY 1a Parte

http://www.cristo-re.eu Celebra P. Daniele Pichierri Vicario, sito internet Parrocchia http://www.parrocchie.it/martinafranca/cristore.it/

Cocelebrante Padre Anselmo Raguso Decano, Laici Giuseppe Bello, Giuseppe Vinci, Riferimenti Liturgici dal sito internet http://www.lachiesa.it http://www.santibeati.it Se vuoi ascoltare il Vangelo clicca, Scaricare il foglietto della Messa, Scarica le Letture del Lezionario, Ascoltare il Vangelo vai al sito: http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20110522.shtml e clicca in alto sulla destra su quello che ti interessa.

San Domenico Grado della Celebrazione: Memoria Colore liturgico: Bianco

Antifona d'ingresso Questi sono i santi che hanno ottenuto benedizione dal Signore e misericordia da Dio loro salvezza;

è questa la generazione che cerca il Signore. (cf. Sal 24,5-6)

Colletta Guida e proteggi, Signore, la tua Chiesa per i meriti e gli insegnamenti di san Domenico:

egli, che fu insigne predicatore della tua verità, interceda come nostro patrono davanti a te. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

Prima lettura Dt 10,12-22 Circoncidete il vostro cuore; amate il forestiero, perché anche voi foste forestieri.

Dal libro del Deuteronòmio

Mosè parlò al popolo dicendo:

"Ora, Israele, che cosa ti chiede il Signore, tuo Dio, se non che tu tema il Signore, tuo Dio, che tu cammini per tutte le sue vie, che tu lo ami, che tu serva il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore e con tutta l’anima, che tu osservi i comandi del Signore e le sue leggi, che oggi ti do per il tuo bene?

Ecco, al Signore, tuo Dio, appartengono i cieli, i cieli dei cieli, la terra e quanto essa contiene. Ma il Signore predilesse soltanto i tuoi padri, li amò e, dopo di loro, ha scelto fra tutti i popoli la loro discendenza, cioè voi, come avviene oggi.

Circoncidete dunque il vostro cuore ostinato e non indurite più la vostra cervìce; perché il Signore, vostro Dio, è il Dio degli dèi, il Signore dei signori, il Dio grande, forte e terribile, che non usa parzialità e non accetta regali, rende giustizia all’orfano e alla vedova, ama il forestiero e gli dà pane e vestito. Amate dunque il forestiero, perché anche voi foste forestieri nella terra d’Egitto.

Temi il Signore, tuo Dio, servilo, restagli fedele e giura nel suo nome. Egli è la tua lode, egli è il tuo Dio, che ha fatto per te quelle cose grandi e tremende che i tuoi occhi hanno visto. I tuoi padri scesero in Egitto in numero di settanta persone; ora il Signore, tuo Dio, ti ha reso numeroso come le stelle del cielo".

Parola di Dio

Salmo responsoriale Sal 147 Celebra il Signore, Gerusalemme.

Celebra il Signore, Gerusalemme, loda il tuo Dio, Sion, perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte, in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli.

Egli mette pace nei tuoi confini e ti sazia con fiore di frumento.

Manda sulla terra il suo messaggio: la sua parola corre veloce.

Annuncia a Giacobbe la sua parola, i suoi decreti e i suoi giudizi a Israele.

Così non ha fatto con nessun’altra nazione, non ha fatto conoscere loro i suoi giudizi.

Canto al Vangelo (2Ts 2,14) Alleluia, alleluia. Dio ci ha chiamati mediante il Vangelo, per entrare in possesso della gloria del Signore nostro Gesù Cristo.

Alleluia.

Vangelo

Mt 17,22-27

Lo uccideranno, ma risorgerà. I figli sono liberi dal tributo.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù disse ai suoi discepoli: "Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà". Ed essi furono molto rattristati.

Quando furono giunti a Cafàrnao, quelli che riscuotevano la tassa per il tempio si avvicinarono a Pietro e gli dissero: "Il vostro maestro non paga la tassa?". Rispose: "Sì".

Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne dicendo: "Che cosa ti pare, Simone? I re della terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli estranei?". Rispose: "Dagli estranei".

E Gesù replicò: "Quindi i figli sono liberi. Ma, per evitare di scandalizzarli, va’ al mare, getta l’amo e prendi il primo pesce che viene su, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d’argento. Prendila e consegnala loro per me e per te".

Parola del Signore

URL (clicca sopra per vedere la santa Messa Pubblicata su YouTube) : http://www.youtube.com/watch?v=iUSj1yw8DJk

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S. MESSA 8 Agosto 2011 XIX Settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Cristo Re Minori Martina F. Taranto ITALY 2a Parte

http://www.cristo-re.eu Celebra P. Daniele Pichierri Vicario, sito internet Parrocchia http://www.parrocchie.it/martinafranca/cristore.it/

Cocelebrante Padre Anselmo Raguso Decano, Laici Giuseppe Bello, Giuseppe Vinci, Riferimenti Liturgici dal sito internet http://www.lachiesa.it http://www.santibeati.it Se vuoi ascoltare il Vangelo clicca, Scaricare il foglietto della Messa, Scarica le Letture del Lezionario, Ascoltare il Vangelo vai al sito: http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20110522.shtml e clicca in alto sulla destra su quello che ti interessa.

Preghiera dei fedeli

Dopo aver ascoltato Gesù che ci parla della passione, rivolgiamoci a Dio nostro Padre, perché ci accompagni con la forza della sua grazia. Preghiamo insieme dicendo: Sostieni la nostra fiducia, o Signore.

Per i pastori della Chiesa, perché non abbiano timore di proporre anche alla nostra società le esigenze della rinuncia e del sacrificio. Preghiamo:

Per tutti i cristiani, perché impegnandosi ad alleviare le sofferenze dei fratelli, ravvivino la speranza nella gioia futura. Preghiamo:

Per coloro che sono in difficoltà a causa dei debiti e delle imposte, perché non si lascino vincere dallo sconforto e siano aiutati dalla solidarietà dei fratelli. Preghiamo:

Per ogni cittadino, perché adempia con rettitudine i suoi doveri sociali e politici. Preghiamo:

Per noi che stiamo celebrando il mistero dell'amore di Dio, perché riconosciamo in lui la fonte della forza e della luce. Preghiamo:

Perché non manchi a nessuno la possibilità di un momento di riposo.

Perché sappiamo evitare ogni forma di ingiustizia e di disuguaglianza.

O Dio, che conosci le tue creature, non permettere che siamo provati al di sopra delle nostre forze e non lasciarci mancare, i questa settimana, la gioia del tuo amore. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Preghiera sulle offerte

Accogli con bontà, Signore,

per l’intercessione di san Domenico,

le preghiere e le offerte che ti presentiamo,

e con la forza di questo sacrificio

conferma e sostieni i predicatori del Vangelo.

Per Cristo nostro Signore.

Antifona di comunione

Il Signore mandò i suoi discepoli

ad annunziare alle città:

è vicino a voi il regno di Dio. (cf. Lc 10,1.9)

Preghiera dopo la comunione

O Dio,

che ci hai nutriti del pane di vita eterna,

nel ricordo glorioso di san Domenico,

fa’ che la tua Chiesa

illuminata dalla sua predicazione

e sostenuta dalle sue preghiere,

raggiunga la piena comunione con te.

Per Cristo nostro Signore.

URL (clicca sopra per vedere la santa Messa Pubblicata su YouTube) : http://www.youtube.com/watch?v=Z-2ZDVjOEZ4

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Miglionico il CROCIFISSO

http://www.miglionicoweb.it

I

Il SANTO di OGGI

dal sito internet http://www.santibeati.it

8 AGOSTO 2011

SAN DOMENICO di GUZMAN SACERDOTE e FONDATORE dei PREDICATORI

 

Miglionico

XV SECOLO Polittico

Cima da Conegliano

http://www.miglionicoweb.it

San Domenico di Guzman Sacerdote e fondatore dei Predicatori

8 agosto

Burgos, 1170? - Bologna, 6 agosto 1221

Nato nel 1170 a Caleruega, un villaggio montano della Vecchia Castiglia (Spagna), si distinse fin da giovane per carità e povertà. Convinto che bisognasse riportare il clero a quella austerità di vita che era alla base dell'eresia degli Albigesi e dei Valdesi, fondò a Tolosa l'Ordine dei Frati Predicatori che, nato sulla Regola agostiniana, divenne nella sostanza qualcosa di totalmente nuovo, basato sulla predicazione itinerante, la mendicità (per la prima volta legata ad un ordine clericale), una serie di osservanze di tipo monastico e lo studio approfondito. San Domenico si distinse per rettitudine, spirito di sacrificio e zelo apostolico. Le Costituzioni dell'Ordine dei Frati Predicatori attestano la chiarezza di pensiero, lo spirito costruttivo ed equilibrato e il senso pratico che si rispecchiano nel suo Ordine, uno dei più importanti della Chiesa. Sfinito dal lavoro apostolico ed estenuato dalle grandi penitenze, il 6 agosto 1221 muore circondato dai suoi frati, nel suo amatissimo convento di Bologna, in una cella non sua, perché lui, il Fondatore, non l'aveva. Gregorio IX, a lui legato da una profonda amicizia, lo canonizzerà il 3 luglio 1234. (Avvenire)

Patronato: Astronomi

Etimologia: Domenico = consacrato al Signore, dal latino

Emblema: Stella in fronte, Giglio, Cane, Libro

Martirologio Romano: Memoria di San Domenico, sacerdote, che, canonico di Osma, umile ministro della predicazione nelle regioni sconvolte dall’eresia albigese, visse per sua scelta nella più misera povertà, parlando continuamente con Dio o di Dio. Desideroso di trovare un nuovo modo di propagare la fede, fondò l’Ordine dei Predicatori, al fine di ripristinare nella Chiesa la forma di vita degli Apostoli, e raccomandò ai suoi confratelli di servire il prossimo con la preghiera, lo studio e il ministero della parola. La sua morte avvenne a Bologna il 6 agosto.

(6 agosto: A Bologna, anniversario della morte di san Domenico, sacerdote, la cui memoria si celebra tra due giorni).

Ascolta da RadioVaticana:

Ascolta da RadioRai:

Ascolta da RadioMaria:

Domenico nacque nel 1170 a Caleruega, un villaggio montano della Vecchia Castiglia (Spagna) da Felice di Gusmán e da Giovanna d'Aza.

A 15 anni passò a Palencia per frequentare i corsi regolari (arti liberali e teologia) nelle celebri scuole di quella città. Qui viene a contatto con le miserie causate dalle continue guerre e dalla carestia: molta gente muore di fame e nessuno si muove! Allora vende le suppellettili della propria stanza e le preziose pergamene per costituire un fondo per i poveri. A chi gli esprime stupore per quel gesto risponde: "Come posso studiare su pelli morte, mentre tanti miei fratelli muoiono di fame?"

Terminati gli studi, a 24 anni, il giovane, assecondando la chiamata del Signore, entra tra i "canonici regolari" della cattedrale di Osma, dove viene consacrato sacerdote. Nel 1203 Diego, vescovo di Osma, dovendo compiere una delicata missione diplomatica in Danimarca per incarico di Alfonso VIII, re di Castiglia, si sceglie come compagno Domenico, dal quale non si separerà più.

Il contatto vivo con le popolazioni della Francia meridionale in balìa degli eretici catari, e l'entusiasmo delle cristianità nordiche per le grandi imprese missionarie verso l'Est, costituiscono per Diego e Domenico una rivelazione: anch'essi saranno missionari. Di ritorno da un secondo viaggio in Danimarca scendono a Roma (1206) e chiedono al papa di potersi dedicare all'evangelizzazione dei pagani.

Ma Innocenzo III orienta il loro zelo missionario verso quella predicazione nell'Albigese (Francia) da lui ardentemente e autorevolmente promossa fin dal 1203. Domenico accetta la nuova consegna e rimarrà eroicamente sulla breccia anche quando si dissolverà la Legazione pontificia, e l'improvvisa morte di Diego (30 dicembre 1207) lo lascerà solo. Pubblici e logoranti dibattiti, colloqui personali, trattative, predicazione, opera di persuasione, preghiera e penitenza occupano questi anni di intensa attività; cosi fino al 1215 quando Folco, vescovo di Tolosa, che nel 1206 gli aveva concesso S. Maria di Prouille per raccogliere le donne che abbandonavano l'eresia e per farne un centro della predicazione, lo nomina predicatore della sua diocesi.

Intanto alcuni amici si stringono attorno a Domenico che sta maturando un ardito piano: dare all Predicazione forma stabile e organizzata. Insieme Folco si reca nell'ottobre del 1215 a Roma per partecipare al Concilio Lateranense IV e anche per sottoporre il suo progetto a Innocenzo III che lo approva. L'anno successivo, il 22 dicembre, Onorio III darà l'approvazione ufficiale e definitiva. E il suo Ordine si chiamerà "Ordine dei Frati Predicatori".

Il 15 agosto 1217 il santo Fondatore dissemina i suoi figli in Europa, inviandoli soprattutto a Parigi e a Bologna, principali centri universitari del tempo. Poi con un'attività meravigliosa e sorprendente prodiga tutte le energie alla diffusione della sua opera. Nel 1220 e nel 1221 presiede in Bologna ai primi due Capitoli Generali destinati a redigere la "magna carta" e a precisare gli elementi fondamentali dell'Ordine: predicazione, studio, povertà mendicante, vita comune, legislazione, distribuzione geografica, spedizioni missionarie.

Sfinito dal lavoro apostolico ed estenuato dalle grandi penitenze, il 6 agosto 1221 muore circondato dai suoi frati, nel suo amatissimo convento di Bologna, in una cella non sua, perché lui, il Fondatore, non l'aveva. Gregorio IX, a lui legato da una profonda amicizia, lo canonizzerà il 3 luglio 1234. Il suo corpo dal 5 giugno 1267 è custodito in una preziosa Arca marmorea. I numerosi miracoli e le continue grazie ottenute per l'intercessione del Santo fanno accorrere al suo sepolcro fedeli da ogni parte d'Italia e d'Europa, mentre il popolo bolognese lo proclama "Patrono e Difensore perpetuo della città;".

La fisionomia spirituale di S. Domenico è inconfondibile; egli stesso negli anni duri dell'apostolato albigese si era definito: "umile ministro della predicazione". Dalle lunghe notti passate in chiesa accanto all'altare e da una tenerissima devozione verso Maria, aveva conosciuto la misericordia di Dio e "a quale prezzo siamo stati redenti", per questo cercherà di testimoniare l'amore di Dio dinanzi ai fratelli. Egli fonda un Ordine che ha come scopo la salvezza delle anime mediante la predicazione che scaturisce dalla contemplazione: contemplata aliis tradere sarà la felice formula con cui s.Tommaso d'Aquino esprimerà l'ispirazione di s. Domenico e l'anima dell'Ordine. Per questo nell'Ordine da lui fondato hanno una grande importanza lo studio, la vita liturgica, la vita comune, la povertà evangelica.

Ardito, prudente, risoluto e rispettoso verso l'altrui giudizio, geniale sulle iniziative e obbediente alle direttive della Chiesa, Domenico è l'apostolo che non conosce compromessi né irrigidimenti: "tenero come una mamma, forte come un diamante", lo ha definito Lacordaire.

Fonte: Edizioni Studio Domenicano, Bologna

Spunti bibliografici su San Domenico di Guzmán a cura di LibreriadelSanto.it

Martínez Díez Felicísimo, Domenico di Guzman. Vangelo vivente, Città Nuova, 2006 - 336 pagine

Dyckhoff Peter, Pregare con il corpo. Alla scuola di San Domenico, Ancora, 2005 - 168 pagine

Roquebert Michel, San Domenico. Contro la leggenda nera, San Paolo Edizioni, 2005 - 336 pagine

Ravotti Jean-Pierre, San Domenico maestro di preghiera. Le nove maniere di pregare, ESD Edizioni Studio Domenicano, 2004 - 122 pagine

Calò Pietro, La legenda di san Domenico, ESD Edizioni Studio Domenicano, 2003 - 156 pagine

Bouchet Jean-René, San Domenico. La passione dell'annuncio, Città Nuova, 1999 - 128 pagine

Spiazzi Raimondo, San Domenico di Guzman. Biografia documentata di un uomo riconosciuto dai suoi contemporanei come "Tutto evangelico", ESD Edizioni Studio Domenicano, 1999 - 592 pagine

Lippini Pietro, S. Domenico visto dai suoi contemporanei. I più antichi documenti relativi al santo e alle origini dell'Ordine domenicano, ESD Edizioni Studio Domenicano, 1998 - 568 pagine

Staid Ennio, San Domenico. Il fascino di un profeta attuale, San Paolo Edizioni, 1995 - 138 pagine

Bedouelle Guy, A immagine di san Domenico, Jaca Book, 1994 - 136 pagine

D'Amato Alfonso, Il progetto di san Domenico, ESD Edizioni Studio Domenicano, 1994 - 144 pagine

Spiazzi Raimondo, San Domenico e il monastero di San Sisto all'Appia, ESD Edizioni Studio Domenicano, 1994 - 448 pagine

Vicaire Humbert, Storia di san Domenico, San Paolo Edizioni, 1987 - 726 pagine

Ferrua Antonio, Vicaire M. Humbert, San Domenico e i suoi frati, Gribaudi, - 120 pagine

8 agosto

23950 > San Domenico di Guzman Sacerdote e fondatore dei Predicatori 8 agosto - Memoria MR

91640 > Sant’ Altmann di Passavia (Passau) Vescovo 8 agosto MR

94421 > Beato Antero Mateo Garcia Ferroviere, martire 8 agosto

93466 > Beato Antonio Silvestre Moya Sacerdote e martire 8 agosto MR

91832 > Beata Bonifacia Rodriguez Castro 8 agosto MR

65550 > San Ciriaco di Roma Diacono e martire 8 agosto MR

90977 > San Crescentino (Crescenziano) di Città di Castello Martire 8 agosto

93497 > Beati Cruz Laplana Laguna e Fernando Espanol Berdie Martiri 8 agosto

94565 > Beato Dionisio Rabinis Mercedario 8 agosto

23950 > San Domenico di Guzman Sacerdote e fondatore dei Predicatori 8 agosto - Memoria MR

65450 > Sant' Emiliano di Cizico Vescovo e martire 8 agosto MR

65680 > Sant' Eusebio di Milano Vescovo 8 agosto MR

90937 > San Famiano Venerato a Gallese 8 agosto MR

93339 > Beato Giovanni Felton Laico coniugato, martire 8 agosto MR

65720 > Beato Giovanni Fingley Martire 8 agosto MR

92485 > Beato Guglielmo da Castellammare di Stabia Francescano, martire 8 agosto

93427 > Beate Maria di Gesù Bambino Badillou y Bullit e 4 compagne Martiri Scolopie 8 agosto MR

65475 > Santa Maria Elena MacKillop (Maria della Croce) Fondatrice 8 agosto MR

91013 > Beata Maria Margherita Caiani Religiosa 8 agosto MR

65500 > San Marino di Anazarbo Martire 8 agosto MR

65710 > San Mummolo di Fleury Abate 8 agosto MR

65730 > San Paolo Ke Tingzhu Martire 8 agosto MR

91208 > San Severiano Martire ad Albano 8 agosto MR

65690 > San Severo Venerato a Vienne 8 agosto MR

93107 > Beato Vladimiro (Wlodzimierz) Laskowski Sacerdote e martire 8 agosto MR

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SAN SISTO SECONDO e COMPAGNI PAPA e MARTIRI

S. MESSA 7 Agosto 2011 XIX Settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Cristo Re Minori Martina F. Taranto ITALY 1a Parte

http://www.cristo-re.eu Celebra P. Antonio Mariggiò Parroco, sito internet Parrocchia http://www.parrocchie.it/martinafranca/cristore.it/

Cocelebrante Padre Anselmo Raguso Decano, Laici Giuseppe Bello, Giuseppe Vinci, Riferimenti Liturgici dal sito internet http://www.lachiesa.it http://www.santibeati.it Se vuoi ascoltare il Vangelo clicca, Scaricare il foglietto della Messa, Scarica le Letture del Lezionario, Ascoltare il Vangelo vai al sito: http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20110522.shtml e clicca in alto sulla destra su quello che ti interessa.

XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A) Grado della Celebrazione: DOMENICA Colore liturgico: Verde

Antifona d'ingresso Sii fedele, Signore, alla tua alleanza, non dimenticare mai la vita dei tuoi poveri.

Sorgi, Signore, difendi la tua causa, non dimenticare le suppliche di coloro che t’invocano. (Sal 74,20.19.22.23)

Colletta Dio onnipotente ed eterno, che ci dai il privilegio di chiamarti Padre, fa’ crescere in noi lo spirito di figli adottivi,

perché possiamo entrare nell’eredità che ci hai promesso. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

Prima lettura 1Re 19,9.11-13 Fermati sul monte alla presenza del Signore.

Dal primo libro dei Re

In quei giorni, Elia, [essendo giunto al monte di Dio, l’Oreb], entrò in una caverna per passarvi la notte, quand’ecco gli fu rivolta la parola del Signore in questi termini: "Esci e fèrmati sul monte alla presenza del Signore".

Ed ecco che il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento, un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto, un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera. Come l’udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all’ingresso della caverna.

Parola di Dio

Salmo responsoriale Sal 84 Mostraci, Signore, la tua misericordia.

Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore: egli annuncia la pace per il suo popolo, per i suoi fedeli.

Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme, perché la sua gloria abiti la nostra terra.

Amore e verità s’incontreranno, giustizia e pace si baceranno.

Verità germoglierà dalla terra e giustizia si affaccerà dal cielo.

Certo, il Signore donerà il suo bene e la nostra terra darà il suo frutto;

giustizia camminerà davanti a lui: i suoi passi tracceranno il cammino.

Seconda lettura Rm 9,1-5 Vorrei essere io stesso anàtema, separato da Cristo, a vantaggio dei miei fratelli.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli, dico la verità in Cristo, non mento, e la mia coscienza me ne dà testimonianza nello Spirito Santo: ho nel cuore un grande dolore e una sofferenza continua.

Vorrei infatti essere io stesso anàtema, separato da Cristo a vantaggio dei miei fratelli, miei consanguinei secondo la carne.

Essi sono Israeliti e hanno l’adozione a figli, la gloria, le alleanze, la legislazione, il culto, le promesse; a loro appartengono i patriarchi e da loro proviene Cristo secondo la carne, egli che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli. Amen.

Parola di Dio

Canto al Vangelo (Sal 129,5) Alleluia, alleluia. Io spero, Signore. Spera l’anima mia, attendo la sua parola. Alleluia.

Vangelo

Mt 14,22-33

Comandami di venire verso di te sulle acque.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo.

La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: "È un fantasma!" e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: "Coraggio, sono io, non abbiate paura!".

Pietro allora gli rispose: "Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque". Ed egli disse: "Vieni!". Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: "Signore, salvami!". E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: "Uomo di poca fede, perché hai dubitato?".

Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: "Davvero tu sei Figlio di Dio!".

Parola del Signore

URL (clicca sopra per vedere la santa Messa Pubblicata su YouTube) : http://www.youtube.com/watch?v=DFiElcRJr10

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S. MESSA 7 Agosto 2011 XIX Settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Cristo Re Minori Martina F. Taranto ITALY 2a Parte

http://www.cristo-re.eu Celebra P. Antonio Mariggiò Parroco, sito internet Parrocchia http://www.parrocchie.it/martinafranca/cristore.it/

Cocelebrante Padre Anselmo Raguso Decano, Laici Giuseppe Bello, Giuseppe Vinci, Riferimenti Liturgici dal sito internet http://www.lachiesa.it http://www.santibeati.it Se vuoi ascoltare il Vangelo clicca, Scaricare il foglietto della Messa, Scarica le Letture del Lezionario, Ascoltare il Vangelo vai al sito: http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20110522.shtml e clicca in alto sulla destra su quello che ti interessa.

Vangelo

Mt 14,22-33

Comandami di venire verso di te sulle acque.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo.

La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: "È un fantasma!" e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: "Coraggio, sono io, non abbiate paura!".

Pietro allora gli rispose: "Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque". Ed egli disse: "Vieni!". Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: "Signore, salvami!". E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: "Uomo di poca fede, perché hai dubitato?".

Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: "Davvero tu sei Figlio di Dio!".

Parola del Signore

P. Antonio Mariggiò, Parroco Di Cristo Re Martina F. : Commento al VANGELO

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Preghiera dei fedeli

Fratelli e sorelle, preghiamo il Signore perché si faccia presente nella nostra vita e ci aiuti a riconoscerlo negli avvenimenti che animano la nostra quotidianità.

Preghiamo dicendo: Ascoltaci Signore.

1. Per la Chiesa, barca degli apostoli, perché sappia affrontare le tempeste della storia riponendo piena fiducia in Cristo, suo Signore e salvatore. Preghiamo.

2. Perché i popoli e le nazioni perseguano politiche di pace e si impegnino per la giustizia. Preghiamo.

3. Perché coloro che sono tentati dagli idoli e dal dubbio sappiano riconoscere in Gesù il vero e unico salvatore della loro vita. Preghiamo.

4. Perché i cristiani trovino negli avvenimenti di cui è intessuta la loro storia le tracce della presenza di un Dio amorevole e buono. Preghiamo.

5. Per tutti noi, perché non ci lasciamo catturare dal chiasso, ma impariamo a fare silenzio nel nostro animo, per riscoprire i valori dello spirito. Preghiamo.

O Padre, ascolta le preghiere di noi tuoi figli, che, come Pietro, rinnovano la fede in Cristo salvatore del mondo, affinché non ci vengano mai a mancare i segni della tua bontà e della tua protezione. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

Preghiera sulle offerte

Accogli con bontà, Signore, questi doni

che tu stesso hai posto nelle mani della tua Chiesa,

e con la tua potenza trasformali per noi

in sacramento di salvezza.

Per Cristo nostro Signore.

Antifona di comunione

Gerusalemme, loda il Signore,

egli ti sazia con fiore di frumento. (Sal 147,12.14)

Preghiera dopo la comunione

La partecipazione a questi sacramenti

salvi il tuo popolo, Signore,

e lo confermi nella luce della tua verità.

Per Cristo nostro Signore.

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Miglionico il CROCIFISSO

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I

Il SANTO di OGGI

dal sito internet http://www.santibeati.it

7 AGOSTO 2011

SAN SISTO SECONDO e COMPAGNI

PAPA e MARTIRI

 

Miglionico

XV SECOLO Polittico

Cima da Conegliano

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San Sisto II e compagni Papa e martiri

7 agosto - Memoria Facoltativa

m. 258

(Papa dal 30/08/257 al 06/08/258)

Secondo il Liber Pontificalis fu eletto papa nel 257 alla morte di Stefano I. San Cipriano che lo definisce "sacerdote buono e pacifico", racconta in una lettera al vescovo africano Successo la persecuzione del 258 in seguito al secondo Editto di Valeriano. Questo prevedeva la decapitazione per vescovi, presbiteri e diaconi, e la confisca dei beni della Chiesa, compresi i cimiteri. Da Papa Damaso si sa che Sisto venne sorpreso nel cimitero, probabilmente quello di San Callisto, mentre insegnava la parola divina e fu decapitato con sei dei sette diaconi di Roma (Felicissimo. Agapito, Gennaro, Magno, Vincenzo e Stefano). Il settimo, il protodiacono Lorenzo, fu ucciso tre giorni dopo sulla via Tiburtina. Sisto II è sepolto nel cimitero di S. Callisto presso la cripta Santa Cecilia.

Etimologia: Sisto = variante di Sesto

Emblema: Palma

Martirologio Romano: Santi Sisto II, papa, e compagni, martiri. Il papa Sisto, mentre celebrava i sacri misteri insegnando ai fratelli i precetti divini, per ordine dell’imperatore Valeriano, fu subito arrestato dai soldati sopraggiunti e decapitato il 6 agosto; con lui subirono il martirio quattro diaconi, deposti insieme al pontefice a Roma nel cimitero di Callisto sulla via Appia. Nello stesso giorno anche i santi Agàpito e Felicissimo, suoi diaconi, morirono nel cimitero di Pretestato, dove furono pure sepolti.

(6 agosto: A Roma sulla via Appia nel cimitero di Callisto, passione di san Sisto II, papa e dei suoi compagni, la cui memoria si celebra domani).

Ascolta da RadioMaria:

Eletto in tempo di persecuzione e ucciso per la fede sotto l’imperatore Valeriano, dopo appena undici mesi di pontificato: non poteva certo fare molte cose questo secondo pontefice di nome Sisto, già arcidiacono di Roma e probabilmente originario di Atene. Eppure, prima del martirio, un’impresa gli è riuscita: una di quelle che portano alla beatitudine proclamata nel Discorso della Montagna. Sisto II è stato un costruttore di pace. Pace tra i cristiani: difficilissima impresa già al suo tempo.

Tra le varie Chiese c’erano divergenze legate ai frequenti conflitti dottrinali, e vertevano su un punto non da poco: se un cristiano eretico vuole rientrare nella Chiesa da cui era staccato, si dovrà battezzarlo di nuovo o è sufficiente il battesimo che ha ricevuto la prima volta? La Chiesa di Roma e alcune altre in Asia e in Africa riaccoglievano ogni convertito senza ribattezzarlo, semplicemente imponendogli le mani sul capo e ungendogli la fronte col crisma. Invece altre Chiese africane – la maggior parte – dell’Asia Minore e della Siria ritenevano indispensabile un nuovo battesimo.

Ma ecco che da Roma giunge loro un severo rimprovero: il papa Vittore (predecessore di Sisto) impone a tutti di seguire l’uso romano, pena la scomunica. E questo rigore provoca l’inevitabile e gravissimo malcontento, che ricade addosso a Sisto II appena eletto; come se già non bastasse la persecuzione. Ma lui affronta la crisi nel modo giusto, lasciando cadere le minacce di scomunica. Qui non sono in gioco la fede comune e l’unione col successore di Pietro: perciò ogni Chiesa o gruppo di Chiese risolva la questione in base a sue specifiche situazioni e vicende. Pace fra i cristiani, dunque, per opera di Sisto (e del vescovo Dionigi di Alessandria d’Egitto, efficace consigliere di moderazione). Ma intanto c’è la persecuzione, in due fasi. Nell’agosto 257 un primo decreto di Valeriano proibisce il culto cristiano pubblico (non quello privato) e ordina ai membri del clero di venerare con sacrifici pubblici gli dèi dell’impero, pena il domicilio coatto e i lavori forzati. L’impero, aggredito lungo il Danubio, sul Mar Nero e in Mesopotamia, ha bisogno all’interno di una rigida disciplina anche religiosa, e deve procurarsi mezzi attraverso le confische. Così, nel 258 un secondo editto stabilisce la pena di morte per il clero che non venera gli dèi, e la destituzione con sequestro dei beni per i funzionari imperiali cristiani.

E’ in base a questo secondo decreto che papa Sisto II viene arrestato, mentre predica presso il cimitero di san Callisto. I soldati hanno ordini precisi. Non si occupano dei fedeli: vanno dritti verso Sisto, che li attende fiancheggiato da due diaconi per parte. Così, sempre con loro, cammina fra i soldati fino al luogo fissato per il supplizio. E con essi viene subito ucciso.

Autore: Domenico Agasso

7 agosto

28650 > San Sisto II e compagni Papa e martiri 7 agosto - Memoria Facoltativa MR

65590 > Santa Afra Martire 7 agosto MR

90288 > Beati Agatangelo de Vindocino (Francesco) Nourry e Cassiano da Nantes (Gundisalvo) Vaz Lopez-Netto Sacerdoti cappuccini, martiri 7 agosto MR

65640 > Beato Alberto da Sassoferrato Monaco camaldolese 7 agosto MR

65375 > Sant' Alberto degli Abati (da Trapani) 7 agosto MR

33900 > San Donato di Arezzo Vescovo e martire 7 agosto MR

65630 > San Donato di Besançon Vescovo 7 agosto MR

65610 > San Donaziano Vescovo 7 agosto MR

91452 > Beato Edmund Bojanowski Laico, fondatore 7 agosto MR

65400 > San Fausto Martire a Milano 7 agosto

28700 > San Gaetano Thiene Sacerdote 7 agosto - Memoria Facoltativa MR

69150 > Beato Giordano Forzatè Abate benedettino di Padova 7 agosto MR

94709 > San Leodebodo Abate di Saint-Benoìt-sur-Loire 7 agosto

65660 > Beati Martino di S. Felice (Giovanni) Woodcock, Edoardo Bamber e Tommaso Whitaker Martiri 7 agosto MR

90119 > San Miguel De La Mora De La Mora Martire Messicano 7 agosto MR

65670 > Beato Nicola Postgate Martire 7 agosto MR

28650 > San Sisto II e compagni Papa e martiri 7 agosto - Memoria Facoltativa MR

94536 > Beato Tommaso Caccia e Matteo Nolli da Novara Francescani 7 agosto

92238 > Beato Vincenzo de L'Aquila Religioso 7 agosto MR

65620 > San Vittricio di Rouen Vescovo 7 agosto MR

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

TRASFIGURAZIONE del SIGNORE

S. MESSA 6 Agosto 2011 XVIII Settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Cristo Re Minori Martina F. Taranto ITALY 1a Parte

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TRASFIGURAZIONE DEL SIGNORE (ANNO A) Grado della Celebrazione: FESTA Colore liturgico: Bianco

Antifona d'ingresso Nel segno di una nube luminosa apparve lo Spirito Santo e si udì la voce del Padre:

"Questi è il mio Figlio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto: ascoltatelo". (cf. Mt 17,5)

Colletta

O Dio, che nella gloriosa Trasfigurazione del Cristo Signore,

hai confermato i misteri della fede con la testimonianza della legge e dei profeti e hai mirabilmente preannunziato la nostra definitiva adozione a tuoi figli,

fa’ che ascoltiamo la parola del tuo amatissimo Figlio per diventare coeredi della sua vita immortale. Egli è Dio, e vive e regna con te...

Prima lettura Dn 7,9-10.13-14 La sua veste era candida come la neve.

Dal libro del profeta Danièle

Io continuavo a guardare, quand’ecco furono collocati troni e un vegliardo si assise.

La sua veste era candida come la neve e i capelli del suo capo erano candidi come la lana;

il suo trono era come vampe di fuoco con le ruote come fuoco ardente.

Un fiume di fuoco scorreva e usciva dinanzi a lui, mille migliaia lo servivano e diecimila miriadi lo assistevano.

La corte sedette e i libri furono aperti.

Guardando ancora nelle visioni notturne, ecco venire con le nubi del cielo uno simile a un figlio d’uomo; giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui.

Gli furono dati potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano: il suo potere è un potere eterno, che non finirà mai,

e il suo regno non sarà mai distrutto. Parola di Dio

Salmo responsoriale Sal 96 Il Signore regna, il Dio di tutta la terra.

Il Signore regna: esulti la terra, gioiscano le isole tutte.

Nubi e tenebre lo avvolgono, giustizia e diritto sostengono il suo trono.

I monti fondono come cera davanti al Signore, davanti al Signore di tutta la terra.

Annunciano i cieli la sua giustizia, e tutti i popoli vedono la sua gloria.

Perché tu, Signore, sei l’Altissimo su tutta la terra, eccelso su tutti gli dèi.

Seconda lettura 2Pt 1,16-19 Questa voce noi l’abbiamo udita discendere dal cielo.

Dalla seconda lettera di san Pietro apostolo

Carissimi, vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del Signore nostro Gesù Cristo, non perché siamo andati dietro a favole artificiosamente inventate, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua grandezza.

Egli infatti ricevette onore e gloria da Dio Padre, quando giunse a lui questa voce dalla maestosa gloria: "Questi è il Figlio mio, l’amato, nel quale ho posto il mio compiacimento". Questa voce noi l’abbiamo udita discendere dal cielo mentre eravamo con lui sul santo monte.

E abbiamo anche, solidissima, la parola dei profeti, alla quale fate bene a volgere l’attenzione come a lampada che brilla in un luogo oscuro, finché non spunti il giorno e non sorga nei vostri cuori la stella del mattino.

Parola di Dio

Canto al Vangelo (Mt 17,5c) Alleluia, alleluia. Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo. Alleluia.

Vangelo

Mt 17,1-9

Il suo volto brillò come il sole.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui.

Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: "Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia". Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: "Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo".

All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: "Alzatevi e non temete". Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.

Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: "Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti".

Parola del Signore

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Preghiera sulle offerte

Santifica queste offerte, o Padre,

per il mistero della Trasfigurazione del tuo unico Figlio,

e rinnovaci nello spirito con lo splendore della sua gloria.

Per Cristo nostro Signore.

PREFAZIO

La luce della Trasfigurazione nel mistero della Chiesa.

È veramente cosa buona e giusta,

nostro dovere e fonte di salvezza,

rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo,

Dio onnipotente ed eterno,

per Cristo nostro Signore.

Dinanzi ai testimoni da lui prescelti,

egli rivelò la sua gloria e nella sua umanità,

in tutto simile alla nostra,

fece risplendere una luce incomparabile,

per preparare i suoi discepoli a sostenere lo scandalo della croce e anticipare,

nella Trasfigurazione,

la meravigliosa sorte della Chiesa,

suo mistico corpo.

E noi, uniti agli angeli e ai santi, cantiamo senza fine l’inno della tua lode: Santo...

Antifona di comunione

Quando il Signore si manifesterà, saremo simili a lui,

perché lo vedremo così come egli è. (1Gv 3,2)

Preghiera dopo la comunione

Il pane del cielo che abbiamo ricevuto, o Padre,

ci trasformi a immagine del Cristo,

che nella Trasfigurazione

rivelò agli uomini il mistero della sua gloria.

Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

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Miglionico il CROCIFISSO

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I

Il SANTO di OGGI

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6 AGOSTO 2011

TRASFIGURAZIONE del SIGNORE

 

Miglionico

XV SECOLO Polittico

Cima da Conegliano

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Trasfigurazione del Signore

6 agosto

La liturgia romana leggeva il brano evangelico riferito all'episodio della trasfigurazione il sabato delle Quattro Tempora di Quaresima, mettendo così in relazione questo mistero con quello della passione. Lo stesso evangelista Matteo inizia il racconto con le parole: "Sei giorni dopo" (cioè dopo la solenne confessione di Pietro e il primo annuncio della passione), "Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni, suo fratello, e li condusse sopra un alto monte, in disparte. E si trasfigurò davanti a loro: il suo volto risplendette come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce". C'è in questo episodio una netta contrapposizione all'agonia dell'orto del Getsemani. La trasfigurazione, che fa parte del mistero della salvezza, è ben degna di una celebrazione liturgica che la Chiesa, sia in Occidente come in Oriente, ha comunque celebrato in vario modo e in date differenti, finché papa Callisto III elevò di grado la festa, estendendola alla Chiesa universale. (Avvenire)

Martirologio Romano: Festa della Trasfigurazione del Signore, nella quale Gesù Cristo, il Figlio Unigenito, l’amato dell’Eterno Padre, davanti ai santi Apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni, avendo come testimoni la legge ed i profeti, manifestò la sua gloria, per rivelare che la nostra umile condizione di servi da lui stesso assunta era stata per opera della grazia gloriosamente redenta e per proclamare fino ai confini della terra che l’immagine di Dio, secondo la quale l’uomo fu creato, sebbene corrotta in Adamo, era stata ricreata in Cristo.

Ascolta da RadioVaticana:

Ascolta da RadioRai:

Ascolta da RadioMaria:

La liturgia romana leggeva il brano evangelico riferito all'episodio della trasfigurazione il sabato delle Quattro Tempora di Quaresima, mettendo così in relazione questo mistero con quello della passione. Lo stesso evangelista Matteo inizia il racconto con le parole: "Sei giorni dopo" (cioè dopo la solenne confessione di Pietro e il primo annuncio della passione), "Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni, suo fratello, e li condusse sopra un alto monte, in disparte. E si trasfigurò davanti a loro: il suo volto risplendette come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce". C'è in questo episodio una netta contrapposizione all'agonia dell'orto del Getsemani. E’ evidente l'intenzione di Gesù di offrire ai tre apostoli un antidoto che fortificasse in loro la certezza della sua divinità durante la terribile prova della passione.

L'alto monte, non meglio identificato nel Vangelo, è quasi concordemente ritenuto il Tabor, che si erge nel cuore della Galilea e domina la pianura circostante. La data è da collocarsi tra la Pentecoste ebraica e la festa delle Capanne, nel secondo anno di vita pubblica, il 29, nel periodo dedicato da Gesù in modo particolare alla formazione degli apostoli. Quella montagna isolata era infatti molto propizia alle grandi meditazioni, nel silenzio solenne delle cose e nell'aria rarefatta che mitigava la calura estiva. E in questa suggestiva cornice Gesù si offrì alla vista dei tre prescelti in tutto lo splendore del suo corpo glorioso, quale sarebbe dovuto apparire in ogni istante per la naturale conseguenza della visione beatifica di cui godeva perennemente la sua anima, se per un miracolo d'amore e di umiltà non avesse costretto la propria umanità dentro l'involucro mortale, per offrire il suo corpo passibile di dolore in sacrificio al Padre per la nostra redenzione.

Con questa soprannaturale visione Gesù dava una conferma alla confessione di Pietro: "Tu sei il Cristo, Figlio del Dio vivente". Quell'attimo di gloria sovrumana era la caparra della gloria della risurrezione: "Il Figlio dell'uomo verrà nella gloria del Padre suo". Lo stesso tema del colloquio con Mosè ed Elia era la conferma dell'annunzio della passione e della morte del Messia. La trasfigurazione, che fa parte del mistero della salvezza, è ben degna di una celebrazione liturgica che la Chiesa, sia in Occidente come in Oriente, ha comunque celebrato in vario modo e in date differenti, finché papa Callisto III elevò di grado la festa, estendendola alla Chiesa universale, per ricordare la vittoria riportata nel 1456 a Belgrado contro i Turchi e di cui giunse notizia a Roma il 6 agosto.

Autore: Piero Bargellini

6 agosto

21300 > Trasfigurazione del Signore 6 agosto - Festa MR

72615 > Sant' Anna Paleologina (Giovanna di Savoia) Imperatrice bizantina 6 agosto (Chiese Orientali)

93314 > Beato Carlo Lopez Vidal Laico coniugato, martire 6 agosto MR

91318 > San Cremete Abate 6 agosto

95221 > Santi Felicissimo, Agapito, Gennaro, Magno, Vincenzo e Stefano Martiri di Roma 6 agosto

65570 > Beato Gezzelino Eremita 6 agosto MR

65540 > Santi Giusto e Pastore Martiri 6 agosto MR

94414 > San Glisente Apostolo della Val Camonica 6 agosto

94092 > San Goderanno Abate e vescovo 6 agosto

94567 > Beato Guglielmo di Altavilla Mercedario 6 agosto

94563 > San Guglielmo Sanz Martire mercedario 6 agosto

90388 > Beata Maria Francesca a Iesu (Anna Maria Rubatto) Fondatrice 6 agosto MR

93958 > Beato Matteo da Bascio Fondatore dei Cappuccini 6 agosto

65360 > Sant' Ormisda Papa 6 agosto MR

65560 > Beato Ottaviano di Savona Vescovo 6 agosto MR

92054 > Beato Taddeo (Tadeusz) Dulny Martire 6 agosto MR

21300 > Trasfigurazione del Signore 6 agosto - Festa MR

 

 

 

DEDICAZIONE della BASILICA di SANTA MARIA MAGGIORE

S. MESSA 5 Agosto 2011 XVIII Settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Cristo Re Minori Martina F. Taranto ITALY 1a Parte

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Cocelebrante Padre Anselmo Raguso Decano, Laici Giuseppe Bello, Giuseppe Vinci, Riferimenti Liturgici dal sito internet http://www.lachiesa.it http://www.santibeati.it Se vuoi ascoltare il Vangelo clicca, Scaricare il foglietto della Messa, Scarica le Letture del Lezionario, Ascoltare il Vangelo vai al sito: http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20110522.shtml e clicca in alto sulla destra su quello che ti interessa.

Venerdì della XVIII settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Grado della Celebrazione: Feria Colore liturgico: Verde

Antifona d'ingresso O Dio, vieni a salvarmi. Signore, vieni presto in mio aiuto. Sei tu il mio soccorso, la mia salvezza: Signore, non tardare. (Sal 70,2.6)

Colletta Mostraci la tua continua benevolenza, o Padre, e assisti il tuo popolo, che ti riconosce suo pastore e guida;

rinnova l’opera della tua creazione e custodisci ciò che hai rinnovato. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

Prima lettura Dt 4,32-40 Ha amato i tuoi padri, ha scelto la loro discendenza dopo di loro.

Dal libro del Deuteronòmio

Mosè parlò al popolo dicendo:

"Interroga pure i tempi antichi, che furono prima di te: dal giorno in cui Dio creò l’uomo sulla terra e da un’estremità all’altra dei cieli, vi fu mai cosa grande come questa e si udì mai cosa simile a questa? Che cioè un popolo abbia udito la voce di Dio parlare dal fuoco, come l’hai udita tu, e che rimanesse vivo? O ha mai tentato un dio di andare a scegliersi una nazione in mezzo a un’altra con prove, segni, prodigi e battaglie, con mano potente e braccio teso e grandi terrori, come fece per voi il Signore, vostro Dio, in Egitto, sotto i tuoi occhi? Tu sei stato fatto spettatore di queste cose, perché tu sappia che il Signore è Dio e che non ve n’è altri fuori di lui.

Dal cielo ti ha fatto udire la sua voce per educarti; sulla terra ti ha mostrato il suo grande fuoco e tu hai udito le sue parole che venivano dal fuoco. Poiché ha amato i tuoi padri, ha scelto la loro discendenza dopo di loro e ti ha fatto uscire dall’Egitto con la sua presenza e con la sua grande potenza, scacciando dinanzi a te nazioni più grandi e più potenti di te, facendoti entrare nella loro terra e dandotene il possesso, com’è oggi.

Sappi dunque oggi e medita bene nel tuo cuore che il Signore è Dio lassù nei cieli e quaggiù sulla terra: non ve n’è altro. Osserva dunque le sue leggi e i suoi comandi che oggi ti do, perché sia felice tu e i tuoi figli dopo di te e perché tu resti a lungo nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà per sempre".

Parola di Dio

Salmo responsoriale Sal 76 Ricordo i prodigi del Signore.

Ricordo i prodigi del Signore, sì, ricordo le tue meraviglie di un tempo.

Vado considerando le tue opere, medito tutte le tue prodezze.

O Dio, santa è la tua via; quale dio è grande come il nostro Dio?

Tu sei il Dio che opera meraviglie, manifesti la tua forza fra i popoli.

Hai riscattato il tuo popolo con il tuo braccio, i figli di Giacobbe e di Giuseppe.

Guidasti come un gregge il tuo popolo per mano di Mosè e di Aronne.

Canto al Vangelo (Mt 5,10) Alleluia, alleluia. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Alleluia.

Vangelo

Mt 16,24-28

Che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita?

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

"Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà.

Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita?

Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni.

In verità io vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non moriranno, prima di aver visto venire il Figlio dell’uomo con il suo regno".

Parola del Signore

URL (clicca sopra per vedere la santa Messa Pubblicata su YouTube) : http://www.youtube.com/watch?v=ll_XXkxlVfw

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S. MESSA 5 Agosto 2011 XVIII Settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Cristo Re Minori Martina F. Taranto ITALY 2a Parte

http://www.cristo-re.eu Celebra P. Daniele Pichierri Vicario, sito internet Parrocchia http://www.parrocchie.it/martinafranca/cristore.it/

Cocelebrante Padre Anselmo Raguso Decano, Laici Giuseppe Bello, Giuseppe Vinci, Riferimenti Liturgici dal sito internet http://www.lachiesa.it http://www.santibeati.it Se vuoi ascoltare il Vangelo clicca, Scaricare il foglietto della Messa, Scarica le Letture del Lezionario, Ascoltare il Vangelo vai al sito: http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20110522.shtml e clicca in alto sulla destra su quello che ti interessa.

Preghiera dei fedeli

Il Signore ci chiama ad una vita santa e alla fedeltà alla sua parola. Consapevoli della nostra debolezza, invochiamolo con fiducia:

Ascoltaci, o Signore.

Per la comunità cristiana, nata dalla croce di Gesù: non rinunci all'impegno di seguire il Maestro, portando in se stessa i segni della passione, in fedeltà alla parola ricevuta. Preghiamo:

Per ogni discepolo del Signore: ponga al primo posto la sequela di Cristo, in ogni momento e situazione della vita. Preghiamo:

Per gli uomini del nostro tempo: sappiano che il Signore non delude mai chi gli dona la vita per amore. Preghiamo:

Per coloro che sono troppo occupati nel garantirsi una vita economicamente sicura: il Signore faccia loro comprendere la caducità delle cose umane. Preghiamo:

Per ognuno di noi: impariamo ad amare il Signore, anche quando ci chiede di abbandonare le nostre certezze e le speranze umane, per porre in lui tutta la nostra fiducia. Preghiamo:

Per chi sente troppo pesante la croce ricevuta.

Perché ci aiutiamo a portare i pesi gli uni gli altri.

O Signore, sei tu la nostra vera ricchezza e la nostra eterna felicità. Donaci di portare volentieri ogni giorno la nostra croce, per condividere insieme a te la gloria del cielo. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Preghiera sulle offerte

Santifica, o Dio, i doni che ti presentiamo e trasforma in offerta perenne tutta la nostra vita in unione alla vittima spirituale,

il tuo servo Gesù, unico sacrificio a te gradito.

Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

Antifona di comunione

Ci hai mandato, Signore, un pane dal cielo,

un pane che porta in sé ogni dolcezza e soddisfa ogni desiderio. (Sap 16,20)

Preghiera dopo la comunione

Accompagna con la tua continua protezione, Signore,

il popolo che hai nutrito con il pane del cielo,

e rendilo degno dell’eredità eterna.

Per Cristo nostro Signore.

URL (clicca sopra per vedere la santa Messa Pubblicata su YouTube) : http://www.youtube.com/watch?v=TKI_4oYM3TU

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Miglionico il CROCIFISSO

http://www.miglionicoweb.it

I

Il SANTO di OGGI

dal sito internet http://www.santibeati.it

5 AGOSTO 2011

DEDICAZIONE della

BASILICA di SANTA MARIA MAGGIORE

 

Miglionico

XV SECOLO Polittico

Cima da Conegliano

http://www.miglionicoweb.it

Dedicazione della basilica di Santa Maria Maggiore

5 agosto - Memoria Facoltativa

Questa memoria è collegata alla dedicazione della basilica di santa Maria Maggiore sull'esquilino di Roma, che viene considerata il più antico santuario mariano d'Occidente. La eresse, sul precedente edificio liberiano, il papa Sisto III (432-440) dedicandola a Dio e intitolandola alla Vergine, proclamata solennemente dal concilio di Efeso (431) Madre di Dio. (Mess. Rom.)

Martirologio Romano: Dedicazione della basilica di Santa Maria Maggiore, innalzata a Roma sul colle Esquilino, che il papa Sisto III offrì al popolo di Dio in memoria del Concilio di Efeso, in cui Maria Vergine fu proclamata Madre di Dio.

Ascolta da RadioVaticana:

Ascolta da RadioRai:

Ascolta da RadioMaria:

Monumenti di pietà mariana, a Roma, sono quelle stupende chiese, erette in gran parte sul medesimo luogo dove sorgeva qualche tempio pagano. Bastano pochi nomi, tra i cento titoli dedicati alla Vergine, per avere le dimensioni di questo mistico omaggio alla Madre di Dio: S. Maria Antiqua, ricavata dall'Atrium Minervae nel Foro romano; S. Maria dell'Aracoeli, sulla cima più alta del Campidoglio; S. Maria dei Martiri, il Pantheon; S. Maria degli Angeli, ricavata da Michelangelo dal "tepidarium" delle Terme di Diocleziano; S. Maria sopra Minerva, costruita sopra le fondamenta del tempio di Minerva Calcidica; e, più grande di tutte, come dice lo stesso nome, S. Maria Maggiore, la quarta delle basiliche patriarcali di Roma, detta inizialmente Liberiana, perché identificata con un antico tempio pagano, sulla sommità dell'Esquilino, che papa Liberio (352-366) adattò a basilica cristiana. Narra una tardiva leggenda che la Madonna, apparendo nella stessa notte del 5 agosto del 352 a papa Liberio e ad un patrizio romano, li avrebbe invitati a costruire una chiesa là dove al mattino avrebbero trovato la neve. Il mattino del 6 agosto una prodigiosa nevicata, ricoprendo l'area esatta dell'edificio, avrebbe confermato la visione, inducendo il papa e il ricco patrizio a metter mano alla costruzione del primo grande santuario mariano, che prese il nome di S. Maria "ad nives", della neve. Poco meno di un secolo dopo, papa Sisto III, per ricordare la celebrazione del concilio di Efeso (431) nel quale era stata proclamata la maternità divina di Maria, ricostruì la chiesa nelle dimensioni attuali. Di quest'opera rimangono le navate con le colonne e i trentasei mosaici che adornano la navata superiore. All'assetto attuale della basilica contribuirono diversi pontefici, da Sisto III che poté offrire "al popolo di Dio" il monumento "maggiore" al culto della beata Vergine (alla quale rendiamo appunto un culto di iperdulia cioè di venerazione maggiore a quello che attribuiamo agli altri santi), fino ai papi della nostra epoca. La basilica venne anche denominata S. Maria "ad praesepe", già prima del secolo VI, quando vi furono portate le tavole di un'antica mangiatoia, che la devozione popolare identificò con quella che accolse il Bambino Gesù nella grotta di Betlem. La celebrazione liturgica della dedicazione della basilica è entrata nel calendario romano soltanto nell'anno 1568.

Autore: Piero Bargellini

5 agosto

28600 > Dedicazione della basilica di Santa Maria Maggiore 5 agosto - Memoria Facoltativa MR

94562 > Beato Arnaldo Pons Mercedario 5 agosto

65490 > San Cassiano di Autun Vescovo 5 agosto MR

94564 > Beato Corrado di Laodicea Vescovo 5 agosto

28600 > Dedicazione della basilica di Santa Maria Maggiore 5 agosto - Memoria Facoltativa MR

65250 > Sant' Emidio Vescovo e martire 5 agosto MR

91042 > Beato Federico Janssoone 5 agosto MR

90833 > Beato Francesco (Cecco) da Pesaro 5 agosto MR

92099 > Madonna della Neve 5 agosto

90851 > Santa Margherita da Cesolo (la Picena) 5 agosto MR

65480 > San Memmio Vescovo 5 agosto MR

92531 > Santa Nonna Sposa 5 agosto MR

65350 > Sant' Osvaldo di Northumbria Re e martire 5 agosto MR

91417 > San Paride Vescovo di Teano 5 agosto MR

65530 > Beato Pietro Michele Noël Martire 5 agosto MR

90583 > Santi Vardan e compagni Martiri in Armenia 5 agosto

65510 > San Venanzio di Viviers Vescovo 5 agosto MR

65520 > San Viatore Eremita 5 agosto MR

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SAN GIOVANNI MARIA VIANNEY SACERDOTE

S. MESSA 4 Agosto 2011 XVIII Settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Cristo Re Minori Martina F. Taranto ITALY 1a Parte

http://www.cristo-re.eu Celebra P. Antonio Mariggiò Parroco, sito internet Parrocchia http://www.parrocchie.it/martinafranca/cristore.it/

Cocelebrante Padre Anselmo Raguso Decano, Laici Giuseppe Bello, Giuseppe Vinci, Riferimenti Liturgici dal sito internet http://www.lachiesa.it http://www.santibeati.it Se vuoi ascoltare il Vangelo clicca, Scaricare il foglietto della Messa, Scarica le Letture del Lezionario, Ascoltare il Vangelo vai al sito: http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20110522.shtml e clicca in alto sulla destra su quello che ti interessa.

Mercoledì della XVIII settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Grado della Celebrazione: Feria Colore liturgico: Verde

Antifona d'ingresso O Dio, vieni a salvarmi. Signore, vieni presto in mio aiuto. Sei tu il mio soccorso, la mia salvezza: Signore, non tardare. (Sal 70,2.6)

San Giovanni Maria Vianney Grado della Celebrazione: Memoria Colore liturgico: Bianco

Antifona d'ingresso Lo Spirito del Signore è sopra di me;

per questo mi ha consacrato con l'unzione, mi ha mandato per annunziare ai poveri il lieto messaggio, e a risanare chi ha il cuore affranto.

Colletta Dio onnipotente e misericordioso, che in san Giovanni Maria Vianney ci hai offerto un mirabile pastore,

pienamente consacrato al servizio del tuo popolo, per la sua intercessione e il suo esempio fa’ che dedichiamo la nostra vita

per guadagnare a Cristo i fratelli e godere insieme con loro la gioia senza fine.

Per il nostro Signore Gesù Cristo...

Prima lettura Nm 20,1-13 Ne uscì acqua in abbondanza.

Dal libro dei Numeri

In quei giorni, tutta la comunità degli Israeliti arrivò al deserto di Sin il primo mese, e il popolo si fermò a Kades. Qui morì e fu sepolta Maria.

Mancava l’acqua per la comunità: ci fu un assembramento contro Mosè e contro Aronne. Il popolo ebbe una lite con Mosè, dicendo: "Magari fossimo morti quando morirono i nostri fratelli davanti al Signore! Perché avete condotto l’assemblea del Signore in questo deserto per far morire noi e il nostro bestiame? E perché ci avete fatto uscire dall’Egitto per condurci in questo luogo inospitale? Non è un luogo dove si possa seminare, non ci sono fichi, non vigne, non melograni, e non c’è acqua da bere".

Allora Mosè e Aronne si allontanarono dall’assemblea per recarsi all’ingresso della tenda del convegno; si prostrarono con la faccia a terra e la gloria del Signore apparve loro. Il Signore parlò a Mosè dicendo: "Prendi il bastone; tu e tuo fratello Aronne convocate la comunità e parlate alla roccia sotto i loro occhi, ed essa darà la sua acqua; tu farai uscire per loro l’acqua dalla roccia e darai da bere alla comunità e al loro bestiame".

Mosè dunque prese il bastone che era davanti al Signore, come il Signore gli aveva ordinato. Mosè e Aronne radunarono l’assemblea davanti alla roccia e Mosè disse loro: "Ascoltate, o ribelli: vi faremo noi forse uscire acqua da questa roccia?". Mosè alzò la mano, percosse la roccia con il bastone due volte e ne uscì acqua in abbondanza; ne bevvero la comunità e il bestiame.

Ma il Signore disse a Mosè e ad Aronne: "Poiché non avete creduto in me, in modo che manifestassi la mia santità agli occhi degli Israeliti, voi non introdurrete quest’assemblea nella terra che io le do".

Queste sono le acque di Merìba, dove gli Israeliti litigarono con il Signore e dove egli si dimostrò santo in mezzo a loro.

Parola di Dio

Salmo responsoriale Sal 94 Ascoltate oggi la voce del Signore: non indurite il vostro cuore.

Venite, cantiamo al Signore, acclamiamo alla roccia della nostra salvezza.

Accostiamoci a lui per rendergli grazie, a lui acclamiamo con canti di gioia.

Entrate: prostràti, adoriamo, in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.

È lui il nostro Dio e noi il popolo del suo pascolo, il gregge che egli conduce.

Se ascoltaste oggi la sua voce!

"Non indurite il cuore come a Merìba, come nel giorno di Massa nel deserto, dove mi tentarono i vostri padri:

mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere".

Canto al Vangelo (Mt 16,18) Alleluia, alleluia. Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa.

Alleluia.

Vangelo

Mt 16,13-23

Tu sei Pietro, e a te darò le chiavi del regno dei cieli.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: "La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?". Risposero: "Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti".

Disse loro: "Ma voi, chi dite che io sia?". Rispose Simon Pietro: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente".

E Gesù gli disse: "Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli".

Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.

Da allora Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno.

Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: "Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai". Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: "Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!".

Parola del Signore

URL (clicca sopra per vedere la santa Messa Pubblicata su YouTube) : http://www.youtube.com/watch?v=PW36Q9gZt9M

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S. MESSA 4 Agosto 2011 XVIII Settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Cristo Re Minori Martina F. Taranto ITALY 2a Parte

http://www.cristo-re.eu Celebra P. Antonio Mariggiò Parroco, sito internet Parrocchia http://www.parrocchie.it/martinafranca/cristore.it/

Cocelebrante Padre Anselmo Raguso Decano, Laici Giuseppe Bello, Giuseppe Vinci, Riferimenti Liturgici dal sito internet http://www.lachiesa.it http://www.santibeati.it Se vuoi ascoltare il Vangelo clicca, Scaricare il foglietto della Messa, Scarica le Letture del Lezionario, Ascoltare il Vangelo vai al sito: http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20110522.shtml e clicca in alto sulla destra su quello che ti interessa.

Mercoledì della XVIII settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Grado della Celebrazione: Feria Colore liturgico: Verde

Antifona d'ingresso O Dio, vieni a salvarmi. Signore, vieni presto in mio aiuto. Sei tu il mio soccorso, la mia salvezza: Signore, non tardare. (Sal 70,2.6)

Preghiera dei fedeli

Il Signore ha voluto e istituito la Chiesa come sacramento visibile di salvezza. Insieme a tutti i nostri fratelli nella fede, invochiamo il Padre delle misericordie, dicendo:

Sostieni la tua Chiesa, o Signore.

Per la Chiesa, una, santa, cattolica e apostolica, perché professi coraggiosamente e gioiosamente la fede in Gesù, pietra angolare dell'edificio spirituale che ha inaugurato morendo e risorgendo da morte. Preghiamo:

Per il Papa, perché guidato dallo Spirito, eserciti il ministero di primate della carità, per l'unità delle Chiese e per la pace universale. Preghiamo:

Per la società civile, perché non trascuri gli stimoli e gli aiuti della comunità cristiana, per la promozione del bene di tutti i cittadini. Preghiamo:

Per coloro che sono tentati di fronte allo scandalo della croce e della morte di Cristo, perché accolgano in pienezza il messaggio evangelico, fiduciosi nella vittoria finale sul male. Preghiamo:

Per la nostra comunità parrocchiale, perché l'organizzazione e l'efficienza delle iniziative siano a servizio dell'evangelizzazione e della fede in Cristo. Preghiamo:

Per il coraggio di essere cristiani nel mondo.

Per chi afferma di credere in Cristo e non nella Chiesa.

La tua Chiesa, o Dio, si riunisce attorno all'eucaristia, fonte di unità. Concedile di essere costantemente radicata sulla parola del vangelo e nutrita della grazia sacramentale, in Gesù Cristo nostro Signore. Amen.

Preghiera sulle offerte

Accogli, Signore, i nostri doni nel ricordo di san Giovanni Maria Vianney,

e fa' che il sacrificio eucaristico che proclama la tua gloria ci ottenga la salvezza eterna. Per Cristo ...

Antifona di comunione

"Io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo", dice il Signore.

Preghiera dopo la comunione

O Dio, nostro Padre, che ci hai nutriti con il pane della vita,

fa' che seguendo l'esempio di san Giovanni Maria Vianney ti onoriamo con fedele servizio, e ci prodighiamo con carità instancabile per il bene dei fratelli. Per Cristo ...

URL (clicca sopra per vedere la santa Messa Pubblicata su YouTube) : http://www.youtube.com/watch?v=7JUXCYIwErM

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Miglionico il CROCIFISSO

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I

Il SANTO di OGGI

dal sito internet http://www.santibeati.it

4 AGOSTO 2011

SAN GIOVANNI MARIA VIANNEY SACERDOTE

 

Miglionico

XV SECOLO Polittico

Cima da Conegliano

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San Giovanni Maria Vianney Sacerdote

4 agosto

Dardilly, Francia, 8 maggio 1786 - Ars-sur-Formans, Francia, 4 agosto 1859

Giovanni Maria Vianney nacque l'8 maggio 1786 a Dardilly, Lione, in Francia. Di famiglia contadina e privo della prima formazione, riuscì, nell'agosto 1815, ad essere ordinato sacerdote.Per farlo sacerdote, ci volle tutta la tenacia dell'abbé Charles Balley, parroco di Ecully, presso Lione: lo avviò al seminario, lo riaccolse quando venne sospeso dagli studi. Giovanni Maria Vianney, appena prete, tornò a Ecully come vicario dell'abbé Balley. Alla morte di Balley, fu mandato ad Ars-en-Dombes, un borgo con meno di trecento abitanti. Giovanni Maria Vianney, noto come il curato d'Ars, si dedicò all'evangelizzazione, attraverso l'esempio della sua bontà e carità. Ma fu sempre tormentato dal pensiero di non essere degno del suo compito.Trascorreva le giornate dedicandosi a celebrare la Messa e a confessare, senza risparmiarsi. Morì nel 1859. Papa Pio XI lo proclamerà santo nel 1925. Verrà indicato modello e patrono del clero parrocchiale. (Avvenire)

Etimologia: Giovanni = il Signore è benefico, dono del Signore, dall'ebraico

Martirologio Romano: Memoria di san Giovanni Maria Vianney, sacerdote, che per oltre quarant’anni guidò in modo mirabile la parrocchia a lui affidata nel villaggio di Ars vicino a Belley in Francia, con l’assidua predicazione, la preghiera e una vita di penitenza. Ogni giorno nella catechesi che impartiva a bambini e adulti, nella riconciliazione che amministrava ai penitenti e nelle opere pervase di quell’ardente carità, che egli attingeva dalla santa Eucaristia come da una fonte, avanzò a tal punto da diffondere in ogni dove il suo consiglio e avvicinare saggiamente tanti a Dio.

Ascolta da RadioVaticana:

Ascolta da RadioRai:

Ascolta da RadioMaria:

Guardando al Santo Curato d’Ars, ovvero a san Giovanni Maria Vianney viene da pensare ai versi pronunciati nel salmo 117: "La pietra scartata dai costruttori è divenuta testata d'angolo", parole riprese da Gesù e riportate dagli evangelisti Matteo, Marco, Luca, negli Atti degli Apostoli e nella prima lettera di san Pietro.

Ebbene, ciò che Cristo Signore aveva riferito a se stesso in quanto Figlio di Dio non riconosciuto come tale, può essere applicato ad alcuni santi, fra i quali il patrono dei parroci, don Giovanni Maria Vianney, che sicuramente divenne sacerdote più per volontà divina che per volontà umana, scartato come fu, e a più riprese, da professori ed esaminatori.

Su di lui sembra non puntare nessuno. Soltanto un sacerdote crede in questo giovane, che pare proprio non avere talenti e capacità: è l’abbé Charles Balley (1751-1817), parroco di Écully, presso Lione.

Proprio ad Écully, l’11 febbraio 1778 Matteo Vianney (1753-1819) aveva sposato Maria Beluse (1753-1811); dalla loro unione nacquero sei figli che secondo l’uso devozionale di allora furono consacrati alla Vergine Maria prima ancora della loro nascita. Giovanni Maria nacque a Dardilly, dove aveva preso dimora la famiglia Vianney, verso la mezzanotte dell’8 maggio 1786, tre anni prima dello scoppio della Rivoluzione Francese. Fu battezzato il giorno stesso e prese il nome del fratello minore di suo padre.

"Appena questo figlio prediletto cominciò ad osservare gli oggetti esterni, la pia madre fu lieta di indicargli il crocifisso e le immagini religiose, che ornavano le pareti della casa, e, quando le piccole braccia poterono appena muoversi fuori dalle fasce, cominciò a guidare la manina incerta dalla fronte al petto e dal petto alle spalle: il bambino ne prese presto l’abitudine". Fin da piccolo fu educato a frequentare la chiesa parrocchiale. Le celebrazioni liturgiche lo affascinavano così tanto da imitarle e ripeterle una volta tornato a casa. Quando conduceva al pascolo il bestiame, spesso lasciava ai compagni la custodia degli animali per correre dietro un cespuglio a recitare il santo rosario ed era felice di entrare in una chiesa quando sentiva suonare la campana. Il bambino imparò ben presto anche a venire incontro alle necessità dei bisognosi, prendendo esempio dai suoi genitori, che lavoravano senza risparmiarsi la campagna, riuscendo a condurre una vita tranquilla e con generosità sfamavano ogni giorno molti poveri, non prima di averli invitati a recitare una preghiera.

"I piccoli non conoscono quella debolezza che si chiama rispetto umano", riferisce François Trochu, che compilò scrupolosamente una biografia in occasione della canonizzazione del Curato d’Ars, avvenuta il 31 maggio 1925. Infatti, in qualunque luogo si trovasse, in casa, in strada, nel giardino, Giovanni Maria "benediceva l’ora" cioè, seguendo l’esempio di sua madre, ogni volta che sentiva suonare le ore, incurante della presenza di altre persone, sospendeva l’attività che stava compiendo, faceva il segno della Croce, recitava l’Ave Maria e ripeteva, a chiusura, il segno della Croce. Questa consuetudine perdurerà lungo tutto l’arco della sua esistenza. La madre di Giovanni Maria, sua prima catechista, fu la prima ad avvedersi della bellezza della sua anima. "Vedi, mio Giovanni se le tue sorelle o i tuoi fratelli offendessero il Signore, ne avrei grande pena, ma la pia pena sarebbe maggiore ancora, se lo offendessi tu!".

Molti anni dopo, quando qualcuno si feliciterà con lui per aver avuto così presto il gusto della preghiera e dell’altare, egli risponderà, sempre con profonda commozione: "Dopo che a Dio, lo devo a mia madre, tanto ella era buona! La virtù passa facilmente dal cuore della madre nel cuore dei figli… Un figlio che ha avuto la fortuna di avere una buona madre, non dovrebbe mai guardarla, né pensare a lei, senza commuoversi fino al pianto!".

Nel gennaio del 1791 entrò in vigore nel lionese la Costituzione civile del clero. Don Giacomo Rey, parroco per 39 anni di Dardilly, aveva prestato giuramento scismatico; ma in seguito, dopo aver riconosciuto la sua colpa, prese a celebrare la Santa Messa in una casa privata, a causa della persecuzione giacobina, poi si ritirò a Lione ed infine si stabilì in Italia. Il 7 luglio 1803 giunse al suo posto un nuovo parroco, don Giacomo Tournier (1769-1806), anch’egli compromesso con il regime di Parigi. In perfetta buona fede, la famiglia Vianney continuava ad assistere alla Santa Messa. Fu la figlia di 12 anni, Caterina, ad accorgersi che qualcosa non funzionava: le prediche di don Tournier non ricordavano per nulla quelle di don Rey. Nelle sue omelie tornavano con insistenza i nomi di "cittadino", "civismo", "costituzione" e spesso criticava i suoi predecessori. In chiesa si videro volti nuovi, mentre i fedeli più zelanti cominciarono ad allontanarsi dalla parrocchia. Caterina Vianney pose la questione ai suoi familiari: dove andavano a Messa i buoni cattolici? I genitori approfondirono il problema, scoprendo che i preti sani avevano rifiutato il giuramento e proprio per tale ragione erano stati cacciati, ma subivano anche pesanti persecuzioni ed erano costretti a fuggire per non finire sotto la ghigliottina. Tutti i sacerdoti che avevano rifiutato il giuramento erano esposti al pericolo di essere arrestati e giustiziati entro ventiquattro ore, senza possibilità di appello. Coloro che avessero denunciato questi preti avrebbero avuto un compenso di cento franchi, mentre coloro che li avessero ospitati e protetti avrebbero subito la deportazione secondo le leggi del 24 aprile, 17 settembre e 20 ottobre 1793. La famiglia Vianney, incurante degli evidenti pericoli in cui incorrevano, prese ad ospitare in casa propria i preti refrattari, dove potevano anche celebrare le Sante Messe.

Il 1793 è l’anno del Terrore e a Lione il sangue scorre a fiumi, nella Place des Terreaux la ghigliottina lavora senza tregua. Giovanni Maria cresce in questo clima oppressivo, di violenza feroce contro l’innocente, ma anche in una casa dove si mantiene salda la fede in Cristo. Diventa apostolo e catechista fra i suoi coetanei. Organizza processioni e, mentre in tutta la Francia sono state proibite le cerimonie religiose, il ragazzo guida i coraggiosi compaesani, che seguono una croce fabbricata semplicemente con due bastoni, recitando il Rosario e cantando. A nove anni, eccetto gli elementi di religione, non conosce quasi nulla della scienza umana. Sua sorella Caterina gli ha insegnato l’alfabeto ed egli sa leggere appena un libro di preghiere.

A Dardilly la scuola, a causa della furia rivoluzionaria, era stata soppressa. La contraddizione era palese: da una parte la legge del 19 dicembre 1793 esigeva che tutti i fanciulli di sei anni almeno, o di otto al più tardi, frequentassero obbligatoriamente le scuole pubbliche per tre anni di seguito; dall’altra, veniva concesso a pochi di aprire una scuola, con l’obbligo di prestare giuramento al Regime, che garantiva il certificato di civismo. Inoltre, venivano interdetti maestri religiosi e preti. Tuttavia era diffusa la scarsità di pedagoghi giacobini e per tali ragioni la piccola scuola di Dardilly fu chiusa.

Nel 1799, all’epoca del secondo Terrore, Giovanni Maria ricevette la prima comunione, che venne amministrata in una camera della casa della famiglia Pingon di Écully, dove viveva il marchese Claude de Jouffroy d’Abbans (1751-1832), inventore del battello a vapore. Il colpo di Stato del 18 brumaio dell’anno IV (9 novembre 1799) portò Napoleone (1769–1821) al potere e, quindi, i sacerdoti refrattari fecero ritorno alle loro chiese, perciò anche don Balley rientrò a Écully.

Giovanni Maria ha ormai 20 anni e le sue manifestazioni sono decisamente di carattere ascetico. Preghiera, penitenza, meditazione. A tavola mangia quasi sempre solo la minestra, chiedendo che venga scodellata senza burro. Spesso trascorre il tempo in chiesa oppure nella canonica di Écully insieme al curato don Balley, il quale lo prende fin da subito in grande simpatia: vede qualcosa in lui che altri non scorgono. In canonica si accosta agli studi, ma fin dal principio manifesta grandi difficoltà. Con la penna in mano diventa lento e imbarazzato: la sua intelligenza è rimasta arrugginita per troppi anni. Mesi e mesi di sforzi che risultano vani, inefficaci. Con tenacia e volontà si concentra sui libri, ma le difficoltà sono enormi, tanto da sembrare insormontabili. Prega, si mortifica e, troppo poco nutrito, s’indebolisce sempre più. Un giorno il parroco lo rimprovera: "Giovanotto sta bene pregare e far penitenza, ma bisogna anche mangiare e non rovinarsi la salute".

È proprio in questo tempo che Giovanni Maria sperimenta una dolorosa e forte crisi vocazionale, provando un netto disgusto per i libri. Con la mente rivede i suoi cari, l’amata casa di famiglia, i campi paterni… ha nostalgia dell’aratura della terra, della semina, della mietitura del grano. Fra l’altro il padre di Giovanni Maria Vianney è decisamente contrario all’ordinazione del figlio, che lo reclama in famiglia per impiegarlo nelle mansioni rurali.

Il giovane afferma con amarezza a don Balley di voler far ritorno alla dimora paterna; ma il suo maestro di fede e d’intelletto si dimostra assai rattristato nell’udire quelle intenzioni, perciò non cede e cerca di spronarlo perché ha piena fiducia nelle potenzialità del suo allievo. I libri continuano ad essere il martirio di Giovanni Maria, il terribile ostacolo alla realizzazione della sua vocazione e secondo la sua stessa confessione "non poteva cacciare nulla nella sua povera testa" oppure "sono come gli zeri, valgo soltanto se vicino ad altre cifre". Cosciente del pericolo, decide di ricorrere all’intervento divino facendo un voto: si sarebbe recato a piedi fino al santuario di La Louvesc, presso la tomba di san Francesco Regis (1597–1640), l’apostolo del Velay e del Vivarais, il sacerdote della Compagnia di Gesù, che, predicando il Vangelo e amministrando il sacramento della penitenza per monti e per villaggi, si adoperò senza sosta per rinnovare la fede cattolica nell’animo degli abitanti.

È il 1806. Da Écully al villaggio di La Louvesc distano circa cento chilometri. Magro come un anacoreta, ma comunque in forze, Giovanni Maria parte. Durante il suo pellegrinaggio viene scambiato per un fannullone, un vagabondo e subisce minacce, rischiando di venire denunciato ai gendarmi. Bussa alle porte per essere sfamato, ma raramente trova ristoro e allora si nutre di erba che trova lungo il cammino e beve acqua di fonte. Privo di proteine e vitamine, cade nella denutrizione e nello sfinimento, tanto che è stordito, eppure prosegue il suo andare, a volte in compagnia di qualche tozzo di pane, ricevuto in elemosina.

Finalmente giunge al santuario, situato a 1.100 metri di altitudine fra le montagne dell’Haut-Vivarais. È stremato, ma felice. Si dirige subito alla tomba di san Francesco Regis e implora la grazia di imparare sufficientemente il latino, tanto da poter accedere agli studi teologici. Si confessa da un padre gesuita del santuario e gli rivela anche il suo voto. Il religioso gli commuta l’impegno preso: anziché attendere l’elemosina degli altri lungo il cammino di ritorno, avrebbe dovuto lui compierla. Dirà più tardi: "Ho sperimentato la verità della parola della Scrittura: val più dare che ricevere"", aggiungendo: "Non consiglierei mai a nessuno di fare il voto di mendicare".

I libri di studio non gli diedero più la nausea, ma a 24 anni era al livello di uno studente di 15. Ottenne la grazia da Dio, ma non dall’ordinamento militare. Infatti i seminaristi vennero dispensati dal servizio nell’esercito perché il cardinale Joseph Fesch (1763 – 1839), che aveva cresimato Vianney e che era in ottimi rapporti con Napoleone, suo nipote, ottenne da lui che tutti gli studenti ecclesiastici, iscritti nelle liste ufficiali della sua diocesi, fossero esentati dall’arruolamento, come coloro che erano già stati ordinati sacerdoti. Ci furono quattro eccezioni e fra questi seminaristi anche Giovanni Maria Vianney. È probabile che don Balley avesse omesso di segnalare all’arcivescovo che il suo chierico continuava a studiare, oppure, come seconda ipotesi plausibile, potrebbe esserci il fatto che i vicari generali avessero dimenticato di farlo iscrivere fra gli studenti dei seminari. Don Balley, allarmato, andò a fare le dovute rimostranze, ma non ci fu nulla da fare: non poteva essere considerato seminarista uno studente tardivo come Vianney, alloggiato in una casa di contadini, che riceveva lezioni in una canonica; inoltre il suo nome non figurava neppure nella lista ufficiale rilasciata dall’autorità diocesana…

Non restava che obbedire. Giovanni Maria entrò come recluta in una caserma di Lione, ma fu presto colto dalla febbre. Venne ricoverato all’ospedale, poi, convalescente, non riuscì a presentarsi in tempo all’ufficio del capitano per la partenza verso la frontiera della Spagna, dove era stato destinato il suo reparto. Entrò così a far parte della lista nera dei disertori e come tale venne ricercato per qualche tempo, fino all’amnistia: Napoleone, vincitore sull’Austria, aveva accordato la grazia in occasione del suo secondo matrimonio con l’arciduchessa Maria Luisa (1791 – 1847). Fu così che Gian Francesco Vianney di 20 anni, con atto notarile e dietro il versamento di 3.000 franchi, parte dell’eredità del fratello Giovanni Maria, prese il suo posto nell’esercito e venne incorporato nel 6° reggimento.

Aveva 26 anni quando don Balley ritenne che era giunto il momento di provare l’inserimento nel Seminario minore di Verrières, presso Montbrison, per il corso di filosofia della durata di una anno, per poi essere ammesso al Seminario maggiore di Sant’Ireneo a Lione. Ma immediatamente prese a circolare la disistima nei suoi confronti. Per questo giovane, che amava il nascondimento e non otteneva risultati soddisfacenti, nessuno provava interesse. Ed ecco la pagella di quel 1812: Lavoro: bene; Scienza: molto debole; condotta: buona; carattere: buono. Con queste valutazioni riuscì, comunque, ad entrare nel Seminario di Lione (1813-1814).

Ma i nodi vennero subito al pettine e nel consiglio docenti si diceva: "Capisce male il latino e lo parla ancora peggio", fino ad arrivare alla decisione: "Sarebbe il caso che il giovane se ne tornasse a casa e utilizzasse il suo tempo in modo più sensato. La vita sacerdotale non fa per lui. Restando qui sprecherebbe il suo e il nostro tempo". Giovanni Maria Vianney, colui che sarebbe stato proclamato da Pio XI, nel 1929, "celeste patrono di tutti i parroci dell'universo" e da Benedetto XVI, nel 2009, "di tutti i sacerdoti del mondo", venne espulso dal Seminario.

Affinché riuscisse a indossare la talare, è stata fondamentale tutta la tenacia dell’abbé Charles Balley: gli ha fatto scuola in canonica, l’ha avviato al seminario, lo ha riaccolto quando è stato sospeso dagli studi per incapacità e, dopo un altro periodo di difficile preparazione, è riuscito a farlo ordinare sacerdote nella città di Grenoble.

Spinto da don Balley, Giovanni Maria prosegue, nonostante gli insuccessi e le sconfitte. Ma la posta in gioco è troppo alta. Dirà il 13 agosto 1815: "Oh! Che cosa grande è il sacerdozio! Il sacerdozio non lo si capirà bene che in cielo… Se lo si comprendesse sulla terra, si morrebbe, non di spavento, ma di amore!...".

Ha scritto Benedetto XVI nella "Lettera per l’indizione di un anno sacerdotale in occasione del 150° anniversario del dies natalis del Santo Curato d’Ars" (16 giugno 2009):

"Ci sono, purtroppo, anche situazioni, mai abbastanza deplorate, in cui è la Chiesa stessa a soffrire per l’infedeltà di alcuni suoi ministri. È il mondo a trarne allora motivo di scandalo e di rifiuto. Ciò che massimamente può giovare in tali casi alla Chiesa non è tanto la puntigliosa rilevazione delle debolezze dei suoi ministri, quanto una rinnovata e lieta coscienza della grandezza del dono di Dio, concretizzato in splendide figure di generosi Pastori, di Religiosi ardenti di amore per Dio e per le anime, di Direttori spirituali illuminati e pazienti. A questo proposito, gli insegnamenti e gli esempi di san Giovanni Maria Vianney possono offrire a tutti un significativo punto di riferimento: il Curato d’Ars era umilissimo, ma consapevole, in quanto prete, d’essere un dono immenso per la sua gente".

Nessuna posizione umana è comparabile a quella del sacerdote: "Un buon pastore, un pastore secondo il cuore di Dio, è il più grande tesoro che il buon Dio possa accordare ad una parrocchia e uno dei doni più preziosi della misericordia divina". Sul sacerdozio non riusciva a capacitarsi della grandezza del dono e del compito affidati da Dio a una creatura umana: "Oh come il prete è grande!... Se egli si comprendesse, morirebbe... Dio gli obbedisce: egli pronuncia due parole e Nostro Signore scende dal cielo alla sua voce e si rinchiude in una piccola ostia...".

Spiegando ai suoi fedeli l’importanza dei sacramenti, l’abbé Vianney affermerà: "Tolto il sacramento dell'Ordine, noi non avremmo il Signore. Chi lo ha riposto là in quel tabernacolo? Il sacerdote. Chi ha accolto la vostra anima al primo entrare nella vita? Il sacerdote. Chi la nutre per darle la forza di compiere il suo pellegrinaggio? Il sacerdote. Chi la preparerà a comparire innanzi a Dio, lavandola per l'ultima volta nel sangue di Gesù Cristo? Il sacerdote, sempre il sacerdote. E se quest'anima viene a morire [per il peccato], chi la risusciterà, chi le renderà la calma e la pace? Ancora il sacerdote... Dopo Dio, il sacerdote è tutto!... Lui stesso non si capirà bene che in cielo". Continua Benedetto XVI nella sua Lettera: "Queste affermazioni, nate dal cuore sacerdotale del santo parroco, possono apparire eccessive. In esse, tuttavia, si rivela l’altissima considerazione in cui egli teneva il sacramento del sacerdozio. Sembrava sopraffatto da uno sconfinato senso di responsabilità […]. Senza il prete la morte e la passione di Nostro Signore non servirebbero a niente. È il prete che continua l’opera della Redenzione sulla terra... Che ci gioverebbe una casa piena d’oro se non ci fosse nessuno che ce ne apre la porta? Il prete possiede la chiave dei tesori celesti: è lui che apre la porta; egli è l’economo del buon Dio; l’amministratore dei suoi beni... Lasciate una parrocchia, per vent’anni, senza prete, vi si adoreranno le bestie... Il prete non è prete per sé, lo è per voi"".

Finalmente il 13 agosto del 1815, a 29 anni e tre mesi, dopo indicibile fatica, poté salire all’altare e compiere il primo sacrificio eucaristico. Da bambino, quando era ancora accanto all’amata madre, egli affermava: "Se fossi prete, vorrei conquistare molte anime", quelle anime lo stavano attendendo.

Tornò a Ecully come vicario dell’abbé Balley, ma quest’ultimo, vecchio prima del tempo, morì nel 1817 dopo essersi confessato con il caro allievo, il figlio prediletto. Ricevette da lui il viatico, l’estrema unzione e gli ordinò di prendere gli strumenti di penitenza, mormorandogli all’orecchio: "Tieni, figliolo, nascondili. Se scoprissero questi arnesi dopo la mia morte, crederebbero che io ho già scontato i miei peccati e mi lascerebbero in Purgatorio fino alla fine del mondo". La disciplina e il cilicio di don Balley vennero ereditati, e quindi utilizzati, dall’abbé Vianney, il quale custodì con devozione gli oggetti appartenuti al suo maestro e padre spirituale, anche un piccolo specchio, "perché aveva riflesso il suo volto".

Ora, per la diocesi di Lione, si poneva il problema di dove collocarlo. Era vacante una minuscola cappellania (neppure parrocchia) di Ars del dipartimento dell’Ain, a 35 chilometri a nord di Lione. Gli abitanti erano 230. Non valeva la pena "sprecare" un sacerdote per una realtà così piccola e situata in un punto che la diocesi considerava una sorta di Siberia, un luogo dimenticato dal mondo. Tuttavia, c’era quell’ "ignorante" pretino di 32 anni da sistemare. L’onorario previsto era di 500 franchi, concessi annualmente dal Comune.

Il 9 febbraio 1818 l’ "inutile" ministro di Dio si mise in cammino e, trovato un ragazzo per la via, gli domandò l’indicazione per il villaggio che doveva raggiungere, promettendogli, come evoca, ricordando le parole pronunciate dal santo, il "Monument de la Rencontre" di Ars: "Io ti mostrerò il cammino del cielo".

Era stato "preavvertito dal Vescovo che avrebbe trovato una situazione religiosamente precaria: "Non c’è molto amor di Dio in quella parrocchia; voi ce ne metterete". Era, di conseguenza, pienamente consapevole che doveva andarvi ad incarnare la presenza di Cristo, testimoniandone la tenerezza salvifica: "[Mio Dio], accordatemi la conversione della mia parrocchia; accetto di soffrire tutto quello che vorrete per tutto il tempo della mia vita!", fu con questa preghiera che iniziò la sua missione. Alla conversione della sua parrocchia il Santo Curato si dedicò con tutte le sue energie, ponendo in cima ad ogni suo pensiero la formazione cristiana del popolo a lui affidato. Cari fratelli nel Sacerdozio, chiediamo al Signore Gesù la grazia di poter apprendere anche noi il metodo pastorale di san Giovanni Maria Vianney!". Benedetto XVI non propone a modello, dunque, la pastoralità moderna, bensì quella della Tradizione e si potrebbe affermare la stessa considerazione per la liturgia, come ha avuto modo di spiegare molto bene nella sua autobiografia, ma questo è un altro tema. Prosegue il Pontefice: "Ciò che per prima cosa dobbiamo imparare è la sua totale identificazione col proprio ministero. In Gesù, Persona e Missione tendono a coincidere: tutta la sua azione salvifica era ed è espressione del suo "Io filiale" che, da tutta l’eternità, sta davanti al Padre in atteggiamento di amorosa sottomissione alla sua volontà. Con umile ma vera analogia, anche il sacerdote deve anelare a questa identificazione. Non si tratta certo di dimenticare che l’efficacia sostanziale del ministero resta indipendente dalla santità del ministro; ma non si può neppure trascurare la straordinaria fruttuosità generata dall’incontro tra la santità oggettiva del ministero e quella soggettiva del ministro. Il Curato d’Ars iniziò subito quest’umile e paziente lavoro di armonizzazione tra la sua vita di ministro e la santità del ministero a lui affidato, decidendo di "abitare" perfino materialmente nella sua chiesa parrocchiale: "Appena arrivato egli scelse la chiesa a sua dimora... Entrava in chiesa prima dell’aurora e non ne usciva che dopo l’Angelus della sera. Là si doveva cercarlo quando si aveva bisogno di lui", si legge nella prima biografia". In chiesa il tempo scompariva, come lo spazio, lì guardava il buon Dio e "Dio guarda me…".

Quando giunse ad Ars il 13 febbraio 1818 trovò un paese immerso nella solitudine, isolato, quasi inaccessibile, anche a causa della quasi impraticabilità delle strade. Gli abitanti, infatti, non si allontanavano quasi mai da lì, "essendo del resto selvatici per natura".

Ad Ars Vianney si diede subito da fare, trovando l’appoggio nella contessina Maria Anna Colomba Garnier des Garets (1754-1832) di 64 anni. La Rivoluzione, nonostante fosse nobile, non l’aveva catturata. Il prete venuto da Dardilly non pretendeva di cambiare il mondo, ma quel minuscolo paese, che Dio gli aveva affidato. Si assicurò perciò la cooperazione delle famiglie migliori per perfezionare i buoni, richiamare gli indifferenti, convertire i peccatori. Dinanzi all’opera da intraprendere si sentiva debole e insufficiente, ma abbattendo l’orgoglio spalancò le porte alla forza misteriosa della Grazia, che inondò la sua anima e il paese di Ars, per il quale offrì tutto se stesso, sottoponendosi a durissime penitenze. Per diverso tempo dormì al piano terra con pavimento e muri umidi e senza materasso poiché lo regalò ai poveri. Contrasse nevralgie facciali molto dolorose e di cui soffrì per 15 anni. Gli fu allora detto di salire nella sua camera, ma lui scelse il solaio. Non ebbe mai per il suo "cadavere", come chiamava il proprio corpo, alcuna pietà.

Per cibarsi usava spesso la marmitta, divenuta leggendaria: in essa cuoceva patate per una settimana e le mangiava fredde, a volte ricoperte di muffa. Di tanto in tanto si faceva cuocere un uovo nella cenere calda oppure impastava un pugno di farina con acqua e sale, preparando i cosiddetti "matefaims" del Curato d’Ars. D’altra parte non aveva cessato di cibarsi di erba. Di tutta fretta mangiava quel poco-niente e beveva un bicchiere d’acqua. Proverbiali erano poi i suoi digiuni, di cui faceva uso per scacciare il peccato dalle anime. Affermava: "Questa specie di demoni – dice il Vangelo – non si scaccia che col digiuno e la preghiera" (Mt 17,20). Rivelerà: "… il demonio fa poco conto della disciplina e degli altri strumenti di penitenza. Ciò che lo sbaraglia è la privazione del bere, nel mangiare e nel dormire. Niente il demonio teme di più e quindi nulla è più gradito a Dio! Quando ero solo, e lo sono stato per otto o nove anni, potendo fare un poco a mio piacimento, mi è capitato di non mangiare per diversi giorni… Allora ottenevo da Dio tutto ciò che volevo per me e per gli altri" e, con commozione, "Ora non è la stessa cosa. Non posso stare a lungo senza magiare; non riesco più a parlare… Ma come ero fortunato, quando ero solo! Comperavo dai poveri i pezzi di pane che erano stati loro offerti; passavo una buona parte della notte in chiesa; non avevo tanta gente da confessare come ora… E il buon Dio mi faceva grazie straordinarie…".

Utilizzò l’istruzione religiosa per debellare l’ignoranza e cristianizzò, evangelizzò, catechizzò, lanciando una vera e propria crociata contro la bestemmia, il lavoro festivo, le osterie e i balli. Le persone andavano a confessarsi sempre più frequentemente da lui e sovente, come accadrà anche al confessionale di Padre Pio da Pietrelcina, l’abbé Vianney non le assolveva se non vedeva il pentimento.

Tutti gli obiettivi che si era posto al suo ingresso nel villaggio furono raggiunti, riuscendo anche a sopprimere le osterie, dispensatrici di vizi e miseria. Quando, più tardi, forestieri, fedeli o semplicemente curiosi arriveranno in massa ad Ars, san Giovanni Maria Vianney non si opporrà all’apertura di attività commerciali come gli alberghi. L’ordine, pur con una presenza massiccia di pellegrini, regnerà sovrano. Gli antidoti dell’abbé Vianney al malcostume, al malaffare, allo sciupio della vita erano: messe quotidiane, sacramenti, catechismo, vespri, preghiere, letture devote, rosario, processioni, rogazioni, così si realizzò la restaurazione spirituale ad Ars, che andò di pari passo con quella materiale.

Aveva per il peccatore tenera compassione, ma ciò non gli impediva di essere senza misericordia verso il peccato, di fronte al quale diventava rigidissimo e tuonava, spiegando che esiste una santa collera che viene dallo zelo "con cui dobbiamo sostenere gli interessi di Dio". La sua santa collera veniva non dal temperamento mite, bensì dal senso del dovere religioso, avendo assunto l’abito sacerdotale ed essendo divenuto, a pieno titolo, Alter Christus.

La cappellania diventò parrocchia nel 1821 e Vianney inziò l’opera di restauro della chiesa. Inoltre, nel 1824, aprì una scuola e un orfanotrofio per ragazze, chiamato "Providence". Le giovani erano tante, circa 60, e il cibo, un giorno, iniziò a scarseggiare. Vianney pregò e il granaio si riempì: la cosa singolare è che il poco grano vecchio rimasto si distingueva dai chicchi nuovi. Ci fu carestia a causa della siccità e la farina era rarissima, ma il mediatore di Dio, con la preghiera, moltiplicò anche quella.

Tormentato dal desiderio di solitudine e di meditazione, sognava il giorno in cui avrebbe potuto ritirarsi nell’amata casa "Providence" per stabilire un’adorazione perpetua. Ma i disegni erano ben diversi.

Dopo cinque anni Ars non era più Ars. Come affluenza di persone sembrava divenuta una metropoli. I forestieri rimanevano stupiti e meravigliati quando vi giungevano: il comportamento degli abitanti era esemplare. Ad essi il curato aveva raccomandato di recitare l’Angelus tre volte al giorno, perciò quando i tre colpi di campana si diffondevano nella valle, tutti si fermavano: gli uomini si scoprivano il capo, le donne giungevano le mani e tutti pregavano.

Violente furono le persecuzioni diaboliche ai danni del Curato d’Ars, che sarà nominato esorcista. Il maligno, che lui chiamava "grappino", lo pedinò per circa trentacinque anni, dal 1824 al 1858 e non gli permetteva di riposare. Rovesciava le sedie, scuoteva i mobili e ripeteva: "Vianney, Vianney! Mangiapatate!, Ah! Non sei ancora morto!... Un giorno ti avrò". Grugniti di orso, latrati di cane…Vianney pregava e faceva penitenza, non mangiava e non dormiva e un giorno il "grappino", sconfitto, non tornò più a molestarlo.

La fama di santità percorse tutta la Francia e anche oltre. Il santo si schernì sempre dall’essere l’autore di prodigi, guarigioni e miracoli, attribuendo tutto all’intercessione di santa Filomena (III-IV secolo), martire dell’antica Roma, di cui la chiesa di Ars conservava una reliquia.

Tuttavia quella fama di santità urtava parecchi ecclesiastici, che non potevano credere in un sacerdote "ignorante", spesso considerato addirittura pazzo. A tali illazioni monsignor Alexandre Raymond Dévié (1767 – 1855), vescovo di Belley, rispondeva: "Signori, io auguro a tutto il mio clero un granellino di questa follia".

Dall’età di 11 anni desiderava vivere in solitudine, ma non gli fu permesso; rimase 41 anni curato delle anime di Ars, contro la sua volontà, sottomettendosi a quella di Dio. Un giorno disse: "Non è per la fatica che costa… Ciò che spaventa è il conto che si deve rendere a Dio della vita di curato […] non sapete che cosa voglia dire passare da una canonica al tribunale di Dio". Tre volte tentò la fuga da Ars, ma fece sempre ritorno nel luogo dove Dio l’aveva chiamato ad operare.

I suoi sermoni sono un capolavoro di dottrina e di teologia. Siamo di fronte a un predicatore straordinario. Si prepara le prediche meglio che può, poi le studia. Ma quando le espone, parla con tanta convinzione, con tanto ardente amore per Dio che coinvolge e travolge gli uditori. Parecchi testimoni hanno raccontato che, nonostante la sottile voce del santo, l’assenza di microfoni, l’assembramento delle migliaia di persone nella e presso la chiesa, non impedivano alla Grazia di manifestarsi ugualmente e molti si convertirono senza neppure sentirlo.

Un avvocato anticlericale andò ad Ars sperando di ridere a spese di quello strano prete, in realtà tornò a casa convertito: agli amici che gli chiesero che cosa avesse visto ad Ars, egli rispose che aveva incontrato Dio in un uomo.

Le sue benedizioni, le sue prediche, il suo carisma si estendono ormai per ogni dove; in moltissimi vogliono raggiungere Ars, tanto che tutta l’Europa viene qui rappresentata.

Nel 1835 don Vianney risente ancora delle penitenze giovanili: nevralgie facciali e mal di denti impressionanti. Fino al 1843, nonostante la mole di lavoro a cui deve attendere, non ha accanto a sé nessun coadiutore, ma dopo questa data monsignor Devie raccomanda i parroci di Rancé e di Savigneux di aiutarlo nelle diverse funzioni del suo ministero.

Proprio in quell’anno Vianney fu in punto di morte a causa di una pleuro-polmonite, d’altra parte già due anni prima, sentendosi sfinito e prossimo alla morte, aveva fatto testamento, nel quale "lasciava alla terra il suo corpo di peccati e consegnava la sua povera anima alle Tre Persone della SS. Trinità".

Fu un martire del confessionale: arrivò a starvi anche 18 ore al giorno. Benedetto XVI, sull’esempio di Vianney, invita a rimettere al centro delle preoccupazioni pastorali la confessione, il sacramento che rigenera e riporta alla vita l’anima fatta per la libertà della Verità e non per la menzogna e la prigionia del peccato, che getta nelle tenebre la persona, serrandola in una gabbia di male. E se l’anima è torturata, tutto l’equilibrio psicofisico è turbato e compromesso. Scrive ancora il Santo Padre nella sua Lettera: "Sconsiglia ai suoi parrocchiani la danza. Eppure le danze del suo tempo sono meno immorali e scandalose di certe danze di oggi: le sue parrocchiane ci vanno coperte e con le gonne lunghe. Chissà che cosa direbbe di certi balli del nostro secolo! Eppure nega l’assoluzione a chi non promette di astenersi da certi balli. Alcuni gli rispondono che andranno in un’altra chiesa dove non avranno difficoltà a farsi assolvere. A questi risponde: "Se altri preti vi vogliono aiutare ad andare all’Inferno, che se ne prendano la responsabilità"".

Era il mese di marzo del 1850 quando uscì un libro del suo amico, il venerabile fratel Gabriele Taborin (1799-1864), fondatore dei Fratelli della Sacra Famiglia, dal titolo: L’Angelo conduttore dei pellegrini di Ars. Quando Taborin gli fece dono del volume, l’abbé Vianney rimase profondamente addolorato, poiché si trattava di un lavoro encomiastico nei suoi confronti. "Ma come avete potuto ingannarmi così?", disse turbato , "Vi credevo incapace di fare un libro cattivo. Non voglio assolutamente che quest’opera sia conservata o divulgata in alcun modo. Bruciatela immediatamente! Vi rimborserò io le spese della stampa". Di fronte all’interdetto Taborin egli aggiunse, pensando sempre di essere un asino che aveva scambiato il suo "raglio per un nitrito": "Il vostro libro è buono farà senz’altro del bene. Ma bisogna togliere tutti quegli elogi menzogneri che avete messo all’inizio. Come avete potuto farmi simili lodi. A me, che non sono che un povero peccatore, il più ignorante dei preti. A me che forse un giorno sarò sconfessato! Gli altri parroci fanno del bene. Io non faccio che tele di ragno, e se anche essi non lo dicono, comunque lo pensano". Il suo disappunto non venne preso in considerazione e il Vescovo di Belley diede l’autorizzazione alla distribuzione del volume. Il commento del Curato d’Ars fu: "Appena una croce mi lascia, eccone subito un’altra pronta a sostituirla" e non autografò neppure una copia.

L’abbé Vianney trascorre tutta la sua giornata e la sera in chiesa: all’altare, sul pulpito, in confessionale. Spesso la notte non trova riposo, a causa delle molestie sataniche, che si fanno sentire anche di giorno, come quella mattina del 24 febbraio 1857. Mentre il curato si trovava in sacrestia, alcuni fedeli, che si trovavano nella canonica, videro uscire le fiamme dalla sua stanza. Corsero per andarlo ad avvisare. Egli, che già indossava i paramenti sacri e stava per iniziare a celebrare la Santa Messa, senza scomporsi disse: "Quel villano d’un grappino!... Non ha potuto prendere l’uccello e così brucia la gabbia". Così dicendo trasse di tasca la chiave della porta per dare la possibilità ai parrocchiani di spegnere l’incendio. (Ancora oggi sono visibili le tracce del fuoco su diversi oggetti). Ma grande fu lo stupore quando i soccorritori videro, aprendo la porta, che le fiamme si erano fermate davanti al reliquiario di legno che don Vianney teneva sul cassettone e che conteneva oltre cinquecento reliquie di santi, raccolte nel corso degli anni.

Fra i tanti doni straordinari di don Vianney c’era quello del discernimento degli spiriti, cioè l’intelligibilità delle anime che gli permetteva di scrutare i cuori e rivelare anche ciò che i penitenti non osavano dire oppure li illuminava sui pericoli della coscienza e sulle tentazioni. Giorno, notte, sempre, senza soste… nulla lo poteva fermare di fronte alla liberazione del peccato. Soffriva di emicranie paurose dentro il confessionale, gelido d’inverno, una fornace d’estate, eppure proseguiva, incurante di sé.

Venivano pagati i poveri per tenere il posto in coda ai più abbienti. Don Vianney non faceva mai distinzioni fra i fedeli, usando lo stesso atteggiamento, come faceva anche san Giuseppe Cafasso (1811-1860), sia per i meno fortunati che per le persone illustri. Una volta un ricco signore si lamentò a gran voce perché era costretto, per confessarsi, a rispettare la fila come gli altri. Con passo deciso si avviò al confessionale, superando tutti gli astanti, e con arroganza disse: "La settimana scorsa, io, sono stato a pranzo con l’imperatore!", allora l’abbé Vianney spuntò fuori e rispose: "E io pranzo tutti giorni con Nostro Signore!". Arguto e pungente, il Curato rispondeva sempre a tono, come quella volta che si rivolse in questi termini ad un pellegrino scettico, il quale gli aveva domandato se vedeva davvero il diavolo: "Sì, e anche adesso!".

Incoraggiava alla comunione frequente, affermando che non tutti coloro che si avvicinano all’altare sono santi, ma i santi sono fra coloro che si comunicano spesso. Un giorno un’indemoniata gli gridò: "Quanto mi fai soffrire… Se sulla terra ci fossero tre persone come te, il mio regno sarebbe distrutto".

Unito costantemente a sorella povertà, amava i paramenti sacri ricchi e preziosi, gli arredi della chiesa belli e nobili. Affermava che "niente è troppo bello per Dio" e agì di conseguenza abbellendo la chiesa, il campanile, il coro, le cappelle Jean-Baptiste nel 1823, Ecce Homo nel 1833, Sainte Philomène nel 1837 Per tutta la vita accoglierà con riconoscenza donazioni e favori di benefattori aristocratici e potenti, sempre destinati ad abbellire la chiesa o la "Providence".

Incontrandolo ci si convertiva o si consolidava la fede che si aveva, cercando di perfezionarsi, ma gli stessi preti rimanevano scossi e rileggevano la propria vocazione alla luce della vita, della pastorale, delle parole del Curato d’Ars. Spiegava il patrono dei parroci: "La causa della rilassatezza del sacerdote è che non fa attenzione alla Messa! Mio Dio, come è da compiangere un prete che celebra come se facesse una cosa ordinaria!" e prese l’abitudine di offrire sempre, celebrando, anche il sacrificio della propria vita: "Come fa bene un prete ad offrirsi a Dio in sacrificio tutte le mattine!". Il cuore, il centro della vita del prete è l’Eucaristia, ma tale deve essere anche per il laico, come afferma nel sermone pensato per la sesta domenica dopo Pentecoste: "Quale gioia per un cristiano che ha la fede, che, alzandosi dalla santa Mensa, se ne va con tutto il cielo nel suo cuore! ... Ah, felice la casa nella quale abitano tali cristiani!... quale rispetto bisogna avere per essi, durante la giornata. Avere, in casa, un secondo tabernacolo dove il buon Dio ha dimorato veramente in corpo e anima!. . .".

Nel 1836 si organizzò un servizio di vetture fra Ars e Trévoux, tre volte alla settimana e divenne quotidiano fra Ars e Lione nel 1840. Due carrozze omnibus furono poi ulteriormente approntate, per due volte al giorno, con la linea Parigi-Lione. Il numero dei pellegrini giunse ad ottantamila all’anno, contando solo coloro che si servivano di mezzi pubblici.

Con decreto dell’11 agosto 1855 Napoleone III promosse l’abbé Vianney nell’ordine imperiale della Legion d’Onore, con il grado di cavaliere, titolo che assume un’inevitabile vena umoristica sulle spalle spigolose e fragili del curato, il quale, quando era diventato canonique, aveva immediatamente venduto, a vantaggio dei poveri, la mozzetta che gli avevano consegnato. Un giorno si sentì dire: "Signor Curato, tutte le potenze della terra vi offrono decorazioni. Quindi Dio non mancherà di decorarvi in Cielo" e lui, seriamente: "È questo che mi fa paura! Guai se alla morte mi presentassi con queste bagatelle, e dovessi sentire Dio che mi dice: "Vattene! Hai già ricevuto la tua ricompensa"". Allora, quando seppe che la croce di cavaliere non aveva alcun valore commerciale, altrimenti l’avrebbe venduta per i suoi poveri, la restituì al mittente.

Morì, sfinito, ma senza agonia, il 4 agosto 1859 alle 2 della notte. Il campanile di Ars emise i rintocchi funebri e venne imitato dai paesi di Savigneux, Misérieux, Toussieux, Jassans-Riottier. Dopo le esequie, il suo corpo, per consentire l’ultimo saluto dei fedeli, rimase esposto in chiesa dieci giorni e dieci notti. Papa san Pio X lo ha proclamato beato l'8 gennaio 1905; mentre il 31 maggio 1925 è stato canonizzato da Pio XI. Nel centenario della morte, il 1° agosto 1959, il beato Giovanni XXIII gli ha dedicato un’enciclica, Sacerdotii Nostri Primordia, additandolo a modello dei sacerdoti.

Nel 1986, il venerabile Giovanni Paolo II, nel bicentenario della nascita del santo, andò in pellegrinaggio ad Ars, dedicandogli la tradizionale lettera che indirizzava ogni giovedì Santo a tutti i sacerdoti. Lascia scritto il Papa: "Sulla strada del rientro dal Belgio a Roma, ebbi la fortuna di sostare ad Ars. Era la fine di ottobre del 1947, la domenica di Cristo Re. Con grande commozione visitai la vecchia chiesetta dove San Giovanni Maria Vianney confessava, insegnava il catechismo e teneva le sue omelie. Fu per me un'esperienza indimenticabile. Fin dagli anni del seminario ero rimasto colpito dalla figura del parroco di Ars, soprattutto alla lettura della biografia scritta da Mons. Trochu. San Giovanni M. Vianney sorprende soprattutto perché in lui si rileva la potenza della grazia che agisce nella povertà dei mezzi umani. Mi toccava nel profondo, in particolare, il suo eroico servizio confessionale. Quell' umile sacerdote che confessava più di dieci ore al giorno, nutrendosi poco e dedicando al riposo appena alcune ore, era riuscito, in un difficile periodo storico, a suscitare una sorta di rivoluzione spirituale in Francia e non soltanto in Francia. Migliaia di persone passavano per Ars e si inginocchiavano al suo confessionale. Sullo sfondo della laicizzazione e dell'anticlericalismo del XIX secolo, la sua testimonianza costituisce un evento davvero rivoluzionario.

Dall'incontro con la sua figura trassi la convinzione che il sacerdote realizza una parte essenziale della sua missione attraverso il confessionale, attraverso quel volontario "farsi prigioniero del confessionale"".

Il Cuore incorrotto dell’abbé Vianney è custodito in un reliquiario donato, in occasione del centenario della beatificazione, dalla parrocchia di San Giovanni Maria Vianney (località Borghesiana) di Roma al Santuario di Ars. L'opera, in bronzo argentato, è stata fusa nella fonderia dei laboratori della Domus Dei di Albano su progetto dell'artista Alessia Bernabei di Roma. Il reliquiario è stato ideato prendendo spunto da una frase tratta dalle omelie del Curato: "Il cuore dei santi é saldo come una roccia tra i flutti del mare", e rielabora il portale della Cappella del Cuore di Ars, trasformandolo in un tempietto, edificato sopra una roccia, che si erge tra le onde del mare.

Autore: Cristina Siccardi

Spunti bibliografici su Santo Curato D'ars a cura di LibreriadelSanto.it

Tognetti Serafino, Ho visto Dio in un uomo. Santo curato D'Ars, Shalom, 2010 - 416 pagine

De Domenico Elisabeth M., La vita del santo curato D'ars, Paoline Edizioni, 2010 - pagine

Siccardi Cristina, Semplicemente fratello, San Paolo Edizioni, 2010 - 176+16 pagine

Farinelli Giuseppe, Allora non è pane! Vita di san Giovanni Maria Vianney. Curato d'Ars, Ares Edizioni, 2010 - 360 pagine

Fortunati Alessandro, Cambiare si può se ci sono i santi. Il curato d'Ars, Tau Editrice, 2010 - 64 pagine

Stanzione Marcello, San Giovanni Maria Vianney, Edizioni Segno, 2009 - 140 pagine

Stanzione Marcello, Trecentosessantacinque giorni con il curato d'Ars. Pensieri scelti di san Giovanni Maria Vianney, patrono dei sacerdoti, Gribaudi, 2009 - pagine

Alfred Monnin, Il Curato D'Ars, Guerrino Leardini, 2009 - 287 pagine

Vianney Giovanni M., Pensieri. Il curato d'Ars San Giovanni Maria Vianney, Guerrino Leardini, 2009 - 224 pagine

Joulin Marc, Il santo curato d'Ars, Paoline Edizioni, 2009 - 128 pagine

Rita Pomponio, Il Curato D'Ars, Libreria Editrice Vaticana, 2009 - pagine

Innocente Feliciano, San Giovanni Maria Vianney, Elledici, 2009 - 48 pagine

Fontana Daniele, Ars e il suo curato. Un povero ricco di Dio, Apostolato della Preghiera Edizioni, 2009 - pagine

Ballestrero Anastasio, Il cuore del curato d'Ars, Elledici, 2009 - 192 pagine

Trochu François, Il curato d'Ars, Marietti, 1997 - 704 pagine

4 agosto

23900 > San Giovanni Maria Vianney Sacerdote 4 agosto - Memoria MR

90683 > Sant' Aristarco Discepolo di san Paolo 4 agosto MR

90839 > Beata Berta Badessa di Cavriglia Prima domenica d’agosto

56790 > Beata Cecilia Cesarini Vergine 4 agosto MR

65410 > Santi Crescenzione e Giustino Martiri 4 agosto MR

93036 > Sant’ Eleuterio Martire 4 agosto MR

92955 > Beato Enrico Giuseppe (Henryk Jozef) Krzysztofik Sacerdote e martire 4 agosto MR

65430 > Sant' Eufronio di Tours Vescovo 4 agosto MR

94559 > Beati Giovanni della Croce ed Egidio da Siviglia Mercedari 4 agosto

23900 > San Giovanni Maria Vianney Sacerdote 4 agosto - Memoria MR

92926 > Beati Giuseppe Batalla Parramon, Giuseppe Rabasa Betanachs ed Egidio Rodicio Rodi Salesiani, martiri 4 agosto MR

90547 > Beato Guglielmo (William) Horne Monaco certosino, martire 4 agosto MR

65470 > Beato Gundisalvo (Gonsalvo) Gonzalo Martire 4 agosto MR

65420 > Santa Ia Martire in Persia 4 agosto MR

65440 > Sant' Onofrio Eremita 4 agosto MR

65460 > San Rainerio (Raniero) di Cagli Vescovo 4 agosto MR

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SAN ASPRENO di NAPOLI VESCOVO

S. MESSA 3 Agosto 2011 XVIII Settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Cristo Re Minori Martina F. Taranto ITALY 1a Parte

http://www.cristo-re.eu Celebra P. Antonio Mariggiò Parroco, sito internet Parrocchia http://www.parrocchie.it/martinafranca/cristore.it/

Cocelebrante Padre Anselmo Raguso Decano, Laici Giuseppe Bello, Giuseppe Vinci, Riferimenti Liturgici dal sito internet http://www.lachiesa.it http://www.santibeati.it Se vuoi ascoltare il Vangelo clicca, Scaricare il foglietto della Messa, Scarica le Letture del Lezionario, Ascoltare il Vangelo vai al sito: http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20110522.shtml e clicca in alto sulla destra su quello che ti interessa.

Mercoledì della XVIII settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Grado della Celebrazione: Feria Colore liturgico: Verde

Antifona d'ingresso O Dio, vieni a salvarmi. Signore, vieni presto in mio aiuto. Sei tu il mio soccorso, la mia salvezza: Signore, non tardare. (Sal 70,2.6)

Colletta Mostraci la tua continua benevolenza, o Padre, e assisti il tuo popolo, che ti riconosce suo pastore e guida;

rinnova l’opera della tua creazione e custodisci ciò che hai rinnovato. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

Prima lettura Nm 13,1-3.25-14,1.26-30.34-35 Rifiutarono una terra di delizie.

Dal libro dei Numeri

In quei giorni, il Signore parlò a Mosè [nel deserto di Paran] e disse: "Manda uomini a esplorare la terra di Canaan che sto per dare agli Israeliti. Manderete un uomo per ogni tribù dei suoi padri: tutti siano prìncipi fra loro". Mosè li mandò dal deserto di Paran, secondo il comando del Signore.

Al termine di quaranta giorni tornarono dall’esplorazione della terra e andarono da Mosè e Aronne e da tutta la comunità degli Israeliti nel deserto di Paran, verso Kades; riferirono ogni cosa a loro e a tutta la comunità e mostrarono loro i frutti della terra.

Raccontarono: "Siamo andati nella terra alla quale tu ci avevi mandato; vi scorrono davvero latte e miele e questi sono i suoi frutti. Ma il popolo che abita quella terra è potente, le città sono fortificate e assai grandi e vi abbiamo anche visto i discendenti di Anak. Gli Amaleciti abitano la regione del Negheb; gli Ittiti, i Gebusei e gli Amorrei le montagne; i Cananei abitano presso il mare e lungo la riva del Giordano".

Caleb fece tacere il popolo davanti a Mosè e disse: "Dobbiamo salire e conquistarla, perché certo vi riusciremo". Ma gli uomini che vi erano andati con lui dissero: "Non riusciremo ad andare contro questo popolo, perché è più forte di noi". E diffusero tra gli Israeliti il discredito sulla terra che avevano esplorato, dicendo: "La terra che abbiamo attraversato per esplorarla è una terra che divora i suoi abitanti; tutto il popolo che vi abbiamo visto è gente di alta statura. Vi abbiamo visto i giganti, discendenti di Anak, della razza dei giganti, di fronte ai quali ci sembrava di essere come locuste, e così dovevamo sembrare a loro". Allora tutta la comunità alzò la voce e diede in alte grida; quella notte il popolo pianse.

Il Signore parlò a Mosè e ad Aronne e disse: "Fino a quando sopporterò questa comunità malvagia che mormora contro di me? Ho udito le mormorazioni degli Israeliti contro di me. Riferisci loro: "Come è vero che io vivo, oracolo del Signore, così come avete parlato alle mie orecchie io farò a voi! I vostri cadaveri cadranno in questo deserto. Nessun censito tra voi, di quanti siete stati registrati dai venti anni in su e avete mormorato contro di me, potrà entrare nella terra nella quale ho giurato a mano alzata di farvi abitare, a eccezione di Caleb, figlio di Iefunnè, e di Giosuè, figlio di Nun. Secondo il numero dei giorni che avete impiegato per esplorare la terra, quaranta giorni, per ogni giorno un anno, porterete le vostre colpe per quarant’anni e saprete che cosa comporta ribellarsi a me". Io, il Signore, ho parlato. Così agirò con tutta questa comunità malvagia, con coloro che si sono coalizzati contro di me: in questo deserto saranno annientati e qui moriranno".

Parola di Dio

Salmo responsoriale Sal 105 Ricòrdati di noi, Signore, per amore del tuo popolo.

Abbiamo peccato con i nostri padri, delitti e malvagità abbiamo commesso.

I nostri padri, in Egitto, non compresero le tue meraviglie.

Presto dimenticarono le sue opere, non ebbero fiducia del suo progetto, arsero di desiderio nel deserto e tentarono Dio nella steppa.

Dimenticarono Dio che li aveva salvati, che aveva operato in Egitto cose grandi, meraviglie nella terra di Cam, cose terribili presso il Mar Rosso.

Egli li avrebbe sterminati, se Mosè, il suo eletto, non si fosse posto sulla breccia davanti a lui per impedire alla sua collera di distruggerli.

Canto al Vangelo (Lc 7,16) Alleluia, alleluia. Un grande profeta è sorto tra noi, e Dio ha visitato il suo popolo. Alleluia.

Vangelo

Mt 15,21-28

Donna, grande è la tua fede!

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne. Ed ecco una donna Cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: "Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio". Ma egli non le rivolse neppure una parola.

Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: "Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!". Egli rispose: "Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele".

Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: "Signore, aiutami!". Ed egli rispose: "Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini". "È vero, Signore, – disse la donna – eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni".

Allora Gesù le replicò: "Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri". E da quell’istante sua figlia fu guarita.

Parola del Signore

URL (clicca sopra per vedere la santa Messa Pubblicata su YouTube) : http://www.youtube.com/watch?v=-DqgrlwhXfY

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S. MESSA 3 Agosto 2011 XVIII Settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Cristo Re Minori Martina F. Taranto ITALY 2a Parte

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Preghiera dei fedeli

La nostra preghiera si innalzi piena di speranza al Padre, mediante la voce e lo spirito di Cristo, nostro mediatore e nostra guida. Preghiamo insieme e diciamo: Salvaci, o Signore.

Per la Chiesa, perché rinnovi la sua fede nella potenza della preghiera umile e incessante, come il Signore ha insegnato ai suoi discepoli. Preghiamo:

Per i nostri fratelli che gemono nel pianto e nel dolore, perché trovino persone che sappiano ascoltare e comprendere, amare e soccorrere. Preghiamo:

Per i fedeli delle religioni non cristiane, perché la pratica della virtù e il desiderio di salvezza aprano la via a Cristo, salvatore di tutti gli uomini. Preghiamo:

Per le nostre celebrazioni eucaristiche, perché lontane dallo spirito intimistico, divengano segno di carità e di amore universali. Preghiamo:

Per noi, perché invochiamo il Signore non solo nei momenti di necessità, ma lo ringraziamo dei benefici che quotidianamente ci elargisce. Preghiamo:

Perché chi compie il bene, non guardi a chi è diretto.

Perché conserviamo la fede durante la prova.

Padre degli orfani e avvocato degli umili, ascolta le nostre preghiere: le presentiamo a te, perché sei la nostra salvezza nel presente e la nostra speranza per il futuro. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Preghiera sulle offerte

Santifica, o Dio, i doni che ti presentiamo

e trasforma in offerta perenne tutta la nostra vita

in unione alla vittima spirituale,

il tuo servo Gesù,

unico sacrificio a te gradito.

Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

Antifona di comunione

Ci hai mandato, Signore, un pane dal cielo,

un pane che porta in sé ogni dolcezza e soddisfa ogni desiderio. (Sap 16,20)

Preghiera dopo la comunione

Accompagna con la tua continua protezione, Signore,

il popolo che hai nutrito con il pane del cielo,

e rendilo degno dell’eredità eterna.

Per Cristo nostro Signore.

URL (clicca sopra per vedere la santa Messa Pubblicata su YouTube) : http://www.youtube.com/watch?v=-S9hx8AVjaw

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Miglionico il CROCIFISSO

http://www.miglionicoweb.it

I

Il SANTO di OGGI

dal sito internet http://www.santibeati.it

3 AGOSTO 2011

SAN ASPRENO di NAPOLI VESCOVO

 

Miglionico

XV SECOLO Polittico

Cima da Conegliano

http://www.miglionicoweb.it

Sant' Aspreno di Napoli Vescovo

3 agosto

Primo vescovo di Napoli, visse tra la fine del I secolo e gli inizi del II, epoca a cui si fanno risalire gli inizi della Chiesa partenopea. Vari antichi documenti, tra i quali il Calendario marmoreo di Napoli, fissano la durata del suo episcopato in 23 anni. Secondo una leggenda si sarebbe convertito dopo essere stato guarito da san Pietro, che lo consacrò poi vescovo. Fece costruire l'oratorio di Santa Maria del Principio, su cui sarebbe poi sorta la basilica di Santa Restituta e la chiesa di San Pietro ad aram. Dopo san Gennaro è il secondo dei 47 protettori di Napoli i cui busti sono custoditi nella Cappella del tesoro in Duomo, dove sarebbe anche conservato il bastone con cui san Pietro lo guarì. Nella città, in epoche diverse, furono elette due chiese in suo onore e una cappella gli è dedicata nell'antichissima basilica di Santa Restituta.È invocato contro l'emicrania e la sua festa liturgica viene ricordata nel Martirologio romano e nel Calendario marmoreo al 3 agosto. (Avvenire)

Emblema: Bastone pastorale

Martirologio Romano: A Napoli, sant’Asprenato, primo vescovo della città.

Ascolta da RadioRai:

Moltissimi napoletani, presi dalla grande devozione per il patrono principale della città s. Gennaro e dal suo periodico spettacolare miracolo della liquefazione del sangue, hanno dimenticato o addirittura ignorano che il primo vescovo della nascente comunità cristiana di Napoli fu s. Aspreno, mentre s. Gennaro fu vescovo di Benevento e morto martire a Pozzuoli vicino Napoli.

Di s. Aspreno di certo si sa che è della fine del I secolo, inizi del II, epoca in cui i più recenti studi archeologici, fissano gli inizi della Chiesa napoletana, a conferma di ciò, si sa che il nome Aspreno era molto diffuso nel periodo della repubblica e nei primi tempi dell’Impero romano, poi cadde in disuso.

Vari antichi documenti compreso il famoso Calendario Marmoreo di Napoli, ne attestano la sua esistenza al tempo degli imperatori Traiano ed Adriano e fissano in ventitré anni la durata del suo episcopato.

Della sua vita non si sa niente di certo, ma un’antichissima leggenda ripresa poi da testi successivi con rimaneggiamenti, narra che s. Pietro, fondata la Chiesa d’Antiochia, dirigendosi verso Roma con alcuni discepoli, passò per Napoli, qui incontrò una vecchietta ammalata (identificata poi con s. Candida la Vecchia) che promise di aderire alla nuova fede se fosse stata guarita.

Pietro fa un esorcismo contro la malattia e i discepoli antiocheni rispondono con un Amen! Candida guarita, gli raccomanda un suo amico di nome Aspreno da tempo ammalato e che se guarito anche lui certamente si sarebbe convertito.

A questo punto Pietro guarisce anche lui e dopo averlo catechizzato, lo battezza. Il cristianesimo ebbe subito una diffusione in Napoli e quando Pietro decise di riprendere il viaggio per Roma, consacrò lo stesso Aspreno come vescovo. Egli fece costruire l’oratorio di S. Maria del Principio su cui sorgerà la basilica di s. Restituta e fondò la chiesa di S. Pietro ad Aram ove ancora oggi è conservato l’altare su cui l’Apostolo celebrò il Sacrificio.

Il santo vescovo morì ricco di meriti, e vari miracoli furono ottenuti per sua intercessione; il suo sepolcro fu posto nell’oratorio di S. Maria del Principio, alcuni studi più recenti dicono che fu posto nelle catacombe di S. Gennaro, nella cui basilichetta superiore vi erano le immagini, non ben conservate, dei primi 14 vescovi napoletani, il vescovo Giovanni lo Scriba (842-49) fece trasportare i resti nella basilica Stefania, dedicando ad ognuno una tumulazione con immagine e s. Aspreno sotto l’altare della cappella a lui dedicata.

Dopo s. Gennaro è il secondo dei 47 santi protettori di Napoli, i cui busti d’argento sono custoditi nella cappella del tesoro di s. Gennaro nel Duomo, lì vi sarebbe conservato il bastone con cui s. Pietro lo guarì.

Nella città in epoche diverse furono elette due chiese in suo onore e una cappella gli è dedicata nell’antichissima basilica di s. Restituta.

È invocato contro l’emicrania, la sua festa liturgica viene ricordata nel Martirologio Romano e nel Calendario Marmoreo al 3 agosto.

Autore: Antonio Borrelli

3 agosto

90791 > Beato Agostino Kazotic Domenicano 3 agosto MR

93132 > Beati Alfonso Lopez Lopez e Michele Remon Salvador Francescani, martiri 3 agosto MR

90841 > Sant' Aspreno di Napoli Vescovo 3 agosto MR

65390 > Sant' Eufronio di Autun Vescovo 3 agosto MR

92916 > Beato Francesco (Francisco) Bandrés Sanchez Sacerdote salesiano e martire 3 agosto MR

94560 > Beato Fulgenzio da Quesada Mercedario 3 agosto

92872 > Sante Licinia, Leonzia, Ampelia e Flavia Vergini di Vercelli 3 agosto

94561 > Beato Luigi de Ortofin Mercedario 3 agosto

92491 > San Martino Eremita 3 agosto MR

93385 > San Pietro di Anagni Vescovo 3 agosto MR

93448 > Beato Salvatore Ferrandis Seguì Sacerdote e martire 3 agosto MR

 

 

 

 

 

 

 

SAN PIETRO GIULIANO EYMARD SACERDOTE

S. MESSA 2 Agosto 2011 XVIII Settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Cristo Re Minori Martina F. Taranto ITALY 1a Parte

http://www.cristo-re.eu Celebra P. Daniele Pichierri Vicario, sito internet Parrocchia http://www.parrocchie.it/martinafranca/cristore.it/

Cocelebrante Padre Anselmo Raguso Decano, Laici Giuseppe Bello, Giuseppe Vinci, Riferimenti Liturgici dal sito internet http://www.lachiesa.it http://www.santibeati.it Se vuoi ascoltare il Vangelo clicca, Scaricare il foglietto della Messa, Scarica le Letture del Lezionario, Ascoltare il Vangelo vai al sito: http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20110522.shtml e clicca in alto sulla destra su quello che ti interessa.

Martedì della XVIII settimana del Tempo Ordinario (Anno A dispari) Grado della Celebrazione: Feria Colore liturgico: Verde

Antifona d'ingresso O Dio, vieni a salvarmi. Signore, vieni presto in mio aiuto. Sei tu il mio soccorso, la mia salvezza: Signore, non tardare. (Sal 70,2.6)

Colletta Mostraci la tua continua benevolenza, o Padre, e assisti il tuo popolo, che ti riconosce suo pastore e guida;

rinnova l’opera della tua creazione e custodisci ciò che hai rinnovato. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

Prima lettura Nm 12,1-13 Mosè è l’uomo di fiducia in tutta la mia casa. Perché non avete temuto di parlare contro di lui?

Dal libro dei Numeri

In quei giorni, Maria e Aronne parlarono contro Mosè, a causa della donna etìope che aveva preso. Infatti aveva sposato una donna etìope. Dissero: "Il Signore ha forse parlato soltanto per mezzo di Mosè? Non ha parlato anche per mezzo nostro?". Il Signore udì. Ora Mosè era un uomo assai umile, più di qualunque altro sulla faccia della terra.

Il Signore disse a un tratto a Mosè, ad Aronne e a Maria: "Uscite tutti e tre verso la tenda del convegno". Uscirono tutti e tre. Il Signore scese in una colonna di nube, si fermò all’ingresso della tenda e chiamò Aronne e Maria. I due si fecero avanti.

Il Signore disse: "Ascoltate le mie parole!

Se ci sarà un vostro profeta, io, il Signore, in visione a lui mi rivelerò, in sogno parlerò con lui.

Non così per il mio servo Mosè: egli è l’uomo di fiducia in tutta la mia casa.

Bocca a bocca parlo con lui, in visione e non per enigmi, ed egli contempla l’immagine del Signore.

Perché non avete temuto di parlare contro il mio servo, contro Mosè?".

L’ira del Signore si accese contro di loro ed egli se ne andò; la nube si ritirò di sopra alla tenda ed ecco: Maria era lebbrosa, bianca come la neve. Aronne si volse verso Maria ed ecco: era lebbrosa.

Aronne disse a Mosè: "Ti prego, mio signore, non addossarci il peccato che abbiamo stoltamente commesso! Ella non sia come il bambino nato morto, la cui carne è già mezzo consumata quando esce dal seno della madre". Mosè gridò al Signore dicendo: "Dio, ti prego, guariscila!".

Parola di Dio

Salmo responsoriale Sal 50 Perdonaci, Signore: abbiamo peccato.

Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;

nella tua grande misericordia cancella la mia iniquità.

Lavami tutto dalla mia colpa, dal mio peccato rendimi puro.

Sì, le mie iniquità io le riconosco, il mio peccato mi sta sempre dinanzi.

Contro di te, contro te solo ho peccato, quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto.

Così sei giusto nella tua sentenza, sei retto nel tuo giudizio.

Ecco, nella colpa io sono nato, nel peccato mi ha concepito mia madre.

Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo.

Non scacciarmi dalla tua presenza e non privarmi del tuo santo spirito.

Canto al Vangelo (At 16,14) Alleluia, alleluia. Apri, Signore, il nostro cuore e comprenderemo le parole del Figlio tuo. Alleluia.

Vangelo

Mt 15,1-2.10-14

Ogni pianta, che non è stata piantata dal Padre mio celeste, verrà sradicata.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, alcuni farisei e alcuni scribi, venuti da Gerusalemme, si avvicinarono a Gesù e gli dissero: "Perché i tuoi discepoli trasgrediscono la tradizione degli antichi? Infatti quando prendono cibo non si lavano le mani!".

Riunita la folla, Gesù disse loro: "Ascoltate e comprendete bene! Non ciò che entra nella bocca rende impuro l’uomo; ciò che esce dalla bocca, questo rende impuro l’uomo!".

Allora i discepoli si avvicinarono per dirgli: "Sai che i farisei, a sentire questa parola, si sono scandalizzati?".

Ed egli rispose: "Ogni pianta, che non è stata piantata dal Padre mio celeste, verrà sradicata. Lasciateli stare! Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso!".

Parola del Signore

URL (clicca sopra per vedere la santa Messa Pubblicata su YouTube) : http://www.youtube.com/watch?v=tXDcFLK6o4U

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S. MESSA 2 Agosto 2011 XVIII Settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Cristo Re Minori Martina F. Taranto ITALY 2a Parte

http://www.cristo-re.eu Celebra P. Daniele Pichierri Vicario, sito internet Parrocchia http://www.parrocchie.it/martinafranca/cristore.it/

Cocelebrante Padre Anselmo Raguso Decano, Laici Giuseppe Bello, Giuseppe Vinci, Riferimenti Liturgici dal sito internet http://www.lachiesa.it http://www.santibeati.it Se vuoi ascoltare il Vangelo clicca, Scaricare il foglietto della Messa, Scarica le Letture del Lezionario, Ascoltare il Vangelo vai al sito: http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20110522.shtml e clicca in alto sulla destra su quello che ti interessa.

Vangelo

Mt 15,1-2.10-14

Ogni pianta, che non è stata piantata dal Padre mio celeste, verrà sradicata.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, alcuni farisei e alcuni scribi, venuti da Gerusalemme, si avvicinarono a Gesù e gli dissero: "Perché i tuoi discepoli trasgrediscono la tradizione degli antichi? Infatti quando prendono cibo non si lavano le mani!".

Riunita la folla, Gesù disse loro: "Ascoltate e comprendete bene! Non ciò che entra nella bocca rende impuro l’uomo; ciò che esce dalla bocca, questo rende impuro l’uomo!".

Allora i discepoli si avvicinarono per dirgli: "Sai che i farisei, a sentire questa parola, si sono scandalizzati?".

Ed egli rispose: "Ogni pianta, che non è stata piantata dal Padre mio celeste, verrà sradicata. Lasciateli stare! Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso!".

Parola del Signore

Commento al VANGELO

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S. MESSA 2 Agosto 2011 XVIII Settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Cristo Re Minori Martina F. Taranto ITALY 3a Parte

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Preghiera dei fedeli

Il Signore viene in soccorso alla nostra debolezza e alla nostra stanchezza. Sostenuti dallo Spirito, preghiamo insieme:

Fortifica la nostra fede, Signore.

Quando non riusciamo a riconoscerti nei segni dei tempi:

Quando non comprendiamo la speranza che ci doni:

Quando abbiamo la pretesa di farcela con le sole nostre forze:

Quando il male sembra prevalere sulla tua Chiesa:

Quando non abbiamo desiderio e voglia di pregare:

Quando ci mettiamo alla ricerca del tuo volto:

Quando, sostenuti dalla grazia, affrontiamo le difficoltà:

Quando dubitiamo della tua vittoria finale:

Quando ti chiediamo le cose di cui abbiamo bisogno:

Quando saremo prossimi all'incontro definitivo con te:

Signore, ci hai creati per te e il nostro cuore è inquieto finché in te non riposa; fà che, nella ricerca del tuo volto, possiamo percorrere nella pace il nostro cammino verso il regno. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Preghiera sulle offerte

Santifica, o Dio, i doni che ti presentiamo e trasforma in offerta perenne tutta la nostra vita in unione alla vittima spirituale,

il tuo servo Gesù, unico sacrificio a te gradito.

Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

Antifona di comunione

Ci hai mandato, Signore, un pane dal cielo, un pane che porta in sé ogni dolcezza e soddisfa ogni desiderio. (Sap 16,20)

Preghiera dopo la comunione

Accompagna con la tua continua protezione, Signore, il popolo che hai nutrito con il pane del cielo, e rendilo degno dell’eredità eterna.

Per Cristo nostro Signore.

URL (clicca sopra per vedere la santa Messa Pubblicata su YouTube) : http://www.youtube.com/watch?v=2uL2667x7fc

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Miglionico il CROCIFISSO

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I

Il SANTO di OGGI

dal sito internet http://www.santibeati.it

2 AGOSTO 2011

SAN PIETRO GIULIANO EYMARD SACERDOTE

 

Miglionico

XV SECOLO Polittico

Cima da Conegliano

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San Pietro Giuliano Eymard Sacerdote

2 agosto - Memoria Facoltativa

La Mure d'Isère, Francia, 4 febbraio 1811 - 1 agosto 1868

Nasce a La Mure d’Isère (diocesi di Grenoble) nel 1811. Dopo aver frequentato il seminario diocesano viene ordinato sacerdote nel 1834. Nel 1839 entra nella nascente congregazione dei Padri Maristi a Lione, dove ben presto diventa il principale collaboratore del fondatore, padre Colin. Il suo ministero lo porterà nel 1851 a vivere un’intensa esperienza spirituale di devozione al Santissimo Sacramento nel santuario lionese di Fourvière. Deciso a coltivare la devozione all’Eucaristia, nel 1856 fonda la Congregazione del Santissimo Sacramento, che riceverà subito l’approvazione del vescovo diocesano e in seguito (1863) quella di papa Pio IX. Accanto all’adorazione del Santissimo i sacerdoti della crongregazione si occupano dei poveri dei quartieri periferici di Parigi e dei preti in difficoltà. Per questi religiosi anche nella formazione dei laici e nell’iniziazione degli adulti l’Eucaristia è sempre al centro della predicazione. Pietro Giuliano Eymard morirà nella terra natale nel 1868. Viene canonizzato nel 1962 e nel 1995 entra nel calendario romano come "Apostolo dell’Eucaristia". (Avvenire)

Etimologia: Pietro = pietra, sasso squadrato, dal latino

Martirologio Romano: San Pietro Giuliano Eymard, sacerdote, che, dapprima appartenente al clero diocesano e poi membro della Società di Maria, fu insigne cultore del mistero eucaristico e istituì due nuove Congregazioni, l’una maschile e l’altra femminile, per promuovere e diffondere la devozione verso il Santissimo Sacramento. Morì nel villaggio di La Mure presso Grenoble in Francia, dove era nato.

(1 agosto: Nel villaggio di La Mure nella regione dell’Isère in Francia, anniversario della morte di san Pietro Giuliano Eymard, sacerdote, la cui memoria si celebra domani).

Pietro Giuliano Eymard nasce in Francia, a La Mure d'Isère, il 4 febbraio 1811.

Dopo una travagliata vicenda familiare e vocazionale, nel 1834 viene ordinato sacerdote per la sua diocesi d'origine, Grenoble. Dopo alcuni anni di zelante ministero pastorale, nel 1839 inizia un'esperienza di vita religiosa entrando nella neonata Congregazione dei Padri Maristi, a Lione. Il suo cammino di ricerca della volontà di Dio, però, continua ancora e lo porta ad orientarsi sempre più verso l'Eucaristia, fino all'idea definitiva di fondare una Congregazione votata interamente ad essa. Non potendo realizzare quest'opera all'interno dei Maristi, Pietro Giuliano lascia l'Istituto, si reca a Parigi e qui, con l'approvazione dell'arcivescovo, il 13 maggio 1856 fonda la Congregazione del SS. Sacramento (Padri Sacramentini). Ad essa seguirà, nel 1859, la Congregazione femminile delle Ancelle del SS. Sacramento, fondata con l'aiuto di Margherita Guillot.

Il culto all'Eucaristia, celebrata e adorata, assume nel p. Eymard anche una dimensione ecclesiale e sociale, come lui stesso testimonia con il suo infaticabile apostolato rivolto ai poveri della periferia di Parigi e ai sacerdoti in difficoltà; con l'opera della prima comunione degli adulti; con vari e molteplici impegni di predicazione. Alla sua ispirazione, inoltre, si possono far risalire alcune iniziative particolari, iniziate dopo la sua morte: l'Aggregazione laicale del SS. Sacramento, l'Associazione dei Sacerdoti Adoratori, i Congressi eucaristici internazionali.

Sfinito dalle responsabilità e segnato da prove di ogni genere, soprattutto negli ultimi anni di vita, Pietro Giuliano muore nel suo paese natale a soli 57 anni, il 1° agosto 1868.

Beatificato da Pio XI nel 1925, viene proclamato Santo da Giovanni XXIII il 9 dicembre 1962. La sua memoria liturgica facoltativa, impedita nel giorno anniversario della morte dalla memoria obbligatoria di S. Alfonso, si celebra il giorno successivo: 2 agosto.

Autore: P. Flavio Fumagalli, SSS

"Buttiamo nel fiume quel prete!".Accade a Lione nel 1848, durante la rivoluzione che caccia re Luigi Filippo: rivoluzionari vocianti vogliono affogare un sacerdote nel Rodano, ma, riconoscendolo, si fermano; tutta Lione vuol bene a quel prete, considerato un santo: è padre Eymard, e anche la rivoluzione lo rispetta. PietroGiuliano Eymard era il più piccolo di dieci figli, otto dei quali morti nell’infanzia. Fragile di salute anche lui, ha dovuto abbandonare l’idea di farsi missionario. E il padre non lo voleva sacerdote, cosicché solo dopo la morte di lui ha potuto entrare nel seminario di Grenoble, a vent’anni. Ricevuta l’ordinazione nel 1834, sembrava destinato al ruolo di sacerdote diocesano: collaboratore parrocchiale, poi parroco, e intanto cappellano delle carceri, direttore spirituale di collegi.

A 28 anni, nel 1839, entra nella Società di Maria (Padri Maristi), un istituto composto di sacerdoti e di fratelli con i voti, nato nel 1816 per le missioni popolari in Francia e per la formazione del clero, ma già impegnato anche nell’attività missionaria in Oceania. Sono gli anni in cui tutta Lione impara a conoscerlo, per la sua capacità di dividersi tra l’opera di formazione e di direzione nella sua comunità, e le minute necessità delle persone che gli si rivolgono, e in particolare per i volenterosi disorientati. Alla fine, questo impegno lo "chiama fuori" anche dalla Società di Maria, dove è rimasto per 17 anni, diventandone superiore provinciale.

Ottenuta la dispensa dai voti, si dedica a un’impresa nuova: fondare un istituto religioso che lavori per il rinnovamento della vita cristiana, partendo dall’adorazione del Sacramento eucaristico; e, anzi, facendo di essa il momento centrale della pratica religiosa: prima di ogni cosa viene Cristo, con il suo amore per gli uomini. Nel 1858 padre Eymard fonda a Parigi la Congregazione del Santissimo Sacramento, formata da sacerdoti detti Sacramentini, e in questo lavoro lo aiuta un ex ufficiale di Marina, Raimondo de Cuers. Nel 1864 fa nascere, sempre a Parigi, la comunità femminile delle Ancelle del Santissimo Sacramento; e la sua prima aiutante è un’operaia da lui conosciuta a Lione, Margherita Guillot.

Attraverso i due istituti, egli può ora moltiplicare le opere di orientamento dei cristiani e di richiamo alla fede per chi se ne è allontanato: una delle iniziative in questa direzione è la "prima comunione degli adulti". Per alcuni anni ha fatto parte delle Sacramentine anche Maria Marta Emilia Tamisier, di Tours: un altro personaggio formato da padre Eymard. Uscita poi dalla congregazione di suore, è stata la prima organizzatrice di pellegrinaggi ai santuari eretti in memoria di miracoli eucaristici; questi viaggi di fede, più tardi, si accompagneranno a iniziative di studio, e daranno infine vita ai Congressi eucaristici.

Padre Eymard, il "prete dell’Eucaristia", pensa anche alla situazione dei sacerdoti che nella vecchiaia si ritrovano soli, e fa in modo che la sua congregazione maschile li accolga in serenità negli ultimi anni di vita. A lui la fragilità del fisico e le fatiche abbreviano la vita. Muore a 57 anni. Giovanni XXIII lo proclamerà santo nel 1962. La reliquia di parte del capo si trova in una statua che lo raffigura sopra l’altare a destra nella chiesa dei Santi Andrea e Claudio dei Borgognoni a Roma, mentre il corpo si trova nella chiesa di Friedland a Parigi.

Autore: Domenico Agasso

Spunti bibliografici su San Pietro Giuliano Eymard a cura di LibreriadelSanto.it

Astori Eugenio G., San Pier Giuliano Eymard, Elledici, 2010 - 48 pagine

Seymat Alexandre, Eucaristia, passioni di una vita. Il reverendo padre Eymard, Centro Eucaristico, 2006 - 64 pagine

Guitton André, Peter Julian Eymard. Apostle of the eucharist, Centro Eucaristico, 1996 - 388 pagine

2 agosto

28500 > Sant' Eusebio di Vercelli Vescovo 2 agosto - Memoria Facoltativa MR

28550 > San Pietro Giuliano Eymard Sacerdote 2 agosto - Memoria Facoltativa MR

90304 > Sant' Alfreda (Etelreda) di Crowland Monaca Benedettina 2 agosto

90961 > San Basilio il Benedetto Taumaturgo russo 2 agosto

65340 > San Betario di Chartres Vescovo 2 agosto MR

65320 > Santa Centolla Martire 2 agosto MR

28500 > Sant' Eusebio di Vercelli Vescovo 2 agosto - Memoria Facoltativa MR

90254 > Beato Federico Campisani Eremita 2 agosto

65380 > Beati Filippo di Gesù Munarriz Azcona, Giovanni Diaz Nosti e Leonzio Perez Ramos Martiri 2 agosto MR

93234 > Beato Francesco Calvo Burillo Sacerdote domenicano, martire 2 agosto MR

93477 > Beato Francesco Tomas Serer Sacerdote e martire 2 agosto MR

91501 > Beato Giustino Maria Russolillo Sacerdote e fondatore 2 agosto

91567 > Sant' Habib Figlio di Gamaliele il Vecchio 2 agosto

65330 > San Massimo di Padova Vescovo 2 agosto MR

91703 > Perdono di Assisi (Indulgenza della Porziuncola) 2 agosto

65370 > San Pietro di Osma Vescovo 2 agosto MR

28550 > San Pietro Giuliano Eymard Sacerdote 2 agosto - Memoria Facoltativa MR

65310 > San Rutilio Martire 2 agosto MR

92048 > San Sereno di Marsiglia Vescovo 2 agosto

89023 > Santo Stefano I Papa 2 agosto MR

90025 > Beato Zeffirino (Ceferino) Gimenez Malla Martire 2 agosto MR

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SAN ALFONSO MARIA de' LIGUORI VESCOVO e DOTTORE della LEGGE

S. MESSA 1 Agosto 2011 XVIII Settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Cristo Re Minori Martina F. Taranto ITALY 1a Parte

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Sant'Alfonso Maria de’ Liguori Grado della Celebrazione: Memoria Colore liturgico: Bianco

Antifona d'ingresso I saggi rifulgeranno come lo splendore del firmamento;

coloro che insegneranno a molti la giustizia brilleranno come stelle per sempre. (Dn 12,3)

Colletta O Dio, che proponi alla tua Chiesa modelli sempre nuovi di vita cristiana,

fa’ che imitiamo l’ardore apostolico del santo vescovo Alfonso Maria de’ Liguori nel servizio dei fratelli,

per ricevere con lui il premio riservato ai tuoi servi fedeli. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

Prima lettura Nm 11,4-15 Non posso io da solo portare il peso di tutto questo popolo.

Dal libro dei Numeri

In quei giorni, gli Israeliti ripresero a piangere e dissero: "Chi ci darà carne da mangiare? Ci ricordiamo dei pesci che mangiavamo in Egitto gratuitamente, dei cetrioli, dei cocomeri, dei porri, delle cipolle e dell’aglio. Ora la nostra gola inaridisce; non c’è più nulla, i nostri occhi non vedono altro che questa manna".

La manna era come il seme di coriandolo e aveva l’aspetto della resina odorosa. Il popolo andava attorno a raccoglierla, poi la riduceva in farina con la macina o la pestava nel mortaio, la faceva cuocere nelle pentole o ne faceva focacce; aveva il sapore di pasta con l’olio. Quando di notte cadeva la rugiada sull’accampamento, cadeva anche la manna.

Mosè udì il popolo che piangeva in tutte le famiglie, ognuno all’ingresso della propria tenda; l’ira del Signore si accese e la cosa dispiacque agli occhi di Mosè.

Mosè disse al Signore: "Perché hai fatto del male al tuo servo? Perché non ho trovato grazia ai tuoi occhi, al punto di impormi il peso di tutto questo popolo? L’ho forse concepito io tutto questo popolo? O l’ho forse messo al mondo io perché tu mi dica: "Portalo in grembo", come la nutrice porta il lattante, fino al suolo che tu hai promesso con giuramento ai suoi padri? Da dove prenderò la carne da dare a tutto questo popolo? Essi infatti si lamentano dietro a me, dicendo: "Dacci da mangiare carne!". Non posso io da solo portare il peso di tutto questo popolo; è troppo pesante per me. Se mi devi trattare così, fammi morire piuttosto, fammi morire, se ho trovato grazia ai tuoi occhi; che io non veda più la mia sventura!".

Parola di Dio

Salmo responsoriale Sal 80 Esultate in Dio, nostra forza.

Il mio popolo non ha ascoltato la mia voce, Israele non mi ha obbedito: l’ho abbandonato alla durezza del suo cuore.

Seguano pure i loro progetti!

Se il mio popolo mi ascoltasse!

Se Israele camminasse per le mie vie!

Subito piegherei i suoi nemici e contro i suoi avversari volgerei la mia mano.

Quelli che odiano il Signore gli sarebbero sottomessi e la loro sorte sarebbe segnata per sempre.

Lo nutrirei con fiore di frumento, lo sazierei con miele dalla roccia.

Canto al Vangelo (Gv 1,49) Alleluia, alleluia. Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele! Alleluia.

Vangelo

Mt 14,22-36

Comandami di venire verso di te sulle acque.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo.

La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: "È un fantasma!" e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: "Coraggio, sono io, non abbiate paura!".

Pietro allora gli rispose: "Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque". Ed egli disse: "Vieni!". Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: "Signore, salvami!". E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: "Uomo di poca fede, perché hai dubitato?".

Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: "Davvero tu sei Figlio di Dio!".

Compiuta la traversata, approdarono a Gennèsaret. E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tutta la regione; gli portarono tutti i malati e lo pregavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello. E quanti lo toccarono furono guariti.

Parola del Signore

Per Cristo nostro Signore.

URL (clicca sopra per vedere la santa Messa Pubblicata su YouTube) : http://www.youtube.com/watch?v=wssOdys5KE0

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Preghiera dei fedeli

Il Signore ci convoca alla sua mensa. Nostro cibo è Cristo, pane di vita eterna. Sostenuti da questo nutrimento spirituale, eleviamo la nostra fiduciosa preghiera.

Alimenta la nostra fede, Signore.

Per la Chiesa, perché celebrando il mistero della morte e risurrezione di Gesù, creda fermamente alla sua presenza fino alla fine dei tempi. Preghiamo:

Per i sacerdoti, ministri dell'altare, perché come i discepoli, donino il corpo e il sangue di Cristo, insieme alla testimonianza di una vita fedele alla vocazione ricevuta. Preghiamo:

Per i popoli della terra, perché venga riconosciuto a tutti il diritto di proprietà dei beni e delle ricchezze naturali del mondo. Preghiamo:

Per coloro che hanno il compito e la capacità di studiare le leggi della natura e della scienza, perché i loro sforzi siano indirizzati a migliorare la qualità della vita di tutti gli uomini. Preghiamo:

Per noi qui presenti, perché impariamo da Cristo ad accorgerci delle situazioni di indigenza e di sofferenza dei nostri fratelli, pronti a dare loro quanto è nelle nostre possibilità. Preghiamo:

Per la riscoperta delle opere di misericordia corporali.

Perché la giustizia sia via alla pace.

O Signore, che ci hai dato un cibo per la vita presente e un pane per la vita eterna, fà che la partecipazione e la condivisione di questi tuoi doni, ci uniscano in un solo corpo e in un solo spirito, a gloria del tuo nome. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Preghiera sulle offerte

Padre misericordioso,

che hai dato a sant’Alfonso Maria de’ Liguori la grazia di celebrare questi misteri offrendo se stesso come vittima santa in unione al sacerdozio di Cristo,

infiamma e santifica i nostri cuori con il fuoco del tuo Spirito.

Per Cristo nostro Signore.

Antifona di comunione

Questo è il servo saggio e fedele,

che il Signore ha posto a capo della sua famiglia,

per distribuire a tempo debito la razione di cibo. (Lc 12,42)

Preghiera dopo la comunione

O Dio, che nel vescovo sant’Alfonso Maria de’ Liguori hai dato alla tua Chiesa un fedele ministro e apostolo dell’Eucaristia,

concedi al tuo popolo di partecipare assiduamente a questo mistero,

per cantare in eterno la tua lode.

URL (clicca sopra per vedere la santa Messa Pubblicata su YouTube) : http://www.youtube.com/watch?v=C9NyGAFtCJQ

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Miglionico il CROCIFISSO

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I

Il SANTO di OGGI

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1 AGOSTO 2011

SAN ALFONSO MARIA de' LIGUORI

VESCOVO e DOTTORE della LEGGE

 

Miglionico

XV SECOLO Polittico

Cima da Conegliano

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Sant' Alfonso Maria de' Liguori Vescovo e dottore della Chiesa

1 agosto

Napoli, 1696 - Nocera de' Pagani, Salerno, 1 agosto 1787

Nasce a Napoli il 27 settembre 1696 da genitori appartenenti alla nobiltà cittadina. Studia filosofia e diritto. Dopo alcuni anni di avvocatura, decide di dedicarsi interamente al Signore. Ordinato prete nel 1726, Alfonso Maria dedica quasi tutto il suo tempo e e il suo ministero agli abitanti dei quartieri più poveri della Napoli settecentesca. Mentre si prepara per un futuro impegno missionario in Oriente, prosegue l'attività di predicatore e confessore e, due o tre volte all'anno, prende parte alle missioni nei paesi all'interno del regno. Nel maggio del 1730, in un momento di forzato riposo, incontra i pastori delle montagne di Amalfi e, constatando il loro profondo abbandono umano e religioso, sente la necessità di rimediare ad una situazione che lo scandalizza sia come pastore che come uomo colto del secolo dei lumi. Lascia Napoli e con alcuni compagni, sotto la guida del vescovo di Castellammare di Stabia, fonda la Congregazione del SS. Salvatore. Intorno al 1760 viene nominato vescovo di Sant'Agata, e governa la sua diocesi con dedizione, fino alla morte, avvenuta il 1 agosto del 1787. (Avvenire)

Patronato: Napoli, Teologi, Moralisti, Confessori

Etimologia: Alfonso = valoroso e nobile, dal gotico

Emblema: Bastone pastorale

Martirologio Romano: Memoria di sant’Alfonso Maria de’ Liguori, vescovo e dottore della Chiesa, che rifulse per la sua premura per le anime, i suoi scritti, la sua parola e il suo esempio. Al fine di promuovere la vita cristiana nel popolo, si impegnò nella predicazione e scrisse libri, specialmente di morale, disciplina in cui è ritenuto un maestro, e, sia pure tra molti ostacoli, istituì la Congregazione del Santissimo Redentore per l’evangelizzazione dei semplici. Eletto vescovo di Sant’Agata dei Goti, si impegnò oltremodo in questo ministero, che dovette lasciare quindici anni più tardi per il sopraggiungere di gravi malattie. Passò, quindi, il resto della sua vita a Nocera dei Pagani in Campania, tra grandi sacrifici e difficoltà.

Ascolta da RadioVaticana:

Ascolta da RadioRai:

Ascolta da RadioMaria:

Tracciare un profilo breve di un santo, grande e longevo quale fu il napoletano Alfonso Maria de’ Liguori, è quasi un’impresa. Qui lo si ricorda soprattutto per la sua tutela dei moralisti, come dal nuovo titolo conferitegli da papa Pio XII nel 1950. Il significato del suo nome, Alfonso, rispecchia sinteticamente la sua personalità: valoroso e nobile.

L’attualità del santo di Napoli sta nel fatto che, pur contrastando nella sostanza il relativismo morale e riconoscendo la Chiesa cattolica come suprema maestra, diede spazio alle "voci interiori della coscienza" e mantenne una posizione di equilibrio e di pratica prudenza tra i due estremi del rigorismo e del lassismo. Tale posizione affiora in quasi tutte le sue numerosissime opere di meditazione e di ascetica, ma soprattutto è sempre presente nell’ancora oggi studiata Theologia moralis. È questo in effetti il vero capolavoro di colui che, canonizzato nel 1839, venne decretato da papa Pio IX Dottore della Chiesa nel marzo 1871.

Alfonso Maria de’ Liguori nacque il 27 settembre 1696 a Marinella, nei pressi di Napoli, nel palazzo di villeggiatura della nobile famiglia: il padre Giuseppe era ufficiale di marina e la madre, Anna Cavalieri, apparteneva al casato dei marchesi d’Avenia. Egli fu il primo dei loro otto figli e crebbe all’insegna di una robusta educazione religiosa, addolcita però sempre da sentimenti di compassione nei riguardi dell’infelicità altrui. Si suole suddividere la sua vita in cinque distinti periodi, in ognuno dei quali la personalità si arricchiva o si modulava con tanta fede in Gesù e con grande devozione a Maria e alle sue "glorie".

Fino a ventisette anni prevalsero gli studi privati nel campo della musica, delle scienze, delle lingue e del diritto, seguiti da una iniziale brillante carriera forense. Questa si interruppe improvvisamente per una delusione provata in un processo giudiziario tormentato di falsità. Tra il 1723 e il 1732 si colloca il periodo ecclesiastico con l’ordinazione sacerdotale nel 1726 e l’esercizio ad ampio raggio del ministero. Quando nel 1730 fu mandato a Scala, sopra Amalfi, esplose la sua spiritualità con la fondazione due anni dopo e poi la diffusione della Congregazione del SS. Salvatore, successivamente approvata dal papa Benedetto XIV come Congregazione del SS. Redentore.

L’intento era quello di imitare Cristo, cominciando dai redentoristi stessi, i quali andavano via via operando per la redenzione di tante anime con missioni, esercizi spirituali e varie forme di apostolato straordinario.

Mantenendo la carica di Rettore Maggiore della Congregazione, Alfonso Maria de’ Liguori fu poi, dal 1762 al 1775, vescovo di S. Agata dei Goti, centro oggi in provincia di Benevento e allora sede episcopale di un’area montagnosa, povera e bisognosa di ogni forma di aiuto, al quale il santo rispose con generosità.

Ammalato di artropatia deformante e quasi cieco, dopo dodici anni di direzione diocesana, Alfonso Maria si dimise e si ritirò nella casa dei suoi fratelli a Nocera de’ Pagani, in provincia di Salerno, tra preghiere e meditazioni. Là morirà il 1° agosto 1787, non senza avere prima subito la dura tribolazione di uno sdoppiamento dei suoi confratelli, ciò che si ricompose soltanto sei anni dopo la sua morte. La Chiesa universale lo ricorda solennemente ogni anno in occasione del dies natalis.

Autore: Mario Benatti

Spunti bibliografici su Santo Alfonso Maria De' Liguori a cura di LibreriadelSanto.it

Alfonso Maria de' Liguori (sant'), Non può esser vera la religione giudaica, Amicizia Cristiana, 2009 - 96 pagine

Alfonso Maria de' Liguori (sant'), Meditazioni sulla passione di Gesù Cristo, Fede & Cultura, 2008 - 48 pagine

Alfonso Maria de' Liguori (sant'), Visite al santissimo sacramento e a Maria santissima, Città Nuova, 2005 - 152 pagine

Capodanno Gabriella, Un mese con Maria, Editrice Ancilla, 2005 - 48 pagine

Alfonso Maria de' Liguori (sant'), Pratica di amar Gesù Cristo, Città Nuova, 2004 - 200 pagine

Alfonso Maria de' Liguori (sant'), Meditazioni per i laici e persone consacrate [vol_1], Libreria Editrice Vaticana, 2003 - 382 pagine

Alfonso Maria de' Liguori (sant'), Meditazioni per i laici e persone consacrate [vol_2], Libreria Editrice Vaticana, 2003 - 816 pagine

Alfonso Maria de' Liguori (sant'), Visite al Ss.mo sacramento e a Maria Ss.ma, Vivere In, 2002 - 144 pagine

Alfonso Maria de' Liguori (sant'), Apparecchio alla morte. Cioè considerazioni sulle massime eterne, San Paolo Edizioni, 1999 - 390 pagine

Alfonso Maria de' Liguori (sant'), Uniformità alla volontà di Dio. Modo di conversare con Dio, Città Nuova, 1999 - 128 pagine

Alfonso Maria de' Liguori (sant'), Pratica di amar Gesù Cristo, San Paolo Edizioni, 1999 - 226 pagine

Alfonso Maria de' Liguori (sant'), Natale. Meditazioni e poesie, San Paolo Edizioni, 1998 - 158 pagine

Ricci V., Alfonso Maria de Liguori maestro di vita spirituale, Gribaudi, 1998 - 192 pagine

Alfonso Maria de' Liguori (sant'), Lettera sugli esercizi spirituali, Vivere In, 1997 - 32 pagine

Alfonso Maria de' Liguori (sant'), Le glorie di Maria. La "Salve regina", le virtù di Maria santissima, San Paolo Edizioni, 1996 - 288 pagine

1 agosto

23850 > Sant' Alfonso Maria de' Liguori Vescovo e dottore della Chiesa 1 agosto - Memoria MR

93052 > Beato Alessio Sobaszek Sacerdote e martire 1 agosto MR

23850 > Sant' Alfonso Maria de' Liguori Vescovo e dottore della Chiesa 1 agosto - Memoria MR

93475 > Beato Benvenuto Maria da Dos Hermanas (Giuseppe de Miguel Arahal) Sacerdote e martire 1 agosto MR

90329 > San Buono Martire 1 agosto

91829 > Beata Chiara, venerata ad Orleans Monaca cistercense 1 agosto

65280 > Santi Domenico Nguyen Van Hanh (Dieu) e Bernardo Vu Van Due Martiri 1 agosto MR

93011 > Sant' Eleazar Scriba e martire 1 agosto MR

91188 > Beato Emerico di Quart Vescovo di Aosta 1 agosto MR

65190 > Sant' Essuperio di Bayeux Vescovo 1 agosto MR

65240 > Sant' Ethelwold (Etelvoldo) Vescovo 1 agosto MR

65170 > San Felice di Gerona Martire 1 agosto MR

65220 > Santi Friardo e Secondello Eremiti 1 agosto MR

95290 > Beato Gerhard Hirschfelder Sacerdote e martire 1 agosto

65230 > San Gionato Abate 1 agosto MR

90158 > Beato Giovanni Bufalari da Rieti 1 agosto MR

65150 > San Leo (Leone) di Montefeltro Vescovo 1 agosto

90530 > Santi Maccabei, Sette fratelli Martiri 1 agosto MR

90713 > Beata Maria Stella del SS. Sacramento (Adelaide) Mardosewicz e 10 compagne Martiri 1 agosto MR

94024 > Beato Nicola de la Torre Merino Coadiutore salesiano, martire 1 agosto

91092 > Beato Orlando Eremita 1 agosto

90923 > Beato Pietro Favre Gesuita 1 agosto MR

95467 > San Pietro in Vincoli I sec. 1 agosto

90857 > Beato Rodolfo Monaco vallombrosano 1 agosto

91936 > San Rubil (Ruben) Monaco 1 agosto

65210 > San Severo Venerato presso Auch 1 agosto MR

65270 > Beato Tommaso Welbourne Martire 1 agosto MR

SANT'IGNAZIO di LOYOLA SACERDOTE

S. MESSA Domenica 31 Luglio 2011 XVIII Settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Cristo Re Minori Martina F. Taranto ITALY 1a Parte

http://www.cristo-re.eu Celebra P. Antonio Mariggiò Parroco, sito internet Parrocchia http://www.parrocchie.it/martinafranca/cristore.it/

Cocelebrante Padre Anselmo Raguso Decano, Laici Giuseppe Bello, Giuseppe Vinci, Riferimenti Liturgici dal sito internet http://www.lachiesa.it http://www.santibeati.it Se vuoi ascoltare il Vangelo clicca, Scaricare il foglietto della Messa, Scarica le Letture del Lezionario, Ascoltare il Vangelo vai al sito: http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20110522.shtml e clicca in alto sulla destra su quello che ti interessa.

XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A) Grado della Celebrazione: DOMENICA Colore liturgico: Verde

Antifona d'ingresso O Dio, vieni a salvarmi. Signore, vieni presto in mio aiuto. Sei tu il mio soccorso, la mia salvezza: Signore, non tardare. (Sal 70,2.6)

Colletta Mostraci la tua continua benevolenza, o Padre, e assisti il tuo popolo, che ti riconosce suo pastore e guida;

rinnova l’opera della tua creazione e custodisci ciò che hai rinnovato. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

Prima lettura Is 55,1-3 Venite e mangiate.

Dal libro del profeta Isaìa

Così dice il Signore: "O voi tutti assetati, venite all’acqua, voi che non avete denaro, venite;

comprate e mangiate; venite, comprate senza denaro, senza pagare, vino e latte.

Perché spendete denaro per ciò che non è pane, il vostro guadagno per ciò che non sazia?

Su, ascoltatemi e mangerete cose buone e gusterete cibi succulenti.

Porgete l’orecchio e venite a me, ascoltate e vivrete.

Io stabilirò per voi un’alleanza eterna, i favori assicurati a Davide".

Parola di Dio

Salmo responsoriale Sal 144 Apri la tua mano, Signore, e sazia ogni vivente.

Misericordioso e pietoso è il Signore, lento all’ira e grande nell’amore.

Buono è il Signore verso tutti, la sua tenerezza si espande su tutte le creature.

Gli occhi di tutti a te sono rivolti in attesa e tu dai loro il cibo a tempo opportuno.

Tu apri la tua mano e sazi il desiderio di ogni vivente.

Giusto è il Signore in tutte le sue vie e buono in tutte le sue opere.

Il Signore è vicino a chiunque lo invoca, a quanti lo invocano con sincerità.

Seconda lettura Rm 8,35.37-39 Nessuna creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, che è in Cristo.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli, chi ci separerà dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?

Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori grazie a colui che ci ha amati.

Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore.

Parola di Dio

Canto al Vangelo (Mt 4,4b) Alleluia, alleluia. Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio. Alleluia.

Vangelo

Mt 14,13-21

Tutti mangiarono e furono saziati.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, avendo udito [della morte di Giovanni Battista], Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte.

Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati.

Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: "Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare". Ma Gesù disse loro: "Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare". Gli risposero: "Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!". Ed egli disse: "Portatemeli qui".

E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla.

Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.

Parola del Signore

URL (clicca sopra per vedere la santa Messa Pubblicata su YouTube) : http://www.youtube.com/watch?v=JRFMLpe7Rx4

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S. MESSA Domenica 31 Luglio 2011 XVIII Settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Cristo Re Minori Martina F. Taranto ITALY 2a Parte

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Vangelo

Mt 14,13-21

Tutti mangiarono e furono saziati.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, avendo udito [della morte di Giovanni Battista], Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte.

Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati.

Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: "Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare". Ma Gesù disse loro: "Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare". Gli risposero: "Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!". Ed egli disse: "Portatemeli qui".

E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla.

Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.

Parola del Signore

Commento al VANGELO

URL (clicca sopra per vedere la santa Messa Pubblicata su YouTube) : http://www.youtube.com/watch?v=GQgNADnI7Zs

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S. MESSA Domenica 31 Luglio 2011 XVIII Settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Cristo Re Minori Martina F. Taranto ITALY 3a Parte

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Cocelebrante Padre Anselmo Raguso Decano, Laici Giuseppe Bello, Giuseppe Vinci, Riferimenti Liturgici dal sito internet http://www.lachiesa.it http://www.santibeati.it Se vuoi ascoltare il Vangelo clicca, Scaricare il foglietto della Messa, Scarica le Letture del Lezionario, Ascoltare il Vangelo vai al sito: http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20110522.shtml e clicca in alto sulla destra su quello che ti interessa.

Preghiera dei fedeli

Fratelli e sorelle, anche se siamo consapevoli dei nostri limiti e della nostra fragilità, rivolgiamoci al Padre, fonte di ogni gioia e consolazione, con la certezza che egli ascolta le nostre suppliche.

Preghiamo dicendo: Ascoltaci Signore.

1. Perché la Chiesa, fortificata dal pane eucaristico, senta compassione per le folle che cercano di placare la sete di senso della loro esistenza, donando ad esse Gesù, il pane di vita. Preghiamo.

2. Perché si risvegli e rimanga viva in ogni uomo che possiede beni la tensione a condividere le sue ricchezze, facendone parte a chi è povero e bisognoso. Preghiamo.

3. Per coloro che fanno parte di organizzazioni che combattono la fame nel mondo, affinché la loro azione sia ispirata da una fede sincera che li porta a prolungare il gesto di Cristo che sfamava le folle. Preghiamo.

4. Perché coloro che hanno dissipato la loro vita si convertano e sperimentino la misericordia gratuita di Dio. Preghiamo.

5. Perché la mensa eucaristica ci renda veramente fratelli in Cristo, uniti nella fede e nell’impegno per la giustizia e la condivisione dei beni. Preghiamo.

O Padre, buono verso tutti, tu che provvedi ai bisogni di coloro che sono rivolti a te in attesa, esaudisci le preghiere del tuo popolo, che ha fame del tuo amore e della tua tenerezza. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

Preghiera sulle offerte

Santifica, o Dio, i doni che ti presentiamo

e trasforma in offerta perenne tutta la nostra vita

in unione alla vittima spirituale,

il tuo servo Gesù,

unico sacrificio a te gradito.

Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

Antifona di comunione

Ci hai mandato, Signore, un pane dal cielo,

un pane che porta in sé ogni dolcezza

e soddisfa ogni desiderio. (Sap 16,20)

Preghiera dopo la comunione

Accompagna con la tua continua protezione, Signore,

il popolo che hai nutrito con il pane del cielo,

e rendilo degno dell’eredità eterna.

Per Cristo nostro Signore.

URL (clicca sopra per vedere la santa Messa Pubblicata su YouTube) : http://www.youtube.com/watch?v=OK6Sbu2KVJc

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Miglionico il CROCIFISSO

http://www.miglionicoweb.it

I

Il SANTO di OGGI

dal sito internet http://www.santibeati.it

Domenica 31 Luglio 2011

SANT'IGNAZIO di LOYOLA SACERDOTE

 

 

 

Miglionico

XV SECOLO Polittico

Cima da Conegliano

http://www.miglionicoweb.it

Sant' Ignazio di Loyola Sacerdote

31 luglio

Azpeitia, Spagna, c. 1491 - Roma, 31 luglio 1556

Il grande protagonista della Riforma cattolica nel XVI secolo, nacque ad Azpeitia, un paese basco, nel 1491. Era avviato alla vita del cavaliere, la conversione avvenne durante una convalescenza, quando si trovò a leggere dei libri cristiani. All'abbazia benedettina di Monserrat fece una confessione generale, si spogliò degli abiti cavallereschi e fece voto di castità perpetua. Nella cittadina di Manresa per più di un anno condusse vita di preghiera e di penitenza; fu qui che vivendo presso il fiume Cardoner decise di fondare una Compagnia di consacrati. Da solo in una grotta prese a scrivere una serie di meditazioni e di norme, che successivamente rielaborate formarono i celebri Esercizi Spirituali. L'attività dei Preti pellegrini, quelli che in seguito saranno i Gesuiti, si sviluppa un po'in tutto il mondo. Il 27 settembre 1540 papa Paolo III approvò la Compagnia di Gesù. Il 31 luglio 1556 Ignazio di Loyola morì. Fu proclamato santo il 12 marzo 1622 da papa Gregorio XV. (Avvenire)

Etimologia: Ignazio = di fuoco, igneo, dal latino

Emblema: IHS (monogramma di Cristo)

Martirologio Romano: Memoria di sant’Ignazio di Loyola, sacerdote, che, nato nella Guascogna in Spagna, visse alla corte del re e nell’esercito, finché, gravemente ferito, si convertì a Dio; compiuti gli studi teologici a Parigi, unì a sé i primi compagni, che poi costituì nella Compagnia di Gesù a Roma, dove svolse un fruttuoso ministero, dedicandosi alla stesura di opere e alla formazione dei discepoli, a maggior gloria di Dio.

Ascolta da RadioVaticana:

Ascolta da RadioRai:

Ascolta da RadioMaria:

Il primo scritto che racconta la vita, la vocazione e la missione di s. Ignazio, è stato redatto proprio da lui, in Italia è conosciuto come "Autobiografia", ed egli racconta la sua chiamata e la sua missione, presentandosi in terza persona, per lo più designato con il nome di "pellegrino"; apparentemente è la descrizione di lunghi viaggi o di esperienze curiose e aneddotiche, ma in realtà è la descrizione di un pellegrinaggio spirituale ed interiore.

Il grande protagonista della Riforma cattolica nel XVI secolo, nacque ad Azpeitia un paese basco, nell’estate del 1491, il suo nome era Iñigo Lopez de Loyola, settimo ed ultimo figlio maschio di Beltran Ibañez de Oñaz e di Marina Sanchez de Licona, genitori appartenenti al casato dei Loyola, uno dei più potenti della provincia di Guipúzcoa, che possedevano una fortezza padronale con vasti campi, prati e ferriere.

Iñigo perse la madre subito dopo la nascita, ed era destinato alla carriera sacerdotale secondo il modo di pensare dell’epoca, nell’infanzia ricevé per questo anche la tonsura.

Ma egli ben presto dimostrò di preferire la vita del cavaliere come già per due suoi fratelli; il padre prima di morire, nel 1506 lo mandò ad Arévalo in Castiglia, da don Juan Velázquez de Cuellar, ministro dei Beni del re Ferdinando il Cattolico, affinché ricevesse un’educazione adeguata; accompagnò don Juan come paggio, nelle cittadine dove si trasferiva la corte allora itinerante, acquisendo buone maniere che tanto influiranno sulla sua futura opera.

Nel 1515 Iñigo venne accusato di eccessi d’esuberanza e di misfatti accaduti durante il carnevale ad Azpeitia e insieme al fratello don Piero, subì un processo che non sfociò in sentenza, forse per l’intervento di alti personaggi; questo per comprendere che era di temperamento focoso, corteggiava le dame, si divertiva come i cavalieri dell’epoca.

Morto nel 1517 don Velázquez, il giovane Iñigo si trasferì presso don Antonio Manrique, duca di Najera e viceré di Navarra, al cui servizio si trovò a combattere varie volte, fra cui nell’assedio del castello di Pamplona ad opera dei francesi; era il 20 maggio 1521, quando una palla di cannone degli assedianti lo ferì ad una gamba.

Trasportato nella sua casa di Loyola, subì due dolorose operazioni alla gamba, che comunque rimase più corta dell’altra, costringendolo a zoppicare per tutta la vita.

Ma il Signore stava operando nel plasmare l’anima di quell’irrequieto giovane; durante la lunga convalescenza, non trovando in casa libri cavallereschi e poemi a lui graditi, prese a leggere, prima svogliatamente e poi con attenzione, due libri ingialliti fornitagli dalla cognata.

Si trattava della "Vita di Cristo" di Lodolfo Cartusiano e la "Leggenda Aurea" (vita di santi) di Jacopo da Varagine (1230-1298), dalla meditazione di queste letture, si convinse che l’unico vero Signore al quale si poteva dedicare la fedeltà di cavaliere era Gesù stesso.

Per iniziare questa sua conversione di vita, decise appena ristabilito, di andare pellegrino a Gerusalemme dove era certo, sarebbe stato illuminato sul suo futuro; partì nel febbraio 1522 da Loyola diretto a Barcellona, fermandosi all’abbazia benedettina di Monserrat dove fece una confessione generale, si spogliò degli abiti cavallereschi vestendo quelli di un povero e fece il primo passo verso una vita religiosa con il voto di castità perpetua.

Un’epidemia di peste, cosa ricorrente in quei tempi, gl’impedì di raggiungere Barcellona che ne era colpita, per cui si fermò nella cittadina di Manresa e per più di un anno condusse vita di preghiera e di penitenza; fu qui che vivendo poveramente presso il fiume Cardoner "ricevé una grande illuminazione", sulla possibilità di fondare una Compagnia di consacrati e che lo trasformò completamente.

In una grotta dei dintorni, in piena solitudine prese a scrivere una serie di meditazioni e di norme, che successivamente rielaborate formarono i celebri "Esercizi Spirituali", i quali costituiscono ancora oggi, la vera fonte di energia dei Gesuiti e dei loro allievi.

Arrivato nel 1523 a Barcellona, Iñigo di Loyola, invece di imbarcarsi per Gerusalemme s’imbarcò per Gaeta e da qui arrivò a Roma la Domenica delle Palme, fu ricevuto e benedetto dall’olandese Adriano VI, ultimo papa non italiano fino a Giovanni Paolo II.

Imbarcatosi a Venezia arrivò in Terrasanta visitando tutti i luoghi santificati dalla presenza di Gesù; avrebbe voluto rimanere lì ma il Superiore dei Francescani, responsabile apostolico dei Luoghi Santi, glielo proibì e quindi ritornò nel 1524 in Spagna.

Intuì che per svolgere adeguatamente l’apostolato, occorreva approfondire le sue scarse conoscenze teologiche, cominciando dalla base e a 33 anni prese a studiare grammatica latina a Barcellona e poi gli studi universitari ad Alcalà e a Salamanca.

Per delle incomprensioni ed equivoci, non poté completare gli studi in Spagna, per cui nel 1528 si trasferì a Parigi rimanendovi fino al 1535, ottenendo il dottorato in filosofia.

Ma già nel 1534 con i primi compagni, i giovani maestri Pietro Favre, Francesco Xavier, Lainez, Salmerón, Rodrigues, Bobadilla, fecero voto nella Cappella di Montmartre di vivere in povertà e castità, era il 15 agosto, inoltre promisero di recarsi a Gerusalemme e se ciò non fosse stato possibile, si sarebbero messi a disposizione del papa, che avrebbe deciso il loro genere di vita apostolica e il luogo dove esercitarla; nel contempo Iñigo latinizzò il suo nome in Ignazio, ricordando il santo vescovo martire s. Ignazio d’Antiochia.

A causa della guerra fra Venezia e i Turchi, il viaggio in Terrasanta sfumò, per cui si presentarono dal papa Paolo III (1534-1549), il quale disse: "Perché desiderate tanto andare a Gerusalemme? Per portare frutto nella Chiesa di Dio l’Italia è una buona Gerusalemme"; e tre anni dopo si cominciò ad inviare in tutta Europa e poi in Asia e altri Continenti, quelli che inizialmente furono chiamati "Preti Pellegrini" o "Preti Riformati" in seguito chiamati Gesuiti.

Ignazio di Loyola nel 1537 si trasferì in Italia prima a Bologna e poi a Venezia, dove fu ordinato sacerdote; insieme a due compagni si avvicinò a Roma e a 14 km a nord della città, in località ‘La Storta’ ebbe una visione che lo confermò nell’idea di fondare una "Compagnia" che portasse il nome di Gesù.

Il 27 settembre 1540 papa Polo III approvò la Compagnia di Gesù con la bolla "Regimini militantis Ecclesiae".

L’8 aprile 1541 Ignazio fu eletto all’unanimità Preposito Generale e il 22 aprile fece con i suoi sei compagni, la professione nella Basilica di S. Paolo; nel 1544 padre Ignazio, divenuto l’apostolo di Roma, prese a redigere le "Costituzioni" del suo Ordine, completate nel 1550, mentre i suoi figli si sparpagliavano per il mondo.

Rimasto a Roma per volere del papa, coordinava l’attività dell’Ordine, nonostante soffrisse dolori lancinanti allo stomaco, dovuti ad una calcolosi biliare e a una cirrosi epatica mal curate, limitava a quattro ore il sonno per adempiere a tutti i suoi impegni e per dedicarsi alla preghiera e alla celebrazione della Messa.

Il male fu progressivo limitandolo man mano nelle attività, finché il 31 luglio 1556, il soldato di Cristo, morì in una modestissima camera della Casa situata vicina alla Cappella di Santa Maria della Strada a Roma.

Fu proclamato beato il 27 luglio 1609 da papa Paolo V e proclamato santo il 12 marzo 1622 da papa Gregorio XV.

Si completa la scheda sul Santo Fondatore, colonna della Chiesa e iniziatore di quella riforma coronata dal Concilio di Trento, con una panoramica di notizie sul suo Ordine, la "Compagnia di Gesù".

Le "Costituzioni" redatte da s. Ignazio fissano lo spirito della Compagnia, essa è un Ordine di "chierici regolari" analogo a quelli sorti nello stesso periodo, ma accentuante anche nella denominazione scelta dal suo Fondatore, l’aspetto dell’azione militante al servizio della Chiesa.

La Compagnia adattò lo spirito del monachesimo, al necessario dinamismo di un apostolato da svolgersi in un mondo in rapida trasformazione spirituale e sociale, com’era quello del XVI secolo; alla stabilità della vita monastica sostituì una grande mobilità dei suoi membri, legati però a particolari obblighi di obbedienza ai superiori e al papa; alle preghiere del coro sostituì l’orazione mentale.

Considerò inoltre essenziale la preparazione e l’aggiornamento culturale dei suoi membri. È governata da un "Preposito generale".

I gradi della formazione dei sacerdoti gesuiti, comprendono due anni di noviziato, gli aspiranti sono detti ‘scolastici’, gli studi approfonditi sono inframezzati dall’ordinazione sacerdotale (solitamente dopo il terzo anno di filosofia), il giovane gesuita verso i 30 anni diventa professo ed emette i tre voti solenni di povertà, castità e obbedienza, più in quarto voto di obbedienza speciale al papa; accanto ai ‘professi’ vi sono i "coadiutori spirituali" che emettono soltanto i tre voti semplici.

Non c’è un ramo femminile né un Terz’Ordine. La spiritualità della Compagnia si basa sugli ‘Esercizi Spirituali’ di s. Ignazio e si contraddistingue per l’abbandono alla volontà di Dio espresso nell’assoluta obbedienza ai superiori; in una profonda vita interiore alimentata da costanti pratiche spirituali, nella mortificazione dell’egoismo e dell’orgoglio; nello zelo apostolico; nella totale fedeltà alla Santa Sede.

I Gesuiti non possono possedere personalmente rendite fisse, consentite solo ai Collegi e alle Case di formazione; i professi fanno anche il voto speciale di non aspirare a cariche e dignità ecclesiastiche.

Come attività, in origine la Compagnia si presentava come un gruppo missionario a disposizione del pontefice e pronto a svolgere qualsiasi compito questi volesse affidargli per la "maggior gloria di Dio".

Quindi svolsero attività prevalentemente itinerante, facendo fronte alle più urgenti necessità di predicazione, di catechesi, di cura di anime, di missioni speciali, di riforma del clero, operante nella Controriforma e nell’evangelizzazione dei nuovi Paesi (Oriente, Africa, America).

Nel 1547, s. Ignazio affidò alla sua Compagnia, un ministero inizialmente non previsto, quello dell’insegnamento, che diventò una delle attività principali dell’Ordine e uno dei principali strumenti della sua diffusione e della sua forza, lo testimoniano i prestigiosi Collegi sparsi per il mondo.

Alla morte di s. Ignazio, avvenuta come già detto nel 1556, la Compagnia contava già mille membri e nel 1615, con la guida dei vari Generali succedutisi era a 13.000 membri, diffondendosi in tutta Europa, subendo anche i primi martiri (Campion, Ogilvie, in Inghilterra).

Ma soprattutto ebbe un’attività missionaria di rilievo iniziata nel 1541 con s. Francesco Xavier, inviato in India e nel Giappone, dove i successivi gesuiti subirono come gli altri missionari, sanguinose persecuzioni.

Più duratura fu la loro opera in Cina con padre Matteo Ricci (1552-1610) e in America Meridionale, specie in Brasile, con le famose ‘riduzioni’. Più sfortunata fu l’opera dei Gesuiti in America Settentrionale, in cui furono martiri i santi Giovanni de Brebeuf, Isacco Jogues, Carlo Garnier e altri cinque missionari.

Col passare del tempo, nei secoli XVII e XVIII i Gesuiti con la loro accresciuta potenza furono al centro di dispute dottrinarie e di violenti conflitti politico-ecclesiatici, troppo lunghi e numerosi da descrivere in questa sede; che alimentarono l’odio di tanti movimenti antireligiosi e l’astio dei Domenicani, dei sovrani dell’epoca e dei parlamentari e governi di vari Stati.

Si arrivò così allo scioglimento prima negli Stati di Portogallo, Spagna, Napoli, Parma e Piacenza e infine sotto la pressione dei sovrani europei, anche allo scioglimento totale della Compagnia di Gesù nel 1773, da parte di papa Clemente XIV.

I Gesuiti però sopravvissero in Russia sotto la protezione dell’imperatrice Caterina II; nel 1814 papa Pio VII diede il via alla restaurazione della Compagnia.

Da allora i suoi membri sono stati sempre presenti nelle dispute morali, dottrinarie, filosofiche, teologiche e ideologiche, che hanno interessato la vita morale e istituzionale della società non solo cattolica.

Nel 1850 sorse la prestigiosa e diffusa rivista "La Civiltà Cattolica", voce autorevole del pensiero della Compagnia; altre espulsioni si ebbero nel 1880 e 1901 interessanti molti Stati europei e sud americani.

Nell’annuario del 1966 i Gesuiti erano 36.000, divisi in 79 province nel mondo e 77 territori di missione. In una statistica aggiornata al 2002, la Compagnia di Gesù annovera tra i suoi figli 49 Santi di cui 34 martiri e 147 Beati di cui 139 martiri; a loro si aggiungono centinaia di Servi di Dio e Venerabili, avviati sulla strada di un riconoscimento ufficiale della loro santità o del loro martirio.

L’alto numero di martiri, testimonia la vocazione missionaria dei Gesuiti, votati all’affermazione della ‘maggior gloria di Dio’, nonostante i pericoli e le persecuzioni a cui sono andati incontro, sin dalla loro fondazione.

Autore: Antonio Borrelli

Spunti bibliografici su Sant'Ignazio di Loyola a cura di LibreriadelSanto.it

Fédry Jacques, Decidere secondo Dio, Apostolato della Preghiera Edizioni, 2011 - pagine

Angela Tagliafico, Ignazio di Loyola e Teresa d'Avila: due itinerari spirituali a confronto, OCD, 2009 - 481 pagine

Occhetta Francesco, Ignazio di Loyola. Il pellegrino fondatore della Compagnia di Gesù, Elledici, 2009 - 48 pagine

Ignazio di Loyola (sant'), Esercizi spirituali, San Paolo Edizioni, 2009 - 490 pagine

Vincenzo D'Ascenzi, Ignazio di Loyola, Edizioni Messaggero, 2009 - 192 pagine

Radici Pata Claudia, Sant'Ignazio di Loyola, Apostolato della Preghiera Edizioni, 2008 - 56 pagine

Manuel Ruiz Jurado, Il pellegrino della volontà di Dio. Biografia spirituale di sant'Ignazio di Loyola, San Paolo Edizioni, 2008 - 240 pagine

S. Ignazio di Loyola, S. Ignazio di Loyola, Gli scritti, Apostolato della Preghiera Edizioni, 2007 - 1552 pagine

Francesco Rossi de Gasperis, Sentieri di vita. La dinamica degli Esercizi ignaziani nell’itinerario delle Scritture, Paoline Edizioni, 2007 - 672 pagine

Barretta Claudio, Denora Vitangelo C. M., Pedagogia ignaziana e teologia, San Paolo Edizioni, 2007 - 204 pagine

Martini Carlo M., Gli esercizi ignaziani. Alla luce del Vangelo di Matteo, Apostolato della Preghiera Edizioni, 2006 - 288 pagine

Padoan Enrico, Sant'Ignazio di Loyola e la Compagnia di Gesù, Apostolato della Preghiera Edizioni, 2006 - 56 pagine

Ignazio di Loyola (sant'), Esercizi spirituali, Jaca Book, 2006 - 239 pagine

Rossi De Gasperis Francesco, Sentieri di vita [vol_2.1] / La dinamica degli esercizi ignaziani nell'itinerario delle Scritture. Seconda settimana, Paoline Edizioni, 2006 - 528 pagine

Ignazio di Loyola (sant'), Esercizi spirituali. Versione ufficiale, San Paolo Edizioni, 2005 - 216 pagine

31 luglio

23800 > Sant' Ignazio di Loyola Sacerdote 31 luglio - Memoria MR

91965 > San Calimero di Milano Vescovo 31 luglio MR

94093 > Beata Caterina di Lovanio Monaca 31 luglio

65110 > Santi Democrito, Secondo e Dionigi Martiri 31 luglio MR

93134 > Beati Dionigi Vicente Ramos e Francesco Remon Jativa Francescani, martiri 31 luglio MR

65100 > Sant' Elena (Elin) di Skovde 31 luglio MR

93342 > Beato Everardo Hanse Sacerdote e martire 31 luglio MR

90108 > San Fabio il Vessilifero Martire 31 luglio MR

93091 > Beato Francesco (Franciszek) Stryjas Padre di famiglia, martire 31 luglio MR

91340 > Beato Francesco da Milano Eremita 31 luglio

91919 > San Germano d’Auxerre Vescovo 31 luglio MR

92915 > Beato Giacomo (Jaime) Buch Canals Coadiutore salesiano, martire 31 luglio MR

90610 > Beato Giovanni Colombini Fondatore dei Gesuati 31 luglio MR

65130 > Beato Giovanni Francesco Jarrige de la Morelie du Breuil Martire 31 luglio MR

94191 > Beato Girolamo Michele Calmell Mercedario 31 luglio

33850 > San Giustino De Jacobis da San Fele Vescovo 31 luglio MR

23800 > Sant' Ignazio di Loyola Sacerdote 31 luglio - Memoria MR

93098 > Beato Michele (Michal) Ozieblowski Sacerdote e martire 31 luglio MR

65140 > Santi Pietro Doan Cong Quy e Emanuele Phung Martiri 31 luglio MR

65120 > San Tertullino Martire 31 luglio MR

91761 > Beata Zdenka Cecilia Schelingova Martire 31 luglio MR

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SAN PIETRO CRISOLOGO VESCOVO e DOTTORE della CHIESA

S. MESSA Sabato 30 Luglio 2011 XVII Settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Cristo Re Minori Martina F. Taranto ITALY 1a Parte

http://www.cristo-re.eu Celebra P. Daniele Pichierri Vicario, sito internet Parrocchia http://www.parrocchie.it/martinafranca/cristore.it/

Cocelebrante Padre Anselmo Raguso Decano, Laici Giuseppe Bello, Giuseppe Vinci, Riferimenti Liturgici dal sito internet http://www.lachiesa.it http://www.santibeati.it Se vuoi ascoltare il Vangelo clicca, Scaricare il foglietto della Messa, Scarica le Letture del Lezionario, Ascoltare il Vangelo vai al sito: http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20110522.shtml e clicca in alto sulla destra su quello che ti interessa.

Sabato della XVII settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Grado della Celebrazione: Feria Colore liturgico: Verde

Antifona d'ingresso Dio sta nella sua santa dimora; ai derelitti fa abitare una casa, e dà forza e vigore al suo popolo. (Sal 68,6-7.36)

Colletta O Dio, nostra forza e nostra speranza, senza di te nulla esiste di valido e di santo; effondi su di noi la tua misericordia perché, da te sorretti e guidati, usiamo saggiamente dei beni terreni nella continua ricerca dei beni eterni. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

Prima lettura Lv 25,1.8-17 Nell’anno del giubileo ciascuno tornerà nella sua proprietà.

Dal libro del Levìtico

Il Signore parlò a Mosè sul monte Sinai e disse:

"Conterai sette settimane di anni, cioè sette volte sette anni; queste sette settimane di anni faranno un periodo di quarantanove anni. Al decimo giorno del settimo mese, farai echeggiare il suono del corno; nel giorno dell’espiazione farete echeggiare il corno per tutta la terra. Dichiarerete santo il cinquantesimo anno e proclamerete la liberazione nella terra per tutti i suoi abitanti. Sarà per voi un giubileo; ognuno di voi tornerà nella sua proprietà e nella sua famiglia.

Il cinquantesimo anno sarà per voi un giubileo; non farete né semina né mietitura di quanto i campi produrranno da sé, né farete la vendemmia delle vigne non potate. Poiché è un giubileo: esso sarà per voi santo; potrete però mangiare il prodotto che daranno i campi.

In quest’anno del giubileo ciascuno tornerà nella sua proprietà. Quando vendete qualcosa al vostro prossimo o quando acquistate qualcosa dal vostro prossimo, nessuno faccia torto al fratello. Regolerai l’acquisto che farai dal tuo prossimo in base al numero degli anni trascorsi dopo l’ultimo giubileo: egli venderà a te in base agli anni di raccolto. Quanti più anni resteranno, tanto più aumenterai il prezzo; quanto minore sarà il tempo, tanto più ribasserai il prezzo, perché egli ti vende la somma dei raccolti.

Nessuno di voi opprima il suo prossimo; temi il tuo Dio, poiché io sono il Signore, vostro Dio".

Parola di Dio

Salmo responsoriale Sal 66 Ti lodino i popoli, o Dio, ti lodino i popoli tutti.

Dio abbia pietà di noi e ci benedica, su di noi faccia splendere il suo volto;

perché si conosca sulla terra la tua via, la tua salvezza fra tutte le genti.

Gioiscano le nazioni e si rallegrino, perché tu giudichi i popoli con rettitudine, governi le nazioni sulla terra.

La terra ha dato il suo frutto.

Ci benedica Dio, il nostro Dio, ci benedica Dio e lo temano tutti i confini della terra.

Canto al Vangelo (Mt 5,10) Alleluia, alleluia. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Alleluia.

Vangelo

Mt 14,1-12

Erode mandò a decapitare Giovanni e i suoi discepoli andarono a informare Gesù.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo al tetrarca Erode giunse notizia della fama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani: "Costui è Giovanni il Battista. È risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi!".

Erode infatti aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo. Giovanni infatti gli diceva: "Non ti è lecito tenerla con te!". Erode, benché volesse farlo morire, ebbe paura della folla perché lo considerava un profeta.

Quando fu il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle quello che avesse chiesto. Ella, istigata da sua madre, disse: "Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista".

Il re si rattristò, ma a motivo del giuramento e dei commensali ordinò che le venisse data e mandò a decapitare Giovanni nella prigione. La sua testa venne portata su un vassoio, fu data alla fanciulla e lei la portò a sua madre.

I suoi discepoli si presentarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informare Gesù.

Parola del Signore

URL (clicca sopra per vedere la santa Messa Pubblicata su YouTube) : http://www.youtube.com/watch?v=H4GG8T6jZDQ

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S. MESSA Sabato 30 Luglio 2011 XVII Settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Cristo Re Minori Martina F. Taranto ITALY 2a Parte

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Cocelebrante Padre Anselmo Raguso Decano, Laici Giuseppe Bello, Giuseppe Vinci, Riferimenti Liturgici dal sito internet http://www.lachiesa.it http://www.santibeati.it Se vuoi ascoltare il Vangelo clicca, Scaricare il foglietto della Messa, Scarica le Letture del Lezionario, Ascoltare il Vangelo vai al sito: http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20110522.shtml e clicca in alto sulla destra su quello che ti interessa.

Preghiera sulle offerte

Accetta, Signore, queste offerte che la tua generosità ha messo nelle nostre mani,

perché il tuo Spirito, operante nei santi misteri,

santifichi la nostra vita presente e ci guidi alla felicità senza fine.

Per Cristo nostro Signore.

Antifona di comunione

Anima mia, benedici il Signore: non dimenticare tanti suoi benefici. (Sal 103,2)

Preghiera dopo la comunione

O Dio, nostro Padre, che ci hai dato la grazia

di partecipare al mistero eucaristico,

memoriale perpetuo della passione del tuo Figlio,

fa’ che questo dono del suo ineffabile amore

giovi sempre per la nostra salvezza.

Per Cristo nostro Signore

URL (clicca sopra per vedere la santa Messa Pubblicata su YouTube) : http://www.youtube.com/watch?v=rUvtL2XnevE

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Miglionico il CROCIFISSO

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I

Il SANTO di OGGI

dal sito internet http://www.santibeati.it

Sabato 30 Luglio 2011

SAN PIETRO CRISOLOGO

VESCOVO e DOTTORE della CHIESA

 

 

Miglionico

XV SECOLO Polittico

Cima da Conegliano

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San Pietro Crisologo Vescovo e dottore della Chiesa

30 luglio - Memoria Facoltativa

Imola, ca. 380 - 450

Nel 433 venne consacrato vescovo di Ravenna, dal Papa in persona, Sisto III. Il soprannome di Pietro è "Crisologo", che significa "dalle parole d'oro". La sua identità di uomo e di vescovo viene fuori chiaramente dai documenti che possediamo, circa 180 sermoni. E' lì che troviamo veramente lui, con una cultura apprezzabile in quei tempi e tra quelle vicende, e soprattutto col suo calore umano e con lo schietto vigore della sua fede. Ravenna ai tempi di Pietro è una città crocevia di problemi e di incontri. Dall'Oriente lo consulta l' archimandrita Eutiche, in conflitto dottrinale col patriarca di Costantinopoli e con gran parte del clero circa le due nature in Gesù Cristo. Il vescovo di Ravenna gli risponde rimandandolo alla decisione del Papa (che ora è Leone I) "per mezzo del quale il beato Pietro continua a insegnare, a coloro che la cercano, la verità della fede". Una rigorosa indicazione, espressa sempre con linguaggio amico, con voce cordiale. (Avvenire)

Etimologia: Pietro = pietra, sasso squadrato, dal latino

Emblema: Bastone pastorale

Martirologio Romano: San Pietro, detto Crisologo, vescovo di Ravenna e dottore della Chiesa, che, munito del nome del beato Apostolo, ne svolse lo stesso ministero con tale maestria, da attirare alla fede le folle con la rete della sua celeste dottrina, saziandole con la dolcezza del suo divino eloquio. Il suo transito avvenne il 31 luglio a Imola in Romagna.

(31 luglio: A Imola in Romagna, transito di san Pietro Crisologo, vescovo di Ravenna la cui memoria ricorre il giorno precedente questo).

Ascolta da RadioVaticana:

Ascolta da RadioRai:

Ascolta da RadioMaria:

Nella sua vita c’è un momento ovviamente importantissimo per lui: quello della consacrazione a vescovo di Ravenna, intorno al 433. Ma è importante pure tutto ciò che circonda l’evento. Innanzitutto c’è il papa in persona a consacrarlo: Sisto III, cioè l’uomo della pace religiosa dopo dissidi, scontri e iniziative scismatiche, ispirate alle dottrine di Nestorio. Segno perenne di questa pace, il rifacimento della Basilica liberiana sull’Esquilino, dedicata alla Madre di Dio (Santa Maria Maggiore).

Quando Pietro tiene il suo primo discorso da vescovo, ad ascoltarlo col papa c’è anche Galla Placidia, figlia dell’imperatore Teodosio, sorella dell’imperatore Onorio e ora madre e tutrice dell’imperatore Valentiniano III. Una donna che è stata padrona della reggia, poi ostaggio dei Goti invasori e moglie per forza di un goto, assassinato poco dopo in una congiura. L’assassino ha poi scacciato lei, costringendola a camminare a piedi per dodici miglia in catene, prima di essere rimandata ai suoi. E poi c’è Ravenna, intorno al vescovo. Ravenna, che ora è la capitale dell’impero, cerniera tra Oriente e Occidente. Ravenna, che manda e riceve corrieri da ogni parte, e quasi sempre con notizie tristi, perché l’impero è giunto alle sue ultime convulsioni.

In questa capitale e in questo clima governa la sua Chiesa il vescovo Pietro, al quale la voce pubblica dà il soprannome di "Crisologo", che significa "dalle parole d’oro". E sono queste, le sue parole, che meglio conosciamo, nei circa 180 sermoni suoi che ci sono pervenuti. Nella sua vita le date certe sono assai poche, ma la sua identità di uomo e di vescovo viene fuori chiaramente dai documenti che possediamo. E’ lì che troviamo veramente lui, con una cultura apprezzabile in quei tempi e tra quelle vicende, e soprattutto col suo calore umano e con lo schietto vigore della sua fede; con le sue "parole d’oro", appunto.

Inoltre, "la sua attività di predicatore ci ha lasciato soprattutto una documentazione inestimabile sulla liturgia di Ravenna e sulla cultura di questa città" (B. Studer). Una città che è formicolante crocevia di problemi e di incontri. A trovare Pietro viene uno dei vescovi più illustri del tempo, Germano di Auxerre, che poi muore proprio a Ravenna nel 448, assistito da lui. Dall’Oriente lo consulta l’influente e discusso archimandrita Eutiche, in conflitto dottrinale col patriarca di Costantinopoli e con gran parte del clero circa le due nature in Gesù Cristo. Il vescovo di Ravenna gli risponde rimandandolo alla decisione del papa (che ora è Leone I) "per mezzo del quale il beato Pietro continua a insegnare, a coloro che la cercano, la verità della fede". Una rigorosa indicazione circa i comportamenti. Ma espressa sempre con linguaggio amico, con voce cordiale. Con le "parole d’oro" che l’hanno reso popolare a Ravenna e in tutta la Chiesa.

Autore: Domenico Agasso

30 luglio

28450 > San Pietro Crisologo Vescovo e dottore della Chiesa 30 luglio - Memoria Facoltativa MR

90207 > Santi Abdon e Sennen Martiri 30 luglio MR

46700 > Sant' Angelina Despota di Serbia 30 luglio

90527 > Beato Arnaldo Amalrico Vescovo 30 luglio

93971 > Beati Braulio Maria (Paolo) Corres Díaz de Cerio e 14 compagni Martiri Spagnoli Fatebenefratelli 30 luglio MR

93337 > Beati Edoardo Powell, Riccardo Fetherston e Tommaso Abel Sacerdoti e martiri 30 luglio MR

65060 > Santa Giulitta di Cesarea Martire 30 luglio MR

93240 > Beati Giuseppe Maria Muro Sanmiguel, Gioacchino Prats Baltuena e Zosimo Izquierdo Gil Martiri 30 luglio MR

65080 > San Giuseppe Yuan Gengyin Martire 30 luglio MR

92839 > Santa Godeleva Martire 30 luglio MR

52950 > San Leopoldo Mandic 30 luglio (12 maggio) MR

90795 > Beato Mannes (Manno) Guzman Domenicano 30 luglio MR

90023 > Santa Maria de Jesus Sacramentado (Venegas de la Torre) Fondatrice 30 luglio MR

91749 > Beata Maria Vicenta di S. Dorotea Chávez Orozco Fondatrice 30 luglio MR

65050 > Santa Massima, Donatilla e Seconda Martiri in Africa 30 luglio MR

90467 > Sant' Olav di Svezia Re e martire 30 luglio

65070 > Sant' Orso di Auxerre Vescovo 30 luglio MR

28450 > San Pietro Crisologo Vescovo e dottore della Chiesa 30 luglio - Memoria Facoltativa MR

92914 > Beato Sergio Cid Pazo Sacerdote salesiano e martire 30 luglio MR

92042 > San Terenzio di Imola Diacono ed eremita 30 luglio

 

 

 

 

 

SANTA MARTA di BETANIA

S. MESSA Venerdì 29 Luglio 2011 XVII Settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Cristo Re Minori Martina F. Taranto ITALY 1a Parte

http://www.cristo-re.eu Celebra P. Eugenio Caputi Resp. Migrantes, sito internet Parrocchia http://www.parrocchie.it/martinafranca/cristore.it/

Cocelebrante Padre Anselmo Raguso Decano, Laici Giuseppe Bello, Giuseppe Vinci, Riferimenti Liturgici dal sito internet http://www.lachiesa.it http://www.santibeati.it Se vuoi ascoltare il Vangelo clicca, Scaricare il foglietto della Messa, Scarica le Letture del Lezionario, Ascoltare il Vangelo vai al sito: http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20110522.shtml e clicca in alto sulla destra su quello che ti interessa.

Santa Marta Grado della Celebrazione: Memoria Colore liturgico: Bianco

Colletta

Dio onnipotente ed eterno, il tuo Figlio fu accolto come ospite a Betania nella casa di santa Marta, concedi anche a noi di esser pronti a servire Gesù nei fratelli, perché al termine della vita siamo accolti nella tua dimora. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

Prima lettura 1Gv 4,7-16 Se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi.

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo

Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio: chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore.

In questo si è manifestato l’amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui.

In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.

Carissimi, se Dio ci ha amati così, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri. Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l’amore di lui è perfetto in noi. In questo si conosce che noi rimaniamo in lui ed egli in noi: egli ci ha donato il suo Spirito.

E noi stessi abbiamo veduto e attestiamo che il Padre ha mandato il suo Figlio come salvatore del mondo. Chiunque confessa che Gesù è il Figlio di Dio, Dio rimane in lui ed egli in Dio. E noi abbiamo conosciuto e creduto l’amore che Dio ha in noi.

Dio è amore; chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui.

Parola di Dio

Salmo responsoriale Sal 33 Gustate e vedete com’è buono il Signore.

Benedirò il Signore in ogni tempo, sulla mia bocca sempre la sua lode.

Io mi glorio nel Signore: i poveri ascoltino e si rallegrino.

Magnificate con me il Signore, esaltiamo insieme il suo nome.

Ho cercato il Signore: mi ha risposto e da ogni mia paura mi ha liberato.

Guardate a lui e sarete raggianti, i vostri volti non dovranno arrossire.

Questo povero grida e il Signore lo ascolta, lo salva da tutte le sue angosce.

L’angelo del Signore si accampa attorno a quelli che lo temono, e li libera.

Gustate e vedete com’è buono il Signore; beato l’uomo che in lui si rifugia.

Temete il Signore, suoi santi: nulla manca a coloro che lo temono.

I leoni sono miseri e affamati, ma a chi cerca il Signore non manca alcun bene.

Canto al Vangelo (Gv 8,12) Alleluia, alleluia, alleluia. Io sono la luce del mondo, dice il Signore; chi segue me, avrà la luce della vita. Alleluia.

Vangelo

Gv 11,19-27

Io credo che sei il Cristo, il Figlio di Dio.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa.

Marta disse a Gesù: "Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà".

Gesù le disse: "Tuo fratello risorgerà". Gli rispose Marta: "So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno".

Gesù le disse: "Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?". Gli rispose: "Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo".

Parola del Signore.

URL (clicca sopra per vedere la santa Messa Pubblicata su YouTube) : http://www.youtube.com/watch?v=DTFI2U9CprQ

CODICE DA INCORPORARE <iframe width="425" height="349" src="http://www.youtube.com/embed/DTFI2U9CprQ?hl=it&fs=1" frameborder="0" allowfullscreen></iframe>

S. MESSA Venerdì 29 Luglio 2011 XVII Settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Cristo Re Minori Martina F. Taranto ITALY 2a Parte

http://www.cristo-re.eu Celebra P. Eugenio Caputi Resp. Migrantes, sito internet Parrocchia http://www.parrocchie.it/martinafranca/cristore.it/

Cocelebrante Padre Anselmo Raguso Decano, Laici Giuseppe Bello, Giuseppe Vinci, Riferimenti Liturgici dal sito internet http://www.lachiesa.it http://www.santibeati.it Se vuoi ascoltare il Vangelo clicca, Scaricare il foglietto della Messa, Scarica le Letture del Lezionario, Ascoltare il Vangelo vai al sito: http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20110522.shtml e clicca in alto sulla destra su quello che ti interessa.

Preghiera dei fedeli

Accogliere, ascoltare, servire Gesù che viene è il senso della vita cristiana. Vivendo insieme l'atteggiamento di Marta e di Maria chiediamo:

Signore, donaci un cuore attento.

Perchè la Chiesa diventi la tenda in cui tutti gli uomini si sentano accolti e amati. Preghiamo:

Perchè ogni battezzato viva le opere di misericordia come un dovere amoroso. Preghiamo:

Perchè il nostro atteggiamento umile e servizievole cementi l'unione in famiglia, fra amici, e in ogni occasione d'incontro. Preghiamo:

Perchè i cristiani imparino a dosare i tempi della loro giornata, riservandone la primizia alla lode del Signore. Preghiamo:

Perchè l'accoglienza di Gesù nell'eucaristia e nella sua parola ci insegni a prediligere l'essenziale della vita. Preghiamo:

Per le madri di famiglia.

Per chi, nelle comunità, compie i servizi più umili.

O Dio, che hai promesso di essere nostro ospite fino alla fine dei tempi, donaci di saperti riconoscere e servire nei fratelli, e fà che rimaniamo in te, pur nella stretta quotidiana di mille occupazioni. Te lo chiediamo nel nome di Gesù, che con te vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.

Preghiera sulle offerte

Salgano a te, Signore, le nostre lodi e ti sia accetto il nostro servizio sacerdotale,

come ti fu gradita la premurosa ospitalità di santa Marta, che accolse nella sua casa il Cristo, tuo Figlio.

Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

Antifona di comunione

Marta disse a Gesù:

"Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente, che sei venuto nel mondo". (Gv 11,27)

Preghiera dopo la comunione

La comunione al corpo e sangue del tuo unico Figlio ci liberi, o Padre, dagli affanni delle cose che passano,

perché sull’esempio di santa Marta collaboriamo con entusiasmo all’opera del tuo amore,

per godere in cielo la visione del tuo volto.

Per Cristo nostro Signore.

URL (clicca sopra per vedere la santa Messa Pubblicata su YouTube) : http://www.youtube.com/watch?v=WDng3er9Hlw

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Miglionico il CROCIFISSO

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I

Il SANTO di OGGI

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Venerdì 29 Luglio 2011

SANTA MARTA di BETANIA

 

 

Miglionico

XV SECOLO Polittico

Cima da Conegliano

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Santa Marta di Betania

29 luglio

sec. I

Marta è la sorella di Maria e di Lazzaro di Betania. Nella loro casa ospitale Gesù amava sostare durante la predicazione in Giudea. In occasione di una di queste visite conosciamo Marta. Il Vangelo ce la presenta come la donna di casa, sollecita e indaffarata per accogliere degnamente il gradito ospite, mentre la sorella Maria preferisce starsene quieta in ascolto delle parole del Maestro. L'avvilita e incompresa professione di massaia è riscattata da questa santa fattiva di nome Marta, che vuol dire semplicemente "signora". Marta ricompare nel Vangelo nel drammatico episodio della risurrezione di Lazzaro, dove implicitamente domanda il miracolo con una semplice e stupenda professione di fede nella onnipotenza del Salvatore, nella risurrezione dei morti e nella divinità di Cristo, e durante un banchetto al quale partecipa lo stesso Lazzaro, da poco risuscitato, e anche questa volta ci si presenta in veste di donna tuttofare. I primi a dedicare una celebrazione liturgica a S. Marta furono i francescani, nel 1262. (Avvenire)

Patronato: Casalinghe, Domestiche, Albergatori, Osti, Cuochi, Cognate

Etimologia: Marta = palma, dall'aramaico o variante di Maria

Emblema: Chiavi, Mestolo, Scopa, Drago

Martirologio Romano: Memoria di santa Marta, che a Betania vicino a Gerusalemme accolse nella sua casa il Signore Gesù e, alla morte del fratello, professò: "Tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo".

Ascolta da RadioVaticana:

Ascolta da RadioRai:

Ascolta da RadioMaria:

Marta è la sorella di Maria e di Lazzaro di Betania, un villaggio a circa tre chilometri da Gerusalemme. Nella loro casa ospitale Gesù amava sostare durante la predicazione in Giudea. In occasione di una di queste visite compare per la prima volta Marta. Il Vangelo ce la presenta come la donna di casa, sollecita e indaffarata per accogliere degnamente il gradito ospite, mentre la sorella Maria preferisce starsene quieta in ascolto delle parole del Maestro. Non ci stupisce quindi il rimprovero che Marta muove a Maria: "Signore, non t'importa che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti".

L'amabile risposta di Gesù può suonare come rimprovero alla fattiva massaia: "Marta, Marta, tu t'inquieti e ti affanni per molte cose; una sola è necessaria: Maria invece ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta". Ma rimprovero non è, commenta S. Agostino: "Marta, tu non hai scelto il male; Maria ha però scelto meglio di te". Ciononostante Maria, considerata il modello evangelico delle anime contemplative già da S. Basilio e S. Gregorio Magno, non sembra che figuri nel calendario liturgico: la santità di questa dolce figura di donna è fuori discussione, poiché le è stata confermata dalle stesse parole di Cristo; ma è Marta soltanto, e non Maria né Lazzaro, a comparire nel calendario universale, quasi a ripagarla delle sollecite attenzioni verso la persona del Salvatore e per proporla alle donne cristiane come modello di operosità.

L'avvilita e incompresa professione di massaia è riscattata da questa santa fattiva di nome Marta, che vuol dire semplicemente "signora". Marta ricompare nel Vangelo nel drammatico episodio della risurrezione di Lazzaro, dove implicitamente domanda il miracolo con una semplice e stupenda professione di fede nella onnipotenza del Salvatore, nella risurrezione dei morti e nella divinità di Cristo, e durante un banchetto al quale partecipa lo stesso Lazzaro, da poco risuscitato, e anche questa volta ci si presenta in veste di donna tuttofare. La lezione impartitale dal Maestro non riguardava, evidentemente, la sua encomiabile laboriosità, ma l'eccesso di affanno per le cose materiali a scapito della vita interiore. Sugli anni successivi della santa non abbiamo alcuna notizia storicamente accertabile, pur abbondando i racconti leggendari. I primi a dedicare una celebrazione liturgica a S. Marta furono i francescani, nel 1262, il 29 luglio, cioè otto giorni dopo la festa di S. Maria Maddalena, impropriamente identificata con sua sorella Maria.

Autore: Piero Bargellini

29 luglio

23750 > Santa Marta di Betania 29 luglio - Memoria MR

91586 > San Berio Martire a Costantinopoli 29 luglio

64910 > San Callinico di Gangra Martire 29 luglio MR

64980 > Beato Carlo Nicola Antonio Ancel Martire 29 luglio MR

64920 > San Felice 29 luglio MR

65010 > Beato Giovan Battista Egozcuezàbal Aldaz Martire 29 luglio MR

64990 > Santi Giuseppe Zhang Wenlan, Paolo Chen Changpin, Giovanni Battista Lou Tingyin e Marta Wang Louzhi Martiri 29 luglio MR

64960 > San Guglielmo Pinchon Vescovo 29 luglio MR

92164 > Beato José Calasanz Marqués Sacerdote e martire 29 luglio MR

81850 > Santi Lazzaro e Maria di Betania 29 luglio MR

65000 > Santi Lucilla, Flora, Eugenio e compagni Martiri 29 luglio

93239 > Beati Lucio Martinez Mancebo e 7 compagni Domenicani, martiri 29 luglio MR

64970 > Beati Ludovico Bertrán, Mancio della Santa Croce e Pietro di Santa Maria Martiri 29 luglio MR

91078 > Beati Luigi Martin e Zelia Guerin Genitori di S. Teresa di Gesù Bambino 29 luglio e 28 agosto

91806 > San Lupo di Troyes Vescovo 29 luglio MR

23750 > Santa Marta di Betania 29 luglio - Memoria MR

64950 > Sant' Olav (Olaf) Re di Norvegia, martire 29 luglio MR

94190 > Beato Pietro Mercedario, martire 29 luglio

64940 > San Prospero di Orleans Vescovo 29 luglio MR

64900 > Santa Serafina di Mamie Vergine 29 luglio

64930 > Santi Simplicio, Faustino, Viatrice e Rufo Martiri 29 luglio MR

89159 > Beato Urbano II Papa 29 luglio MR

 

 

 

SANTI NAZARIO e CELSO MARTIRI

S. MESSA Giovedì 28 Luglio 2011 XVII Settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Cristo Re Minori Martina F. Taranto ITALY 1a Parte

http://www.cristo-re.eu Celebra P. Eugenio Caputi Resp. Migrantes, sito internet Parrocchia http://www.parrocchie.it/martinafranca/cristore.it/

Cocelebrante Padre Anselmo Raguso Decano, Laici Giuseppe Bello, Giuseppe Vinci, Riferimenti Liturgici dal sito internet http://www.lachiesa.it http://www.santibeati.it Se vuoi ascoltare il Vangelo clicca, Scaricare il foglietto della Messa, Scarica le Letture del Lezionario, Ascoltare il Vangelo vai al sito: http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20110522.shtml e clicca in alto sulla destra su quello che ti interessa.

Giovedì della XVII settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Grado della Celebrazione: Feria Colore liturgico: Verde

Antifona d'ingresso

Dio sta nella sua santa dimora; ai derelitti fa abitare una casa, e dà forza e vigore al suo popolo. (Sal 68,6-7.36)

Colletta

O Dio, nostra forza e nostra speranza, senza di te nulla esiste di valido e di santo; effondi su di noi la tua misericordia perché,

da te sorretti e guidati, usiamo saggiamente dei beni terreni nella continua ricerca dei beni eterni. Per il nostro Signore Gesù Cristo... ``...

Prima lettura Es 40,16-21.34-38 La nube coprì la tenda del convegno e la gloria del Signore riempì la Dimora.

Dal libro dell’Èsodo

In quei giorni, Mosè eseguì ogni cosa come il Signore gli aveva ordinato: così fece.

Nel secondo anno, nel primo giorno del primo mese fu eretta la Dimora. Mosè eresse la Dimora: pose le sue basi, dispose le assi, vi fissò le traverse e rizzò le colonne; poi stese la tenda sopra la Dimora e dispose al di sopra la copertura della tenda, come il Signore gli aveva ordinato.

Prese la Testimonianza, la pose dentro l’arca, mise le stanghe all’arca e pose il propiziatorio sull’arca; poi introdusse l’arca nella Dimora, collocò il velo che doveva far da cortina e lo tese davanti all’arca della Testimonianza, come il Signore aveva ordinato a Mosè.

Allora la nube coprì la tenda del convegno e la gloria del Signore riempì la Dimora. Mosè non poté entrare nella tenda del convegno, perché la nube sostava su di essa e la gloria del Signore riempiva la Dimora.

Per tutto il tempo del loro viaggio, quando la nube s’innalzava e lasciava la Dimora, gli Israeliti levavano le tende. Se la nube non si innalzava, essi non partivano, finché non si fosse innalzata. Perché la nube del Signore, durante il giorno, rimaneva sulla Dimora e, durante la notte, vi era in essa un fuoco, visibile a tutta la casa d’Israele, per tutto il tempo del loro viaggio.

Parola di Dio

Salmo responsoriale Sal 83 Quanto sono amabili le tue dimore, Signore degli eserciti!

L’anima mia anela e desidera gli atri del Signore.

Il mio cuore e la mia carne esultano nel Dio vivente.

Anche il passero trova una casa e la rondine il nido dove porre i suoi piccoli, presso i tuoi altari, Signore degli eserciti, mio re e mio Dio.

Beato chi abita nella tua casa: senza fine canta le tue lodi.

Beato l’uomo che trova in te il suo rifugio, cresce lungo il cammino il suo vigore.

Sì, è meglio un giorno nei tuoi atri che mille nella mia casa; stare sulla soglia della casa del mio Dio è meglio che abitare nelle tende dei malvagi.

Canto al Vangelo (At 16,14)

Alleluia, alleluia. Apri, Signore, il nostro cuore e comprenderemo le parole del Figlio tuo. Alleluia.

Vangelo

Mt 13,47-53

Raccolgono i buoni nei canestri e buttano via i cattivi.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:

"Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.

Avete compreso tutte queste cose?". Gli risposero: "Sì". Ed egli disse loro: "Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche".

Terminate queste parabole, Gesù partì di là.

Parola del Signore

URL (clicca sopra per vedere la santa Messa Pubblicata su YouTube) : http://www.youtube.com/watch?v=3PTPykjQt3M

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S. MESSA Giovedì 28 Luglio 2011 XVII Settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Cristo Re Minori Martina F. Taranto ITALY 1a Parte

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Cocelebrante Padre Anselmo Raguso Decano, Laici Giuseppe Bello, Giuseppe Vinci, Riferimenti Liturgici dal sito internet http://www.lachiesa.it http://www.santibeati.it Se vuoi ascoltare il Vangelo clicca, Scaricare il foglietto della Messa, Scarica le Letture del Lezionario, Ascoltare il Vangelo vai al sito: http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20110522.shtml e clicca in alto sulla destra su quello che ti interessa.

Preghiera dei fedeli

Il Signore è ricco di misericordia: per salvare gli uomini dal peccato ha inviato nel mondo suo Figlio. Preghiamo perché si affretti il giorno della conversione di ogni cuore al suo amore, ripetendo insieme:

Venga il tuo regno, o Signore.

Per la comunità cristiana: sia tra gli uomini il segno più grande della pazienza di Dio, attraverso continui gesti di misericordia e di perdono. Preghiamo:

Per chi è impegnato nell'opera di evangelizzazione e di promozione umana: sull'esempio di Cristo, sia attento alle esigenze dei fratelli, soprattutto dei poveri ed emarginati. Preghiamo:

Per i popoli che ancora non conoscono Gesù e la Chiesa: possano quanto prima udire l'annuncio della buona novella per diventare membri dell'unico popolo di Dio. Preghiamo:

Per i direttori spirituali e i confessori: aiutino i fratelli a distinguere e a praticare le strade della perfezione. Preghiamo:

Per noi qui presenti: non ci stanchiamo mai di operare il bene, pur in mezzo alle contraddizioni e ai fallimenti dei progetti umani. Preghiamo:

Per ottenere il dono della misericordia.

Perché ci asteniamo dal giudicare gli altri.

Purifica, o Signore, il nostro cuore e guida i nostri passi verso la meta dove tu regni glorioso con il Cristo e lo Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Preghiera sulle offerte

Accetta, Signore, queste offerte

che la tua generosità ha messo nelle nostre mani,

perché il tuo Spirito,

operante nei santi misteri,

santifichi la nostra vita presente

e ci guidi alla felicità senza fine.

Per Cristo nostro Signore.

Antifona di comunione

Anima mia, benedici il Signore:

non dimenticare tanti suoi benefici. (Sal 103,2)

Preghiera dopo la comunione

O Dio, nostro Padre, che ci hai dato la grazia

di partecipare al mistero eucaristico,

memoriale perpetuo della passione del tuo Figlio,

fa’ che questo dono del suo ineffabile amore

giovi sempre per la nostra salvezza.

Per Cristo nostro Signore

URL (clicca sopra per vedere la santa Messa Pubblicata su YouTube) : http://www.youtube.com/watch?v=ETKIyz7UQQ0

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Miglionico il CROCIFISSO

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I

Il SANTO di OGGI

dal sito internet http://www.santibeati.it

Giovedì 28 Luglio 2011

SANTI NAZARIO e CELSO MARTIRI

 

 

Miglionico

XV SECOLO Polittico

Cima da Conegliano

http://www.miglionicoweb.it

28 luglio

Santi Nazario e Celso Martiri

Paolino, biografo di sant’Ambrogio riferisce che il vescovo di Milano ebbe un’ispirazione che lo guidò sulla tomba sconosciuta di due martiri negli orti fuori città. Erano Nazario e Celso. Il corpo del primo era intatto e fu trasportato in una chiesa davanti a Porta Romana, dove sorse una basilica a suo nome. Sulle reliquie di Celso, le ossa, sorse una nuova basilica. Nazario aveva predicato in Italia, a Treviri e in Gallia. Qui battezzò Celso che aveva nove anni. Furono martirizzati a Milano nel 304, durante la persecuzione di Diocleziano. (Avvenire)

Etimologia: Nazario = consacrato a Dio, dall'ebraico

Celso = alto, elevato, eccelso, dal

Emblema: Palma

Martirologio Romano: A Milano, santi Nazario e Celso, martiri, i cui corpi furono rinvenuti da sant’Ambrogio.

Ascolta da RadioRai:

"… San Nazaro cittadino Romano, discepolo di S. Pietro fu battezzato da S. Lino non ancora Papa, incontro per questo, la disgrazia del di lui padre, di religione Ebreo, e dell’imperatore Nerone persecutore dei Cristiani, per esimersi dalla malignità dell’uno e dell’altro, usci Nazaro da Roma, e, predicando Gesù Cristo, traversate alcune città lombarde, entrò in Piacenza, portossi indi a Milano: ivi trovò, per fede carcerati i santi fratelli Gervasio e Protasio, ed amorosamente confortatali, li animo a soffrire coraggiosamente il martirio. Di questo fatto informato il Prefetto Romano, condannò Nazaro alla frusta e all’esilio. Volse allora Nazaro alla Francia seguitando a predicare in ogni luogo la fede in Gesù Cristo.

Arrivato in Francia, da una cospicua Matrona gli fu presentato un assai grazioso fanciullo di nove anni. E fu pregato a volerlo avviare nella legge e religione da lui predicata. Con lieta cortesia accettò Nazaro il presentato infante, e dopo la conveniente istruzione, lo battezzò imponendogli il nome di Celso. E trovata angelica la indole del suo allievo, lo dichiarò compagno del suo apostolato, sebbene ancora non fosse uscito da puerizia. Non furono li Santi senza incontri in quella città. Infieriva in quel tempo in Roma e nelle province dell’impero, la dichiarata persecuzione di Nerone ed i Ss. Nazaro e Celso, stretti di catene il collo, furono imprigionati. Atterrita da tristo sogno, la moglie di Prefetto romano, ne ottenne la liberazione. Simile avventura provarono in Treviri dove molto fruttuosa riusciva la loro predicazione. Gran numero di quelli cittadini ricevevano il Battesimo, per tale motivo irritato quel prefetto fece arrestare li due Santi. Imprigionò Nazaro e consegno Celso ad una donna pagana, acciò lo conducesse all’idolatria; ma non riuscì essa all’intento. Non si mosse Celso per carezze, né per schiaffi, né per sferzate dal santo proposito. Invocando Gesù Cristo, mai cessò da piangere fin che fu riunito a Nazaro suo maestro. Nazaro intanto fu indarno tentato a rinunciare alla religione cristiana dal quel prefetto; ma perché cittadino Romano non fu tormentato nella persona, stretto in catene, fu con il suo allievo spedito a Nerone a Roma.

Ivi, come era successo in Treviri, Celso fu separato dal suo maestro e tentato di rinunziare a Gesù Cristo restò sempre fermo nella fede, e con animo virile sopportò ogni tormento e minacciò al prefetto: "Dio a cui servo ti giudicherà" né mai potè acquietarsi privo del suo maestro. Per comando di Nerone fu Nazaro strascinato nel tempio di Giove con la intenzione di sacrificare a quel falso nume sotto pena di morte. Non si sgomentò per questo, entrato egli nel tempio caddero tosto a terra infranti quegli idoli tutti. Si vide Nazaro tutto splendente di luce celeste e comparve vero apostolo di Gesù Cristo. Conosciuta Nerone la ferma risoluzione delli Santi ordinò che fossero ambidue gittati in mare. Scortati perciò a Civitavecchia, rinchiusi furono in una appostata barca ed avviata questa in alto, li nostri Santi furono sommersi in mare. Non erano ancora in allora compiuti i disegni di Dio, a questi la Divina Provvidenza, (a noi genovesi mai sempre propizia, e benefica) li riservava, fu quindi risparmiata la corona del martirio tanto desiderata. Una subita tempesta di mare minacciava di assorbire la barca colla quale erano stati precipitati i Santi, mentre essi andavano a piedi asciutti passeggiando sulle onde del mare in placida calma. Spaventati del temuto naufragio li marinari esecutori del tirrenico decreto di Nerone, ed illuminati dalla prodigiosa situazione dei Santi conobbero il loro fallo risolvettero di riceverli di nuovo in barca e dopo breve preghiera delli medesimi videro il mare in subita bonaccia. Da tali prodigi persuasi quei marinari della santità delle persone da loro oltraggiate, e della religione da essi predicata, chiesero ed ottengo dai Santi istruzione e Battesimo. Dopo tali avvenimenti quei novelli cristiani non si azzardavano ritornare a Nerone, e pieni della speranza in Dio, confortati della compagnia dei Santi abbandonarono le vele alla direzione della Provvidenza. Prosperamente navigando entrato nel nostro mare il fortunato naviglio volse la prora verso Genova città allora libera e alleata col Romano Impero. Distanti ancora da quelle mura 600 incirca passi videro sopra una delle colline di Albaro un tempio e una torre con intorno un’area circondata da macerie. Qui per ispirazione divina approdarono i Santi ed atterrati gli idoli che ritrovarono in quel tempio, consacrato alla falsa deità delli loro morti, cominciarono a predicare la fede in Gesù Cristo con felice riuscimento e senza veruno incontro, battezzarono quanti si convertirono; vi celebrarono il Divino Sacrificio e diedero così ad Albaro il vanto di essere la prima terra, non solo del Genovesato, ma di tutta la Italia, dove si è palesemente predicata e ricevuta la fede di Cristo, e dove è stata celebrata la prima Messa quietamente. Da Albao passarono a predicare in Genova, dove in pochi giorni videro ricevuta e radicata la santa nostra religione, che per grazia particolare dell’Altissimo da poco meno di secoli diciotto conserviamo purissima, mai turbata dalla eresia, né mai amareggiata per sangue sparso da’ martiri della nostra terra. Compiuto con tanta felicità e frutto il loro apostolato in Genova, passarono i nostri Santi a Milano, premuroso Nazaro delli sovra lodati Gervasio e Protasio ivi tutt’ora in catene, di vieppiù fortificarli a soffrire per la fede di Gesù Cristo. Reggeva in allora quella Provincia a nome del crudele Nerone, il crudelissimo Antolino nella qualità di Prefetto. Inteso questo dell’operare dei Santi (che mai cessarono di predicare Gesù Cristo) li fece imprigionare, e trovati inutili quanti seppe trovare, li tentativi, e tormenti, li condannò l’uno e l’altro ad essere decapitati. Fregente e glorioso retaggio dell’Apostolato; e fuori della porta Romana fu eseguita l’empia condanna nel luogo allora detto "le tre muraglie" nell’anno di nostra salute 76. … Informati del glorioso martirio delli suddetti loro Santi Apostoli seguito in Milano, sul terminare del primo secolo, memori de’ benefici da loro ricevuti eressero a loro nome un tempio in distanza dalla prememorata torre di passi circa 60, luogo dove approdato avevano li Santi".

Fonte:

Sito Convento e Parrocchia San Francesco d'Albaro - Genova

28 luglio

92516 > Sant' Acacio (Acazio) di Mileto Martire 28 luglio MR

64625 > Sant' Alfonsa dell'Immacolata Concezione (Anna Muttathupadathu) Clarissa dell’India 28 luglio MR

90464 > Sant' Arduino di Ceprano Sacerdote 28 luglio

94222 > Beato Astolfo Lobo Vescovo 28 luglio

92113 > San Botvido di Svezia Martire 28 luglio MR

64670 > San Cameliano di Troyes Vescovo 28 luglio MR

93636 > Beata Chiara (Sancia di Maiorca) Regina di Sicilia 28 luglio

91746 > Beato Davide Carlos Fratello Scolopio, martire 28 luglio MR

93424 > Beato Emanuele Segura Martire 28 luglio MR

94003 > Beato Germano Martin Martin Sacerdote salesiano, martire 28 luglio

90243 > San Giacomo Ilario (Emanuele) Barbal Cosàn Religioso martire 28 luglio MR

92913 > Beati Giuseppe Caselles Moncho e Giuseppe Castell Camps Sacerdoti salesiani e martiri 28 luglio MR

64660 > Santi Martiri della Tebaide d'Egitto 28 luglio MR

93420 > San Melchiorre Garcia Sanpedro Vescovo e martire 28 luglio MR

64650 > Santi Nazario e Celso Martiri 28 luglio MR

91486 > San Pedro Poveda Castroverde Fondatore, martire 28 luglio MR

91953 > Santi Procoro, Nicanore, Timone, Parmenas e Nicola Diaconi 28 luglio MR

94001 > Beato Sabino Hernandez Laso Sacerdote salesiano, martire 28 luglio

91716 > San Sansone Abate e vescovo di Dol 28 luglio MR

90137 > San Vittore I Papa e martire 28 luglio MR

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SAN PANTELEONE MEDICO e MARTIRE

S. MESSA Mercoledì 27 Luglio 2011 XVII Settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Cristo Re Minori Martina F. Taranto ITALY 1a Parte

http://www.cristo-re.eu Celebra P. Eugenio Caputi Resp. Migrantes, sito internet Parrocchia http://www.parrocchie.it/martinafranca/cristore.it/

Cocelebrante Padre Anselmo Raguso Decano, Laici Giuseppe Bello, Giuseppe Vinci, Riferimenti Liturgici dal sito internet http://www.lachiesa.it http://www.santibeati.it Se vuoi ascoltare il Vangelo clicca, Scaricare il foglietto della Messa, Scarica le Letture del Lezionario, Ascoltare il Vangelo vai al sito: http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20110522.shtml e clicca in alto sulla destra su quello che ti interessa.

Mercoledì della XVII settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Grado della Celebrazione: Feria Colore liturgico: Verde

Antifona d'ingresso Dio sta nella sua santa dimora; ai derelitti fa abitare una casa, e dà forza e vigore al suo popolo. (Sal 68,6-7.36)

Colletta

O Dio, nostra forza e nostra speranza, senza di te nulla esiste di valido e di santo; effondi su di noi la tua misericordia perché, da te sorretti e guidati,

usiamo saggiamente dei beni terreni nella continua ricerca dei beni eterni. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

Prima lettura Es 34,29-35 Vedendo che la pelle del suo viso era raggiante, ebbero timore di avvicinarsi a Mosè.

Dal libro dell’Èsodo

Quando Mosè scese dal monte Sinai – le due tavole della Testimonianza si trovavano nelle mani di Mosè mentre egli scendeva dal monte – non sapeva che la pelle del suo viso era diventata raggiante, poiché aveva conversato con il Signore.

Ma Aronne e tutti gli Israeliti, vedendo che la pelle del suo viso era raggiante, ebbero timore di avvicinarsi a lui. Mosè allora li chiamò, e Aronne, con tutti i capi della comunità, tornò da lui. Mosè parlò a loro. Si avvicinarono dopo di loro tutti gli Israeliti ed egli ingiunse loro ciò che il Signore gli aveva ordinato sul monte Sinai.

Quando Mosè ebbe finito di parlare a loro, si pose un velo sul viso. Quando entrava davanti al Signore per parlare con lui, Mosè si toglieva il velo, fin quando non fosse uscito. Una volta uscito, riferiva agli Israeliti ciò che gli era stato ordinato.

Gli Israeliti, guardando in faccia Mosè, vedevano che la pelle del suo viso era raggiante. Poi egli si rimetteva il velo sul viso, fin quando non fosse di nuovo entrato a parlare con il Signore.

Parola di Dio

Salmo responsoriale Sal 98 Tu sei santo, Signore, nostro Dio.

Esaltate il Signore, nostro Dio, prostratevi allo sgabello dei suoi piedi.

Egli è santo!

Mosè e Aronne tra i suoi sacerdoti, Samuèle tra quanti invocavano il suo nome: invocavano il Signore ed egli rispondeva.

Parlava loro da una colonna di nubi: custodivano i suoi insegnamenti e il precetto che aveva loro dato.

Signore, nostro Dio, tu li esaudivi, eri per loro un Dio che perdona, pur castigando i loro peccati.

Esaltate il Signore, nostro Dio, prostratevi davanti alla sua santa montagna, perché santo è il Signore, nostro Dio!

Canto al Vangelo (Gv 15,15)

Alleluia, alleluia. Vi ho chiamato amici, dice il Signore, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Alleluia.

Vangelo

Mt 13,44-46

Vende tutti i suoi averi e compra quel campo.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:

"Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.

Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra".

Parola del Signore

URL (clicca sopra per vedere la santa Messa Pubblicata su YouTube) : http://www.youtube.com/watch?v=oJhdOX4cswo

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S. MESSA Mercoledì 27 Luglio 2011 XVII Settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Cristo Re Minori Martina F. Taranto ITALY 2a Parte

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Cocelebrante Padre Anselmo Raguso Decano, Laici Giuseppe Bello, Giuseppe Vinci, Riferimenti Liturgici dal sito internet http://www.lachiesa.it http://www.santibeati.it Se vuoi ascoltare il Vangelo clicca, Scaricare il foglietto della Messa, Scarica le Letture del Lezionario, Ascoltare il Vangelo vai al sito: http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20110522.shtml e clicca in alto sulla destra su quello che ti interessa.

Preghiera dei fedeli

Dio ci ha dato il grande dono della fede e ci invita a riscoprirlo ogni giorno. Supplichiamolo perché faccia crescere e fruttificare ciò che ha seminato nel cuore di ognuno. Preghiamo insieme e diciamo:

Esaudisci la nostra preghiera, o Signore.

Per la Chiesa, perché aiuti gli uomini a scoprire e vivere il senso ultimo della vita: Gesù, figlio di Dio e salvatore. Preghiamo:

Per i popoli economicamente più fortunati, perché ripongano la loro felicità nell'attenzione e nella ricerca dei beni spirituali. Preghiamo:

Per coloro che hanno smarrito il dono della fede, perché guidati dallo Spirito, riscoprano il sigillo di Dio nel loro cuore. Preghiamo:

Per chi è stato chiamato ad una speciale consacrazione al Signore, perché sperimenti ogni giorno la gioia della sequela di Cristo, senza rimpianto per ciò che ha lasciato. Preghiamo:

Per tutti noi, perché non ci lasciamo ingannare dalle apparenti fortune del mondo, ma viviamo nella vigile attesa del regno che ci riempirà di ogni dono perfetto. Preghiamo:

Perché i cristiani manifestino più gioia di vivere.

Per i gruppi biblici della città.

O Signore, che sei nostra forza e nostra difesa, donaci la sapienza del cuore perché, partecipando a questa eucaristia, poniamo solo in te la nostra speranza e fiducia. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Preghiera sulle offerte

Accetta, Signore, queste offerte

che la tua generosità ha messo nelle nostre mani,

perché il tuo Spirito,

operante nei santi misteri,

santifichi la nostra vita presente

e ci guidi alla felicità senza fine.

Per Cristo nostro Signore.

Antifona di comunione

Anima mia, benedici il Signore:

non dimenticare tanti suoi benefici. (Sal 103,2)

Preghiera dopo la comunione

O Dio, nostro Padre, che ci hai dato la grazia

di partecipare al mistero eucaristico,

memoriale perpetuo della passione del tuo Figlio,

fa’ che questo dono del suo ineffabile amore

giovi sempre per la nostra salvezza.

Per Cristo nostro Signore

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Miglionico il CROCIFISSO

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I

Il SANTO di OGGI

dal sito internet http://www.santibeati.it

Mercoledì 27 Luglio 2011

SAN PANTALEONE MEDICO e MARTIRE

 

 

Miglionico

XV SECOLO Polittico

Cima da Conegliano

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San Pantaleone Medico e martire

27 luglio

m. 305 c.

Pantaleone nacque nella seconda metà del III secolo a Nicomedia, nell’odierna Turchia. Diventerà successivamente medico e sarà perseguitato dall'imperatore di Costantinopoli Galerio per la sua adesione alla fede cristiana. Fu condannato a morte nel 305: gli furono inchiodate le braccia sulla testa, che poi il boia gli mozzò. È il patrono di medici. (Avvenire)

Patronato: Ostetriche, Crema (CR), Miglianico (CH), Ravello (SA), Pianella (PE)

Etimologia: Pantaleone = interamente leone, forte in tutto, dal greco

Emblema: Palma

Martirologio Romano: A Nicomedia in Bitinia, nell’odierna Turchia, san Pantaleone, martire, venerato in Oriente per avere esercitato la sua professione di medico senza chiedere in cambio alcun compenso.

Ascolta da RadioVaticana:

Pantaleone (Pantoléon, Pantaleémon in greco; Pantaleo in latino) godette fin dall'antichità di un vasto culto in Oriente e in Occidente, al pari dei celebri Cosma e Damiano o Ciro e Giovanni, coi quali divise nella rappresentazione agiografica il modello martiriale e taumaturgico di santi medici "anargiri" e molti tratti leggendari stereotipi, e al pari di altri santi intercessori (gruppo dei quattordici Ausiliatori in Occidente). La sua popolarità è testimoniata dalla Passio giuntaci in varie redazioni e vaneggiamenti in greco, armeno, georgiano, copto, arabo.

Secondo la leggenda Pantaleone, nativo di Nicomedia in Bitinia, educato cristianamente dalla madre Eubule (ricordata nel Sinassario Costantinopolitano al 30 marzo), ma non ancora battezzato, è affidato dal padre pagano al grande medico Eufrosino e apprende la medicina tanto perfettamente da meritarsi l'ammirazione e l'affetto dell'imperatore Massimiano. Si avvicina alla fede cristiana da esempio e dalla dottrina di Ermolao, presbitero cristiano che vive nascosto per timore della persecuzione, il quale lo convince progressivamente ad abbandonare l'arte di Asclepio, garantendogli la capacità di guarire ogni male nel solo nome di Cristo: di ciò fa esperienza lo stesso Pantaleone, il quale, dopo aver visto risuscitare alla sola invocazione dei Cristo un bambino morto per il morso di una vipera, si fa battezzare. La guarigione di un cieco, che si era rivolto a lui dopo aver consumato tutte le sostanze appresso ad altri medici, provoca la guarigione spirituale e la conversione sia del cieco che del padre del santo. Alla sua morte Pantaleone, distribuito il patrimonio ai servi e ai poveri, diventa il medico di tutti, suscitando per l'esercizio gratuito della professione l'invidia e il risentimento dei colleghi e la conseguente denunzia all'imperatore. Il cieco, chiamato a testimoniare, nell'evidenziare la gratuità e la rapidità della guarigione, nonché l'incapacità e la venalità degli altri medici, fa l'apologia di Cristo contro Asclepio, guadagnandosi perciò il martirio.

Il racconto a questo punto segue la struttura propria di una passio: l'imperatore con lusinghe e dolci rimproveri tenta di dissuadere il giovane dal preferire Cristo ad Asclepio. Pantaleone propone un'ordalia tra i sacerdoti pagani e lui: intorno a un paralitico, appositamente convocato, inutilmente si affannano i sacerdoti, invocando tra gli dei anche Asclepio, Galeno e Ippocrate; il santo invece dopo una tirata antiidolatrica guarisce nel nome di Cristo l'ammalato. Il miracolo suscita la conversione di molti e l'ostinazione dei sacerdoti e dell'imperatore, che alle lusinghe fa seguire una lunga serie di tormenti: raschiamento con unghie di ferro e bruciature ai fianchi con fiaccole, annegamento, esposizione alle fiere, ruota. Ogni tentativo risulta inefficace e provoca vieppiù l'ira del tiranno, che accusa il santo di "magia". La Passio prende quindi l'andamento di un romanzo ciclico con l'inserimento di altri santi personaggi, perché su subdolo invito dell'imperatore Pantaleone ingenuamente non solo fa il nome dei vecchio Ermolao e di altri due cristiani, ma li va a prendere lui stesso per condurli al cospetto del sovrano, che li fa morire. La sentenza di morte del giovane non esaurisce la fantasmagoria del meraviglioso: la punta ripiega come cera; i carnefici chiedono perdono al santo e una voce dall'alto cambia il nome dei giovane: "non ti chiamerai più Pantoleon, ma il tuo nome sarà Pantaleémon, perché avrai compassione di molti: tu infatti sarai porto per quelli sballottati dalla tempesta, rifugio degli afflitti, protettore degli oppressi, medico dei malati e persecutore dei demoni". Sul modello di altre passioni antiche è il santo a esortare i carnefici a colpirlo e due ultimi prodigi chiudono il racconto: dalla ferita esce sangue misto a latte, mentre l'albero al quale Pantaleone viene legato si carica di frutti.

La critica agiografica ha da tempo riconosciuto il carattere totalmente fabuloso della Passio, un racconto infarcito dell’elemento meraviglioso e miracolistico, di motivi ricorrenti nella letteratura del genere: un testo tipico delle passioni tarde o artificiali, tendente non a definire il profilo storico, ma a delineare il "tipo" sovrumano dei martire intrepido, del santo taumaturgo che opera gratuitamente la salvezza fisica e spirituale dei devoti. Molto evidenti sono in particolare i punti in comune con le Vite e Passioni di santi medici anargiri (specialmente Cosma e Damiano): l'opposizione tra medicina pagana venale ed evergetismo cristiano, il motivo dell'invidia dei colleghi... Ma assai più evidenti sono gli intenti di una simile letteratura, mirante a edificare e più ancora a infondere attraverso le figure dei santi medici conforto e fiducia nei fedeli.

Malgrado lo scarsissimo credito della narrazione, sono ben attestate le coordinate agiografiche. Il dies natalis di Pantaleone è prevalentemente fissato al 27 luglio, talora con oscillazione di qualche giorno. Il Martirologio Geronimiano al 28 luglio ha in Nicomedia Pantaleonis. Il Sinassario della Chiesa costantinopolitana ricorda Pantaleone al 27 luglio. Negli altri martirologi siriaci prevale la data bizantina del 27 luglio, ma il Martirologio di Rabban Sliba (Xlll sec.), oltre il 27 Tamouz (luglio), lo ricorda anche nei giorni 1 e 15 Tisrin I (ottobre). I martirologi storici medioevali dell'Anonimo Lionese, di Adone, di Usuardo, dipendenti dal Geronimiano, danno al 28 luglio una breve sintesi derivante dalla Passio latina, ricordando al 27 s. Ermolao e compagni. Il Calendario latino dei Sinai, probabilmente proveniente dall'Africa, dei sec. VIII o IX, ricorda Pantaleone il 25 febbraio, data forse di qualche fondazione o traslazione, che può essere accostata a quelle del 15 o del 19 febbraio rispettivamente del Calendario Marmoreo Napoletano (IX sec.) e del calendario mozarabico.

La diocesi di Crema, in provincia di Cremona, lo celebra il 10 giugno, giorno in cui per sua intercessione la città fu liberata dalla peste.

Autore: Antonello Antonelli

27 luglio

94006 > Beato Andrea Jimenez Galera Sacerdote salesiano, martire 27 luglio

92802 > Sant' Antusa dell’Onoriade Vergine, fondatrice 27 luglio MR

90524 > Sant' Arnaldo di Lione Vescovo 27 luglio

91645 > San Bertoldo di Garsten Abate benedettino 27 luglio MR

48700 > San Celestino I Papa 27 luglio MR

91041 > Santi Clemente di Ochrida, Gorazdo, Nahum, Saba e Angelario Apostoli della Bulgaria 27 luglio MR

64560 > San Desiderato di Besancon Vescovo 27 luglio MR

64580 > Sant' Ecclesio Celio Vescovo 27 luglio MR

92245 > Beato Filippo Hernandez Martinez, Zaccaria Abadia Buesa e Giacomo Ortiz Alzueta Religiosi e martiri 27 luglio MR

94254 > San Fronimio di Metz Vescovo 27 luglio

64590 > San Galattorio di Lescar Vescovo 27 luglio MR

90299 > Beato Giacomo Papocchi da Montieri Eremita 27 luglio

64640 > Beato Gioacchino Vilanova Camallonga Sacerdote e martire 27 luglio MR

90396 > Santa Giustina Vergine e martire 27 luglio

64630 > Beato Guglielmo Davies Martire 27 luglio MR

64610 > Beata Lucia Bufalari di Amelia 27 luglio MR

93074 > Beata Maria Clemenza di Gesù Crocifisso (Elena) Staszewska Vergine e martire 27 luglio MR

90840 > Beata Maria della Passione (Maria Grazia Tarallo) Religiosa 27 luglio

90389 > Beata Maria Maddalena (Margherita) Martinengo Religiosa 27 luglio MR

93133 > Beato Modesto Vegas Vegas Sacerdote e martire 27 luglio MR

64550 > Santa Natalia e compagni Martiri a Cordova 27 luglio MR

92041 > Beato Nevolone Eremita 27 luglio MR

64570 > Sant' Orso Abate 27 luglio MR

64575 > San Pantaleone Medico e martire 27 luglio MR

33700 > San Raimondo Zanfogni, detto Palmerio Laico 27 luglio MR

64620 > Beato Roberto Sutton Martire 27 luglio MR

92466 > Santi Sette Dormienti di Efeso 27 luglio MR

64600 > San Simeone di Egee Diacono e stilita 27 luglio

92842 > San Simeone Stilita il Vecchio 27 luglio MR

91671 > Sant' Ugo di Lincoln Fanciullo martire 27 luglio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SANTA ANNA

S. MESSA Martedì 26 Luglio 2011 XVII Settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Cristo Re Minori Martina F. Taranto ITALY 1a Parte

http://www.cristo-re.eu Celebra P. Eugenio Caputi Resp. Migrantes, sito internet Parrocchia http://www.parrocchie.it/martinafranca/cristore.it/

Cocelebrante P. Antonio Mariggiò Parroco, Padre Anselmo Raguso Decano, Laici Giuseppe Bello, Giuseppe Vinci, Riferimenti Liturgici dal sito internet http://www.lachiesa.it http://www.santibeati.it Se vuoi ascoltare il Vangelo clicca, Scaricare il foglietto della Messa, Scarica le Letture del Lezionario, Ascoltare il Vangelo vai al sito: http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20110522.shtml e clicca in alto sulla destra su quello che ti interessa.

Santi Gioacchino e Anna Grado della Celebrazione: Memoria Colore liturgico: Bianco

Antifona d'ingresso Innalziamo lodi a Gioacchino e Anna nella loro discendenza; il Signore ha dato loro la benedizione di tutti i popoli.

Colletta Dio dei nostri padri, che ai santi Gioacchino e Anna hai dato il privilegio di avere come figlia Maria, madre del Signore,

per loro intercessione concedi ai tuoi fedeli di godere i beni della salvezza eterna. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

Prima lettura Es 33,7-11; 34,5-9.28 Il Signore parlava con Mosè faccia a faccia.

Dal libro dell’Èsodo

In quei giorni, Mosè prendeva la tenda e la piantava fuori dell’accampamento, a una certa distanza dall’accampamento, e l’aveva chiamata tenda del convegno; appunto a questa tenda del convegno, posta fuori dell’accampamento, si recava chiunque volesse consultare il Signore.

Quando Mosè usciva per recarsi alla tenda, tutto il popolo si alzava in piedi, stando ciascuno all’ingresso della sua tenda: seguivano con lo sguardo Mosè, finché non fosse entrato nella tenda. Quando Mosè entrava nella tenda, scendeva la colonna di nube e restava all’ingresso della tenda, e parlava con Mosè. Tutto il popolo vedeva la colonna di nube, che stava all’ingresso della tenda, e tutti si alzavano e si prostravano ciascuno all’ingresso della propria tenda.

Il Signore parlava con Mosè faccia a faccia, come uno parla con il proprio amico. Poi questi tornava nell’accampamento, mentre il suo inserviente, il giovane Giosuè figlio di Nun, non si allontanava dall’interno della tenda.

Il Signore scese nella nube [sul monte Sinai], si fermò là presso di lui e proclamò il nome del Signore. Il Signore passò davanti a lui, proclamando: "Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà, che conserva il suo amore per mille generazioni, che perdona la colpa, la trasgressione e il peccato, ma non lascia senza punizione, che castiga la colpa dei padri nei figli e nei figli dei figli fino alla terza e alla quarta generazione".

Mosè si curvò in fretta fino a terra e si prostrò. Disse: "Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, Signore, che il Signore cammini in mezzo a noi. Sì, è un popolo di dura cervìce, ma tu perdona la nostra colpa e il nostro peccato: fa’ di noi la tua eredità".

Mosè rimase con il Signore quaranta giorni e quaranta notti, senza mangiar pane e senza bere acqua. Egli scrisse sulle tavole le parole dell’alleanza, le dieci parole.

Parola di Dio

Salmo responsoriale Sal 102 Misericordioso e pietoso è il Signore.

Il Signore compie cose giuste, difende i diritti di tutti gli oppressi.

Ha fatto conoscere a Mosè le sue vie, le sue opere ai figli d’Israele.

Misericordioso e pietoso è il Signore, lento all’ira e grande nell’amore.

Non è in lite per sempre, non rimane adirato in eterno.

Non ci tratta secondo i nostri peccati e non ci ripaga secondo le nostre colpe.

Perché quanto il cielo è alto sulla terra, così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono.

Quanto dista l’oriente dall’occidente, così egli allontana da noi le nostre colpe.

Come è tenero un padre verso i figli, così il Signore è tenero verso quelli che lo temono.

Canto al Vangelo (Mt 13,19.23) Alleluia, alleluia. Il seme è la parola di Dio, il seminatore è Cristo: chiunque trova lui, ha la vita eterna. Alleluia.

Vangelo

Mt 13,36-43

Come si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: "Spiegaci la parabola della zizzania nel campo".

Ed egli rispose: "Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!".

Parola del Signore

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S. MESSA Martedì 26 Luglio 2011 XVII Settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Cristo Re Minori Martina F. Taranto ITALY 2a Parte

http://www.cristo-re.eu Celebra P. Eugenio Caputi Resp. Migrantes, sito internet Parrocchia http://www.parrocchie.it/martinafranca/cristore.it/

Cocelebrante P. Antonio Mariggiò Parroco, Padre Anselmo Raguso Decano, Laici Giuseppe Bello, Giuseppe Vinci, Riferimenti Liturgici dal sito internet http://www.lachiesa.it http://www.santibeati.it Se vuoi ascoltare il Vangelo clicca, Scaricare il foglietto della Messa, Scarica le Letture del Lezionario, Ascoltare il Vangelo vai al sito: http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20110522.shtml e clicca in alto sulla destra su quello che ti interessa.

Preghiera dei fedeli

La nostra preghiera si unisce a quella della Chiesa che celebra e rinnova il mistero della morte e risurrezione di Cristo. Con lui innalziamo a Dio le nostre suppliche, dicendo:

Ascolta, Signore, la nostra preghiera.

Perché la comunità cristiana, assistita dallo Spirito di verità, accolga e valorizzi tutto ciò che è buono, vero e giusto. Preghiamo:

Perché i governanti e i pubblici amministratori collaborino alla diffusione del regno di Dio promuovendo gli ideali della giustizia e della pace. Preghiamo:

Perché i responsabili dell'opinione pubblica favoriscano la crescita delle persone, educandole alla distinzione del bene e del male. Preghiamo:

Perché coloro che soffrono per la presenza operante del male nel mondo, incontrino fratelli che li illuminano e li incoraggino. Preghiamo:

Perché ciascuno di noi, con il discernimento e il rinnovamento personale, compia scelte chiare alla luce degli insegnamenti di Gesù e della Chiesa. Preghiamo:

Perché otteniamo il dono della pazienza e della misericordia.

Perché facciamo crescere la Parola dentro di noi.

O Signore, buono e pietoso, donaci uno spirito nuovo che sappia riconoscere in ogni avvenimento della storia la tua mano provvidente, che porta tutto a compimento. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Preghiera sulle offerte

Accogli, Signore,

l’offerta del nostro servizio sacerdotale,

e donaci di partecipare a quella benedizione,

che hai promesso ad Abramo e alla sua discendenza.

Per Cristo nostro Signore.

Antifona di comunione

Dal Signore hanno avuto benedizione

e misericordia da Dio, loro salvatore. (cf. Sal 24,5)

vedere ciò che voi vedete". (Mt 13,17)

Preghiera dopo la comunione

O Dio, che nella tua provvidenza

hai voluto che il tuo Figlio

nascesse come membro dell’umana famiglia

per farci rinascere alla nuova vita,

santifica con lo Spirito di adozione

i figli che hai nutrito alla tua mensa.

Per Cristo nostro Signore.

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Miglionico il CROCIFISSO

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I

Il SANTO di OGGI

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Mercoledì 26 Luglio 2011

SANTA ANNA

 

 

Miglionico

XV SECOLO Polittico

Cima da Conegliano

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Sant' Anna Madre della Beata Vergine Maria

26 luglio

Gerusalemme, I secolo a.C.

Anna e Gioacchino sono i genitori della Vergine Maria. Gioacchino è un pastore e abita a Gerusalemme, anziano sacerdote è sposato con Anna. I due non avevano figli ed erano una coppia avanti con gli anni. Un giorno mentre Gioacchino è al lavoro nei campi, gli appare un angelo, per annunciargli la nascita di un figlio ed anche Anna ha la stessa visione. Chiamano la loro bambina Maria, che vuol dire "amata da Dio". Gioacchino porta di nuovo al tempio i suoi doni: insieme con la bimba dieci agnelli, dodici vitelli e cento capretti senza macchia. Più tardi Maria è condotta al tempio per essere educata secondo la legge di Mosè. Sant'Anna è invocata come protettrice delle donne incinte, che a lei si rivolgono per ottenere da Dio tre grandi favori: un parto felice, un figlio sano e latte sufficiente per poterlo allevare. È patrona di molti mestieri legati alle sue funzioni di madre, tra cui i lavandai e le ricamatrici. (Avvenire)

Etimologia: Anna = grazia, la benefica, dall'ebraico

Emblema: Libro

Martirologio Romano: Memoria dei santi Gioacchino e Anna, genitori dell’immacolata Vergine Maria Madre di Dio, i cui nomi sono conservati da antica tradizione cristiana.

Ascolta da RadioVaticana:

Ascolta da RadioRai:

Ascolta da RadioMaria:

Nonostante che di s. Anna ci siano poche notizie e per giunta provenienti non da testi ufficiali e canonici, il suo culto è estremamente diffuso sia in Oriente che in Occidente.

Quasi ogni città ha una chiesa a lei dedicata, Caserta la considera sua celeste Patrona, il nome di Anna si ripete nelle intestazioni di strade, rioni di città, cliniche e altri luoghi; alcuni Comuni portano il suo nome.

La madre della Vergine, è titolare di svariati patronati quasi tutti legati a Maria; poiché portò nel suo grembo la speranza del mondo, il suo mantello è verde, per questo in Bretagna dove le sono devotissimi, è invocata per la raccolta del fieno; poiché custodì Maria come gioiello in uno scrigno, è patrona di orefici e bottai; protegge i minatori, falegnami, carpentieri, ebanisti e tornitori.

Perché insegnò alla Vergine a pulire la casa, a cucire, tessere, è patrona dei fabbricanti di scope, dei tessitori, dei sarti, fabbricanti e commercianti di tele per la casa e biancheria.

È soprattutto patrona delle madri di famiglia, delle vedove, delle partorienti, è invocata nei parti difficili e contro la sterilità coniugale.

Il nome di Anna deriva dall’ebraico Hannah (grazia) e non è ricordata nei Vangeli canonici; ne parlano invece i vangeli apocrifi della Natività e dell’Infanzia, di cui il più antico è il cosiddetto "Protovangelo di san Giacomo", scritto non oltre la metà del II secolo.

Questi scritti benché non siano stati accettati formalmente dalla Chiesa e contengono anche delle eresie, hanno in definitiva influito sulla devozione e nella liturgia, perché alcune notizie riportate sono ritenute autentiche e in sintonia con la tradizione, come la Presentazione di Maria al tempio e l’Assunzione al cielo, come il nome del centurione Longino che colpì Gesù con la lancia, la storia della Veronica, ecc.

Il "Protovangelo di san Giacomo" narra che Gioacchino, sposo di Anna, era un uomo pio e molto ricco e abitava vicino Gerusalemme, nei pressi della fonte Piscina Probatica; un giorno mentre stava portando le sue abbondanti offerte al Tempio come faceva ogni anno, il gran sacerdote Ruben lo fermò dicendogli: "Tu non hai il diritto di farlo per primo, perché non hai generato prole".

Gioacchino ed Anna erano sposi che si amavano veramente, ma non avevano figli e ormai data l’età non ne avrebbero più avuti; secondo la mentalità ebraica del tempo, il gran sacerdote scorgeva la maledizione divina su di loro, perciò erano sterili.

L’anziano ricco pastore, per l’amore che portava alla sua sposa, non voleva trovarsi un’altra donna per avere un figlio; pertanto addolorato dalle parole del gran sacerdote si recò nell’archivio delle dodici tribù di Israele per verificare se quel che diceva Ruben fosse vero e una volta constatato che tutti gli uomini pii ed osservanti avevano avuto figli, sconvolto non ebbe il coraggio di tornare a casa e si ritirò in una sua terra di montagna e per quaranta giorni e quaranta notti supplicò l’aiuto di Dio fra lacrime, preghiere e digiuni.

Anche Anna soffriva per questa sterilità, a ciò si aggiunse la sofferenza per questa ‘fuga’ del marito; quindi si mise in intensa preghiera chiedendo a Dio di esaudire la loro implorazione di avere un figlio.

Durante la preghiera le apparve un angelo che le annunciò: "Anna, Anna, il Signore ha ascoltato la tua preghiera e tu concepirai e partorirai e si parlerà della tua prole in tutto il mondo".

Così avvenne e dopo alcuni mesi Anna partorì. Il "Protovangelo di san Giacomo" conclude: "Trascorsi i giorni necessari si purificò, diede la poppa alla bimba chiamandola Maria, ossia ‘prediletta del Signore’".

Altri vangeli apocrifi dicono che Anna avrebbe concepito la Vergine Maria in modo miracoloso durante l’assenza del marito, ma è evidente il ricalco di un altro episodio biblico, la cui protagonista porta lo stesso nome di Anna, anch’ella sterile e che sarà prodigiosamente madre di Samuele.

Gioacchino portò di nuovo al tempio con la bimba, i suoi doni: dieci agnelli, dodici vitelli e cento capretti senza macchia.

L’iconografia orientale mette in risalto rendendolo celebre, l’incontro alla porta della città, di Anna e Gioacchino che ritorna dalla montagna, noto come "l’incontro alla porta aurea" di Gerusalemme; aurea perché dorata, di cui tuttavia non ci sono notizie storiche.

I pii genitori, grati a Dio del dono ricevuto, crebbero con amore la piccola Maria, che a tre anni fu condotta al Tempio di Gerusalemme, per essere consacrata al servizio del tempio stesso, secondo la promessa fatta da entrambi, quando implorarono la grazia di un figlio.

Dopo i tre anni Gioacchino non compare più nei testi, mentre invece Anna viene ancora menzionata in altri vangeli apocrifi successivi, che dicono visse fino all’età di ottanta anni, inoltre si dice che Anna rimasta vedova si sposò altre due volte, avendo due figli la cui progenie è considerata, soprattutto nei paesi di lingua tedesca, come la "Santa Parentela" di Gesù.

Il culto di Gioacchino e di Anna si diffuse prima in Oriente e poi in Occidente (anche a seguito delle numerose reliquie portate dalle Crociate); la prima manifestazione del culto in Oriente, risale al tempo di Giustiniano, che fece costruire nel 550 ca. a Costantinopoli una chiesa in onore di s. Anna.

L’affermazione del culto in Occidente fu graduale e più tarda nel tempo, la sua immagine si trova già tra i mosaici dell’arco trionfale di S. Maria Maggiore (sec. V) e tra gli affreschi di S. Maria Antiqua (sec. VII); ma il suo culto cominciò verso il X secolo a Napoli e poi man mano estendendosi in altre località, fino a raggiungere la massima diffusione nel XV secolo, al punto che papa Gregorio XIII (1502-1585), decise nel 1584 di inserire la celebrazione di s. Anna nel Messale Romano, estendendola a tutta la Chiesa; ma il suo culto fu più intenso nei Paesi dell’Europa Settentrionale anche grazie al libro di Giovanni Trithemius "Tractatus de laudibus sanctissimae Annae" (Magonza, 1494).

Gioacchino fu lasciato discretamente in disparte per lunghi secoli e poi inserito nelle celebrazioni in data diversa; Anna il 25 luglio dai Greci in Oriente e il 26 luglio dai Latini in Occidente, Gioacchino dal 1584 venne ricordato prima il 20 marzo, poi nel 1788 alla domenica dell’ottava dell’Assunta, nel 1913 si stabilì il 16 agosto, fino a ricongiungersi nel nuovo calendario liturgico, alla sua consorte il 26 luglio.

Artisti di tutti i tempi hanno raffigurato Anna quasi sempre in gruppo, come Anna, Gioacchino e la piccola Maria oppure seduta su una alta sedia come un’antica matrona con Maria bambina accanto, o ancora nella posa ‘trinitaria’ cioè con la Madonna e con Gesù bambino, così da indicare le tre generazioni presenti.

Dice Gesù nel Vangelo "Dai frutti conoscerete la pianta" e noi conosciamo il fiore e il frutto derivato dalla annosa pianta: la Vergine, Immacolata fin dal concepimento, colei che preservata dal peccato originale doveva diventare il tabernacolo vivente del Dio fatto uomo.

Dalla santità del frutto, cioè di Maria, deduciamo la santità dei suoi genitori Anna e Gioacchino.

Autore: Antonio Borrelli

Spunti bibliografici su Sant'Anna a cura di LibreriadelSanto.it

26 luglio

23700 > Sant' Anna Madre della Beata Vergine Maria 26 luglio - Memoria MR

23650 > San Gioacchino Padre della Beata Vergine Maria 26 luglio - Memoria MR

92410 > Beato Andrea di Phu Yen Proto-martire del Vietnam 26 luglio MR

23700 > Sant' Anna Madre della Beata Vergine Maria 26 luglio - Memoria MR

64420 > Sant' Austindo Vescovo 26 luglio MR

32750 > Santa Bartolomea Capitanio Vergine 26 luglio MR

90586 > San Benigno di Malcesine Eremita 26 luglio

90853 > Beata Camilla Gentili di Rovellone 26 luglio MR

91986 > San Caro di Malcesine Eremita 26 luglio

93423 > Beato Edoardo Twing Martire 26 luglio MR

64410 > Sant' Erasto 26 luglio MR

64430 > Beati Evangelista e Pellegrino 26 luglio

23650 > San Gioacchino Padre della Beata Vergine Maria 26 luglio - Memoria MR

90057 > San Giorgio Preca Sacerdote 26 luglio MR

64460 > Beato Giorgio Swallowell Martire 26 luglio MR

64450 > Beato Giovanni Ingram Martire 26 luglio MR

94224 > Beato Giovanni Iraizos Mercedario 26 luglio

64470 > Beato Guglielmo Webster Martire 26 luglio MR

90997 > Beato Jorio 26 luglio

64480 > Beati Marcello Gaucherio Labigne de Reignefort e Pietro Giuseppe Le Groing de La Romagère Martiri 26 luglio MR

64490 > Beate Maria Margherita di S. Agostino Bonnet e 4 compagne Martiri 26 luglio MR

90789 > Beato Roberto Nutter Domenicano 26 luglio MR

93647 > Beata Sancia di Leon Sposa, religiosa 26 luglio

64500 > San Simeone di Polirone Eremita 26 luglio MR

90047 > Beato Tito Brandsma 26 luglio MR

64440 > Beato Ugo de Actis Monaco silvestrino 26 luglio MR

93968 > Beati Vincenzo Pinilla ed Emanuele Martin Sierra Sacerdoti e martiri 26 luglio MR

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SAN GIACOMO APOSTOLO

S. MESSA Lunedì 25 Luglio 2011 XVII Settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Cristo Re Minori Martina F. Taranto ITALY 1a Parte

http://www.cristo-re.eu Celebra P. Eugenio Caputi Resp. Migrantes, sito internet Parrocchia http://www.parrocchie.it/martinafranca/cristore.it/

Cocelebrante Padre Anselmo Raguso Decano, Laici Giuseppe Bello, Giuseppe Vinci, Riferimenti Liturgici dal sito internet http://www.lachiesa.it http://www.santibeati.it Se vuoi ascoltare il Vangelo clicca, Scaricare il foglietto della Messa, Scarica le Letture del Lezionario, Ascoltare il Vangelo vai al sito: http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20110522.shtml e clicca in alto sulla destra su quello che ti interessa.

SAN GIACOMO Grado della Celebrazione: FESTA Colore liturgico: Rosso

Antifona d'ingresso

Mentre camminava lungo il mare di Galilea, Gesù vide Giacomo di Zebedeo e Giovanni suo fratello che riassettavano le reti, e li chiamò. (cf. Mt 4,18.21)

Colletta

Dio onnipotente ed eterno, tu hai voluto che san Giacomo, primo fra gli Apostoli, sacrificasse la vita per il Vangelo;

per la sua gloriosa testimonianza conferma nella fede la tua Chiesa e sostienila sempre con la tua protezione.

Per il nostro Signore Gesù Cristo...

Prima lettura 2Cor 4,7-15 Portiamo nel nostro corpo la morte di Gesù.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, noi abbiamo un tesoro in vasi di creta, affinché appaia che questa straordinaria potenza appartiene a Dio, e non viene da noi. In tutto, infatti, siamo tribolati, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi, portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo. Sempre infatti, noi che siamo vivi, veniamo consegnati alla morte a causa di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nella nostra carne mortale. Cosicché in noi agisce la morte, in voi la vita.

Animati tuttavia da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto: "Ho creduto, perciò ho parlato", anche noi crediamo e perciò parliamo, convinti che colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a lui insieme con voi. Tutto infatti è per voi, perché la grazia, accresciuta a opera di molti, faccia abbondare l’inno di ringraziamento, per la gloria di Dio.

Parola di Dio

Salmo responsoriale Sal 125 Chi semina nelle lacrime mieterà nella gioia.

Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion, ci sembrava di sognare.

Allora la nostra bocca si riempì di sorriso, la nostra lingua di gioia.

Allora si diceva tra le genti: "Il Signore ha fatto grandi cose per loro".

Grandi cose ha fatto il Signore per noi: eravamo pieni di gioia.

Ristabilisci, Signore, la nostra sorte, come i torrenti del Negheb.

Chi semina nelle lacrime mieterà nella gioia.

Nell’andare, se ne va piangendo, portando la semente da gettare, ma nel tornare, viene con gioia, portando i suoi covoni.

Canto al Vangelo (Gv 15,16) Alleluia, alleluia. Io ho scelto voi, dice il Signore, perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga.

Alleluia.

Vangelo

Mt 20,20-28

Il mio calice, lo berrete.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, si avvicinò a Gesù la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: "Che cosa vuoi?". Gli rispose: "Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno". Rispose Gesù: "Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?". Gli dicono: "Lo possiamo". Ed egli disse loro: "Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato".

Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: "Voi sapete che i governanti delle nazioni dóminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti".

Parola del Signore

URL (clicca sopra per vedere la santa Messa Pubblicata su YouTube) : http://www.youtube.com/watch?v=XPDf8BKP_Xw

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S. MESSA Lunedì 25 Luglio 2011 XVII Settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Cristo Re Minori Martina F. Taranto ITALY 2a Parte

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Preghiera dei fedeli

Non c'è amore più grande di chi dona la sua vita, come fece l'apostolo Giacomo, sulle orme di Gesù. Rinnoviamo la nostra fede pregando insieme e dicendo: Donaci, Padre, di servire con amore.

Signore, tu vuoi che la terra sia una casa fraterna: aiuta gli uomini a vivere come amici gli uni degli altri, a preferire l'uguaglianza al dominio, l'umiltà all'apparente potenza.

Preghiamo:

Signore, hai scelto i nostri vescovi come successori degli apostoli; sull'esempio di san Giacomo rendili pronti a seguirti, testimoni della luce del Cristo, disponibili a bere il calice della sofferenza e della morte. Preghiamo:

Signore, lo Spirito ci abilita ad essere veri discepoli di Cristo: donaci la pazienza di saper attendere con fede la piena realizzazione del tuo regno. Preghiamo:

Signore, hai mandato il tuo Figlio non a essere servito ma a servire: conforta quanti si dedicano gratuitamente, per tuo amore, all'assistenza dei malati e dei poveri. Preghiamo:

Signore, vuoi che la Chiesa sia una, santa, cattolica e apostolica: santifica questa nostra comunità, perchè in comunione con tutte le altre comunità, sia un segno di salvezza per la nostra città. Preghiamo:

Per chi, anche oggi, dà la vita per non rinnegare la fede.

Per chi ha responsabilità nella società.

Padre, che nel sacrificio del tuo Figlio diletto ci hai insegnato a morire perchè altri abbiano la vita, donaci un cuore paziente nel servizio e ardente nella lode. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. Amen.

Preghiera sulle offerte

Purificaci, o Padre, nel battesimo di sangue del Cristo nostro Salvatore,

perché offriamo un sacrificio a te gradito nel ricordo di san Giacomo,

che primo fra gli Apostoli partecipò al calice della passione del tuo Figlio.

Per Cristo nostro Signore.

Prefazio degli Apostoli.

Antifona di comunione

Hanno bevuto il calice del Signore, e sono diventati gli amici di Dio. (cf. Mt 20,22-23)

Preghiera dopo la comunione

Proteggi la tua famiglia, Signore, per l’intercessione dell’apostolo san Giacomo,

nella cui festa abbiamo ricevuto con gioia i tuoi santi misteri.

Per Cristo nostro Signore.

URL (clicca sopra per vedere la santa Messa Pubblicata su YouTube) : http://www.youtube.com/watch?v=YdHcK_VjwMc

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Miglionico il CROCIFISSO

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I

Il SANTO di OGGI

dal sito internet http://www.santibeati.it

Lunedì 25 Luglio 2011

SAN GIACOMO APOSTOLO

 

 

Miglionico

XV SECOLO Polittico

Cima da Conegliano

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San Giacomo il Maggiore Apostolo

25 luglio

Martire a Gerusalemme nel 42 d.C.

Detto il Maggiore (per distinguerlo dall'omonimo apostolo detto il Minore), Giacomo figlio di Zebedeo e Maria Sàlome e fratello dall'apostolo Giovanni Evangelista, nacque a Betsàida. Fu presente ai principali miracoli del Signore (Mc 5,37), alla Trasfigurazione di Gesù sul Tabor (Mt 17,1.) e al Getsemani alla vigilia della Passione. Pronto e impetuoso di carattere, come il fratello, con lui viene soprannominato da Gesù "Boànerghes" (figli del tuono) (Mc 3,17; Lc 9,52-56). Primo tra gli apostoli, fu martirizzato con la decapitazione in Gerusalemme verso l'anno 43/44 per ordine di Erode Agrippa. Il sepolcro contenente le sue spoglie, traslate da Gerusalemme dopo il martirio, sarebbe stato scoperto al tempo di Carlomagno, nel 814. La tomba divenne meta di grandi pellegrinaggi medioevali, tanto che il luogo prese il nome di Santiago (da Sancti Jacobi, in spagnolo Sant-Yago) e nel 1075 fu iniziata la costruzione della grandiosa basilica a lui dedicata. (Avvenire)

Patronato: Pellegrini, Cavalieri, Soldati, Malattie reumatiche

Etimologia: Giacomo = che segue Dio, dall'ebraico

Emblema: Cappello da pellegrino, Conchiglia, Stendardo

Martirologio Romano: Festa di san Giacomo, Apostolo, che, figlio di Zebedeo e fratello di san Giovanni evangelista, fu insieme a Pietro e Giovanni testimone della trasfigurazione del Signore e della sua agonia. Decapitato da Erode Agrippa in prossimità della festa di Pasqua, ricevette, primo tra gli Apostoli, la corona del martirio.

Ascolta da RadioVaticana:

Ascolta da RadioRai:

Ascolta da RadioMaria:

E’ detto "Maggiore" per distinguerlo dall’apostolo omonimo, Giacomo di Alfeo. Lui e suo fratello Giovanni sono figli di Zebedeo, pescatore in Betsaida, sul lago di Tiberiade. Chiamati da Gesù (che ha già con sé i fratelli Simone e Andrea) anch’essi lo seguono (Matteo cap. 4). Nasce poi il collegio apostolico: "(Gesù) ne costituì Dodici che stessero con lui: (...) Simone, al quale impose il nome di Pietro, poi Giacomo di Zebedeo e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanerghes, cioè figli del tuono" (Marco cap. 3). Con Pietro saranno testimoni della Trasfigurazione, della risurrezione della figlia di Giairo e della notte al Getsemani. Conosciamo anche la loro madre Salome, tra le cui virtù non sovrabbonda il tatto. Chiede infatti a Gesù posti speciali nel suo regno per i figli, che si dicono pronti a bere il calice che egli berrà. Così, ecco l’incidente: "Gli altri dieci, udito questo, si sdegnarono". E Gesù spiega che il Figlio dell’uomo "è venuto non per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti" (Matteo cap. 20).

E Giacomo berrà quel calice: è il primo apostolo martire, nella primavera dell’anno 42. "Il re Erode cominciò a perseguitare alcuni membri della Chiesa e fece uccidere di spada Giacomo, fratello di Giovanni" (Atti cap. 12). Questo Erode è Agrippa I, a cui suo nonno Erode il Grande ha fatto uccidere il padre (e anche la nonna). A Roma è poi compagno di baldorie del giovane Caligola, che nel 37 sale al trono e lo manda in Palestina come re. Un re detestato, perché straniero e corrotto, che cerca popolarità colpendo i cristiani. L’ultima notizia del Nuovo Testamento su Giacomo il Maggiore è appunto questa: il suo martirio.

Secoli dopo, nascono su di lui tradizioni e leggende. Si dice che avrebbe predicato il Vangelo in Spagna. Quando poi quel Paese cade in mano araba (sec. IX), si afferma che il corpo di san Giacomo (Santiago, in spagnolo) è stato prodigiosamente portato nel nord-ovest spagnolo e seppellito nel luogo poi notissimo come Santiago de Compostela. Nell’angoscia dell’occupazione, gli si tributa un culto fiducioso e appassionato, facendo di lui il sostegno degli oppressi e addirittura un combattente invincibile, ben lontano dal Giacomo evangelico (a volte lo si mescola all’altro apostolo, Giacomo di Alfeo). La fede nella sua protezione è uno stimolo enorme in quelle prove durissime. E tutto questo ha un riverbero sull’Europa cristiana, che già nel X secolo inizia i pellegrinaggi a Compostela. Ciò che attrae non sono le antiche, incontrollabili tradizioni sul santo in Spagna, ma l’appassionata realtà di quella fede, di quella speranza tra il pianto, di cui il luogo resta da allora affascinante simbolo. Nel 1989 hanno fatto il "Cammino di Compostela" Giovanni Paolo II e migliaia di giovani da tutto il mondo.

Autore: Domenico Agasso

Spunti bibliografici su San Giacomo a cura di LibreriadelSanto.it

Berson Georges, Con San Giacomo a Compostela, Lindau Edizioni, 2008 - 160 pagine

25 luglio

21250 > San Giacomo il Maggiore Apostolo 25 luglio - Festa MR

94223 > Beato Antonio di Olmedo Mercedario 25 luglio

91160 > Beato Antonio Lucci Vescovo 25 luglio MR

64230 > Santi Banto e Beato Eremiti 25 luglio MR

92063 > San Bonifacio Martire a Roma 25 luglio

91057 > Beata Carmen Sallés Barangueras Fondatrice 25 luglio MR

64200 > San Cristoforo Martire in Licia 25 luglio MR

91568 > San Cucufate (Cugat) Martire a Barcellona 25 luglio MR

92572 > Beato Dario Acosta Zurita Sacerdote e martire 25 luglio

64290 > Beati Deogratias Palacios, Leone Inchausti, Giuseppe Rada, Giuliano Moreno e Giuseppe Riccardo Díez Martiri di Granada 25 luglio MR

91744 > Beato Dionisio (Dionigi) Pamplona Scolopio, martire 25 luglio MR

92064 > Santa Eugenia Vergine e martire 25 luglio

21250 > San Giacomo il Maggiore Apostolo 25 luglio - Festa MR

90059 > Beato Giovanni Soreth 25 luglio MR

92356 > Santi Giustino, Fiorenzo, Felice e Giusta Martiri a Furci (?) 25 luglio

64240 > Santa Glodesinda Badessa 25 luglio MR

64220 > San Magnerico di Treviri Vescovo 25 luglio MR

93100 > Beata Maria Teresa di Gesù Bambino (Mieczyslawa Kowalska) Vergine e martire 25 luglio MR

64280 > Beati Martiri di Toledo 25 luglio MR

64270 > Beati Martiri di Urda (Toledo) 25 luglio MR

91355 > Beato Michel-Louis Brulard Carmelitano, martire della Rivoluzione Francese 25 luglio MR

94422 > Beato Michele Peiro Victori Padre di famiglia, martire 25 luglio

94371 > San Mordeyren 25 luglio

64210 > Sant' Olimpiade Vedova 25 luglio MR

33750 > Beato Pietro Berno da Ascona Martire 25 luglio MR

90711 > Beato Pietro da Mogliano 25 luglio MR

94221 > Beato Pietro de Avedano Martire mercedario 25 luglio

92736 > Beato Rodolfo Acquaviva Gesuita, martire 25 luglio MR

64260 > San Teodemiro di Cordova Martire 25 luglio MR

64250 > Santa Valentina Martire 25 luglio MR

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SAN San Charbel (Sarbel, Jerbello) Giuseppe Makhluf Sacerdote

S. MESSA Domenica 24 Luglio 2011 XVII Settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Cristo Re Minori Martina F. Taranto ITALY 1a Parte

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XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A) Grado della Celebrazione: DOMENICA Colore liturgico: Verde

Antifona d'ingresso Dio sta nella sua santa dimora; ai derelitti fa abitare una casa, e dà forza e vigore al suo popolo. (Sal 68,6-7.36)

Colletta O Dio, nostra forza e nostra speranza, senza di te nulla esiste di valido e di santo; effondi su di noi la tua misericordia

perché, da te sorretti e guidati, usiamo saggiamente dei beni terreni nella continua ricerca dei beni eterni. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

Prima lettura 1Re 3,5.7-12 Hai domandato per te la sapienza.

Dal primo libro dei Re

In quei giorni a Gàbaon il Signore apparve a Salomone in sogno durante la notte. Dio disse: "Chiedimi ciò che vuoi che io ti conceda".

Salomone disse: "Signore, mio Dio, tu hai fatto regnare il tuo servo al posto di Davide, mio padre. Ebbene io sono solo un ragazzo; non so come regolarmi. Il tuo servo è in mezzo al tuo popolo che hai scelto, popolo numeroso che per la quantità non si può calcolare né contare. Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male; infatti chi può governare questo tuo popolo così numeroso?".

Piacque agli occhi del Signore che Salomone avesse domandato questa cosa. Dio gli disse: "Poiché hai domandato questa cosa e non hai domandato per te molti giorni, né hai domandato per te ricchezza, né hai domandato la vita dei tuoi nemici, ma hai domandato per te il discernimento nel giudicare, ecco, faccio secondo le tue parole. Ti concedo un cuore saggio e intelligente: uno come te non ci fu prima di te né sorgerà dopo di te".

Parola di Dio

Salmo responsoriale Sal 118 Quanto amo la tua legge, Signore!

La mia parte è il Signore: ho deciso di osservare le tue parole.

Bene per me è la legge della tua bocca, più di mille pezzi d’oro e d’argento.

Il tuo amore sia la mia consolazione, secondo la promessa fatta al tuo servo.

Venga a me la tua misericordia e io avrò vita, perché la tua legge è la mia delizia.

Perciò amo i tuoi comandi, più dell’oro, dell’oro più fino.

Per questo io considero retti tutti i tuoi precetti e odio ogni falso sentiero.

Meravigliosi sono i tuoi insegnamenti: per questo li custodisco.

La rivelazione delle tue parole illumina, dona intelligenza ai semplici.

Seconda lettura Rm 8,28-30 Ci ha predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio suo.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli, noi sappiamo che tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio, per coloro che sono stati chiamati secondo il suo disegno.

Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto, li ha anche predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; quelli poi che ha predestinato, li ha anche chiamati; quelli che ha chiamato, li ha anche giustificati; quelli che ha giustificato, li ha anche Parola di Dio

Canto al Vangelo (Mt 11,25) Alleluia, alleluia. Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno. Alleluia.

Vangelo

Mt 13,44-52

Vende tutti i suoi averi e compra quel campo.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:

"Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.

Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.

Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.

Avete compreso tutte queste cose?". Gli risposero: "Sì". Ed egli disse loro: "Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche".

Parola del Signore.

URL (clicca sopra per vedere la santa Messa Pubblicata su YouTube) : http://www.youtube.com/watch?v=rwrfFAgP-x8

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Vangelo

Mt 13,44-52

Vende tutti i suoi averi e compra quel campo.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:

"Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.

Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.

Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.

Avete compreso tutte queste cose?". Gli risposero: "Sì". Ed egli disse loro: "Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche".

Parola del Signore.

Commento al VANGELO

URL (clicca sopra per vedere la santa Messa Pubblicata su YouTube) : http://www.youtube.com/watch?v=yub9rwegCWk

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Preghiera dei fedeli

Donaci, o Padre, la saggezza del cuore, perché possiamo domandarti ciò che è conforme alla tua volontà ed al tuo progetto di bene sulla nostra vita e sul mondo.

Preghiamo dicendo: Ascoltaci Signore.

1. Perché la santa Chiesa abbia la consapevolezza di essere la grande rete che Dio getta ogni giorno nel mare dell’umanità ed impari ad accogliere senza pregiudizi e intransigenza ogni uomo desideroso di salvezza. Preghiamo.

2. Per i governanti, perché sappiano agire con sapienza e discernimento, agendo per il bene dell’uomo, specialmente del povero e del debole. Preghiamo.

3. Per coloro che sono stati travolti dalla fragilità e dall’egoismo, perché si rendano conto che solo Cristo è il tesoro della vita per ogni uomo. Preghiamo.

4. Per tutti i cristiani, perché risveglino la fede, forse impolverata e stanca, aderendo con rinnovato entusiasmo al Vangelo di Gesù. Preghiamo.

5. Per la nostra comunità, affinché sia accogliente e gioiosa, sperimentando nella comunione fraterna la bellezza dell’essere cristiani. Preghiamo.

Tu che da sempre ci conosci, o Padre, e per tua grazia ci hai fatti cristiani, ascolta le nostre preghiere, perché possiamo essere strumenti del tuo amore, diffondendo nel mondo la buona notizia della salvezza. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

Preghiera sulle offerte

Accetta, Signore, queste offerte

che la tua generosità ha messo nelle nostre mani,

perché il tuo Spirito, operante nei santi misteri,

santifichi la nostra vita presente

e ci guidi alla felicità senza fine.

Per Cristo nostro Signore.

Antifona di comunione

Anima mia, benedici il Signore:

non dimenticare tanti suoi benefici. (Sal 103,2)

Preghiera dopo la comunione

O Dio, nostro Padre, che ci hai dato la grazia

di partecipare al mistero eucaristico,

memoriale perpetuo della passione del tuo Figlio,

fa’ che questo dono del suo ineffabile amore

giovi sempre per la nostra salvezza.

Per Cristo nostro Signore.

URL (clicca sopra per vedere la santa Messa Pubblicata su YouTube) : http://www.youtube.com/watch?v=efFJwVIQusM

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Miglionico il CROCIFISSO

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I

Il SANTO di OGGI

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Domenica 24 Luglio 2011

San Charbel (Sarbel, Jerbello) Giuseppe Makhluf Sacerdote

 

 

Miglionico

XV SECOLO Polittico

Cima da Conegliano

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San Charbel (Sarbel, Jerbello) Giuseppe Makhluf Sacerdote

24 luglio - Memoria Facoltativa

1828 - 24 dicembre 1898

Martirologio Romano: San Charbel (Giuseppe) Makhlūf, sacerdote dell’Ordine Libanese Maronita, che, alla ricerca di una vita di austera solitudine e di una più alta perfezione, si ritirò dal cenobio di Annaya in Libano in un eremo, dove servì Dio giorno e notte in somma sobrietà di vita con digiuni e preghiere, giungendo il 24 dicembre a riposare nel Signore.

(24 dicembre: Ad Annaya in Libano, anniversario della morte di san Charbel (Giuseppe) Makhluf, la cui memoria si celebra il 24 luglio).

Ascolta da RadioRai:

Giuseppe Makhluf, nacque nel villaggio di Biqa ’Kafra il più alto del Libano nell’anno 1828. Rimasto orfano del padre a tre anni, passò sotto la tutela dello zio paterno. A 14 anni già si ritirava in una grotta appena fuori del paese a pregare per ore (oggi è chiamata "la grotta del santo").

Egli pur sentendo di essere chiamato alla vita monastica, non poté farlo prima dei 23 anni, visto l’opposizione dello zio, quindi nel 1851 entrò come novizio nel monastero di ‘Annaya dell’Ordine Maronita Libanese. Cambiò il nome di battesimo Giuseppe in quello di Sarbel che è il nome di un martire antiocheno dell’epoca di Traiano.

Trascorso il primo anno di noviziato fu trasferito da ‘Annaya al monastero di Maifuq per il secondo anno di studi. Emessi i voti solenni il 1° novembre 1853 fu mandato al Collegio di Kfifan dove insegnava anche Ni’matallah Kassab la cui Causa di beatificazione è in corso.

Nel 1859 fu ordinato sacerdote e rimandato nel monastero da ‘Annaya dove stette per quindici anni; dietro sua richiesta ottenne di farsi eremita nel vicino eremo di ‘Annaya, situato a 1400 m. sul livello del mare, dove si sottopose alle più dure mortificazioni.

Mentre celebrava la s. Messa in rito Siro-maronita, il 16 dicembre 1898, al momento della sollevazione dell’ostia consacrata e del calice con il vino e recitando la bellissima preghiera eucaristica, lo colse un colpo apoplettico; trasportato nella sua stanza vi passò otto giorni di sofferenze ed agonia finché il 24 dicembre lasciò questo mondo.

A partire da alcuni mesi dopo la morte si verificarono fenomeni straordinari sulla sua tomba, questa fu aperta e il corpo fu trovato intatto e morbido, rimesso in un’altra cassa fu collocato in una cappella appositamente preparata, e dato che il suo corpo emetteva del sudore rossastro, le vesti venivano cambiate due volte la settimana. Nel 1927, essendo iniziato il processo di beatificazione, la bara fu di nuovo sotterrata. Nel 1950 a febbraio, monaci e fedeli videro che dal muro del sepolcro stillava un liquido viscido, e supponendo un’infiltrazione d’acqua, davanti a tutta la Comunità monastica fu riaperto il sepolcro; la bara era intatta, il corpo era ancora morbido e conservava la temperatura dei corpi viventi. Il superiore con un amitto asciugò il sudore rossastro dal viso del beato Sarbel e il volto rimase impresso sul panno.

Sempre nel 1950 ad aprile le superiori autorità religiose con una apposita commissione di tre noti medici riaprirono la cassa e stabilirono che il liquido emanato dal corpo era lo stesso di quello analizzato nel 1899 e nel 1927. Fuori la folla implorava con preghiere la guarigione di infermi lì portati da parenti e fedeli ed infatti molte guarigioni istantanee ebbero luogo in quell’occasione. Si sentiva da più parti gridare Miracolo! Miracolo! Fra la folla vi era chi chiedeva la grazia anche non essendo cristiano o non cattolico.

Il papa Paolo VI il 5 dicembre 1965 lo beatificò davanti a tutti i Padri Conciliari durante il Concilio Ecumenico Vaticano II.

Autore: Antonio Borrelli

24 luglio

35850 > San Charbel (Sarbel, Jerbello) Giuseppe Makhluf Sacerdote 24 luglio - Memoria Facoltativa MR

90146 > Beato Antonio Torriani (Della Torre) da L'Aquila 24 luglio MR

62650 > San Baldovino (Balduino) da Rieti Abate 24 luglio MR

64150 > Santi Boris e Gleb di Russia Martiri 24 luglio MR

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64100 > Santa Cristina di Bolsena Martire 24 luglio MR

64160 > Beata Cristina l'Ammirabile 24 luglio MR

64140 > San Declano Vescovo 24 luglio MR

93826 > Beato Diego Martinez Protomartire del Perù 24 luglio

91121 > Beato Donato da Urbino Francescano 24 luglio

64130 > Sant' Eufrasia Eremita in Tebaide 24 luglio MR

64120 > San Fantino il Vecchio (o il Taumaturgo) 24 luglio MR

93304 > San Giovanni Boste Sacerdote e martire 24 luglio MR

93824 > Beato Giovanni Solorzano Protomartire dell’America 24 luglio

90651 > Beato Giovanni Tavelli da Tossignano Vescovo di Ferrara 24 luglio MR

64190 > San Giuseppe Fernandez Martire 24 luglio MR

64180 > Beato Giuseppe Lambton Martire 24 luglio MR

91017 > Santa Kinga (Cunegonda) Regina di Polonia 24 luglio MR

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90244 > Beata Mercedes del Sacro Cuore (Mercedes Prat Y Prat) Martire 24 luglio MR

90250 > Beato Modestino di Gesù e Maria (Domenico Mazzarella) Francescano 24 luglio MR

94369 > Sante Niceta ed Aquilina Martiri in Licia 24 luglio

64170 > Beati Nicolao Garlick, Robert Ludlam e Riccardo Simpson Martiri 24 luglio MR

93825 > Beato Pietro de Barellis Cardinale 24 luglio

92912 > Beato Saverio (Javier) Bordas Piferer Sacerdote salesiano e martire 24 luglio MR

92884 > Santa Sigolena Religiosa 24 luglio MR

91979 > Beata Teresa del Bambino Gesù e diS. Giovanni della Croce (Eusebia Garcia) Carmelitana, martire 24 luglio MR

69350 > San Vittorino di Amiterno Martire 24 luglio MR

 

 

 

SANTA BRIGIDA di SVEZIA RELIGIOSA FONDATRICE

S. MESSA Sabato 23 Luglio 2011 XVI Settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Cristo Re Minori Martina F. Taranto ITALY 1a Parte

http://www.cristo-re.eu Celebra P. Daniele Pichierri Vicario, sito internet Parrocchia http://www.parrocchie.it/martinafranca/cristore.it/

Cocelebrante Padre Anselmo Raguso Decano, Laici Giuseppe Bello, Giuseppe Vinci, Riferimenti Liturgici dal sito internet http://www.lachiesa.it http://www.santibeati.it Se vuoi ascoltare il Vangelo clicca, Scaricare il foglietto della Messa, Scarica le Letture del Lezionario, Ascoltare il Vangelo vai al sito: http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20110522.shtml e clicca in alto sulla destra su quello che ti interessa.

SANTA BRIGIDA DI SVEZIA Grado della Celebrazione: FESTA Colore liturgico: Bianco

Antifona d'ingresso Rallegriamoci tutti nel Signore, celebrando questo giorno di festa in onore di santa Brigida;

della sua gloria si allietino gli angeli e con noi lodano il Figlio di Dio.

Colletta Signore, nostro Dio, che hai rivelato a santa Brigida la sapienza della croce nella contemplazione amorosa della passione del tuo Figlio,

concedi a noi tuoi fedeli di esultare di gioia nella manifestazione gloriosa del Signore risorto. Egli è Dio, e vive e regna con te...

Prima lettura Gal 2,19-20 Non vivo più io, ma Cristo vive in me.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati

Fratelli, mediante la Legge io sono morto alla Legge, affinché io viva per Dio.

Sono stato crocifisso con Cristo, e non vivo più io, ma Cristo vive in me.

E questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me.

Parola di Dio

Salmo responsoriale Sal 33

Benedirò il Signore in ogni tempo.

Benedirò il Signore in ogni tempo, sulla mia bocca sempre la sua lode.

Io mi glorio nel Signore: i poveri ascoltino e si rallegrino.

Magnificate con me il Signore, esaltiamo insieme il suo nome.

Ho cercato il Signore: mi ha risposto e da ogni mia paura mi ha liberato.

Guardate a lui e sarete raggianti, i vostri volti non dovranno arrossire.

Questo povero grida e il Signore lo ascolta, lo salva da tutte le sue angosce.

L’angelo del Signore si accampa attorno a quelli che lo temono, e li libera.

Gustate e vedete com’è buono il Signore; beato l’uomo che in lui si rifugia.

Temete il Signore, suoi santi: nulla manca a coloro che lo temono.

I leoni sono miseri e affamati, ma a chi cerca il Signore non manca alcun bene.

Canto al Vangelo (Mt 15,9.5) Alleluia, alleluia. Rimanete nel mio amore, dice il Signore, chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto. Alleluia.

Vangelo

Gv 15,1-8

Chi rimane in me e io in lui porta molto frutto.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

"Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.

Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.

Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli".

Parola del Signore

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S. MESSA Sabato 23 Luglio 2011 XVI Settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Cristo Re Minori Martina F. Taranto ITALY 2a Parte

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Preghiera sulle offerte

Padre misericordioso,

che in santa Brigida hai impresso l'immagine dell'uomo nuovo

creato nella giustizia e nella santità,

concedi a noi di rinnovarci nello spirito

per essere degni di offrirti il sacrificio di lode.

Per Cristo nostro Signore.

Antifona di comunione

Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.

Beati gli operatori di pace,

perché saranno chiamati figli di Dio.

Beati i perseguitati a causa della giustizia,

perché di essi è il regno dei cieli.

Preghiera dopo la comunione

Dio onnipotente,

che da questo sacramento ci comunichi la forza del tuo Spirito,

fa' che sull'esempio di santa Brigida impariamo a cercare te sopra ogni cosa;

per portare in noi l'impronta del Cristo crocifisso e risorto.

Egli vive e regna ...

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Miglionico il CROCIFISSO

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I

Il SANTO di OGGI

dal sito internet http://www.santibeati.it

Sabato 23 Luglio 2011

Santa BRIGIDA di SVEZIA RELIGIOSA FONDATRICE

 

Miglionico

XV SECOLO Polittico

Cima da Conegliano

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Santa Brigida di Svezia Religiosa, fondatrice

23 luglio

Finsta, Uppsala (Svezia), giugno 1303 – Roma, 23 luglio 1373

Compatrona d'Europa, venerata dai fedeli per le sue "Rivelazioni", nacque nel 1303 nel castello di Finsta, nell'Upplandi (Svezia), dove visse con i genitori fino all'età di 12 anni. Sposò Ulf Gudmarson, governatore dell'Östergötland, dal quale ebbe otto figli.Secondo la tradizione devozionale, nel corso delle prime rivelazioni, Cristo le avrebbe affidato il compito di fondare un nuovo ordine monastico. Nel 1349 Brigida lasciò la Svezia per recarsi a Roma, per ottenere un anno giubilare e l'approvazione per il suo ordine, che avrebbe avuto come prima sede il castello reale di Vastena, donatole dal re Magnus Erikson. Salvo alcuni pellegrinaggi, rimase a Roma fino alla sua morte avvenuta il 23 luglio 1373. La sua canonizzazione avvenne nel 1391 ad opera di Papa Bonifacio IX. (Avvenire

Patronato: Svezia, Europa (Giovanni Paolo II, 1/10/99)

Etimologia: Brigida (come Brigitta) = alta, forte, potente, dall'irlandese

Martirologio Romano: Santa Brigida, religiosa, che, data in nozze al legislatore Ulfo in Svezia, educò nella pietà cristiana i suoi otto figli, esortando lo stesso coniuge con la parola e con l’esempio a una profonda vita di fede. Alla morte del marito, compì numerosi pellegrinaggi ai luoghi santi e, dopo aver lasciato degli scritti sul rinnovamento mistico della Chiesa dal capo fino alle sue membra e aver fondato l’Ordine del Santissimo Salvatore, a Roma passò al cielo.

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Nel tardo Medioevo, sia in campo civile che in quello ecclesiastico, gli uomini si dilaniavano in lotte intestine, provocando guerre tra gli Stati e scismi nella Chiesa e mettendo a rischio la stessa sopravvivenza della civiltà cristiana, davanti al pericolo sempre incombente dei musulmani.

Dio allora suscitò donne come santa Brigida di Svezia e santa Caterina da Siena, contemporanee, che con il loro carisma cercarono di pacificare gli animi e di ricostruire l’unità della Chiesa, dando un contributo, sotto certi aspetti determinante, alla civiltà europea.

E giustamente sia s. Brigida patrona della Svezia (1303-1373), sia s. Caterina da Siena compatrona d’Italia (1347-1380), sono state proclamate compatrone dell’Europa, insieme a s. Benedetto da Norcia (470-547).

Sue origini e formazione

Brigida o Brigitta o Birgitta, nacque nel giugno 1303 nel castello di Finsta presso Uppsala in Svezia; suo padre Birgen Persson era ‘lagman’, cioè giudice e governatore della regione dell’Upplan, la madre Ingeborga era anch’essa di nobile stirpe.

In effetti Brigida apparteneva alla nobile stirpe dei Folkunghi e discendeva dal pio re cristiano Sverker I; ebbe altri sei fratelli e sorelle e le fu imposto il nome di Brigida, in onore di santa Brigida Cell Dara († 525), monaca irlandese, della quale i genitori erano devoti.

Dopo la morte della madre, a 12 anni fu mandata presso la zia Caterina Bengtsdotter, a completare la propria formazione; ancora fanciulla, Brigida dopo aver ascoltato una predica sulla Passione di Gesù, ebbe con Lui un profondo colloquio che le rimase impresso per sempre nella memoria.

Alla domanda: "O mio caro Signore, chi ti ha ridotto così?", si sentì rispondere: "Tutti coloro che mi dimenticano e disprezzano il mio amore!". La bambina decise allora di amare Gesù con tutto il cuore e per sempre.

Presso la zia, Brigida trascorse due anni, dove apprese le buone maniere delle famiglie nobili, la scrittura e l’arte del ricamo; durante questi anni non mancarono nella sua vita alcuni fenomeni mistici, come la visione del demonio sotto forma di mostro dai cento piedi e dalle cento mani.

Sposa e madre cristiana

A 14 anni, secondo le consuetudini dell’epoca, il padre la destinò in sposa del giovane Ulf Gudmarsson figlio del governatore del Västergötland; in verità Brigida avrebbe voluto consacrarsi a Dio, ma vide nella disposizione paterna la volontà di Dio e serenamente accettò.

Le nozze furono celebrate nel settembre 1316 e la sua nuova casa fu il castello di Ulfasa, presso le sponde del lago Boren; il giovane sposo, nonostante il suo nome, che significava ‘lupo’, si dimostrò invece uomo mite e desideroso di condurre una vita conforme agli insegnamenti evangelici.

Secondo quanto scrisse e raccontò poi la figlia s. Caterina di Svezia, al processo di canonizzazione, i due sposi vissero per un biennio come fratello e sorella nella preghiera e nella mortificazione; soltanto tre anni dopo nacque la prima figlia e in venti anni Brigida diede al marito ben otto figli, quattro maschi (Karl, Birger, Bengt e Gudmar) e quattro femmine (Marta, Karin, Ingeborga e Cecilia).

Nel 1330 il marito Ulf Gudmarsson fu nominato "lagman" di Närke e successivamente i due coniugi divennero anche Terziari Francescani; dietro questa nomina, c’era tutto l’impegno di Brigida, che gli aveva insegnato a leggere e scrivere e Ulf approfittando della spinta culturale della moglie, aveva approfondito anche lo studio del diritto, meritando tale carica.

Per venti anni Ulfasa fu il centro della vita di Brigida e tutta la provincia dell’Ostergötland divenne il suo mondo, il suo ruolo non fu solo quello di principessa di Närke, ma senza ostentare alcuna vanagloria, fu una ottima massaia, dirigeva il personale alle sue dipendenze, mescolata ad esso svolgeva le varie attività domestiche, instaurando un benefico clima di famiglia.

Si dedicava particolarmente ai poveri e alle ragazze, procurando a quest’ultime una onesta sistemazione per non cadere nella prostituzione; inoltre fece costruire un piccolo ospedale, dove ogni giorno si recava ad assistere gli ammalati, lavandoli e rammendando i loro vestiti.

In questo intenso periodo, conobbe il maestro Matthias, uomo esperto in Sacra Scrittura, di vasta cultura e zelante sacerdote; ben presto divenne il suo confessore e si fece tradurre da lui in svedese, buona parte della Bibbia per poterla leggere e meditare meglio; la sua presenza apportò a Brigida la conoscenza delle correnti di pensiero di tutta l’Europa, giacché don Matthias aveva studiato a Parigi, e tutto ciò si rivelerà utile per la conoscenza delle problematiche del tempo, preparandola alla sua futura missione.

Alla corte reale di Svezia

Quando però nel 1335, il re di Svezia Magnus II sposò Bianca di Dampierre, Brigida che era lontana cugina del sovrano, fi invitata a stabilirsi a corte, per ricevere ed assistere la giovane regina, figlia di Giovanni I, conte di Namur.

L’invito non si poteva respingere e quindi Brigida affidati due figlie e un figlio a monasteri cistercensi, lasciò temporaneamente la sua casa di Ulfasa e si trasferì a Stoccolma, portando con sé il figlio più piccolo, bisognoso ancora delle cure materne.Ebbe grande influenza sui giovani sovrani e finché fu ascoltata, la Svezia ebbe buone leggi e furono abolite ingiuste ed inumane consuetudini, come il diritto regio di rapina su tutti i beni dei naufraghi, inoltre furono mitigate le tasse che opprimevano il popolo.

Poi man mano, mentre la regina cresceva, manifestando una eccessiva frivolezza favorita dalla debolezza del marito, Brigida si trovò messa da parte e la vita di corte divenne molto mondana.

A questo punto, senza rompere i rapporti con i sovrani, approfittando di momenti propizi e del lutto che l’aveva colpita con la morte nel 1338 del figlio Gudmar, Brigida lasciò la corte e se ne ritornò a casa sua, ritrovando nel castello di Ulfasa nella Nericia, la gioia della famiglia e della convivenza e con il marito si recò in pellegrinaggio a Nidaros per venerare le reliquie di sant’Olav Haraldsson (995-1030) patrono della Scandinavia.

Dalla vita coniugale allo stato religioso – L’esperienza mistica

Quando nel 1341 i due coniugi festeggiarono le nozze d’argento, vollero recarsi in pellegrinaggio a Santiago di Compostella; quest’evento segnò una svolta decisiva nella vita dei due coniugi, che già da tempo vivevano vita fraterna e casta.

Nel viaggio di ritorno, Ulf fu miracolosamente salvato da sicura morte grazie ad un prodigio e i due coniugi presero la decisione di abbracciare la vita religiosa, era una cosa possibile in quei tempi e parecchi santi e sante provengono da questa scelta condivisa.

Al ritorno, Ulf fu accolto nel monastero cistercense di Alvastra, dove poi morì il 12 febbraio 1344 assistito dalla moglie; Brigida a sua volta, avendo esaurito la sua missione di sposa e di madre, decise di trasferirsi in un edificio annesso al monastero di Alvastra, dove restò quasi tre anni fino al 1346.

Fu l’inizio del periodo più straordinario della sua vita; dopo un periodo di austerità e di meditazione sui divini misteri della Passione del Signore e dei dolori e glorie della Vergine, cominciò ad avere le visioni di Cristo, che in una di queste la elesse "sua sposa" e "messaggera del gran Signore"; iniziò così quello straordinario periodo mistico che durerà fino alla sua morte.

Ai suoi direttori spirituali come il padre Matthias, Brigida dettò le sue celebri "Rivelazioni", sublimi intuizioni e soprannaturali illuminazioni, che ella conobbe per tutta la vita e che furono poi raccolte in otto bellissimi volumi.

Stimolatrice di riforme e di pace in Europa

Durante le visioni, Cristo la spingeva ad operare per il bene del Paese, dell’Europa e della Chiesa; non solo tornò a Stoccolma per portare personalmente al re e alla regina "gli ammonimenti del Signore", ma inviò lettere e messaggi ai sovrani di Francia e Inghilterra, perché terminassero l’interminabile ‘Guerra dei Trent’anni’.

Suoi messaggeri furono mons. Hemming, vescovo di Abo in Finlandia e il monaco Pietro Olavo di Alvastra; un altro monaco omonimo divenne suo segretario.

Esortò anche papa Clemente VI a correggersi da alcuni gravi difetti e di indire il Giubileo del 1350, inoltre di riportare la Sede pontificia da Avignone a Roma.

La fondazione del nuovo Ordine religioso

Nella solitudine di Alvastra, concepì anche l’idea di dare alla Chiesa un nuovo Ordine religioso che sarà detto del Santo Salvatore, composto da monasteri ‘doppi’, cioè da religiosi e suore, rigorosamente divisi e il cui unico punto d’incontro era nella chiesa per la preghiera in comune; ma tutti sotto la guida di un’unica badessa, rappresentante la Santa Vergine e con un confessore generale.

Ottenuto dal re, il 1° maggio 1346, il castello di Vadstena, con annesse terre e donazioni, Brigida ne iniziò i lavori di ristrutturazione, che durarono molti anni, anche perché papa Clemente VI non concesse la richiesta autorizzazione per il nuovo Ordine, in ottemperanza al decreto del Concilio Ecumenico Lateranense del 1215, che proibiva il sorgere di nuovi Ordini religiosi.

Per questo già nell’autunno del 1349, Brigida si recò a Roma, non solo per l’Anno Santo del 1350, ma anche per sollecitare il papa, quando sarebbe ritornato a Roma, a concedere l’approvazione, che fu poi concessa solo nel 1370 da papa Urbano V.

L’Ordine del Ss. Salvatore, era costituito ispirandosi alla Chiesa primitiva raccolta nel Cenacolo attorno a Maria; la parte femminile era formata da 60 religiose e quella maschile da 25 religiosi, di cui 13 sacerdoti a ricordo dei 12 Apostoli con s. Paolo e 2 diaconi e 2 suddiaconi rappresentanti i primi 4 Padri della Chiesa e otto frati.

Riassumendo, ogni comunità doppia era composta da 85 membri, dei quali 60 suore che con i 12 monaci non sacerdoti rappresentavano i 72 discepoli, più i 13 sacerdoti come sopra detto.

Il gioco di numeri, rientrava nel gusto del tempo per il simbolismo, rappresentare gli apostoli e i discepoli, spingeva ad un richiamo concreto a vivere come loro erano vissuti; senza dimenticare che in quell’epoca non esisteva crisi vocazionale e ciò permetteva di raggiungere senza difficoltà il numero di monache e religiosi prescritto per ogni doppio monastero.

Roma sua seconda patria

Arrivata a Roma insieme al confessore, al segretario Pietro Magnus e al sacerdote Gudmaro di Federico, alloggiò brevemente nell’ospizio dei pellegrini presso Castel Sant’Angelo, e poi nel palazzo del cardinale Ugo Roger di Beaufort, fratello del papa, che vivendo ad Avignone, aveva deciso di metterlo a disposizione di Brigida, la cui fama era giunta anche alla Curia avignonese.

Roma non fece una buona impressione a Brigida, ne migliorò in seguito; nei suoi scritti la descriveva popolata di rospi e vipere, le strade piene di fango ed erbacce, il clero avido, immorale e trascurato.

Si avvertiva fortemente la lontananza da tanto tempo del papa, al quale descriveva nelle sue lettere la decadente situazione della città, spronandolo a ritornare nella sua sede, ma senza riuscirci.

Vedere l’Europa unita e in pace, governata dall’imperatore e guidata spiritualmente dal papa, era il sogno di Brigida e dei grandi spiriti del suo tempo.

Dopo quattro anni, si trasferì poi nella casa offertale nel suo palazzo, dalla nobildonna romana Francesca Papazzurri, nelle vicinanze di Campo de’ Fiori; Roma divenne così per Brigida la sua seconda patria.

Trascorreva le giornate studiando il latino, dedicandosi alla preghiera e alle pratiche di pietà, trascrivendo in gotico le visioni e le rivelazioni del Signore, che poi passava subito al suo segretario Pietro Olavo perché le traducesse in latino.

Dalla dimora di Campo de’ Fiori, che abiterà fino alla morte, inviava lettere al papa, ai reali di Svezia, alle regine di Napoli e di Cipro e naturalmente ai suoi figli e figlie rimasti a Vadstena.

Apostola riformatrice in Italia

Si spostò in pellegrinaggio a vari santuari del Centro e Sud d’Italia, Assisi, Ortona, Benevento, Salerno, Amalfi, Gargano, Bari; nel 1365 Brigida andò a Napoli dove fu artefice e ispiratrice di una missione di risanamento morale, ben accolta dal vescovo e dalla regina Giovanna che seguendo i suoi consigli, operò una radicale conversione nei suoi costumi e in quelli della corte.

Napoli ha sempre ricordato con venerazione la santa del Nord Europa, e a lei ha dedicato un bella chiesa e la strada ove è situata nel centro cittadino; recentemente le sue suore si sono stabilite nell’antico e prestigioso Eremo dei Camaldoli che sovrasta Napoli.

Brigida, si occupò anche della famosa abbazia imperiale di Farfa nella Sabina, vicino Roma, dove l’abate con i monaci "amava più le armi che il claustro", ma il suo messaggio di riforma non fu ascoltato da essi.

Mentre era ancora a Farfa, fu raggiunta dalla figlia Caterina (Karin), che nel 1350 era rimasta vedova e che rimarrà al suo fianco per sempre, condividendo in pieno l’ideale della madre.

Ritornata a Roma, Brigida continuò a lanciare richiami a persone altolocate e allo stesso popolo romano, per una vita più cristiana, si attirò per questo pesanti accuse, fino ad essere chiamata "la strega del Nord" e a ridursi in estrema povertà, e lei la principessa di Nericia, per poter sostenere sé stessa e chi l’accompagnava, fu costretta a chiedere l’elemosina alla porta delle chiese.

Il ritorno temporaneo del papa – Pellegrina in Terra Santa

Nel 1367 sembrò che le sue preghiere si avverassero, il papa Urbano V tornò da Avignone, ma la sua permanenza a Roma fu breve, perché nel 1370 ripartì per la Francia, nonostante che Brigida gli avesse predetto una morte precoce se l’avesse fatto; infatti appena giunto ad Avignone, il 24 settembre 1370 il papa morì.

Durante il breve periodo romano, Urbano V concesse la sospirata approvazione dell’Ordine del Ss. Salvatore e Caterina di Svezia ne diventò la prima Superiora Generale.

Brigida continuò la sua pressione epistolare, a volte molto infuocata, anche con il nuovo pontefice Gregorio XI, che già la conosceva, affinché tornasse il papato a Roma, ma anche lui pur rimanendo impressionato dalle sue parole, non ebbe il coraggio di farlo.

Ma anche Brigida, ormai settantenne, si avviava verso la fine; ottenuto il via per il suo Ordine religioso, volle intraprendere il suo ultimo e più desiderato pellegrinaggio, quello in Terra Santa.

L’accompagnavano il vescovo eremita Alfonso di Jaén custode delle sue ‘Rivelazioni’ messe per iscritto, di cui molte rimaste segrete, poi i due sacerdoti Olavo, Pietro Magnus e i figli Caterina, Birger e Karl e altre quattro persone, in totale dodici pellegrini.

Verso la fine del 1371, la comitiva partì da Roma diretta a Napoli, dove trascorse l’inverno; in prossimità della partenza, nel marzo 1372 Brigida vide morire di peste il figlio Karl, ma non volle annullare il viaggio e dopo aver pregato per lui e provveduto alla sepoltura, s’imbarcò per Cipro, dove fu accolta dalla regina Eleonora d’Aragona, che approfittò del suo passaggio per attuare una benefica riforma nel suo regno.

A maggio 1372 arrivò a Gerusalemme, dove in quattro mesi poté visitare e meditare nei luoghi della vita terrena di Gesù, poi ritornò a Roma col cuore pieno di ricordi ed emozioni e subito inviò ad Avignone il vescovo Alfonso di Jaén, con un’ulteriore messaggio per il papa, per sollecitarne il ritorno a Roma.

Morte, eredità spirituale, culto

A Gerusalemme, Brigida contrasse una malattia, che in fasi alterne si aggravò sempre più e in breve tempo dal suo ritorno a Roma, il 23 luglio 1373, la santa terminò la sua vita terrena, con accanto la figlia Caterina alla quale aveva affidato l’Ordine del Ss. Salvatore; nella sua stanza da letto si celebrava l’Eucaristia ogni giorno e prima di morire ricevette il velo di monaca dell’Ordine fa lei fondato.

Unico suo rimpianto era di non aver visto il papa tornare a Roma definitivamente, cosa che avverrà poco più di tre anni dopo, il 17 gennaio 1377, per mezzo di un’altra donna s. Caterina da Siena, che continuando la sua opera di persuasione, con molta fermezza, riuscì nell’intento.

Fu sepolta in un sarcofago romano di marmo, collocato dietro la cancellata di ferro nella Chiesa di S. Lorenzo in Damaso; ma già il 2 dicembre 1373, i figli Birger e Caterina, partirono da Roma per Vadstena, portando con loro la cassa con il corpo, che fu sepolto nell’originario monastero svedese il 4 luglio 1374.

A Roma rimasero alcune reliquie, conservate tuttora nella Chiesa di San Lorenzo in Panisperna e dalle Clarisse di San Martino ai Monti.

La figlia Caterina e i suoi discepoli, curarono il suo culto e la causa di canonizzazione; Brigida di Svezia fu proclamata santa il 7 ottobre 1391, da papa Bonifacio IX.

Del suo misticismo rimangono le "Rivelazioni", raccolte in otto volumi e uno supplementare, ad opera dei suoi discepoli. A questi scritti la Chiesa dà il valore che hanno le rivelazioni private; sono credibili per la santità della persona che le propone, tenendo sempre conto dei condizionamenti del tempo e della persona stessa.

Come tante spiritualità del tardo medioevo, Brigida ebbe il merito di mettere le verità della fede alla portata del popolo, con un linguaggio visivo che colpiva la fantasia, toccava il cuore e spingeva alla conversione; per questo le "Rivelazioni" ebbero il loro influsso per lungo tempo nella vita cristiana, non solo dei popoli scandinavi, ma anche dei latini.

Papa Giovanni Paolo II la proclamò compatrona d’Europa il 1° ottobre 1999; santa Brigida è inoltre patrona della Svezia dal 1° ottobre 1891.

Le Suore Brigidine

Il suo Ordine del SS. Salvatore, le cui religiose sono dette comunemente "Suore Brigidine", ebbe per due secoli un grande influsso sulla vita religiosa dei Paesi Scandinavi e nel periodo di maggiore fioritura, contava 78 monasteri ‘doppi’, nonostante le rigide regole numeriche, diffusi particolarmente nei Paesi nordici. Declinò e fu sciolto prima con la Riforma Protestante luterana, poi con la Rivoluzione Francese; in Italia le due prime Case si ebbero a Firenze e a Roma.

L’antico Ordine è rifiorito nel ramo femminile, grazie alla Beata Maria Elisabetta Hesselblad (1870-1957), che ne fondò un nuovo ramo all’inizio del Novecento; ora è diffuso in vari luoghi d’Europa, fra cui Vadstena, primo Centro dell’Ordine; le Suore Brigidine si riconoscono per il tipico copricapo, due bande formano sul capo una croce, i cui bracci sono uniti da una fascia circolare e con cinque fiamme, una al centro e quattro sul bordo, che ricordano le piaghe di Cristo.

Autore: Antonio Borrelli

Spunti bibliografici su Santa Brigida di Svezia a cura di LibreriadelSanto.it

Brigida di Svezia (santa), Le preghiere di santa Brigida, Editrice Ancilla, 2010 - pagine

Bove Cristoforo, Brigida di Svezia. Una donna sui sentieri dell'Europa, San Paolo Edizioni, 2009 - 128 pagine

Hesselblad M. Elisabetta, Donna dell'unità. Parole e pensieri della fondatrice dell'Ordine del Santissimo Salvatore di Santa Brigida, San Paolo Edizioni, 2006 - 104 pagine

Bianco Enzo, Zonta Luigi, Le tre sante patrone della nostra Europa. Brigida di Svezia, Caterina da Siena e Edith Stein, Elledici, 2004 - 36 pagine

Brigida di Svezia (santa), Devozione delle quindici orazioni di santa Brigida. Sopra la passione di n. S. Gesù Cristo, San Paolo Edizioni, 2002 - 32 pagine

Borriello Luigi, Campone M. Carolina, Brigida di Svezia: tra profezia e mistica, Libreria Editrice Vaticana, 2002 - 200 pagine

Giovetti Paola, Brigida di Svezia. Una santa europea, San Paolo Edizioni, 2002 - 176 pagine

Brigida di Svezia (santa), Ciò che disse Cristo a santa Brigida. Le rivelazioni, San Paolo Edizioni, 2002 - 224 pagine

Brigida di Svezia (santa), Fifteen prayers of saint Bridget, Shalom, 2001 - 64 pagine

Brigida di Svezia (santa), Quince oraciones de santa Brigida, Shalom, 2001 - 64 pagine

Brigida di Svezia (santa), Quindici orazioni di santa Brigida, Shalom, 1999 - 64 pagine

Brigida di Svezia (santa), Rivelazioni, Gribaudi, 1996 - 240 pagine

23 luglio

28400 > Santa Brigida di Svezia Religiosa, fondatrice 23 luglio - Festa MR

28400 > Santa Brigida di Svezia Religiosa, fondatrice 23 luglio - Festa MR

92904 > Beato Cristino Adalberto (Krystyn Wojciech) Gondek Sacerdote e martire 23 luglio MR

94030 > Beato Emilio Arce Diez Coadiutore salesiano, martire 23 luglio

49200 > Sant' Ezechiele Profeta 23 luglio MR

93973 > Beati Germano di Gesù e Maria (Emanuele) Pérez Giménez e 8 compagni Martiri Spagnoli Passionisti 23 luglio MR

93700 > Beato Giacomo I d’Aragona Re, cofondatore dei Mercedari 23 luglio

90787 > Beata Giovanna da Orvieto Domenicana 23 luglio MR

91667 > San Giovanni Cassiano 23 luglio MR

93828 > Beato Giovanni de Luca Mercedario 23 luglio

94219 > Beato Giovanni de Montesinos Martire mercedario 23 luglio

93970 > Beato Giuseppe Sala Picò Sacerdote e martire 23 luglio MR

93827 > Beato Leonardo da Recanati Vescovo 23 luglio

92765 > Beata Margherita Maria Lopez de Maturana Fondatrice 23 luglio

93972 > Beati Niceforo di Gesù e Maria (Vincenzo) Díez Tejerina e 5 compagni Martiri Spagnoli Passionisti 23 luglio MR

91462 > Beato Pedro Ruiz de los Paños y Ángel Sacerdote, martire, fondatore 23 luglio MR

64010 > San Severo Martire 23 luglio MR

64020 > San Valeriano di Cimiez Vescovo 23 luglio MR

91762 > Beato Vasil Hopko Vescovo greco-cattolico, martire 23 luglio MR

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SANTA MARIA MADDALENA di MAGDALA

S. MESSA Venerdì 22 Luglio 2011 XVI Settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Cristo Re Minori Martina F. Taranto ITALY 1a Parte

http://www.cristo-re.eu Celebra P. Antonio Mariggiò Parroco, sito internet Parrocchia http://www.parrocchie.it/martinafranca/cristore.it/

Cocelebrante Padre Anselmo Raguso Decano, Laici Giuseppe Bello, Giuseppe Vinci, Riferimenti Liturgici dal sito internet http://www.lachiesa.it http://www.santibeati.it Se vuoi ascoltare il Vangelo clicca, Scaricare il foglietto della Messa, Scarica le Letture del Lezionario, Ascoltare il Vangelo vai al sito: http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20110522.shtml e clicca in alto sulla destra su quello che ti interessa.

Santa Maria Maddalena Grado della Celebrazione: Memoria Colore liturgico: Bianco

Antifona d'ingresso Il Signore disse a Maria Maddalena: "Va’ dai miei fratelli, e di’ loro:

Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro". (Gv 20,17)

Colletta Dio onnipotente ed eterno, il tuo Figlio ha voluto affidare a Maria Maddalena il primo annunzio della gioia pasquale;

fa’ che per il suo esempio e la sua intercessione proclamiamo al mondo il Signore risorto, per contemplarlo accanto a te nella gloria.

Egli è Dio, e vive e regna con te...

Prima lettura Cant 3,1-4 Trovai l’amore dell’anima mia.

Dal Cantico dei Cantici

Così dice la sposa: "Sul mio letto, lungo la notte, ho cercato l’amore dell’anima mia; l’ho cercato, ma non l’ho trovato.

Mi alzerò e farò il giro della città per le strade e per le piazze; voglio cercare l’amore dell’anima mia.

L’ho cercato, ma non l’ho trovato.

Mi hanno incontrata le guardie che fanno la ronda in città: "Avete visto l’amore dell’anima mia?".

Da poco le avevo oltrepassate, quando trovai l’amore dell’anima mia".

Parola di Dio.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, l’amore del Cristo ci possiede; e noi sappiamo bene che uno è morto per tutti, dunque tutti sono morti. Ed egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risorto per loro.

Cosicché non guardiamo più nessuno alla maniera umana; se anche abbiamo conosciuto Cristo alla maniera umana, ora non lo conosciamo più così. Tanto che, se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove.

Parola di Dio

Salmo responsoriale Sal 62 Ha sete di te, Signore, l’anima mia.

O Dio, tu sei il mio Dio, dall’aurora io ti cerco, ha sete di te l’anima mia, desidera te la mia carne in terra arida, assetata, senz’acqua.

Così nel santuario ti ho contemplato, guardando la tua potenza e la tua gloria.

Poiché il tuo amore vale più della vita, le mie labbra canteranno la tua lode.

Così ti benedirò per tutta la vita: nel tuo nome alzerò le mie mani.

Come saziato dai cibi migliori, con labbra gioiose ti loderà la mia bocca.

Quando penso a te che sei stato il mio aiuto, esulto di gioia all’ombra delle tue ali.

A te si stringe l’anima mia: la tua destra mi sostiene.

Canto al Vangelo (Dalla Sequenza pasquale)

Alleluia, alleluia. Raccontaci, Maria: che hai visto sulla via? La tomba del Cristo vivente, la gloria del Cristo risorto. Alleluia.

Vangelo

Gv 20,1-2.11-18

Ho visto il Signore e mi ha detto queste cose.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: "Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!".

Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: "Donna, perché piangi?".

Rispose loro: "Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto".

Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù.

Le disse Gesù: "Donna, perché piangi? Chi cerchi?".

Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: "Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo".

Gesù le disse: "Maria!".

Ella si voltò e gli disse in ebraico: "Rabbunì!" - che significa: "Maestro!".

Gesù le disse:

"Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: "Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro"".

Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: "Ho visto il Signore!" e ciò che le aveva detto.

Parola del Signore

URL (clicca sopra per vedere la santa Messa Pubblicata su YouTube) : http://www.youtube.com/watch?v=VnCdgd28aNI

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S. MESSA Venerdì 22 Luglio 2011 XVI Settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Cristo Re Minori Martina F. Taranto ITALY 1a Parte

http://www.cristo-re.eu Celebra P. Antonio Mariggiò Parroco, sito internet Parrocchia http://www.parrocchie.it/martinafranca/cristore.it/

Cocelebrante Padre Anselmo Raguso Decano, Laici Giuseppe Bello, Giuseppe Vinci, Riferimenti Liturgici dal sito internet http://www.lachiesa.it http://www.santibeati.it Se vuoi ascoltare il Vangelo clicca, Scaricare il foglietto della Messa, Scarica le Letture del Lezionario, Ascoltare il Vangelo vai al sito: http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20110522.shtml e clicca in alto sulla destra su quello che ti interessa.

Preghiera dei fedeli

Ogni vita è preziosa agli occhi di Dio, perchè salvata e redenta dal sangue del suo Figlio. Come testimoni della risurrezione di Cristo, diciamo insieme:

Benedici il tuo popolo, Signore.

Con la risurrezione di Cristo hai tramutato in gioia il pianto dell'uomo: fà che tutto il mondo ascolti la voce del tuo Figlio. Preghiamo:

Nel cuore di ognuno hai messo la nostalgia del tuo volto: sostieni il tuo popolo che ti cerca con cuore sincero. Preghiamo:

Hai inviato una donna ad annunciare la buona notizia ai discepoli: arricchisci la tua Chiesa della sensibilità e della fede di donne sante e generose. Preghiamo:

Ci hai dato il pianto e il riso per meglio capire la vita: resta accanto a chi vive nell'attesa di gustare giorni più belli. Preghiamo:

All'alba di ogni giorno rinnovi il mondo: aiutaci a vedere nel sole che sorge il segno di Cristo, luce del mondo. Preghiamo:

Per chi ha paura di aprirsi a Cristo.

Per gli annunciatori del vangelo.

Padre, con gioia riconoscente ti rendiamo grazie per i tuoi benefici, mentre ci uniamo alla lode perenne che sale a te dalle mense eucaristiche di tutta la terra. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Preghiera sulle offerte

Accetta con bontà, o Padre, i doni che ti offriamo,

come il Cristo risorto

accolse la testimonianza di riverente amore

di santa Maria Maddalena.

Per Cristo nostro Signore.

Antifona di comunione

L’amore del Cristo ci spinge,

perché non viviamo più per noi stessi,

ma per colui che è morto e risorto per noi. (cf. 2Cor 5,14-15)

Preghiera dopo la comunione

La comunione ai tuoi misteri ci santifichi, o Padre,

e accenda anche in noi

l’amore ardente e fedele di santa Maria Maddalena

per il Cristo Maestro e Signore.

Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

URL (clicca sopra per vedere la santa Messa Pubblicata su YouTube) : http://www.youtube.com/watch?v=e2OnOM0ELzQ

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Miglionico il CROCIFISSO

http://www.miglionicoweb.it

I

Il SANTO di OGGI

dal sito internet http://www.santibeati.it

Venerdì 22 Luglio 2011

Santa MARIA MADDALENA di MAGDALA

 

Miglionico

XV SECOLO Polittico

Cima da Conegliano

http://www.miglionicoweb.it

Santa Maria Maddalena (di Magdala)

22 luglio

Magdala, sec. I

La Chiesa latina era solita accomunare nella liturgia le tre distinte donne di cui parla il Vangelo e che la liturgia greca commemora separatamente: Maria di Betania, sorella di Lazzaro e di Marta, la peccatrice "cui molto è stato perdonato perché molto ha amato", e Maria Maddalena o di Magdala, l'ossessa miracolata da Gesù, che ella seguì e assistette con le altre donne fino alla crocifissione ed ebbe il privilegio di vedere risorto. L'identificazione delle tre donne è stata facilitata dal nome Maria comune almeno a due e dalla sentenza di San Gregorio Magno che vide indicata in tutti i passi evangelici una sola e medesima donna. I redattori del nuovo calendario, riconfermando la memoria di una sola Maria Maddalena senz'altra indicazione, come l'aggettivo "penitente", hanno inteso celebrare la santa donna cui Gesù apparve dopo la Risurrezione. È questa la Maddalena che la Chiesa oggi commemora e che, secondo un'antica tradizione greca, sarebbe andata a vivere a Efeso, dove sarebbe morta. In questa città avevano preso dimora anche Giovanni, l'apostolo prediletto, e Maria, Madre di Gesù. (Avvenire)

Patronato: Prostitute pentite, Penitenti, Parrucchieri

Etimologia: Maria = amata da Dio, dall'egiziano; signora, dall'ebraico

Emblema: Ampolla d'unguento

Martirologio Romano: Memoria di santa Maria Maddalena, che, liberata dal Signore da sette demòni, divenne sua discepola, seguendolo fino al monte Calvario, e la mattina di Pasqua meritò di vedere per prima il Salvatore risorto dai morti e portare agli altri discepoli l’annuncio della risurrezione.

Ascolta da RadioVaticana:

Ascolta da RadioRai:

Maria di Magdala, risanata dal Signore Gesù, seguendolo lo serviva con grande affetto (Lc. 8,3). Alla fine, quando i discepoli erano fuggiti, Maria Maddalena era là in piedi presso la croce del Signore con Maria, Giovanni ed alcune donne (Gv. 19,25). Il giorno di Pasqua Gesù apparve a lei e la mandò ad annunciare la sua risurrezione ai discepoli (Mc. 16,9; Gv 20,11-18).

La Chiesa latina era solita accomunare nella liturgia le tre distinte donne di cui parla il Vangelo e che la liturgia greca commemora separatamente: Maria di Betania, sorella di Lazzaro e di Marta, l'innominata peccatrice "cui molto è stato perdonato perché molto ha amato", e Maria Maddalena o di Magdala, l'ossessa miracolata da Gesù, che ella seguì e assistette con le altre donne fino alla crocifissione ed ebbe il privilegio di vedere risorto. L'identificazione delle tre donne è stata facilitata dal nome Maria comune almeno a due e dalla sentenza di S. Gregorio Magno che vide indicata in tutti i passi evangelici una sola e medesima donna.

I redattori del nuovo calendario, riconfermando la memoria di una sola Maria Maddalena senz'altra indicazione, come l'aggettivo "penitente", hanno inteso celebrare la santa donna cui Gesù apparve dopo la Risurrezione. Al capitolo settimo S. Luca, dopo aver descritto l'unzione della peccatrice che irrompe improvvisamente nella sala del banchetto e versa sui piedi di Gesù profumati unguenti che poi asciuga coi propri capelli, prosegue così il suo racconto: "In seguito Gesù passava di città in città, di villaggio in villaggio... e con lui andavano i dodici, ed anche alcune donne, le quali erano state guarite da spiriti maligni e da infermità: Maria, detta Maddalena, da cui erano stati cacciati sette demoni, Giovanna... e molte altre donne, le quali somministravano ad essi i loro averi".

L'ignota peccatrice, che per la contrizione perfetta ha meritato il perdono dei peccati, è distinta dalla Maddalena, ben conosciuta, che segue costantemente il Maestro dalla Galilea alla Giudea, fino ai piedi della croce e il cui ardente amore Gesù premia nel giorno della Risurrezione. Ella è inconfondibilmente "presso la croce di Gesù", poi in veglia amorosa "seduta di fronte al sepolcro", infine, all'alba del nuovo giorno è la prima a recarsi di nuovo al sepolcro, dove ella rivede e riconosce il Cristo risorto da morte. Alla Maddalena, in lacrime per aver scorto il sepolcro vuoto e la grossa pietra ribaltata, Gesù si rivolge chiamandola semplicemente per nome: "Maria!" e a lei affida l'annuncio del grande mistero: "Va' a dire ai miei fratelli: io salgo al Padre mio e Padre vostro, al mio Dio e vostro Dio". E’ questa la Maddalena che la Chiesa oggi commemora e che, secondo un'antica tradizione greca, sarebbe andata a vivere a Efeso, dove sarebbe morta. In questa città avevano preso dimora anche Giovanni, l'apostolo prediletto, e Maria, Madre di Gesù.

L’Ordine dei Predicatori l’annoverò nel numero dei suoi Patroni. Frati e Suore la onorarono in ogni tempo col titolo di "Apostola degli Apostoli", come viene celebrata nella Liturgia Bizantina, e paragonarono la missione della Maddalena, di annunciare la risurrezione, col loro ufficio apostolico.

22 luglio

23600 > Santa Maria Maddalena (di Magdala) 22 luglio - Memoria MR

90788 > Beato Agostino da Biella Domenicano 22 luglio MR

63930 > Sant' Anastasio Apocrisario 22 luglio MR

64000 > San Cirillo di Antiochia, Andrea e compagni Vescovo 22 luglio MR

63900 > San Filippo Evans Martire 22 luglio MR

63970 > Beato Giacomo Lombardie Martire 22 luglio MR

93309 > San Giovanni Lloyd Sacerdote e martire 22 luglio MR

63960 > San Girolamo di Pavia Vescovo 22 luglio MR

63950 > San Gualtero (Gualtiero) Venerato a Lodi 22 luglio MR

23600 > Santa Maria Maddalena (di Magdala) 22 luglio - Memoria MR

63980 > Santa Maria Wang Lizhi Martire 22 luglio MR

63920 > Santi Martiri Massulitani 22 luglio MR

63940 > San Meneleo di Menat Abate 22 luglio

94220 > Beato Paolo de Lara Mercedario 22 luglio

63910 > San Platone di Ancira Martire 22 luglio MR

92851 > San Vandregisilo Abate 22 luglio MR

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SAN LORENZO da BRINDISI SACERDOTE e DOTTORE della CHIESA

S. MESSA Giovedì 21 Luglio 2011 XVI Settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Cristo Re Minori Martina F. Taranto ITALY 1a Parte

http://www.cristo-re.eu Celebra P. Antonio Mariggiò Parroco, sito internet Parrocchia http://www.parrocchie.it/martinafranca/cristore.it/

Cocelebrante Padre Anselmo Raguso Decano, Laici Giuseppe Bello, Giuseppe Vinci, Riferimenti Liturgici dal sito internet http://www.lachiesa.it http://www.santibeati.it Se vuoi ascoltare il Vangelo clicca, Scaricare il foglietto della Messa, Scarica le Letture del Lezionario, Ascoltare il Vangelo vai al sito: http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20110522.shtml e clicca in alto sulla destra su quello che ti interessa.

Giovedì della XVI settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Grado della Celebrazione: Feria Colore liturgico: Verde

Antifona d'ingresso Ecco, Dio viene in mio aiuto, il Signore sostiene l’anima mia.

A te con gioia offrirò sacrifici e loderò il tuo nome, Signore, perché sei buono.(Sal 54,6-8)

Colletta Sii propizio a noi tuoi fedeli, Signore, e donaci i tesori della tua grazia, perché, ardenti di speranza, fede e carità,

restiamo sempre fedeli ai tuoi comandamenti. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

Prima lettura Es 19,1-2.9-11.16-20 Il Signore scenderà sul monte Sinai, alla vista di tutto il popolo.

Dal libro dell’Èsodo

Al terzo mese dall’uscita degli Israeliti dalla terra d’Egitto, nello stesso giorno, essi arrivarono al deserto del Sinai. Levate le tende da Refidìm, giunsero al deserto del Sinai, dove si accamparono; Israele si accampò davanti al monte.

Il Signore disse a Mosè: "Ecco, io sto per venire verso di te in una densa nube, perché il popolo senta quando io parlerò con te e credano per sempre anche a te".

Mosè riferì al Signore le parole del popolo. Il Signore disse a Mosè: "Va’ dal popolo e santificalo, oggi e domani: lavino le loro vesti e si tengano pronti per il terzo giorno, perché nel terzo giorno il Signore scenderà sul monte Sinai, alla vista di tutto il popolo".

Il terzo giorno, sul far del mattino, vi furono tuoni e lampi, una nube densa sul monte e un suono fortissimo di corno: tutto il popolo che era nell’accampamento fu scosso da tremore. Allora Mosè fece uscire il popolo dall’accampamento incontro a Dio. Essi stettero in piedi alle falde del monte.

Il monte Sinai era tutto fumante, perché su di esso era sceso il Signore nel fuoco, e ne saliva il fumo come il fumo di una fornace: tutto il monte tremava molto. Il suono del corno diventava sempre più intenso: Mosè parlava e Dio gli rispondeva con una voce.

Il Signore scese dunque sul monte Sinai, sulla vetta del monte, e il Signore chiamò Mosè sulla vetta del monte.

Parola di Dio

Salmo responsoriale Dan 3 A te la lode e la gloria nei secoli.

Benedetto sei tu, Signore, Dio dei padri nostri, benedetto il tuo nome glorioso e santo.

Benedetto sei tu nel tuo tempio santo, glorioso, benedetto sei tu sul trono del tuo regno.

Benedetto sei tu che penetri con lo sguardo gli abissi e siedi sui cherubini, benedetto sei tu nel firmamento del cielo.

Canto al Vangelo (Mt 11,25) Alleluia, alleluia.

Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno. Alleluia.

Vangelo

Mt 13,10-17

A voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: "Perché a loro parli con parabole?".

Egli rispose loro: "Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Infatti a colui che ha,

verrà dato e sarà nell’abbondanza ; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha.

Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono.

Così si compie per loro la profezia di Isaìa che dice: "Udrete, sì, ma non comprenderete, guarderete, sì, ma non vedrete.

Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile, sono diventati duri di orecchi e hanno chiuso gli occhi,

perché non vedano con gli occhi, non ascoltino con gli orecchi e non comprendano con il cuore e non si convertano e io li guarisca!".

Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano.

In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro,

e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!".

Parola del Signore

URL (clicca sopra per vedere la santa Messa Pubblicata su YouTube) : http://www.youtube.com/watch?v=_hO0c3c6b18

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S. MESSA Giovedì 21 Luglio 2011 XVI Settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Cristo Re Minori Martina F. Taranto ITALY 2a Parte

http://www.cristo-re.eu Celebra P. Antonio Mariggiò Parroco, sito internet Parrocchia http://www.parrocchie.it/martinafranca/cristore.it/

Cocelebrante Padre Anselmo Raguso Decano, Laici Giuseppe Bello, Giuseppe Vinci, Riferimenti Liturgici dal sito internet http://www.lachiesa.it http://www.santibeati.it Se vuoi ascoltare il Vangelo clicca, Scaricare il foglietto della Messa, Scarica le Letture del Lezionario, Ascoltare il Vangelo vai al sito: http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20110522.shtml e clicca in alto sulla destra su quello che ti interessa.

Preghiera dei fedeli

Il Signore ha stabilito la sua alleanza, ha mandato la sua parola, perché l'esperienza dell'incontro con lui sia il centro della nostra vita.

Guidati dallo Spirito, diciamo insieme: Apri il nostro cuore, Signore.

Dio dei nostri padri, aiuta i pastori della Chiesa a proclamare e spiegare con fede la tua parola, perché il cuore degli uomini si apra alla verità. Preghiamo:

Dio di bontà, disseta con l'acqua della tua presenza tutti quelli che ti cercano, perché riconoscano che tu sei Signore, fonte della vita. Preghiamo:

Dio dell'alleanza, concedi ai bambini che in questi giorni ricevono il battesimo, di percorrere l'intero cammino di fede, perché il germe della vita divina produca molti frutti. Preghiamo:

Dio di misericordia, perdona coloro che pur avendo ricevuto la tua buona notizia non l'hanno accolta, perché vedano che la tua bontà è superiore al loro peccato. Preghiamo:

Dio della nostra vita, dacci fede per vivere questo giorno alla tua presenza, perché anche nelle vicende più umili riscopriamo l'efficacia della tua salvezza. Preghiamo:

Perché il mondo occidentale riscopra la fede in Gesù Cristo.

Per chi esercita il ministero del lettorato.

Ci hai chiamati alla tua presenza, Signore, e ci hai fatto dono del tuo Figlio, Gesù. Concedi di lodarti, ringraziarti, cantare a te con l'animo di salvati e redenti, e di comunicare ai fratelli la gioia del tuo amore. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Preghiera sulle offerte

O Dio, che nell’unico e perfetto sacrificio del Cristo

hai dato valore e compimento

alle tante vittime della legge antica,

accogli e santifica questa nostra offerta

come un giorno benedicesti i doni di Abele,

e ciò che ognuno di noi presenta in tuo onore

giovi alla salvezza di tutti. Per Cristo nostro Signore.

Antifona di comunione

Ha lasciato un ricordo dei suoi prodigi:

buono è il Signore e misericordioso,

egli dà il cibo a coloro che lo temono. (Sal 111,4-5)

Preghiera dopo la comunione

Assisti, Signore, il tuo popolo,

che hai colmato della grazia di questi santi misteri,

e fa’ che passiamo dalla decadenza del peccato

alla pienezza della vita nuova.

Per Cristo nostro Signore.

URL (clicca sopra per vedere la santa Messa Pubblicata su YouTube) : http://www.youtube.com/watch?v=51NaD-zzv-Y

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Miglionico il CROCIFISSO

http://www.miglionicoweb.it

I

Il SANTO di OGGI

dal sito internet http://www.santibeati.it

Giovedì 21 Luglio 2011

San LORENZO da BRINDISI

SACERDOTE e DOTTORE della CHIESA

 

Miglionico

XV SECOLO Polittico

Cima da Conegliano

http://www.miglionicoweb.it

San Lorenzo da Brindisi Sacerdote e dottore della Chiesa

21 luglio - Memoria Facoltativa

Brindisi, 22 luglio 1559 - Lisbona, 22 luglio 1619

Giulio Cesare Russo (questo era il suo vero nome) nacque a Brindisi - sul luogo in cui egli stesso volle che sorgesse la chiesa intitolata a Santa Maria degli Angeli - il 22 luglio 1559, da Guglielmo Russo ed Elisabetta Masella. Perse il padre da bambino e la madre ch'era appena adolescente. A 14 anni fu costretto a trasferirsi a Venezia da uno zio sacerdote, dove proseguì gli studi e maturò la vocazione all'Ordine dei Minori Cappuccini. Assunse il nome di Lorenzo e il 18 dicembre 1582 divenne sacerdote. Nel 1602 fu eletto Vicario generale. Nel 1618, sentendosi prossimo alla fine, voleva tornare a Brindisi, ma i nobili napoletani lo convinsero a recarsi dal re di Spagna Filippo III, per esporre le malversazioni di cui erano vittime per colpa del viceré spagnolo Pietro Giron, duca di Osuna. Il 22 luglio 1619 padre Lorenzo morì a Lisbona, forse avvelenato. Fu beatificato nel 1783 da Pio VI; canonizzato nel 1881 da Leone XIII; proclamato dottore della Chiesa, col titolo di doctor apostolicus, nel 1959 da Giovanni XXIII. (Avvenire)

Etimologia: Lorenzo = nativo di Laurento, dal latino

Martirologio Romano: San Lorenzo da Brindisi, sacerdote e dottore della Chiesa: entrato nell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, svolse instancabilmente nelle regioni d’Europa il ministero della predicazione; esercitò ogni compito in semplicità e umiltà nel difendere la Chiesa contro gli infedeli, nel riconciliare tra loro i potenti in guerra, nel curare il governo del suo Ordine. Il 22 luglio morì a Lisbona in Portogallo.

(22 luglio: A Lisbona in Portogallo, anniversario della morte di san Lorenzo da Brindisi, la cui memoria si celebra il giorno precedente a questo).

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Giulio Cesare Russo nacque da Guglielmo Russo ed Elisabetta Masella il 22 luglio 1559. Allorché intraprese gli studi nelle scuole esterne dei Francescani Conventuali di San Paolo Eremita in Brindisi, era già orfano del padre, scomparso dopo il 1561 e prima del 1565. Tra il 1565 e il 1567 prese l'abito dei conventuali e passò dalla scuola esterna a quella per oblati e candidati alla vita religiosa. In questo periodo tradizioni variamente riportate collocano le prime sortite pubbliche del futuro santo; il riferimento è all'uso dei Conventuali di far predicare i fanciulli in determinate solennità.

Il futuro santo, orfano ora anche di madre, è in notevoli difficoltà economiche. I parenti, fra questi Giorgio Mezosa suo insegnante presso i Conventuali, non pare se ne prendessero molta cura; è forse per questo che Giulio Cesare, quattordicenne, si trasferisce in Venezia presso uno zio sacerdote che dirigeva una scuola privata e aveva cura dei chierici di San Marco. La scelta, infatti, gli consente di proseguire i suoi studi e maturare la vocazione all'ordine dei Minori Cappuccini. Il 18 febbraio 1575 gli è concesso l'abito francescano e gli è imposto dal vicario provinciale, padre Lorenzo da Bergamo, il suo stesso nome: da quel momento sarà padre Lorenzo da Brindisi. Mandato a Padova a seguire i corsi di logica e filosofia e a Venezia quello di teologia, il 18 dicembre 1582 diviene sacerdote.

La sua ascesa nell'ordine è rapida; nel 1589 è vicario generale di Toscana; nel 1594 provinciale di Venezia; nel 1596 secondo Definitore Generale; nel 1598 vicario provinciale di Svizzera; nel 1599 ancora Definitore Generale. In questo stesso anno è posto a capo della schiera di missionari che i cappuccini, su sollecitazione del pontefice, inviano in Germania. Qui, a divulgare e ad accrescere la sua fama di santità contribuì un episodio avvenuto nell'ottobre del 1601; il brindisino volle essere uno dei quattro cappellani necessari per assistere spiritualmente le truppe cattoliche nella campagna in atto contro i turchi ed il 9 ottobre giunse ad Albareale, l'attuale Székeshefer vár in Ungheria, ove era accampato l'esercito imperiale.

Padre Lorenzo, quando il nemico sferrò l'attacco, fu d'esempio sia con la parola che coi comportamenti. I turchi lo ritennero un negromante e un mago, i cristiani un santo. Il 24 maggio 1602, quasi all'unanimità, padre Lorenzo viene eletto vicario generale dell'ordine; con l'alta carica gli è affidato il compito di visitare tutte le province oltre le Alpi.

Nel triennio del generalato, il 1604, può tornare a Brindisi ove decide la costruzione di una chiesa sotto il titolo di Santa Maria degli Angeli con annesso monastero per le claustrali. Finanziatori dell'opera, che doveva svilupparsi sul luogo stesso in cui era la casa natale del santo, saranno il duca di Baviera, la principessa di Caserta e altre personalità che il cappuccino aveva avuto modo d'incontrare durante le sue missioni in Europa.

Più volte, dopo il 1604, pensa di tornare a Brindisi e nel 1618 vi è ormai diretto quando è costretto a mutare itinerario e fermarsi a Napoli. Qui è convinto dal patriziato napoletano a recarsi in Spagna per esporre al re Filippo III le malversazioni del viceré don Pietro Giron duca di Ossuna. Il 25 maggio 1619, evitati sicari e ostacoli d'ogni genere, padre Lorenzo raggiunge il re a Lisbona; ricevuto il giorno seguente, a conferma delle sue parole soggiunse che era sicuro di ciò che riferiva quanto del fatto che presto sarebbe morto e che il re, se non avesse provveduto al bene dei propri sudditi, lo sarebbe stato entro due anni. Il 22 luglio del 1619, forse avvelenato, il brindisino moriva; il 31 marzo 1621, giusto l'ammonimento, si spegneva Filippo III che aveva continuato a favorire di fatto l'Ossuna.

Padre Lorenzo sarà beatificato nel 1783 da Pio VI, canonizzato nel 1881 da Leone XIII, proclamato dottore della chiesa, col titolo di doctor apostolicus, nel 1959 da Giovanni XXIII.

Frate Lorenzo Russo è a Piacenza malato; grave, ma ancora vivo. Anzi, guarirà. Ma intanto il duca Ranuccio I di Parma si fa già promettere dai Cappuccini la consegna della salma, da tenere come reliquia. Questo accade nel 1616. Nel 1619 il frate muore a Lisbona, in casa di don Pedro di Toledo (già governatore spagnolo di Milano), e questi vuole il suo corpo per mandarlo a un monastero della Galizia fondato da sua figlia.

D’altra parte già nel 1601, alla battaglia di Albareale (poi Székesfehérvàr, in Ungheria) contro i Turchi, molti soldati imperiali lo credevano un essere soprannaturale, vedendolo passare disarmato e illeso tra frecce, pallottole e scimitarre, per soccorrere feriti e confortare morenti. Questo frate Lorenzo Russo da Brindisi è principalmente uno studioso, ma le vicende del tempo fanno della sua vita un’avventura continua.

Orfano dei genitori a 14 anni, è accolto da uno zio a Venezia. Studia a Verona e a Padova, poi ancora a Venezia. Si è fatto cappuccino, nel 1582 è ordinato prete, nel 1586 è maestro dei novizi, e poi avrà sempre cariche nell’Ordine, fino a quella di Generale. Lui è uomo da libri, conoscitore eccezionale della Bibbia (che può citare a memoria anche in ebraico), e diviene famoso come predicatore, appunto per la vasta cultura, aiutata poi dalla bella voce e dalla figura imponente.

Lo mandano sulle prime linee più difficili: in Boemia, per esempio, dove in gran parte la popolazione si è staccata dalla Chiesa cattolica. Accolto ostilmente, si dedica a un’intensa predicazione, sostiene controversie, guida l’opera dei Cappuccini. L'evidente coerenza tra le sue parole e la sua vita lo fa rispettare anche da autorevoli avversari. Quando celebra la messa, poi, lo si vede davvero "rivivere" il sacrificio della Croce rinnovato sull’altare: si può respingere la sua fede, ma non si resta indifferenti di fronte al suo modo appassionato di sentirla e di manifestarla.

I papi e vari prìncipi europei gli affidano continue missioni diplomatiche. Per tre anni frate Lorenzo rappresenta la Santa Sede in Baviera. E i napoletani, che non ne possono più del duca di Osuna (viceré spagnolo), vogliono lui come loro ambasciatore presso Filippo III di Spagna. Appunto nel corso di questa missione lo coglie la morte; e immediata si divulga la voce della sua santità.

La causa canonica, però, viene bloccata dai decreti di papa Urbano VIII (1623-1644) che modificano i procedimenti per i santi. Riprenderà nel XVIII secolo, concludendosi con la canonizzazione ad opera di Leone XIII nel 1881.

I suoi scritti rimangono inediti fino all’edizione integrale negli anni 1925-1956, in seguito alla quale Giovanni XXIII proclamerà san Lorenzo da Brindisi Dottore della Chiesa, con la qualifica di doctor apostolicus.

Autore: Domenico Agasso

21 luglio

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SANT'APOLLINARE di RAVENNA VESCOVO e MARTIRE

S. MESSA Mercoledì 20 Luglio 2011 XVI Settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Cristo Re Minori Martina F. Taranto ITALY 1a Parte

http://www.cristo-re.eu Celebra P. Eugenio Caputi Resp. Migrantes, sito internet Parrocchia http://www.parrocchie.it/martinafranca/cristore.it/

Cocelebrante Padre Anselmo Raguso Decano, Laici Giuseppe Bello, Giuseppe Vinci, Riferimenti Liturgici dal sito internet http://www.lachiesa.it http://www.santibeati.it Se vuoi ascoltare il Vangelo clicca, Scaricare il foglietto della Messa, Scarica le Letture del Lezionario, Ascoltare il Vangelo vai al sito: http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20110522.shtml e clicca in alto sulla destra su quello che ti interessa.

Mercoledì della XVI settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Grado della Celebrazione: Feria Colore liturgico: Verde

Antifona d'ingresso Ecco, Dio viene in mio aiuto, il Signore sostiene l’anima mia.

A te con gioia offrirò sacrifici e loderò il tuo nome, Signore, perché sei buono.(Sal 54,6-8)

Colletta Sii propizio a noi tuoi fedeli, Signore, e donaci i tesori della tua grazia, perché, ardenti di speranza, fede e carità,

restiamo sempre fedeli ai tuoi comandamenti. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

Prima lettura Es 16,1-5.9-15 Io sto per far piovere pane dal cielo per voi.

Dal libro dell’Èsodo

Gli Israeliti levarono le tende da Elìm e tutta la comunità degli Israeliti arrivò al deserto di Sin, che si trova tra Elìm e il Sinai, il quindici del secondo mese dopo la loro uscita dalla terra d’Egitto.

Nel deserto tutta la comunità degli Israeliti mormorò contro Mosè e contro Aronne. Gli Israeliti dissero loro: "Fossimo morti per mano del Signore nella terra d’Egitto, quando eravamo seduti presso la pentola della carne, mangiando pane a sazietà! Invece ci avete fatto uscire in questo deserto per far morire di fame tutta questa moltitudine".

Allora il Signore disse a Mosè: "Ecco, io sto per far piovere pane dal cielo per voi: il popolo uscirà a raccoglierne ogni giorno la razione di un giorno, perché io lo metta alla prova, per vedere se cammina o no secondo la mia legge. Ma il sesto giorno, quando prepareranno quello che dovranno portare a casa, sarà il doppio di ciò che avranno raccolto ogni altro giorno".

Mosè disse ad Aronne: "Da’ questo comando a tutta la comunità degli Israeliti: "Avvicinatevi alla presenza del Signore, perché egli ha inteso le vostre mormorazioni!"". Ora, mentre Aronne parlava a tutta la comunità degli Israeliti, essi si voltarono verso il deserto: ed ecco, la gloria del Signore si manifestò attraverso la nube.

Il Signore disse a Mosè: "Ho inteso la mormorazione degli Israeliti. Parla loro così: "Al tramonto mangerete carne e alla mattina vi sazierete di pane; saprete che io sono il Signore, vostro Dio"".

La sera le quaglie salirono e coprirono l’accampamento; al mattino c’era uno strato di rugiada intorno all’accampamento. Quando lo strato di rugiada svanì, ecco, sulla superficie del deserto c’era una cosa fine e granulosa, minuta come è la brina sulla terra.

Gli Israeliti la videro e si dissero l’un l’altro: "Che cos’è?", perché non sapevano che cosa fosse. Mosè disse loro: "È il pane che il Signore vi ha dato in cibo".

Parola di Dio

Salmo responsoriale Sal 77 Diede loro pane dal cielo.

Nel loro cuore tentarono Dio, chiedendo cibo per la loro gola.

Parlarono contro Dio, dicendo: "Sarà capace Dio di preparare una tavola nel deserto?".

Diede ordine alle nubi dall’alto e aprì le porte del cielo;

fece piovere su di loro la manna per cibo e diede loro pane del cielo.

L’uomo mangiò il pane dei forti; diede loro cibo in abbondanza.

Scatenò nel cielo il vento orientale, con la sua forza fece soffiare il vento australe.

Su di loro fece piovere carne come polvere e uccelli come sabbia del mare, li fece cadere in mezzo ai loro accampamenti, tutt’intorno alle loro tende.

Canto al Vangelo (Mt 13) Alleluia, alleluia. Il seme è la parola di Dio, il seminatore è Cristo: chiunque trova lui, ha la vita eterna. Alleluia.

Vangelo

Mt 13,1-9

Una parte del seme cadde sul terreno buono e diede frutto.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.

Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: "Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti".

Parola del Signore

URL (clicca sopra per vedere la santa Messa Pubblicata su YouTube) : http://www.youtube.com/watch?v=PbMXIZGCbfs

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S. MESSA Mercoledì 20 Luglio 2011 XVI Settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Cristo Re Minori Martina F. Taranto ITALY 2a Parte

http://www.cristo-re.eu Celebra P. Eugenio Caputi Resp. Migrantes, sito internet Parrocchia http://www.parrocchie.it/martinafranca/cristore.it/

Cocelebrante Padre Anselmo Raguso Decano, Laici Giuseppe Bello, Giuseppe Vinci, Riferimenti Liturgici dal sito internet http://www.lachiesa.it http://www.santibeati.it Se vuoi ascoltare il Vangelo clicca, Scaricare il foglietto della Messa, Scarica le Letture del Lezionario, Ascoltare il Vangelo vai al sito: http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20110522.shtml e clicca in alto sulla destra su quello che ti interessa.

Preghiera dei fedeli

Ogni giorno il Signore ci chiama, e rinnova la storia di ognuno di noi. Per questo ci affidiamo alla sua fedeltà e diciamo:

Ascoltaci, o Signore.

Perché la Chiesa sia sempre fedele nel comunicare la parola che le è stata affidata. Preghiamo:

Perché ogni cristiano accolga il seme della parola di Dio, e lo semini, a sua volta, con la testimonianza. Preghiamo:

Perché i popoli che soffrono la fame trovino la solidarietà e la giustizia di cui hanno bisogno. Preghiamo:

Perché non ci affanniamo per le nostre necessità, fiduciosi della essenzialità del vangelo. Preghiamo:

Perché le donne incinte gioiscano della chiamata a dare un figlio all'amore di Dio. Preghiamo:

Per gli abitanti del quartiere che non credono in Gesù Cristo.

Per i catechisti della parrocchia.

Ti offriamo, o Signore, la nostra giornata: rendila terreno accogliente della tua presenza, perché il regno instaurato da Gesù si diffonda in tutta la terra. Per lo stesso Cristo nostro Signore. Amen.

Preghiera sulle offerte

O Dio, che nell’unico e perfetto sacrificio del Cristo

hai dato valore e compimento

alle tante vittime della legge antica,

accogli e santifica questa nostra offerta

come un giorno benedicesti i doni di Abele,

e ciò che ognuno di noi presenta in tuo onore

giovi alla salvezza di tutti. Per Cristo nostro Signore.

Antifona di comunione

Ha lasciato un ricordo dei suoi prodigi:

buono è il Signore e misericordioso,

egli dà il cibo a coloro che lo temono. (Sal 111,4-5)

Preghiera dopo la comunione

Assisti, Signore, il tuo popolo,

che hai colmato della grazia di questi santi misteri,

e fa’ che passiamo dalla decadenza del peccato

alla pienezza della vita nuova.

Per Cristo nostro Signore.

URL (clicca sopra per vedere la santa Messa Pubblicata su YouTube) : http://www.youtube.com/watch?v=mwapMtnfRQo

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Miglionico il CROCIFISSO

http://www.miglionicoweb.it

I

Il SANTO di OGGI

dal sito internet http://www.santibeati.it

Mercoledì 20 Luglio 2011

Sant'APOLLINARE di RAVENNA

VESCOVO e MARTIRE

 

Miglionico

XV SECOLO Polittico

Cima da Conegliano

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Sant' Apollinare di Ravenna Vescovo e martire

20 luglio (23 luglio) - Memoria Facoltativa

circa II-III secolo

Sant'Apollinare, originario di Antiochia, per primo rivestì la carica episcopale nella città imperiale di Ravenna, forse incaricato dallo stesso apostolo San Pietro, di cui si dice fosse stato discepolo. Si dedicò all'opera di evangelizzazione dell'Emilia-Romagna, per morire infine martire, come vuole la tradizione. Le basiliche di Sant'Apollinare in Classe e Sant'Apollinare Nuovo sono luoghi privilegiati nel tramandarne la memoria. Il suo culto tuttavia si diffuse rapidamente anche oltre i confini cittadini. I pontefici Simmaco (498-514) ed Onorio I (625-638) ne favorirono la diffusione anche a Roma, mentre il re franco Clodoveo gli dedicò una chiesa presso Digione. In Germania probabilmente si diffuse ad opera dei monasteri benedettini, camaldolesi e avellani. Una chiesa era a lui dedicata anche a Bologna nell'area del Palazzo del Podestà, ma siccome fu demolita nel 1250 il cardinale Lambertini gli dedicò un altare nell'attuale Cattedrale cittadina. Sant'Apollinare è considerato patrono della città di cui per primo fu pastore, nonché dell'intera regione Emilia-Romagna. (Avvenire)

Patronato: Ravenna, Emilia-Romagna

Etimologia: Apollinare = sacro ad Apollo, dal latino

Emblema: Bastone pastorale, Palma, Pallio

Martirologio Romano: Sant’Apollinare, vescovo, che, facendo conoscere tra le genti le insondabili ricchezze di Cristo, precedette come un buon pastore il suo gregge, onorando la Chiesa di Classe presso Ravenna in Romagna con il suo glorioso martirio. Il 23 luglio migrò al banchetto eterno.

(23 luglio: A Classe presso Ravenna in Romagna, commemorazione di sant’Apollinare, vescovo, la cui memoria si celebra il 20 luglio).

Sant’Apollinare, protovescovo di Ravenna e primo evangelizzatore dell’Emilia-Romagna, visse al tempo dell’Impero Bizantino d’Occidente, in periodo collocabile all’incirca tra la fine del II e gli inizi del III secolo. Secondo la tradizione Apollinare proveniva da Antiochia e sarebbe stato addirittura discepolo dell’apostolo San Pietro. Questi lo avrebbe destinato a ricoprire per primo la carica episcopale nella città imperiale di Ravenna. Questa tradizione nacque nel VII secolo e non è documentata storicamente, tanto da contrastare con le probabili datazioni prima esposte. A quanto pare risalirebbe al tempo dell’arcivescovo Mauro (642-671), che quasi certamente ne fu l’autore, forse per conferire un maggior prestigio alla Chiesa locale di questa città che stata cominciando ad assumere sempre maggiore importanza.

Sin dai primi tempi Apollinare fu sicuramente venerato quale martire, come asserì il vescovo ravennate San Pier Crisologo in un suo sermone, ed il suo culto si diffuse assai, nonostante non si tramandino molti dettagli attendibili sulla sua vita o sulla sua