S. Messa
Quotidiana Registrata a Cristo Re Martina F. Pubblicata anche su YOUTUBE , da agosto 2010, oltre 700 video al sito http://www.youtube.com/user/dalessandrogiacomooppure dal sito
http://www.cristo-re.eu clicca sui giorni indicati, Vedi e Ascolta :Agosto 2011
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Ve01. Sa02. Do03. Lu04. Ma05. Me06. Gi07. Ve08. Sa09. Do10. Lu11. Ma12. Me13. Gi14. Ve15. Sa16. Do17. Lu18. Ma19. Me20. Gi21. Ve22. Sa23. Do24. Lu25. Ma26. Me27. Gi28. Ve29. Sa30. Do31.Giugno 2011
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Ma01. Me02. Gv03. Ve04. Sa05. Do06. Lu07. Ma08. Me09. Gv10. Ve11. Sa12. Do13. Lu14. Ma15. Me16. Gv17. Ve18. Sa19. Do20. Lu21. Ma22. Me23. Gv24. Ve25. Sa26. Do27. Lu28. Ma29. Me30. Gi31. Febbraio 2011 .Ma01. .Me02. .Gi03. .Ve04. .Sa05. .Do06. .Lu07. .Ma08. .Me09. .Gi10. .Ve11. .Sa12. .Do13. .Lu14. .Ma15. .Me16. .Gi17. .Ve18. .Sa19. .DO20. .Lu21. .Ma22. .Me23. .Gi24. .Ve25. .Sa26. .Do27. .Lu28. Gennaio 2011 Sa01. Do02. Lu03. Ma04. Me05. Gv06. Ve07. Sa08. Do09. Lu10. Ma11. Me12. Gv13. Ve14. Sa15. Do16. Lu17. Ma18. Me19. Gi20. Ve21. Sa22. Do23. Lu24. Ma25. Me26. Gi27. Ve28. Sa29. Do30. Lu31. Dicembre 2010 Me 01. Gv02. Ve03. Sa04. Do05. Lu06. Ma07. Me08. Gv09. Ve10. Sa11. Do12. Lu13. Ma14. Me15. Gv16. Ve17. Sa18. Do19. Lu20. Ma21. Me22. Gv23. Ve24. Sa25. Do26. Lu27. Ma28. Me29. Gv30. Ve31. Novembre 2010 Lu 01. Ma02. Me03. Gv04. Ve05. Sa06. Do07. Lu08. Ma09. Me10. Gv11. Ve12. Sa13. Do14. Lu15. Ma16. Me17. Gv18. Ve19. Sa20. Do21. Lu22. Ma23. Me24. Gv25. Ve26. Sa27. Do28. Lu29. Ma30. Ottobre 2010 Ve01. Sa02. Do03. Lu04. Ma05. Me06. Gv07. Ve08. Sa09. Do10. Lu11. Ma12. Me13. Gv14. Ve15. Sa16. DO17. Lu18. Ma19. Me20. Gi21. Ve22. Sa23. Do24. Lu25. Ma26. Me27. Gv28. Ve29. Sa30. Do31. Settembre 2010 Me 01. Gi02. Ve03. Sa04. Do05. Lu06. Ma07. Me08. Gv09. Ve10. Sa11.Il Sito Ufficiale della Parrocchia Cristo Re Martina F. è
http://www.parrocchie.it/martinafranca/cristore.it Il Canale YOUTUBE di CRISTO RE è http://www.youtube.com/results?search_query=cristoremartina&aq=f Vedi La PASSIONE http://www.youtube.com/watch?v=sjt8rPDLYlY 17 Marzo Festa Nazionale 150° UNITA' d'ITALIA. 2764 Anni dalla FONDAZIONE di ROMA AUGURI ITALIANI - L'INNO di MAMELI APPELLO PER LA RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI RIFIUTI VEDI IL VIDEO dell'APPELLO Video Viaggio in Terra Santa clicca qui sopra: Sulle Strade del VANGELO
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Rassegna Stampa - L'Argomento di Oggi - dal 2010-11-04 ad oggi 2011-08-27 sintesi (Più sotto trovate gli articoli)RASSEGNA POLITICA, GOVERNO, PARLAMENTO COSTRUIAMO da OGGI l'ITALIA che VOGLIAMO per i Ns. FIGLI PER LA RASSEGNA STAMPA precedente, 7005 pgg. , dal 2010-10-17 al 2011-05-13 clicca su: Rassegna Stampa - L'Argomento di Oggi - dal 2010-11-03 ad oggi 2011-05-13 HTML PDF REFERENDUM 12-13 Giugno 2011 Risultati HTML PDF Elezioni Amministrative15 Maggio 2011 e 2° Turno Ballottaggio 29-30 Maggio HTML PDF |
ST
DG Studio TecnicoDalessandro Giacomo 41° Anniversario - SUPPORTO ENGINEERING-ONLINE |
Dal Sito Internet di http://www.libero-news.it il Files dell'Invito a Comparire per il Presidente Berlusconi clicca qui sopraMessaggio del Presidente Napolitano FINE ANNO 2010-12-31 PDF. DIFFERENZIAMO NOI, APPELLO per la RACCOLTA DIFFERENZIATA dei RIFIUTI VEDI IL VIDEO dell'APPELLO O su YouTube: http://www.youtube.com/watch?v=4RXdpl0hTHg Vai alla pg. di WIKILEAKS |
Internet, l'informatore, ll Giornalista, la stampa, la TV, la Radio, devono innanzi tutto informare correttamente sul Pensiero dell'Intervistato, Avvenimento, Fatto, pena la decadenza dal Diritto e Libertà di Testimoniare. Poi si deve esprimere separatamente e distintamente il proprio personale giudizio. |
Per conoscer le mie idee Vedi il
"Libro dei Miei Pensieri"html PDFIl mio commento sull'argomento di Oggi è sotto riportato ( in giallo è riportata la recensione e di seguito il mio commento.
Dopo i commenti è riportata la rassegna stampa dal
dal 2010-11-04 ad oggi:…………………………………………………………..
Per. Ind. Giacomo Dalessandro
26 agosto 2011 07:48 Dal Corriere della Sera
http://www.corriere.itWELFARE DA RIFORMARE I costi (veri) per assistenza e pensioni Reversibilità e accompagnamento: 40 miliardi di spesa. L'equità e gli sprechi
Indennità di accompagnamento
È un sussidio di assistenza dove effettivamente un cambiamento sembra ragionevole: legare il riconoscimento e la misura dell'assegno non solo alla condizione di non autosufficienza del beneficiario, ma anche ai suoi redditi familiari. Oggi l'indennità di accompagnamento, al contrario delle pensioni di invalidità civile, viene concessa in presenza di una inabilità del 100% e della impossibilità di deambulare o di compiere gli atti quotidiani della vita, dice la legge. Ma non sono richiesti requisiti di reddito e quindi anche un milionario può prendere l'assegno.
Il risultato è che mentre le pensioni di invalidità civile, la cui concessione è subordinata anche a requisiti di reddito, sono circa un milione, per una spesa nel 2010 di 3 miliardi e mezzo (un invalido civile prende appena 260 euro al mese), gli assegni di accompagnamento sono molti di più, 1,7 milioni, e la spesa è stata di ben 13 miliardi (l'indennità media è di 487 euro al mese, 805 per i ciechi)……..
Pensioni di reversibilità
Se per le indennità di accompagnamento nel 2010 si sono spesi 13 miliardi, alle pensioni ai superstiti sono andati ben 27,6 miliardi di euro. Se poi si considera che questa cifra è quella che fa capo all'Inps e che quindi non ci sono le reversibilità pagate ai dipendenti pubblici e ai lavoratori delle casse professionali, si può tranquillamente supporre che la spesa annua sia superiore ai 30 miliardi. Beneficiari di queste pensioni nell'universo Inps sono 3,8 milioni di superstiti, cioè coniugi, figli o altri eredi che ricevono parte dell'assegno del pensionato o del lavoratore (possono bastare 5 anni di contributi) defunto. A differenza delle indennità di accompagnamento, le pensioni di reversibilità sono più frequenti al Nord: 6,7 ogni 100 abitanti, contro le 5,1 del Mezzogiorno e le 5,8 del Centro.
L'importo medio della reversibilità è di 533 euro al mese. La pensione ai superstiti è pari al 60% di quella del titolare defunto nel caso del coniuge mentre può arrivare al 100% sommando al coniuge due figli. Questi importi però, dalla riforma Dini del 1995, vengono ridotti nel caso il reddito del beneficiario superi di tre volte il minimo, cioè 1.382 euro al mese. Il taglio parte dal 25% e può arrivare al 50% per redditi superiori a 2.304 euro al mese (5 volte il minimo).
Enrico Marro
26 agosto 2011 07:48
Il mio commento sull'argomento di Oggi, inviato al Corriere online è :
L'indennità di accompagnamento va rivista, e non può essere una ulteriore indennità se già si interviene con una pensione sociale in assenza di versamento di contributi o di parziale copertura per insufficienza degli stessi al raggiungimento del minimo di pensione sociale.
Comunque l'indennità non può essere a solo carico dell'INPS ma va ridistribuito in quota parte fra tutti i sistemi pensionistici pubblici e privati.
Pe rquanto riguarda la Reversibilità al coniuge o parente superstite, la pensione deve essere commisurata nella misura del 2,33 % per ciascun anno di matrimonio in essere durante il periodo lavorativo, fino a 30 anni di matrimonio reale, e del 3,00 % annuo a partire dal 31° anno fino al 40°. Nel caso di matrimonio con persone di nazionalità non italiane il minimo di durata del matrimonio per maturare il diritto alla reversibilità decorre dopo il 10 anno di matrimonio contratto comunque durante il periodo lavorativo e non da pensionato.
Per. Ind. Giacomo Dalessandro
Martina Franca 22 Agosto 2011
Lettera aperta a :
Spett.li
PRESIDETE della REPUBBLICA
PRESIDENTE del CONSIGLIO
PRESIDENTI CAMERA, SENATO, REGIONI
PARLAMENTARI NAZIONALI
PARLAMENTARI REGIONALI
SINDACI E AMMINISTRATORI
PARTITI
TV e STANPA
Ecco i punti della
" MIA MANOVRA per l'ITALIA del 3° MILLENNIO " 2765 Anni dalla FONDAZIONE di ROMA" :COSTI della POLITICA
ELEZIONE RAPPRESENTANTI IN ENTI E SOCIETA' PUIBBLICHE diretta da parte dei CITTADINI
EXPO 2015
RIDUZIONE DRASTICA DEL LAVORO A CONTRATTO e LAVORI PRECARI
TFR in BTP per 25 Mld anno
INPS e FONDI PENSIONI INTEGRATIVE per 30 Mld anno
PENSIONI SOCIALI, di INVALIDITA' , ASSISTENZA SOCIALE… per 15 Mld anno
Parita' PENSIONE di Vecchiaia a 65 ANNI Uomini e Donne ed annullamento Pensioni BABY
Pensione EPPI ( Periti Industriali e sistemi analoghi per altri professionisti )
SANITA' RICETTE per MALATTIE CRONICHE
SANITA' Piano Ospedaliero Nazionale con una riduzione di sprechi di oltre 10 Mld
SCUOLA & FORMAZIONE con il TEMPO PIENO -
GESTIONE ENTI & APPALTI ONLINE con risparmio di oltr 20 Mld
ISTITUZIONE della BANCA del LAVORO CON RISPARMI DI OLTRE 50 Mld
RACCOLTA DIFFERENZIATA OBBLIGATORIA NAZIONALE a costo ZERO
ENERGIE ALTERNATIVE, RICERCA e LIBERALIZZAZIONE con risparmi a regime di oltre 50 Mld l'Anno
RISPARMIO ENERGETICO ed ottimizzazione RISORSE IDRICHE
Lotta senza Quartiere a Lavoro Nero, Eportazione Capitali, MAFIA, CORRUZIONE, CONCUSSIONE, DELINQUENZA, .
CODICE FISCALE per GIOCHI del LOTTO, TOTOCALCIO, LOTTERIE, MACCHINETTE presso BAR e SALE GIOCHI, GIOCHI ON LINE con
incremento incassi di oltre 15 Mld l'anno
PREMIO ALLA PRODUTTIVITA' della PUBBLICA AMMNISTRAZIONE
VENDITA di BENI IMMOBILIARI PUBBLICI SCAGLIONATI ed a GIUSTO RICONOSCIMENTO ECONOMICO DA ACCREDITARE IN CONTO
DEBITO PUBBLICO NAZIONALE o INVESTIMENTI PRODUTTIVI per la COLLETTIVITA' NAZIONALE e LOCALE SECONDO LE
RISPETTIVE SPETTANZE
PROGRAMMA QUADRO DI LEGISLATURA
Altre iniziative in fase di elaborazione
In dettaglio:
COSTI della POLITICA - ELEZIONE dei SOLI PARLAMENTARI e di tutte le altre istituzioni, che raggiungono il quorum compreso la ripartizione dei resti - senza alcuna ridistribuzione di parlamentari non assolutamente eletti da coloro che si astengono dal voto, e da quelli che inseriscono schede bianche o0 nulle.
Riduzione degli stipendi e spese alla media di quelli dei maggiori paesi europei ( Francia, Germania, Inghilterra, Spagna ), rimborsi da più incarichi esclusivamente per quelli di appannaggio maggiore in % dei singoli impegni. Costi dei portaborse esclusivamente dati ai medesimi e non per interposta persona.
Gli appannaggi e le spese accessorie per i partiti sono elargiti esclusivamente per le durate reali delle legislature, e non teoriche.
Tutte le Pensioni ed elargizioni sono da comparare al medesimo sistema dell'INPS per modalità, massimi pensionabiuli e temporalità di elargizioni. Comunque quanto attualmente previsto non può sforare i costi di gestione autonoma del sistema attuale, né possono esserci integrazioni per leggi spefiche. La pensione se la devono pagare i Parlamentari dai loro emolumenti al pari dei dipendenti.
ELEZIONE RAPPRESENTANTI IN ENTI E SOCIETA' PUIBBLICHE diretta da parte dei CITTADINI - degli amministratori e supervisori al controllo della gestione. Riduzione dei rappresentanti in proporsione ai rispettivi pesi nel parlamento o altre amministrazioni.
EXPO' 2015 - Partecipazione di tutte le Regioni per la riuscita della Grande Esposizione che dovrà rilanciare l'ITALIA nel MONDO con progetti di Innovazione Tecnologica, Energie Alternative, Risparmio Energetico, Cooperazione Internazionale con Missioni di Pace in alternativa alle misioni di guerra
RIDUZIONE DRASTICA DEL LAVORO A CONTRATTO e LAVORI PRECARI - Limitazione dei lavori a contratto e precari per massimo due annualità, con obbligo di assunzione nei successivi, e divieto di turnover falsi.
Possibilità di autorizzazioni a licenziamenti per giusta causa.
Prevalenza di legislazione a difesa dei lavoro e lavoratori e di contratti nazionale su contratti aziendali
Garanzie per finanziamenti a giovani ed imprese in funzione del TFR e BTP relativi come sotto riportati.
TFR in BTP per 25 Mld anno - Non in BUSTA PAGA ma in BTP PRIVILEGIATI garantiti dallo STATO a prezzo stabilito, da utilizzare per INVESTIMENTI PRODUTTIVI, in depostito presso conti Aziendali per garantire alle medesime aziende liquidità a tassi agevolati .
INPS e FONDI PENSIONI INTEGRATIVE per 30 Mld anno - Riduzione dei costi di gestione della Previdenza Pubblica e Privata al 8% dall'attuale 25% che rappresenta tasso da usura; il risparmio del 17% è da utilizzare subito per ripianare deficit della manovra, e dal 2015 deve essere ricaricata sulle quote pensioni dei singoli assistiti.
PENSIONI SOCIALI, di INVALIDITA' , ASSISTENZA SOCIALE… per 15 Mld anno - I Costi del Sistema Sociale deve essere ripartito fra tuttgli gli ENTI PENSIONISTICI, PUBBLICI E PRIVATI, non più a solo carico dell'INPS, che rappresenta una discriminazione ed ingiustizia per i lavoratori iscitti all'INPS, oltre che incostituzionale.
Parita' PENSIONE di Vecchiaia a 65 ANNI Uomini e Donne ed annullamento Pensioni BABY - E' incostituzionale la disparità di trattamento Uomo Donna, rispettivamente 65 e 60 anni per il pensionamento di vecchiaia, per 5 Mld anno - Da subito parità nel limite di pensione uomini donne,senza alcuna discriminazione degli uomini, che vanno in pensione dopo le donne.
Garanzia temporanea per le donne con riconoscimento della cassa integrazione/mobilità nel caso di crisi aziendale.
Per tutti nessun aumento dell'età pensionabile oltre i 65 anni se non per scelta volontaria, in assenza del raggiunto limite del massimo degli anni di contribuzione. Il proseguimento solo per scelta volontaria.
Ritorno alla finestra antecedente per il pensionamento per anzianità a 65 anni, ed azzeramento della legge del 2010 che ha portato il limite ad 1 anno, ed a 18 mesi per gli autonomi. Fra l'altro quanto stabilito dalla legge del 2010 è anticostituzionale ed illeggittimo usurpare il diritto maturato alla pensione di vecchiaia e la discriminazione donna-uomo.
Pensione EPPI ( Periti Industriali e sistemi analoghi per altri professionisti ) - Il contributo Integrativo del 2-4% deve confluire direttamente nel sistema pensionistico e non per la gestione dei relativi ENTI ( in tal modo si incrementano le relative pensioni del 4-8% senza alcun aumentoimpositivo.
Finanziamento delle Casse degli ENTI dalla Formazione Continua da gestire a livello Nazionale on-line a costi ridotti.
SANITA' RICETTE per MALATTIE CRONICHE - Ricette direttamente da Medico-Farmacia-ASL, a validità almeno annuali per malattie Croniche . Essendoci in Italia almeno 20 Mln di ammalati/malattie croniche, con una media di 2 ricette al mese per 12 mesi per assistito, si ha un movimento annuale di oltre 480 Mln di ricette, mentre ne basterebbero solo 40 Mln, il che significa solamente a livello cartaceo un risparmio di 440 Mln l'anno, oltre al tempo di preparazione e gestione medico/infermieristico di almeno 38Mln di ore lavoro ( 5 minuti a ricetta ), perdita di tempo dell'assistito di almeno 230 Mln di ore ( 1/2 ora ad assistito ) ecc. La riduzione del tempo per questo servizio può essere dedicato più proficuamente all'assistenza dell'AMMALATO
SANITA' Piano Ospedaliero Nazionale con una riduzione di sprechi di oltre 10 Mld - Va attuato un progetto Nazionale Sanitario di ospedalità Pubblica, eliminando gli speche e le incongruenze attuali che hanno consentito l'approntamento e disseminazione assolutamente spropositato, non programmato, di attrezzature altamente costoste , che comportano anche costi di gestione notevolissimi, in assenza di ottimizzazione di utilizzi e costi di ammortamenti oculati. L'attuale disseminazione incongruente ed assolutamente abominevole comporta spese maggiori del 40% se diversamente distribuite ed utilizzate in turni di 24 ore giornalieri.
SCUOLA & FORMAZIONE con il TEMPO PIENO - Far partire già da ottobre il tempo pieno in tutte le scuole secondarie con l'impiego di personale altamente professionalizzato proveniente dal mondo del lavoro, con oltre 30 anni di back-grounf, per trasferire know-reale agli studenti. Trasformazione degli istituti in Collgage per la gestione del tempo pieno e di tutti gli altri interventi riguardanti le attività complementari, fisiche, ludiche, formative, gestione mense interscolastiche con il volontariato studentesto ed esterno, centri servizi per il territorio ecc.
GESTIONE ENTI & APPALTI ONLINE con risparmio di oltr 20 Mld - Con l'utilizzo delle immense energie giovanili degli Istituti Secondari ed Universita'
ISTITUZIONE della BANCA del LAVORO CON RISPARMI DI OLTRE 50 Mld - da destinare agli Investimenti Produttivi e riduzione del Deficit Pubblico - La Banca del Lavoro deve servire per attività lavorative di Volontariato da contabilizzare in Crediti di Servizi e/o BTP Risparmio privilegiati per tutti coloro che danno il loro tempo libero ad attività lavorative al servizio della collettività
RACCOLTA DIFFERENZIATA OBBLIGATORIA NAZIONALE a costo ZERO - Da attuare da subito a livello nazionale conuina campagna televisiva sulla RAI , del tipo " Non è Mai Troppo Tardi per la Raccolta Differenziata " , con diffusione giornaliera al posto degli oroscopi, ed informazioni settimanali in prima serata . La raccolta deve avere l'obbiettivo del costo zero iniziale, per portare a risparmi significativi legati al riciclaggio e recupero energetico e materie prime.
ENERGIE ALTERNATIVE, RICERCA e LIBERALIZZAZIONE con risparmi a regime di oltre 50 Mld l'Anno - Avviare un programma a sostegno di investimenti legati alla produzione italiana di componentistica per le Energie Alternative, con ricadute sui costi dei prodotti e risparmi per la collettività.
Liberalizzazione dell'Uso delle Energie Alternative ai Condomini e/o Consorzi di Condomini o Privati.
Ridistribuzione degli incentivi privilegiando gli Enti e Strutture Pubbliche (100% degli incentivi), 75% aCondomini e consorzi di condominini, 50% ai singoli privati.
Utilizzo del sistema Eolico in tutti gli elettrodotti in alta e media tensione, inserendo all'interno dei singoli tralicci turbine verticali di potenzialità variabile. Visto l'estensione della rete eletrificata sarà possibile installare oltre 300.000 turbine, con una notevol eproduzione di energia eolica, a costi bassissimi, essendo intewressate strutture esistenti, salvo piccoli interventi di rinforzo, zenza alcun ulteriore effetto negativo di impatto ambientale per il territorio.
Lunghezza Linee AT in Km |
||||||||||
Linee |
Linee |
Tot. Linee |
Linee |
|||||||
380KV |
220KV |
380+220KV |
120-150KV |
|||||||
km |
10694 |
11349 |
22043 |
38686,5 |
||||||
ITALIA 10.694 11.350 22.044 301.338 73 |
km |
10694 |
11350 |
22044 |
38686,5 |
|||||
Totale linee 150 - 120 kV (RTN ed altre reti) : km 45.589 |
45589 |
|||||||||
POTENZIALITA' EOLICO su TRALICCI LINEE AT-MT |
Lunghezza Linee AT in Km |
|||||||||
Linee |
Linee |
Tot. Linee |
Linee |
TotalelINEA AT-MT |
||||||
380KV |
220KV |
380+220KV |
120-150KV |
|||||||
Campata media |
Km |
0,3 |
0,3 |
0,3 |
0,3 |
|||||
N° Tralicci |
35647 |
37833 |
73480 |
151963 |
225443 |
N° Tralicci |
||||
PotenzaProdotta xTraliccio |
MW |
0,5 |
0,3 |
0,1 |
||||||
Potenza Prodotta Complessiv. |
MW |
17823 |
11350 |
29173,33 |
15196,33 |
44369,67 |
MW |
|||
Potenza Prodotta Complessiv. |
MKW |
17,82 |
11,35 |
29,17 |
15,20 |
44,37 |
MKW |
Estendere la ricerca sull'eolico, per inserirli anche sulla palificazione in Bassa tensione, e sui condomini.
Azzeramento di incentivi per l'eolico in assenza di produzione energetica.
RISPARMIO ENERGETICO ed ottimizzazione RISORSE IDRICHE - Diffusione radicale del risparmio energetico con finanziamenti alla ricerca e studi dìepr la casa del futuro.
Ottimizzazione dell'utilizzo dei compressori relativi a Frigoriferi, Congelatori, Condizionatori.
Recupero del Calore domestico dei compressori sopra detti, unitamente agli scarichi di lavatrice, lavastoviglie, Bagni, Cottura Alimenti, ecc.
Riduzione della dispersione termica con piccoli interventi senza ricorrere al cappotto degli edifici ma solamente con l'Isolamento serramenti e termosifoni.
Ottimizzo dell'uso dell'acqua piovana nei sottotetti, utilizzo di turbinette per recupero energetico lungo i canali di scarico delle grondaie o troppo pieno delle raccolte sotto tetto, degli scarichi idrici puliti per il water, ecc.
Lotta senza Quartiere a Lavoro Nero, Eportazione Capitali, MAFIA, CORRUZIONE, CONCUSSIONE, DELINQUENZA, .. - Assunzione immediata per 5 anni di oltre 50000 dipendenti pubblici, con stipendi ( oltre o garantire eventuale foresteria economica) a partire da 600 euro il primo anno, 900 euro il 2°, 1200 il 3° 1400 il 4° e 1500 il 5°, per il supporto a Magistratura, Forze dell'Ordine, Guardia di Finanza, Agenzia Entrate, ecc. per accelerare al massimo i processi, le indagini, la messa in sicurezza del territorio, la vivibilità delle citta, la sicurezza dei cittadini. A valle dei risultati ci sarà una distribuzione di un premio di produzione pari al 10% dell'incremento di incassi, da distribuire fra tutto il personale esistente ed incrementato con le presenti assunzioni. Si potrà procedere alla conferma degli assunti ed eventualmente all'incremento del loro numero in base ai risultati ottenuti.
CODICE FISCALE per GIOCHI del LOTTO, TOTOCALCIO, LOTTERIE, MACCHINETTE presso BAR e SALE GIOCHI, GIOCHI ON LINE con incremento incassi di oltre 15 Mld l'anno - Obligo della dichiarazione del Codice fiscale in tutte le giocate e riduzione dell'appannaggio ai giestori al 10% delle giocate. Controlli online ed a tappeto di tutte le ricevitorie, pena decadenza immediata delle licenze..
PREMIO ALLA PRODUTTIVITA' della PUBBLICA AMMNISTRAZIONE - A tutti coloro, singoli o gruppi di dipendenti, persone dell'amministrazione od estrani cittadini, che propongono delle iniziative organizzative, procedurali, di controllo dei servizi che consentiranno un risparmio per il servizio, sarà corrisposto un premio pari al 30% per il primo anno, 20% per il secondo anno, ed infine del 10% per il terzo anno dei benefici al netto delle spese, investimenti, personale, costi di gestione e finanziari, netti conseguiti per ciascuna annualità.
VENDITA di BENI IMMOBILIARI PUBBLICI SCAGLIONATI ed a GIUSTO RICONOSCIMENTO ECONOMICO DA ACCREDITARE IN CONTO
DEBITO PUBBLICO NAZIONALE o INVESTIMENTI PRODUTTIVI per la COLLETTIVITA' NAZIONALE e LOCALE SECONDO LE RISPETTIVE SPETTANZE - L'eventale vendita di Beni della Pubblica Amministrazione, se di competanza deGLI Enti Territoriali, salvo il riconoscimento del 50% allo Stato Centrale, potrà essere messo in vendita previo approvazione della cittadinanza con referendum se richiesto da almeno il 10% della popolazione relativa, previo predisposizione di contratti quadro che consentano eventuali servizi a costi agevolati od altri benefici da contrattare con l'ipotetico vincitore di appalto.
PROGRAMMA QUADRO DI LEGISLATURA - A partire dalla prossima legislatura i partiti o coalizioni devono presentare la loro legge quadro di legislatura, che delineerà tutte le linee programmatiche impegnative, e che diventerà la 1a Legge approvata automaticamente nella 1a seduta della prossima legislatura.
Tutte le successive leggi dovranno attenersi alle linee programmatiche stabilite, salvo ricorso agli elettori con referendum specifici nel caso di impossibilità di adozione per improvvisi e contingenti motivi non prevedibili.
Per. Ind. Giacomo Dalessandro
http://www.cristo-re.eu http://www.engineering-online.eu http://www.consulenteambientale.eu
19 agosto 2011 dal Sito Internet de IL SOLE 24 ORE
http://www.ilsole24ore.comIl leader della Lega Umberto Bossi è molto pessimista sul futuro dell'Italia e rispolvera l'aspirazione leghista di una nazione del Nord. "Quel che sta avvenendo è una svolta storica, non è una cosina da niente - ha detto Bossi in un comizio a Schio, riferendosi alla crisi economica - la gente capisce sempre di più che l'Italia va a finire male e quindi prepararsi al dopo. E per noi il dopo è la Padania - ha precisato Bossi - i popoli del Nord che uniti sarebbero lo stato più forte d'Europa". Quando verrà il momento - ha proseguito Bossi - "non possiamo farci trovare impreparati. Dobbiamo essere pronti con la nostra Padania. Per fortuna siamo partiti tanti anni fa e il profondo del cuore della gente del Nord sente che il progetto padano è passato e che l'idea che si possa vincere insieme è partita". (TMNews ore 22,09)
Lo stop di Calderoli: nessuna apertura sulle pensioni
È il ministro Roberto Calderoli a ribadire la posizione del Carroccio stoppando le indiscrezioni circa una possibile apertura di Bossi a possibili interventi. "Non c'è alcuna apertura, le pensioni stanno bene come stanno". In barba a quanti, come il sottosegretario Guido Crosetto, leader dei "frondisti" anti-manovra, avevano lasciato aperto uno spiraglio. "È ancora possiible spiegargli che è meglio intervenire su quello che su altro - aveva detto Crosetto stamane in una intervista a La Stampa -. Bossi è una persona con cui è sempre possibile discutere".
Tosi: colpire i patrimoni, non toccare le pensioni
Flavio Tosi, sindaco di Verona, guarda con favore a una modifica della manovra che lasci stare le pensioni, che vada a colpire i grandi patrimoni e che punti l'attenzione su una nuova tassazione dei soldi rientrati dall'estero grazie allo scudo fiscale. "La scelta di fondo - dice Tosi - è tra le rendite e i redditi. È chiaro che non bisogna deprimere l'economia e quindi l'unico modo è toccare le rendite e non i redditi e le pensioni sono un reddito che fa vivere le famiglie". Aumentare l'Iva o penalizzare gli enti locali, secondo Tosi, sarebbe controproducente, mentre "se si colpiscono i grandi patrimoni si colpisce qualcosa che non genera ricchezza per il Paese". Riguardo ai capitali all'estero non dichiarati, per Tosi, è preferibile "colpire quelli già rientrati; almeno si sa l'ammontare e poi quello che hanno pagato è stato ridicolo". Certo potrebbero essere sollevate questioni legali, ma il sindaco di Verona pensa che "gli organi giudicanti della magistratura non potrebbero dare ragione agli evasori".
Il mio commento sull'argomento di Oggi, inviato al Corriere online è :
Siamo in piena crisi economica mondiale, in prosecuzione di quella iniziata oltre 3 anni orsono, da sempre negata da questo Governo Berlusconi e dalla sua massima espressione del Ministro dell'economica Tremonti, ed il Senatore Bossi ( il più fermo sostenitore di Berlusconi ) dichiara di tenersi pronti al Trapasso al Governo perché " per noi il dopo è la Padania, i popoli del Nord che uniti sarebbero lo stato più forte d'Europa" .
Ma Bossi dove ha vissuto in questi anni, se fino a ieri ha disconosciuto la crisi, ed oggi invece addebita tutto alla crisi ?
Non era forse suo il Ministro dell'Economia e delle Finanze, non è stata la politica finanziaria di questo Ministro e di conseguenza del governo a portare all'incremento del debito pubblico :
- del 3,81% nel 2010 rispetto al 2009 con + 67 Mld
- del 4,28% nel 2011 rispetto al 2010 con + 78 Mld , e del 8,25% complessivo rispetto al 2009 con + 145 Mld
Debito Amministrazioni Pubbliche giugno 2011 |
||||||||
2009 Giugno |
2010 Mese di Giugno |
2011 Mese di Giugno |
||||||
Debito |
Debito |
Aumento su 2009 |
Debito |
Aumento su 2010 |
Aumento su 2009 |
|||
Mld |
Mld |
Mld |
% |
Mld |
Mld |
% |
Mld |
% |
1757 |
1824 |
67 |
3,81 |
1902 |
78 |
4,28 |
145 |
8,25 |
Invece di attuare una politica di risparmi ed investimenti produttivi ha adottato una politica recessiva come quella che si sta ancora proponendo per rientrare dal debito sopra detto .
E poi molta parte del mercato delle aziende del Nord sono il centro ed il sud d'Italia.
La falsa illusione della Padania sarebbe un immenso disastro.
Eppoi oggi più che mai i fatti dimostrano che il federalismo di Bossi sarebbe un colpo mortale per la Padania che non resisterebbe neppure un giorno difronte alla crisi, ma si sfalderebbe miseramente. Il tracollo dei BTP ne sono testimonianza, perché senza l'appoggio dell'Europa vivremmo momenti più difficili, e se non ci sbrighiamo a cambiar governo ( ed in questo le forze economiche è bene facciano sentire massicciamente la loro posizione ) l'Europa non potrà aiutarci ancora per molto.
Uniti si esce dalla Crisi e si Vince con una politica di Sviluppo e sacrifici del Popolo, ma con un Governo diverso che il Popolo saprà indicare nelle prossime elezioni.
Le pensioni di vecchiaia non si toccano, va bene il limite di 65 anni. Per le donne invece parità anche subito.
Per. Ind. Giacomo Dalessandro
19 agosto 2011 Dall'unità online http://www.unita.it
Dimezzare i parlamentari: Veltroni rilancia, tutti d'accordo
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Dimezzare i parlamentari. Ottiene consensi la proposta avanzata da Walter Veltroni in una una lettera ai capigruppo del Pd Dario Franceschini alla Camera e Anna Finocchiaro al Senato riprendendo quanto ha proposto di recente da Bersani (LEGGI QUI) e un dibattito ampiamente in corso. Franceschini e Vannino Chiti, dei Democratici, dicono pubblicamente di condividere. La Loggia del Pdl anche, pur polemizzando: l'avevamo proposto noi – sostiene – e la sinistra non volle.
Bersani: Dimezziamo i parlamentari
Il mio commento sull'argomento di Oggi, inviato al Corriere online è :
Sul dimezzamento del numero dei parlamentari bisogna fare una attenta analisi, perchè i parlamentari vanno ridotti in maniera consistente, tenendo però presente che bisogna ottimizzare le funzioni del Parlamento, consentendo una partecipazione incrociata di un gruppo di Parlamentari ai lavori delle rispettive regioni per consentire una osmosi ed un percorso omogeneo legislativo che tenga effettivamente conto delle esigenze dei cittadini e delle riforme necessarie e funzionali al sistema.
Una cosa che va comunque adottata subito ed è quella che i voti non espressi da astensionisti non debbano essere fagocitati dagli altri voti validamente espressi:
- Ovvero non devono essere ridistribuiti agli altri partiti il numero di seggi spettanti a coloro che non hanno espresso il voto, perchè così facendo si ascolta il loro dissenso, e viceversa la mancanza di esponenti non eletti dagli astenuti evidenzierà nel proseguio del tempo la mancanza dei relativi rapprensentanti politici non espressi.
Per. Ind. Giacomo Dalessandro
12 agosto 2011 DA AVVENIRE CONTI IN ROSSO
Bankitalia: debito sopra i 1900 miliardi
Il debito pubblico italiano a giugno sale, tocca un nuovo record e sfonda per la prima volta i 1.900 miliardi di euro, attestandosi a quota 1.901,919 mld. È quanto riporta il supplemento al Bollettino statistico della Banca d'Italia dedicato alla finanza pubblica. Da ricordare che il dato riguarda lo stock di debito e non il suo rapporto con il prodotto interno lordo (è quest'ultimo invece il dato utile ai fini del patto di stabilità europeo).
Nota positiva per quanto riguarda le entrate tributarie, che nei primi sei mesi del 2011 si sono attestate a quota 176,479 miliardi di euro, in crescita dell'1,3% rispetto al corrispondente periodo dell'anno precedente.
Il mio commento sull'argomento di Oggi, inviato al Corriere online è :
Qui di seguito riporto una tabella nella quale ho evidenziato gli incrementi del debito rispetto ai medesimi mesi del 2010 e del 2009 :
Debito Amministrazioni Pubbliche giugno 2011 |
||||||||
2009 Giugno |
2010 Mese di Giugno |
2011 Mese di Giugno |
||||||
Debito |
Debito |
Aumento su 2009 |
Debito |
Aumento su 2010 |
Aumento su 2009 |
|||
Mld |
Mld |
Mld |
% |
Mld |
Mld |
% |
Mld |
% |
1757 |
1824 |
67 |
3,81 |
1902 |
78 |
4,28 |
145 |
8,25 |
Risulta che l'incremento del debito è stato in crescendo del 3,81% nel 2010 rispetto al 2009 con + 67 Mld
Risulta che l'incremento del debito è stato in crescendo del 4,28% nel 2011 rispetto al 2010 con + 78 Mld , e del 8,25% complessivo rispetto al 2009 con + 145 Mld
E' ASSOLUTAMENTE DA BOCCIARE SIA CHI HA GESTITO IL BILANCIO SIA L'INTERO GOVERNO.
Fra l'altro se si fosse spesa la relativa somma di 145 Mld in investimenti produttivi oculati saremmo venuti fuori dalla crisi in maniera brillante
Per. Ind. Giacomo Dalessandro
2011-08-09 Corriere della Sera I MERCATI | L'ITALIA Governo, interventi sulle pensioni Il nodo dei tagli alle Regioni
Tremonti e Calderoli al lavoro sui conti per trovare i 20 miliardi
ROMA — L’anticipo del pareggio di bilancio dal 2014 al 2013 si rivela un’impresa difficile. Non solo bisognerà trovare soldi "veri" più rapidamente del previsto, ma anche dal punto di vista della tecnica legislativa l’operazione è complicata. Non si tratta di infatti di anticipare al 2013 gli interventi del 2014, ma di spostare indietro di un anno quasi tutte le norme previste dal decreto dello scorso luglio per l’intero triennio 2011-2014. E di incastrarle con quelle stabilite dal decreto 78 del 2010, che impattavano sia sul 2011 che sul 2012. Ragion per cui, al momento, non sono previste né riunioni del Consiglio dei ministri né, tantomeno, provvedimenti da approvare. Anche se nel frattempo, con la triangolazione d’emergenza in corso tra governo e parti sociali, sta prendendo corpo per l’autunno un pacchetto di norme molto forti, che riguarderanno anche la previdenza e, forse, il Fisco.
Il mio commento sull'argomento di Oggi, inviato al Corriere online è :
Pensionato Virtuale ex Lavoratore reale, Pensionato Reale ..
dalessa
martedì 09 agosto 2011, 19:42
Pensionato Virtuale ex Lavoratore reale, Pensionato Reale ex Lavoratore Virtuale ( p.e. Parlamentari di ogni ordine e grado e loro tripli e quadrupli incarichi , oltre che pensionati anche per un solo biennio di legislatura, vedi espresso di ieri..), questa è la realtà del Sistema che questo governo sta premiando.
Già è stato innalzato a 66 anni il limite per i lavoratori dipendenti con l'artificio della finestra spostata di 1 anno per i dipendenti iscritti all'INPS, ed addirittura a 18 mesi per Artigiani e Commercianti.
Invece il sistema pensionistico privato non viene neppure lontanamente toccato.
Pari dignità, pari obblighi, così ora va tassato allo stresso modo il sistema pensionistico privato, come quello dell'INPS, e le pensioni sociali e di invalidità vanno caricate anche sul sistema privato e non solo sull'INPS. Questo va fatto, oltre ad adottare per parlamentari e simili lo stesso trattamento dell'INPS, senza le Pensioni Baby da mezza, una due legislature, ma tutti devono rientrare nei propri bilanci con i propri soldi e non quelli dello stato.
Questo governo manca di credibilità, ed i mercati lo stanno dimostrando, anche se c'è un piccolo recupero dei titoli di stato, che guarda caso sono comunque con uno spread superiore di quasi 3 punti rispetto a quelli tedeschi nonostante l'appoggio della BCE e governi europei, e comunque superiori anche a quelli della Spagna, che ha recuperato credibilità politica con il ritorno alle urne. http://www.cristo-re.eu
Per. Ind. Giacomo Dalessandro
DALL'ESPRESSO del 2011-08-08
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/un-privilegio-da-200-milioni/2157780/#commentatuttiUn privilegio da 200 milioni di Primo Di Nicola
La Casta taglia le pensioni degli italiani, ma non tocca le proprie. Per i parlamentari il diritto al vitalizio scatta dopo soli cinque anni di mandato. Con contributi molto bassi.
E con compensi incassati anche prima dei 50 anni. Così 2.307 tra ex deputati ed ex senatori si mettono in tasca ogni mese fino a settemila euro netti
(04 agosto 2011)
Ecco i 1464 ex deputati egli 843 ex senatori che intascano il vitalizio. Il database completo con tutti i parlamentari pensionati, gli importi netti mensili e gli anni di contributi
(03 agosto 2011)
Giovanotti con un grande avvenire dietro le spalle che si godono la vita dopo gli anni di militanza parlamentare. Come Alfonso Pecoraro Scanio, ex leader dei Verdi ed ex ministro dell'Agricoltura e dell'Ambiente. Presente alla Camera dal 1992, nel 2008 non è riuscito a farsi rieleggere e con cinque legislature nel carniere è stato costretto alla pensione anticipata. Ma nessun rimpianto. Da allora, cioè da quando aveva appena 49 anni, Pecoraro Scanio riscuote il vitalizio assicuratogli dalla Camera: ben 5.802 euro netti al mese che gli consentono di girare il mondo in attesa dell'occasione giusta per tornare a fare politica. Oliviero Diliberto è un altro grande ex uscito di scena nel 2008 causa tonfo elettorale della sinistra. Segretario dei Comunisti italiani ed ex ministro della Giustizia, con quattro legislature alle spalle e ad appena 55 anni, anche lui si consola riscuotendo una ricca pensione di 5.305 euro netti. Euro in più, euro in meno, la stessa cifra che spetta a un altro pensionato-baby della sinistra, addirittura più giovane di Diliberto: Pietro Folena... Continua a leggere: Un privilegio da duecento milioni di Primo Di Nicola
Il mio commento sull'argomento di Oggi, inviato a l'ESPRESSO online è :
lavoratori reali pensionati virtuali, e lavoratori virtuali pensionati d'oro
Io con 33 anni di contributi INPS come dipendente, al Top Professionale dell'Ingegneria, sono dal 19 giugno Pensionato Virtuale perchè la Pensione la prenderò fra 1 anno a luglio 2012, nel frattempo sono disoccupato.
Mentre con altri 15 anni di contributi versati da Libero Professionista, con pensione del sistema privato EPPI dei Periti Industriali, prenderò la pensione di 146 euro al mese lordi, 122 euro netti ( da ridurre ulteriormente con il futuro conguaglio con la Pensione INPS) da agosto di quest'anno.
IL SISTEMA PENSIONISTICO PRIVATO NON PARTECIPA AI SACRIFICI DELLA CRISI.
NE' PARTECIPA AL COSTO DELLE PENSIONI SOCIALI.
Tutto e sempre sulle spalle dei lavoratori.
Questo governo deve assolutamente andare a casa, poi la riforma la faremo noi, perchè tutti paghino equamente, anche con il recupero delle agevolazioni che lor signori hanno avuto truffaldinamente in passato, anche i parlamentari.
Per. Ind. Giacomo Dalessandro
http://www.cristo-re.eu
http://www.engineering-online.eu
25 Luglio 2011
Dal Sito Internet del CORRIERE della SERA http://www.corriere.it
Tedesco: addio al Pd, non al Senato "M'hanno trattato peggio di una colf"
"Non vedono l'ora che me ne vada, li accontenterò scrivendo una lettera di dimissioni a Bersani"
SCRIVI UN COMMENTO A QUESTO ARTICOLO
Il mio commento:
RISPETTO PER LA MAGISTRATURA e UGUAGLIANZA DIRITTI
dalessa
lunedì 25 luglio 2011, 15:42
Il Sen. Tedesco non deve pensare che chiedere il rispetto della Costituzione relativamente alla Uguaglianza di tutti i Cittadini davanti alla Legge è un condannare una persona prima ancora di essere giudicati.
Alla luce di questo, visto che egli non è imputato per Azioni o Comportamenti compiuti nel rispetto del Mandato Parlamentare, ma per eventuali comportamenti al di fuori della legalità, sanzionabili per qualsiasi cittadino normale, deve, se ritiene di voler far parte di una rappresentanza politica che si rifà alla egualianza dei Cittadini, sottrarsi all'immunità ed accettare di collaborare con la Magistratura.
Altrimenti per me e bene che non faccia più parte dei Partiti che dichiarano di rispettare l'Autonomia della Magistratura e la Legalità Democratica che ne deriva.
Per. Ind. Giacomo Dalessandro
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25 Luglio 2011
Dal Sito Internet del CORRIERE della SERA http://www.corriere.it
ILLEGALITA' DIFFUSA nella GESTIONE, PREVENZIONE, SICUREZZA
25.07|12:45
Il mio commento:
dalessa (pseudonimo sul corriere)
Siamo nel terzo Millennio eppure siamo capaci di restare indietro bendandoci gli occhi.
Nell'era del computer è assurdo pensare alla mancanza di prevenzione nella gestione di servizi importantissimi da cui discende addirittura il coordinamento di mezza Italia:
- Rilevanzione incendi, sistemi di sicurezza impiantistica, prevenzione incendi, estinzione automatica, stazione pompaggio, sistemi di antintrusione, sono la normalità per Impianti Tecnologicamente Evoluti e di Primaria Importanza.
A casa tutti coloro che non sono capaci di farlo!
Parlo non da ignorante ma da esperto con 42 anni di Back-Guond professionale con le maggiori società di ingegneria Italiane del Mondo.
Eppure nella illogicità oggi sono pensionato virtuale ( la pensione fra un anno) perchè chi governa non è neanche capace di utilizzare risorse a basso costo ( fino a ieri in mobilità) per trasferire Know-How ai giovani, p.e. negli ITIS con il tempo pieno, perchè il Paese non si depauperi.
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Martina F. 2011-07-20
NOI & VOI
DI GUGLIELMO PEPE ( dal sito di Repubblica)
Non buttiamo il "bambino" San Raffaele
Di fronte ad un suicidio, forse bisognerebbe avere un certo rispetto. Senza rinunciare ovviamente al giudizio sull’operato della persona che sceglie di compiere questo atto estremo. Invece leggo parole cariche di odio contro don Verzè e company, che lasciano poco spazio al ragionamento.
Nel mio ultimo blog dedicato al testamento biologico ho ricevuto diversi post violentissimi contro il Vaticano, la chiesa, i preti, colpevoli – stando agli scriventi – delle peggiori nefandezze. Ho sempre pensato che nel nostro Paese ci sia un profondo anticlericalismo, in parte alimentato dalla Chiesa stessa (responsabile storicamente e nel presente di molte cose: ma non si può dire che il Vaticano "è un covo di pedofili"), in parte stimolato da un "estremismo ateo". Ma essere radicali, atei, non credenti, non significa dover seminare per forza odio. Non sono un credente, però rispetto chi ha fede in dio, nella madonna, nei santi, così come rispetto i preti che dicono messa, pregano, confessano e sono uomini che però dimostrano di avere fede e fiducia anche negli esseri umani (non c’è bisogno di fare i nomi di don Gallo, don Ciotti o sì?). Mi sembra, al contrario, che si tenda a generalizzare, a "demonizzare" (va bene, termine improprio in questo caso, però efficace), il Vaticano e tutti quelli che ne fanno parte.
La vicenda di don Verzé è emblematica da questo punto di vista. Che lui sia stato un prete più attento agli affari che alle preghiere è fuori discussione, che abbia avuto manie di grandezza è altrettanto vero, che abbia detto grandi sciocchezze è indiscutibile (tipo "Berlusconi mandato dalla divina provvidenza"). Così come è dura realtà il "buco" spaventoso, da lui generato, di quasi mille milioni di euro (come è stato possibile? la Procura ci dirà qualcosa? il suicidio del braccio destro di don Verzè è la conseguenza di imperdonabili errori amministrativi?).
Però il San Raffaele (3mila e settecento dipendenti e 57mila ricoveri annui) è universalmente riconosciuto come un polo sanitario di alta qualità, di prestigio. Di eccellenza, si usa dire. E un centro di ricerca di valore mondiale, che produce studi di peso internazionale realizzati da ricercatori di valore. Certo, si potrebbe obiettare, spendendo e spandendo milioni di euro a destra e manca tutti sono bravi, capaci. Non è così: abbiamo (purtroppo) numerosi esempi, soprattutto nel Centro-Sud, di spese sanitarie enormi che non hanno creato ricchezza aggiunta dalla ricerca, offrendo peraltro una qualità medico-assistenziale medio/bassa. E in queste stesse zone adesso viene applicato il nefando ticket di 10 euro che servirà a coprire (in piccola parte) i buchi di bilancio passati.
Perciò per usare una frase fatta, non buttiamo il bambino San Raffaele con l’"acqua sporca". Perché salvare questo polo sanitario e di ricerca va a salvaguardia della salute dei cittadini (non solo lombardi). Pertanto forse è meglio chiedersi, come fa la senatrice Fiorenza Bassoli, capogruppo Pd in commissione Sanità, "quale sarà il destino del San Raffaele di Milano dopo la tempesta che ha investito i più alti vertici della struttura ospedaliera più grande della Lombardia?". E vediamo se il ministro Fazio andrà in Parlamento "per chiarire gli oscuri contorni della vicenda".
http://pepe.blogautore.repubblica.it/2011/07/19/non-buttiamo-il-bambino-san-raffaele/?ref=HREC2-4#respond
Il mio pensiero:
Mi dispiace, ma non riesco a dare nessuna giustificazione a quello che è un bilancio spaventosamente disonesto, quello che chiude in debito di 900 Mln di euro per un polo che dovrebbe essere di eccellenza.
A questo punto mi vengono serissimi dubbi sul modo di certificare la bontà od eccellenza di questo istituto.
Per non parlare poi degli investimenti assurdi che non hanno assolutamente nulla in comune con una sanità pubblica che dovrebbe essere sponsorizzata al 100 per mille da una cultura cattolica.
Viceversa mi sembra il massimo della negatività capitalistica del profitto e non della dedizione al Figlio dell'Uomo.
Senza mezzi termini il S. Raffaele deve fallire per ripartire come struttura Pubblica super controllata.
Inoltre va assolutamente fermato l'assurdo progetto del S. Raffaele a Taranto, 250 Mln pubblici per una struttura assolutamente non necessaria, costosa, doppione di 2 strutture esistenti:
- Il S.MA ANNUNZIATA, OSPEDALE CENTRALISSIMO FUNZIONALE ALLA CITTA' ED AI CITTADINI, CHE POTREBBE DIVENTARE ECCELLENZA CON UN INVESTIMENTO DI 50 Mln di euro
- L'Ospedale Nord, decentrato, funzionante al 50% da oltre 30 anni, che con un investimento di 50 Mln di euro diventerebbe altrettanto eccellenza.
Inutile quindi sperperare gli ulteriori 150 Mnl senza alcun ritorno, addirittura con lo smantellamento, dequalificazione e costi sociali relativi al depauperamento delle 2 strutture esistenti, e del personale esistente che potrebbe essere qualificato al top con formazione professionale, magari supportato dal Miulli di Acquaviva, che ha tutto l'aspetto di Eccellenza Ospedaliera che nulla ha da invidiare Al S. RAFFAELE.
Ultima considerazione, è ora che tutte le Fondazioni od ONLUS che ricevono fondi pubblici o lavorano con Enti Pubblici, Sanità, ECC. DEVONO AVERE BILANCI CERTIFICATI, TRASPARENTI ONLINE con tutte le indicazioni di spesa.
Per. Ind. Giacomo Dalessandro
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Martina F. 16 Luglio 2011
La lettera al CORRIERE DELLA SERA
Lodo Mondadori e tutela di chi paga
Ma a me Mannino non ridà i soldi
Caro direttore,
"e se poi De Benedetti perdesse in Cassazione e non desse i soldi indietro al Cavaliere?". Per giorni, prima che Mediaset facesse sapere che avrebbe pagato, i parlamentari berlusconiani hanno posto questo pensoso interrogativo. E c'è stato chi ha teorizzato la necessità di una leggina, già tentata nella manovra, per evitare che un cittadino condannato debba versare un centesimo prima della conferma in Cassazione. A me è successa una cosa curiosa: un parlamentare al quale avevo disciplinatamente dato 15.752 euro dopo aver perso una causa civile in primo grado, da oltre due anni non mi restituisce quei soldi, come gli imporrebbe la legge, dopo avere perso lui l'Appello, che ha riconosciuto che avevo ragione io. Coerenze...
Io, dopo la prima (e a mio avviso ingiusta) sentenza, pagai senza fiatare. Lo diceva la legge: fine. Il signor Mannino, che come parlamentare della Repubblica le leggi è chiamato a farle, pensa di esserne esentato?
Gian Antonio Stella
16 luglio 2011 09:49
Il mio pensiero:
BERLUSCONI HA GODUTO PER 20 ANNI, ORA TOCCA A DE BENEDETTI 16.07|11:17
Gent.mo, premetto che apprezzo moltissimo la sua personalità di giornalista scrittore. Sul rispetto della sentenza Mondadori è giustissimo che Berlusconi che ha goduto dei vantaggi per 20 anni, ora per l'eventuale rimborso da successiva sentenza aspetti anch'egli altri 20 anni. Questo a maggior ragione che essendo stato potente avrebbe potuto porre mano alla riforma della giustizia, alla vera riforma che è quella della celebrazione dei processi in tempi brevi (aumento uomini e mezzi, oltra alla informatizzazione ed al rinvio delle udienze per massimo 2 volte), e non la prescrizione. Nel suo caso penso che, nel momento in cui c'è un giudizo a favore di un Parlamentare, il medesimo dovrebbe rilasciare liberatoria nella eventualità di successivo giudizio a lui sfavorevole, quindi senza alcuna richiesta di realtiva autorizzazione. Un carissimo saluto.
Per. Ind. Giacomo Dalessandro
http://www.cristo-re.eu
SPECULAZIONE INTERNAZIONE E MANOVRA FINANZIARIA 2011-07-04
La manovra voce per voce
DISPOSIZIONI URGENTI TAGLI : COSTI della POLITICA BOZZA RIFORMA FISCALEENTITA' - La manovra ha un valore globale di 47 miliardi di euro, così suddivisi: 1,5 miliadi nel 2011, 5,5 nel 2012, 20 miliardi Taglio ai costi della politica, nel 2013 e nel 2014.
via libera alla delega fiscale
superbollo solo sulle auto di lusso oltre i 225 kw
Taglio ai costi della politica, via libera alla delega fiscale, intervento sul regime fiscale delle imprese, stretta sugli impiegati pubblici, election day per ridurre le "spese della democrazia". Sono alcuni dei punti che compongono la manovra da 47 miliardi di euro approvata dal Consiglio dei ministri di giovedì. Ecco una panoramica dei contenuti del provvedimento, quali si ricavano dalle dichiarazioni del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e del ministro dell'Economia Giulio Tremonti, più alcune indiscrezioni attendibili.
Il mio commento:
Martina F. 13 Luglio 2011
Ill.mo Sig. Pres. della Repubblica G. Napolitano
Invio anche a Lei, soprattutto a Lei, questa proposta, che ho inviato ad oltre 100 parlamentari e rappresentanti delle Istituzioni, da aggiungere secondo il mio modesto parere, alle altre iniziative contro la Crisi, da adottare la Finanziaria in itinere.
Questo per arginare il fenomeno delinquenziale e mafioso legato al gioco ed alle scommesse.
La ringrazio per la c.a., e le rinnovo la mia massima fiducia nella Sua Persona e per il Ruolo altamente Democratico che sta compiendo.
Per. Ind. Giacomo Dalessandro
Tel. 0804301758
http://www.cristo-re.eu http://www.engineering-online.eu http://www.consulenteambientale.eu"CODICE FISCALE per GIOCARE ed incassare LOTTERIE, SCOMMESSE, MACCHINETTE"
Immediatamente in finanziaria inserire l'obbligo di Dichiarare il CODICE FISCALE sia nelle Giocate delle LOTTERIE, SCOMMESSE, MACCHINETTE e sia per poter riscuotere tutte le vincite che vanno effettuate con assegni non trasferibili con indicazione del Codice Fiscale su tutti gli Assegni
Su tutti gli assegni Bancari e Simili deve essere apposto il Codice Fiscale di chi emette l'assegno e di chi incassa.
Inibizione e ritiro immediato della licenza a tutti gli esercizi che non rispettano tali obblighi o che non collegano in rete tutte le macchinette per il gioco.
Tali norme vanno applicate anche sui giochi in internet.
Per. Ind. Giacomo Dalessandro
Martina F. 12 Luglio 2011
Appello a tutti gli ITALIANI
Al Presidente della REPUBBLICA
Al PARLAMENTO
Alle ISTITUZIONI
Alle Forze Sociali ed Economiche
L'Italia sta vivendo una Fiction, campo nel quale è grandemente capace il suo presidente del consiglio, con un governo incapace, inetto, che ha solamente perseguito gli interessi di parte, e non del Paese.
Neppure in questa parte della Crisi, ignorata per oltre due anni, c'è la consapevolezza della gravità delle prospettive che i mercati, che seguono il vento della speculazione, ci paventano principalmente per la mancanza di fiducia della Borsa in questo Governo del Paese, tant'è che i Titoli di Stato Italiani accusano un incremento di tassi di oltre il 3% rispetto a quelli guida del Governo Tedesco, e sarà ancora peggio in breve tempo se non si pone rimedio.
Ed oggi, in assenza di idee e iniziative politiche che stimolino la Ripresa Economica, assistiamo ancora alla difesa del potere da parte di una maggioranza numerica, non Politica, nè reale nel Paese e nè nelle componenti sociali, maggioranza che si muove
destabilizzando le Istituzioni,
farneticando nella falsa panacea della ricerca di un federalismo disgregante ( che sta dando già i suoi frutti di incremento di tasse locali ),
senza alcuna politica di sviluppo,
con una finanziaria di sacrifici per chi li ha sempre fatti,
ignorando la richiesta pressante di legalità,
che solo il rispetto delle leggi può far ritornare nel Paese.
Si è iniziato oltre un anno fa innalzando nei fatti l'età pensionabile a 66 anni a danno dei lavoratori che da soli pagheranno in 5 anni ( 1 milione di pensionati all'anno ) oltre 75 Mld senza alcun ritorno in una politica di investimenti.
Si è tentato ancora ieri di affossare ancora di più le pensioni riducendo il recupero al 45% dell'inflazione addirittura alle pensioni lorde di 1500 Euro,
dichiarandole nei fatti pensioni dei ricchi ( di coloro come me che hanno lavorato per 42 anni al top professionale per vedersi riconoscere una miseria ),
nei fatti cercando di ammazzare il paese che lavora onestamente,
a favore di ladri e malfattori, di coloro che cumulano incarichi lautamente retribuiti,
oltre a rivendicare la privacy nei loro loschi traffici di corruzione devastante,
per evitare di essere perseguiti dalla Giustizia,
favorendo prescrizioni illogiche di reati del malaffare,
contro l'interesse del Paese sano, quello che Vive del Lavoro e che vuole Vivere Onestamente.
Quelli che ci governano, e la maggioranza numerica che li sostiene,
non sentono neppure lontanamente alcuno stimolo morale di dismettere,
per dare ai mercati una immagine di un Paese diverso,
che vuole cambiare politica per fare il Bene dell'ITALIA.
IL PAESE REALE, CHE LAVORA, CHIEDERA' CONTO E GIUSTIZIA A TUTTI COSTORO, PER TUTTE QUESTE IMMENSE INIQUITA' .
Prima o poi si arriverà al dunque delle Prossime Elezioni,
allora tutti costoro scompariranno dallo scenario politico e compariranno nelle aule dei Tribunali in giusti processi,
e la Giustizia non subirà l'onta della prescrizione,
sia che essi abbiano operato direttamente complici,
sia che siano stati operatori iniqui di corruzione e malaffare,
sia che lo siano stati indirettamente fuorviando la verità negando una stampa ed informazione corretta radio televisiva,
sia dequalificando l'eccellenza Radio Televisiva di una volta per perversi obbiettivi.
RAVVEDETEVI in TEMPO !
Prima lo farete, meno dura sarà la Vs. Colpa, e più lieve la relativa Pena.
Il Paese ha bisogno di un nuovo Governo per andare subito alle elezioni,
un Governo guidato da Draghi,
prima che passi alla Banca Europea.
Questo Governo dovrà concertare con le Forze Economiche e Sociali Sane del Paese una linea immediata
che dia un tangibile segno di volontà politica di risanamento reale.
Vanno eliminati immediatamente tutti gli spechi, la corruzione, le tangenti, il lavoro nero.
Tutto quello che si prevede di risparmiare od incassare dalle evasioni va indirizzato verso un coraggioso piano di sviluppo.
Va riscoperto il sano valore dei Servitori Onesti dello Stato,
riscoperto lo Stato per il quali grandissimi Servitori ( p.e. Ambrosoli ) sono morti colpiti a tradimento dalla Mafia, Corruzione, Delinquenza.
La stragrande maggioranza è onesta e vuole che lo si dica contro i denigratori che operano in combutta con il malaffare.
Va impostato un piano energetico,
basato sul risparmio energetico,
l'azzeramento degli sprechi, una politica di sviluppo ed incentivi per aziende italiane che investano in ricerca e produzione con know-how italiano nel futuro dell'energia,
nelle Energie Alternative.
Va istituita una Banca del Lavoro che consenta notevoli risparmi nel settore della Sanità, Istruzione, Assistenza, controllo della Gestione degli Appalti e di tutte le Società ed Enti Pubblici.
Alla Banca del lavoro devono partecipare tutti i lavoratori volontari,
ai quali saranno dati crediti equivalenti in tempi di assistenza,
da richiedere gratuitamente al bisogno per se o propri familiari e conoscenti,
oppure crediti in BOT esigibili in un futuro più o meno anticipato nel tempo,
per consentire un rapido riequilibrio del Deficit Debito-Pil.
Parimenti con questi BOT, sottoscrivibili eventualmente con lavoro gratuito o remunerato al 50-90%
si andrà a ricoprire quella deficienza di domanda che di fatto comporta l'innalzamento dei tassi di interesse,
oppure programmandoli per piani di investimenti economici, strategici per lo sviluppo del Paese,
che comportino una riduzione dei costi di produzione,
senza necessariamente comportare sacrifici ingiusti per il mondo del lavoro.
Va immediatamente data una svolta alla preparazione dei Giovani attivando subito il tempo pieno nelle scuole superiori,
attingendo a forze del lavoro altamente professionalizzate, per trasferire know-how a costi ridotti, provenendo i formatori dalla Mobilità, Cassa Integrazione, Aziende altamente qualificate.
Va velocizzato il trasferimento del denaro, specialmente nel pagamento di lavoro operaio e di fatture ed appalti,
30-60 gg massimo da emissione fatture non contestate,
e se contestate immediatamente soggette in 30 gg a benestare con titolo esecutivo della giustizia, previo perizie in tempo reale.
Assunzione immediata di almeno un milione di giovani con contratti a termine in tutti i settori, a partire dalla giustizia,
strategici e/o trainanti dell'economia,
a costi ridotti ( esentasse ma con riconoscimenti previdenziali ) al 50% nel primo anno,
al 65% nel secondo anno,
al 85 % nel terzo anno.
Alla fine potranno essere conservati nei posti chiave con assunzione a tempo indeterminato dove necessitano,
o comunque avere una corsia privilegiata prioritaria per l'assunzione a tempo indeterminato nelle aziende pubbliche, private,
o avere diritti ad incentivi per l'esercizio della Libera Professione.
Vanno lanciate due Campagne Nazionali:
" Non è mai Troppo Tardi per la Raccolta Differenziata" per Differenziare i Rifiuti a Costo Zero, con ritorni economici per i Cittadini contro le Mafie.
" Non è mai troppo tardi per il PC " per consentire l'alfabetizzazzione all'uso dei Computer a tutta la popolazione anziana, per migliorare la vita nelle conoscenze, nei rapporti e nelle decisioni partecipate dei cittadini.
C'è tantissimo da fare, dire ed operare, prepariamoci da subito.
Riappropriamoci della Ns. ITALIA,
del Potere per Decidere Noi,
per Costruire Insieme il NS. FUTURO !
Per. Ind. Giacomo Dalessandro
Pensionato Virtuale oggi a 65 anni, per 1 anno fino a 66, pensionato INPS con 33 anni contributi, e per 18 mesi Pensionato Virtuale Libero Professionista, con 15 anni di contributi. Ingiustizia è fatta ! Moody's avverte : possibile il taglio del rating su
Il mio commento:
sabato 18 giugno 2011 15.17
c.a. Parlamentari
c.a Istituzioni
c.a. Stampa e TV
c.a. Pensionati, Studenti, Lavoratori, Libero Professionisti, Cittadini,
c.a. Imprenditori
Oggetto: Pensionato Virtuale oggi a 65 anni, per 1 anno fino a 66, pensionato INPS con 33 anni contributi, e per 18 mesi Pensionato Virtuale Libero Professionista, con 15 anni di contributi. Ingiustizia è fatta ! Moody's avverte : possibile il taglio del rating sul debito dell'Italia
Gent.mi ,
oggi compio 65 anni ed ho fatto domanda all'INPS per andare in Pensione, ma con la nuova legge sarò Pensionato Virtuale perchè potrò percepire la pensione solo :
Fra l'altro essendo stato in mobilità, non potrò neanche continuare a lavorare perché il lavoro lo avevo già perso, né avrò più la mobilità, pur avendone teoricamente diritto per altri 2 anni.
Pertanto devo assolutamente sperare di riprendere a lavorare, trovare consulenze, essendo esperto al top professionale con 42 anni di Esperienza per Ingegneria di Impianti Elettrici, Prevenzione Incendi, Formazione Continua Periti Industriali, ( scarica
Curriculum ), Consulente Ambientale, Certificatore Energetico.Questa è la cruda realtà, che coinvolgerà a partire da quest'anno un milione di lavoratori ( 5 milioni nei prossimi 5 anni, un grande Partito Politico dal 11% di elettorato, pari a quello della Lega o del Centro), che vedranno innalzato il loro limite di età al pensionamento a 66 e 66,5 anni di età, unica realtà in tutto il mondo, tutto ciò senza che qualcuno abbia fatto seria opposizione.
In pratica a 15 Mld di Euro l'anno, in 5 anni sono ben 75 Mld Euro di Finanziaria solamente sulle spalle di futuri pensionati, senza nessun controllo delle relative spese né alcun programma di investimento.
Per questo chiamo tutti i lavoratori futuri pensionati ad eleggere nel prossimo Parlamento Ns. diretti rappresentanti, di massima fiducia personalmente conosciuti !
Intanto proprio oggi l'agenzia di rating internazionale, Moody' s avverte :
- Possibile il taglio del rating sul debito dell'Italia
Questo è un altro gravissimo problema che vede coinvolti tutti, oltre il 90% degli Italiani:
Non c'è da perdere neanche un mese, si chieda tutti insieme, forze responsabili del paese, le dimissioni del Governo, e si vada subito ad elezioni Politiche con una convergenza di un larghissimo schieramento come quello dei Referendum, che oltre i partiti Democratici, veda in prima persona schierati Rappresentanti di :
Tutti insieme per l'ITALIA del Terzo Millennio, che si proponga ai Cittadini Onesti con una chiara
Legge Quadro di Legislatura ( da approvare in Prima Seduta del prossimo Parlamento ) che detti i cardini della prossima Legislatura su :
" Non è Mai Troppo Tardi alla Raccolta Differenziata " aiutati da tutti gli Studenti d'Italia
Bisogna Credere e Coinvolgere tutte le migliori energie presenti nella stragrande maggioranza sana dell'ITALIA.
Per. Ind. Giacomo Dalessandro
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Bankitalia, debito pubblico 1.890,622 miliardi record, 3 Mln di PENSIONATI VIRTUALI, 4 SI ai REFERENDUM e GOVERNO CINCISCHIA ? A CASA IMMEDIATAMENTE !
Il mio commento:
martedì 14 giugno 2011 17.46
Bankitalia, debito pubblico 1.890,622 miliardi record, 3 Mln di PENSIONATI VIRTUALI, 4 SI ai REFERENDUM e GOVERNO CINCISCHIA ? A CASA IMMEDIATAMENTE !
La faccia tosta di dire candidamente che il Governo prende atto!
Ma di cosa ?
Come se il Governo avesse fatto un Referendum Consultivo per sentire il parere dei Cittadini.
Come se le leggi in discussione le avesse proposte e fatte approvare un Maziano.
Come se non avesse tentato fino all'ultimo di cancellare il referendum sul nucleare camuffando la legge relativa.
Come non avesse oscurato il dibattito annientando la Democrazia in RAI, cancellando un Dibattito Democratico che avrebbe portato più voti alla destra se fosse stato effettuato.
Come se ancora ieri, e tutt'ora oggi, la RAI non ha dato una informazione Corretta ed esauriente, salvo sorvolare sui risultati, financo Vespa ha parlato ancora ieri sera di delitti.
E ieri il Presidente è uscito con battute, durante l'incontro con il Premier di Israele, vantando un accordo sulle energie alternative (sembra il tempismo dell'acquisto della Villa di Lampedusa), per le quali il Paese Italia stava ieri decidendo ( forse bontà sua ), oltre alla solita battuta tesa a sdrammatizzare, portando sul faceto, il "Bunga Bunga"
Crolla tutta la sua linea di impostazione economica, crollano le sue idee di sviluppo, crolla l'idea di Giustizia di toghe rosse, dopo anni di allarmi Confindustriali, dei Sindacati, candidamente il Governo prende atto !
Di cosà, se resta al suo posto, mentre avrebbe dovuto immediatamente ieri sera andare al Quirinale a rassegnare le dimissioni.
Basta, non ne possiamo più !
Elezioni, prima che esploda la rabbia di 3 Milioni di Pensionati virtuali entro 3 anni, di Cassaintegrati, di Persone in Mobilità, di Aziende in CRISI, dell'Economia Italiana se non ripartiamo immediatamente con la fiducia nelle Istituzione ed un giusto programma di sviluppo !
Io chiedo di andare subito alle elezioni e propongo:
Per. Ind. Giacomo Dalessandro
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REFERENDUM
Il mio commento
domenica 12 giugno 2011 11.15
Padre A. Raguso 94 anni, con Grande Sofferenza, è Andato a Votare
Questa mattina alle ore 9 e 10' circa, dopo la co-celebrazione della S. Messa presso la Parrocchia di Cristo Re di Martina Franca (TA),
Padre Anselmo Raguso, 93 anni e 10 mesi , di cui
73 anni di vita consacrata come Francescano + 5 da novizio,
70 anni di Sacerdozio,
ha compiuto il suo dovere di Cittadino recandosi a Votare a piedi percorrendo oltre 500 m,
con grande sofferenza, sorretto da una delle sue devotissime nipoti.
Grandissimo Frate, oltre che esempio come Via e Vita ( di Vita Religiosa da 78 anni ), è testimone anche del Vangelo nella pratica della Vita.
Merita un grandissimo rispetto, indipendentemente da come abbia espresso il suo voto, liberamente ed autonomamente.
Per. Ind. Giacomo Dalessandro
http://www.cristo-re.euClicca qui sopra per un sunto della Vita del
Decano : P.Anselmo Raguso
CENTRALI NUCLEARI NELLE REGIONI DOVE VINCE IL NO o NON C'E' IL QUORUM
Il mio commento:
giovedì 9 giugno 2011 6.20
LEGGE QUADRO della PROSSIMA LEGISLATURA ( 2013-2018 ) del PARLAMENTO ITALIANO
( questa è una mia proposta, per i cittadini, con la quale mi candido a capo di una coalizione con il programma che ufficializzerò, in data opportuna, a tutti i Cittadini Italiani che sono nella stragrande maggioranza Onesti, che Credono nella Costituzione, Unità d'Italia, Democrazia, Legalità, Libertà, Magistratura da Riformare Potenziandone le strutture, Servitori dello Stato, Imprenditori Pubblici e Privati, Lavoratori, Studenti, Pensionati, Artigiani, Professionisti, Cittadini.
La Presente LEGGE QUADRO di LEGISLATURA di iniziativa POPOLARE, essendo APPROVATA DEMOCRATICAMENTE dalla maggioranza degli Elettori Italiani, sottoscritta dal Rappresentante dello Schieramento che la ha sottoposta alla approvazione degli Elettori, è la 1A Legge che sarà approvata dal Nuovo Parlamento della prossima LEGISLATURA ( 2013-2018 ?) .
Questa LEGGE QUADRO di LEGISLATURA detta tutti gli indirizzi Fondamentali ed inderogabili cardini dello Sviluppo Economico/Sanitario/Sociale/Culturale/Lavoro/Scuola/Sanità/Ricerca/Innovazione ecc., ai quali dovrà attenersi il Parlamento Italiano, il Governo, ecc., nel Legiferare nel proseguio della Legislatura.
Eventuali nuove leggi interagenti in contrapposizione e/o difformità dovranno essere sottoposte al vaglio degli organi Costituzionali all'uopo preposti e/o potranno essere approvate previo assenso del 60% dei Parlamentari, e/o Referendum.
Si precisa che il Prossimo Governo farà Pubblicare on-line ( con riforma generale dello Stato che dovrà essere operativa entro 1 anno dall'insediamento del nuovo Parlamento) tutti gli atti, dati economici, spese, investimenti appalti, gestioni, amministrazioni, dei Ministeri, Enti e Società Pubbliche, e che renderà effettuabili, entro 1 anno, con procedure informatizzate in sicurezza frequenti consultazioni refendarie su temi di interesse generale dei Cittadini e del Paese.
Art. 10 Si stabilisce che nel rispetto della Volontà Popolare uscita vincente dal Referendum del 12 e 13 Giugno 2011, nel caso vincesse il N0 o non ci fosse il Quorum per la leggittimazione dei risultati Referendari, il nuovo Governo Decreterà l'insediamento Eventuale delle Nuove Centrali Nucleari nelle Regioni dove ha vinto il NO o dove è stata palesata la Volontà Popolare, espressa tramite l'ASTENSIONE, a far decadere i Referendum.
Le Centrali dovranno esse ubicate a distanza ragionevole dalle Regioni dove ha viceversa Vinto il SI .
Comunque il Controllo della Costruzione e Gestione sarà affidata a Società Pubblica, mai a Soc. Privata (Fukushima insegna), essendo il Problema di rilevanza ultra millenaria, sotto il diretto controllo del Governo tramite Guardia di Finanza/Carabinieri/ASL/ARPA e simili, ecc. e dei Cittadini nel Massimo della Trasparenza.
Nel merito della Gestione dell'ACQUA, in virtù di una mia esperienza nel settore dell'Ingegneria degli impianti di Depurazione, avendone visitati oltre 30,
dichiaro senza ombra di dubbio che la gestione di tali impianti che ho potuto vedere partendo dall'ingegneria era privata e pessima.
I Cittadini, visto che saranno chiamati a pagare gli investimenti, è bene che li gestistano tramite società Pubbliche i cui Amministratori dovranno essere eletti direttamente dai Cittadini.
Sarà una grandissima occasione per il rilancio di Vere ( e non fasulle) Grandi Opere di cui l'Italia ha NECESSITà per uno Sviluppo da Terzo Millennio del Paese: oltre 30 Mld di investimenti.
Queste Grandi Opere Potranno essere Gestite egragiamente da Società Pubbliche ( p.e. AQP Ente Acquedotto Pugliese…) da organizzare in consorzi Multiregionali/Nazionali
Ai referendum SI SI SI SI
Per. Ind. Giacomo Dalessandro
http://www.cristo-re.eu http://www.engineering-online.eu http://www.consulenteambientale.eu
Ripartiamo 3 già da OGGI per il FUTURO : STUDENTI+LAVORATORI+IMPRESE+PENSIONATI + Giustizia = + FUTURO & RIPRESA meno Corruzione, Mafia, Delitti, Concussioni, così da OGGI con Torino, Bologna, Milano, Napoli e Tutte le Nuove Amministrazioni
giovedì 26 maggio 2011 15.37
Martina F. 2011-05-26 h 15,35 ( non leggete questa e-mail dopo la mezzanotte di domani sera, perchè saremo in silenzio di RIFLESSIONE ELETTORALE)
Oggetto: Ripartiamo 3 già da OGGI per il FUTURO : STUDENTI+LAVORATORI+IMPRESE+PENSIONATI + Giustizia = + FUTURO & RIPRESA meno Corruzione, Mafia, Delitti, Concussioni, così da OGGI con Torino, Bologna, Milano, Napoli e Tutte le Nuove Amministrazioni
Gen.mi
Candidati Sindaci e Sindaci Eletti, INVESTITE negli STUDENTI, nei Lavoratori, nelle Imprese, nella Giustizia,
COINVOLGETE:
Coinvolgendo queste forze su giusti obbiettivi date loro il paspartou per il FUTURO a partire da OGGI
Per. Ind. Giacomo Dalessandro
http://www.cristo-re.eu http://www.engineering-online.eu http://www.consulenteambientale.eu
Ripartiamo 2, già da OGGI per il FUTURO : Dalla SCUOLA - Torino, Bologna, Milano, Napoli e le Nuove Amministrazioni
sabato 21 maggio 2011 10.16
Gent. mi
Candidati Sindaci e Sindaci Eletti, INVESTITE e COINVOLGETE i GIOVANI,
Convocate immediatamente per Martedì Assemblee Cittadine con gli STUDENTI delle SUPERIORI ed UNIVERSITARI,
chiamate insieme Rapprtesentanti dei SINDACATI, delle IMPRESE, degli Ordini Professionali ( Periti Industriali, Geometri, Ragionieri, ecc.),
per Concordare Percorsi Formativi Complementari, da attuare da Settembre con il TEMPO PIENO in tutti gli ISTITUTI e LICEI,
e Stage per gli UNIVERSITARI
Chiedete agli ORDINI PROFESSIONALI il RICONOSCIMENTO della FORMAZIONE ATTUATA con il TEMPO PIENO come TIROCINO ABILITANTE all'ESERCIZIO delle PROFESSIONI
Chiedete agli IMPRENDITORI il RICONOSCIMENTO del TIROCINIO a MASTER FORMATIVI
Chiedete ai Sindacati accordi per l'Impiego nei Percorsi Formativi di Personale Altamente Specializzato del Mondo del Lavoro in Mobilità, Cassa Integrazione, Unitamente a Liberi Professionisti di notevole Esperienza, consentendo l'Integrazione delle Indennità per raggiungere i Livelli Economici Salariali Normali
Chiedete Agli Enti ed Imprese Pubbliche di consordare con gli Istituti Attività Lavorative che consentano la messa in rete di tutte le Attività Amministrative ( Compreso l'Informatizzazione del Rapporto con i Cittadini) ed Economiche ( Bilanci, Gestione, Spese dettagliate, ecc. ), Trasparenza della Gestione in Rete e degli Appalti ( Verifiche Progetti, Rispondenza a Richieste Economiche-Sociali, Congruità Economica, Verifiche Composizioni Societarie Appaltatori, Controllo Forniture, Lavori, Collaudi, Monitoraggio Risulteti Tecnico-Economici, ecc.), Verifiche Tecniche-Burocratico-Amministrative e di Sicurezza di tutte le Attività Economiche del Territorio per ridurre drasticamente le tempistiche e rendere attuabili le Autorizzazioni delle relative Attività nei tempi Tempi di 1-2 Settimane, massimo 1-2 Mesi per quelle Complesse
Per Esempio negli ITIS, Istituti Tecnici Industriali, gli Studenti possono essere Formati Professionalmente per:
Nelle Assemblee Stilerete dei Documenti Programmatici che saranno il Vs. Breviario per le INIZIATIVE che consentano il FUTURO dei GIOVANI e Ns. a Partire da Oggi.
FATTI e NON SOLO PAROLE |
Per. Ind. Giacomo Dalessandro
Ripartiamo da Torino, Bologna, Milano, Napoli già da OGGI per il FUTURO
giovedì 19 maggio 2011 15.38
c.a. Destinatari in Oggetto
c.a. SINDACI, AMMINISTRATORI, POLITICI
c.a. STAMPA, TV
Gent.mi
Ripartiamo da Torino, Bologna, Milano, Napoli già OGGI per il FUTURO,
VALORIZZANDO le GRANDI INESPRESSE ENERGIE dei GIOVANI, TRASFERENDO LORO l'ESPERIENZA dei LAVORATORI e degli ANZIANI,
per far RINASCERE lo SPIRITO degli ITALIANI nella LEGALITA',
LIBERANDO MILANO, il NORD, l'ITALIA, le ATTIVITA' ECONOMICHE dall'ABBRACCIO ASFISSIANTE della MAFIA e CORRUZIONE,
VALORIZZANDO la PROFESSIONALITA', INCORAGGIANDO le IMPRESE,
FAVORENDO le INIZIATIVE SANE del TESSUTO ECONOMICO SOCIALE per uno SVILUPPO SOSTENIBILE,
con il RISPARMIO ENERGETICO SPINTO in tutte le ATTIVITA', REINVENTANDO le ENERGIE ALTERNATIVE,
FORNENDO RICERCA, SERVIZI e SICUREZZA ad IMPRESE e CITTADINI,
per AUMENTARNE le ASPETTATIVE MIGLIORANDO la QUALITA' della VITA nel LAVORO, nell'AMBIENTE,
COSTRUENDO la PACE con il DIALOGO, il TRASFERIMENDO di CULTURA ITALIANA, FORMAZIONE, LAVORO
COME ponte ITALIANO di EUROPA ai PAESI del MEDITERRANEO, AFRICA, MEDIO ORIENTE, BALCANI, ASIA, MONDO.
Per fare tutto ciò le nuove amministrazioni si propongano di:
Con l'accelerzione di tutti i nuovi processi a favore delle Aziende Sane ed Oneste, dei Lavoratori, contro la Corruzzione, ecc. l'Economia e la Sicurezza daranno un impulso notevole alla ripresa economica ed agli investimenti
Attivare Meccanismi Economici, Sgravi, e facilitazioni per chi investe nell'Area e/o per le attività correlete, compreso forniture e montaggi, agevolazioni per l'Assunzioni di Lavoratori, non consentendo alle Aziende di assumere per oltre 2 anni con contratti a termine, ecc.
Consentire a tutte le regioni di operare in un coordinamento nazionale alle iniziative, perché l'EXPO si trasformi in Iniziative di Formazione, Ricerca,
Sviluppo Economico Nazionale, e Motore per gli Scambi in Europa, nel Mediterraneo, Africa, Asia, ecc.
Costituire una Società di Ingegneria e Ricerche che Gestisca in prima persona tutte le Iniziative dell'EXPO
Con il tempo di 5 Minuti per ciascuna ricetta (preparazione, dottore, farmacia, contabilizzazione, ASL), al costo di 30 E/ora si hanno altri 600 Mln di euro di costo annuale. A questo vanno aggiunte le ore che ciascun ammalato spende per andare dal dottore, coda, ecc, fare la ricetta, con enormi costi inutili, inquinamenti per spostamenti, ecc.
Basterebbe che ciascun medico autorizzasse 1 volta l'anno, addirittura per più anni fin tanto che guarisce la malattia, l'uso di ciascun farmaco, per abilitarne la consegna, che deve essere certificata in farmacia, e quindi la relativa contabilizzazione automatica del sistema informatico ASL. Il ritiro dovrebbe essere personalizzato/familiari/delegati in farmacia, e convalidato in automatico al sistema.
E' assurdo aver eliminato le buste non biodegradabili, in quanto erano più resistenti, e di per se erano già un riciclaggio essendo utilizzate da buste per la spesa a buste per i rifiuti. Le buste biodegradabili probabilmente contengono coloranti che se si dissolvono nei terreni potrebbero essere più pericolosi delle buste medesime, mentre le buste tradizionali sono visibili e rintracciabili.
Inoltre con le Biodegradabili, visto la scarsa resistenza si è costretti a comprare anche le buste della spazzatura nere con conseguente raddoppio
del consumo delle buste di plastica.
Per. Ind. Giacomo Dalessandro
http://www.cristo-re.eu http://www.engineering-online.eu http://www.consulenteambientale.eu
L'ESPERIENZA NON SI INVENTA, segreteria.presidente@regione.puglia.it ; l.capone@regione.puglia.it ; vicepresidente@regione.puglia.it ; seTRASFERIAMOLA AI GIOVANI STUDENTI,
COSTRUIAMO Insieme L'ITALIA dei Ns. Figli, a Partire da Oggi.. con il Tempo Pieno..
martedì 10 maggio 2011 10.34
" L'ESPERIENZA NON si INVENTA
ma
POSSIAMO COSTRUIRE Insieme L'ITALIA dei Ns. Figli,
del Terzo Millennio, a Partire da Oggi :
PUNTIAMO sui GIOVANI,
Trasferiamo con il TEMPO PIENO negli ITIS la Ns. Professionalità,
Costruita in 66 Anni di Storia Italiana di Pace nello Sviluppo,
ai ns. Figli Studenti, Cittadini d'EUROPA e del MONDO.
I ns. FIGLI ci ricompenseranno con tutta la ricchezza delle loro immense energie e inespresse capacità,
oggi inutilmente ignorate,
per creare subito, per tutti, ricchezza a costo zero "
c.a.
Candidati Sindaci
Studenti d'ITALIA
Presidenti REGIONI d'ITALIA, Giunte e Consigli Regionali
Sindaco Taranto Dott. Ippazio Stefano
Presidente Provincia di Taranto Dott. Giovanni Florido, Giunta e Consiglio Provinciale
Dirigente ITIS A. Majorana di Martina F. Prof. Vito Lazzaro
Dirigente ITIS A. Righi di Taranto Ing. Vincenzo G. Dentico
Presidi degli ITIS e di altri Istituti Superiori di Puglia e altre Regioni d'ITALIA
Sindaci d'ITALIA
PARLAMENTARI
Gent.mi,
sono un umile Perito Industriale con 42 anni di professionalità ( conseguita con le migliori Società di Ingegneria Italiane del Mondo) , di cui 33 come lavoratore dipendente e oltre 15 come libero Professionista, e che vedrà la Pensione Virtuale il prossimo 18 Giugno al 65 anno, ma quella vera da lavorrtore dipendente ahimè dopo 12 mesi, nel Luglio 2012, e quella da Libero Professionista dopo 18 mesi, grazie al Governo Berlusconi.
Ho tantissima Professionalità da trasmettere ai giovani, seguite il mio discorso con un attimo di paziewnza.
Da un anno e mezzo sono in mobilità, dopo un anno di cassa integrazione, e non svolgo alcun lavoro alternativo ( pur essendo capace di trovarne), per non perdere la mobilità ed i relativi contributi.
Negli ultimi 4 anni, gratuitamente, ho organizzato e sono stato relatore della Formazione Continua della Commissione Elettrotecnica dei Periti Industriali del Collegio di Taranto: ben 44 incontri tecnici !
Ho continuato il mio aggiornamento professionale anche con un Corso di Consulente Ambientale, uno di Certificatore Energetico, oltre che realizzando e gestendo miei siti internet :
Tutto questo mio bagaglio professionale, valutabile scaricando
il mio curriculum professionale, potrebbe andare perduto se non trasferito a Giovani.Lo stesso dicasi della professionalità di migliaia di Tecnici e Professionisti con oltre 30 anni di esperienza che si trovano in mobilità o cassa integrazione.
Perché non sfruttare le ns. capacità (a costo ridotto di circa 10 euro all'ora, rispetto ai costi di 70-100 euro ora di una Formazione ufficiale), per trasferire reale professionalità ai giovani, realizzando il Tempo Pieno negli ITIS ed Isttuti Superiori, utilizzando le ore pomeridiane ?
Con un impegno di 4 h/giorno per 200 gg si anno 800 h/Anno, che al costo di 10,00 E/h fa un costo complessivo di 8000 euro annuo per ciascuna classe ( pari a 320 euro anno per alunno ).
Con tali ore si possono completare studi altamente professionali, da parificare a Stage, validanti anche per l'eventuale iscrizione agli Albi Professionali.
Con un importo di 1 Mln. di Euro si può realizzare un percorso formativo di un intero anno per 3125 studenti, con 10 Mnl per oltre 31250 Studenti, con 100 Mln. per 325000 Studenti .
Per di più si consente ai lavoratori in mobilità o cassa integrazione di arrotondare lo stipendio, e si evita il lavoro nero.
Altro risparmio è quello di non sperperare soldi per vedere giovani parcheggiati all'Università con costi molto maggiori, in attesa di una professonalizzazione che li porti alla occupazione.
Viceversa studenti che completano così il percorso formativo superiore non sono costretti a prolungare inutilmente e senza reale formazione il percorso di studio.
Con il tempo pieno si può dare spazio anche alla realizzazione di "Collage" Scolastici che gesticono oltre la Formazione Tecnica, anche quella Sportiva, Sociale, ecc.
Per Esempio i giovani possono contribuire direttamente alla Gestione delle Mense Scolastiche, dei centri di preparazione e riproduzione dispense scolastiche, realizzazione di centri servizi per la collettività, il tutto anche con lavoro part time.
In questa ottica l'ITIS di martina Franca, che ha oltre 600 studenti di informatica, potrebbe utilizzarli per informatizzare e gestire tutti i servizi provinciali, p.e. della Sanità, Gestione Appalti, Informazione sui costi di Gestione degli Enti Pubblici e reali servizi disponibili, il tutto online.
Lo stesso dicasi per gli studenti di Elettrotecnica, che potrebbero curare l'aggiornamento tecnico degli impianti relativi agli immobili scolastici, del comune, provincia, oppure fare informazione reale verso la collettività per far partire a COSTO ZERO in tutta Italia la Raccolta Differenziata ed il Riciclaggio dei Rifiuti : perché più funziona la raccolta differenziata, piu si risparmia nei costi, ed addirittura si può guadagnare nel riciclaggio e recupero energetico.
Tutte queste attività sono da svolgere durante il percorso formativi del tempo pieno.
Percorsi Formativi nuovi possono essere quelli rivolti alla Consulenza Ambientale, Prevenzione Incendi, Sicurezza, ecc.
Quanto detto per gli ITIS si può riproporre per i Geometra ( che possono fornire i medesimi servizi nel settore edile), per l'Alberghiero per supporto alle mense scolastiche o ristorazione per la Sanità, pasti sociali, e così anche per Ragioneria, per gli Scientifici, ciascuno a secondo delle proprie specificità.
Un ruolo particolare possono avere i grandi gruppi industriale, per sponsorizzare tali iniziative per il tempo pieno.
Per. Ind. Giacomo Dalessandro
studiotecnicodalessandro@virgilio.it
COSTRUIAMO Insieme L'ITALIA dei Ns. Figli, a Partire da Oggi.. con il Tempo Pieno...
giovedì 28 aprile 2011 14.51
" COSTRUIAMO Insieme L'ITALIA dei Ns. Figli,
del Terzo Millennio,
a Partire da Oggi :
Trasferiamo la Ns. Professionalità,
Costruita in 66 Anni di Storia Italiana di Pace nello Sviluppo,
ai ns. Figli Studenti, Cittadini d'EUROPA e del MONDO.
I ns. FIGLI ci ricompenseranno con tutta la ricchezza delle loro immense energie e inespresse capacità,
oggi inutilmente ignorate,
per creare subito, per tutti, ricchezza a costo zero "
c.a.
On.le Presidente della REPUBBLICA Sen. GIORGIO NAPOLITANO
Studenti d'ITALIA
Presidente VENDOLA, Giunta e Consiglio Regione PUGLIA
Presidenti REGIONI d'ITALIA, Giunte e Consigli Regionali
Sindaco Martina Franca Avv. F. Palazzo
Sindaco Taranto Dott. Ippazio Stefano
Presidente Provincia di Taranto Dott. Giovanni Florido, Giunta e Consiglio Provinciale
Dirigente ITIS A. Majorana di Martina F. Prof. Vito Lazzaro
Dirigente ITIS A. Righi di Taranto Ing. Vincenzo G. Dentico
Presidi degli ITIS e di altri Istituti Superiori di Puglia e altre Regioni d'ITALIA
Sindaci d'ITALIA
Gent.mi,
sono un umile Perito Industriale con 42 anni di professionalità ( conseguita con le migliori Società di Ingegneria Italiane del Mondo) , di cui 33 come lavoratore dipendente e oltre 15 come libero Professionista.
Da un anno e mezzo sono in mobilità, dopo un anno di cassa integrazione, e non svolgo alcun lavoro alternativo ( pur essendo capace di trovarne), per non perdere la mobilità ed i relativi contributi.
Negli ultimi 4 anni, gratuitamente, ho organizzato e sono stato relatore della Formazione Continua della Commissione Elettrotecnica dei Periti Industriali del Collegio di Taranto: ben 44 incontri tecnici !
Ho continuato il mio aggiornamento professionale anche con un Corso di Consulente Ambientale, uno di Certificatore Energetico, oltre che realizzando e gestendo miei siti internet :
Tutto questo mio bagaglio professionale, valutabile scaricando
il mio curriculum professionale, potrebbe andare perduto se non trasferito a Giovani.Lo stesso dicasi della professionalità di migliaia di Tecnici e Professionisti con oltre 30 anni di esperienza che si trovano in mobilità o cassa integrazione.
Perché non sfruttare le ns. capacità (a costo ridotto di circa 10 euro all'ora, rispetto ai costi di 70-100 euro ora di una Formazione ufficiale), per trasferire reale professionalità ai giovani, realizzando il Tempo Pieno negli ITIS ed Isttuti Superiori, utilizzando le ore pomeridiane ?
Con un impegno di 4 h/giorno per 200 gg si anno 800 h/Anno, che al costo di 10,00 E/h fa un costo complessivo di 8000 euro annuo per ciascuna classe ( pari a 320 euro anno per alunno ).
Con tali ore si possono completare studi altamente professionali, da parificare a Stage, validanti anche per l'eventuale iscrizione agli Albi Professionali.
Con un importo di 1 Mln. di Euro si può realizzare un percorso formativo di un intero anno per 3125 studenti, con 10 Mnl per oltre 31250 Studenti, con 100 Mln. per 325000 Studenti .
Per di più si consente ai lavoratori in mobilità o cassa integrazione di arrotondare lo stipendio, e si evita il lavoro nero.
Altro risparmio è quello di non sperperare soldi per vedere giovani parcheggiati all'Università con costi molto maggiori, in attesa di una professonalizzazione che li porti alla occupazione.
Viceversa studenti che completano così il percorso formativo superiore non sono costretti a prolungare inutilmente e senza reale formazione il percorso di studio.
Con il tempo pieno si può dare spazio anche alla realizzazione di "Collage" Scolastici che gesticono oltre la Formazione Tecnica, anche quella Sportiva, Sociale, ecc.
Per Esempio i giovani possono contribuire direttamente alla Gestione delle Mense Scolastiche, dei centri di preparazione e riproduzione dispense scolastiche, realizzazione di centri servizi per la collettività, il tutto anche con lavoro part time.
In questa ottica l'ITIS di martina Franca, che ha oltre 600 studenti di informatica, potrebbe utilizzarli per informatizzare e gestire tutti i servizi provinciali, p.e. della Sanità, Gestione Appalti, Informazione sui costi di Gestione degli Enti Pubblici e reali servizi disponibili, il tutto online.
Lo stesso dicasi per gli studenti di Elettrotecnica, che potrebbero curare l'aggiornamento tecnico degli impianti relativi agli immobili scolastici, del comune, provincia, oppure fare informazione reale verso la collettività per far partire a COSTO ZERO in tutta Italia la Raccolta Differenziata ed il Riciclaggio dei Rifiuti : perché più funziona la raccolta differenziata, piu si risparmia nei costi, ed addirittura si può guadagnare nel riciclaggio e recupero energetico.
Tutte queste attività sono da svolgere durante il percorso formativi del tempo pieno.
Percorsi Formativi nuovi possono essere quelli rivolti alla Consulenza Ambientale, Prevenzione Incendi, Sicurezza, ecc.
Quanto detto per gli ITIS si può riproporre per i Geometra ( che possono fornire i medesimi servizi nel settore edile), per l'Alberghiero per supporto alle mense scolastiche o ristorazione per la Sanità, pasti sociali, e così anche per Ragioneria, per gli Scientifici, ciascuno a secondo delle proprie specificità.
Un ruolo particolare possono avere i grandi gruppi industriale, per sponsorizzare tali iniziative per il tempo pieno.
Per. Ind. Giacomo Dalessandro
studiotecnicodalessandro@virgilio.itAUGURI S. PASQUA 2011, per una PACE & BENE per TUTTI
venerdì 22 aprile 2011 10.54
Gent.mi,
nella speranza del ravvedimento di chi si sente primo e non si immedesima nell'ultimo,
perché chi pensa di essere il migliore si faccia umile e capisca che tantissimi sono migliori di lui ed hanno molto più da donare e non pretendere,
perché il dopo sia migliore dell'oggi per il BENE di TUTTI, Uniti nel Rispetto di chi Lavora, Operai & Imprenditori,
per una Speranza per i Giovani,
per un Proficuo Utilizzo di chi, in cassa integrazione, mobilità o pensionato ha Esperienza da Trasferire ai Giovani,
per Derimere le Guerre con il Dialogo,
per Promuovere la Pace e lo Sviluppo con la Diffusione della Cultura, Tecnologia, Laboriosità Italiana nel Mediterraneo, in Africa e Medio Oriente
perché l'Italia non Mandi nel Mondo Istruttori di Guerra ma Operatori di Sviluppo e Pace,
perché ciascun Paese Sviluppato, in Primis l'Italia, Adotti 20 Paesi del Terzo e Quarto Mondo,
per un Domani già a Partire da Oggi,
invio un
Sincero Augurio
di una
BUONA PASQUA
Assieme ai tuoi CARI
Giacomo Dalessandro
Siti Internet personali :
http://www.engineering-online.eu http://www.consulenteambientale.eu http://www.cristo-re.euP.S. :
Se Le interessa scaricare gratuitamente i files dei Quattro Vangeli delle Chiesa Cattolica da me trascritti dai testi ufficiali in abbinata a lettura affiancata Italiano-Latino, Italiano-Inglese, Italiano Spagnolo, per eventualmente inviarli anche ad mici e sconoscenti nella ricorrenza della attuale
X Settimana Mondiale della diffusione dei Vangeli in Rete Internet,
clicca sui links :
Italiano-Latino Italiano-Inglese Italiano-SpagnoloN. B. : La prefazione e l'introduzione è esclusivamente in Italiano.
Martina F. 4 Aprile 2011
"POLITICA E TELEVISIONE - Ferrara: "Tremila euro al giorno - così difendo Silvio senza ipocrisie"
Da lunedì "Qui Radio Londra" su RaiUno: "Devo denunciare una crociata neo-puritana". Io a Palazzo Grazioli? Posso andare a pranzo con chi mi pare Montanelli non lo faceva con Spadolini? di GOFFREDO DE MARCHIS "
Martina F. 2011-03-10
Il mio commento:
5 minuti al giorno per 5 giorni la settimana per 52 settimane fanno in totale 1300 minuti in un anno,
pari a 21,66 ore, per un compenso totale di
780.000 Euro/Anno, ovvero un compenso orario di
36.000 Euro/h .
La RAI spenderà questa cifra per bilanciare l'informazione di Sinistra, ovvero Anno zero…..
Perché la RAI si dimentica che l'informazione dei Telegiornali è sbilanciata enormemente verso il Presidente del Consiglio e della sua Maggioranza,
con l'aggravante che ai commenti dell'opposizione sono contrapposte sistematicamente le risposte ad oc della Maggioranza ?
A questo punto con la nuova legislatura io proporrò una legge che farà pagare direttamente ai responsabili, anche agli atttuali attuali, i costi economici, comprensivi dei danni morali e di immagine, di siffatte scelte non democratiche, servilistiche, antieconomiche, di degrado morale per la RAI.
Tale indirizzo farà parte di una "Legge Quadro di Legislatura", che se approvata dagli Elettori, sarà a tutti gli effetti una legge che determinerà in maniera lineare ed inderogabile tutti gli indirizzi generali della Legislatura, indirizzi ai quali il prossimo Governo dovrà attenersi come ad una
"mini Costituzione di Legislatura, salvo correzioni con il consenso del 67% del Parlamento od il vaglio di Referendum Popolari.
Per. Ind. Giacomo Dalessandro
Io sto con FIOM - SCIOPERO per la DEMOCRAZIA, RAPPRESENTANZA SINDACALE in FABBRICA al 45,42% del NO, ALLEANZA con STUDENTI, GIOVANI PRECARI, x L'INNOVAZIONE, con la GIUSTIZIA, contro la IMMORALITA', per l'UNITA d'ITALIA e la Difesa della COSTITUZIONE
martedì 18 gennaio 2011 19.01
Martina F. 2011-01-17
Io sto con FIOM - SCIOPERO per la DEMOCRAZIA, RAPPRESENTANZA SINDACALE in FABBRICA al 45,42% del NO, ALLEANZA con STUDENTI, GIOVANI PRECARI, x L'INNOVAZIONE, con la GIUSTIZIA, contro la IMMORALITA', per l'UNITA d'ITALIA e la Difesa della COSTITUZIONE
Premessa:
L'altro giorno ho ascoltato il colloquio telefonico fra il Finto Vendola e l'Amministratore Delegato Marchionna, ed ho notato nella tonalità di voce del A.D. una tonalità di grande rispetto e giusto timore per i risultati del Referendum Fiat e per le prospettive che avrebbe potuto aprire.
Al Dott. Marchionne va tutto il mio rispetto per la Sua Posizione, ma mi trovo in grande dissenso per la Linea che porta avanti.
Questa e la tabella dei risultati, suddivisi per reparto/impiegati-operai, relativi al Referendum svoltosi il 14 nello Stabilimento Fiat Mirafiori.
REFERENDUM FIAT MIRAFIORI 2011-01-14 VOTI ESPRESSI |
|||||||||
Seggio |
NO |
% NO |
SI |
% SI |
Bianche Nulle |
% Nulle B |
ALTRI |
Totale |
|
Montaggio Carrozzerie |
9 |
362 |
54,11 |
300 |
44,84 |
7 |
669 |
||
Reparto Montaggio |
8 |
407 |
52,52 |
361 |
46,58 |
7 |
775 |
||
Reparto Montaggio |
7 |
374 |
51,73 |
349 |
48,27 |
723 |
|||
Reparto Montaggio |
6 |
433 |
53,79 |
372 |
46,21 |
805 |
|||
Reparto Impiegati |
5 |
20 |
4,54 |
421 |
95,46 |
441 |
|||
Reparto Vernic+Magazz |
4 |
103 |
47,69 |
113 |
52,31 |
216 |
|||
Reparto Verniciatura |
3 |
93 |
39,91 |
140 |
60,09 |
233 |
|||
Reparto Turno Notte |
3 |
111 |
29,76 |
262 |
70,24 |
373 |
|||
Reparto Lastratura |
2 |
218 |
51,90 |
202 |
48,10 |
420 |
|||
Reparto |
1 |
204 |
48,69 |
215 |
51,31 |
419 |
|||
Totale Operai |
2305 |
49,90 |
2314 |
50,10 |
4619 |
||||
Totale Impiegati |
20 |
4,54 |
421 |
95,46 |
441 |
||||
TOTALE |
2325 |
45,42 |
2735 |
53,43 |
59 |
1,15 |
5119 |
||
Votanti |
45,95 |
54,05 |
5060 |
||||||
Elettori |
5431 |
Il SI all'accordo ha vinto con il 53,43% , il NO ha avuto il 45,2% , gli atenuti e le schede nulle sono state del 1,15% .
Se si estrapola la posizione degli impiegati, che hanno votato al 95,46% per il SI , ed al 4,54% per il NO ,
si ottiene che gli Operai che hanno votato SI sono il 50,1% , per il NO il 49,9%, ovvero una differenza di solo 9 Voti.
Se si tiene conto che una buon numero di Operai ha dichiarato di votare SI per paura di perdere il posto di lavoro, si comprende che il Voto non è stato libero.
Alla luce del fatto che il 45,52 % dei Votanti si è schierato per il NO si può immaginare che, al di la di accettare o rifiutare l'accordo, non è Democraticamente pensabile che questa parte non possa avere Rappresentanti Sindacali Aziendali, è del tutto Incostituzionale.
In tutte le elezioni democratiche, Politiche o amministrative di qualsiasi parte del mondo, i rappresentanti vengono eletti in proporzione al numero di voti ottenuti, e vanno a costituire schieramenti di maggioranza ed opposizione.
Pure incostituzionale è Costituire una Nuova Società, senza liquidare la Vecchia, con tutti i risvolti economici e legali relativi preesistenti, né è pensabile che nel trasferimento dei Lavoratori dalla vecchia alla nuova società si possano azzerare i diritti acquisiti senza l'Accordo del 99% dei Lavoratori e dei relativi Rappresentanti Sindacali dell'Azienda precedentemente in essere.
Quindi quella che è dichiarata essere una Vittoria, nei fatti è una "Vittoria di Pirro" ovvero vittoria di una Battaglia, ma non della Guerra che rischia di esplodere, perché non è pensabile governare la trasformazione dei rapporti economici sindacali dei Lavoratori senza il parere dei Dissenzienti, ovvero quelli del del NO all'accordo.
E quando esploderà la Guerra, con lo Scipero Generale proclamato dalla FIOM per il 28 Gennaio, i Lavoratori scenderanno in Campo in tutta Italia, senza il Ricatto della FIAT, ma con l'appoggio oltre che del Mondo del Lavoro, anche dei Pensionati, e soprattutto dei Giovani, Studenti e Lavoratori Precari, quelli condannati ad essere Eternamente a Tempo Determinato dalla legislazione adottata dall'attuale Governo.
Oltre questa che è la logica risposta ad un modo unilaterale di risolvere i reali problemi, ci sono una grande serie di altri problemi che si contrappongono alla scelta contrattuale adottata dalla FIAT e da coloro che hanno preferito accettare :
Turnazione Pause |
|||||||||||||
Pause |
Lavoro |
Pausa |
Lavoro |
Mensa |
Lavoro |
Pausa |
Lavoro |
Pausa |
Lavoro |
m/giorno |
h /giorno |
Pause |
Mensa |
1° Turno |
75 |
10 |
75 |
30 |
90 |
10 |
90 |
10 |
90 |
480 |
8,00 |
30 |
30 |
2° Turno |
80 |
10 |
75 |
30 |
90 |
10 |
90 |
10 |
85 |
480 |
8,00 |
30 |
30 |
3° Turno |
85 |
10 |
75 |
30 |
90 |
10 |
90 |
10 |
80 |
480 |
8,00 |
30 |
30 |
4° Turno |
90 |
10 |
75 |
30 |
90 |
10 |
90 |
10 |
75 |
480 |
8,00 |
30 |
30 |
Io sto con la FIOM e chiedo :
Gli Studenti, alleandosi ai Lavoratori, potranno rivendicare una reale riduzione dei tempi di ingresso nel Mondo del Lavoro, in virtù dell'adozione del
Tempo Pieno, al quale dovrà collaborare il mondo del lavoro al top professionale, garantendo Moduli Didattici realmente Formanti in
tempo reale con la dinamica di sviluppo tecnologico delle Imprese, consentendo di conseguenza ai Giovani l'inserimento già professionalmente valido a
19 anni per i diplomati, senza ulteriore formazione, a 22 anni per i Laureati del 1° Livello, a 24 del 2° Livello ( in quest'ultimo caso eliminando
anche ripetizione di cicli di insegnamento oggi doppioni del 1° ciclo, sostituendoli con cicli integrativi specialistici ).
Con questa innovazione che porta al completamento formativo Teorico attuale, si potrà conseguire crediti formativi sia per l'accesso all'università che al
2° Livello Universitario, in Base a quanto risultante da una Formazione Continua Altamente e Realmente Formativa .
L'intero Sistema Paese si avvantaggerà in maniera esponenziale dei Benefici reali dovuti all'Ingresso nel mondo del Lavoro dei Giovani, sia delle Loro
Immense Energie Giovanili e conseguenti aumenti produttivi, sia con la riduzione dei costi e delle spese di una Formazione Attuale inesistente e
costosa, sia con la riduzione di costi sociali negativi ( disoccupazione, droga, delinquenza, ecc.)
Programmando i tempi di assunzione a tempo determinato solo per 1 max 2 anni non ripetibili
Di offrire la Loro Esperienza Ultratrentennale, insieme a quella di personale in Cassa Integrazione, per trasferire il loro Know-How ai giovani, evitando che il Paese si depauperi della loro esperienza, ma che si arricchisca potenziata dall'energia dei Giovani
Per. Ind. Giacomo Dalessandro
http://www.cristo-re.euQuesto Documento è anche in Video Messaggio su YouTube :
http://www.youtube.com/watch?v=jSr6K8kYgnE o su http://www.cristo-re.euAnche il precedente Appello è su YouTube : FIAT SINDACATO FIOM LAVORO
http://www.youtube.com/watch?v=rP4yiOPhCOECome anche quello per la Raccolta Differenziata "DIFFERENZIAMO NOI" :
http://www.youtube.com/watch?v=4RXdpl0hTHg
rev. 2 FIAT SCHEDA BIANCA CONTRO RICATTO - PROPOSTA ALTERNATIVA : RECUPERARE 117 h PAUSA MENSA 1° SABATO x 11 MESI + 2°Sabato X 4 MESI OPPURE 3 TURNI 40 h SETTIM. + LAVORO PART TIME 3 TURNIi 3gg 8 h SETT
giovedì 13 gennaio 2011 10.19
Carissimi,
Visto quello che sta succedendo,
per Riaprire il Dialogo,
chiediamo ai
LAVORATORI FIAT di
VOTARE SCHEDA BIANCA,
nessun NO
Così facendo non si chiude al Dialogo,
nè si da l'autorità per esclude dalla FIAT la
Rappresentanza Sindacale FIOM in Fabbrica.
Per. Ind. Giacomo Dalessandro
----- Original Message -----
From:
STDG STUDIO TECNICO DALESSANDRO GIACOMOTo:
caracgil@cgil.it ; redazione.portale@cgil.itSent: Tuesday, January 11, 2011 2:51 PM
Subject: rev. 1 FIAT PROPOSTA ALTERNATIVA : RECUPERARE 117 h PAUSA MENSA 1° SABATO x 11 MESI + 2°Sabato X 4 MESI OPPURE 3 TURNI 40 h SETTIM. + LAVORO PART TIME 3 TURNIi 3gg 8 h SETT
Spett.le,
ASSEMBLEA NAZIONALE CGIL
E' UN APPELLO CHE RIVOLGO A TUTTI VOI, A NOME DI TUTTI I LAVORATORI ITALIANI
Spero che questo mio messaggio arrivi alla Vs. Attenzione
Per. Ind. Giacomo Dalessandro
ex Sindacalista di Fabbrica CEI Milano, e del Consiglio di Zona Solari FIOM anni '72-'77
Socialista ex Lombardiano
Cattolico Convinto, Credente
Imprenditore per 10 anni di una sosietà di Ingegneria con 22 tecnici
Lavoratore Dipendente per 34 anni, attualmente in Mobilità nonostante al Top Professionale
Per 31 anni anche Libero Professionista ( con attività alternate a Lav. Dipendente)
Siti Internet
http://www.cristo-re.eu Trovate oltre 10000 pgg. di rassegna stampa di oltre 5 anni http://www.engineering-online.eu Iniziative gratuite di Info-Formazione Tecnica Professionale http://www.consulenteambientale.eu Novità in costruzione per difendere l'Ambiente nello Sviluppo SostenibileAppello su YouTube : FIAT SINDACATO FIOM LAVORO
http://www.youtube.com/watch?v=rP4yiOPhCOEAppello su YouTube : Raccolta Differenziata Rifiuti
http://www.youtube.com/watch?v=4RXdpl0hTHgOLTRE 250 PG. DI COMMENTO AD AVVENIMENTI DI OLTRE 8 ANNI :
"Libro dei Miei Pensieri"html PDF----- Original Message -----
From:
STDG STUDIO TECNICO DALESSANDRO GIACOMOTo:
info@nichivendola.it ; segreteria.presidente@regione.puglia.it ; t.fiore@regione.puglia.it ; annozero@rai.it ; ballaro@rai.it ; v.zucconi@gmail.com ; repubblicawww@repubblica.it ; ml_pd_globale-bounces@callipigia.com ; redazione@pdnetwork.it ; direzione@unita.it ; unitaonline@unita.it ; forum@unita.it ; politiche@unita.it ; info@ilcannocchiale.it ; letterealsole@ilsole24ore.com ; franco.sarcina@ilsole24ore.com ; giuseppe.chiellino@ilsole24ore.com ; mario.cianflone@ilsole24ore.com ; alberto.annicchiarico@ilsole24ore.com ; riccardo.barlaam@ilsole24ore.com ; chiara.beghelli@ilsole24ore.com ; sara.bianchi@ilsole24ore.com ; stefano.biolchini@ilsole24ore.com ; nicoletta.cottone@ilsole24ore.com ; massimo.donaddio@ilsole24ore.com ; piero.fornara@ilsole24ore.com ; carlo.bollino@gazzettamezzogiorno.itSent: Tuesday, January 11, 2011 6:42 AM
Subject: FIAT PROPOSTA ALTERNATIVA : RECUPERARE 117 h PAUSA MENSA 1° SABATO x 11 MESI + 2°Sabato X 4 MESI OPPURE 3 TURNI 40 h SETTIM. + LAVORO PART TIME 3 TURNIi 3gg 8 h SETT
Innanzi tutto è mio dovere dire no alle Brigate Rosse, nessuno può permettersi di esprospriare la Voce della Democrazia al Movivento dei Lavoratori, in virtù di iniziative terroristiche settarie del tutto antidemocratiche !
L'Uomo Amministratore Delegato MARCHIONNE ha tutta la Stima ed Appoggio Morale del Movimento dei Lavoratori e dell'Intero Paese Italia, Giovani, Lavoratori, Pensionati, Imprenditori, Forze Politiche Democratiche, Istituzioni, …
CRISI E PROSPETTIVE
Da quando è iniziata in maniera Planetaria la Crisi Economica si sta attuando una generale politica di Scaricare i Costi, all'insegna della Globalizzazione, sulle spalle del Mondo del Lavoro, Lavoratori ed Imprese Serie, sulle spalle di coloro che non hanno creato la Crisi, bensì ne hanno subito le conseguenze.
Fra l'altro questra Crisi è Figlia unicamente della Speculazione Finanziaria, che ha lucrato massicciamente sui risparmiatori onesti, con il supporto di moltissime Banche che non hanno difeso i propri risparmiatori ed investitori, malconsigliandoli invece sui Bond Argentini, Derivati, e spazzatura simile.
In questa bolgia è stata coinvolta anche la Parmalat, che fino agli inizi degli anni '90 era ancora una grandissima Azienda Italiana Leader Mondiale, e ciò è testimoniato dal fatto che anche dopo il Crack economico subito, la Parmalat è ancora oggi una Signora società Italiana, che sta ancora lavorando Leader nel Mondo.
Di questo bisogna dare atto a Callisto Tanzi che è stato un grandissimo Imprenditore, che purtoppo ha invece fatto grandissimi sbagli a livello finanziario, è stato coinvolto da cattivi consiglieri in speculazioni sbalgiate nella speranza di salvare la Parmalat, non aiutato purtroppo da una politica che è stata completamente assente, e che invece avrebbe dovuto aiutare la Parmalat a risuscattarsi economicamente e salvare i propri risparmiatori che in essa avevano investito.
Questo è il punto importante, la Politica che Governa il Paese deve capire che non può stare alla finestra a guardare, ma deve operare per difendere le Grandi Aziende, oltre le piccole, percè le grandi sono importantissime per indirizzare il il Sistema Economico del Paese verso uno sviluppo corretto, per poi distribuire anche alle piccole aziende subappaltrici i lavori, i cui benefici altrimenti resterebbero al di fuori dell'Economia Italiana.
Purtroppo oggi sta avvenendo che la Politica di Governo non attua scelte a favore delle Imprese, e neanche del lavoro, ma è sbilanciata verso il sestema Bancario e Finanziario.
Ci sono stati momenti in cui il Governo poteva emettere BOT a costi ridottissim, intorno a 1%i, che se seguiti da una politica di re-investimenti immediati avrebbero prodotto molti più frutti, riducendo il disavanzo Deficit-PIL.
Invece da quando è iniziata la Crisi, che è stata sottovalutata per più di un anno, non c'è stato alcun programma di Sviluppo Economico per rilanciare l'economia, ma solo una corsa ad ostacoli di difesa teorica della Parità di Bilancio, che, pur giusta, andava sviluppata in contemporanea con una Politica di Rilancio, mentre da sola si è viceversa dimostrata disastrosa, in quanto in assenza di sviluppo e di conseguenti ritorni in entrate, il Deficit DEBITO PIL è enormemente salito passando da 1.598.975 Mld ( 103,50%) del 2007 a 1867,4 Mld ( > 118,4 % stima FMI ) dell'ottobre 2010
Dal sito Internet di WIKIPEDIA 2011-01-10
Andamento del debito negli ultimi anni confrontato con il PIL (in milioni di €)
Anno |
Debito |
PIL |
% sul PIL |
2005 |
1.512.779 |
1.429.479 |
105,83% |
2006 |
1.582.009 |
1.485.377 |
106,51% |
2007 |
1.598.975 |
1.544.903 |
103,50% |
2008 |
1.663.353 |
1.571.870 |
105,82% |
2009 |
1.761.191 |
1.528.546 |
115,80% |
2010 |
1.838.000 |
Il dato 2010 è fra l'altro superato essendo diventato di 1867,4 Mld ( > 118,4 % stima FMI ) nell'ottobre 2010
In questo modo non è possibile andare avanti, o il Governo inverte radilcamente la rotta di 180° , ed il problema non è Berlusconi o dell'Antiberlusconismo, bensì della sua Politica miope e delle azioni economiche del suo stratega Tremonti, tanto lungimirante che aveva paventato il rigetto dei BOT da parte degli investitori, mentre vioceversa, come i fatti hanno dimostrato, erano l'unico investimento sicuro per i risparmiatori.
In assenza di inversione di rotta le forze sane del Paese ispirino un nuovo Governo di Salvezza Nazionale con una Politica di reale Sviluppo collegato alle esigenze del Paese, oppure si vada a nuove elezioni subito senza ulteriori indugi.
La politica sciagurata fatta dall'inizio della Crisi è stata :
FIAT, ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO
Orbene, nessuno dice che il Capitale FIAT non debba fare le sue scelte produttive, è sacrosanto !
Anzi fossi io rivendicherei il diritto a far funzionare gli impianti 24 ore al giorno per 7 gg la settimana, sempre nel rispetto però delle 40 ore settimanali, per ottimizzarne l'utilizzo ed ammortizzare meglio i costi, compatibilmente con le esigenze manutentive.
Lo stesso sistema che io propongo nella Sanità pubblica, per ridurre del 80% il tempo di attesa per le visite specialistiche, rese con macchine altamente costose; fra l'altro così facendo si ridurrebbero i costi del 70 %.
Lo stesso dicasi sulla monetizzazione della mezza ora per il pranzo, non può essere un costo da addebitare alla FIAT ( nessun contratto Nazionale di Lavoro in Italia lo prevede, la mezza ora di pausa mensa non è monetizzata, è a carico dei lavoratori, invecè e sacrosanto il diritto alla Mensa ). Quindi il costo della pausa mensa va sgravato dai costi FIAT, effettuando il racupero delle pause con lavoro di un sabato al mese per 11 mesi, ed un 2° sabato per 4 mesi , per per ciascun turno di lavoro.
PROPOSTA RECUPERO LAVORATIVO PAUSA MENSA |
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Giorni |
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gg |
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Giorni Anno |
365 |
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Domeniche |
52 |
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Sabati |
52 |
Giornate |
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Ferie |
20 |
Mensa |
da |
Recupero |
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Festività |
7 |
30'/g |
m/Anno |
h/A |
h/g |
Recuperare |
1°Sabato |
2°Sabato |
Giorni Lavorativi |
234 |
30 |
7020 |
117 |
7,5 |
15,6 |
12 |
3,6 |
Turni di Lavoro |
3 |
3 |
||||||
Lavor. 3 Turni |
702 |
46,8 |
Con questo recupero di ore lavorative, 117 medie annue, si da alla FIAT una giusta risposta per eventuali esigenze di straordinari richiesti per picchi di esigenze produttive.
Oppure si può rinunciare al recupero lavorativo, però la FIAT ha il diritto di far funzionare gli impianti, in presenza di programmazione generale o esigenze di straordinario, con altri lavoratori assunti con contratti part time, che prevedono per 2 gg. per 3 turni di lavoro la settimana.
In questo modo si fa comunque salvo il concetto delle 40 ore lavorative, ed il rispetto della mensa.
Però la FIAT non può esimersi dal rispettare i vecchi contratti, né pensare di cambiare società come si cambia un trucco del viso, non può rifare ex-novo le assunzioni, dimenticarsi di quanto hanno fatto i lavoratori Fiat per un secolo intero, per cui la conProprietà Morale, ma soprattutto del Know-How Professionale della Fabbrica è anche del Mondo del Lavoro FIAT, oltre che degli ITALIANI che spessissimo hanno contribuito a risanare l'Azienda con incentivi economici, notevolissimi sugli investimenti ( tali da far balenare l'idea della salvaguardia della destinazione d'uso degli investimenti per 30 anni per la produzione in ITALIA ), le agevolazioni economiche sulle immatricolazioni, oltre che consentendo alla FIAT di assorbire altre realtà del Settore, famose come l'Alfa Romeo, Lancia a costi irrisori..
Queste sono risposte che io darei alla FIAT, in alternativa alle sue richieste, se non accondiscende a concordare le modalità degli investimenti con l'organizzazione del lavoro, perchè bisogna fare concertazione, come si iniziò a fare nel 1973 ( allora ero nel consigli di fabbriaca della CEI Milano e nel Direttivo di Zona Solari FIOM),con la rivoluzione contrattuale con la quale si contrattarono in maniera corretta gli inquadramenti professionali degli operai e degli impiegati.
In questa lotta i Metalmeccanici della FIOM non vanno isolati, ma insieme il movimento sindacale, i giovani, i lavoratori, i pensionati, le forze politiche e sociali, devono rispondere a questa svolta unilaterale voluta dalla FIAT, che è avanguardia di una parte notevole dell'Imprenditoria negletta. Chiediamo inoltre alla Famiglia Agnelli come è schierata, ed al Presidente Montezemolo se condivide questa linea FIAT, o come lui ha fatto in FERRARI ha altri metodi organizzativi.
Se poi la FIAT insiste, allora è bene chiarire alcuni aspetti fondamentali di Democrazia, di Lavoro, Esperienza, ecc.
La FIAT è una Signora Società dal 11 Luglio del 1899, è un grandissimo Leader Mondiale, ha avuto grandissimi proprietari, azionisti, dirigenti, ed è stata artefice di sviluppo economico dell'Italia e di molti altri paesi nel mondo, nessuno lo nega !
Però questa non è solo l'Esperienza della FIAT intesa come Capitale, ma anche di tutti i suoi Dirigenti, tutti i Quadri, tutti gli Operai, che hanno costruito insieme un Back-Ground, tramandato, ultracentenario:
Se la FIAT invece si dimentica di essere ITALIANA, gli ITALIANI possono Rinunciare al nome al FIAT, possono Cambiare il Nome, conservando intatto il Mondo del LAVORO ex FIAT, riconvertirlo in FABBRICA ITALIA… e fare senza quel nome Glorioso.
Forse ciò non è fattibile nell'immediato con questa parvenza di effimero Governo, ma senz'altro sarà con un nuovo GOVERNO che il PAESE si MERITA' , uno diverso, assolutamente non federalista, ma di UNITA' NAZIONALE !
Viva l'ITALIA che ha 2764 anni di STORIA ( 753 + 2011), di Italiani che sono stato Faro di CIVILTA'
Viva il Nostro Mondo del Lavoro, le Imprese ed Imprenditori, gli Artigiani, le Istituzioni,
Si vada avanti con il Faro della Giustizia Sociale, della Pace, dello Sviluppo, della Democrazia, di questa nostra Gloriosa Costituzione.
Si utilizzi pienamente tutta la Ricchezza dell'Esperienza ultratrenntennale del Mondo del lavoro, non la si lasci perdere,
ma la si trasferisca ai Giovani e li si faccia crescere molto più velocemente, come è nelle loro possibilità capacità, volontà,
perché possano liberare tutte le loro immense energie
per far fare un'enorme balzo in avanti alla
ITALIA del FUTURO, già da OGGI, . senza aspettare DOMANI .
Martina Franca 2011-01-10
Per. Ind. Giacomo Dalessandro
FIAT PROPOSTA ALTERNATIVA : RECUPERARE 117 h PAUSA MENSA 1° SABATO x 11 MESI + 2°Sabato X 4 MESI OPPURE 3 TURNI 40 h SETTIM. + LAVORO PART TIME 3 TURNIi 3gg 8 h SETT
martedì 11 gennaio 2011 7.42
Innanzi tutto è mio dovere dire no alle Brigate Rosse, nessuno può permettersi di esprospriare la Voce della Democrazia al Movivento dei Lavoratori, in virtù di iniziative terroristiche settarie del tutto antidemocratiche !
L'Uomo Amministratore Delegato MARCHIONNE ha tutta la Stima ed Appoggio Morale del Movimento dei Lavoratori e dell'Intero Paese Italia, Giovani, Lavoratori, Pensionati, Imprenditori, Forze Politiche Democratiche, Istituzioni, …
CRISI E PROSPETTIVE
Da quando è iniziata in maniera Planetaria la Crisi Economica si sta attuando una generale politica di Scaricare i Costi, all'insegna della Globalizzazione, sulle spalle del Mondo del Lavoro, Lavoratori ed Imprese Serie, sulle spalle di coloro che non hanno creato la Crisi, bensì ne hanno subito le conseguenze.
Fra l'altro questra Crisi è Figlia unicamente della Speculazione Finanziaria, che ha lucrato massicciamente sui risparmiatori onesti, con il supporto di moltissime Banche che non hanno difeso i propri risparmiatori ed investitori, malconsigliandoli sui Bond Argentini, Derivati, e spazzatura simile.
In questa bolgia è stata coinvolta anche la Parmalat, che fino agli inizi degli anni '90 era ancora una grandissima Azienda Italiana Leader Mondiale, a tal punto, che anche dopo il Crack economico subito, la Parmalat è ancora oggi una Signora società Italiana, che sta ancora lavorando, Leader nel Mondo.
Di questo bisogna dare atto a Callisto Tanzi che è stato un grandissimo Imprenditore, che purtoppo ha invece fatto grandi sbagli a livello finanziario, è stato coinvolto da cattivi consiglieri in speculazioni sbalgiate sperando di salvare la Parmalat, non aiutato da una politica che è stata completamente assente, che invece avrebbe dovuto aiutare la Parmalat a risuscitare ed aiutare i propri risparmiatori.
Questo è il punto importante, la Politica che Governa il Paese deve capire che non può stare alla finestra a guardare, ma deve operare per difendere le Grandi Aziende, oltre le piccole, percè le grandi sono importantissime per indirizzare verso uno sviluppo corretto il Sistema Economico del Paese, per poi distribuire alle piccole aziende subappalti e lavori che altrimenti resterebbero al di fuori dell'Economia Italiana.
Purtroppo oggi sta avvenendo che la Politica di Governo non attua scelte a favore delle Imprese, e neanche del lavoro, ma è sbilanciata verso il sestema Bancario e Finanziario.
Ci sono stati momenti in cui il Governo poteva emettere BOT a costi ridottissim, intorno a 1%i, che se seguiti da una politica di re-investimenti immediati avrebbero prodotto molti più frutti riducendo il disavanzo Deficit-PIL.
Invece da quando è iniziata la Crisi, che è stata sottovalutata per mesi, non c'è stato alcun programma di Sviluppo Economico per rilanciare l'economia, ma solo una corsa ad ostacoli di difesa teorica della Parità di Bilancio che, pur giusta, andava sviluppata in contemporanea con una Politica di Rilancio, mentre da sola si è viceversa dimostrata disastrosa, in quanto in assenza di sviluppo e di conseguenti entrate, il Deficit DEBITO PIL è enormemente salito passando da 1.598.975 Mld ( 103,50%) del 2007 a 1867,4 Mld ( > 118,4 % stima FMI ) dell'ottobre 2010
Dal sito Internet di WIKIPEDIA 2011-01-10
Andamento del debito negli ultimi anni confrontato con il PIL (in milioni di €)
Anno |
Debito |
PIL |
% sul PIL |
2005 |
1.512.779 |
1.429.479 |
105,83% |
2006 |
1.582.009 |
1.485.377 |
106,51% |
2007 |
1.598.975 |
1.544.903 |
103,50% |
2008 |
1.663.353 |
1.571.870 |
105,82% |
2009 |
1.761.191 |
1.528.546 |
115,80% |
2010 |
1.838.000 |
Il dato 2010 è superato in 1867,4 Mld ( > 118,4 % stima FMI ) nell'ottobre 2010
In questo modo non è possibile andare avanti, o il Governo inverte radilcamente la rotta di 180° , il problema non è Berlusconi, bensì la sua Politica miope e del suo stratega Tremonti, che aveva paventato il rigetto dei BOT da parte degli investitori, mentre vioceversa come si è dimostrato erano l'unico investimento sicuro, oppure si faccia un nuovo Governo di Salvezza Nazionale con una Politica di Sviluppo, o si vada a nuove elezioni subito.
La politica fatta dall'inizio della Crisi è stata :
FIAT, ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO
Orbene, nessuno dice che il Capitale FIAT non debba fare le sue scelte produttive, è sacrosanto !
Anzi fossi io rivendicherei il diritto a far funzionare gli impianti 24 ore al giorno per 7 gg la settimana, sempre nel rispetto però delle 40 ore settimanali, per ottimizzarne l'utilizzo ed ammortizzare meglio i costi, compatibilmente con le esigenze manutentive.
Lo stesso io sistema io lo propongo nella Sanità pubblica, per ridurre del 80% il tempo di attesa per le visite specialistiche, rese con macchine altamente costose, fra l'altro così facendo ridurrei i costi del 70 %.
Lo stesso dicasi sulla monetizzazione della mezza ora per il pranzo, non può essere un costo da addebitare alla FIAT ( nessun contratto Nazionale di Lavoro in Italia lo prevede, la pausa mensa è a carico dei lavoratori, invecè e sacrosanto il diritto alla Mensa ) e va scorporato dai costi, salvo con non si recuperi il tempo con un sabato al mese per 11 mesi, ed un 2° sabato per 4,6 mesi , per per ciascun turno.
PROPOSTA RECUPERO LAVORATIVO PAUSA MENSA |
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Giorni |
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gg |
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Giorni Anno |
365 |
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Domeniche |
52 |
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Sabati |
52 |
Giornate |
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Ferie |
20 |
Mensa |
da |
Recupero |
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Festività |
7 |
30'/g |
m/Anno |
h/A |
h/g |
Recuperare |
1°Sabato |
2°Sabato |
Giorni Lavorativi |
234 |
30 |
7020 |
117 |
7,5 |
15,6 |
12 |
3,6 |
Turni di Lavoro |
3 |
3 |
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Lavor. 3 Turni |
702 |
46,8 |
Il recupero delle 117 ore medie annue è dare alla FIAT una giusta risposta alle eventuali esigenze FIAT sugli straordinari richiesti da esigenze produttive.
Oppure si può rinunciare al recupero, però la FIAT ha il diritto di far funzionare gli impianti, in presenza di programmazione generale o esigenze di straordinario, con altri lavoratori assunti a tempo parziale per 3 gg. La settimana. In pratica ( 7,5 x 3 ) 22,5 ore di lavoro.
In questo modo si fa comunque salvo il concetto delle 40 ore lavorative, il rispetto della mensa.
Però la FIAT non può esimersi dal rispettare i vecchi contratti, né pensare di cambiare società come si cambia un trucco del viso, non può rifare ex-novo le assunzioni, dimenticarsi di quanto hanno fatto i lavoratori Fiat per un secolo intero, per cui la con-Proprietà Morale, ma soprattutto del Know-How Professionale della Fabbrica è anche del Mondo del Lavoro FIAT, oltre che degli ITALIANI che spessissimo hanno contribuito a risanare l'Azienda con incentivi economici notevolissimi sugli investimenti ( tali da far balenare l'idea della salvaguardia della destinazione d'uso degli investimenti per 30 anni per la produzione in ITALIA ), e le agevolazioni economiche sulle immatricolazioni, oltre che consentendo anche di assorbire altre realtà del Settore, famose come l'Alfa Romeo, Lancia a costi irrisori..
Queste sono risposte che io darei alla FIAT, in alternativa alle sue richieste, se non accondiscende a concordare le modalità degòli investimenti con l'organizzazione del lavoro, perchè bisogna fare concertazione, come si iniziò a fare nel 1973, con la rivoluzione contrattuale con la quale si contrattarono gli inquadramenti professionali.
In questa lotta i Metalmeccanici della FIOM non vanno isolati, ma insieme il movimento sindacale, i giovanio, i lavoratori, i pensionati, devono rispondere a questa svolta unilaterale voluta dalla FIAT, ed in questo chiediamo alla Famiglia Agnelli come è schierata.
Se poi la FIAT insiste, allora è bene chiarire alcuni aspetti fondamentali di Democrazia, di Lavoro, Esperienza, ecc.
La FIAT è una Signora Società dal 11 Luglio del 1899, è un grandissimo Leader Mondiale, ha avuto grandissimi proprietari, azionisti, dirigenti, ed è stata artefice di sviluppo economico dell'Italia e di molti altri paesi nel mondo, nessuno lo nega.
Però l'Esperienza non è solo della FIAT intesa come Capitale, ma anche dei suoi Dirigenti, Quadri, Operai, con un Back-Ground tramandato ultracentenario:
Se la FIAT dimentica di essere ITALIANA, gli ITALIANI possono Rinunciare al nome al FIAT, possono Cambiare il Nome, conservando intatto il Mondo del LAVORO ex FIAT, riconvertirlo in FABBRICA ITALIA… e fare senza quel nome Glorioso.
Forse ciò non è fattibile con questa parvenza di effimero Governo, ma senz'altro di un GOVERNO che il PAESE si MERITA' , uno diverso, assolutamente non federalista, ma di UNITA' NAZIONALE !
Viva l'ITALIA che ha 2764 anni di STORIA ( 753 + 2011), di Italiani che sono stato Faro di CIVILTA'
Viva il Nostro Mondo del Lavoro, le Imprese ed Imprenditori, gli Artigiani, le Istituzioni,
Si vada avanti con il Faro della Giustizia Sociale, della Pace, dello Sviluppo, della Democrazia, di questa nostra Gloriosa Costituzione.
Si utilizzi pienamente tutta la Ricchezza dell'Esperienza ultratrenntennale del Mondo del lavoro, non la si lasci perdere,
ma la si trasferisca ai Giovani e li si faccia crescere molto più velocemente, come è nelle loro possibilità capacità, volontà,
perché possano liberare tutte le loro immense energie
per far fare un'enorme balzo in avanti alla
ITALIA del FUTURO, già da OGGI, . senza aspettare DOMANI .
Martina Franca 2011-01-10
Per. Ind. Giacomo Dalessandro
POSSIAMO GIA’ OGGI AVERE L’ITALIA CHE VOGLIAMO PER IL FUTURO !
IO PROPONGO, VOI CONDIVIDETE ? SE SI, COSTRUIAMO INSIEME QUESTA IDEA E REALIZZIAMOLA!
Elezioni subito insieme con un gruppo di partiti che si Riconoscono nella Costituzione e Vogliono attuarla in tutti i suoi Principi Fondamentali:
L’Italia è in un momento cruciale dello Sviluppo Socio-Economico, nel quale se non si adottano delle scelte idonee, si può pregiudicare la sorte di centinaia di migliaia di Imprese, di milioni di Lavorarori, milioni di Pensionati, milioni di Studenti, facendo precipitare il Paese nel Baratro della Recessione Economica, Sociale, Culturale, con degrado enorme del Territorio e dell’Ambiente.
A far data dalla suddetta legge si dovranno eleggere contestualmente alle elezioni Politiche od Amministrative i nuovi rappresentanti rispettivamente negli Enti e Società Pubbliche Nazionali o Locali.
Nell’attuale transitorietà i neo parlamentari in sovrannumero eletti con il vigente sistema elettorale daranno le dimissioni (perché il sistema parta da subito con la nuova legge elettorale), per essere nominati nei consigli di amministrazione di Enti e società pubbliche, i cui vertici attuali vengono azzerati. I Rappresentanti nei CDA e dirigenti attuali di tutte le Società ed Enti Pubblici sono ridotti al 70% +1 .
Per le future nomine e fino a capienza degli eventuali posti disponibili dovranno essere i cittadini utenti delle Società ed Enti Pubblici ad eleggere direttamente i Presidenti ed i rappresentanti nei CDA.
Tutti i Bilanci di tutti i Ministeri, Enti e Società Pubbliche devono essere costantemente messi on-line in tempo reale, mese per mese, alla visibilità di tutta la popolazione.
Negli Enti e Società, Ministeri, Istituzioni non potranno essere assunti parenti fino al quarto grado di Dirigenti ed Impiegati direttivi di qualsivoglia Regione, Provincia, Città Italiana, salvo che non ci siano particolari meriti acclarati pubblicamente, con Curriculum Professionali idonei, e non in prevaricazione di altri concorrenti più titolati e meritevoli.
In questo caso le selezioni devono avere il massimo di trasparenza e visibilità anche online nei colloqui e prove.
Chiunque commetta o abbia commesso illeciti in contrasto con i suddetti principi applicabili da oggi, o illeciti pregressi in contrasto con la legislazione vigente all’epoca, dovrà rispondere e rifondere economicamente allo Stato, Enti, Istituzioni il danno materiale e di immagine provocato, e quanti indebitamente assunti dovranno essere licenziati, salvo possibilità di accedere a concorso pubblico alla pari di altri concorrenti, salvo conclamati meriti ed esperienze specifiche, comunque non in prevaricazioni di concorrenti con pari merito e titoli.
Lo stesso dicasi nel caso di appalti, concussioni, gestione effettuate in malafede e comportamenti deliquenziali che hanno o danneggiano Enti, Società, Istituzioni .e. mutui con interessi esorbitanti.
Gli stipendi ed i compensi di Deputati, Ministri, Sottosegretari, Amministratori, Rappresentanti, Direttori, Dirigenti e simili saranno ridotti del 30% ripetto agli attuali valori. I nuovi stipendi compreso i premi di produzione per Amministratori, Direttori, di Società ed Enti dovranno essere al massimo proporzionati a 5 volte (per società in passivo), a 30 volte il minimo stimendio sindacale dei dipendenti del medesimo Ente (per società in attivo comunque con incremento di fatturato reale del 10% annuo, ed in presenza di incremento occupazionale di almeno il 5% annuo).
Saranno assunti con concorso immediato con contratto quinquennale almeno 50000 lavoratori di tutte le specializzazioni e competenze per l’intero settore ( Giudici, Cancellieri, Personale di Segreteria, Personale Amministrativo ed operativo, Investigativo, Guardia di Finanza, Polizia Giudiziaria e Carceraria, ecc.). Al termine dei cinque anni, nel caso di riduzione delle necessità processuali, parte del personale potrà essere trasferito presso altre istituzioni con mansioni che comunque traggano vantaggi dalla competenza professionale acquisita.
Gli stipendi del primi due anni saranno al 70% rispetto agli attuali stipendi per competenze e mansioni specifiche, per passare al 80%, 90%, 100% nel restante triennio. Le strutture e l’organizzazione dovrà essere dotata di tutti i mezzi, attrezzature, strumenti, per consentire il pieno utilizzo delle nuove forza lavoro e del 100% della capacità lavorativa. I nuovi costi saranno compensati dall’incremento dei costi processuali da attribbuire agli inquisiti, e dal 30 % delle risorse economiche reperate dalll’attività investigativa contro le frodi, delitti, ecc.
Sarà posta particolare attenzione anche al contrasto dell’Evazione Fiscale che dovrà essere ridotta drasticamente, ai Traffici Illeciti indirizzati ai paradisi fiscali, al Lavoro Nero, al Traffico di Droga, all’Inquinamento Ambientale, ecc.
Tutti i nuovi processi dovranno essere istruiti ed aggiornati costantemente on-line, e devono essere conclusi entro:
Gli sconti si applicano dopo aver scontato i periodi di pena inflitti al netto degli sconti, previo giudizio e relazione del reale comportamento in carcere, valutato con punteggi di sconto con maturano a seconda dell’impegno reale lavorativo e di ravvedimento operoso e comportamento realmente morale e di ravvedimento sociale del condannato.
Tutti i condannati devono rimborsare con il 30% del valore economico del loro lavoro il costo della detenzione ( non è ammesso il pagamento in moneta proveniente dall’esterno, se non da ritorno economico di lavoro reale), con il 30% i danni materiali provocati al danneggiato di cui alla pena inflitta, il 30% per il sostentamento della famiglia esterna al carcere, il 10 % per spese voluttuarie.
Tale formazione consente:
- Una Resa 10 volte superiore rispetto ad una formazione esterna, posticcia, non affatto professionale e con utilitarismo puramente di facciata
- Ha costi inferiori al 25% rispetto ai costi di Formazione Tradizionale ( 10-20 Euro rispetto ai 100 Euro tradizionali ) anche perché utilizza strutture esistenti che vanno migliorate e potenziate con costi ed investimenti limitati
- Consente la Realizzazione di Centri Servizi a favore dell’intera comunità del Territorio, gestibili direttamente da Studenti, supportati da Personale
Docente, Organi Collegiali
- I Centri Servizi possono svolgere lavoro molto attivo che consenta l’adeguamento Normativo e di Sicurezza a costi ridotti dei tutti gli Edifici, Enti,
Società Pubbliche
- I Centri Servizio possono inoltre essere di supporto alle aziende del territorio curando e promuovendo il trasferimento Normativo e Legislativo, in
coordinamento con gli Ordini Professionali, Collegi, Organizzazioni di Categoria, Sindacali e del Mondo del Lavoro
- I Crediti Formativi Maturati con il Tempo Pieno consentono ai Giovani di presentarsi direttamente al Mondo del Lavoro già con un buon Livello
Formativo realmente confacente alle Esigenze delle Aziende
- I Crediti Formativi Consentono ai Giovani di Accedere alla Libera Professione con un Percorso Formativo alla pari del Praticantato, e soprattutto con
una conoscenza diretta della Libera Professione oggi assolutamente sconoscita al 90% dei Giovani Diplomati
- I Crediti Formativi consentono ai Giovani di Accedere al Percorso Universitario alla Pari con gli Iscritti agli Albi, facilitandone il percorso
- Riformare l’Università Estendento la Formazione-OnLine abbattendone i costi, l’Accesso Libero alle Facoltà, Ritornare alla Laurea Quinennale, (con
step intermedio triennale),
Perticolare attenzione sarà prestata ad Aziende, Imprenditori, Artigiani, Commercianti, Professionisti che abbiano subito soprusi, ricatti, estorsioni,
strozzinaggio, per consentire loro un ritorno con un percorso sorvegliato alla correttezza e legalità gestionale delle imprese.
Il lavoro Nero sarà perseguito in tutte le forme e comporterà sanzioni immediate compreso la sospensione dalle attività dei responsabili gestionali, ed
in caso di reiterazione fino al ritiro delle licenze per svolgere attività lavorative.
Tutte le pratiche burocratiche dovranno essere snellite al massimo per consentire di ottenere il permesso all’Attività Imprenditoriale, Artigianale,
Commerciale, Libero Professionista, entro massimo 30 gg. Dalla presentazione della istanza a Sportello Unico, che dovrà interfacciarsi con tutte le
Istituzioni interessate alle autorizzazioni.
Le licenze dovranno essere concesse al massimo entro 60 gg da presentazione delle relative richieste di permessi ed autorizzazioni.
Trascorsi i suddetti termini le Imprese potranno procedere alle iniziative con tacito consenso pubblico, nel rispetto comunque della legislazione vigente,
di cui se ne faranno carico i Progettisti deputati dalle aziende. Anche in presenza del silenzo assenzo i Progettisti rispondono in prima persona della
rispondenza dei progetti alle normative esistenti.
La normativa Nazionale prevale sulla normativa regionale e locale. La legislazione regionale e locale non potrà essere contraddittori con quella
Nazionale, salvo specificità di regolamento, ma non di legislazione.
I Contratti di lavoro interinali ed a tempo determinato valgono per 1 anno, consentendo le relative agevolazioni.
Le aziende, trascorso questo anno non potranno assumere altro personale se non dopo l’assunzione del personale come da contratto precedente.
Nel caso di conferma dei contratti all’impresa saranno riconosciuti gli sgravi relativi per il secondo e terzo anno.
In caso di recessione sarà comnsentito licenziare, ma in caso di ripresa dovranno essere riassunti i dipendenti pregressi.
Il lavoro nero comporterà la perdita di tutte le agevolazioni, il relativo ristorno, il reinnalzamento delle tasse ai 10 punti precedentemente abbassati.
Tutte le attività dovranno essere regolarmente registrate, fatturate, iscritte a libro paga.
Le fatture dovranno essere pagate entro 60 gg dalla emissione o ricevimento, salvo contestazione, con ricorso giudiziario a rito abbreviato.
L’IVA sulle fatture sara pagata direttamente dal committente, alo stesso modo della R.d.A.
Lo storno dell’IVA potrà avvenire contestualmente previo comunicazione diretta all’Agenzia delle Entrate, che ne ha riscontro diretto tramite
dichairazione del committente.
Tutte le operazioni superiori a 100,00 Euro devono avvenire tramite bonifico postale o bancario a costo ridottissimo, con carte di credito o bancomat,
con le indicazioni per la rintracciabilità.
Non saranno consentite operazioni ripetute per importi minimi tesi ad evadere i controlli della rintracciabilità del sistema.
E’ obbligo di chiunque oggetto di usura, concussione, ricatti e reati similari, di denunciare gli eventi anche in forma protetta ( il sistema di protezione
dovrà essere studiato dalle autorità per garantire l’informatore ed il risultato dell’operazione di prevenzione).
- Realizzare una Formazione Reale per i giovani delle Scuole promuovendo ed attuando attivamente al Tempo Pieno, per trasferire la Professionalità
maturata da Progettisti, Professionisti, Dirigenti, Quadri, Personale Altamente Specializzato del Mondo del Lavoro.
- Motivare i Giovani al Tempo Pieno consentendo loro Crediti Formativi a valer come preticantato per l’Iscrizone agli Albi Professionali, Crediti per Esami Universitari alla Pare degli Iscritti agli Albi Professionali, Crediti come Master Formativi per Accedere al mondo del lavoro
- Consenta l’Innovazione Tecnologica, l’Adeguamento Normativo e di Sicurezza, il rispetto dell’Ambiente in uno Sviluppo Compatibile, in tutti gli Edifici Pubblici, Scuole, Università, Aziende ed Enti, Impianti di Trattamento Acque, Rifiuti, Centrsli, ecc. nell’arco del Quinquennio Legislativo
- Partecipare agli appalti utilizzando l’Esperienza di Persone in Mobilità e Cassa Integrazione, decuplicata dalla Enorge Energia inespressa dei Giovani, da Formare con il Tempo pieno nelle Scuole
- Delineare Interventi che Accelerare la Ripresa Economica Raddoppiando la Capacità di Realizzazione di Opere Pubblica dimezzandone i Costi in Virtù dell’utilizzo di 1/3 di Personale Cassa Integrato integrato con 2/3 di Forza Lavorativa Giovanile
Indirizzare l’Utilizzo degli Incentivi Pubblici per le Energie Alternative ed il Risparmio Energetico a tutti gli edifici Pubblici, Scuole, Ospedali, Ferrovie, Aziende, ecc.
Martina F. 9 Gennaio 2011
Per. Ind. Giacomo Dalessandro
APPELLO PER LA RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI RIFIUTI IN TUTTA ITALIA - RICHIESTA DL O LEGISLAZIONI REGIONALI - VEDI VIDEO MESSAGGIO
martedì 4 gennaio 2011 23.56
Messaggio già inviato a:
- Presidenza della Repubblica
- Presidenza del Consiglio dei Ministri
DIFFERENZIAMO NOI,
Appello a:
STUDENTI,
PRESIDENZA REPUBBLICA, PARLAMENTO, REGIONI MAGISTRATURA, GOVERNO,
RAI, TELEVISIONE, RADIO, GIORNALI, STAMPA,
FORZE SOCIALI, SINDACATI, LAVORATORI, PENSIONATI, CITTADINI, VOLONTARIATO, CHIESA CATTOLICA ed altre RELIGIONI,
ISTITUZIONI PER LA COSTITUZIONE, FORZE SANE DEI PARTITI DEMOCRATICI,
FORZE dell'ORDINE, FORZE ARMATE, INTENDENZA di FINANZA
SUPERMERCATI, COMMERCIANTI, IMPRESE, ARTIGIANI, LIBERO PROFESSIONISTI, MEDICI, AVVOCATI,
DIFFERENZIAMO VOLONTARIAMENTE I RIFIUTI,
DIFFERENZIAMOCI
DA MAFIA, CATTIVA POLITICA, TANGENTI, COLLUSIONI, CONCUSSIONI,
CHIEDIAMO AL GOVERNO un DL con attuazione IMMEDIATA VALIDO PER TUTTA ITALIA,
LEGGI A PROMULGAZIONE IMMEDIA REGIONALI, REGOLAMENTI PROVINCIALI E COMUNALI
Questo è un APPELLO rivolto a tutte le Istituzioni, Cittadini, Forze Sociali, a partire dai GIOVANI STUDENTI (che possono fare tantissimo per tutti noi, aiutandoci a dialogare con le Famiglie, perché si apra un serio dibattito per il loro futuro), perché tutti insieme
proclamiamo da Domenica 9 Gennaio 2011, per tutta l' ITALIA UNITA , un'Azione Unitaria Nazionale per la
Raccolta Differenziata dei RIFIUTI,
senza spendere neanche una lira in piu' rispetto ad oggi, rispetto a quanti, eventualmente interessati al Businnes dei Rifiuti, paventano costi esorbitanti per la Raccolta Differenziata.
Noi invece asseriamo che, con l'aiuto cosciente dei cittadini, otterremo risparmi e non aumenti, che saranno resi dall'attuazione del riciclaggio da parte dei Cittadini Italiani.
I Fondi recuperati saranno da destinare alla Scuola, Ricerca, Innovazione, Ambiente, Energie Rinnovabili..
Sapete quale è l'Uovo di Colombo della Raccolta Differenziata dei Rifiuti?
Un Decreto Legge Nazionale sull'Attuazione del Riciclaggio Rifiuti, ed in assenza del DL Governativo Leggi Regionali, Regolamenti Locali, con sui si impone il Deposito e la Raccolta Differenziata dei Rifiuti (da parte dei Cittadini dovunque ancora non esiste) a secondo delle categorie, selezionati per giorni della Settimana, utilizzando i medesimi contenitori attuali, eventualmente utilizzando quelli con coperchi funzionanti per la raccolta di carta, cartone, il tutto da svolgere nella seguente modalità:
I mezzi di raccolta scaricheranno direttamente eventualmente in siti diversificati, o in luoghi diversi selezionati comunque per cumuli omogenie, a seconda del materiale raccolto.
Fra l'altro, considerando che gli imballaggi rappresentano oltre il 70% dei rifiuti in volume, è concretamente pensabile che l'Umido, rappresentando circa il 20% dei rifiuti, sarà di più facile smaltimento nei medesimi luoghi di origine (richiedendo meno spazio, ovvero 20% rispetto al 100% della raccolta indifferenziata) perché ad ognuno spetta smaltire quello da lui stesso prodotto.
Sarà quindi possibile raccogliere l'Umido in discariche ben definite e protette per evitare dispersione di percolato ed emissioni nauseabonde, in attesa che si possa procedere, con la realizzazione di Strutture di Compostaggio e simili, nella trasformazione in Fertilizzante o BioCombustibile.
Gli altri rifiuti potranno essere smaltiti in maniera più agevole presso altre discariche diversificate in attesa di riciclo o recupero energetico, con ritorni economici notevoli.
In questo questo modo si possono raccogliere anche i rifiuti differenziati a Napoli, a costo zero.
Quelli non umidi selezionati per tipologia, possono essere accettati da altre discariche soccorritrici di quelle del Napoletano, senza che i relativi abitanti abbiano ripercussioni negative per liquami e odori neusabondi.
I notevoli ritorni economici dovranno essere ridistribuiti, sotto il diretto controllo di rappresentanti eletti dai cittadini, per :
Si attui immediatamente un DL che decreti nel merito di quanto sopra, e disponga multe salate per i cittadini che non collaborano (10 Euro per la prima infrazione registrata, 20 Euro la seconda, 40, 80, 160… a seguire sempre raddoppiando le successive infrazioni.
Per le aziende, commercianti ecc. gli importi partiranno da 500 Euro con raddoppi successivi. Il monitoraggio ed il rilievo delle infrazioni dovranno essere accertate da tutte le istituzioni, Vigili, Forze dell'Ordine, ecc.
Si dia in'oltre autorizzazione alla prosecuzione della diffusione dei Sacchetti tradizionali, che già di per sé sono nello spirito del riciclo essendo utilizzati per il contenimento dei rifiuti delle famiglie, da utilizzare per la Raccolta Differenziata.
I sacchetti autorizzati dovranno essere idonei per consentire di smaltire correttamente in maniera differenziata :
In questo modo si aiuterà la raccolta differenziata, senza imporre ai cittadini costi aggiuntivi per l'acquisto di sacchetti specifici per la differenziata che hanno costi superiori 30-50% in più, quelli riciclabili sono fra l'altro di qualità pessima, capaci di rompersi e spandere facilmente la spesa, oltre che i rifiuti, e forse sono ancora più dannosi degli altri non biodegradabili, perchè disperdendosi anonimamente dovunque inquinano il terreno per i colori e sostanze usate nella preparazione.
Inoltre è insulso parlare solo dei sacchetti quando il relativo volume della plastica è molto meno rilevante risapetto a quella di tutti gli altri imballaggi, bottiglie, cassette, contenitori, ecc..
Tutta la Stampa, l'informazione RadioTelevisiva deve giornalmente annunciare deontologicamente e gratuitamente la tipologia di rifiuti da smaltire ciascun giorno della settimana, in maniera molto più seria e realistica nello stesso modo se non al posto dell'enunciazione quotidiana di oroscopi fasulli.
Così facendo si da un idoneo servizio di corretta informazione, valida per funzione, prevenzione, benefici, e quanto altro c'è di positivo nel riuscire a far attuare da parte di tutti la Raccolta Differenziata ed il relativo Riciclo dei Rifiuti.
Tutti i Cittadini onesti terranno conto e risponderanno positivamente con indici di ascolto delle TV e Radio, di lettura dei Giornli, di Valenza e correttezza dei Politici, comportamento di Enti ed Istituzioni, di quanti si adopreranno Gratuitamente ed Onestamente per dare una Svolta di Democrazia, Cultura, Capacità, Solidarietà, Sapienza per la risuluzione di questo problema:
FACCIAMO VEDERE A TUTTO IL MONDO DI COSA SIAMPO CAPACI NOI CHE
SIAMO ITALIANI
oltre che
CITTADINI d'EUROPA
e
GIA' OGGI VOGLIAMO COSTRUIRE INSIEME
a
Studenti, Giovani, Lavoratori, Imprenditori, Pensionati, Padri e Figli, Politici e Partiti Onesti, Associazioni Religiose e Laiche,
il
MONDO del FUTURO.
A partire da domani sarà disponibile il ns. Sito Internet, in fase di elaborazione,
http://www.consulenteambientale.eual quale quanti vorranno potranno dare il loro contributo di idee ed iniziative per il
BENE di TUTTI.
Per. Ind. Giacomo Dalessandro
studiotecnicodalessandro@virgilio.itQuesto Messaggio, oltre che essere inviato alle istituzioni ed organizzazioni sopra indicate in indirizzo, è pubblicato in Internet su YOUTUBE all'indirizzo
http://www.youtube.com/watch?v=4RXdpl0hTHged inoltre su:
http://www.cristo-re.eu http://www.engineering-online.eu
AUGURI BUON ANNO 2011 SOLIDARIETA' GIOVANI LAVORATORI STUDENTI PENSIONATI IMPRENDITORI PACE SVILUPPO SOSTENIBILE...
sabato 1 gennaio 2011 10.46
Gent.mi,
in attesa di riprendere nel 2011 all'insegna della PACE, nella risalita economica del Paese Italia, con un proficuo lavoro politico e di concertazione con le Forze Sociali, Lavoratori, Giovani, Studenti, Pensionati, Imprenditori, che porti a scelte in funzione della Giustizia Sociale, Solidarietà, Lavoro, Futuro per i Giovani, Scuola nel Tempo Pieno e Trasferimento Professionalità da Senior a Giovani in un'osmosi di Padre-Figlio, Università Ricerca, Salute, Sviluppo Economico, Ambiente Compatibile,
invio a tutti Voi
alle Vostre famiglie e Collaboratori
un
Sincero Augurio
di
BUON ANNO 2011
Per un Saluto da Martina Franca Vedi i Presepi cliccando qui sopra.Per. Ind. Giacomo Dalessandro
studiotecnicodalessandro@virgilio.it http://www.cristo-re.eu http://www.engineering-online.euBuon Natale e Felice Anno Nuovo,
MERRY CHRISTMAS AND HAPPY NEW YEAR,
FROHE WEIHNACHTEN UND HAPPY NEW YEAR,
Gëzuar Krishtlindjet dhe Gëzuar Vitin e Ri,
عيد ميلاد مجيد وسنة جديدة سعيدة ,
З Калядамі і HAPPY NEW YEAR,
ВЕСЕЛА КОЛЕДА И ЩАСТЛИВА НОВА ГОДИНА,
¡BON NADAL I FELIÇ ANY NOU,
VESELÉ VÁNOCE A ŠŤASTNÝ NOVÝ ROK,
Sretan Božić i Sretna Nova Godina,
GLÆDELIG JUL OG GODT NYTÅR,
Happy New Year חג מולד שמח ו,
Häid jõule ja head uut aastat,
HYVÄÄ JOULUA JA ONNELLISTA UUTTA VUOTTA,
FELIZ NATAL E FELIZ ANO NOVO,
Nadolig Llawen a Blwyddyn Newydd Dda,
ΚΑΛΑ ΧΡΙΣΤΟΥΓΕΝΝΑ ΚΑΙ ΚΑΛΗ ΧΡΟΝΙΑ,
Merry Christmas AGUS Athbhliain BHLIAIN,
Gleðileg jól og Gleðilegt nýtt ÁR,
Priecīgus Ziemassvētkus un laimīgu Jauno gadu,
Kalėdų ir Naujųjų metų,
Merry Божиќ и Среќна Нова Година,
FELICE ANNO NUOVO ناتاله پست,
BUON NATALE E FELICA ANNO NUOVO,
Crăciun fericit şi HAPPY NEW YEAR,
С Рождеством и HAPPY NE
W YEAR,Срећан Божић и срећна Нова Година,
VESELÉ VIANOCE A ŠŤASTNÝ NOVÝ ROK,
Vesel božič in srečno novo leto,
¡FELIZ NAVIDAD Y FELIZ AÑO NUEVO,
GOD JUL OCH GOTT NYTT ÅR,
З Різдвом і HAPPY NEW YEAR,
Boldog Karácsonyt és Boldog Új Évet,
לעבעדיק ניטל און גליקלעך נייַ יאָר
PER LA RASSEGNA STAMPA precedente dal 2010-10-17 al 2011-05-13 clicca su: Rassegna Stampa - L'Argomento di Oggi - dal 2010-11-03 ad oggi 2011-05-13 HTML PDF |
Rassegna Stampa - L'Argomento di Oggi - dal 2011-06-15 ad oggi 2011-08-27 |
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2011-08-26 26 agosto 2011 LOTTA ALL'EVASIONE Vicenza, azienda conciaria occulta al fisco 1 miliardo e 334 milioni In principio c'è stata un'indagine per corruzione che ha ipotizzato il pagamento da parte dell'azienda Mastrotto Group di una tangente da 300 mila euro nei confronti di professionisti e funzionari dell'Agenzia delle Entrate, poi una verifica fiscale che ha scoperto l'attività della stessa ditta dal 2005 ad oggi. È questa l'origine dell'indagine della Guardia di Finanza di Vicenza che ha portato a scoprire come gli 800 dipendenti ricevessero parte degli stipendi in nero per un controvalore complessivo calcolato in almeno nove milioni di euro. La provvista di denaro extracontabile derivava da corrispondenti cessioni, sempre in nero, di tonnellate di pellame. Ancora artifici contabili consentivano di far sparire dalla contabilità aziendale il materiale venduto senza fattura. Il salto di qualità dell'inchiesta è arrivato però quando i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria sono riusciti a ricostruire la struttura di controllo della società con sede ad Arzignano, una organizzazione per scatole cinesi che ha permesso di far risalire così a due holding gemelle in Lussemburgo e adue trust con sede nell'isola di Mann. Gli investigatori vicentini sono stati in grado di dimostrare che i trust erano fittizi. I due fratelli italiani che li avevano disposti ne erano infatti anche beneficiari e gestori di fatto e questo cancella i vantaggi fiscali garantiti sia dai trust che dalle holding lussemburghesi. Risultato: 106 milioni di euro sono stati recuperati a tassazione mentre è stato accertato che un miliardo e 334 milioni è stato sottratto al monitoraggio fiscale e questo consentirà all'erario di incamerare centinaia di milioni. I responsabili dell'azienda, che hanno sostanzialmente riconosciuto la bontà delle conclusioni cui sono giunti gli esperti delle fiamme gialle, si sono impegnati a procedere in un percorso di regolarizzazione della loro posizione nei confronti del fisco italiano. "Abbiamo dimostrato di essere bravi quanto i migliori consulenti aziendali - ha commentato il col. Antonio Morelli, Comandante provinciale della Guardia di Finanza di Vicenza, illustrando l'operazione - anzi per alcuni versi ancora più bravi. In questo particolare momento storico che richiede sacrifici a tutti gli italiani saremo in grado di scovare e punire tutti coloro che costruiscono artifizi fiscali".
26 agosto 2011 La manovra che cambia La Lega: agire su reversibilità Frondisti Pdl: via 25% degli statali Sarà l’incontro di lunedì ad Arcore fra Silvio Berlusconi e Umberto Bossi a dire una parola decisiva sulla nuova manovra anti-crisi. Un decreto che, in attesa delle certezze che saranno fissate dagli emendamenti depositati in Senato, continua a vivere sulle tensioni continue nella maggioranza fra il Pdl e la Lega e a registrare sempre nuove proposte. Le ultime (di matrice lumbard) riguardano una patrimoniale "anti-evasori" e gli assegni di reversibilità delle vedove, mentre dai frondisti del Pdl che fanno capo a Guido Crosetto arriva un possibile emendamento-choc: obbligare tutti i ministeri e gli enti pubblici a presentare una razionalizzazione delle piante organiche che porti, a regime, a una riduzione del personale di ben il 25%. Già ieri il premier ha provato a chiamare il leader leghista dopo la frattura occorsagli al braccio, ma al telefono ha risposto il figlio Renzo. Quasi una metafora dell’attuale difficoltà di comunicare dentro la maggioranza. Con i due leader massimi impegnati su altri fronti, protagonista del giorno è Roberto Calderoli. Il ministro leghista della Semplificazione nel pomeriggio incontra per due ore a Roma Angelino Alfano, il segretario del Pdl. Un incontro lungo ma, a quanto pare, non produttivo: le distanze restano tutte, specie sul nodo della previdenza, e fino a lunedì toccherà lavorare ai "mediatori". Prima, però, Calderoli è a Rimini, al Meeting di Cl, da dove lancia due proposte forti: una proprio sulle pensioni e l’altra in area fiscale. Sul primo argomento Calderoli non fa in realtà nessun arretramento sulla questione dell’età di uscita dal lavoro, dove l’attuale decreto è per il Carroccio come il Vangelo ("Resti immutato, il punto di compromesso è già stato raggiunto"), alla faccia di quel che dice Alfano. Fa una concessione, invece, su quelle che Calderoli chiama le "pensioni di chi non ha mai lavorato". Insomma, per la Lega "bisogna andare a interessarsi di chi ha pensioni di reversibilità eccessivamente alte" e che, per di più, riceve magari "degli accompagnamenti (nel senso di indennità, <+corsivo>ndr<+tondo>) che attualmente vengono dati indistintamente a tutti, senza limiti legati al reddito". Si rallegra Gaetano Quagliariello, numero due del Pdl in Senato, che parla di "possibile spiraglio", ma per Massimo Corsaro, vicepresidente del gruppo alla Camera, si tratta invece di "semplice pretattica". E subito alza la voce la Fish (Federazione superamento handicap), che lamenta: "La Lega se la prende con le vedove e le persone con grave disabilità". Ancora più forte è l’altra idea prospettata da Calderoli e sulla quale, ha precisato, sta lavorando "un gruppo di tecnici" della Lega: una patrimoniale ("ma non chiamatela così", si appella il ministro) con cui sostituire il contributo di solidarietà, che non va bene perché "è inammissibile far pagare di più a chi ha già pagato le tasse". Il ragionamento è semplice: l’oggetto del balzello sarebbe "solo il patrimonio su cui non sono state pagate le tasse sotto altre forme", che in pratica verrebbero "detratte", quindi scalate, da questa nuova imposta. In questo modo, sottolinea Calderoli, "se Tizio ha intestato a Caio in maniera di comodo un bene, questa volta qualcuno le tasse le paga". Su quest’altro campo, insomma, le parti sono esattamente ribaltate: il Carroccio vede con favore un intervento più equo, ma è il Pdl a dire un secco no a ogni forma di patrimoniale. Sul fronte fiscale, la forza principale della coalizione opta invece, al momento, per un aumento dell’aliquota ordinaria dell’Iva di un punto, dal 20 al 21%, lasciando invariate quelle del 4 e del 10%. Quanto alla "super-Irpef", l’obiettivo è abolirla del tutto o, al massimo, rimodularla, alzando a 200mila euro il tetto di reddito oltre cui chiedere il contributo del 5%. Eugenio Fatigante
2011-08-21 21 agosto 2011 Gmg: appuntamento nel 2013 a Rio de Janeiro Il Papa ai giovani di Madrid "Il mondo ha bisogno di Dio ha bisogno della vostra fede" La mattinata Fedeli al Papa nonostante stanchezza, caldo, sete, pioggia e, infine, una notte quasi insonne, un milione e mezzo, forse due milioni, di giovani pellegrini dellaGiornata Mondiale della Gioventù hanno accolto con gioia incontenibilequesta mattina Benedetto XVI nell’immenso campo della base aerea nel quale ha celebrato la Messa conclusiva della Gmg di Madrid. I ragazzi erano già presenti da ieri sera quando si era celebrata la Veglia dipreghiera presieduta dal Papa. Un'appuntamento intramezzato da un improvviso violento nubifragio, affrontato con allegria dai giovani e con placida serenità dal Papa. Secondo il portavoce del Vaticano padre Federico Lombardi, fra 1,5 e 2 milioni di persone hanno assistito alla Veglia e alla messa, chi a Cuatro Vientos, chi, perché gli spazi disponibili erano stati esauriti, seguendola sugli schermi giganti allestiti a Madrid. "Spero che abbiate potuto dormire, e che abbiate potuto anche pregare", ha detto sorridendo Benedetto XVI salutando i giovani al suo arrivo questa mattina."Sono sicuro, ha aggiunto, che vi siete svegliati alzando più volte gli occhi al cielo, non solo gli occhi ma anche il cuore".A riceverlo c’era anche re Juan Carlos e la regina Sofia. Secondo la stampa di Madrid la veglia di ieri sera e la messa oceanica di oggi costituiscono la più grande riunione cattolica mai realizzata in Spagna. L’annuncio che a causa dei danni causati dal nubifragio di ieri notte allo stock di ostie depositate nelle tende-cappelle del campo la comunione non sarebbe stata possibile per tutti è stata accolta con un iniziale disappunto. Ma poi l’arrivo del Papa ha riacceso l’entusiasmo del mare di ragazzi riuniti a Cuatro Vientos.
L'omelia "Il mondo ha bisogno certamente di Dio, ha bisogno della testimonianza della vostra fede". Lo ha detto il Papa ai due milioni di giovani assiepati nell’aerodromoCuatro Vientos di Madrid per la Messa conclusiva della Gmg. "Penso che la vostrapresenza qui, giovani venuti dai cinque continenti, sia - ha sottilineato il Papa - una meravigliosa prova della fecondità del mandato di Cristo alla Chiesa: "andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura"". "Anche a voi - ha scandito - spetta lo straordinario compito di essere discepoli e missionari di Cristo in altre terre e paesi dove vi è una moltitudine di giovani che aspirano a cose più grandi e,scorgendo nei propri cuori la possibilità di valori più autentici, non si lasciano sedurre dalle false promesse di uno stile di vita senza Dio". "Cari giovani - ha detto ancora Papa Ratzinger - permettetemi che, come Successore di Pietro, vi inviti a rafforzare questa fede che ci è stata trasmessa dagli Apostoli, a porre Cristo, il Figlio di Dio, al centro della vostra vita. Perà permettetemi anche che vi ricordi che seguire Gesù nella fede è camminare con Lui nella comunione della ChiesaLa fede non dà solo alcune informazioni sull’identità di Cristo, bensì suppone una relazione personale con Lui, l’adesione di tutta la persona, con la propria intelligenza, volontà e sentimenti alla manifestazione che Dio fa di se stesso. Rispondetegli - ha concluso - con generosità e audacia, come corrisponde a uncuore giovane qual è il vostro".
Tra due anni a Rio de Janeiro "Sono lieto di annunciare - ha detto il Papa nell’Angelus dopo la Messa conclusiva della XXVI Gmg - che la sede della prossima Giornata mondiale della gioventù sarà Rio de Janeiro". E’ tradizione che al termine di un raduno mondiale dei giovani il Papa annunci ufficialmente l’appuntamento successivo. La prossima Gmg si svolgerà tra due anni. Nei saluti nelle varie lingue il Papa ha sollecitato i giovani a non farsi soggiogare da una società secolarizzata: "Non abbiate paura di essere cattolici", "la fede non è una teoria", "vi sentirete controcorrente in mezzo a una società relativista che rinuncia a possedere la verità", "questo particolare momento storicoè pieno di sfide e opportunità".
20 agosto 2011 TENSIONI NELLA MAGGIORANZA Pensioni, Berlusconi insiste: la Lega rifletta Acque sempre agitate nellamaggioranza sulla manovra. È ancora una volta la Lega a mettersi di traverso con Umberto Bossi che smentisce aperture sulle pensioni e addirittura profetizza: "L'Italia finirà male". Roberto Calderoli insiste: "Il Pdl non pensi solo ai suoi elettori, la previdenza non si tocca, per noi è un imperativo non un capriccio". Poi in serata sembra ammorbidire le sue posizioni chiedendo agli alleati di marciare compatti per evitare la "spallata dei poteri forti" e trovare una "proposta unica" di modifica sulla finanziaria bis che metta d'accordo tutti. Il Pdl prende atto dell'apertura ma aumenta il pressing per far tornare sui suoi passi il Senatur: "La Lega rifletta, è necessario un intervento sul nodo previdenziale". Intanto, nella maggioranza l'ultima ipotesi per fare cassa a alleggerire i tagli agli enti locali è quella della dismissione di caserme e altri immobili di Stato. Gli scajoliani insistono: "Aumentare l'Iva non deprimerà i consumi". Anche il governatore lombardo, Roberto Formigoni, rilancia: "Sette-otto regioni sono più che sufficienti, dismettiamo il patrimonio dello Stato". Alla vigilia dell'inizio dell'iter parlamentare della finanziaria bis i frondisti non arretrano di un millimetro: martedì vedranno Angelino Alfano e gli chiedono di fare una sintesi delle loro proposte di modifica del provvedimento economico varato il 13 agosto scorso dal Cdm. "Apprezziamo la disponibilità ai cambiamenti espressa dal presidente del Consiglio, fatti salvi esclusivamente i saldi, pari a 45,5 miliardi di euro fino alla fine della legislatura - scrivono in una nota comune- e ribadiamo la nostra convinzione: no a nuove tasse, sì a riforme per raggiungere il pareggio di bilancio senza deprimere l'economia". L'ex presidente del Senato, Marcello Pera, che critica assicura: "Comunque vada, i 'frondistì voteranno la manovra". Il Pd presenterà la prossima settimana la sua contro-manovra e per bocca di Pierluigi Bersani, attacca: "Il governo è nel caos. Per amor di patria, la maggioranza metta rapidamente un qualche rimedio all'incredibile babele di questi giorni". Il Pdl non arretra, dunque, sulla questione previdenziale. Dice il capogruppo alla Camera, Fabrizio Cicchitto: "La Lega deve fare una attenta riflessione, visto che siamo tutti di fronte a scelte assai stringenti, visto che la situazione economica generale per certi versi si è addirittura aggravata e non dà certamente spazio ad un mutamento dei saldi". Claudio Scajola insiste sul ritocco dell'Iva: "Se aumentassimo di un punto l'Iva, lasciandola però invariata sui beni di prima necessità, potremmo guadagnare 5-6 mld l'anno e questo renderebbe più giusta la manovra. A mio parere l'aumento dell'uno per centro non diminuirebbe i consumi, lo ha fatto la Germania e non ha avuto danni". E ancora: "Sì alla riforma delle pensioni e alle dismissioni". Ignazio La Russa è favorevole alla dismissioni per la Difesa ma senza tagli: "Sono stato io a proporre di puntare molto sulle dismissioni, purchè queste non incidano minimamente sulla sicurezza e l'efficienza e purchè il ricavato ritorni in larga parte alla Difesa per sopperire ai tagli lineari. Mi fa piacere che adesso si parli della vendita di immobili anche non della Difesa". Anche Saverio Romano, ministro dell'Agricoltura, invita ad accelerare: "È necessario buttare il cuore oltre l'ostacolo. O si coglie l'occasione di una congiuntura economica internazionale completamente negativa per accelerare sul terreno delle riforme strutturali di cui ha bisogno l'Italia ivi compresa quella delle pensioni, oppure si corre il rischio di perdere il treno con la conseguenza di far deragliare il paese su un binario morto". Sulla stessa linea anche Maria Stella Gelmini: "La Lega ci ripensi, si faccia la riforma pensionistica". Gianfranco Rotondi, ministro dell'Attuazione del programma, insiste: "Sì alle macroregioni, aboliamo tutte le province. L'Udc non usa mezzi termini: "Bossi e Berlusconi sono come un ciclista che vuol guidare un autobus. Non potranno mai riuscirci". Dice il deputato e responsabile Enti locali del partito, Mauro Libè: "I dati dimostrano ogni giorno che questo finto bipolarismo ha solo contribuito ad aggravare la situazione economica dei cittadini". E ancora: "Il federalismo di facciata della Lega è servito solamente a permettere l'aumento dei tributi locali, senza alcun beneficio per i cittadini in quanto a qualità dei servizi. Oggi si parla di tagliare qualche provincia e di abolire i piccoli comuni. Sono solo chiacchiere che dimostrano la mancanza di volontà. Per raggiungere questi obiettivi, infatti, bastava votare le nostre proposte". "Questo federalismo di facciata -conclude Libè- fa emergere una realtà drammatica: chi ci governa non conosce il paese". Angelo Cera, deputato centrista, critica proposta Pd sul ridimensionamento dei parlamentari: "In un periodo di sofferenza per l'intero sistema Italia, c'è chi ha il coraggio di uscire sui media e farsi una pubblicità a buon mercato". In serata Pier Ferdinando Casini ribadisce il suo no alla 'super tassa che massacra il ceto medio" e avverte: "Non voteremo la manovra così com'è, perchè tartassa i soliti noti". Il Pd, dunque, boccia ancora una volta l'operato del governo e annuncia una contromanovra che verrà presentata martedì prossimo con tre obiettivi: mantenere i saldi, dare uno stimolo all'economia, garantire equità nella distribuzione dei sacrifici. Bersani non ha dubbi: "Nel governo e nella maggioranza c'è uno sbandamento totale. La prossima settimana rischia di aprirsi in un'incertezza pericolosa". Alcuni giorni fa il Pd aveva indicato sette punti-chiave di una manovra alternativa a quella voluta da Giulio Tremonti e Silvio Berlusconi: una soglia sulla tracciabilità dei pagamenti più bassa rispetto ai 2.500 euro previsti dal governo; una imposta progressiva sui valori immobiliari; un prelievo straordinario una tantum sull'ammontare dei capitali esportati illegalmente e 'scudatì. Martedì arriveranno i dettagli del piano. "Per quel che ci riguarda -spiega il leader dei Democrat - noi stiamo traducendo in emendamenti il nostro piano e martedì prossimo lo presenteremo all'opinione pubblica e alle forze sociali". Poi assicura: "Arriveremo al confronto in Parlamento con le idee chiare e con soluzioni vere e praticabili. Per amor di patria, la maggioranza metta rapidamente un qualche rimedio all'incredibile babele di questi giorni". Tuona Antonio Di Pietro: "Mentre l'economia italiana continua ad andare a picco, il governo di Berlusconi e Tremonti non riesce a capire da dove tirare fuori i soldi che ci vogliono per risanare i conti e si dibatte tra la sciagurata idea di un nuovo premio agli evasori fiscali, che ci derubano continuamente, e la svendita di qualche patrimonio dello Stato".
20 agosto 2011 CRISI Autunno nero per l'occupazione 88 mila posti di lavoro in meno Sarà un autunno nero per l'occupazione: anche se l'emorragia dei posti di lavoro registra un rallentamento, il saldo a fine 2011 per le imprese con almeno un dipendente (circa 1,5 milioni) mostra ancora il segno meno: 88mila i posti in uscita - dice Unioncamere - pari a un calo dell'occupazione dipendente dello 0,7%. Più a rischio il lavoro nelle piccole e medie imprese e, a livello geografico, è il Sud a mostrare un deciso affanno. Nel 2010 il saldo negativo era stato di 178mila unità, -1,5%. Peggio ancora era andata nel 2009, anno clou della crisi: 213.000 i posti bruciati, pari a -1,9%. Nei numeri del centro studi Unioncamere il 2011 vede quasi 44mila entrate in più rispetto al 2010 e 47mila uscite in meno ma, anche a causa dell'accresciuta incertezza sulla scena internazionale, l'inversione di tendenza non sembra essere alle porte per le imprese dell'industria, commercio e servizi. Per il settore industriale a fine 2011 è attesa una perdita di quasi 59mila unità (-1,2%); meglio i servizi che dovrebbero fermarsi a quota -29mila unità (-0,4%). Crollo invece per le imprese delle costruzioni (quasi 29mila posti in meno). Nei servizi, l'unico settore che arriva a perdere un punto percentuale è relativo agli alberghi e ristoranti, mentre i tassi di variazione degli altri comparti sono compresi tra il -0,7% (servizi alle imprese) e il -0,2% (commercio al dettaglio). Unico segno più i servizi avanzati, dove le imprese pensano di incrementare di circa 1.500 unità i propri dipendenti.
20 agosto 2011 LA MANOVRA DEL GOVERNO Bagnasco sulla manovra: "Tutti paghino le tasse" La politica deve "ritrovare e coltivare" il rapporto con la gente, sui problemi che contano, sui valori autentici, a cominciare dalla centralità della persona. La gente "sente di essere abbandonata dal mondo politico", troppo attento a "interessi personali", ha bisogno di una nuova iniezione di fiducia. I cattolici vogliono partecipare, "senza nostalgia del passato vogliono esserci e ci saranno". Da Madrid, intervistato dalla trasmissione di Raiuno Radioanch’io, il cardinale Angelo Bagnasco interviene sui grandi interrogativi sociali sollevati dalla crisi economica, con un occhio alla Gmg e uno sguardo attento all’Italia, ai suoi sbandamenti politici, al dovere morale di partecipare, ognuno per la sua parte, al bene della società, cominciando col pagare le tasse. In questo la Chiesa, i pastori, senza porsi "dentro alle questioni tecniche", devono essere di "richiamo spirituale ed etico", facendo "appello alla coscienza di ciascuno", perché "sono impressionanti le cifre sull’evasione in Italia" e pagare le tasse "è un dovere di tutti", per contribuire alla vita pubblica e sociale. I giovani si interrogano, i giovani domandano, questi giovani, sottolinea il presidente della Cei, "cercano un punto di riferimento negli adulti, nelle istituzioni, nella Chiesa, orientano la propria attenzione ai valori", offrendo un esempio di come si possano prendere sul serio le domande più vere, quelle che più contano per le nuove generazioni. Anche nell’urgenza e nella necessità dei tagli economici, è necessario che la politica offra maggiore attenzione alla famiglia, che in questa crisi, soprattutto in Italia, è stata ed è "una valvola di sicurezza enorme e sarebbe miope e dannoso non considerarla un ganglio vitale". A questo proposito il cardinale sottolinea che non sarebbe utile per nessuno "perdere questo patrimonio, questo punto fermo: se la famiglia, la vita, la libertà educativa non sono al centro della politica, la società non va da nessuna parte". Dai tagli, sempre da un punto di vista etico, secondo il cardinal Bagnasco, andrebbero salvaguardate anche le missioni all’estero nella porzione in cui "non riguardano tanto i bilanci, ma i diritti fondamentali che in certe parti del mondo non sono rispettati". Nel medesimo contesto "è necessario rivedere gli stili di vita". Affermazione che è un naturale riferimento ai valori proposti dai giovani a Madrid (anche in contrapposizione a quelli propagandati dalla contestazione laicista) e che l’arcivescovo di Genova non lascia galleggiare nel vuoto, ma concretizza nei particolari riferiti alla realtà italiana, quale risposta etica al difficile momento: "Tutti facciano la loro parte, rinunciando a benefici eccessivi e privilegi". Di fronte alle deformazioni dell’economia, dello "statalismo" e del "capitalismo selvaggio" si tratta di "individuare correttivi da una sintesi superiore, che insieme accresca il senso dell’uomo. Abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità, laddove c’è ancora un livello troppo alto, ci si ricomponga". Se con gli indignados deve esserci dialogo, questo è possibile proprio partendo dal comune "desiderio di giustizia sociale". Roberto I. Zanini
19 agosto 2011 MERCATI NELLA BUFERA Piazza Affari chiude in rosso La Merkel boccia gli Eurobond Altra giornata drammatica per le borse. Piazza Affari parte in negativo e con il passare delle ore aumenta le perdite. A fine mattinata il Ftse Mib cede il 3,08% a 14.511 punti e il Ftse Mib il 2,81% a 15.306 punti. Nel pomeriggio Milano recupera, riducendo le perdite al -1,7%, ma poi scivola nuovamente nel finale chiudendo a -2,46%. In generale, le Borse europee chiudono la settimana con un'altra giornata difficile: l'indice Stxe 600, che fotografa l'andamento dei principali titoli quotati sui listini del Vecchio continente, ha ceduto l'1,57%, che equivale a 94 miliardi di euro di capitalizzazione bruciati in una sola seduta. La Borsa di Milano, con un calo del 2,12% dell'indice Ftse All share, manda in fumo da sola 7,3 miliardi. UE APRE AGLI EUROBOND, MERKEL CHIUDE Il commissario agli Affari economici e monetari dell'Unione europea, Olli Rehn, ha affermato che l'Ue potrebbe mettere a punto una bozza sull'emissione comune di eurobond e presentare uno studio sulla fattibilità di titoli comuni. "La Commissione si è offerta di presentare un report al Parlamento europeo e al Consiglio per mettere a punto un sistema di emissioni comuni per i titoli di Stato europei", ha detto Rehn, secondo quanto riporta Bloomberg. "Il rapporto sarà, se opportuno, accompagnato da proposte legislative", ha precisato il commissario senza dare riferimenti temprali sia per il report di fattibilità sia per la possibile bozza. Gli eurobond, ha aggiunto Rehn, punterebbero a un rafforzamento della disciplina fiscale e una maggiore stabilità dell'eurozona rispetto ai mercati. Reazione immediata e negativa dalla Germania. "Noi non li vogliamo" è stato il secco commento della cancelliera tedesca Angela Merkel. A suo parere con una "collettivizzazione" del debito in Europa, i Paesi membri starebbero peggio di prima. ORO RECORD Spinto dai ventui di crisi, l'oro mette a segno un nuovo record, aggiornando ulteriormente, nella stessa giornata, il suo prezzo massimo, che sale negli scambi a New York sopra i 1.880 dollari l'oncia. DISASTRO ASIA Franano gli indici anche in Asia. Il mercato teme per la ripresa degli Stati Uniti e che la crisi del debito in Europa si diffonda. Intanto i futures sugli indici europei e americani sono in ribasso. L'indice di riferimento della regione Asia Pacific Index perde il 3,84%. "C'è una totale mancanza di fiducia nella capacità dei responsabili politici di disinnescare la situazione", commenta un gestore. Sono pesanti i cali sulle Borse orientali nella seduta di fine settimana, con Seul a guidare la lista delle perdite. Forti i timori sull'andamento dell'economia globale, in particolare sulle posibilità che gli Usa entrino in recessione e che il sistema bancario europeo vada in crisi dopo le tensioni sui prestiti a breve da parte di alcuni istituti del Vecchio Continente. Di seguito, gli indici dei titoli guida delle principali Borse di Asia e Pacifico: - Tokyo -2,51% - Hong Kong -2,70% - Shanghai -1,07% - Taiwan -3,57% - Seul -6,22% - Sidney -3,51% - Bangkok -1,53%
2011-08-19 19 agosto 2011 GMG SECONDO GIORNO Il Papa: radicalità evangelica di fronte all'eclissi di Dio Una "società sgretolata e instabile" che non dà "punti di riferimento ai giovani" richiede che anche i professori non formino solo "professionisti competenti che possano soddisfare la domanda del mercato". Il Papa, incontrando all'Escorial i giovani docenti che partecipano alla Gmg, ha criticato una "visione utilitaristica della educazione, anche di quella universitaria" e ha osservato che certo i docenti sentono "senza dubbio il desiderio di qualcosa di più elevato, che corrisponda a tutte le dimensioni che costituiscono l'uomo". "L'università - ha sottolineato Benedetto XVI - è stata ed è tuttora chiamata ad essere sempre la casa dove si cerca la verità propria della persona umana. Per tale ragione - ha commentato - non a caso fu la Chiesa ad aver promosso l'istituzione universitaria, proprio perché la fede cristiana ci parla di Cristo come del Logos mediante il quale tutto è stato fatto (cfr Gv 1,3), e dell'essere umano creato ad immagine e somiglianza di Dio. Questa buona novella - ha proseguito - scopre una razionalità in tutto il creato e guarda all'uomo come ad una creatura che partecipa e può giungere a riconoscere tale razionalità. L'università incarna, pertanto, un ideale che non deve snaturarsi, né a causa di ideologie chiuse al dialogo razionale, nè per servilismi ad una logica utilitaristica di semplice mercato, che vede l'uomo come semplice consumatore". La "missione" dei docenti, ha ricordato il Papa, è "importante e vitale" perchè hanno la "responsabilità di trasmettere questo ideale universitario": "I giovani hanno bisogno di autentici maestri; persone aperte alla verità totale nei differenti rami del sapere, sapendo ascoltare e vivendo al proprio interno tale dialogo interdisciplinare; persone convinte, soprattutto, della capacità umana di avanzare nel cammino verso la verità. La gioventù è tempo privilegiato per la ricerca e l'incontro con la verita". A questo punto il Papa ha citato Platone: "Cerca la verità mentre sei giovane, perché se non lo farai, poi ti scapperà dalle mani". 'Questa alta aspirazione - ha incitato papa Ratzinger - è la più preziosa che potete trasmettere in modo personale e vitale ai vostri studenti, e non semplicemente alcune tecniche strumentali ed anonime, o alcuni freddi dati, usati solo in modo funzionale". Non perdete "questa sensibilità", ha raccomandato ai giovani docenti, non dimenticate che l'insegnamento non è "un'arida comunicazione di contenuti", ricordate che la "verità è sempre più alta dei nostri traguardi". BENEDETTO XVI ALLE GIOVANI RELIGIOSE: SIATE TESTIMONI Oggi "si constata una sorta di eclissi di Dio, una certa amnesia, se non un vero rifiuto del Cristianesimo e una negazione del tesoro della fede ricevuta, col rischio di perdere la propria identità profonda". Lo ha detto Benedetto XVI nel discorso rivolto alle giovani religiose incontrate oggi presso il Complesso monumentale di El Escorial, in occasione della Gmg di Madrid, sottolineando come "l'incontro personale con Cristo, che nutre la vostra consacrazione, deve esser testimoniato con tutta la forza trasformante nelle vostre vite e possiede oggi una speciale rilevanza". "Davanti al relativismo e alla mediocrità - ha aggiunto il Papa - sorge il bisogno di questa radicalità, che testimonia la consacrazione come un appartenere a Dio, sommamente amato. Ciascun carisma è una parola evangelica che lo Spirito Santo ricorda alla sua Chiesa. Non invano la Vita Consacrata nasce dall'ascolto della Parola di Dio ed accoglie il Vangelo come sua norma di vita". "La radicalità evangelica - ha sottolinea il Santo Padre - è rimanere radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede, che nella vita consacrata significa andare alla radice dell'amore a Gesù Cristo con cuore indiviso, senza anteporre nulla a tale amore, con una appartenenza sponsale, come l'hanno vissuta i Santi, nello stile di Rosa da Lima e Raffaele Arnaiz, giovani patroni di questa Giornata Mondiale della Gioventù". "Questa radicalità evangelica della vita consacrata - ha detto ancora il Papa alle religiose - si esprime nella comunione filiale con la Chiesa, focolare dei figli di Dio, che Cristo ha edificato. La comunione coi Pastori, i quali in nome del Signore annunciano il deposito della fede ricevuto attraverso gli Apostoli, il Magistero della Chiesa e la tradizione cristiana. La comunione con la vostra famiglia religiosa, custodendone con gratitudine il genuino patrimonio spirituale e apprezzando anche gli altri carismi. La comunione con altri membri della Chiesa, quali i laici, chiamati a testimoniare, a partire dalla propria vocazione specifica, il medesimo vangelo del Signore". "Infine - ha detto il Papa - la radicalità evangelica si esprime nella missione che Dio ha voluto affidarvi. Dalla vita contemplativa, che accoglie nei suoi chiostri la Parola di Dio nel silenzio eloquente e ne adora la bellezza nella solitudine da Lui abitata, fino ai diversi cammini della vita apostolica, nei solchi della quale germina il seme evangelico nell'educazione dei bambini e dei giovani, nella cura degli infermi e degli anziani, nell'accompagnamento delle famiglie, nell'impegno a favore della vita, nella testimonianza alla verità, nell'annuncio della pace e della carità, nell'impegno missionario e nella nuova evangelizzazione, e in tanti altri campi dell'apostolato ecclesiale". L'ARRIVO ALL'ESCORIAL Papa Benedetto XVI ha incontrato le giovani religiose e i giovani docenti universitari al Complesso monumentale di El Escorial, dove il Pontefice è arrivato nell'ambito delle visite previste per la Giornata mondiale della gioventù in corso in Spagna. In piazza La Lonja, dove si trovano riunite alcune migliaia di giovani e religiose, il Papa è arrivato verso le 11.30 ed è stato accolto dalla presidente della Comunidad de Madrid, Esperanza Aguirre, e dal delegato del governo. All'ingresso del palazzo è stato salutato poi dal presidente del Consejo de Administración del Patrimonio Nacional e dal Superiore della Comunità degli Agostiniani. Quindi il Papa ha attraversato assieme a quattro religiose il sagrato della Basilica di San Lorenzo, chiamato 'Patio de los Reyes', dove lo stavano aspettando circa 1.600 giovani religiose appartenenti a varie congregazioni, anche contemplative. IL PROGRAMMA DELLA GIORNATA Giornata densa di incontri e appuntamenti per il Papa nel secondo giorno del suo viaggio a Madrid per la Giornata mondiale della gioventù. Dopo la messa in privato nella Nunziatura della capitale spagnola Benedetto XVI si trasferisce in automobile intorno alle 9.30 nel palazzo della Zarzuela per una visita di cortesia ai reali di Spagna. Ancora in automobile si sposterà poi all'Escorial dove incontrerà prima le giovani religiose e poi docenti universitari che hanno meno di 40 anni. In entrambi questi incontri papa Ratzinger terrà un discorso pubblico. Alle 13.45 pranzerà alla Nunziatura allo stesso tavolo con 12 ragazzi di varie nazionalità, un ragazzo e una ragazza per ciascun continente e un ragazzo e una ragazza spagnola.
Nel pomeriggio alle 17.30 in Nunziatura Benedetto XVI avrà un incontro ufficiale con il premier spagnolo Josè Zapatero e alle 19 si trasferirà nella grande Plaza de Cibeles di svolge la Via Crucis con i giovani, un rito per il quale gli spagnoli hanno fornito statue provenienti da diverse regioni della Spagna. Anche durante la Via Crucis è previsto un discorso del Papa.
19 agosto 2011 MERCATI NELLA BUFERA Piazza Affari chiude in rosso La Merkel boccia gli Eurobond Altra giornata drammatica per le borse. Piazza Affari parte in negativo e con il passare delle ore aumenta le perdite. A fine mattinata il Ftse Mib cede il 3,08% a 14.511 punti e il Ftse Mib il 2,81% a 15.306 punti. Nel pomeriggio Milano recupera, riducendo le perdite al -1,7%, ma poi scivola nuovamente nel finale chiudendo a -2,46%. In generale, le Borse europee chiudono la settimana con un'altra giornata difficile: l'indice Stxe 600, che fotografa l'andamento dei principali titoli quotati sui listini del Vecchio continente, ha ceduto l'1,57%, che equivale a 94 miliardi di euro di capitalizzazione bruciati in una sola seduta. La Borsa di Milano, con un calo del 2,12% dell'indice Ftse All share, manda in fumo da sola 7,3 miliardi. UE APRE AGLI EUROBOND, MERKEL CHIUDE Il commissario agli Affari economici e monetari dell'Unione europea, Olli Rehn, ha affermato che l'Ue potrebbe mettere a punto una bozza sull'emissione comune di eurobond e presentare uno studio sulla fattibilità di titoli comuni. "La Commissione si è offerta di presentare un report al Parlamento europeo e al Consiglio per mettere a punto un sistema di emissioni comuni per i titoli di Stato europei", ha detto Rehn, secondo quanto riporta Bloomberg. "Il rapporto sarà, se opportuno, accompagnato da proposte legislative", ha precisato il commissario senza dare riferimenti temprali sia per il report di fattibilità sia per la possibile bozza. Gli eurobond, ha aggiunto Rehn, punterebbero a un rafforzamento della disciplina fiscale e una maggiore stabilità dell'eurozona rispetto ai mercati. Reazione immediata e negativa dalla Germania. "Noi non li vogliamo" è stato il secco commento della cancelliera tedesca Angela Merkel. A suo parere con una "collettivizzazione" del debito in Europa, i Paesi membri starebbero peggio di prima. ORO RECORD Spinto dai ventui di crisi, l'oro mette a segno un nuovo record, aggiornando ulteriormente, nella stessa giornata, il suo prezzo massimo, che sale negli scambi a New York sopra i 1.880 dollari l'oncia. DISASTRO ASIA Franano gli indici anche in Asia. Il mercato teme per la ripresa degli Stati Uniti e che la crisi del debito in Europa si diffonda. Intanto i futures sugli indici europei e americani sono in ribasso. L'indice di riferimento della regione Asia Pacific Index perde il 3,84%. "C'è una totale mancanza di fiducia nella capacità dei responsabili politici di disinnescare la situazione", commenta un gestore. Sono pesanti i cali sulle Borse orientali nella seduta di fine settimana, con Seul a guidare la lista delle perdite. Forti i timori sull'andamento dell'economia globale, in particolare sulle posibilità che gli Usa entrino in recessione e che il sistema bancario europeo vada in crisi dopo le tensioni sui prestiti a breve da parte di alcuni istituti del Vecchio Continente. Di seguito, gli indici dei titoli guida delle principali Borse di Asia e Pacifico: - Tokyo -2,51% - Hong Kong -2,70% - Shanghai -1,07% - Taiwan -3,57% - Seul -6,22% - Sidney -3,51%
19 luglio 2011 PESSIMISMO Il fantasma della recessione torna ad agitare Usa e Ue "Recessione". La parola che si sperava di non dover tornare a pronunciare tanto presto dopo la crisi finanziaria scoppiata nel 2008, ieri è tornata a dispiegare tutta la sua potenza, provocando un giovedì non nero, ma nerissimo sui mercati europei e americani. Per ora, in realtà, è solo paura, ma a scioccare i mercati già nervosissimi da mesi ci ha pensato il pesante monito lanciato ieri dalla banca d’investimenti Usa Morgan Stanley. La banca, in una nota diffusa ieri via email, ha tagliato le stime della crescita globale al 3,9% dal 4,2% nel 2011 e al 3,8% dal 4,5% nel 2012. Severo l’avvertimento soprattutto per l’Occidente: "Le nostre previsioni riviste – afferma il comunicato – mostrano che gli Stati Uniti e l’euro sono pericolosamente vicini a una recessione". Non siamo ai livelli del 2008, "la combinazione di società con forti disponibilità, prezzi del petrolio in calo rispetto ai picchi dello scorso anno e i tagli dei tassi da parte delle banche centrali – scrive ancora l’istituto – dovrebbero impedire un calo in una recessione a due cifre". Tuttavia la situazione di Usa ed Europa, è "aggravata dalle prospettive di un inasprimento fiscale" sulle due rive dell’Atlantico. Non basta, secondo Morgan Stanley "recenti errori politici, specialmente la risposta europea debole e insufficiente alla crisi del debito sovrano e il dramma intorno all’innalzamento del tetto del debito Usa hanno gravemente pesato sui mercati finanziari ed eroso la fiducia di imprese e consumatori". La banca ha tagliato (dal 9% all’8,7%) anche le previsioni della locomotiva mondiale Cina, e anche la Deutsche Bank vede il colosso asiatico in calo dal 10,3% del 2010 all’8,9% del 2011, con impatto previsto anche sull’Europa, anzitutto la Germania che esporta massicciamente in Asia. Morgan Stanley ha dato così corpo a quanti già temevano l’addensarsi di nuvole nere all’orizzonte, e del resto ieri il rapporto della banca non è stato l’unico elemento a scatenare il panico sulle piazze finanziarie di mezzo mondo. Ci si è messo anche il drammatico crollo dell’indice Filadelfia Fed e il riaccendersi del rischio inflazione Usa, anche se il superindice Usa è andato meglio del previsto. Il tutto condito da notizie su nuovi controlli della Federal Reserve sulle filiali americane di banche europee (tra cui Société Générale, Deutsche Bank e Unicredit), visto come segnale di preoccupazione sul reale stato di salute degli istituti del Vecchio continente. Notizie giunte sul retroscena dei dati negativi, diffusi già nei giorni scorsi, sulla brusca frenata del Pil della Germania e dell’eurozona nel secondo trimestre del 2011. Uno scenario in cui non ha certo giovato l’annuncio da parte del cancelliere tedesco Angela Merkel e del presidente francese Nicolas Sarkozy, martedì scorso, di voler proporre una tassa europea sulle transazioni finanziarie. Ieri, peraltro, una portavoce della Commissione Europea ha ribadito che Bruxelles presenterà una proposta in tal senso entro ottobre. Unica nota positiva della giornata: l’assicurazione da parte di Standard & Poor’s di non avere intenzione di declassare il debito francese, attualmente a tripla A. Invano cercava di calmare le acque il presidente del Consiglio Ue Herman Van Rompuy, in visita ufficiale a Oslo. Il belga ha ammesso un "rallentamento generalizzato", tuttavia, ha aggiunto, "non prevediamo nessuna crescita negativa né recessione". In allarme è però il Parlamento Europeo, che ha convocato per il 29 agosto a Bruxelles, per un’audizione straordinaria di fronte alla Commissione economica, i presidenti di Bce ed Eurogruppo, Jean-Claude Trichet e Jean-Claude Juncker, e il commissario agli Affari economici e monetari Olli Rehn. Giovanni Maria Del Re
19 agosto 2011 L'Europa, oggi al bivio, deve saper indicare la strada Ascoltare i giovani, scegliere bene Per la Tobin Tax persi 10 anni La Tobin Tax non è una idea nuova, ma è un’idea significativa e rilevante, che ha il solo difetto di arrivare tardi; ma anche in questo caso vale l’antico proverbio africano: "Il momento migliore per piantare un albero era vent’anni fa, ma se non l’hai fatto il momento migliore è adesso". Una fase dinamica del dibattito su questa tassa fu quella che si scatenò attorno al 2000, dentro quel movimento giovanile che partito da Johannesburg culminò a Genova nel luglio del 2001. Due mesi dopo i tristi fatti del G8 di Genova ci fu l’attentato alle Torri Gemelle che spostò totalmente l’attenzione dell’opinione pubblica internazionale e della politica dalla Tobin Tax e dalla governance della globalizzazione finanziaria verso il terrorismo e le guerre. Iniziò così un periodo di "distrazione" dalle tematiche della speculazione finanziaria da cui ci siamo risvegliati tragicamente con la crisi del 2008, quando ci siamo accorti che durante la nostra distrazione globale in realtà quella finanza speculativa senza regole e controlli era cresciuta e diventata ipertrofica, fino a farci giungere sull’orlo di un baratro. Una prima lezione da trarre dalla storia di questi ultimi anni è dunque immediata ma importante: quando i giovani protestano insieme, in tanti e su scala mondiale, molto spesso dietro quella protesta – magari scomposta, male articolata e persino tristemente violenta – si nasconde una domanda importante che va ascoltata al di là delle risposte parziali o errate. Se, infatti, avessimo ascoltato, compreso e fatte nostre le domande che quei giovani ponevano al mondo dell’economia e della finanza di fine secolo scorso, cioè una governance più attenta alle nuove dinamiche della globalizzazione dei mercati finanziari, forse la grave crisi tutt’ora in corso avrebbe potuto essere evitata. Ma per comprendere il significato e lo scopo di una tassa proposta a suo tempo dal Nobel James Tobin (uno dei maggiori studiosi di finanza di tutti i tempi: un dato che dovrebbe già dirci qualcosa), può essere utile ricordare quali sono le tre principali funzioni delle tasse (e delle imposte) nelle moderne democrazie. La prima è quella più ovvia e meno controversa dal punto di vista ideologico: il finanziamento e la costruzione dei beni pubblici. Questa prima funzione delle tasse non richiede necessariamente altruismo né particolari virtù civiche, ma solo la fiducia e la speranza che la gran maggioranza degli altri concittadini non siano evasori (una fiducia che oggi potremmo in Italia chiamare anche virtù), ma è essenzialmente un costo coordinato al fine di produrre beni che richiedono il contributo di tutti (sicurezza, infrastrutture...). La seconda funzione è quella classica di ridistribuzione del reddito: la tassazione diventa strumento di solidarietà e fraternità sociale che dice con i fatti che un popolo è anche una comunità con un bene comune da garantire e salvaguardare, e può poggiare anche su una forma di razionalità auto-interessata (come ci ha spiegato il filosofo J. Rawls) quando pensiamo che le persone svantaggiate domani potremmo essere noi o i nostri figli. La terza funzione, quella meno nota e ricordata, è quella di incoraggiare i beni detti "meritori" (o di merito) e scoraggiare i beni "demeritori": si tassano poco o meno beni considerati utili per il bene comune (cultura, educazione...) e si tassano di più quei beni che in realtà sono dei "mali" (tabacco, superalcolici...). In questo ultimo caso le tasse svolgono la funzione di orientare i consumi della gente in settori eticamente sensibili dove sono in gioco valori di interesse collettivo. Normalmente le tasse svolgono o l’una o l’altra di queste tre funzioni e sono molto rare quelle che le riuniscono tutte insieme: la Tobin Tax è proprio una di queste. Infatti contribuire a dare ordine e stabilità ai mercati finanziari significa dar vita oggi a una sorta di bene pubblico di grande valore anche economico. L’effetto redistributivo è evidente, se si utilizzeranno, come sembra ovvio, le entrate per costruire infrastrutture, sanità e istruzione nei Paesi in via di sviluppo. Infine, la speculazione finanziaria presenta aspetti di bene demeritorio, poiché i rischi eccessivi che questi strumenti creano vengono scaricati dai soggetti privati sul sistema, creando le tipiche "tragedie dei beni collettivi". La sfida cruciale consiste nell’adottare una simile tassa a livello più possibile globale, poiché l’ambito della finanza è il mondo è, come già detto in altri interventi, la normativa non può che essere globale se vuole essere davvero efficace e non deviare risorse verso altri mercati. Inoltre, occorre associare all’applicazione della tassa una seria lotta allo scandalo dei paradisi fiscali, una realtà di cui faremo una gran fatica a spiegare l’esistenza ai nostri figli senza arrossire di vergogna. Ma anche se fosse solo l’Europa ad adottarla, la Tobin Tax rappresenterebbe un grande segnale di civiltà, che andrebbe a vantaggio non solo della società civile ma anche dei mercati stessi, che hanno bisogno di democrazia e di regole per durare nel tempo. L’Europa è stata la patria dell’economia moderna e della finanza, è stata capace di inventare queste istituzioni e questi strumenti che l’hanno fatta grande e che hanno reso possibili sviluppo e democrazia per miliardi di persone, faro per l’umanità degli ultimi secoli. Oggi l’Europa è di fronte a un bivio: seguire le logiche di breve periodo e gli interessi dei poteri forti, e quindi lasciare lo status quo di un mercato finanziario che oggi non è affatto libero perché ostaggio dei grandi fondi; oppure dare un segno di civiltà con una scelta coraggiosa in linea con la sua grande storia e le sue profonde, e ancora vive, radici umanistiche e cristiane. Luigino Bruni
19 agosto 2011 L'INTERVISTA Pisani-Ferry: "Niente paura, si dia tempo al piano europeo" "La situazione economica in Europa è molto seria, certo, ma non occorre sottovalutare il peso delle decisioni prese lo scorso 21 luglio. È davvero troppo presto per dire che la strategia elaborata il mese scorso sia già fallita". Jean Pisani-Ferry, fra i più autorevoli economisti francesi, giudica prematuri certi toni allarmisti impiegati in questi giorni. Direttore a Bruxelles del think tank paneuropeo Bruegel sulle politiche economiche nel Vecchio continente e docente all’Università di Parigi-Dauphine, Pisani-Ferry considera "importanti" le mosse già approvate sul rafforzamento del Fondo di stabilità finanziaria e l’emergenza greca. Professore, nella scia del 21 luglio, Germania e Francia hanno lanciato nuove proposte come quella sulla Tobin Tax. Che cosa ne pensa? La proposta di tassare le transazioni finanziarie è stata una mossa politica che a mio parere non ha molto a che vedere con la crisi. Ben più importante è l’annuncio sulla creazione di una presidenza economica stabile per la zona euro. Si tratta di un embrione di struttura più vincolante e solida, interpretabile come una tappa verso future decisioni più forti. Ciò giova alla credibilità della zona euro. Pare invece sfumare per ora l’ipotesi degli eurobond. L’Europa può avanzare senza una mutualità dei debiti pubblici? Credo che l’Europa possa permettersi ancora di evitare questa scelta che sarebbe estremamente pesante. Questa decisione potrebbe divenire necessaria, ma occorre rendersi conto delle sue considerevoli conseguenze politiche. Ciò equivarrebbe in sostanza al permesso concesso da ogni Paese ai propri partner per un accesso alla propria base fiscale. È una misura che può essere concepita solo con contropartite estremamente forti. In questo scenario, in particolare, se la legge finanziaria di un Paese non è giudicata credibile dai suoi partner, dovrebbe poter essere annullata. Berlino e Parigi difendono adesso l’idea d’imporre il pareggio di bilancio a livello nazionale. Un pericolo per la crescita? Occorrerà trovare un difficile equilibrio. Credo che la nuova direttrice del Fmi, Christine Lagarde, abbia ragione nel sottolineare i rischi per la crescita legati a un eccessivo rigore. Occorre mantenere dei margini di manovra ed evitare di prendere decisioni immediate dagli effetti nocivi. In mezzo alle nuove turbolenze, la Banca centrale europea ha un ruolo nuovo da giocare? La Bce pare già oggi l’istituzione più forte sul fronte della crisi, con un ruolo eccezionale rispetto a quello ordinario di una banca centrale. Non è una situazione normale, ma è la crisi ormai ad imporlo. C’è chi parla di equilibri nel direttorio Bce ancora fragili... Sono d’accordo e resteranno probabilmente delicati. Le decisioni ad esempio di acquisire obbligazioni nazionali del debito non sono state prese in modo unanime. Anche per gli orientamenti futuri della Bce, ci troviamo di fronte a un bivio. A proposito del debito pubblico, in Italia molte voci sottolineano che la solidità di un Paese si misura anche attraverso tanti altri fattori. Che cosa ne dice? Il debito pubblico non è certamente l’unico fattore chiave, ma attualmente è quello più esposto allo sguardo dei mercati. Sono d’accordo sul peso di altri fattori, come ad esempio il grado d’indebitamento privato, a lungo trascurato e che ha poi contribuito alla crisi in Paesi come l’Irlanda e la Spagna. L’atteggiamento dei mercati è pervaso ormai da una certa irrazionalità? Parlerei soprattutto di esagerazione. I mercati sono stati fin troppo calmi verso i debiti pubblici nei primi anni dell’euro e oggi eccedono in senso opposto. Ma non si tratta di paure del tutto irrazionali. L’economia americana pare rallentare. Si rischia davvero una ricaduta mondiale nella recessione? Il rallentamento è chiaro, ma per ora è prematuro parlare di ricaduta. C’è chi invoca nuove decisioni del G20 sotto presidenza francese. Può davvero contribuire a un rilancio della crescita? Occorre auspicarlo ed è in effetti una questione chiave. Ma non sarà affatto semplice per il G20, perché la politica interna è ritornata prioritaria quasi dappertutto. Riappaiono inoltre chiare tensioni fra le economie industrializzate e quelle emergenti. Daniele Zappalà
19 agosto 2011 LA MANOVRA DEL GOVERNO Bagnasco sulla manovra: "Combattere l'evasione fiscale" "Le cifre dell'evasione fiscale sono impressionanti", scandisce da Madrid il presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco, ospite di Radio Anch'io in occasione della Gmg. Interpellato sulla manovra, oltre a giudicare "miope e dannoso" colpire le famiglie, il numero uno dei vescovi ha richiamato alla necessità urgente di combattere l'evasione, "che è ben oltre qualunque debito pubblico". "Come comunità cristiana, come credenti - ha detto Bagnasco - dobbiamo rimanere al richiamo etico che fa parte della nostra missione e fare appello alla coscienza di tutti perché anche questo dovere possa essere assolto da tutti per la propria giusta parte". Secondo il presidente della Cei, se ciascuno assolvesse i propri doveri verso il fisco, "le cose sarebbero subito risolte". L'altro "punto fermo" posto da Bagnasco nella strategia di contrasto alla crisi economica è la difesa della famiglia. "Se la famiglia non è al centro della politica - ha sottolineato -, la società non va da nessuna parte. E in Italia l'abbiamo visto in modo particolare, perché nel quadro della grave crisi la famiglia si è dimostrata un'enorme valvola di sicurezza". Per il presidente della Cei, "sarebbe veramente miope e dannoso non considerare la famiglia come il ganglio vitale, la cellula fondamentale. Per l'Italia è sempre stato così, non perdiamo questo patrimonio". Sul problema dei risparmi di risorse pubbliche, Bagnasco ha messo in guardia contro i tagli alle spese militari per le missioni all'estero. "Non è un discorso da affrontare solo con la logica dei risparmi - ha avvertito - ma rientra in un orizzonte più ampio che riguarda i diritti umani". Per il capo dei vescovi - che è stato anche ordinario militare per l'Italia - il problema da porsi è quello del rapporto tra il mondo occidentale, più libero, rispettoso dei diritti fondamentali, "con le parti del mondo dove così non è o lo è molto meno". Il presidente della Cei oggi non ha parlato solo di manovra. Oltre che sui significati della Gmg, si è soffermato anche sulle prospettive del ruolo politico dei cattolici. Senza "nostalgia" per la loro unità politica, ha osservato Bagnasco, oggi i cattolici "mostrano un grande desiderio di partecipazione e di recuperare il proprio specifico, di quello che con la dottrina sociale della Chiesa possono offrire al Paese", con "grande determinazione e lucidità di obiettivi per una società e per una forma di politica all'insegna della moderazione, della pulizia interiore, della dimensione etica della vita". "Senza nostalgie del passato, ma aperti al futuro nelle forme possibili dell'area moderata - ha aggiunto Bagnasco - i cattolici vogliono esserci e ci saranno".
2011-08-18 18 agosto 2011 GMG 2011 Il Papa: "Scoprire il volto di Dio per una vita autentica" Benedetto XVII è arrivato a Plaza de Independencia dove è stato accolto dal sindaco di Madrid, Alberto Ruiz-Gallardón, che gli ha consegnato le chiavi della città. "E' una gioia immensa - dice il Papa, prendendo la parola - incontrarmi qui con voi, nel centro di questa bella città di Madrid, le cui chiavi il signor sindaco ha avuto la gentilezza di consegnarmi. Oggi è anche capitale dei giovani del mondo e dove tutta la Chiesa volge i suoi occhi". "Con la vostra presenza e la partecipazione alle celebrazioni - continua Bendetto XVI - il nome di Cristo risuonerà in ogni angolo di questa illustre città. Preghiamo perché il suo messaggio di speranza e amore abbia eco anche nel cuore di quelli che non credono o si sono allontanati dalla Chiesa. Grazie tante per la splendida accoglienza che mi avete riservato entrando nella città, segno del vostro amore e della vostra vicinanza al Successore di Pietro". L'ARRIVO A MADRID STAMATTINA Benedetto XVI è atterrato a fine mattinata all'Aeroporto Internazionale di Madrid. Ad accogliere il pontefice, partito da Ciampino alle 9:45 con un volo Alitalia insieme al segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone, un picchetto d'onore, i reali spagnoli, re Juan carlos di Borbone e la regina Sofia, il premier Josè Luis Zapatero e soprattutto tanti giovani in festa con in mano le bandiere spagnole ma anche quelle, gialle e bianche, del Vaticano. Benedetto XVI scendendo dall'aereo ha salutato la folla festante che gridava "viva il Papa" e le istituzioni presenti. Verso le 19.15 il Papa attraverserà con alcuni giovani la Puerta de Alcalà nella Plaza de Independencia di Madrid, per poi prendere parte alle 19.30 a una grande festa di accoglienza nella Plaza de Cibeles di Madrid. IL DISCORSO ALL'AEROPORTO Le Giornate mondiali della Gioventù offrono ai giovani "un'occasione privilegiata per mettere in comune le loro aspirazioni, scambiare reciprocamente la ricchezza delle proprie culture ed esperienze, animarsi l'un l'altro in un cammino di fede e di vita". È quanto osserva papa Benedetto XVI nel discorso tenuto all'aeroporto madrileno di Barajas. In questo cammino, osserva Joseph Ratzinger, "alcuni si credono soli o ignorati nei propri ambienti quotidiani; invece no, non sono soli. Molti coetanei condividono i loro stessi propositi e sanno che hanno realmente un futuro davanti a loro e non temono gli impegni decisivi che danno pienezza a tutta la vita". Si chiede quindi il Pontefice: "Perché e con quale scopo è venuta questa moltitudine di giovani a Madrid? Sebbene la risposta dovrebbero darla gli stessi giovani - premette Benedetto XVI - si può ben pensare che essi desiderano ascoltare la Parola di Dio, come si è loro proposto nel motto di questa Gmg, in modo che, radicati ed edificati in Cristo, manifestino la fermezza della loro fede". Il Papa sottolinea che "questa scoperta del Dio vivo rianima i giovani e apre i loro occhi alle sfide del mondo nel quale vivono, con i suoi limiti e le sue possibilità. Vedono la superficialità, il consumismo e l'edonismo imperanti, tanta banalizzazione nel vivere la sessualità, tanta mancanza di solidarietà, tanta corruzione. E sanno che senza Dio sarebbe arduo affrontare queste sfide ed essere veramente felici, mettendo tutto il loro entusiasmo nel conseguimento di una vita autentica" che punti a "costruire una società dove si rispetti la dignità umana e la reale fraternità". Quanto all'impegno papale in queste Gmg, che si svolgeranno a Madrid fino a domenica prossima, "giungo - sottolinea Benedetto XVI - come successore di Pietro per confermare tutti nella fede, vivendo alcuni giorni di intensa attività pastorale, per annunciare che Gesù Cristo è la via, la verità e la vita; per dare impulso all'impegno di costruire il Regno di Dio nel mondo, tra noi; per esortare i giovani a incontrarsi personalmente con Cristo amico e convertirsi in suoi fedeli discepoli e coraggiosi testimoni".
18 agosto 2011 TENSIONE SUI MERCATI Borse Ue in caduta libera: Milano cede il 6,15% Giornata da dimenticare per le Borse europee con Milano maglia nera che termina la seduta in ribasso del 6,15%. I timori di un ritorno della recessione hanno pesato sulle scelte degli investitori che hanno accentuato le vendite sulla scia della partenza decisamente negativa di Wall Street. Tra i listini principali del Vecchio Continente, Francoforte ha ceduto il 4,82%, Parigi il 5,48% e Londra il 4,49%. L'indice Ftseurofirst 300 ha lasciato sul terreno il 4,9%. Particolarmente venduti i titoli del comparto automobilistico, con l'indice di settore in calo del 7,7%. Male anche le banche: lo Stoxx Europe 600 banking ha registrato un crollo del 6,6%. Le principali Borse europee hanno bruciato nella seduta di oggi 298,6 miliardi di euro di capitalizzazione. Il valore totale delle società del Vecchio Continente quotate in Borsa scende così da 6.260 a 5.961,4 miliardi di euro. PIAZZA AFFARI IN PICCHIATA Nuovo crollo per Piazza Affari che ha replicato oggi, assieme alle consorelle europee, la pessima prestazione di otto giorni fa. Il Ftse Mib ha ceduto il 6,15% a 14,970 punti, tra scambi vivaci per il periodo, per 2,39 miliardi di euro di controvalore. Mercoledì scorso, invece, l'indice delle blue chip aveva ceduto in chiusura il 6,6%, tra scambi eccezionali non solo per il mese di agosto, per 4,43 miliardi di euro di controvalore. Il listino di riferimento si è colorato tutto di rosso, risparmiando solo Bulgari, che con un calo dello 0,16% è stata la vera maglia rosa delle blue chip. Per il resto si sono evidenziate Fiat (-11,88%) tra scambi fiume per oltre 50 milioni di pezzi pari al 4,5% del capitale. Forte tensione anche su Fiat Industrial (-13,31%) ed Exor (-9,08%) a monte della catena di controllo. Per il Lingotto è stata una giornata nera dopo i dati sulle vendite in Brasile, mercato in cui il gruppo gioca unruolo di primo piano, mentre Goldman Sachs ha ribassato le stime sulle vendite di auto nel 2012 in Europa, che potrebbero scendere fino al 7%. Tempesta di vendite anche su Intesa Sanpaolo (-9,26%), insieme con Banco Popolare (-7,69%) e Unicredit (-7,41%), in una seduta difficile per tutte le banche in Europa, dopo la rivelazione del Wall Street Journal circa un'indagine della Fed sulle filiali Usa delle principali banche europee, legata ai timori sui debiti sovrani del Vecchio Continente. Ancora sotto scacco l'energia, che da due giorni sconta la tassa sulle società del settore prevista dalla manovra del governo. Enel ha ceduto il 5,39% ed Eni il 4,83% e Snam Rete Gas il 3,52%. È andata meglio invece a Terna (-1,86%) e A2a (-1,69%). In campo assicurativo tensione su Fonsai (-12,36%), mentre Generali se l'è cavata con un -4,83%. Unipol ha ceduto il 6,97% e Milano Assicurazioni il 6,52%. Nel disastro di oggi non sono mancati i rialzi tra i titoli a minor capitalizzazione. È salita infatti As Roma (+1,05%) nel giorno del perfezionamento della cessione della società. Bene Bialetti (+3,42%) e la Lazio (+5,39%), mentre Arkimedica è salita addirittura del 13,27%. L'INFLUENZA DEI DATI MACROECONOMICI Ad affondare le Borse è stata una gragnuola di notizie, in maggioranza negative, arrivate fin dalla mattinata: tra l'altro, esportazioni del Giappone in calo del 3,3% in luglio, sotto le attese; vendite al dettaglio nel Regno Unito in luglio +0,2%, cresciute meno del previsto. Inoltre, Morgan Stanley ha rivisto al ribasso le sue previsioni di crescita per il Pil globale per il 2011, da +4,2% a +3,9% e dal 4,5% al 3,8% per il 2012. Per la banca d'affari, l'economia globale è "pericolosamente vicina ad una recessione". LA REAZIONE DEI MERCATI Le Borse europee hanno reagito con forti vendite, anche sull'onda dei futures sugli indici americani, che presagivano un'apertura pesante per le Borse Usa. Così è stato, anche per via dei primi dati macro Usa del primo pomeriggio ora italiana, a partire dalle richieste iniziali di sussidio di disoccupazione, salite oltre le attese nella settimana terminata il 13 agosto a 408mila (anche se la media mobile a quattro settimane ha visto una flessione a 402.500). A dare il colpo di grazia a indici già agonizzanti sotto i colpi dell'Orso è stato l'indice manifatturiero della Fed di Philadelphia, conosciuto anche come Philly Fed, che in agosto è crollato ai minimi dal marzo 2009, unitamente a vendite di case esistenti in luglio sotto le attese. Il superindice del Conference Board in luglio è andato meglio del previsto, ma gli esperti del Cb concordano nel prevedere un rallentamento dell'economia Usa in autunno. Così, su tutte le Borse d'Occidente sono piovute le vendite, dopo che già le principali piazze asiatiche avevano chiuso in calo, da Tokyo ad Hong Kong, da Shanghai a Shenzhen. A Milano sono risaliti gli scambi, per un controvalore di 2,39 mld di euro dagli 1,9 mld di ieri. Male tutte le altre europee, a partire da Francoforte (Dax -5,82% a 5.602,80) e Parigi, dove il Cac cede il 5,48% a 3.076,04. In Francia tornano le vendite su Sociètè Gènèrale, che chiude in calo di oltre il 12%, la peggiore del paniere principale. Perdite consistenti per Madrid (Ibex 8.317,7, -4,7%), Zurigo (Smi 5.196, -4,15%), Bruxelles (Bel 20 2.151,96, -4,56%), Londra (Ftse 5.092,23,-4,49%), Amsterdam (Aex 279,58, -4,47%), Lisbona (Psi 20 6.030,57, -4,12%). Nel corso del pomeriggio anche la Borsa indiana di Mumbai ha ceduto il 2,2% sull'onda delle vendite sugli altri mercati. L'avversione al rischio è confermata dall'ennesimo rialzo dell'oro, che al fixing pomeridiano di Londra ha toccato i 1.824 dollari l'oncia.
18 agosto 2011 MERCATI La Tobin Tax divide Ma avanza in Europa Ci volevano la crisi dell’eurozona e la "coppia" Merkel-Sarkozy per riportare in auge la famosa Tobin Tax, la tassa sulle transazioni finanziarie (Ttf) come strumento per frenare la speculazione ritenuta responsabile dei peggiori disastri finanziari degli ultimi anni. Un’idea rilanciata con forza dal 2009 nel pieno della tempesta seguita al fallimento della Lehman Brothers; e poi caldeggiata invano dalla Merkel al G20 del giugno 2010, quindi dal Parlamento Europeo che a marzo ha approvato una risoluzione per chiedere alla Commissione Europea di studiare la questione; e, infine, un mese fa, dal presidente della Commissione Europea José Manuel Barroso come strumento di finanziamento dell’Ue. Già nell’ottobre del 2010 il commissario alla Tassazione Algirdas Semetas aveva presentato prime idee, sostenendo che un prelievo dello 0,1% sulle transazioni finanziarie avrebbe prodotto a livello globale un gettito di 60 miliardi di euro senza contare i derivati – o, includendo questi ultimi, fino a 10 volte tanto. Ieri a Bruxelles una portavoce dell’esecutivo Ue ha affermato che la Commissione metterà a punto proposte su una tassa per le transazioni finanziarie a livello Ue entro il vertice del G20 il 3-4 novembre in Francia. Secondo la Commissione, l’imposta "potrebbe essere uno strumento appropriato per ridurre l’eccessivo livello di rischio che viene preso". Le reazioni generali, a parte quella pessima dei mercati, ieri sono state miste, con molti toni negativi. Fuori dall’euro, si è espressa in modo contrario anzitutto la Gran Bretagna, che a Londra ospita la maggior piazza finanziaria d’Europa. Un portavoce di Downing Street ha dichiarato che la Ttf "dovrebbe essere applicata globalmente, altrimenti le transazioni colpite si sposterebbero semplicemente in Paesi dove la tassa non è applicata". Critica anche la Svezia, che introdusse negli anni Ottanta una tassa su azioni, bond e derivati salvo poi abrogarla nel 1991 dopo un tracollo dei volumi di affari in Borsa. Il ministro delle Finanze di Stoccolma Peter Norman ha affermato che "è arduo capire come questa tassa nell’Unione Europea possa avere effetti positivi". Proprio la questione della globalità è uno dei punti chiave. Nell’autunno 2009 il segretario al Tesoro Usa Timothy Geithner considerò brevemente l’ipotesi, per poi scartarla proprio sulla base di questo argomento. E al momento Paesi come India, Brasile o Cina non appaiono favorevoli all’idea. In ambito eurozona, da non dimenticare le forti perplessità del presidente della Bce Jean-Claude Trichet e dal suo futuro successore Mario Draghi, nel corso dell’audizione al Parlamento Europeo lo scorso giugno aveva indicato come una delle condizioni della tassa proprio che sia applicata a livello globale. Draghi avanzava inoltre dubbi legati alla difficoltà di definire le operazioni speculative. Da parte dei paesi membri di Eurolandia, ieri le reazioni sono state miste. Entusiasta è apparso il cancelliere austriaco Werner Feyman, che ha parlato di un "mezzo importante per accrescere la giustizia sociale anche a livello europeo". Contraria l’Olanda. Da Dublino, il ministro delle Finanze irlandese Michael Noonan ha invece avvertito che l’Eire appoggerà una simile tassa solo se sarà estesa comunque a tutti e 27 gli stati membri. Tiepida la Finlandia, contrario il Lussemburgo che ospita numerosissime istituzioni finanziarie. Forti perplessità ha espresso più volte, nei mesi passati, anche il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Fuori dalla politica, da registrare la dura presa di posizione di Deutsche Börse. "La tassa sulle transazioni finanziarie – ha affermato l’operatore della borsa germanica in un comunicato – non è adeguata ad aumentare stabilmente la sicurezza e l’integrità dei mercati finanziari". Una simile proposta, ha aggiunto, spingerebbe a investire "su piazze e prodotti finanziari non regolati". Anche la federazione bancaria tedesca Bvr ha definito "inadeguata" la proposta. "L’industria dei servizi finanziari – ha detto anche Simon Lewis, che guida l’Associazione per i mercati finanziari in Europa – non dovrebbe esser vista come una fonte addizionale di entrate fiscali, ma come parte essenziale per la stabilità e la sostenibilità economica". Merkel e Sarkoyz, però, per ora non si fanno impressionare dalle critiche e tirano dritto. Giovanni Maria Del Re
17 agosto 2011 MERCATI La Borsa chiude in positivo Passi avanti per la Tobin tax L'avvio pesante, mezza giornata in altalena e poi una lenta risalita. Dopo l'intervento Merkel-Sarkozy, le borse europee hanno lentamente ritrovato fiducia, anche se la chiusura è stata contrastata. Milano ha chiuso bene, risultando la migliore d'Europa: il Ftse Mib ha segnato un rialzo dell'1,27% a 15.950 punti. Positive anche Parigi (+0,73%), mentre Londra chiude di poco in negativo (-0,49%), imitata da Francoforte (-0,77%). Il mercato oggi ha premiato oltre la metà dei titoli che compongono il paniere delle blue chip, con Pirelli (+4,98%) capofila dei rialzi, seguita da Fiat Industrial (+4,93%), contrastata rispetto a Fiat (-1,01%), penalizzata ancora dalla delusione per le previsioni sulle vendite della 500 negli Usa. Acquisti a mani basse anche su Telecom (+3,03%) e Fonsai (+4,72%), insieme alla controllata Milano (+4,88%). Bene anche Generali (+2,52%), mentre si sono mosse a due velocità le banche. Hanno tirato la volata Banco Popolare (+3,17%), Bpm (+2,16%) e Intesa Sanpaolo (+2,01%), difficoltà invece per Unicredit (-1,62% a 1,03 euro), che ha comunque resistito sopra quota 1 euro. Poche ma significative le vendite, che hanno colpito Finmeccanica (-2,64%), Italcementi (-1,82%) ed Stm (-1,25%). In calo Terna (-0,96%), ma è l'unico titolo del settore energia ad aver sofferto anche oggi, mentre hanno ripreso quota Eni (+2,13%), A2a (+2,01%), Enel (+1,61%) e soprattutto Edison (+2,85%) e Snam Rete Gas (+2,28%) IN ARRIVO TASSA SULLE TRANSAZIONI FINANZIARIE L'Unione europea metterà a punto delle proposte su una tassa per le transazioni finanziarie (la cosiddetta Tobin Tax) a livello europeo prima del vertice del G20 di novembre. "La Commissione andrà avanti con una proposta legislativa per la tassazione sulle transazioni finanziarie in autunno", ha detto il portavoce della Commissione europea a Bruxelles, Cristina Arigho. Per la portavoce "potrebbe essere uno strumento appropriato per ridurre l'eccessivo livello di rischio che viene preso". La proposta dovrebbe riguardare una tassazione per tutti i 27 stati membri dell'Ue, incluso il Regno Unito, ha spiegato sempre Arigho. La Commissione, quindi, pubblicherà una bozza e una valutazione del potenziale impatto economico della misura prima del summit per il G20 che si svolgerà il 3 e il 4 novembre in Francia. Londra avverte che sarà pronta a confrontarsi sulla Tobin Tax, lanciata ieri dal presidente francese Nicolas Sarkozy e dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, solo se sarà un'imposizione valida per ogni Paese. "Altrimenti le transazioni si sposteranno nei Paesi che non la applicano" fa notare il governo britannico. MANOVRA PASSA AL SENATO In un'aula quasi deserta, il testo della manovra economica varata dal Consiglio dei ministri il 12 agosto scorso, è stato incardinato al Senato. L'esame del decreto nelle commissioni Affari costituzionali e Bilancio inizierà la prossima settimana secondo un calendario che verrà deciso da un'apposita capigruppo, che ci sarà sempre la settimana prossima. La prossima seduta dell'Aula è convocata per il 5 settembre alle 18.00. BORSE ASIATICHE CONTRASTATE Le Borse asiatiche si muovono in ordine sparso con la maggior parte dei listini che veleggia in territorio positivo e qualche piazza finanziaria che mostra segnali di debolezza, come Tokyo, che ha chiuso la seduta in calo dello 0,55%. Nell'area dell'Asia-Pacifico hanno condizionato la seduta alcune notizie positive sul fronte societario come i risultati di China Coal Energy, balzata dell'8,8%, e gli acquisti sui titoli bancari e della grande distribuzione in Australia (Sydney avanza dell'1,3%) dopo che nel secondo trimestre si è registrata un'accelerazione dei salari. Macchia la giornata il calo di Tokyo, penalizzata dall'indebolimento dell'euro sullo yen e dal permanere di timori per l'economia dell'eurozona dopo il vertice franco-tedesco di ieri. Non a caso hanno sofferto i titoli dell'export, come Honda (-2,3%), il cui fatturato deriva per l'80% dall'estero.
17 agosto 2011 CONFRONTO ALLE CAMERE Fondi scudati, il governo valuta un prelievo "I capitali scudati ? Non ho ancora visto la proposta". È circa mezzogiorno quando Silvio Berlusconi, atteso al varco all’aeroporto di Olbia, si vede porre a bruciapelo la domanda sulla proposta del Pd. Pier Luigi Bersani, infatti, proprio della necessità di incidere sugli evasori (sia pur pentiti e condonati nel 2009) ne ha fatto una battaglia simbolo delle opposizioni. Ma sulla manovra crescono voci di dissenso, anche nella maggioranza. Il cammino parlamentare si presenta irto di ostacoli: tutti pronti a difenderne necessità e importo, ma nessuno è disposto fino in fondo ad intestarsela. Cresce la fronda nel Pdl e la Lega - che pure manda messaggi rassicuranti sulla tenuta del governo - apre con Roberto Maroni a possibili modifiche, mentre resta l’ipotesi del voto di fiducia. "Spero non serva", dice il premier. "Ci ripenserà", si mostra scettico il segretario del Pd Pier Luigi Bersani. Che ironizza: "La manovra votata all’unanimità in Consiglio dei ministri dopo due ore già non aveva più padri. Il governo – attacca – è una barca senza timone, che rende non credibili le sue stesse proposte. Non sollecita uno sforzo comune chiedendo di più a chi ha di più, ma strizza sempre l’occhio a chi non vuole pagare". Il segretario del Pd insiste sulla bontà della proposta: "Stimiamo di ricavare non meno di 15 miliardi da destinare a crescita e lavoro". In serata, con il premier di nuovo ad Arcore, trapela che l’idea è al vaglio anche del Pdl. Restano tuttavia i dubbi sulla sua percorribilità (specie da parte del ministro Tremonti, pronto a ravvisare profili di "incostituzionalità" in un prelievo aggiuntivo sui soldi ex-scudo), trattandosi di capitali rientrati sotto tutela dell’anonimato e proprio sulla spinta di una tassazione, per così dire, di favore. Infatti il tam tam parla, nel Pdl, dell’idea di un minimale 1-2%, che darebbe circa 2 miliardi. "Quel che serve per coprire la rimodulazione" della tassa di solidarietà, spiega una fonte governativa. In ogni caso, molto meno di quel 20% che il segretario del Pd propone, giudicando a sua volta "risibile" l’idea del Pdl e indicando però una strada difficilmente percorribile (lo Stato dovrebbe obbligare banche e finanziarie a consegnare gli elenchi). "I sondaggi servono, ma per tastare il polso dell’elettorato preferisco farmi una passeggiata", aveva detto il premier a Porto Rotondo sfoggiando un ritrovato ottimismo. In ogni caso - al di là dell’immancabile barzelletta - il presidente del Consiglio nel colloquio a ruota libera con giornalisti e turisti, in Sardegna, aveva lanciato messaggi di apertura alle opposizioni, pur ribadendo che i saldi della manovra sono "intoccabili". Gli chiedono dell’Iva, come possibile alternativa al contributo di solidarietà: "L’1% in più porterebbe 5 miliardi, ma anche una contrazione dei consumi", aveva sentenziato Berlusconi, difendendo la scelta adottata sull’eurotassa, "introdotta non perché dia un grande introito – spiegava –, molto meno di un miliardo, ma perché non fossero le classi minori e quelle più disagiate, attraverso un minore servizio reso loro dalle amministrazioni locali, a dover pagare maggiormente il costo della manovra". Tuttavia nel Pdl escono allo scoperto nuove voci di dissenso dopo quelle aggregate dal sottosegretario Guido Crosetto. Ma Berlusconi è fiducioso: alla fine prevarrà "la disciplina di partito". Di manovra "inaccettabile" parla l’ex ministro Antonio Martino: "Servono riforme – attacca – non nuove tasse". E c’è anche chi - come il vicepresidente della Camera, Maurizio Lupi -, pur con atteggiamento più propositivo, spinge con forza perché la proposta del Pd venga vagliata. Dei malumori interni si fa carico il segretario Angelino Alfano. "Ci mancherebbe altro", risponde a chi gli chiede se incontrerà i "frondisti": "Nel PdL c’è spazio per tutti, e la manovra non è blindata", assicura. "A condizione – avverte – di arrivare a una sintesi". Angelo Picariello
17 agosto 2011 MANOVRA E POLEMICHE Contributo da 3,8 miliardi La scure cala sul Nord Oggi pomeriggio arriverà a Palazzo Madama, ma già prima dell’approdo ufficiale in Senato, alle 16.30, la manovra estiva del governo inizia a prendere forma, delineando con chiarezza dove e da chi lo Stato intende racimolare più risorse. La politica ha come obiettivo quello di fare in fretta e chiudere il confronto parlamentare entro il 5 settembre, ma per adesso il dibattito lascia spazio ai dettagli della relazione tecnica che accompagna il decreto anticrisi. Le prime indiscrezioni mostrano, con la precisione dei numeri, le novità del prossimo triennio: blocco del Tfr per 19mila statali, 3,8 miliardi pioveranno dal contributo di solidarietà e quasi 2 miliardi dalle rendite finanziarie. Contributo di solidarietà. La tassa, estesa ai privati, che interesserà i redditi oltre i 90mila e i 150mila euro rimpinguerà le casse dello Stato con 3.817 milioni di euro in tre anni: 674 l’anno prossimo, 1.557 nel 2013 e 1.586 nel 2014. Ma l’intervento già fa storcere il naso a molti. "Colpirà soprattutto il Nord, Lombardia in primis" è l’allarme dalla Cgia di Mestre. Innanzitutto a pagarla saranno appena 500mila soggetti Irpef, dicono, il 61% poi risiede al Nord, il 22% al Centro e appena il 15% al Sud. Insomma di quei 3,8 miliardi, più di 2 miliardi usciranno dal Settentrione (54%), soprattutto da Lombardia (780 milioni) e Veneto (343 milioni). Pensioni. A chi andrà in pensione anticipatamente nel 2012, circa 19mila dipendenti pubblici, il Tfr sarà versato solo dopo 24 mesi. Questo numero scenderà nel 2013 per l’innalzamento dei requisiti minimi, ma aumenterà di nuovo tra due anni fino a raggiungere quota 22 mila. Discorso diverso per i pensionamenti d’anzianità; per loro (la stima è tra 16mila e 35mila) la buonuscita slitta di soli sei mesi. Inoltre, l’aumento graduale a 65 anni dell’età pensionabile delle donne nel privato farà risparmiare allo Stato in 5 anni (dal 2017 al 2021) circa 4 miliardi di euro. Rendite finanziarie. La norma che armonizza la tassazione delle rendite finanziarie al 20%, con esclusione dei titoli di Stato, porterà invece nelle casse pubbliche 1,9 miliardi di euro a regime, nel 2014. Il gettito nel 2012 e 2013 si fermerà, però, a 1.494 e 1.724 milioni di euro. Robin Hood Tax. L’aumento di quattro punti percentuali dell’addizionale Ires farà guadagnare al Tesoro 3,6 miliardi di euro nel triennio 2012-2014: circa 1,8 miliardi nel 2012 e 900 milioni sia nel 2013 che nel 2014. Studi settore. I maggiori accertamenti dovrebbero far cassa per 823,5 milioni nel periodo 2011-2014: 31,5 milioni nel 2011, 330 milioni nel 2012, 231 milioni nel 2013 e 231 milioni nel 2015. La norma ha come obiettivo quello di garantire una maggiore correttezza da parte dei contribuenti nella compilazione della relativa modulistica fiscale. Così con questo intervento, un numero tra 150mila a 300mila soggetti dichiarerà "maggiore base imponibile". Giochi e tabacco. Da nuovi "gratta e vinci" e lotterie e dall’aumento dell’aliquota dell’imposta sulle sigarette potranno infine arrivare "maggiori entrate in misura non inferiore a 1.500 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2012". Alessia Guerrieri
2011-08-16 16 agosto 2011 PARIGI Merkel e Sarkozy propongono governo economico comune Francia e Germania sono assolutamente determinate a difendere l'euro e intendono proporre un governo economico comune per la zona della moneta unica. È quanto ha detto Nicolas Sarkozy al termine del vertice con il cancelliere tedesco, Angela Merkel. "Abbiamo lavorato a testa bassa per presentare delle proposte ambiziose", ha spiegato il presidente francese. Parigi e Berlino hanno "la volontà comune di difendere l'euro" e intendono "proporre la creazione nella zona euro di un vero governo economico", ha affermato Sarkozy. Il governo economico della zona della moneta unica "dovrà essere diretto da un presidente che resterà in carica per due anni e mezzo". Sarkozy ha fatto il nome di Herman Van Rompuy come candidato a questa carica. Parigi e Berlino, inoltre, intendono proporre "una regola d'oro" sui deficit di bilancio che valga per l'intera zona euro, che vorrebbero introdurre nelle costituzioni nazionali entro l'estate 2012. Italia e Spagna negli ultimi giorni hanno preso "decisioni forti" per la credibilità della zona euro, ha affermato il presidente francese. Sarkozy ha puntualizzato che se il Congresso francese non adotterà questa regola d'oro in Francia, il popolo sarà consultato per via referendaria in occasione delle prossime elezioni presidenziali. Il numero uno dell'Eliseo ha annunciato che i ministri delle Finanze dei due Paesi lavoreranno per individuare un'imposta comune sulle società e un'unica base imponibile. Parigi e Berlino, infine, puntano a presentare una proposta per una nuova tassa sulle transazioni finanziarie nel corso del prossimo mese.
16 agosto 2011 CRISI Ferma la locomotiva tedesca: Pil a +0,1% nel II trimestre Crescita quasi nulla per il Prodotto interno lordo della Germania che, nel secondo trimestre, ha mostrato un incremento congiunturale dello 0,1%, sotto le attese degli analisti che si attendevano un incremento dello 0,4%. Su base annua, la crescita del Pil normalizzata per i giorni lavorativi è stata del 2,7%."Il dinamismo dell'economia tedesca - si legge in un comunicato dell'Ufficio federale di statistica (Destatis ndr) - si è raffreddato in maniera siginificativa rispetto alla robusta partenza di inizio anno". Rivista al ribasso anche la crescita nel primo trimestre che passa dall'1,5% all'1,3%. In particolare, la deludente dinamica del secondo trimestre è dovuta - spiega Destatis - all'andamento debole delle esportazioni che rapprentano la vera spina dorsale dell'economia tedesca, mentre le importazioni sono cresciute di più in un contesto di crescita debole della spesa per consumi e degli investimenti in costruzioni.
16 agosto 2011 EUROSTAT Pil in Eurolandia a +0,2%, in Italia a +0,3% Rallenta la crescita in Europa: il Prodotto interno lordo nel secondo trimestre è cresciuto dello 0,2% sia in Eurolandia sia nella Ue a 27 rispetto al trimestre precedente; nel primo trimestre, per entrambe le aree, la crescita congiunturale dell'economia era stata pari a +0,8%. Lo rende noto Eurostat, aggiungendo che su base tendenziale, ovvero rispetto al corrispondente periodo dell'anno precedente, nel periodo aprile-giugno 2011 la crescita in Europa è stata dell'1,7% (era +2,5% nel primo trimestre). In Italia nel secondo trimestre la crescita del Pil è stata su base congiunturale pari a +0,3% e su base tendenziale a +0,8%.
16 agosto 2011 CRISI Bce, nuovi acquisti di Btp italiani e bond spagnoli La Banca centrale europea ha acquistato questa mattina nuovi titoli di stato italiani. Lo riferisce Bloomberg, che cita fonti vicino all'operazione. Le stesse fonti hanno aggiunto che l'Eurotower ha comprato anche bond spagnoli. La Bce ha acquistato la scorsa settimana 22 miliardi di bond governativi per allentare la pressione sui titoli di Italia e Spagna e riportare i rendimenti dei decennali attorno al 5%. Un'operazione record, superiore alle attese degli analisti (circa 15 miliardi di euro), ma anche ai 16,5 miliardi di titoli greci comprati nella prima settimana di avvio del programma sui bond sovrani, nel maggio del 2010. Nonostante l'intervento, e l'annuncio nel fine settimana della manovra-bis da parte del governo italiano, gli spread tra Btp e Bund sono rimasti stabili a 270 punti base, con rendimenti di poco superiori al 5%. Con le operazioni della scorsa settimana il portafoglio di titoli governativi della Bce sale a 96 miliardi. Gli acquisti segnalati sono stati effettuati tra giovedì 4 e mercoledì 10 agosto, in quanto la Bce, ogni lunedì, dà conto delle sole operazioni "regolate", cioè chiuse con lo scambio dei titoli, nella settimana precedente. "Visto che gli acquisti si sono concentrati nei primi tre giorni della scorsa settimana, e sui bond di Italia e Spagna, riteniamo che la Bce ha comprato una media di 7-7,5 miliardi di Btp e Bonos al giorno", afferma in una nota Chiara Cremonesi, strategist nel reddito fisso di Unicredit. È "ragionevole presumere che il 75% degli acquisti si sia concentrato sui titoli italiani, per un ammontare di circa 16-16,5 miliardi", in linea con il rapporto che esiste tra il debito italiano e spagnolo outstanding (cioè a esclusione dei titoli a breve, come i Bot, esclusi dagli acquisti della Bce) dei due Paesi (1.380 miliardi per l'Italia e 370 per Madrid).
16 agosto 2011 MERCATI Piazza Affari chiude in lieve calo Altra giornata difficile per le borse europee, che però danno lievi segni di ripresa dopo i crolli dei giorni scorsi. In chiusura Piazza Affari limita i danni, in recupero rispetto ai minimi di seduta. Al termine degli scambi l'indice Ftse Mib lascia sul terreno lo 0,87% e l'indice Ftse all share lo 0,80% per effetto dei tonfi del settore delle utilities energetiche per la reintroduzione della Robin Tax. ASIA CONTRASTATA, PESANO FUTURE WALL STREET Non sono riuscite a mantenere la buona intonazione della vigilia le principali borse di Asia e Pacifico, penalizzate oggi dai future su Wall Street in calo. Ai rialzi di Tokyo (+0,2%) e Seul (+4,8%), corrispondono infatti i passi indietro di Shanghai (-0,4%), Hong Kong (-0,2%), ancora aperte entrambe, e Sidney (-0,8%). Complici il calo dell'euro sullo yen, per i timori di un ennesimo rallentamento dell'economia del Vecchio Continente, in vista del dato sul Pil di Eurolandia atteso per oggi, e il rallentamento dei futures su Wall Street (-0,32% quelli sul Dow Jones Industrial e -0,54% sul Nasdaq). Per oggi sono attesi infatti dati Usa sull'andamento dei prezzi, sulla costruzione di nuove abitazioni e sulla produzione industriale a luglio. Sulla piazza di Tokyo debole Tepco (-3,19%), gestore dell'impianto nucleare di Fukushima, a differenza di Nikon (+1,3%), Panasonic (+0,4%) e Canon (+0,42%). Fiacca Toyota (-0,07%), debole Mitsubishi (-1,04%). A Seul sprint di Samsung Electronics (+6,08%), che, dopo l'acquisizione di Motorola da parte di Google, secondo gli analisti, rischia meno contenziosi sull'uso del sistema operativo Android. L'andamento contrastato dei prezzi dei metalli penalizza invece Aluminum Corporation of China (-1,43%) ad Hong Kong e Alumina (-4,82%), Newcrest Mining (-4,33%) e Rio Tinto (-1,45%) a Sidney.
16 agosto 2011 LE MOSSE DEL GOVERNO Manovra domani in Senato Cresce la fronda nel Pdl La manovra finanziaria sarà incardinata domani al Senato. Il presidente di palazzo Madama, Renato Schifani, ha convocato l'assemblea per domani pomeriggio, mercoledì 17 agosto, alle 16,30, per la presentazione del ddl di conversione del decreto sulla manovra economica. Il provvedimento sarà poi all'esame delle commissioni Affari costituzionali e Bilancio di Palazzo Madama a partire da lunedì 22 agosto. LA FRONDA NEL PDL E LA MANOVRA ALTERNATIVA "Siamo circa una ventina ma contatti sono in corso; sa non è facile trovarli. Comunque oggi contiamo di mettere nero su bianco le nostre proposte sulla manovra". Così Giorgio Stracquadanio, quasi il portavoce delle "proposte alternative" sulla manovra in seno al Pdl. Stracquadanio anticipa all'Ansa le proposte del gruppo che, dice, dovrebbe rinfoltirsi nelle prossime ore. - Portare l'età pensionabile per tutti a 67 anni o si punti su soluzioni che ci allineino all'Europa come anticipare la norma che porta a 65 anni l'età pensionabile delle donne a partire dal 2028. Si possono studiare soluzioni intermedie ma dato che la questione previdenziale è quella che pesa di più e che più incide sulla nostra non credibilità bisogna incidere su questo tema. - Stop a qualsiasi forma di pressione fiscale. Bisogna bloccare tutte le forme di incremento della pressione fiscale già previste. Quindi neppure l'aumento dell'Iva va bene. No alla tassazione dei redditi che andrebbero a colpire quelle fasce sociali che ancora sono da stimolo agli acquisti. - "Fondere" i Comuni e le Province. Non si tratta di abolire i piccoli comuni dotandoli di una sorta di Podestà - spiega - ma di "fondere" i piccoli comuni fino alla soglia virtuosa dei 5000 abitanti. Infatti sotto tale soglia, secondo i dati del Viminale, un cittadino costa di media 1300 euro.Sopra costa 750 euro. Si deve portare la soglia per la sussistenza delle Province a 500.000 abitanti. Come i comuni quelle che non raggiungono tale soglia dovranno essere "aggregate". Dovranno essere cancellati tutti gli Enti intermedi, e sono tanti, tra regione Provincia. - Privatizzare le Municipalizzate. Devono essere privatizzate, magari con forme diverse, le 700 municipalizzate. Ciò deve accadere in tempi brevi: 18 mesi. Pensiamo a commissari 'ad actà che siano incaricati della messa sul mercato delle municipalizzate. BERLUSCONI: SALDI INTOCCABILI, MA POSSIBILI MIGLIORAMENTI Silvio Berlusconi, alla vigilia della riapertura di piazza Affari, torna a difendere la manovra varata dal governo per fronteggiare la crisi, sostenendo che i saldi sono ''intoccabili'', ma aprendo a ''miglioramenti'' provenienti anche dalle opposizioni, con le quali spera in un dialogo costruttivo, tale da consentirgli di non mettere la fiducia.Il premier, però, boccia sia l'ipotesi di un aumento dell'Iva, sia la proposta di sostituire il 'contributo di solidarietà per i redditi sopra i 90mila euro con altre misure. ''I saldi della manovra sono intoccabili'', ammonisce il presidente del Consiglio che verso le 19 decide di lasciare villa La Certosa per concedersi un gelato con i nipotini Alessandro e Edoardo, figli di Barbara. "Ma se durante il percorso parlamentare emergono delle nuove idee migliorative, nulla osta a che siano accolte'', aggiunge il capo del governo. L'Esecutivo, promette, guarderà alle proposte ''senza fare distinzioni sulla fonte dalla quale provengono'' anche con l'obiettivo di rendere ''più accettabile'' la manovra al Paese. Il Cavaliere sa che le misure adottate rischiano di scontentare molti dei suoi sostenitori. Forse anche per questo decide di affrontare la piazzetta di Porto Rotondo, solitamente popolata da suoi fan. Un modo, forse, per testare il polso del suo elettorato. E l'effetto sembra farlo ben sperare. Quando arriva nel centro della località turistica diverse persone sedute ai tavolini dei caffé si alzano in piedi ad applaudirlo. Lungo la passeggiata sul molo, inoltre, è una continua richiesta di foto e autografi. Qualcuno magari lo ignora, ma nessuno lo contesta. Lui dice di non essere sorpreso. ''È il segno che non c'è stato un calo del consenso nei miei confronti, anzi...'', sostiene. Ad ogni modo, il Cavaliere non sembra intenzionato a cambiare l'impianto della manovra. Prima boccia l'ipotesi di un aumento di un punto dell'Iva perché pur dando un gettito importante (circa 5 miliardi), avrebbe due effetti negativi: ''contrarre'' i consumi e stimolare l'evasione fiscale. Anche il contributo di solidarietà sembra destinato a restare: è un fattore di ''giustizia'' per non far gravare la manovra solo sulle classi sociali più ''disagiate'', spiega. L'introito non sarà grande, visto che darà ''molto meno di un miliardo'' di euro - precisa - ma resta un provvedimento ''giusto''. Inoltre, aggiunge, e' sempre possibile modificarne qualche aspetto, magari alleviando il prelievo per chi ha familiari a carico. Insomma, non e' una patrimoniale che sarebbe ''ingiusta'' oltre che ''inutile''. Quanto al possibile voto di fiducia, il capo del governo frena, ma non smentisce del tutto l'ipotesi: ''Spero non serva'', dice, auspicando senso di ''responsabilità'' da parte di tutti. Non solo delle opposizioni, ma anche della maggioranza, visto che ai frondisti del Pdl chiederà ''disciplina'' di partito per arrivare ad un voto unanime. Berlusconi non manca di togliersi qualche sassolino dalle scarpe. Con Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, che gli ha chiesto di puntare su Iva e pensioni: ''Confcommercio chiede esattamente il contrario'', è la sua replica. Con Giulio Tremonti che, pur senza nominarlo, sembra indicare come colui che a sua insaputa ha allungato il prelievo di solidarietà da due a tre anni.
14 agosto 2011 INTERVISTA Belletti "Questa manovra senza equità. Dimenticati i carichi familiari" "La manovra presentata dal Governo al Paese lascia pesanti insoddisfazioni e grandi preoccupazioni nelle famiglie italiane: infatti la parola "famiglia" appare totalmente assente come determinante di equità e come destinatario di attenzioni: anzi, quando ci sono riferimenti alla famiglia sembrano più minacce che sostegni (come nel caso dei tagli lineari alle agevolazioni fiscali di welfare)". È deluso Francesco Belletti, presidente del Forum delle associazioni familiari. Ancora una volta la famiglia come risorsa sociale è stata la grande dimenticata dai signori del Palazzo. Perché il giudizio del Forum è così duro? Perché dimentica che non c’è equità se non si tiene conto dei carichi familiari: così, anche provvedimenti potenzialmente virtuosi, come il contributo di solidarietà per i redditi superiori ai 90mila euro, perdono il loro significato. C’è infatti una grande differenza, se il reddito riguarda una coppia o una famiglia con quattro figli, anche a livello di 90mila euro. In nessuna delle misure c’è attenzione a questo. Eppure era stato lo stesso governo alla Conferenza sulla famiglia di novembre 2010 a parlare di "fattore famiglia". Certo, per non parlare del programma elettorale della maggioranza oggi alla guida del Paese. L’impegno dell’esecutivo a favore della famiglia pareva prioritario. Purtroppo solo a parole! Sostengono che in tempi di crisi le priorità sarebbero altre... Inaccettabile. Ma chi paga la crisi, se non le famiglie? E soprattutto di fronte a questa manovra? E soprattutto in un Paese che ha una delle percentuali più alte di minori che vivono in famiglie sotto la soglia di povertà, per il solo fatto di vivere in famiglie con tre o più figli? Ci spiace, infine, che nell’ampio e frenetico dibattito di questi giorni di agosto tra partiti, forze politiche, forze sociali, opinionisti ed esperti sui vari media, ben pochi abbiano sottolineato la necessità di investire sulla famiglia, o comunque di proteggere le famiglie con figli. In questo colpevole silenzio non c’è proprio nessuno che si salva? Credo che da parte nostra meriti un esplicito apprezzamento Pierferdinando Casini, che ha richiamato la dimensione familiare come esigenza irrinunciabile di diverse misure, nel dibattito delle commissioni parlamentari dell’11 agosto. Non si prenda questa come una dichiarazione di voto, ma come il giusto riconoscimento a chi, nel povero e già rattrappito dibattito politico cui abbiamo assistito, ha avuto il coraggio - e la coerenza - di rappresentare la voce di un attore sociale che stenta a far sentire la propria voce: le famiglie. E tra le misure della manovra c’è qualche aspetto che merita una valutazione positiva? Bene le privatizzazioni, bene le misure di contrasto all’evasione, bene il taglio netto delle spese per la politica e per la pubblica amministrazione, bene anche la richiesta di maggiori sacrifici ai redditi più alti, ma... Ma il Forum comunque mastica amaro. Sì, mi chiedo: a quando protezione e investimento nei confronti chi davvero tiene insieme l’Italia, cioè le famiglie? Luciano Moia
2011-08-15 14 agosto 2011 L'altro editoriale La vera manovra C’è una grande assente nella considerazione di chi sta impostando questa nuova stagione di austerità e di sacrifici. Una grande assente che è e resta la protagonista della tenuta e della risalita possibile del sistema Italia: la famiglia. E questo "vuoto" torna a motivare il tenace impegno di questo giornale e dei cattolici italiani per una svolta verso un sistema di tassazione finalmente amico dei nuclei familiari, soprattutto di quelli con figli. Una svolta altrettanto tenacemente osteggiata, per motivi ideologici e per pura e semplice miopia, da settori chiave dei governi di centrosinistra della cosiddetta Seconda Repubblica e regolarmente promessa e mai realizzata, con i più diversi alibi, dai governi di centrodestra che con quelli si sono alternati. Non ci stanchiamo di chiederla da quasi diciotto anni, già da prima che nascesse il Forum delle associazioni familiari che di questa battaglia di civiltà e di futuro si è fatto portavoce e portabandiera, arrivando ad appellarsi con oltre un milione di firme al capo dello Stato e scontrandosi con la cronica insensibilità dei ministri (di diverso colore) che si sono susseguiti nei ministeri competenti. Un pressing assillante, di cui sono a conoscenza anche le pietre, sebbene non solo più di un politico ma anche qualche commentatore sorprendentemente acido e disinformato non riesca a rendersene conto. Ma con la realtà prima o poi bisogna decidersi a fare i conti, anche le vicende di questi giorni ce lo ricordano. E dire famiglia è il modo più vero e bello per dire solidarietà e dire futuro. Quando lo si capirà anche in Italia, allora sì che saremo al cospetto non di una grande stangata e di una grande assenza, ma di una grande manovra. Marco Tarquinio
14 agosto 2011 Manovra inevitabile, ma si impone un salto di equità Un "terzo tempo" per equità e sviluppo È un’Italia a testa bassa, un po’ rassegnata e un po’ impaurita, quella che si prepara ad accogliere la seconda maxi manovra presentata nel giro di un mese. È un Paese che nello spazio di un’estate, a suon di miliardi bruciati nelle Borse e nelle oscillazioni degli spread dei titoli di Stato, e di miliardi manovrati come pedine sulla scacchiera dei sacrifici, ha incominciato a rendersi conto che ci vorrà ancora molto tempo prima di poter veramente rialzare la testa. Perché questa seconda manovra da 45 e passa miliardi di euro, che alza a quasi 100 miliardi il peso degli interventi spalmati in tre anni, permetterà forse, se le risorse saranno ben usate, il pareggio di bilancio prima del previsto, nel 2013 – come richiesto dall’Europa sotto la pressione dei mercati – ma avrà certamente e allo stesso tempo un serio effetto recessivo. Un colpo al sistema economico e sociale italiano, in un momento in cui la crescita sta nuovamente rallentando in Europa come negli Usa, i cui effetti saranno visibili solo tra qualche tempo, anche se è già chiaro che a sopportarne il peso saranno in gran parte i ceti medi e medio bassi, chi paga le tasse fino in fondo nonché il soggetto-famiglia, misconosciuto e tartassato ancora una volta senza sconti. È il prezzo dell’emergenza. Ma anche degli errori nella gestione della crisi commessi dai leader occidentali. Della sottovalutazione dei rischi a cui il nostro Paese sarebbe andato incontro in assenza di un piano di risanamento programmato con maggiore anticipo e migliore realismo, in un contesto politicamente meno instabile di quello che stiamo conoscendo. E della miopia di quelle "parti sociali" che, in questi anni, hanno ostacolato ogni tentativo di risanamento strutturale e responsabile. Quello che spicca, alla voce 'tagli' – rappresentano più della metà della manovra-bis – sono gli interventi sui costi della politica e della macchina amministrativa, oltre che il poderoso ridimensionamento dei trasferimenti a Comuni e Regioni. La riduzione delle poltrone negli enti locali, come i risparmi sulle spese per i parlamentari, rappresentano l’avvio necessario di un cammino che può diventare virtuoso e riportare la professione del politico in una dimensione di sobrietà e servizio, rendendo adeguato il (benedetto) costo della democrazia. L’accorpamento dei piccoli Comuni non sarà facile da gestire, ma andava prima o poi messo in moto. Quella delle Province, invece, rischia di diventare un ginepraio: in certi casi è meglio abolire che ridurre… A rappresentare un grande punto interrogativo sono, infine, i quasi 10 miliardi tolti in due anni a Regioni e Comuni: spostano l’onere del risanamento sul territorio e si tradurranno in drastici tagli dei servizi alle persone, in grave aumento di tasse e tariffe locali o, più probabilmente, in una complicata via di mezzo tra questi due estremi. Non sono state toccate le pensioni, salvo l’anticipo al 2016, per le donne, del cammino che innalzerà lentamente l’età di ritiro a 65 anni. Un risparmio di 1 miliardo dal capitolo previdenza significa che per molti anni ancora si andrà in pensione beneficiando di un sistema che trasferisce gli oneri sulle generazioni più giovani. Le mani nelle tasche degli italiani, in buona parte, erano già state messe a luglio con la manovra dei 'tagli orizzontali', ora si aggiungono il contributo di solidarietà per i redditi oltre i 90mila euro – doppia una tantum, a calare, tra il 2012 e il 2013 – gli interventi su tredicesime e Tfr posticipato degli statali, lo stop ai 'ponti' festivi, la doverosa rimodulazione della tassazione sulle rendite finanziarie. Non era facile mettere insieme tanti miliardi in poche ore impostando una manovra organica con ambizioni strutturali, e questo intervento – che avanza a colpi di miliardi rastrellati di qua e di là, tra Robin Hood Tax, accise su giochi e tabacco e misure degne degli anni 80 – lo dimostra ampiamente. Le prospettive di sviluppo sono affidate a liberalizzazioni e privatizzazioni, al rafforzamento dei contratti aziendali con la diffusione del 'modello Pomigliano'. E, salvo per la stretta sui pagamenti in contanti e sugli scontrini fiscali, si ritrova la cronica timidezza nella capacità di incidere sui grandi evasori, sulle rendite di posizione, sui veri patrimoni, sulla 'casta' di chi riesce sempre ad arricchirsi a spese della comunità. Quello che manca, ancora una volta, è una visione d’insieme organica che sappia indicare una luce in fondo al tunnel della crisi, priorità convincenti, un premio ai comportamenti virtuosi e promotori di sviluppo e anche solo il tener conto del soggetto-famiglia. L’Italia del dopo-cura, quella che "si risveglierà" tra 5 anni, non sarà un Paese più ricco di oggi. Un giovane sotto i 35 anni o una famiglia con figli – già composta o in formazione – non trovano appigli per la speranza di futuro meno ostile. Tutte le attese per un equo e solidale riequilibrio dei sacrifici vengono, insomma, riposte nella delega fiscale. Una sorta di terzo e cruciale tempo di questa partita con la crisi e per il futuro. La stangata che ci sta piombando addosso è, purtroppo, inevitabile. Ma è anche migliorabile. E va necessariamente integrata. Avrà senso solo se le risorse raccolte e le riforme impostate non saranno utilizzate per un 'rattoppo', ma per incidere alla radice sul modo con il quale in Italia si prepara il domani e si sostiene la fiducia delle persone. Con le famiglie e i giovani in primo piano. Massimo Calvi
2011-08-13 13 agosto 2011 AUSTERITY ITALIA Maxi manovra, 45 miliardi di sacrifici "Credo di aver fatto tutto in coscienza per il mio Paese". Così il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, ha chiuso la presentazione alla stampa del decreto anticrisi, del valore di 45,5 miliardi in due anni, approvato ieri dal Governo, testo che, dopo la controfirma del Capo dello Stato, dalla mezzanotte sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale per poi passare il 22 agosto all'esame delle commissioni Affari costituzionali e Bilancio del Senato. Tremonti ha ribadito che il Governo non porrà la questione di fiducia in Parlamento ("Credo sia stata una scelta saggia - ha spiegato -. L'abbiamo fatto pensando che il testo sia talmente serio e impegnativo da impegnare la classe politica e il Parlamento per l'interesse generale") e ha respinto le critiche di chi sostiene che la situazione attuale poteva essere prevista. "Non è così e basta vedere la curva degli spread per capire quello che è successo". La crisi, ha aggiunto, "non riguarda solo l'Italia e ha subito "un'accelerazione drammatica" negli ultimi giorni e forse non si sarebbe arrivati fin qui "se ci fossero gli Eurobond". Per ora, ha affermato rispondendo a una domanda dei giornalisti, il Governo non prevede una revisione delle stime del Pil per effetto della manovra. "L'impatto delle norme di liberalizzazione, di semplificazione può essere significativo per il Pil, ma è difficile dire quanto e come - ha sostenuto -. Sappiamo che ci sono andamenti dell'economia mondiale che hanno effetto sulle economie nazionali". - "Io penso assolutamente di sì ". Risponde così il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, intervistato da quattro agenzie che gli chiedono se arriverà a fine legislatura insieme a Tremonti. "Abbiamo lavorato gomito a gomito tutti questi giorni", ha spiegato il premier, sottolineando che "non sono assolutamente vere le tensioni che sono state illustrate sui giornali". "Certo - aggiunge - ci sono state delle contrapposizioni di vedute" non solo con Tremonti, ma "tra me e tutti gli altri, si è discusso sennò ci avremmo impiegato mezza giornata". BERLUSCONI: FINIRO' LA LEGISLATURA CON TREMONTI "Io penso assolutamente di sì ". Risponde così il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, intervistato da quattro agenzie che gli chiedono se arriverà a fine legislatura insieme a Tremonti. "Abbiamo lavorato gomito a gomito tutti questi giorni", ha spiegato il premier, sottolineando che "non sono assolutamente vere le tensioni che sono state illustrate sui giornali". "Certo - aggiunge - ci sono state delle contrapposizioni di vedute" non solo con Tremonti, ma "tra me e tutti gli altri, si è discusso sennò ci avremmo impiegato mezza giornata". IL CONSIGLIO DEI MINISTRI DI VENERDI' SERA E LE MISURE APPROVATE Via 36 province, quelle sotto i 300mila abitanti. Fusione dei Comuni sotto i mille. E poi, più tasse per i lavoratori autonomi sopra i 55mila euro di reddito, e slittamento di due anni del Tfr per gli statali, che vedono a rischio le loro tredicesime, se le amministrazioni di cui sono dipendenti non rispettano gli obiettivi di riduzione della spesa. Stangata su chi non rilascia ricevuta fiscale. Accorpamenti di festività non concordatarie, armonizzate a livello europeo. Interventi su giochi, accise e tabacchi. Sono alcune tra le principali misure della manovra-bis da 45,5 miliardi (20 per il prossimo anno, i restanti per il 2013), approvato ieri in tarda sera dal Consiglio dei ministri. Prevista pure l’estensione ai dipendenti privati del contributo di solidarietà del 5% sulla parte eccedente i 90mila euro di reddito e del 10% oltre i 150mila euro. Misura che investe anche i parlamentari, che hanno il doppio del prelievo: 10 e 20 per cento. E dovranno volare in classe economica insieme a amministratori pubblici, dipendenti dello Stato, componenti di enti ed organismi. C’è, poi, lo slittamento dal 2020 al 2016 - inizialmente era previsto al 2015 - dell’età pensionabile delle donne (un miliardo i risparmi per il settore dal 2012). Ma nel testo finale nessuna misura sulle pensioni di anzianità. È il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi a fornire a metà giornata l’entità dell’aggiustamento dei conti pubblici (anticipato di un anno rispetto al 2014) e ad annunciare tagli a politica ed enti locali. Con oltre 50mila poltrone in meno e quasi 6 i miliardi di tagli ai ministeri, legati alla Robin Hood tax sul settore energetico, "forse sono anche eccessivi", afferma in tarda sera nella conferenza stampa dopo il Cdm, in cui loda il ministro dell’Economia Giulio Tremonti: "Abbiamo lavorato febbrilmente". Già in mattinata era stato proprio il titolare di via XX settembre a tradurre l’impatto sui conti pubblici: scendere dal 3,9% del 2011 all’1,6% nel 2012 per poi arrivare al pareggio del bilancio nel 2013. Un anno prima di quanto "concordato a livello europeo". Poi l’uomo dei numeri allarga le braccia, "tutto è precipitato e questo ha comportato una revisione del profilo temporale del pareggio". Con il passare delle ore si fanno frenetici i consulti - con Bossi di traverso sul versante delle pensioni, ma anche diversi ministri pidiellini sul piede di guerra per altre misure che entrano ed escono dal testo - e compaiono le anticipazioni della bozza. Che parlano di tagli con l’accetta alla macchina dello Stato. E non solo. Si arriva al Cdm, riunito sino a tarda serata a limare il decreto, che dovrebbe approdare in Senato il 22 per la conversione in legge. Il presidente Renato Schifani aveva già dato la disponibilità di Palazzo Madama, durante il colloquio di giovedì con il Capo dello Stato, per un esame rapido della manovra già dopo Ferragosto. Le date ora ipotizzate sono, dunque, il 22 agosto per l’esame delle commissioni e il 29 agosto per l’aula. "Non potevamo far fronte a questa situazione senza l’intervento delle istituzioni europee", afferma a cose fatte Berlusconi da Palazzo Chigi. "Ci siamo trovati nella necessità di dover fare questa manovra per via del nostro debito che ammonta a 1.900 miliardi di euro", aggiunge. Fuori restano - ribadisce più volte Tremonti - sanità scuola, ricerca, cultura e 5 per mille. E "l’edilizia carceraria", aggiunge il premier. Ma molte voci sono stimate, per vederci ancora più chiaro bisogna aspettare. Leggere tra le righe delle cifre è, infatti, di "un esercizio un po’ complicato", ammette lo stesso Tremonti. Però, "sono tutti in più, una gran parte è addizionale. Quanto serve per fare 1,4 e zero" aggiunge, rispondendo alla domanda se i 45 miliardi circa annunciati per la manovra varata siano o meno aggiuntivi rispetto ai precedenti 47 circa. Il governo, poi, chiederà al Parlamento di anticipare al 2011 la delega per la riforma del fisco e dell’assistenza, ha precisato il ministro, aggiungendo che così si pensa di generare risparmi per 4 miliardi. Inoltre, nella manovra, alla quale non c’era alternativa (ma "poi vedremo di compensare"), dal punto di vista dello slancio all’economia ci sono "un meccanismo efficace di privatizzazione dei servizi locali e una normativa efficace su municipalizzate". Infine, norme per la "semplificazione e le liberalizzazioni che anticipano" la riforma dell’articolo 41 della Costituzione. Gianni Santamaria
13 agosto 2011 L'altro editoriale E ora l'altra "casta" Non vogliamo e non possiamo esprimere, a caldo, un giudizio articolato sulla manovra–bis varata ieri sera dal Consiglio dei ministri. Troppi e decisivi dettagli attendono di essere chiariti. Ma è già evidente che tutti – poveri, ceto medio e (veri o presunti) ricchi – pagheranno qualcosa. Politici compresi. Tutti, meno gli evasori. Gli unici che non hanno legge, che non subiscono "tagli", che dribblano i sacrifici. Chi ci governa e chi siede in Parlamento ricordi che, da oggi, tutto ciò che verrà scontato e addirittura condonato o perdonato a quest’altra "casta" peserà 45 miliardi di volte in più nel giudizio degli italiani onesti. Marco Tarquinio
13 agosto 2011 La crisi fa esplodere i problemi, ma è anche opportunità Si riparte il dossier della "questione sociale" Oltre agli esiti di una crisi economica e finanziaria epocale, è chiaro che sono in gioco in questi giorni, tra manovre governative e concertazione tra le parti sociali, i termini stessi della "questione sociale" in Italia. Quella questione che è stata al centro delle attenzioni per alcuni decenni dopo la nascita della Repubblica, e che è poi stata improvvidamente messa da parte, con evidenti esiti negativi per lo sviluppo e per il benessere della nazione. Eppure sappiamo che è su questi fondamentali che si basa la forza, anche economica, di un Paese, e la sua capacità di fronteggiare le tempeste finanziarie e geopolitiche. Ovviamente qui non si intende sottovalutare i problemi del mercato finanziario o quelli dei modi della gestione politica, ma è evidente che il cuore del problema sta oggi nei contenuti della ulteriore manovra che occorre realizzare in tempi rapidi e in maniera sostanziosa nelle prossime settimane, come richiesto dalla situazione economica, ma anche dalla Bce e che, stando alle anticipazioni, propone tra i grandi ambiti di intervento proprio quello del welfare e delle pensioni. L’intervento è più che comprensibile vista, la quantità di risorse che muovono l’uno e le altre assorbono. E potrebbe anche essere un bene per la coesione sociale, visto che il nostro welfare si basa in larga parte sulle prestazioni pensionistiche e su prestazioni assistenziali di tipo monetario, erogate nell’ambito del sistema pensionistico (Inps), con evidenti iniquità e lacune: più attenzione per chi ha un lavoro e per le loro famiglie che per chi è fuori dal mercato del lavoro (come nel caso degli assegni familiari riservati alle famiglie dei lavoratori); privilegiare gli anziani rispetto ai giovani (nonostante la riforma del 1995, il sistema pensionistico-fiscale continua ad essere molto generoso con le classi di età più elevate e i pensionati e decisamente debole nei confronti dei giovani, ivi comprese le giovani famiglie con bambini); privilegiare le cosiddette categorie di meritevoli (per professione, patologia, ecc.) a scapito degli emarginati e poveri tout court; privilegiare gli interventi di tipo riparativo elargiti su richiesta degli interessati, a sfavore della prevenzione e del sostegno sociale a monte dei problemi. Come è dimostrato nei fatti, dagli esborsi delle famiglie per le ampie aree di scopertura in ambito assistenziale e sanitario (la non autosufficienza o le liste di attesa in sanità) e anche dalle preoccupazioni per il futuro pensionistico dei giovani, emerse ad esempio nell’ambito dello studio Censis "Welfare, Italia, laboratorio per le nuove politiche sociali" di poche settimane fa. In questo senso, si gioca qui la partita della "questione sociale" in Italia. Perché da una profonda riforma e razionalizzazione se ne potrà uscire con le ossa rotte, cioè con un aggravamento degli squilibri, ma se ne potrà anche uscire con un miglioramento decisivo della coesione sociale del Paese, a patto che si rispettino due condizioni. La prima, che si tratti davvero di togliere laddove vi è una situazione di grande disponibilità e/o di privilegio, e riequilibrare verso chi ha troppo poco rispetto ai bisogni, e non di procedere con tagli indiscriminati, come pure in qualche caso si sente paventare (ad esempio i tagli lineari alle deduzioni fiscali). La seconda condizione è che un simile processo avvenga con la collaborazione di tutte le parti sociali chiamate a collaborare, senza esclusione. Ognuno deve dare quanto può dare per la collettività e pretendere quanto è necessario per il benessere collettivo e lo sviluppo. In totale onestà intellettuale e senza egoismi di categoria. Carla Collicelli
13 agosto 2011 LE MISURE Scure su statali e politica NEGOZI Tracciabilità di tutte le transazioni che superino i 2.500 euro, con comunicazione all’Agenzia delle entrate delle operazioni per le quali è prevista l’applicazione dell’Iva. È quanto prevede la bozza di manovra nella parte relativa al cosiddetto "spesometro", entrato in vigore dallo scorso primo luglio (che prevede l’obbligo di esibire il codice fiscale al commerciante; spetterà poi a quest’ultimo comunicare l’operazione per via telematica alle Entrate). È inoltre previsto l’inasprimento delle sanzioni - fino alla sospensione dell’attività - per la mancata emissione di fatture o scontrini fiscali. AUTONOMI Un aumento della quota Irpef per gli autonomi, a partire dall’attuale 41% per i redditi oltre i 55mila euro. La misura, inizialmente prevista per un periodo di 2-3 anni, potrebbe essere a carattere permanente. ENTI LOCALI Dalle prossime elezioni è prevista la soppressione delle Province sotto i 300mila abitanti, la fusione dei Comuni sotto i mille abitanti e la riduzione dei componenti dei Consigli regionali. Verranno ridotti 6 miliardi di trasferimenti agli enti locali nel 2012 e 3,5 nel 2013. Per le Regioni il peso della riduzione dei fondi è pari a 1 miliardo. La sanità non verrà toccata. COSTI DELLA POLITICA "Aggrediremo i costi della politica con 14-15 misure", ha annunciato Silvio Berlusconi. Ci sarà, ha fatto sapere il presidente del Consiglio, un taglio di 6 miliardi ai ministeri nel 2012 e di 2,5 miliardi nel 2013. PARLAMENTARI Voli in classe economica per parlamentari, amministratori e dipendenti statali, componenti di enti ed organismi. Previsto un "contributo di solidarietà" per deputati e senatori, pari al 5% per i redditi superiori ai 90mila euro e del 10% per quelli superiori a 150mila euro. Ridotta del 50% l’indennità per il parlamentare che ha un reddito pari all’indennità stessa. PENSIONI Viene anticipato dal 2020 al 2015 il progressivo innalzamento a 65 anni (entro il 2027) dell’età pensionabile delle donne nel settore privato. Inoltre, sono previsti interventi disincentivanti per le pensioni di anzianità.Verrà anticipato al 2012 il conseguimento del requisito di "quota 97 anni", dalla somma tra età anagrafica e anni di contribuzione. FESTIVITÀ I lavoratori italiani non potranno più godere dei cosiddetti "ponti" festivi. Nella bozza della manovra-bis si prevede che le festività infrasettimanali "non concordatarie" siano accorpate alla domenica. DIPENDENTI PUBBLICI La manovra prevede il pagamento con due anni di ritardo dell’indennità di buonuscita dei lavoratori della pubblica amministrazione. Inoltre, i dipendenti statali che non rispettano gli obiettivi di riduzione della spesa potrebbero perdere il pagamento della tredicesima mensilità. IMPOSTE Viene esteso ai dipendenti privati la misura già in vigore per i dipendenti pubblici e per i pensionati: prelievo del 5% della parte di reddito eccedente i 90mila euro e del 10% della parte eccedente i 150mila euro. RENDITE Confermata la tassazione delle rendite finanziarie al 20%: saranno esclusi dal provvedimento i Bot. La tassazione sulle rendite finanziarie, esclusi i Bot, salirà dal 12,5% al 20%. SOCIETÀ La manovra prevede per le società una riduzione al 62,5% della possibilità di abbattimento delle perdite. ENERGIA Nella manovra è prevista una "Robin Hood tax per il settore energetico", ha annunciato il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. È stata invece stralciata dal testo del decreto la norma che prevedeva il taglio del 30% agli incentivi per le energie rinnovabili. Cambiamenti in vista anche per il mercato elettrico, che verrà diviso in tre macrozone: Nord, Centro, Sud. INCARICHI Stop ai doppi incarichi per chi è stato eletto. Nel testo licenziato dal Consiglio dei ministri si prevede l’incompatibilità dell’incarico parlamentare con altre cariche elettive. LAVORO La manovra prevede che vengano estesi "erga omnes" gli effetti dell’accordo siglato il 28 giugno scorso sui contratti aziendali. I contratti aziendali potranno derogare a quello nazionale: le norme consentono l’applicazione delle intese Fiat siglate a Pomigliano e Mirafiori. CONSUMI Nella manovra bis - ha fatto sapere il ministro Tremonti - sono previsti anche interventi sui giochi, sulle accise e sui tabacchi.
13 agosto 2011 LO SFOGO DEL PREMIER Berlusconi: "Grondo sangue, ma tasse inevitabili" Ha ceduto, e lo ammette senza infingimenti. "Il mio cuore gronda sangue...", dice Berlusconi al termine di una delle giornate più dure della sua lunga stagione politica. "Ero sceso in campo promettendo di non mettere mai più le mani nelle tasche degli italiani, ma abbiamo dovuto farlo. Sono addolorato, davvero addolorato...". Le smorfie del premier dicono chiaramente che il "dolore" è reale, mentre la "soddisfazione" per l’approvazione-lampo del decreto è più di maniera che sentita. Nel volto del Cavaliere c’è una stanchezza fisica evidente. A ora di pranzo novanta minuti tesissimi con gli enti locali, sotto il fuoco amico di Formigoni e Alemanno, "più spietati di qualsiasi amministratore di sinistra", confida il premier ad un collaboratore. Poi, subito dopo, una seduta infinita con Tremonti e la Lega a palazzo Chigi, dalla quale i ministri escono ed entrano alla spicciolata con la stessa drammatica ammissione: "Si discute molto, c’è da lavorare ancora a lungo". Tradotto: ci si accapiglia, ci si blocca sui singoli capitoli, e soprattutto non la si spunta su Bossi. Il Senatur è prima paladino dei pensionati (telefonerà a Bonanni per rassicurarlo: "Non ti preoccupare, vigilo io, nessuno ha il pugno più duro di me..."), e nel complesso "vince", riducendo il danno - secondo le prime dichiarazioni ufficiali sul decreto - a un miliardo di euro (nell’impostazione base la previdenza era il motore del manovrone). Poi prova a placare gli amministratori locali, ma a quel punto il tempo che stringe e la domanda delle domande ("Umberto, ma dove li prendiamo questi soldi?") conducono verso la quadra. Tanto, dice un parlamentare leghista, "c’è ancora tutto il lavoro in Aula...". Proprio sul nodo dei tagli a comuni e regioni viene convocato più volte il sindaco di Roma, Alemanno, cui, secondo fonti di palazzo Chigi, viene chiesto un supplemento di responsabilità. In cambio, la promessa di un tavolo con gli enti locali durante l’iter parlamentare. Se Bossi si dice apertamente "soddisfatto", Berlusconi, nel complesso, ha meno da esultare. Ci sono più tasse per gli autonomi a reddito medio, c’è la "patrimoniale" per i ricchi, e la sua idea di fare cassa con uno-due punti di Iva viene bocciata. E allora scattano le scuse, insieme all’ammissione di aver agito sotto pressione europea: "Abbiamo ottemperato alle richieste Bce". Agli amministratori anticipa ciò che ripeterà senza veli alla stampa: "Germania, Olanda e Francia hanno minacciato di non far comprare i nostri titoli di Stato". Un’affermazione che forse oggi scatenerà un polverone con i capi di Stato, ma nelle ultime ore, nell’esecutivo, ha prevalso il desiderio politico di tenere lontana l’ira dei cittadini. Per questo motivo, afferma un capogruppo che ha seguito l’evoluzione del Cdm, il pacchetto sui costi della politica ha avuto proprio nelle ultime ore un’accelerazione forte e improvvisa. "Forse abbiamo anche esagerato", dice Berlusconi. Ma l’intento è chiaro: dare risposte all’opinione pubblica, e mettere spalle al muro le opposizioni, che non potranno muovere un dito contro misure "richieste dai cittadini" (sono ancora parole del premier). Nelle ultime ore si è lavorato anche con un occhio agli sviluppi in Aula. Troppe le minacce nella maggioranza di non votare. In particolare, preoccupa la posizione di Micciché sui tagli alle rinnovabili. E l’articolo viene stralciato. Rispetto alle dure posizioni nate nel Pdl, infatti, Berlusconi ritiene la minaccia dei siciliani più concreta e legata a scenari politici che guardano oltre la fase attuale. La conclusione del Cdm serale, durato due ore spaccate, è un monito a ritrovare "unità" ed evitare ogni esternazione pericolosa. Stop alla fronda dei ministri anti-Tremonti (a partire da Galan) di nuovo arrabbiati per aver visto troppo tardi la bozza. Stop alle rivendicazioni in chiave elettorale del Carroccio. Stop ai brontolii dei ministri e dei parlamentari meridionali. Anche perché, come confida in piena notte, con addosso una delusione ancora viva, "anche stavolta la faccia ce l’ho messa io, e il prezzo più alto l’ho pagato io". Marco Iasevoli
13 agosto 2011 QUIRINALE AL LAVORO Napolitano: "Momento delicatissimo, responsabilità" Guerra aperta dentro la maggioranza sulla manovra. Il ministro dei Beni culturali Giancarlo Galan e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio - nonché leader dei Forza del Sud - Gianfranco Miccichè rompono gli argini e agitano le acque. Che ieri un nuovo auspicio di concordia dal Colle più alto d’Italia aveva cercato di rasserenare. Ammonendo: è l’ora della responsabilità in un momento delicatissimo. Un’apertura arriva dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che, a manovra varata, dà atto all’opposizione di essere stata responsabile ed esclude il voto di fiducia. Durante le convulsa giornata Miccichè tuona: se passassero i tagli alle energie rinnovabili - ipotesi che poi rientra - "non voteremo la manovra, nemmeno se a chiedercelo fosse Napolitano". Mentre Galan non tira in ballo il Colle, ma entrando al Consiglio dei ministri è categorico: "Se è una manovra che impone sacrifici ai cittadini, tipo tagli alle pensioni o patrimoniali, e neanche un soldo per gli investimenti, io non la voto". Tanto da prendersi, a quanto riferiscono i presenti, un fermo richiamo dal presidente del Consiglio: in questo momento è grave farsi vedere divisi. Nel giorno dell’annuncio delle decisioni necessarie per uscire dalla crisi, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano è tornato a esercitare la sua autorità morale, insistendo già dal mattino sul dialogo. Dapprima in una nota in cui ha chiesto che "prima e dopo le deliberazioni" dell’esecutivo "si sviluppi il confronto più attento, aperto alle proposte di tutte le forze politiche e sociali che, come già ieri in Parlamento, appaiono consapevoli delle comuni responsabilità nell’attuale delicatissimo momento". Parole cadute proprio mentre Berlusconi era impegnato in una difficile partita con gli enti locali, ai quali stava annunciando tagli draconiani. In seguito sul sito del Quirinale è apparso un dettagliatissimo resoconto dei più recenti interventi del Capo dello Stato sulla crisi. Quasi a dire: non potete dire che non ho parlato con chiarezza. In questo senso è andato il giro d’orizzonte compiuto tra giovedì e ieri con le forze politiche e i presidenti di Senato e Camera. Che ha visto l’altroieri l’incontro con lo stesso Berlusconi - insieme a Letta e Tremonti - dopo che questi aveva avuto un colloquio con il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi. Ieri, a completare queste consultazioni "sui generis" (che hanno investito quasi tutte le forze politiche, ma non la Lega Nord) sono saliti al palazzo del Quirinale il presidente della Camera Gianfranco Fini e il segretario del Pdl Angelino Alfano. Scopo di questo tourbillon di colloqui è stato imprimere una accelerazione al varo del decreto per anticipare il pareggio di bilancio e sondare soprattutto la posizione delle opposizioni (tra i primi a salire al Colle sono stati il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani e dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, che ieri hanno mantenuto un silenzio assoluto fino all’approvazione delle misure, criticandole poi apramente) allo scopo di verificare se vi sia quella disponibilità al dialogo che ha consentito in luglio un rapido iter parlamentare della manovra. "Nel corso di tutti i colloqui", sottolinea la nota ufficiale, il Capo dello Stato "si è ispirato alle preoccupazioni ed esigenze più volte espresse negli ultimi tempi" ed "è ora in attesa delle deliberazioni che il Consiglio dei ministri adotterà per far fronte ai gravi rischi emersi per l’Italia in conseguenza delle tensioni sui mercati finanziari, e per corrispondere alle attese delle istituzioni europee". Nessuna dichiarazione al temine dell’incontro da parte della terza carica dello Stato. Mentre l’ex Guardasigilli, ora guida del partito berlusconiano, aveva già espresso la consonanza con la moral suasion alle forze politiche espressa più volte da Napolitano nelle scorse settimane, auspicando in un’intervista televisiva giovedì sera "che le principali forze politiche la smettessero di litigare e guardassero insieme per il futuro degli italiani". Gianni Santamaria
13 agosto 2011 TAGLI E TASSE Manovra, le reazioni politiche "Una manovra depressiva, poco credibile e ingiusta". È questo il commento del segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, che boccia le proposte dell'esecutivo aggiungendo che "dal 20 agosto in poi, una volta esaminato il testo presentato dal Consiglio dei ministri, ci rivolgeremo alle forze sociali e alle opposizioni per aprire un confronto volto a perfezionare una più compiuta proposta alternativa agli interventi del governo, a presentare gli emendamenti in Parlamento ed a sollecitare il sostegno dell'opinione pubblica". CASINI: TARTASSATI I SOLITI MA SERVE SENSO DELLO STATO "Dopo tre anni di inutili perdite di tempo e di patetiche rassicurazioni sulla condizione dell'Italia, nel pieno di una tempesta finanziaria mondiale, il Governo si è finalmente svegliato. Ma lo ha fatto tartassando i soliti noti che non evadono le tasse, il ceto medio e le famiglie, ed evitando quegli interventi strutturali di cui invece il Paese ha bisogno". È il commento del leader Udc Pierferdinando Casini alle misure anticrisi varate dal governo. "Sembrano tuttavia parzialmente recepite - prosegue Casini - alcune delle nostre indicazioni sulla tassazione delle rendite finanziarie (con l'esclusione di Bot, CCT e BTP), sui tagli alle Province e sull'accorpamento dei piccoli Comuni, sempre che tutto questo non si riduca all'ennesimo annuncio ad effetto. È un sacrificio immenso quello che il Governo chiede al Paese e a cui le forze di opposizione devono corrispondere con grande serietà e senso dello Stato". "La volontà espressa dal Presidente del Consiglio di non porre la fiducia su questo decreto - conclude il leader Udc - ci impegna ad avanzare alla luce del sole, a partire dal Senato, le nostre proposte tese a rendere meno iniqua e ingiusta questa manovra". DI PIETRO: 90% SULLE SPALLE DEI CITTADINI, CASTA NON E' INTACCATA "Dopo una giornata di risse all'interno della maggioranza il governo ha partorito una manovra che per il 90% pesa sulle spalle dei cittadini e della povera gente, dei ceti medi e medio bassi. Ci sono alcuni segnali positivi, e anche se sono timidissimi voglio per carità di patria indicarli per primi. La razionalizzazione delle Province e dei Comuni è un passettino nella direzione giusta, anche se non è certo quello di cui ci sarebbe bisogno e che noi avevamo proposto, l'abolizione secca della Province. Dovremo conquistarcela da soli con la legge d'iniziativa popolare per cui stiamo raccogliendo le firme". E' quanto scrive sul suo blog il leader dell'Italia dei valori, Antonio Di Pietro. CGIA: BOOM DELLA PRESSIONE FISCO, NEL 2013 VOLERA' AL 44,3% La manovra porterà a un aumento della pressione fiscale che nel 2013 arriverà al 44,3%. A lanciare l'allarme è il segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi, che ha quantificato gli effetti fiscali delle manovre correttive approvate in queste ultime settimane. "Grazie agli effetti della manovra correttiva di luglio e a quelli legati alla manovra bis approvata venerdi sera, nel 2013 la pressione fiscale - ha detto - si attesterà al 44,3%. Un livello mai raggiunto in passato che rischia di soffocare i timidi segnali di ripresa economica registrati negli ultimi mesi. Rispetto a quest' anno, nel 2013 il carico fiscale sui cittadini e le imprese aumenterà di +1,7". La simulazione della Cgia è stata realizzato utilizzando le previsioni di finanza pubblica contenute del Def 2011 (Documento di Economia e Finanza), ipotizzando che le maggiori entrate fiscali per gli anni 2012 e 2013 vengano aumentate dagli effetti fiscali previsti dalla manovra correttiva anticipata di un anno e dalla manovra bis approvata venerdì scorso. Da un punto di vista metodologico si è proceduto sommando le entrate fiscali che la manovra correttiva di luglio prevede per il 2012 (pari a 6.081 milioni di euro) con le nuove entrate previste dalla manovra bis. Vale a dire: 4 miliardi di euro provenienti dalla riduzione delle agevolazioni ed esenzioni fiscali e i 3 miliardi di euro che saranno recuperati dal contributo di solidarietà, dalla riforma della tassazione delle rendite finanziarie e dall' applicazione dell'addizionale Ires (Robin Tax) sulle imprese del settore energetico. Per il 2012 si sono considerate le medesime entrate fiscali previste per il 2014. "Per stimare la pressione fiscale negli anni 2012 e 2013 - conclude Bortolussi - abbiamo classificato come entrata fiscale anche il gettito prodotto dalla futura riforma della assistenza sociale. Tale decisione è coerente con la norma di salvaguardia che prevede, nel caso di mancata attuazione della delega, che si proceda al taglio delle detrazioni e delle agevolazioni fiscali e quindi un conseguente aumento delle entrate fiscali. Nel caso la riforma assistenziale venisse attuata, si può ipotizzare che i 4 miliardi di gettito anticipati al 2012 e i 20 miliardi anticipati al 2013, si traducano in minori erogazioni ai cittadini e quindi vengano considerati nei bilanci pubblici come risparmi di spesa. In questa ultima ipotesi, la pressione fiscale potrebbe essere inferiore a quella ipotizzata nella nostra elaborazione".
2011-08-12 12 agosto 2011 CONTI IN ROSSO Bankitalia: debito sopra i 1900 miliardi Il debito pubblico italiano a giugno sale, tocca un nuovo record e sfonda per la prima volta i 1.900 miliardi di euro, attestandosi a quota 1.901,919 mld. È quanto riporta il supplemento al Bollettino statistico della Banca d'Italia dedicato alla finanza pubblica. Da ricordare che il dato riguarda lo stock di debito e non il suo rapporto con il prodotto interno lordo (è quest'ultimo invece il dato utile ai fini del patto di stabilità europeo). Nota positiva per quanto riguarda le entrate tributarie, che nei primi sei mesi del 2011 si sono attestate a quota 176,479 miliardi di euro, in crescita dell'1,3% rispetto al corrispondente periodo dell'anno precedente.
12 agosto 2011 LE MOSSE DEL GOVERNO Decreto anticrisi, il premier: "Altri 45 miliardi in due anni" Il governo si appresta a varare misure correttive aggiuntive sui conti pubblici da 45 miliardi nel biennio 2012-2013, ha comunicato Silvio Berlusconi agli enti locali secondo quanto riferito da uno dei partecipanti all'incontro di Palazzo Chigi. Berlusconi ha anche confermato che una delle misure introduce una imposta di solidarietà e tagli ai costi dei ministeri di 6 miliardi nel 2012 e 2,5 miliardi nel 2013. Nello stesso incontro Tremonti, ha riferito un altro partecipante, ha annunciato una possibile riduzione delle province e un progressivo accorpamento dei comuni. Sul tavolo anche un meccanismo di incentivi per la privatizzazione dei servizi pubblici locali e l'anticipo del federalismo fiscale. "Aggrediremo anche i costi della politica: 14-15 misure per ridurre i costi della politica, con tagli ai ministeri per 6 miliardi nel 2012 e per 2,5 miliardi nel 2013". ha spiegato Berlusconi. Tremonti ha aggiunto che per raggiungere il pareggio di bilancio è necessario un "taglio ai trasferimenti" a regioni e enti locali attraverso una "riduzione di 6 miliardi per il 2012 e di 3,5 nel 2013". Il ministro poi ha detto che si sta valutando l'ipotesi di anticipare il federalismo fiscale. Intanto è stato convocato per stasera alle 19 il Consiglio dei ministri che dovrà mettere a punto il decreto anticrisi, con le misure annunciate ieri da Tremonti. Il vertice di maggioranza si è concluso Ieri notte. I TAGLI AGLI ENTI LOCALI I tagli ai trasferimenti annunciati dal governo per gli enti locali "saranno di sei miliardi nel 2012 e di tre miliardi nel 2013". Lo conferma il presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi al termine dell'incontro con il governo. Il governatore della Lombardia ha dettagliato il taglio dei trasferimenti che saranno 1,7 miliardi in meno ai Comuni, 0,7 miliardi alle Province, 1,6 miliardi alle Regioni a statuto ordinario e due miliardi in meno le Regioni a statuto ordinario. Formigoni ha confermato anche che il governo ha proposto delle misure di tagli di spesa: le voci riguarderanno i costi politica, la riduzione delle Province e l'accorpamento dei Comuni, la liberalizzazione dei servizi pubblici locali, le privatizzazioni e il taglio dei trasferimenti. Tremonti, ha concluso Formigoni,"ha anche parlato di anticipo del federalismo fiscale". BOSSI: VIGILO SULLE PENSIONI "Vado a vigilare sulle pensioni, ma non penso che nessuno osi toccarle finchè non c'è chi ha il pugno più forte del mio" ha detto Umberto Bossi in vista del Consiglio dei ministri di questa sera. Il Senatur ha aggiunto che "Gli enti locali sono preoccupati dei tagli, ma non è esattamente come sembra". LE INDISCREZIONI DI IERI SERA Patrimoniale (o "contributo di solidarietà") sopra i 90mila euro, e con un altro scaglione sopra i 150mila; poi guadagni finanziari tassati al 20%, anticipo dal 2012 della nuova Imu federalista che colpirà soprattutto le seconde case, blocco (ancora da definire) delle pensioni d’anzianità e aumento dell’età di pensione per le lavoratrici private. Prende corpo il decreto da 20 miliardi per rafforzare ulteriormente la manovra sul 2012 (che sale così a un importo globale da 30-35 miliardi, il Consiglio dei ministri potrebbe riunirsi già stasera), alla fine di una giornata in cui la parola torna a Giulio Tremonti. Il giorno dopo l’incontro, avaro di dettagli, con imprese e sindacati, il superministro dell’Economia (sempre meno super) si presenta, dribblando una fitta schiera di telecamere e fotografi, alle commissioni parlamentari riunite per ascoltare la nuova strategia anti-crisi del governo e comincia a svelare qualche carta. Ma non troppe: dà per certa l’armonizzazione al 20% della tassa sulle rendite finanziarie (sempre esclusi i Bot), ipotizza di "accorpare sulle domeniche le festività" e preannuncia "il licenziamento del personale compensato con meccanismi di assicurazione più felici", una sorta di libertà di licenziare. Insomma, dall’articolo 81 (quello sul pareggio di bilancio, che intanto perde "peso" dato che l’approdo del percorso sarebbe fissato ora al 2015) della Costituzione si rifinisce all’art. 18 dello Statuto dei lavoratori. Tutto qui. Tanto che il professore di Sondrio finisce con lo scontentare anche la platea di parlamentari. In primis il suo più strenuo difensore. Umberto Bossi esce dalla sala del Mappamondo, alla Camera, e sbotta: "È stato troppo fumoso". Un giudizio che innesca la replica piccata del ministro: "È difficile essere più precisi. Le parole di Bossi? Saranno oggetto di un confronto fra noi due". Anche perché, ricorda Tremonti, la strada è obbligata: l’anticipo un anno prima, nel 2013, del pareggio di bilancio è la richiesta della Bce. Perché oggi viviamo in un’epoca "che costringe a scelte di maggior rigore: non puoi spendere più di quello che prendi, soprattutto se con riluttanza prendono i tuoi titoli". Anche molte delle misure da prendere sono proprio quelle suggerite dall’asse Trichet-Draghi. Una lista che tocca più o meno tutti i settori. Interventi "drastici", li definisce il ministro, che vanno dalla deregulation sui licenziamenti all’ulteriore blocco degli stipendi pubblici, fino alla nuova eurotassa. E poi piena liberalizzazione dei servizi pubblici locali, dei servizi professionali e la privatizzazione su larga scala dei servizi locali; tagli stipendi agli statali ("ma noi non li vogliamo", dice); tagli ai costi della politica; lotta all’evasione. C’è poi, accanto al pareggio nella Carta, l’altra riforma costituzionale per la libertà d’impresa (l’art. 41). Due riforme per le quali Tremonti, rivolto alle opposizioni, invoca il "disarmo plurilaterale". L’attuale articolo 81 sulla copertura delle spese, spiega il ministro, "non è un successo", basta guardare al nostro debito pubblico che è il "terzo-quarto del mondo". Ora bisogna fare "una scelta che segna la fine di un’epoca in cui l’Occidente poteva piazzare titoli ai valori che voleva". Tutto questo anche perchè "la crisi ha preso un corso diverso, non ancora finito e non facile da prevedere". Insomma, c’è "un’intensificazione verticale della crisi", e bisogna anticipare. Ma "non c’è un "caso Italia". Semmai è un caso nel caos". Eugenio Fatigante
12 agosto 2011 LA PARTITA NEL GOVERNO Berlusconi resiste: non voglio tasse Il forcing del Colle arriva come una manna dal cielo sulle fratture interne all’esecutivo. Berlusconi in serata convoca di nuovo Tremonti, Bossi e lo stato maggiore della Lega, e se possibile è ancora più assertivo: "L’Europa spinge, la Bce spinge, Napolitano ha convocato anche le opposizioni per evitare ogni ostruzionismo e ci ha raccomandato la massima velocità... Umberto, siamo costretti...". Insomma, il classico "tempo tiranno", stavolta, dà una mano al premier. Che assecondando il ritmo imposto dal Colle fissa un calendario strettissimo: tra oggi pomeriggio e domani mattina, a mercati chiusi, dovrebbe svolgersi il Cdm che varerà il decreto anticrisi. Fonti di palazzo Chigi assicurano che per definire il testo, ormai, è questione di dettagli. I nodi sono alla luce del sole: la resistenza di Bossi a una stretta sulle pensioni e quella di Berlusconi a qualsiasi misura che possa somigliare ad un aumento della pressione fiscale o ad una "punizione" per i ricchi. Il Cavaliere è convinto che il Senatur, dopo il passaggio al Quirinale previsto in mattinata, arriverà a più miti consigli e accetterà il compromesso che sta scrivendo Tremonti. Quanto alla superimposta, nella notte il premier ha portato l’ultimo assalto al ministro dell’Economia: "Ci giochiamo la nostra credibilità, lo vedi anche tu che i nostri sono in fibrillazione". È un riferimento alle tante voci di parlamentari azzurri che hanno "aggredito" il titolare del Tesoro subito dopo la sua audizione alle Camere. "Siamo liberali, non di sinistra, la gente ci chiede riforme, non prelievi una tantum...", ha insistito Berlusconi contando anche sull’isolamento politico del Tesoro. In dote al vertice di maggioranza, cui hanno presenziato anche il segretario Pdl Angelino Alfano e i capigruppo azzurri, Berlusconi ha portato anche la chiacchierata di 40 minuti che nel primo pomeriggio ha avuto con Mario Draghi. Da diversi giorni i due si sentono con costanza, ed è noto che la lettera Bce giunta la settimana scorsa sul tavolo del premier e del ministro dell’Economia è vergata anche dal governatore di Bankitalia. Draghi è giunto a palazzo Chigi risentito degli attacchi di Bossi ("Temo che vogliono far cadere il governo..."), ma il Cavaliere l’ha rassicurato sulla ferma intenzione dell’esecutivo di procedere al risanamento senza impantanarsi nelle dispute interne. Conversazioni che il premier riporta quasi parola per parola al fine di stringere nell’angolo chi è scettico verso il decreto in elaborazione. Dunque, volenti o nolenti, si accelera. Se è vero che il Cdm si terrà nelle prossime ore, allora si comprende meglio quanto anticipato da Renato Schifani, presidente del Senato, a margine del suo colloquio con il Colle: "Dopo Ferragosto le commissioni possono iniziare l’esame del provvedimento". Dunque la seconda metà del mese sarà impiegata per apportare emendamenti e correttivi al decreto. Lavorando a ritmi serrati, si riuscirebbe a convocare le Aule per la conversione definitiva in legge ad inizio settembre. Sarebbe il secondo "record" dopo quello realizzato a luglio, quando la manovra fu approvata in cinque giorni. E anche in questo caso il Colle ha bonificato il territorio chiedendo che non ci siano ostruzionismi da parte delle opposizioni. Certo, si naviga a vista. Il dopo-decreto è ancora oscuro. I gruppi in Aula fremono. Ieri Calderoli dispensava preoccupanti battute sui giorni della maggioranza. E Berlusconi sa che il boccone amaro che tanti dovranno digerire in queste ore potrebbe trasformarsi in una trappola autunnale. Ma il pressing intorno all’Italia impedisce ragionamenti che vadano troppo in là. Marco Iasevoli
12 agosto 2011 LA MEDIAZIONE DEL QUIRINALE Il pressing di Napolitano: ora rapidità e coesione N<+spz3><+tondo>on è un semplice gesto di preoccupazione per le sorti del Paese, ma il rientro dalle vacanze anticipato alla fine della mattinata invece che in serata, del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, assume una vera e propria caratura istituzionale: l’avvio di una procedura democratica che il "Colle" vuole quantomai rapida ed allo stesso tempo corretta, nel segno della coesione e rapidità d’azione per varare una manovra, attesa dall’Europa, che sia anche equa. Non a caso il Capo dello Stato chiede al premier Silvio Berlusconi, al sottosegretario Gianni Letta e al ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, di ricevere nero su bianco il decreto in tempo utile per esaminarlo come dovuto e non essere costretto ad una firma affretta per farlo comparire subito in Gazzetta Ufficiale. Il presidente esercita poi la sua <+corsivo>moral suasion<+tondo> per chiedere ai leader dell’opposizione Pier Luigi Bersani e Pier Ferdinando Casini, ricevuti al Colle separatamente, che non vi sia nessuna forma di ostacolo che ritardi l’iter del provvedimento. Pur restando ferma la necessità di un confronto aperto a tutte le forze politiche e alle parti sociali, l’invito è ad assumersi le proprie responsabilità in questo passaggio cruciale per il Paese. Sia da Bersani che da Casini il presidente riceve una risposta positiva. Il segretario del Pd, comunque, avrebbe anche sottolineato che il primo passo tocca al governo. "Deve fare la sua, non possiamo farla noi", avrebbe notato, illustrando nel merito le proposte del suo partito per incidere sulla spesa, evitare la falcidia delle agevolazioni assistenziali e fiscali, facendo pagare maggiormente a chi ha di più, ed avviando al contempo riforme strutturali. Anche il governo si misura con la richiesta di rigore procedurale e di rispetto degli impegni europei venuta dal "colle", tant’è che il Consiglio dei ministri si terrà probabilmente oggi. C’è anche un lungo e cordiale colloquio con il presidente del Senato, Renato Schifani che ha assicurato al Capo dello Stato "la piena disponibilità di Palazzo Madama ad un esame immediato del provvedimento urgente sulla manovra economica". In particolare la seconda carica della Repubblica ha garantito che le competenti commissioni del Senato potranno cominciare l’esame del provvedimento subito dopo Ferragosto e l’aula iniziarne la trattazione già dai primi giorni di settembre. Una tabella di marcia che Schifani conferma poi direttamente a Tremonti che in serata si reca a Palazzo Giustiniani per illustrare al presidente del Senato le linee della manovra. Al termine del colloquio con Napolitano, probabilmente riferendo il pensiero del Colle, Schifani sottolinea che le misure dovranno essere frutto di "un confronto aperto tra tutte le forze politiche e sociali". In questo senso Napolitano, nel colloquio con il premier, ha sollecitato il governo a proseguire il confronto e le opposizioni a mostrare lo stesso senso di responsabilità espresso per la manovra di luglio. Quelle avviate ieri sono in sostanza vere e proprie consultazioni, infatti oggi Napolitano vedrà Gianfranco Fini, sia come presidente della Camera, che come leader di Fli, e anche il segretario del Pdl, Angelino Alfano. Tra i molti contatti già avuti ieri, c’è anche quello con il presidente di turno dell’Anci, il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Pier Luigi Fornari
12 agosto 2011 Per ritrovare la fiducia (e il suo senso). Per un nuovo mercato, equo Una lunga buona strada Dietro la crisi che stiamo attraversando c’è soprattutto una grave crisi di fiducia: non si sa più dove trovare investimenti affidabili, e quindi si vendono titoli preferendo liquidità (o oro e beni rifugio). Oggi è chiaro come non mai quanto sia vero che credito deriva da "credere", dal fidarsi. Il grande economista inglese J. M. Keynes nel 1936 aveva ben descritto, nella sua sostanza, quanto sta accadendo ora, un fenomeno che dipende poco dai sofisticati strumenti finanziari e molto da semplici meccanismi psicologici: siamo caduti in una "trappola delle aspettative negative", una situazione nella quale per una grave crisi di fiducia (in questo caso nei debiti pubblici degli Stati "sovrani") gli operatori hanno una fortissima preferenza per la liquidità e una grande sfiducia nei titoli finanziari. E quando si cade in queste trappole la sola politica efficace è ricreare quella fiducia che manca, ricreare aspettative positive. L’attuale sistema economico capitalistico non ha – e qui sta il punto – le risorse antropologiche ed etiche, prima che tecniche, per poter rilanciare queste aspettative, perché mancano prospettive culturali all’altezza delle sfide poste. Nei momenti di crisi la memoria è sempre una risorsa importante per immaginare e tracciare scenari di speranza. Fiducia proviene dal latino fides, una parola che significa insieme fiducia, affidabilità, legame (corda) e fede religiosa. Mi fido di te, ti faccio credito (sei credibile), perché condividiamo la stessa fides, quella fede che era la principale garanzia di affidabilità e di restituzione del prestito, soprattutto quando si scambiava con forestieri. Su questa fides-fiducia-affidabilità-credibilità-legame-fede è nato il primo mercato unico europeo tra Trecento e Modernità. Con la riforma protestante questa fides entra in crisi, la corda si spezza (non bastava più la fides cristiana per i commerci e per la pace); l’Europa trovò allora nuove forme di fiducia per poter sostenere i nascenti mercati: è infatti nel Seicento che nascono le le banche centrali, le borse valori, che diventano le nuove garanzie "laiche" del nuovo mercato senza-fides. Parallelamente a queste nuove istituzioni economiche nascono anche gli Stati nazionali, che diventano, i nuovi "luoghi della fiducia", le grandi garanzie per i mercati e per le monete, come lo erano state le città nel Medioevo. Questo breve excursus storico solo per dire che l’economia moderna laica nasce da uno strettissimo rapporto tra economia e politica nazionali, tra finanza e Stati-nazione. Dietro scambi e finanza c’erano gli Stati, i popoli, le comunità nazionali, i territori, l’appartenenza. Anche la democrazia politica ed economica che conosciamo si è fondata su mercati e istituzioni economiche sostanzialmente nazionali. Questo capitalismo nazionale, nelle sue due grandi versioni anglosassone e europea, ha retto fino a pochi decenni fa, quando siamo entrati in modo via via più accelerato nell’era della globalizzazione e del capitalismo finanziario. Questa crisi ci sta dicendo che ancora non sappiamo né capire né governare il capitalismo globalizzato, perché mentre l’economia e la finanza sono radicalmente cambiate, la politica e i suoi strumenti sono ancora quelli del primo capitalismo, compresa la creazione senza controlli e garanzie di enormi debiti pubblici, espressione dell’antica idea di sovranità e signoraggio degli Stati-nazione. Per non parlare poi del tema fiscale: per combattere seriamente l’evasione fiscale dovremmo almeno riconoscere che esiste una mega "questione fiscale" e di giustizia che si gioca sui mercati finanziari globali, dove si creano enormi profitti e rendite che di fatto sfuggono ai sistemi fiscali ancora troppo ancorati alla dimensione nazionale, che al più può ricorrere ex post al pericoloso e immorale trucco dei condoni. In Europa l’euro è in profonda crisi perché non abbiamo ancora trovato un rapporto tra l’euro e l’Europa. Resta sempre un effetto credibilità del singolo Paese (non sarà certo un caso che Piazza Affari è quasi sempre la peggiore!), ma non è quello decisivo per capire e affrontare la crisi. Basti osservare quanto siano divenute inadeguate le garanzie offerte dagli Usa di Obama, poiché in realtà servirebbe una politica a dimensione della globalizzazione, una politica che ancora non c’è, e soprattutto non si intravvede. Sarebbe necessaria una nuova Bretton Woods mondiale, per dar vita a una economia di mercato post-capitalistica dove la finanza è regolata e tassata come (e forse più di) tutte le attività che producono reddito, dove si creano authorities indipendenti di controllo dei debiti pubblici, dove si regolano anche la governance delle grandi imprese multinazionali (alcune oggi più ricche e influenti di piccoli Stati-nazione), e molto altro ancora. Ecco perché in questa crisi è in gioco la nuova economia di mercato nell’era della globalizzazione, che dovrà essere diversa da quella che abbiamo creato fin qui. L’economia finanziaria globalizzata ha bisogno di fiducia ma, come nel caso dell’energia, la consuma senza essere capace di ricrearla, perché i suoi strumenti creano reputazione (che è un normale bene di mercato) che tende a spiazzare la fiducia (che è invece un bene relazionale). Ciò che ad oggi è certo è che la vecchia politica basata sui governi nazionali, sugli equilibri partitici e sulla sovranità non funziona più. Che cosa uscirà da questo fallimento non lo sappiamo: possiamo solo prevedere alcuni anni di fragilità, di rischio sistemico, di incertezza, con sacrifici per tutti, speriamo con un po’ d’equità. E dobbiamo soprattutto rilanciare la speranza, che è la grande virtù in tutti i tempi di crisi, è il terreno fertile dal quale può rifiorire anche la fiducia. Luigino Bruni
2011-08-11 11 agosto 2011 LE MOSSE DEL GOVERNO Consultazioni di Napolitano, anche le opposizioni al Colle Il presidente Giorgio Napolitano è rientrato in anticipo dalle vacanze per seguire da vicino le mosse anticrisi del governo. Nel pomeriggio ha incontrato Berlusconi e Tremonti. Prima di salire al Quirinale, il premier ha incontrato Mario Draghi. Napolitano ha visto anche anche Casini e Bersani. Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti è intervenuto stamattina in Parlamento davanti alle commissioni congiunte per analizzare il perdurare della crisi economica e spiegare le misure che il governo intende adottare. "L'articolo 81 della Costituzione non costituisce un caso di successo - ha esordito Tremonti, riferendosi alla necessità di modificare la norma che disciplina il bilancio dello Stato - Ora abbiamo il terzo quarto debito pubblico nel mondo". Secondo Tremonti, la scelta di inserire il pareggio di bilancio in Costituzione è "una scelta che segna la fine di un'epoca nella quale l'Occidente poteva piazzare titoli ai valori che voleva". Oggi viviamo in un'epoca "che costringe a scelte di maggior rigore: non puoi spendere più di quello che prendi soprattutto se con riluttanza prendono i tuoi titoli". Tremonti ha poi ammesso che le difficoltà economiche del momento sono notevoli. Da giugno, quando si è scritta la manovra, "la crisi ha preso un corso diverso, non ancora finito e non facile da prevedere nella sua dinamica. Io non sono accreditabile per formule ottimistiche, casomai per prudenza". LA RICETTA DI TREMONTI Tremonti ha quindi indicato i possibili rimedi per sistemare i conti pubblici e rilanciare l'economia. Sul lato della crescita serve "la piena liberalizzazione dei servizi pubblici locali, dei servizi professionali e la privatizzazione su larga scala dei servizi locali". Per il mercato del lavoro l'ipotesi da mettere in campo è "una spinta alla contrattazione a livello aziendale, con il superamento del sistema centrale rigido" ma anche "il licenziamento del personale compensato con meccanismi di assicurazione più felici", una sorta di "diritto di licenziare". Tra le ipotesi allo studio per far fronte alla crisi, dice Tremonti, c'è anche quella di "tagliare gli stipendi dei dipendenti pubblici". Necessario anche "intervenire con maggior incisività sui costi della politica. Dobbiamo tornare sulla materia non solo sui costi dei politici, non solo su quanto prendono ma anche su quanti sono. C'è un effetto di blocco, di manomorta". Infine, il tema dei prelievi sulle rendite finanziarie: "La scelta è stata definita con un allineamento delle aliquote. La scelta è stata fatta in sede di riforma ma non abbiamo nulla in contrario ad un intervento diretto. Fermi i titoli di Stato, e prevedendo una riduzione della tassazione della raccolta postale che è al 27%, tutti i titoli finanziari verrebbero tassati dal 12,5% al 20%" Pierluigi Bersani, leader del Pd, ha commentato così: "La nostra impressione è l'assenza di idee e di compattezza in questo Governo e in questa maggioranza". Bersani ha poi aggiunto: "È tempo di agire, spero che al governo non tremino i polsi. Vi invito a decidere: noi porteremo le nostre proposte". Bersani ha poi chiesto una stretta sull'evasione fiscale, auspicando che "chi ha di più dia di più", come già chiesto ieri dalla presidente di Confindustria Emma Marcegaglia. Su questo punto Tremonti ha assicurato che il governo studia "forme più forti di contrasto all'evasione fiscale, soprattutto nei casi di omessa fattura o scontrino". Critico anche Pierferdinando Casini, che si è rivolto a Tremonti con parole sferzanti: "Mi auguro che lei abbia le idee così chiare che non ci ha detto nulla per non bruciare il decreto. Perchè io ho capito più dai giornali che non dalle sue dichiarazioni". MAL DI PANCIA NEL PDL L'intervento di Tremonti non è piaciuto a quattro deputati del Pdl: "Ora aspettiamo il decreto. Con una sola avvertenza. Il nostro voto parlamentare non è affatto scontato". Firmato Giorgio Stracquadanio, Guido Crosetto, Lucio Malan e Isabella Bertolini. Il comunicato diffuso dal quartetto aveva un titolo eloquente: "Tremonti a dir poco deludente".
11 agosto 2011 CRISI La Bce: "In Italia ripresa lenta" La ripresa economica dopo la recessione è stata particolarmente lenta in Italia, che ha mostrato una "debolezza relativa" rispetto al boom della Germania e anche al confronto di Francia e Spagna. Lo rileva uno studio pubblicato nel bollettino della Banca centrale europea. "In tutti i Paesi ad eccezione dell'Italia - nota lo studio - le esportazioni si sono riportate su livelli pari o prossimi a quelli massimi rilevati prima della recessione". La Banca centrale europea ha poi difeso il rialzo dei tassi deciso lo scorso luglio: "Le informazioni che si sono rese in seguito disponibili - si legge - confermano la valutazione secondo cui era necessario adeguare l'orientamento accomodante della politica monetaria alla luce dei rischi al rialzo per la stabilità dei prezzi". Le previsioni non sono ottimistiche. Dopo la "vigorosa" espansione economica del primo trimestre, per l'area euro "i dati recenti indicano un'attenuazione della crescita" e "per il prossimo futuro ci si attende il protrarsi di una crescita contenuta". Necessario uno sforzo comune per ridurre il deficit. La Bce "rileva l'importanza del rinnovato impegni da parte dei capi di Stato e di governo di tutti i Paesi dell'area euro a ad attenersi strettamente agli obiettivi di bilancio concordati. Per diversi Paesi ciò comporta l'esigenza di annunciare e realizzare misure supplementari di risanamento dei conti pubblici".
11 agosto 2011 MERCATI NEL MIRINO Piazza Affari chiude in positivo: +4,1% Dopo il pesantissimo tonfo di ieri, Piazza Affari e le altre borse europee si sono riprese, ma la giornata è stata comunque da cardiopalma. Le quotazione hanno aperto con un deciso rimbalzo: in avvio di seduta il Ftse Mib ha segnato un rialzo del 2,79% a 15.073 punti. Sopra il 2% anche Parigi, Londra e Francoforte. Il sospiro di sollievo degli investitori però è durato poco, perché nel pomeriggio Milano ha virato in negativo: Ftse Mib a -3,06% a 14.199 punti, con Piazza Affari la peggiore borsa europea. L'avvio positivo di Wall Street ha però restituito euforia, permettendo a Milano di risalire sopra il +1%: andamento simile per le altre piazze europee. Verso fine seduta Piazza Affari ha accelerato con decisione, arrivando a sfiorare +3%, spinta dalla corsa dei bancari. Alla fine l'indice ha chiuso sul +4,1%. PIAZZE ASIATICHE OK La bufera che ha investito ieri i mercati occidentali ha solo sfiorato le principali borse di Asia e Pacifico, che, dopo un avvio pesante, hanno man mano ridotto le perdite fino a chiudere poco sotto al pareggio, con Tokyo in calo dello 0,6%, Sidney (-0,1%) stabile e Shanghai e Seul (+0,7% entrambe) addirittura positive. L'Oriente non ha risentito nemmeno del crollo di Wall Street, che ha chiuso in calo del 4,65% a 10.718,35 punti. Il Nasdaq ha ceduto il 4,12% a 2.380,33 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno il 4,44% a 1.120,53 punti. I mercati asiatici hanno invertito la rotta spinti dai futures su Wall Street (+186 punti base i contratti sul Dow Jones Industrial), che, all'indomani della tempesta, sono tornati a segnare il bel tempo come se niente fosse, e da una serie di risultati economici migliori delle attese, segno che l'economia reale, nonostante tutto, marcia ancora. È il caso di Nikon (+8,29%), colosso delle fotocamere e di Sumitomo Rubber Industries (+3,85%), gigante della gomma.
11 agosto 2011 CRISI, IL GOVERNO AL LAVORO Cambia la manovra: un decreto entro il 18 Il tavolo di confronto più drammatico degli ultimi anni si consuma nelle ore più "nere" vissute da Piazza Affari. E con la situazione che sta "precipitando" (come da ammissione fatta dal sottosegretario Gianni Letta), il governo si ritrova davanti a una sola alternativa: partorire un’ulteriore accelerazione. Si concretizza così, dopo lunghi giorni di illazioni non confermate, il Consiglio dei ministri straordinario, che si riunirà poco dopo Ferragosto (giovedì 18, ma non è escluso ancor prima, martedì 16, se si farà in tempo), per varare un decreto-legge con le misure anti-crisi per 30-35 miliardi di euro sul 2012, che dovrà consentire all’Italia di raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013, un anno prima rispetto all’iniziale 2014. MANOVRA DA RISTRUTTURARE La situazione si è fatta ancora più critica e questo fattore ha spinto il governo a non svelare le carte sulle misure da prendere, rimandando indietro a mani vuote dopo 90 minuti banche, imprese e sindacati, che erano arrivati a Palazzo Chigi (dopo un pre-vertice fra loro alle 15, nella foresteria della Confindustria a via Veneto) nella certezza di avere più dettagli. Così la grande attesa si è consumata per avere solo il quadro generale illustrato da Giulio Tremonti, che ha annunciato: "Occorre ristrutturare la manovra", proprio quella approvata dal Parlamento quasi un mese fa a tempo di primato, in soli 4 giorni. Va ristrutturata perché cambiano gli obiettivi numerici di riferimento: il rapporto fra indebitamento netto e Prodotto interno lordo, ha spiegato il superministro dell’Economia, dovrà essere quest’anno del 3,8% (un soffio al di sotto del 3,9% indicato finora), per poi calare bruscamente all’1,5-1,7% l’anno prossimo (decisamente meno del 2,7% prefissato) e, quindi, a quota zero nel 2013. VIA A TRE TAVOLI DI LAVORO Dall’esecutivo è venuta anche l’indicazione di un metodo di lavoro per portare avanti il confronto con imprese e sindacati, al di là degli interventi "brutali" che saranno varati nel giro di qualche giorno: le parti sono state invitate infatti a partecipare a tre tavoli tematici su sviluppo e infrastrutture (con i ministri Paolo Romani e Altero Matteoli), sul mercato del lavoro privato e sulla modernizzazione della Pubblica amministrazione (con Maurizio Sacconi e Renato Brunetta) e su liberalizzazioni, privatizzazioni e servizi pubblici. NON SVELATA LA LETTERA BCE Per il 2012 si tratta peraltro di un livello superiore a quell’1% di deficit che era stato "consigliato" dal presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, e dal suo successore designato Mario Draghi nella lettera riservata inviata sabato scorso al governo italiano. Una missiva evidentemente "pesante", visto che davanti alla richiesta di imprese e sindacati di svelarne i contenuti Gianni Letta, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio e come sempre "gran cerimoniere" del tavolo, ha spiegato che è "strettamente confidenziale" e, dunque, non può essere diffusa da chi l’ha ricevuta. Proprio l’intervento del solitamente misurato Letta ha dato a tutti i presenti la misura della gravità della situazione. Quando i rappresentanti delle 36 sigle di associazioni di categoria hanno varcato il portone di Palazzo Chigi erano da poco passate le 5 del pomeriggio e gli schermi collegati alla Borsa di Milano rilanciavano notizie su notizie sugli indici in picchiata. Le considerazioni di Letta erano conseguenti: "In questi cinque giorni tutto è cambiato, tutto è precipitato. La realtà è in così rapida evoluzione, al punto che è diversa da quella all’inizio di questo incontro. Il governo – ha concluso – sta valutando tutte le possibilità", nella consapevolezza che "servono scelte rapide e coerenti". PREMIER: FAREMO PRESTO E BENE Le parti sociali si sono così dovute "accontentare" delle rassicurazioni fornite in apertura dal premier. "Abbiamo assunto impegni gravosi", ha detto in riferimento ai contatti intercorsi in questi giorni con le massime autorità europee (e con il presidente Usa Obama), e "li confermo tutti". Per poi aggiungere che "faremo tutto presto e bene e in maniera inequivoca". Il Cavaliere ha spiegato quindi che, rispetto all’incontro di una settimana fa, "i fatti che sono accaduti impongono una riflessione comune, abbiamo constatato che c’era attesa per un provvedimento del governo", così come "ci siamo impegnati a inserire in Costituzione il pareggio di bilancio e il principio della libertà d’impresa", con la modifica agli articoli 41 e 81 della Costituzione (sui quali Tremonti riferirà oggi nel Parlamento che riapre per l’occasione). Sui nuovi interventi, al dunque, resta l’incertezza enunciata da Letta. L’operazione è complessa e vede da giorni al lavoro i tecnici della Ragioneria generale dello Stato, che stanno "pesando" le varie opzioni. Le cifre rese note da Tremonti fanno intendere che la manovra così rafforzata potrebbe valere, solo per questa correzione, 30-35 miliardi sul 2012. Una cifra-monstre, difficile da realizzare senza un intervento drastico sulle pensioni, e su quelle d’anzianità in particolare. Si ipotizza sempre il blocco di queste prestazioni o, in alternativa, l’anticipo al 2012 di "quota 97" (36 di contributi e 61 di età), per poi farla salire a 98/100 entro 2/4 anni, in pratica cancellandole di fatto. È così saltato lo schema "minimo", che fino all’altroieri prevedeva soltanto l’anticipo della delega per la riforma di Fisco e assistenza, con i 20 miliardi annunciati già a luglio anticipati di colpo al 2012. Servono ora ulteriori interventi. E prende quota anche il pacchetto del taglio ai costi della politica. Eugenio Fatigante
11 agosto 2011 INTERVISTA Zaia: "Questa crisi ci dà un’occasione irripetibile Ora giù di scure e mettiamo a posto i conti" "La tempesta infuria e l’unica cosa che conta davvero è condurre la nave in un porto sicuro. Facciamolo insieme, riscoprendo il senso profondo di comunità: noi e le opposizioni, fianco a fianco". Luca Zaia insiste. "Se non riusciamo a costruire un piano condiviso vuol dire che la politica non ha senso. Che c’è solo egoismo e anarchia. E allora il Paese farebbe bene a spazzarci via. Tutti. Senza salvare nessuno". È un giorno complicato. I mercati vivono un nuovo incubo e il governatore del Veneto capisce che è l’ora di mettere da parte i tatticismi. E di scandire un doppio sì destinato a far rumore. Sì a una patrimoniale appena smentita dal capogruppo dei deputati leghisti, Marco Reguzzoni. E sì a una riforma delle pensioni di cui proprio Umberto Bossi aveva detto di non voler nemmeno sentire parlare. Partiamo dalla patrimoniale. Ha visto il meno 6,65 della chiusura di Milano? Qui il mondo scoppia e noi ancora vogliamo perdere tempo? La tassa sulle fortune come la chiamano in Francia è un falso problema. Lo scriva. E scriva che davvero fatico a vedere alternative. Poi magari verrà fuori qualcuno anche dalla Lega che dirà "Zaia è matto, Zaia parla a vanvera", ma nel mio Veneto si respira questa aria. E non solo nel mio Veneto. Oggi nel governo e nella maggioranza dicono che è un capitolo già chiuso. E io mi inchino alle decisioni del governo. Ma non rinuncio a esprimere un sentimento. A farmi portavoce delle aspettative della gente. Gli imprenditori veneti capiscono la portata dell’emergenza e sono tutti pronti a pagare una tassa che vada a ridurre il debito pubblico. Mi fermano con parole nette: "Noi non ci tiriamo indietro, ma pretendiamo chiarezza". Non ci stanno a dare da mangiare alla cicala e poi vederla il giorno cantare sugli alberi. Sono pronti a pagare, ma vogliono capire perché. Lo hanno fatto nel ’97 quando l’obiettivo era l’ingresso in Europa. Hanno mormorato, ma hanno pagato. Anche questa volta lo farebbero, ma noi a quel punto avremo un’enorme responsabilità. Responsabilità? Basta sprechi della politica. Basta continuare a pagare i 26mila forestali della Sicilia. Basta vedere ambasciatori per il mondo con servitù in guanti bianchi. E basta auto blu. La Lega stima il presidente Napolitano, ma i sacrifici dovranno essere per tutti: dal capo dello Stato all’ultimo degli amministratori. Qui siamo sul Titanic che sta affondando e nessuno può pensare di suonare ancora con l’orchestrina. Non ce l’avrà con Berlusconi? Non scherzi: il fallimento di Berlusconi significherebbe il fallimento del Pdl, della Lega, del Paese. Ma mi faccia essere provocatorio: sono entusiasta di questa situazione così drammatica... Lei dirà "Zaia è pazzo", ma io insisto: questa è un’occasione irripetibile per fare le riforme e mettere a posto i conti. Ora si tratta di mettere le mani sul tavolo operatorio e sporcarsele di sangue. Vuol dire andare giù di scure e tagliare? Sì, ma non sanità, non alle famiglie, non alle classi disagiate. Noi amministratori non abbiamo grandi poteri, ma il governo esca con un pacchetto anticrisi e dia le direttive, poi vedrà che rivoluzione. Qui siamo pronti a dimezzare tutti i consiglieri di tutte le assemblee, a fare pulizia di tutte le società controllate e partecipate create solo come poltrone per sederi. Serve una cabina di regia nazionale e andare giù proprio di scure e tutto quello che risparmiamo lo mettiamo per lavoro, economia sociale, sanità, scuola, formazione. Non saranno parole? Aspetti e vedrà i fatti. La regione Veneto è proprietaria di alberghi, di appartamenti, di tenute agricole... Che c’entra tutto questo con il suo oggetto sociale? Agevoliamo il progetto di dismissioni: gli Enti pubblici hanno un patrimonio che vale miliardi di euro, mettiamolo in circuito e apriamo le gare. Bossi dice le pensioni non si toccano C’è il governo, non mi faccia entrare nel merito... Ma Bossi lo conosco: lui pone il problema di gente che si è spaccata la schiena per una vita. Ci sono lavori e lavori: i muratori che anche ad agosto sono sui tetti a mettere guaine con la catramina non possono essere messi sullo stesso piano dell’impiegato comunale. Insomma intervenire o no? Io vedo un intervento scontato. Ma sarà equo: prima della povera gente si guarderà ai vitalizi, alle uscite anticipate, ai super ricchi. Glielo ripeto: abbiamo davanti un’incredibile opportunità per dimostrare senso di comunità. Altro che Stati Uniti, altro che Obama, possiamo fare meglio. Ma dobbiamo deporre le armi e pensare all’obiettivo comune. Casini ha capito e da lui è arrivato un segnale di speranza. Ora devono capire tutti. Perché la gente ci guarda e ci giudica e se non ci muoviamo ci spazzerà via. Arturo Celletti
2011-08-10 10 agosto 2011 MERCATI Borse senza freni Milano crolla: - 6,65% Dopo il tentativo di riprendere fiato della vigilia sui mercati azionari tornano ad abbattersi pesantissime vendite, con Piazza Affari particolarmente penalizzata dalla preponderanza dei bancari nell'indice principale. Per le banche è un mercoledì nero in tutta Europa, con cali estremamente accentuati per gli istituti francesi che hanno pagato tra l'altro le voci di un possibile declassamento del debito sovrano del paese, anche se Moody's, Fitch e S&P hanno a turno ribadito che il rating della Francia è AAA con outlook stabile. Per le banche italiane alcuni trader già in mattinata citavano anche arbitraggi tra Btp - sostenuti dagli acquisti della Banca centrale europea - e titoli bancari. "I titoli di Stato sono più protetti per l'intervento della Bce quindi vengono colpite le banche", secondo un operatore. I trader citano i timori sulla capacità dell'Italia di rispettare le promesse in termini di sostegno alla crescita e di riduzione del deficit. Sul fronte politico oggi un appuntamento importante è l'incontro tra governo e parti sociali, iniziato alle 17. L'indice FTSE Mib chiude sui minimi intraday in calo del 6,65% a 14.676, 04 punti, dopo aver vanificato in meno di un'ora dall'apertura il rimbalzo iniziale. L'Allshare arretra del 5,47%, il Mid Cap del 4,07%. Volumi nel finale intorno a 3,4 miliardi di euro. Il benchmark europeo FtsEurofirst 300 lascia sul terreno il 3,8%, con Parigi e Francoforte in calo di oltre il 5%. Pesanti cali anche a Wall Street dove gli indici segnano ribassi tra il 3 e il 3,7%. All'interno di un comparto bancario europeo che cede il 6,5% anche i titoli italiani sono affossati dalle vendite con cali che in alcuni casi raggiungono le due cifre. INTESA SANPAOLO perde il 13,7%, UBI il 10,2%, MPS il 9,8%, UNICREDIT e BANCO POPOLARE il 9,4%, POP MILANO l'8,9%. L'indice Thomson Reuters delle banche italiane affonda del 9,9%. Le vendite non risparmiano neanche alcuni titoli iondustriali - già colpiti nei giorni scorsi per la loro sensibilità alle prospettive dell'economia - come FIAT e FIAT INDUSTRIAL, in calo di oltre l'8%, e PRYSMIAN, -9,8%. Forti ribassi anche tra gli assicurativi con FONDIARIA-SAI che perde il 9,5% e GENERALI il 7,4%. Sul fronte positivo spiccano in netta controtendenza il +2% di PARMALAT, in lenta risalita dai minimi a cui è arrivata dopo la chiusura dell'Opa di Lactalis, e il +2,5% di TOD'S, che prosegue il rimbalzo avviato ieri grazie anche al "buy" di Citi. Tengono intorno alla parità anche altri titoli del lusso come LUXOTTICA e BULGARI . A New York a metà seduta il Dow Jones e il Nasdaq sprofondano del 3%.
10 agoato 2011 CRISI DEL DEBITO Titoli di Stato: spread Btp-Bund a 277 punti Il Tesoro passa gli esami di Ferragosto raccogliendo 6,5 miliardi di euro con l'emissione dei Bot annuali. Nessuna fuga degli investitori che erano pronti a comprarne fino a 12,6 miliardi di euro. Il risultato dell'asta "conferma che la domanda per i titoli di Stato dell'Italia resta solida", ha commentato Chiara Cremonesi, Fixed Incombe Strategist di Unicredit. Il Tesoro ha persino risparmiato. I Bot sono stati piazzati a un tasso di interesse annuo lordo del 2,959% rispetto al 3,67% della precedente asta. Per i piccoli risparmiatori, secondo i calcoli Assiom, una volta dedotte le tasse (12,50%) e le commissioni bancarie (0,30 euro, quella massima), il rendimento netto sarà pari al 2,26%. C'era molta attesa per questo collocamento di Bot, il primo dopo la decisione della Bce di acquistare titoli pubblici italiani per evitare una salita dei loro rendimenti e dunque del costo del finanziamento del debito pubblico. Subito dopo la diffusione dei risultati dell'asta, lo spread Btp-Bund si è ristretto a 277 punti, con il rendimento del Btp decennale sceso al 5,11%. Solo venerdì scorso si viaggiava al 6,30% con lo spread oltre 400 punti. Poi, complice il calo delle borse azionarie, in primis Wall Street, la situazione è peggiorata. Tra gli investitori è aumentata l'avversione al rischio e sono scattate le operazioni di "fly to quality": cioè il denaro si è diretto verso i beni rifugio, con l'oro al nuovo massimo storico di 1.801 dollari l'oncia, oppure sotto l'ombrello protettivo dei titoli di Stato dei paesi ritenuti più solidi. Nell'Eurozona è iniziata la caccia grossa ai titoli tedeschi, così il rendimento del Bund decennale è sceso fino al 2,21%, il Btp, grazie al sostegno della Bce, è rimasto inchiodato al 5,11%, ma lo spread si è allargato fino a 290. Sotto tiro anche i titoli di stato francesi con lo spread sul Bund a quota 90 punti, il massimo storico, ma la Francia sul proprio debito pubblico paga appena 3,11%, ben 200 punti in meno dell'Italia. Il presidente francese Nicolas Sarkozy, sempre più allarmato, ha interrotto le vacanze, il 24 di agosto varerà la manovra taglia-deficit, anticipando di un mese quanto programmato. L'accelerazione della Francia che, sul piano dei conti pubblici e della crescita economica, sta molto meglio dell'Italia, pone problemi di tempistica anche al Bel Paese. Il governo ha incontrato le parti sociali per discutere i contenuti di una manovra che, dopo la scelta di Parigi, sarà meglio varare prima di quella transalpina. Se il prossimo 24 agosto, quando Parigi, che gode di un rating sul debito pubblico di Tripla A (il massimo grado di affidabilità), annuncerà la sua manovra, l'Italia, che ha un rating A, dovesse essere ancora impegnata in estenuanti discussioni potrebbero essere dolori. La Bce potrebbe anche non bastare. Anche perché tra il 26 e il 30 di agosto il Tesoro deve collocare diversi miliardi di Bot, Ctz e Btp.
10 agosto 2011 LE MOSSE DEL GOVERNO "Misure anticrisi il 16 o 18 agosto" Le misure per affrontare la crisi saranno affrontate con un decreto legge che sarà presentato al consiglio dei ministri tra il 16 e il 18 agosto. È quanto si apprende da fonti che stanno partecipando all'incontro tra governo e parti sociali. Aprendo il vertice, Silvio Berlusconi ha assicurato: "Confermo tutti gli impegni presi. Faremo tutto presto e bene e in maniera inequivoca". Il segretario della Cisl Raffaele Bonanni ha replicato: "Bisogna fare presto ma la gente vuole che ci sia una scala di equità". Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti ha invece sottolineato che sarà necessario ristrutturare la manovra varata alcuni giorni fa. "ll rapporto deficit-Pil - ha spiegato Tremonti - al 3,8% quest'anno, dovrebbe scendere tra l'1,5% e l'1,7% il prossimo per arrivare al pareggio nel 2013". Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta ha aggiunto che il governo sta valutando tutte le possibilità e tutte le ipotesi. "In questi cinque giorni tutto è cambiato, tutto è precipitato" avrebbe detto sempre il sottosegretario, sottolineando come la realtà sia in così rapida evoluzione. Letta ha anche annunciato l'apertura di tre tavoli di confronto su lavoro, privatizzazioni e infrastrutture. L'incontro con le parti sociali si è concluso intorno alle 18.45. Critica la reazione della Cgil. "Se la manovra colpirà i soliti noti ci mobiliteremo per cambiarla" ha minacciato il segretario generale Susanna Camusso, aggiungendo che "L'incontro non è all'altezza dei problemi che abbiamo e della trasparenza che sarebbe necessaria". MARCEGAGLIA: SUBITO TAGLI ALLA SPESA PUBBLICA "Vista la situazione di urgenza è bene che il governo vari il 16 o il 18 agosto il decreto sulla finanza pubblica", ha detto la leader degli industriali, Emma Marcegaglia, al tavolo con il governo. "E oltre alle misure - ha aggiunto -, vogliamo vedere anche tagli alla spesa pubblica e i provvedimenti sulla tracciabilità dei contanti, per rafforzare la lotta contro l'evasione fiscale". Poi ha sottolineato: "Credo sia giusto che in questo momento di emergenza per il Paese chi ha di più possa dare un pò di più", escludendo però l'ipotesi di una patrimoniale. "Occorre lavorare su crescita, liberalizzazioni e privatizzazioni. Sul tema del lavoro - ha aggiunto - ribadisco l'autonomia delle parti sociali".
10 agosto 2011 I GIORNI DELLA CRISI Pensioni, altolà di Bossi Patrimoniale, no del premier Il cantiere del governo è in piena attività. Resta in piedi la stretta sulle pensioni d’anzianità che, dopo il no dei sindacati, registra anche la levata di scudi di Umberto Bossi: "Le pensioni dei lavoratori non si toccano", fa titolare il Senatur a la Padania oggi in edicola. Si torna a parlare poi di un’accelerazione per tassare al 20% le rendite finanziarie, misura che era stata già considerata (ma poi scartata) durante la manovra di luglio. E su tutto aleggia poi l’incubo di un’imposta patrimoniale, non più esclusa dal ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, ma respinta al mittente con decisione da Silvio Berlusconi: "Sono io a pagare il prezzo della crisi e sono io che voglio decidere", avrebbe confidato ai suoi collaboratori. Si lavora sempre forsennatamente a eventuali misure aggiuntive per arrivare al pareggio di bilancio un anno prima, nel 2013. Misure che avrebbero un impatto complessivo aggiuntivo tra i 18-20 miliardi. Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, esclude interventi sulla previdenza. Ma per conoscere quali saranno le scelte politiche bisognerà aspettare solo qualche ora. Non si parla più di un Consiglio dei ministri in settimana (forse la prossima), in ogni caso Tremonti sarà domani a riferire davanti alle commissioni Affari costituzionali e Bilancio di Camera e Senato. Anche se il suo intervento dovrebbe riguardare soprattutto le riforme costituzionali annunciate: la libertà di impresa (l’art. 41 della Carta) e il pareggio di bilancio in Costituzione. Nel ricco menù, oltre all’anticipo dei tagli ai costi della politica, che però darebbero poche risorse, rispuntano anche l’anticipo dei costi standard per la sanità, nuovi ticket sui ricoveri "inappropriati" in ospedale e le rendite finanziarie (per ora previste nella delega fiscale), con l’armonizzazione dell’aliquota a livelli europei. Attualmente la tassazione avviene con un’aliquota del 12,5%, tranne che sugli interessi sui depositi di conto corrente e sui titoli di durata inferiore a 18 mesi, sui quali è al 27%: passerebbe al 20%, con un incasso immediato di 1,8 miliardi. Si ipotizza anche l’anticipo di un anno di alcuni tagli già previsti dalla manovra in materia di sanità. Ma si tratta di misure, spiegano dal ministero della Salute, "che richiederebbero un coinvolgimento delle Regioni a tappe serrate nei prossimi mesi". Resta il capitolo pensioni, a partire dal blocco di quelle di anzianità per 12-18 mesi e dall’anticipo dell’aumento a 65 anni per le donne nel privato. Il ministro Sacconi ridimensiona: "Allo stato non c’è nulla a questo proposito", e aggiunge che "nel breve termine faremo una verifica con le parti sociali". Un’altra delle misure che sarebbero state prese in considerazione è quella dell’allineamento della contribuzione tra i lavoratori dipendenti e i collaboratori: per questi ultimi è al 26% e potrebbe aumentare fino al 33%. Misura non facile da mettere in campo, ma che potrebbe portare in cassa tra i 2 e i 2,5 miliardi di euro l’anno. Le voci sono fra le più disparate: si parla anche di un ritorno dell’Ici o di un via prematuro dell’Imu, prevista dalla riforma federalista dal 2014. E si accelererebbero pure i tagli ai ministeri (5 miliardi), a Province e Comuni (6 miliardi circa) e appunto alla sanità (altri 5 miliardi). Difficile, invece, che ci siano novità immediate sulla cessione degli immobili pubblici. Un altro fronte riguarda l’evasione fiscale legata alle case: il lavoro è in corso, ma finora semplicemente per attuare l’emersione degli "immobili-fantasma" attribuendo le rendite catastali presunte. Una revisione degli estimi catastali non sarebbe praticabile per fare cassa subito: darebbe effetti solo nel giro di un quinquennio. Si parla, infine, di privatizzazioni, ma si fa notare che non frutterebbero abbastanza con questi corsi del mercato, traducendosi di fatto in una svendita. Eugenio Fatigante
10 agosto 2011 INTERVISTA Gotti Tedeschi: "Contro la crisi un mondo unito Italia, il risparmio per la crescita" Sono passati quattro anni dal crollo delle Borse che ha aperto la grande recessione globale. "Da quel momento è diventato evidente a tutti che il modello di crescita consumistica a debito che aveva adottato l’America non era più sostenibile". Parte da qui, Ettore Gotti Tedeschi, presidente dell’Istituto per le Opere di Religione, per disegnare il percorso che ha portato alla nuova ondata di crolli borsistici di queste settimane. I mercati attraversano una fase di turbolenze nuova e diversa dalle precedenti. È la crisi iniziata nel 2007 che ancora non trova soluzione? In qualche maniera sì. Perché nessuno è riuscito a indicare una via d’uscita chiara e definita da quella crisi. Tutte le varie <+corsivo>exit strategy<+tondo> sono state inconsistenti e contraddittorie. Gli Stati Uniti si erano abituati a crescere grazie alle spese di famiglie sempre più indebitate. Tra il ’98 e il 2008 il debito delle famiglie americane, conviene ricordarlo, è aumentato del 50%. Finché non è arrivato il momento in cui quelle famiglie non sono più riuscite a pagare i loro debiti. Il sistema delle banche si è trovavo pieno di debitori insolventi ed è saltato, trascinando con sé tutto l’apparato finanziario che gli era stato costruito intorno. A quel punto ecco che lo Stato è intervenuto per nazionalizzare il debito privato. È stata una strategia d’uscita, tra l’altro perseguita in maniera discontinua, che si è dimostrata sbagliata. Non è andata meglio in Europa, dove invece si è dovuto fare il contrario, cioè privatizzare il debito pubblico scaricandolo sulle famiglie attraverso nuove tasse e portando a zero i tassi di interesse, che significa scoraggiare il risparmio. Negli ultimi mesi sia gli Stati Uniti che l’Europa si sono accorti che, con queste strategie, la crescita è irraggiungibile. Questo significa che le Borse stanno pagando il fallimento delle politiche anticrisi adottate in questi quattro anni dai governi? I valori della Borsa esprimono la fiducia nel reddito che un’impresa saprà dare in futuro. Gli investitori hanno dovuto ridurre le loro aspettative sull’andamento di molte aziende quotate perché le prospettive di crescita diventano incerte mentre i rischi aumentano. Poi interviene anche la speculazione, che esaspera i guadagni e le perdite. Dietro i crolli di queste settimane, però, c’è prima di tutto il ridimensionamento delle aspettative sull’economia mondiale. Se Stati Uniti ed Europa faticano a trovare la via che le possa riportare alla ripresa, non potrebbe essere la Cina, nuova potenza economica, a sostenere la crescita globale? Ricordiamoci che per mezzo secolo l’economia mondiale è stata saldamente in mano a due blocchi, trainanti e maturi: gli Stati Uniti e l’Europa. Adesso questi due blocchi sono in difficoltà e si spera di trovare un nuovo motore della crescita. Tutti citano la Cina. Ma oggi la Cina ha un Pil che è un quarto di quello degli Stati Uniti, è un Paese che ha vissuto di commercio estero, ha prestato migliaia di miliardi di dollari all’America. La Cina, da sola non può essere a breve il motore della crescita economica mondiale, perché per crescere in maniera equilibrata non può prescindere da un Occidente forte. Questa incertezza su chi sarà a guidare l’attività economica del mondo è così un’altra delle grandi incognite che pesano sulle Borse. L’Italia, stretta tra un altissimo debito pubblico e una crescita molto debole, appare particolarmente in difficoltà in queste settimane. Come fare per allentare la tensione? Siamo un Paese che ha delle difficoltà ma anche molti punti di forza. A differenza degli Stati Uniti siamo riusciti a crescere per molti anni senza indebitare le famiglie. Il nostro debito pubblico è aumentato molto, ma non tanto per sostenere la crescita quanto per tenere in piedi un sistema di welfare particolarmente costoso. Però l’Italia non è più indebitata degli altri nel sistema totale del debito. Nel calcolare il debito di un sistema economico bisogna infatti includere il debito pubblico, ma anche i debiti delle famiglie, delle banche, delle imprese. La somma di questi debiti rapportata al Pil dà un risultato simile in quasi tutte le nazioni occidentali. Cambia solo la sua ripartizione. Negli Stati Uniti, per esempio, il peso dei debiti privati sul debito totale è quasi uguale a quello del debito pubblico italiano. Da noi invece le famiglie non sono indebitate, anzi: hanno risparmi che valgono sei volte il debito pubblico. È utilizzando virtuosamente questa ricchezza che possiamo rilanciare il Paese. In che modo è possibile concretizzare questo rilancio attraverso un "uso virtuoso" dei risparmi? Io credo che ogni economia debba uscire dalla crisi a partire dalle sue caratteristiche specifiche. L’Italia ha due grandi ricchezze: una è appunto il risparmio delle famiglie, l’altra è un’eccellente rete di piccole e medie imprese con scarsi capitali. Per questo dobbiamo trovare un modo di fare convergere il risparmio sulle aziende. Questa è la grande scommessa per la crescita italiana, e possono esistere diverse soluzioni per concretizzarla. Il punto è capire che il debito si abbatte con la crescita e quindi i risparmi vanno usati per favorire lo sviluppo. Per questo sono assolutamente contrario all’idea di tagliare il debito tassando i patrimoni, che significherebbe privatizzare il debito pubblico senza nessun effetto positivo sul Pil, e permetterebbe un ulteriore aumento della spesa. Sprecare i risparmi degli italiani sarebbe un suicidio economico. Ogni Paese ritorna alla crescita trovando la propria strada. È in questo modo che può arrivare la ripresa globale? Il fatto che ogni nazione debba crescere favorendo le proprie migliori caratteristiche non significa che dalla crisi si possa uscire da soli. Nessun Paese oggi è indenne dalle difficoltà degli altri. Per questo è fondamentale che le nazioni del mondo si mettano a discutere seriamente di come superare la crisi e delle regole per crescere assieme. Il bene comune, questo è quello che dovrebbero capire, si ottiene valorizzando gli altri, non privilegiando il proprio egoismo. Bisognerebbe rileggersi le Encicliche. Nella Sollecitudo rei socialis, Giovanni Paolo II aveva previsto che l’uomo di questo secolo avrebbe sviluppato grandi tecnologie, ma non avrebbe avuto sufficiente saggezza per gestirle per l’uomo stesso, e quindi gli sarebbero sfuggite di mano. Infatti è successo. La Caritas in veritate riparte dallo stesso punto: un uomo che non sia guidato da riferimenti di verità che lo portino a considerare la propria centralità sugli strumenti ne perde il controllo. Con una visione dell’economia lontana dall’umanesimo si sono compromessi i fini per i mezzi, si è pensato che l’uomo fosse un essere intelligente da soddisfare solo materialmente. I capi di Stato vanno aiutati a comprendere che questa visione è sbagliata fin dalle fondamenta. Se non lo capiranno temo che continueremo a piangere per molti lustri. Pietro Saccò
10 agosto 2011 SAN LORENZO Bagnasco: "Cristiani necessari alla vita sociale e politica" "La comunità politica e la Chiesa, anche se sono autonome nel proprio ambito, sono entrambe, seppure a titolo diverso, al servizio delle stesse persone e del loro bene". Lo ha detto stamane dal pulpito della cattedrale di San Lorenzo di Genova, il Presidente della Cei e arcivescovo del capoluogo ligure, cardinale Angelo Bagnasco, in occasione delle celebrazioni del giorno di San Lorenzo. "La dignità integrale della persona - ha proseguito - viene rivelata e garantita in modo eminente dalla fede cristiana. Purtroppo, strada facendo - ne abbiamo tristissime testimonianze! - la visione dell'uomo può essere annebbiata e snaturata sotto la spinta di interessi o ideologie disumane. Così, non di rado, il soggetto umano è ridotto ad oggetto". L'arcivescovo ha quindi sottolineato che "la fede cristiana non attenta in nessun modo alla vita sociale. Ed ecco perché i cristiani hanno un apporto originale e necessario da portare alla vita sociale e politica: essi hanno l'onere e l'onore e di ricordare a tutti chi è l'uomo, quali sono i suoi principi costitutivi, la necessità dell'etica, il suo fondamento trascendente, la via aurea dell'autentica giustizia e del bene comune". Bagnasco ha concluso sottolineando che "le molteplici aggregazioni laicali cattoliche o ispirate cristianamente, le parrocchie e molte altre realtà, sono un popolo sempre più attento alla vita sociale e politica, anche se nell'agone pubblico vengono a volte liquidate come minoranze sparute e smarrite. Ma così non è e non sarà".
2011-08-09 9 agosto 2011 LE MUSURE ANTI CRISI Pensioni d’anzianità, Tremonti ora riflette Resta <+corsivo>in progress<+tondo> l’accelerazione impressa dal governo Berlusconi alle misure anti-crisi, dopo i richiami ricevuti dall’Europa "che conta". Oltre all’informativa che terrà giovedì alla Camera sul pareggio di bilancio in Costituzione, il ministro dell’Economia e i suoi tecnici sono al lavoro sulle ipotesi di nuove misure da mettere in campo, se la situazione lo dovesse richiedere nei prossimi giorni. Le carte saranno scoperte tra domani, quando il governo - forse con Berlusconi assente - tornerà a incontrare banche, imprese e sindacati (alle quali non sarebbe stato inviato ancora alcun documento di approfondimento, dopo la conferenza stampa dell’esecutivo di venerdì sera), e giovedì. Al momento non è previsto un Consiglio dei ministri straordinario in settimana. Il Tesoro, tuttavia, ha già preso contatto con il presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua, per sondare cosa si può fare nel campo previdenziale. Così come è stato allertato Attilio Befera, il direttore dell’Agenzia delle Entrate, per valutare la sforbiciata da dare all’assistenza e, in particolare, alle pensioni d’invalidità. Nel mirino potrebbero finire anche quelle che finora sono state un tabù: le pensioni di anzianità, per le quali si potrebbe profilare un blocco per 12 o per 18 mesi. Lo stesso Berlusconi vorrebbe provarci stavolta, ma teme la reazione della Lega (oltre ai sindacati). C’è poco da fare: a ogni manovra, il comparto che offre le maggiori garanzie di incassi certi in tempi rapidi resta sempre la previdenza. Anche l’età pensionabile delle donne (il cui allungamento a 65 anni è già previsto dalla manovra di luglio) potrebbe vedere un’accelerazione repentina già dal 2012. È ampio lo spettro degli interventi allo studio: e, secondo quanto si apprende, i tecnici del governo starebbero recuperando in queste ore molte delle misure drastiche che avevano già messo a punto nella manovra approvata a luglio, ma che poi erano state "ammorbidite" e diluite nel tempo oppure del tutto scartate. Si sta valutando anche l’ulteriore anticipo di un anno, dal 2013 al 2012, della riforma del 2010 che aggancia l’età pensionabile alle aspettative di vita. Un’altra delle misure che sarebbero state riconsiderate è quella dell’allineamento della contribuzione tra i lavoratori dipendenti e i collaboratori parasubordinati: per questi ultimi è oggi al 26%, livello che potrebbe essere portato fino al 33%. Si tratta di una misura non facile da mettere in campo, ma che se attuata potrebbe portare in cassa tra i 2 e i 2,5 miliardi di euro l’anno. Tornando al capitolo delle pensioni di anzianità, oltre a un loro blocco si pensa a un innalzamento dei requisiti: la quota che somma l’età anagrafica agli anni di contribuzione potrebbe essere portata in un sol colpo, nel 2013, da 97 a 100. Per la Cgil si tratta però di "misure da respingere, non si può colpire ancora una volta pensioni e assistenza". Intanto, obiettivo delle parti sociali resta quello di presentarsi al tavolo, domani alle 17, difendendo la coesione dell’ampia alleanza con cui hanno incalzato il governo nelle ultime due settimane. Così, una mina da disinnescare è la decisione del governo di lavorare sullo "Statuto dei lavori", sostenuto dal ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, e bollato dalla Cgil come "una provocazione per dividere". È anche per far chiarezza su questo punto che le parti chiederanno di conoscere la lettera inviata all’Italia da Trichet e da Draghi, che avrebbero accennato anche a flessibilità e sostegno ai giovani nel mercato del lavoro. Eugenio Fatigante
9 agosto 2011 CRISI GLOBALE Borse europee in recupero Milano chiude a +0,52% Dopo sette sedute consecutive in forte ribasso, le Borse europee sono riuscite a chiudere con un segno positivo grazie al rialzo via via più convinto di Wall Street nella prima parte della sua giornata, con i mercati che rimangono in attesa di possibili interventi della Federal reserve per rilanciare l'economia statunitense. In un clima comunque molto instabile, l'indice Stxe 600, che fotografa l'andamento dei principali titoli quotati sui listini del Vecchio Continente, ha chiuso in rialzo di quasi un punto percentuale e mezzo con discreti aumenti per Londra, Parigi e Amsterdam. Stoccolma in particolare ha chiuso in crescita di oltre tre punti percentuali grazie a titoli come Electrolux, salito dell'8,20%. Ancora debole invece Francoforte, che sembra la piazza finanziaria europea più sotto attacco da parte della speculazione in questi ultimi giorni. Ha tenuto Zurigo, che per lunga parte della seduta si era mossa in forte negativo, e anche Milano. Leggero calo solo per Madrid, mentre i listini 'minorìsi sono mossi in direzioni diverse: debole Lisbona, piatta Atene, forte Dublino, cresciuta di oltre due punti percentuali. Sono stati i titoli più penalizzati dallo scivolone della vigilia a trainare il rialzo di giornata: automobilistici (+2,76% medio), materie prime (+3%), costruzioni (+3,54%), industriali (+3,37%) e hi tech (+3,15%). In direzioni diverse le banche: Bpm +7,82% e Dexia +6,93%, mentre Credit Suisse ha ceduto il 3,89% e Deutsche bank il 2,89%. In calo i gruppi delle utilities e delle telecomunicazioni. Di seguito, la chiusura degli indici dei titoli guida delle principali Borse europee: - Londra +1,89% - Parigi +1,63% - Francoforte -0,10% - Madrid -0,36% - Milano +0,52% - Amsterdam +1,30% - Stoccolma +3,10% - Zurigo +0,60% Di fronte a una situazione sempre più critica è scattata la corsa ai beni rifugio: l'oro ha toccato il nuovo record. A Londra il metallo prezioso con consegna immediata ha toccato i 1.780,10 dollari l'oncia (superando per la prima volta il prezzo del platino), per poi riportarsi a 1.767,10 dollari. BTP-BUND: LO SPREAD A 280 PUNTI Le operazioni della Bce sul mercato secondario alleviano le tensioni sul mercato dei titoli di Stato. Lo spread tra i Btp decennali e i bund tedeschi è sceso a 280 punti dopo essere tornato ieri sopra quota 300, mentre quello dei decennali spagnoli è a 268 punti. Da notare l'ascesa del differenziale dei decennali francesi che si attesta a 86 punti, dopo aver toccato un massimo di giornata di 90 punti. La Francia è il Paese europeo più esposto con gli Stati del Sud Europa. A fine luglio lo spread dei decennali francesi era a 60 punti, mentre quello dei Btp si attestava intorno ai 330 punti BORSE ASIATICHE IN CALO Borse asiatiche in drastico calo all'apertura in Asia. In Giappone il Nikkei 225 è calato del 4,4% arrivando a 8.694.31 e l'Hang Seng di Hong Kong del 6,7% a 19.110.39. Il Kospi sudcoreano è stato sospeso brevemente dopo essere caduto precipitosamente, toccando il -8,6% al livello di 1.708.91 punti e poi fermandosi al -7%. Lo S&P/Asx-200 ha perso il 3,2% attestandosi a 3,856.80, mentre il Taiex di Taiwan il 3,4% e il Nzx 50 neozelandese il 3,9%. Lo Shangai Composite in Cina è sceso dell'1,3% a 2.492.83. IL DISCORSO DI OBAMA NON FRENA IL CROLLO "Il mercato continua a credere che siamo da tripla A". Lo ha detto il presidente Barack Obama citando Warren Buffett, secondo il quale gli Usa meriterebbero una quadrupla A". "I nostri problemi sono risolvibili", ha proseguito il presidente degli Stati Uniti. "Non importa quello che dice un'agenzia - ha aggiunto - noi siamo gli Stati Uniti d'America e saremo sempre da tripla A". "Ho fiducia nel futuro": le sfide economiche sono superabili ma serve "volonta politica", ha sottolineato Obama, precisando che il downgrade di Standard & Poor's è dovuto a dubbi politici. "La mancanza i volontà politica è il problema". Per il presidente americano gli Stati Uniti hanno bisogno di un approccio bilanciato e si lungo termine per ridurre il debito. Il discorso di Obama, tuttavia, non ha portato miglioramenti negli scambi. Chiusura in forte calo per Wall Street. Il Dow Jones perde il 5,49% a 10.816,36 punti, il Nasdaq cede il 6,90% a 2.357,69 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno il 6,63% a 1.119,87 punti. EURO A PICCO, SCHIZZA LA QUOTAZIONE DEL FRANCO SVIZZERO L'euro ha raggiunto un nuovo record negativo con 1,0479 franchi svizzeri mentre le preoccupazioni per la crisi del debito continuano a far perdere terreno alla moneta unica. Anche il dollaro ha registrato un nuovo minimo a 0,7362 franchi svizzeri mentre gli investitori cercano rifugi sicuri per i loro beni. Il governo elvetico sostiene che il valore del franco sia troppo alto e saranno prese misure per prevenire danni alle esportazioni. La riduzione dei tassi d'interesse da parte della Banca nazionale svizzera della settimana scorsa non è però riuscita a diminuire l'entusiasmo per la moneta elvetica.
9 agosto 2011 L'Italia sotto tutela della Bce Con Draghi nuovo stile all’Eurotower L’ingegner Jean-Claude Trichet ha appreso cosa sono l’esprit de géometrie e l’esprit de finesse quando frequentava un prestigioso lycée dell’Esagono (così i francesi chiamano la loro patria). Ha avuto modo di approfondire il tema all’Ecole des Mines, dove si è laureato a pieni voti in ingegneria mineraria, e, soprattutto, nella lunga e prestigiosa carriera di fonctionnaire, leale servitore dello Stato e di tutti i governi (quale che fosse il colore) che di volta in volta venivano espressi dal potere politico d’Oltralpe. L’esprit de géometrie si basa sulle simmetrie. L’esprit de finesse nel fare eccezioni o deroghe a dette simmetrie, anche e soprattutto per inviare delicati, ma pungenti, segnali. Di questo tipo sono quelli inviati all’Italia negli ultimi giorni, prima non intervenendo in soccorso dei suoi titoli di Stato - un modo eloquente per fare comprendere che il programma appena varato a Roma non è considerato adeguato a Francoforte - poi, un paio di giorni più tardi, aggiungendo che la Bce sarebbe pronta ad intervenire ove venissero affrontare le riforme strutturali – previdenza (in particolare pensioni di anzianità), mercato del lavoro, controlli sulla spesa degli enti locali, privatizzazioni e liberalizzazione – su cui i bollettini dell’Eurotower insistono da anni. In breve, l’Italia in generale, ed il ministro dell’Economia e delle Finanze in particolare, sono stati messi sotto tutela. Uno strumento che l’ingegner Trichet conosce bene, data l’ampia esperienza in fatto di "protettorati" della Francia, ma che – come ha rilevato Mario Monti – rappresenta una diminutio economica e politica dell’Italia ed anche del contributo che Roma può dare al necessario riassetto europeo. Nonostante le abili campagne dei media, l’ingegner Trichet non ha mai amato il professor Tremonti, se non altro perché certi ingegneri (specialmente se intrisi di esprit de géometrie e di esprit de finesse) non hanno mai avuto grande simpatia per i tributaristi. Inoltre, l’ingegner Trichet sa essere spigoloso tanto quanto il professor Tremonti, caratteristica che non avvicina di certo personalità di questo calibro. Dopo le ultime dichiarazioni del presidente in carica della Bce, differenze e divergenze sono ormai chiare e tonde. E pesano. Ma cambierà lo stile dell’Eurotower quando vi arriverà il professor Draghi? Il futuro presidente della Banca centrale europea (Bce) non è un ingegnere ma un economista, allievo di Federico Caffè e professore ordinario (in seguito a concorso nazionale) d’economia internazionale all’ateneo di Firenze. È molto riservato e geloso della propria privacy, le foto della moglie e dei figli non sono mai apparse su alcun giornale (mentre l’ingegner Trichet adora sfoggiare l’immagine della propria consorte). A differenza dell’ingegnere , il professore non ha avuto una carriera tracciata sin dal giorno in cui ha lasciato la scuola. Eppure, da docente a Firenze, già collaborava a Roma con i ministri del Tesoro (note all’epoca le sue discussioni animatissime al telefono con gli interlocutori della Banca d’Italia). Ha, poi, rappresentato l’Italia (e un gruppo di altri Stati) nel Cda della Banca Mondiale per sei anni. Rientrato in Italia, ha collaborato proprio con Bankitalia prima di diventare direttore generale del Tesoro, passare alcuni anni in una delle maggiori banche d’investimento private internazionali e assurgere, infine, al seggio più alto di Palazzo Koch. Lo stile sarà indubbiamente differente da quello dell’ingegner Trichet. In primo luogo, Draghi ha quelle solide basi di economia che mancano all’ingegnere (formato in economia matematica ma con una visione meno ampia di temi e problemi socio-economici). In secondo luogo, la sua nota, anzi notoria, riservatezza lo indurrà a dosare con saggezza i propri interventi. In terzo luogo, i sei anni passati in Banca Mondiale hanno coinciso con quelli della prima grande crisi debitoria (quella iniziata in America Latina) e , quindi, con la necessità dell’istituto di re-inventarsi e di ampliare l’orizzonte dal finanziamento di singoli progetti d’investimento a quello di programmi di riassetto strutturale di intere economie, anni in cui la Banca Mondiale ha anche cercato di coniugare stabilizzazione finanziaria, da un lato, con equità e rete di protezione sociale per i più deboli, dall’altro. In quarto luogo, Draghi è stato uno dei protagonisti dell’ingresso dell’Italia nell’unione monetaria europea e ha vissuto sulla propria pelle la crisi dell’agosto-settembre 1992. Quindi, vedrà con lenti differenti da quelle dell’ingegner Trichet la funzione della Bce (e del nascente sistema di aiuto agli Stati maggiormente in difficoltà) anche se, proprio perché italiano, non potrà fare sconti all’Italia e a coloro che siederanno, pro-tempore, nelle stanze del governo di Roma. Giuseppe Pennisi
9 agosto 2011 IL GOVERNO E I MERCATI Berlusconi a Obama: crisi terribile, ma passerà Ma quale commissariamento. Umberto Bossi nella sua villetta di Gemonio nel varesotto nega, insieme a Tremonti, che il governo sia eteroguidato da Bruxelles. Ma ammette che la Bce "ci condiziona positivamente". Berlusconi, poche ore più tardi, nella sua residenza di Porto Rotondo viene raggiunto da una telefonata di Barack Obama. "Il mondo sia unito – spiega poi il premier – e la crisi passerà. Noi commissariati? Fesserie". Il nodo della crisi, con i suoi risvolti internazionali, è al centro dei contatti internazionali di Silvio Berlusconi. Il capo del governo è in Sardegna con la figlia Barbara e i nipotini. Ma segue le borse e tiene i contatti con Roma e i leader europei. In serata la chiamata dalla Casa Bianca: nel giorno più difficile per Wall Street, il presidente americano si confronta col premier sulle agenzie di rating e sui mercati finanziari negli Stati Uniti e in Europa, senza dimenticare la Siria. La preoccupazione del Cavaliere è che gli Usa possano trascinare l’Europa. Sono passati giusto dieci anni, e il timore inconfessabile è quello di contraccolpi come dopo l’11 settembre. Ma se restiamo uniti, dice, anche questa passerà. Concluso il colloquio, Berlusconi liquida con una battuta con chi gli è vicino le pressioni della Ue: "Noi commissariati? L’Europa ci ha detto di anticipare misure che anche loro considerano giuste. La crisi si è aggravata – è la sua constatazione – e anche noi siamo stati costretti ad accelerare". Ad informare il premier sull’andamento del G7 ci ha già pensato nel pomeriggio, sempre per telefono, il ministro dell’Economia Tremonti. A Gemonio il senatùr ragiona per due ore con Tremonti e Calderoli sui provvedimenti anticrisi. Nessun commissariamento europeo, dice anche lui: "L’importante è che la Bce compri i titoli italiani". Elezioni anticipate? "Non c’è questo problema adesso". L’incontro col superministro dell’Economia è stato annunciato da giorni nelle feste padane per tranquillizzare i piccoli imprenditori. Ci saranno misure anche per le imprese, assicura, "ma dobbiamo prima misurare bene" la proposta. Bossi ammette che la Bce una lettera al governo l’ha mandata: "Sì, quello è vero, ma noi ci eravamo già mossi prima della Bce". Umberto l’euroscettico ora riconosce che "dobbiamo andare dietro un po’ all’Europa, fare tutte le riforme che stiamo preparando". La verità, dice, è che "per tanto tempo il Paese ha speso più di quanto poteva e un bel giorno la realtà ha preso il treno ed è venuta a trovarci". Quindi è vero che in qualche modo Bruxelles ci condiziona? "Certo, l’Europa, la Bce hanno il loro peso. Ci condiziona? Beh, positivamente". L’importante, ripete, "è che compri i titoli italiani". Poi annuncia un vertice col premier: "Abbiamo appuntamento con un tale che si chiama Berlusconi". Ora basta parlare di politica. Bossi, Tremonti e Calderoli si soffermano ad ammirare la grossa moto enduro tedesca, nuova di zecca, del ministro per la Semplificazione. E la mattinata di lavoro si chiude con un pranzo sul lago Maggiore. Da Roma non tardano i commenti. Fabrizio Cicchitto non crede al governo euro-comandato: "Nessun commissariamento – dice il capogruppo pdl alla Camera – ma di fortissimi condizionamenti che riguardano tutti. Chi polemizza è in malafede o non ha capito nulla di luci e ombre dell’euro". Le opposizioni attaccano. "Due nuovi inquilini a Palazzo Chigi – ironizza Massimo Donadi dell’Idv – Angela Merkel e Nicolas Sarkozy. È l’incapacità del governo". Per Roberto Di Giovan Paolo del Pd il senatùr "è un europeista di comodo: prima la Lega demolisce l’Euro, poi plaude alla Bce che compra i titoli italiani. Come si fa a chiedere aiuto alla Ue se si è sempre stati euroscettici?". Luca Liverani
9 agosto 2011 TRAME E FACCENDIERI P4, "Associazione per delinquere" Si aggrava la posizione di Papa e Bisignani Il Riesame di Napoli nella sua ordinanza ha disposto, come richiesto dai pm, la detenzione in carcere per gli indagati nella vicenda P4: il parlamentare del Pdl Alfonso Papa (che è già detenuto per gli altri reati a lui contestati), nonchè per l'uomo d'affari Luigi Bisignani - attualmente agli arresti domiciliari nell'ambito di questa inchiesta - e per il carabiniere Enrico La Monica che è latitante in Africa. Per quanto riguarda Bisignani l'esecuzione della misura però è sospesa fino al pronunciamento della Cassazione in quanto i legali hanno già annunciato il ricorso. Per Papa, invece, se il provvedimento del Riesame dovesse essere confermato anche negli altri gradi, si renderebbe necessaria una nuova pronuncia del Parlamento che già nelle scorse settimane ha concesso l'autorizzazione all'arresto per gli altri reati contestati al deputato. In particolare, il tribunale del riesame ha accolto il capo A della richiesta dei pubblici ministeri Francesco Curcio ed Henry John Woodcock. Quello in cui si sostiene che Bisignani, Papa e La Monica "promuovevano, costituivano e prendevano parte (unitamente ad altri soggetti appartenenti alle forze di polizia in corso di identificazione) ad un'associazione per delinquere, organizzata e mantenuta in vita allo scopo di commettere un numero indeterminato di reati contro la pubblica amministrazione e contro l'amministrazione della giustizia". I tre, secondo la procura di Napoli, avrebbero acquisito sia "notizie ed informazioni riservate e segrete inerenti a procedimenti penali in corso" sia "notizie ed informazioni inerenti a 'dati sensibilì e strettamente personali e riservati, riguardanti in particolare esponenti di vertice delle istituzioni e alte cariche dello Stato". Notizie che "venivano utilizzate in modo indebito" per "commettere una serie indeterminata di delitti di favoreggiamento", per "ottenere denari, favori e utilità" da imprenditori coinvolti nelle indagine e per "infangare ovvero per poter poi ricattare ed esercitare indebite pressioni sui medesimi esponenti delle istituzioni". Ed inoltre Papa, Bisignani e La Monica, concludono i pm nel capo di imputazione, "promuovevano e partecipavano ad una struttura associativa vietata dall'art. 18 della Costituzione, in seno alla quale venivano svolte attività dirette ad interferire sull'esercizio delle funzioni di organi costituzionali, di amministrazioni pubblica - e in particolare della giustizia - anche ad ordinamento autonomo, di enti pubblici, anche economici, nonchè di servizi pubblici essenziali anche di interesse nazionale". Nell'ordinanza, infine, il tribunale del Riesame ha accolto anche la richiesta contenuta nel capo B della richiesta dei Pm (tentativo di corruzione), ma solo nei confronti di Bisignani e Papa, e quella nel capo V (ricettazione delle schede telefoniche), per tutti e tre.
9 agosto 2011 STATO E ANTISTATO P3, rischio processo per Verdini e Dell’Utri Una vera e propria associazione segreta "volta a condizionare il funzionamento degli organi costituzionali". Queste le conclusioni cui sono giunti, ieri, il procuratore aggiunto di Roma, Giancarlo Capaldo e il sostituto Rodolfo Sabelli, che hanno consegnato l’atto di chiusura delle indagini sulla cosiddetta P3. E adesso sono in tanti a tremare. Tra gli altri, rischiano il processo l’ex-coordinatore del Pdl, Denis Verdini, il senatore Marcello Dell’Utri (Pdl), l’imprenditore Flavio Carboni, l’ex-assessore comunale di Napoli, Arcangelo Martino e l’ex-giudice tributario Pasquale Lombardi, più altre nove persone. La loggia su cui hanno indagato i magistrati aveva ramificazioni ovunque e "interessi" in molti campi. L’indagine è partita, oltre un anno fa, dall’affare dell’eolico in Sardegna e ha riguardato anche il contenzioso tra Cir e Mondadori, nonché i retroscena in vista delle elezioni regionali in Campania. Per la procura si è dunque in presenza di "un’associazione per delinquere diretta a realizzare una serie indeterminata di delitti di corruzione, abuso d’ufficio, illecito finanziamento diffamazione e violenza privata caratterizzata, inoltre, dalla segretezza degli scopi e volta a condizionare il funzionamento di organi costituzionali e di rilevanza costituzionale, nonché apparati della pubblica amministrazione dello Stato e degli enti locali". Secondo quanto emerge dall’atto di chiusura indagine, i cinque avrebbero sviluppato "una fitta rete di conoscenze nei settori della magistratura, della politica e dell’imprenditoria, da sfruttare per i fini segreti del sodalizio e per il finanziamento di esso e dei suoi membri". Secondo la Procura, i componenti dell’associazione si sarebbero adoperati per "influenzare la decisione della Consulta nel giudizio sul cosiddetto lodo Alfano", intervenendo "ripetutamente sul vice presidente del Csm (all’epoca dei fatti Nicola Mancino), sui componenti del Csm, per indirizzare la scelta dei candidati e incarichi direttivi (presidente della Corte di appello di Milano e Salerno, procuratore della repubblica di Isernia e Nocera Inferiore)". Nell’atto di chiusura indagini si citano anche gli "interventi sui magistrati della corte di Cassazione allo scopo di favorire una conclusione favorevole alla parte privata di cause pendenti sia di natura civile (Lodo Mondadori) che penale (ricorso contro la misura cautelare disposta dalla magistratura napoletana nei confronti di Nicola Casentino)". In quest’ambito è indagato l’ex presidente della Cassazione, Vincenzo Carbone, che secondo la procura in vista della promessa di incarichi dopo il suo pensionamento, interveniva per ottenere informazioni sulle cause pendenti. Sulle conclusioni della Procura, ecco il giudizio dei legali di Verdini, Franco Coppi e Marco Rocchi: "Stupisce ed è surreale, che l’onorevole Verdini venga ritenuto tra i promotori dell’asserita associazione segreta, quando tutti gli atti e le intercettazioni in possesso della difesa dimostrano esattamente il contrario". A rischiare il processo è anche l’ex-sottosegretario all’Economia, Nicola Cosentino. L’accusa nei suoi confronti potrebbe essere quella di diffamazione aggravata per avere tentato di screditare la reputazione dell’attuale presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, prima di essere scelto come candidato del Pdl alle regionali. Da quanto emerge, Cosentino assieme a Carboni, Martino e Lombardi, avrebbe diffuso "a mezzo internet false notizie di contenuto diffamatorio" nei confronti di Caldoro. Proprio a seguito delle indagini, Carboni, Martino e Lombardi furono anche arrestati nel luglio del 2010. "In particolare – scrivono i magistrati – facevano pubblicare un articolo su un blog che riferiva della frequentazione di transessuali da parte dell’attuale presidente della Regione Campania". Il tutto per screditarne l’immagine e costringerlo a ritirarsi dalla corsa alla presidenza campana. La Procura chiederà il processo anche per il presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci. Il governatore è accusato di abuso d’ufficio, e non più di corruzione, in merito alla nomina di Ignazio Farris all’Agenzia regionale per l’ambiente. Paolo Ferrario
2011-08-08 8 agosto 2011 POLITICA E FINANZA Borse mondiali, lunedì nero Obama: restiamo da tripla A Altro lunedì nero per le Borse europee che, in una sola seduta, hanno bruciato 197,6 miliardi di capitalizzazione, con un calo dell'indice di riferimento, lo Stoxx Europe 600, del 4,14%. Un calo repentino, che si aggiunge agli oltre 250 miliardi bruciati nelle ultime due sedute della settimana scorsa. Il momento di maggior ribasso si è avuto a circa mezz'ora dalla fine della seduta, quando l'indice, che fotografa l'andamento dei titoli di grandi, medie e piccole aziende quotate in 18 Paesi del Vecchio Continente, ha toccato i minimi delle ultime 52 settimane a 228,93 punti, per poi risalire a 228,98. Piazza Affari ha chiuso in deciso calo: l'indice Ftse Mib ha ceduto il 2,35% a 15.639 punti. L'All Share a -2,43%, il minor ribasso fra le principali piazze europee, ha bruciato oltre 8,5 miliardi di euro, portando a circa 352 miliardi la capitalizzazione complessiva. La Borsa di Francoforte ha chiuso in forte ribasso, con l'indice Dax che ha perso lo 5,02%, a 5.923,27 punti. Londra in forte ribasso, con l'indice Ftse-100 in calo del 3,39%. Parigi ha terminato gli scambi in caduta libera, con l'indice Cac 40 che ha perso il 4,68%, a 3.125,19 punti. Madrid ha chiuso la seduta in netto ribasso, con l'indice Ibex-35 che ha ceduto il 2,44%, a 8.459,4 punti. IL PRESIDENTE OBAMA: SIAMO SEMPRE DA TRIPLA A "Il mercato continua a credere che siamo da tripla A": Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti Barack Obama citando Warren Buffett, secondo il quale gli Usa meriterebbero una quadrupla A. "Saremo sempre un Paese da tripla A, qualunque cosa possa dire un'agenzia di rating", ha ribadito il presidente degli Usa. "Non c'era bisogno di un'agenzia di rating per capire che dovevamo ridurre deficit in modo bilanciato", ha aggiunto. Gli Usa sono "in grado di risolvere il loro problemi e sanno cosa fare per affrontarli", ha concluso Barack Obama. GLI INTERVENTI DI BCE E G7 PROMOSSI DALL'UE Ma per l'Italia arrivano anche buone notizie. L'Unione europea promuove le misure della Bce e gli impegni del G7 per rassicurare gli investitori sulla stabilità dei mercati. Bruxelles sottolinea che "Italia e Spagna non hanno alcun bisogno di piani di salvataggio", aggiungendo che le misure prese dal governo Berlusconi, "siano sufficienti per rassicurare i mercati e riportare la stabilità finanziari". "Tutti i messaggi emersi nel corso del fine settimana dalle diverse autorità e istituzioni sovranazionali vanno nella stessa direzione e inviano un forte messaggio di fiducia ai mercati e ai loro protagonosti", ha dichiarato il portavoce della Commissione Olivier Bailly. La seconda buona notizia riguarda l'andamento dei titoli di Stato: lo spread tra Btp italiani e Bund tedeschi oscilla sopra e sotto i 300 punti base, ma comunque a livelli ben inferiori rispetto a quelli toccati la settimana scorsa. Nei fatti la Bce ha già iniziato a comprare titoli del debito pubblico italiani e spagnoli. Il differenziale Btp/Bund, che venerdì era volato sopra 400 punti, è sceso stamane a un minimo di giornata di 284 punti. La forbice tra i titoli decennali spagnoli e quelli tedeschi è calata a 282 punti. Sull'altra sponda dell'Oceano, si registra la presa di posizione dell'agenzia Moody's: non taglia il rating a tripla A sul debito sovrano Usa, ma minaccia un downgrade prima del 2013 se il bilancio e le stime economiche dovessero indebolirsi ancora. Moody's è comunque ottimista e vede un potenziale accordo sulla riduzione del deficit a Washington prima di quella scadenza. "Il rating AAA resta al suo posto - spiega l'analista di Moody's, Steven Hess -. Prevediamo che il rapporto debito/Pil roccherà un picco del 75% a metà dei prossimi dieci anni e poi inizierà a scendere a lungo termine". "L'accordo della settimana scorsa - aggiunge - suggerisce che un accordo che rispetti questi criteri sia difficile all'inizio del 2013, a causa della forte polarizzazione politica, ma non impossibile". È proprio il disaccordo su una possibile intesa politica sulla riduzione del debito Usa che divide in questa fase Moody's e Standard and Poor's. BORSE ASIATICHE IN CALO: TOKYO CHIUDE A -2,18% CON DOWNGRADE USA DI S&P La Borsa di Tokyo chiude la seduta in calo del 2,18%, scontando il downgrade del rating Usa deciso da Standard & Poor's: l'indice Nikkei si attesta a 9.097,56, con una perdita secca di 202,32 punti. La Borsa di Tokyo, dopo un avvio in flessione dell'1,40%, riesce a limitare i danni sostenuta dal paracadute "messo a punto" nella riunione in videoconferenza del G7, dalla quale sono emersi gli impegni per fare "tutto il necessario per stabilizzare i mercatì, assicurandone la liquidità e l'intervento coordinato in caso di "movimenti disordinati" soprattutto sul mercato dei cambi. Il Nikkei, nonostante tutto, ha toccato un minimo infraday a 9.057,29 punti, con un calo improvviso di oltre il 2,5%, quando lo yen ha cominciato a rafforzarsi sul dollaro, finito sotto quota 78, facendo pensare all'ipotesi di uno sfondamento della resistenza a quota 9.000. Di riflesso, le vendite si sono concentrate sui titoli delel società esportatrici. La Bank of Japan (BoJ), tra le misure di sostegno, non ha drenato la liquidità immessa la scorsa settimana sui mercati con la maxi operazione da 4.500 miliardi di yen (40 miliardi di euro), negli sforzi per raffreddare la valuta nipponica. Sulle base delle attività fatte in mattinata dall'istituto centrale, le risorse sono restate nel circuito bancario operando con lo stesso effetto di un allentamento monetario. Seul che termina la sua corsa in calo del 3,8%. Giù del 2,9% anche la Borsa di Sydney in Australia. Intanto Hong Kong perde il 3,8% e Shanghai il 3,57%.
8 agosto 2011 NEW YORK Wall Street affonda, parte la corsa all'oro Il downgrade degli Stati Uniti affonda Wall Street e innesca una corsa all'oro, che sale al nuovo record di 1.700 dollari l'oncia. Il Dow Jones, alle ore 18.30, perde il 2,96% a 11.106,98 punti. Il Nasdaq cede il 3,94% a 2.433,50 punti. Lo S&P 500 lascia sul terreno il 3,74% a 1.154,87 punti. Gli investitori fuggono dal rischio nel primo giorno di scambi dopo il downgrade. I titoli di stato americani tengono, con il rendimento dei Treasury a dieci anni che cala al 2,3721%. Il New York Stock Exchange per prepararsi all'apertura dei mercati ha invocato la poco usata Rule 48 prima dell'avvio degli scambi, che sospende la comunicazione delle indicazioni dei prezzi all'apertura. Fra i singoli titoli Bank of America (Bofa) perde il 14% dopo l'azione legale di Aig per recuperare le perdite una parte delle perdite causate da Bofa sui titoli legati ai mutui. Verizon Communications cede il 2,8% dopo lo sciopero indetto da 45.000 dipendenti sul contratto. Berkshire Hathway perde l'1% dopo la trimestrale.
8 agosto 2011 CRISI Bossi: "Dobbiamo andare dietro all'Europa" "Dobbiamo andare dietro un pò all'Europa". Così Umberto Bossi ha sintetizzato il confronto avuto stamattina col ministro dell'Economia Giulio Tremonti sulla crisi economica, a Gemonio. "Dobbiamo fare tutte le riforme - ha aggiunto il leader della Lega Nord al termine dell'incontro -, dobbiamo finire tutte le riforme che stiamo preparando". Prima dell'incontro Bossi avveva affermato: "La Bce sta facendo bene, perché ha promesso di comprare i titoli italiani e spagnoli". Il leader della Lega Nord Umberto Bossi ha commentato i primi dati dell'apertura di Borsa. "Non c'é il problema di elezioni adesso". Così il segretario della Lega Nord Umberto Bossi, prima di un incontro con il ministro Tremonti, ha replicato a giornalisti che gli chiedevano se sia ipotizzabile un ricorso anticipato alle urne nel 2012. "Come si fa? Certo non votiamo dopo il 2013...", ha scherzato sopra prima di congedarsi. "Vogliamo la verità. E' incredibile e inaccettabile che l'opposizione non abbia avuto fin qui comunicazione alcuna sui vincoli ai quali la comunità europea e internazionale ci sta sottoponendo. Al di la di indiscrezioni, nessuna comunicazione formale è stata data né a noi, né all'opinione pubblica". Lo afferma Pier Luigi Bersani, segretario nazionale del Partito Democratico che aggiunge: "cosa davvero e precisamente ci stanno chiedendo la Bce e le istituzioni internazionali? " "Un governo impotente, totalmente screditato e ormai commissariato dica almeno qual è la situazione reale" continua Bersani che ripete: "se dobbiamo discutere per la salvezza del paese vogliamo la verità. Non accettiamo più il balletto indecente delle menzogne e dei diversivi che ci hanno portati a questo disastro".
2011-08-07 6 agosto 2011 CRISI GLOBALE Rating, declassati gli Usa Vertice ministri finanze del G7 Gli Stati Uniti perdono per la prima volta nella loro storia il rating di tripla A: a non considerare più i titoli di stato americani fra i più sicuri investimenti al mondo è Standard & Poor's, con una mossa senza precedenti arrivata dopo ore di braccio di ferro con il Tesoro. Il Dipartimento guidato da Timothy Geithner ha ricevuto la bozza della decisione dell'agenzia di rating venerdì alle 13.30, ore 19.30 italiane. E l'esame, che si è protratto per ore con la risposta che è stata inviata alle 16 (ore 22 italiane), si è tradotto in un'accusa: S&P ha commesso un errore da 2mila miliardi di dollari. L'agenzia ha ritardato la diffusione del comunicato che poi è stato reso pubblico dopo le 20, ore 2.00 italiane. Il "downgrade riflette la nostra opinione" sul piano di risanamento che non è adeguato a quanto "sarebbe necessario per stabilizzare nel medio-termine il debito" afferma Standard & Poor's, sottolineando che "l'efficacia, la stabilità e la prevedibilità della politica americana si è indebolita in un momento" in cui le sfide fiscali ed economiche aumentano. Il tetto del debito - evidenza il presidente del comitato di valutazione di S&P, John Chambers - doveva essere alzato prima per evitare il downgrade. La decisione di Standard & Poor's potrebbe avere - secondo gli osservatori - un effetto più psicologico che pratico. Le agenzie di rating Moody's e Fitch hanno mantenuto il rating di tripla A per gli Stati Uniti e il downgrade di una sola agenzia è più gestibile. I titoli del Tesoro sono rimasti stabili negli ultimi giorni e considerati dagli investitori un investimento sicuro anche in seguito alla crisi del debito europea. Ma il taglio del rating delle ripercussioni potrebbe averle aumentando la mancanza di fiducia nel sistema politico e causando il downgrade di aziende e stati, per i quali i costi di finanziamento potrebbero salire. La maggiore preoccupazione è verificare se la decisione avrà un impatto sull'appetito degli investitori esteri per il debito americano. Nel 1945 i creditori esteri detenevano solo l'1% del debito americano, ora ne controllano il 46%. LA PRESA DI POSIZIONE DI PECHINO Intanto Pechino, a poche ore dal taglio del brating deciso da S&P's, condanna la "miope" disputa politica avutasi negli Usa sul debito. "La Cina, il più grande creditore dell'unica superpotenza mondiale, ha tutto il diritto - si legge in un durissimo commento diffuso dall'agenzia Nuova Cina - di chiedere oggi agli Stati Uniti la soluzione dei problemi di debito strutturali e garantire la sicurezza degli asset cinesi denominati in dollari". VERTICE STRAORDINARIO DEI MINISTRI DELLE FINANZE DEL G7 I ministri delle Finanze e i banchieri centrali dei Paesi del G7 si riuniscono oggi in teleconferenza per discutere della situazione dei mercati finanziari mondiali, anche alla luce del declassamento del rating degli Stati Uniti deciso da Standard & Poor. Lo riferisce l'agenzia giapponese Jiji Press che cita fonti finanziarie. La riunione di emergenza è stata convocata dalla Francia, presidente di turno del G7.
2011-08-06 6 agosto 2011 L'altro editoriale Risposta inevitabile La risposta ai morsi della speculazione contro l’Italia alla fine è arrivata. Secca, subitanea. Per forza, più che per virtù, anche se è di virtù che avremmo bisogno. Nella certezza, soprattutto, che nessuno dei partner europei in grado di farlo ci avrebbe dato altrimenti una mano. E dinanzi alla prova provata (incisa a fuoco nei listini dei mercati, nell’ormai mitico spread tra Btp e Bund tedeschi, nella crescente magrezza dei bilanci domestici delle famiglie italiane) che gli errori – e i peccati di omissione – accumulati negli ultimi dieci anni nella gestione del nostro debito pubblico ne hanno ormai reso insostenibile il peso. Troppo a lungo quel macigno sul futuro di tutti è stato trattato come un relitto della Prima Repubblica, come la fastidiosa colpa di chi politicamente non c’era più e non come uno dei compiti più stringenti dell’attuale classe dirigente. Anche per questo c’è poco da applaudire, oggi, davanti a una mossa coraggiosa e giusta perché inevitabile. L’accelerazione delle grandi manovre di "taglio" per ottenere il pareggio di bilancio annunciata dal premier Berlusconi e dal ministro Tremonti è, infatti, un atto purtroppo dovuto, non una festa. È la scelta di spingerci tutti più dentro quella stagione "lacrime e sangue" che è già cominciata nella vita concreta degli italiani e che sarà necessario accompagnare con una limpida capacità di spiegare – soprattutto con dedizione, rinunce e altri convincenti esempi da parte di chi ci governa e rappresenta – a un’opinione pubblica impaurita e adirata. Gli italiani, come amava dire l’allora presidente Ciampi, sanno rispondere con slancio quando si fa loro capire per che cosa ci si sacrifica e qual è il "bene comune" da tutelare o da conseguire secondo giustizia. Noi ne siamo convinti, ma vogliamo esserlo di più. Ci si concentri su questo, sul cesellare i tagli, sul "fabbricare lavoro" e su un nuovo fisco amico delle famiglia, piuttosto che sulle favole ambigue come quella della presunta forza risolutiva della riforma all’insegna del "vietato vietare" dell’articolo 41 della Costituzione (sui doveri sociali della libera impresa). Non ci serve altro fumo iperliberista negli occhi, basta e avanza quello dei roghi appiccati in questa estate di barbare scorribande speculative sui mercati di tutto il mondo. Marco Tarquinio
6 agosto 2011 Oggi siamo tutti responsabili Un esame di coscienza Con le tempeste dei mercati e le cifre dei dissesti finanziari, più ancora del 2008 riaffiorano in Occidente e in Europa antiche paure che forse abbiamo dimenticato. Paure di fallimenti che portano con sé il destino di Stati, nazioni intere, quindi di ciascuno di noi, del nostro modo di vivere, delle nostre aspettative. Il linguaggio macro-economico si esprime con categorie fino a ieri sconosciute, formula ipotesi impensabili solo pochi mesi addietro. Gli Stati Uniti possono fallire, un’Agenzia può decretarne l’insolvenza. Se ciò non è accaduto è perché il Congresso si è accordato nell’alzare in alto l’asticella del fallimento, come a dire che la malattia non è scomparsa ma si è escluso il male dalle patologie riconosciute. Ancor più imprevedibile è il fatto che, mentre gli Usa evitano l’insolvenza con un compromesso, la Cina li rimprovera e sostiene che il default non è affatto scongiurato. E il presidente della Bce Jean-Claude Trichet si dichiara preoccupato per l’incertezza generale in tutta l’area dell’euro. Sono scenari da incubo che, presi alla lettera, prefigurerebbero fratture lancinanti negli assetti economici internazionali. Chiunque è indotto a pensare che, se falliscono gli Usa, la bancarotta della Grecia, della Spagna, o altri Paesi europei sarebbe quasi inevitabile; con la conseguenza di un malessere che ci colpisce tutti, quasi muti per la paura del peggio. Scopriamo un Occidente fragile e incerto in quelli che sono stati per due secoli i suoi capisaldi, le sue fortezze economiche. E temiamo che l’Europa, l’euro, la stabilità, possano crollare da un momento all’altro vanificando un lavoro politico ed economico di oltre mezzo secolo. Affiora il timore tutto umano, direi esistenziale, che i risparmi di una vita vadano in fumo, che le certezze personali, familiari, di stile di vita, svaniscano da un momento all’altro. La prima cosa da chiederci, in questi giorni di crisi e quasi di panico, è se siamo in grado di farvi fronte con una forza morale e politica adeguata, e la risposta purtroppo è negativa. Lo è perché siamo divisi, astiosamente divisi, con una concezione della politica che è degradata sempre più, toccando i punti più bassi nella storia repubblicana, fino a scivolare nella difesa di interessi egoistici, di gruppo, personali, perfino in un delirio da gossip che oggi ci appare sciagurato e autolesionista. Abbiamo dissipato così una capacità di coesione e di resistenza che oggi sarebbe necessaria. Solo adesso ci rendiamo conto di quanto i ripetuti richiami di Benedetto XVI e dei vescovi italiani al fondamento morale della politica, diretta a tutelare il bene comune anziché egoismi particolaristici, e quelli di Giorgio Napolitano alle ragioni dello stare insieme, tenersi uniti con la condivisione di valori comuni, non siano mai stati appelli retorici, o ripetizioni di cose ovvie. Altre domande riguardano la nostra capacità di risposta a quanto sta accadendo, rivedendo le priorità di una politica e di una economia rese troppo euforiche dal trionfo del modello capitalistico-finanziario. La capacità di previsione dei grandi centri di analisi e decisione economica si è rivelata di cortissimo respiro, lascia attoniti per macroscopici errori di valutazione, per scelte fatte a tavolino nell’assemblare paesi ed economie a diversissimo livello di sviluppo. Lascia sgomenti il predominio esercitato dai protagonisti della finanza nel decidere il destino di interi agglomerati produttivi, con giudizi dettati cinicamente a tavolino, prescindendo dallo sviluppo reale delle singole economie. Tutto ciò, però, non cancella la responsabilità di ciascuno di noi, che in Occidente ci culliamo nella convinzione di poter tenere alto uno stile di vita, negli acquisti, nei consumi, nel modo di pensare, che corrisponde al più puro individualismo, evita di gettare lo sguardo sugli altri, sui loro bisogni, sulle loro esigenze più elementari. Forse è il caso di soffermarsi sul corto circuito che si è venuto a creare tra queste patologie, dalle quali ci siamo fatti guidare per troppo tempo, reintroducendo concetti di solidarietà ed equilibrio che devono guidare il mondo economico come ogni altro settore dell’attività umana. Carlo Cardia
6 agosto 2011 CRISI GLOBALE Declassato rating Usa Il Tesoro: l'agenzia ha commesso errori Gli Stati Uniti perdono per la prima volta nella loro storia il rating di tripla A: a non considerare più i titoli di stato americani fra i più sicuri investimenti al mondo è Standard & Poor's con una mossa senza precedenti arrivata dopo ore di braccio di ferro con il Tesoro. Il Dipartimento guidato da Timothy Geithner ha ricevuto la bozza della decisione dell'agenzia di rating venerdì alle 13.30, ore 19.30 italiane. E l'esame, che si protratto per ore con la risposta che è stata inviata alle 16 (ore 22 italiane), si è tradotto in un'accusa: S&P ha commesso un errore da 2mila miliardi di dollari. L'agenzia ha ritardato la diffusione del comunicato che poi è stato reso pubblico dopo le 20, ore 2.00 italiane. Il "downgrade riflette la nostra opinione" sul piano di risanamento che non è adeguato a quanto "sarebbe necessario per stabilizzare nel medio-termine il debito" afferma Standard & Poor's, sottolineando che "l'efficacia, la stabilità e la prevedibilità della politica americana si è indebolita in un momento" in cui le sfide fiscali ed economiche aumentano. Il tetto del debito - evidenza il presidente del comitato di valutazione di S&P, John Chambers - doveva essere alzato prima per evitare il downgrade. La decisione di Standard & Poor's potrebbe avere - secondo gli osservatori - un effetto più psicologico che pratico. Moody's e Fitch hanno mantenuto il rating di tripla A per gli Stati Uniti e il downgrade di una sola agenzia è più gestibile. I titoli del Tesoro sono rimasti stabili negli ultimi giorni e considerati dagli investitori un investimento sicuro anche in seguito alla crisi del debito europea. Ma il taglio del rating delle ripercussioni potrebbe averle aumentando la mancanza di fiducia nel sistema politico e causando il downgrade di aziende e stati, per i quali i costi di finanziamento potrebbero salire. La maggiore preoccupazione è verificare se la decisione avra' un impatto sull'appetito degli investitori esteri per il debito americano. Nel 1945 i creditori esteri detenevano solo l'1% del debito americano, ora ne controllano il 46%. Intanto Pechino, a poche ore dal taglio del brating deciso da S&P's, condanna la "miope" disputa politica avutasi negli Usa sul debito. "La Cina, il più grande creditore dell'unica superpotenza mondiale, ha tutto il diritto - si legge in un durissimo commento diffuso dall'agenzia Nuova Cina - di chiedere oggi agli Stati Uniti la soluzione dei problemi di debito strutturali e garantire la sicurezza degli asset cinesi denominati in dollari".
5 agosto 2011 ISTAT Pil in frenata: +0,3% a giugno Produzione industriale in calo Nel secondo trimestre 2011 il Pil è cresciuto dello 0,3% sul trimestre precedente e dello 0,8% nei confronti del secondo trimestre 2010. Lo comunica l'Istat. Il risultato rispetto al trimestre precedente è la sintesi di un calo del valore aggiunto dell'agricoltura che cresceva invece nei due trimestri precedenti. L'ultimo calo per l'agricoltura era stato infatti registrato nel terzo trimestre 2010. Aumenta invece il valore aggiunto dell'industria e dei servizi. Il secondo trimestre nel 2011 - spiega l'Istat - ha avuto una giornata lavorativa in più rispetto al trimestre precedente e lo stesso numero di giornate lavorative del secondo trimestre 2010. Nello stesso periodo - ricorda l'Istat - il Pil è aumentato in termini congiunturali dello 0,3% negli Stati Uniti e dello 0,2% nel Regno Unito. In termini tendenziali il Pil è aumentato dell'1,6% negli Stati Uniti e dello 0,7% nel Regno Unito. La crescita del Pil acquisita per il 2011 è pari allo 0,7%. Si tratta della crescita che si avrebbe se la variazione congiunturale nei prossimi trimestre fosse uguale a zero. Nel Def il governo indica una crescita per l'intero 2011 dell'1,1%. PRODUZIONE INDUSTRIALE IN CALO A GIUGNO A giugno la produzione industriale in Italia è scesa dello 0,6% rispetto a maggio. Lo rende noto l'Istat. Rispetto al giugno dello scorso anno si è registrato un aumento dello 0,2%.
2011-08-05 5 agosto 2011 CRISI Il premier: pareggio di bilancio anticipato al 2013 Berlusconi, Tremonti e Gianni Letta hanno il volto segnato dall’ennesima giornata tempestosa dei titoli di Stato. E nelle loro parole gravi risuona l’invito di tutti i leader Ue, degli Usa e delle istituzioni finanziarie internazionali: "Fate in fretta". Con rare eccezioni alla sobrietà, e abbandonando in parte i toni rassicuranti dei giorni scorsi, i tre convocano la stampa all’improvviso e presentano d’urgenza il "piano B" per far fronte alla speculazione e alla crisi di fiducia degli investitori. Con una misura che sovrasta per impatto tutte le altre: "Anticiperemo il pareggio di bilancio dal 2014 al 2013", annuncia il premier, quando piazza Affari è chiusa da due ore e la risposta delle Borse è rinviata a lunedì. Altre tre le decisioni maturate con il concorso dei ministri Romani, Brunetta e Sacconi: l’inserimento nella Carta del pareggio di bilancio (che così diverrebbe un vincolo permanente), la modifica dell’articolo 41 sulla libertà d’impresa (vecchio pallino di Tremonti, che commenta: "È la madre di tutte le liberalizzazioni, la Costituzione dirà che è possibile fare tutto ciò che non è vietato dalla legge") e la presentazione al Senato di un ddl di riforma del mercato del lavoro. Commissioni mobilitate già dalla settimana prossima, Aule pronte a riunirsi per accelerare sui provvedimenti. Il ministro del Tesoro spiega il piano per ottenere il pareggio con un anno di anticipo. "Partiamo dalla delega assistenziale", dice. Ovvero: il governo andrà avanti "a tutta" per recuperare 20 miliardi, senza arrivare a far scattare il disboscamento automatico delle 470 agevolazioni fiscali che, in base alla manovra triennale, sarebbe ottenuto con tagli lineari e indiscriminati a tutte le detrazioni. "Contiamo di poter avere il sì delle Camere alla delega prestissimo, anche entro settembre, abbiamo già preallertato Fini e Schifani", si augura Berlusconi (allo stato attuale la legge che delega il governo non è stata ancora presentata alle Aule). "La razionalizzazione delle detrazioni – ricorda Tremonti – è strettamente collegata alla riforma fiscale, ed è un’opera di grande moralità per spostare le agevolazioni su lavoro, famiglie e giovani". Il punto politico, per il ministro, è dimostrare che non c’è alcuna "addizionale" alla manovra triennale, né tantomeno una correzione al rialzo: "È solo un anticipo di quanto già stabilito, dettato dai mercati". E qui piazza una frase che gela la platea: "In un mese è cambiato il mondo". Nessun dettaglio, invece, sulla riforma del lavoro: si parla di uno Statuto dei lavori meno "ingessato", ci sono progetti nelle commissioni, Sacconi sul tema è attivo da tempo. Di certo, essendo uno dei punti discussi con le parti sociali, prima dell’aula passerà per il tavolo aperto giovedì. Poi, per dimostrare di aver accolto la piattaforma delle parti sociali, spiega: le 4 novità sono "i pilastri", ma si lavorerà pure su "velocizzazione delle infrastrutture e privatizzazioni". Berlusconi, con i cronisti, si occupa solo della comunicazione politica. "Inutile girarci intorno, il mondo è entrato in una crisi finanziaria planetaria che non rispetta la realtà delle nostre economie. Noi subiamo di più per colpa del debito pubblico che abbiamo ereditato". Poi una nota, per allontanare le polemiche e replicare a chi vuole un passo indietro: "Nulla si può ascrivere ai governi", né al suo né agli altri Paesi. Incalzato sul presunto commissariamento subito dalla Bce e dal governo tedesco, che l’avrebbe indotto ad accelerare le misure per il rientro del deficit, è secco: "Non rispondiamo a Francoforte, ma ai mercati e agli speculatori". Infine, nuovo appello alle opposizioni: "Se vogliono portare proposte migliorative, siamo disponibili". Solo verso la fine ritrova l’humor: "Vedete, palazzo Letta, pardon, palazzo Chigi, è aperto anche ad agosto". Omaggio al sottosegretario, che per molti è l’artefice di un passaggio politico obbligatorio: che Berlusconi e Tremonti apparissero in comunione d’intenti. A tarda sera sull’impegno per la crisi anche il leader della Lega Nord Umberto Bossi si fa sentire: nessuno vada al mare, la prossima settimana si lavora. E commenta: i nostri titoli rischiavano di diventare carta straccia. Il discorso di Berlusconi? "Oggi (ieri per chi legge ndr) mi ha interessato di più", perché se si riesce a far comprare i titoli di Stato, si può fare il pareggio un anno prima. Marco Iasevoli
2011-08-06
2011-08-04 4 agosto 2011 CRISI Borse in tilt in tutta Europa Milano sprofonda: - 5,16% Collegare i ribassi record al tilt informatico che a colpito alcune borse europee è forse dietrologia. Ma certo attorno alle 17 si sono vissuti minuti di panico, quando mezza Europa a pochi minuti dalla chiusure, con gli indici in picchiata, non ha più funzionato nulla. Colpa di un problema degli indici Euronext, ovvero Parigi, Lisbona, Bruxelles e Amsterdam, oltre a New York. Milano lavora con Londra e ha potuto fornire solo con ampio ritardo i dati finali, e con qualche sorpresa. Indice Mib chiuso ufficialmente a -3,23%, l'all share con una chiusura "virtuale" a -3,23%. In serata, dopo il black out, è arrivato il dato drammatico sul valore finale dell'Ftse Mib. L'indice di riferimento della Borsa di Milano ha chiuso oggi in calo del 5,16% a 16.128 punti. Intesa Sanpaolo è calata del 10,35%, peggior risultato del listino, Fiat a -10,03%, Unicredit a -9,33%). Molto male anche Fiat Industrial (-9,15%), Pirelli (-6,53%) e Exor (-4,9%). Lo spread Btp/Bund torna a volare a quota 390,2 punti, a soli 2,8 punti dal massimo storico di ieri. Francoforte e Londra hanno terminato la seduta in calo rispettivamente del 3,4% e del 3,43%, Parigi e Madrid cedono 3,9% e -3,89%. Non va meglio a New York dove Wall street perde oltre il 2,50%. Lo scivolone di oggi è costato alle principali borse europee circa 173 miliardi di euro.
4 agosto 2011 CRISI Trichet mette fretta all'Italia: "Anticipare il risanamento" "Anche per l'Italia, come gli altri Paesi dell'area euro, le riforme strutturali sono necessarie, e in particolare occorre anticipare i tempi del risanamento fiscale". Lo ha detto il presidente della Banca centrale europea Jean-Claude Trichet, sottolineando che "tutti i Paesi stanno anticipando la situazione, è vero anche per l'Italia" dove "le risorse umane, per così dire, sono così buone e l'imprenditorialità così evidente". Trichet, in un'intervista all'Ansa, è stato ancora più esplicito: "Quello che serve all'Italia è certamente ridurre la spesa pubblica e raggiungere i suoi obiettivi di deficit". E poi ha aggiunto: "Qualsiasi anticipazione delle riforme fiscali, qualsiasi azione preventiva è adeguata nell'attuale situazione". La Bce intanto non sta a guardare. Date le tensioni "particolarmente alte" sui mercati il consiglio direttivo della Bce ha deciso "un'operazione supplementare di liquidità" sul mercato. Intanto il programma di acquisto di titoli di Stato dell'area dell'euro da parte della Bce continua. A confermarlo, nel corso di una conferenza stampa in seguito al Consiglio direttivo, è stato lo stesso Trichet. "È un programma - sottolinea - che sta continuando. Non abbiamo mai detto che era stato interrotto. È tutto pienamente trasparente e vedrete quello che faremo" aggiunge Trichet. PER ORA SOLO INTERVENTI SU IRLANDA E PORTOGALLO Gli interventi sul mercato secondario dei titoli di Stato della Banca centrale europea riguardano solo i bond irlandesi e portoghesi, rende noto una fonte monetaria europea. "Le attività programmate della Bce sul mercato secondario riguardano solo gli interventi sui titoli di Stato di Irlanda e Portogallo, non altre nazionalità", ha detto la fonte dopo che i trader hanno segnalato acquisti di bond portoghesi e irlandesi sul secondario. Il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, ha risposto con un no comment alla domanda se la Bce stia acquistando titoli di Stato italiani.
4 agosto 2011 CONFRONTO SULLA CRISI Incontro governo-parti sociali: a settembre misure condivise Si è tenuto a Roma l'incontro tra le parti sociali e il governo per trovare soluzioni alla crisi che attanaglia il Paese. Confindustria, sindacati e le altre associazioni di categoria hanno presentato un documento comune basato su cinque punti. "Occorre intervenire subito con riforme che intervengano su fisco, costi della politica, energia, municipalizzate e infrastrutture. Dopo il rigore occorre creare le condizioni per lo sviluppo" ha sintetizzato il segretario generale dell'Ugl, Giovanni Centrella. Nel documento le parti sociali hanno ammonito il governo: "Il momento è grave. Va affrontato con la massima determinazione senza cercare scuse o scappatoie". Il governo ha ascoltato le proposte e ha rilanciato con un'agenda di otto punti, chiedendo di condividerla: pareggio di bilancio e libertà economica nella costituzione; riforma assistenziale e fiscale e contrasto all'evasione; modernizzazione delle relazioni industriali e del mercato del lavoro; finanze e reti di impresa con internazionalizzazione; accelerazione opere pubbliche, delle reti energetiche e delle nuove reti di telecomunicazione; privatizzazioni anche dei servizi pubblici locali e liberalizzazioni; costi della politica e semplificazione della politica della burocrazia e delle funzioni pubbliche e sociali centrali e locali; diffusione delle nuove tecnologie, fondi strutturali europei e Mezzogiorno. Il ministro Tremonti ha anche ribadito la necessità di cambiare il sistema delle tasse. "Non vogliamo rinunciare alla riforma fiscale. Se la delega assistenziale va avanti, riusciamo a fare quella fiscale". Sulla base di questa agenda, l'obiettivo del Governo è presentare "nei primi giorni di settembre provvedimenti sui singoli argomenti condivisi con le parti sociali". Positiva la reazione di Confindustria. "L'agenda del governo riprende alcuni dei nostri punti" ha detto Emma Marcegaglia. "Ora attendiamo di capire se verranno affrontati con urgenza". "La discussione di stamattina mi lascia ottimista sulla volontà di tutti di tirarsi su le maniche e lavorare per unire le forze e individuare azioni congiunte per rafforzare il Paese" ha commentato Berlusconi.
4 agosto 2011 Delusioni e qualche buon segno La fatica e il coraggio Non immaginavamo di certo che un improvviso (e un po’ improvvisato) dibattito parlamentare d’agosto potesse segnare una svolta nella gestione politica della strana e feroce crisi, che sta divorando tesori e tesoretti finanziari d’Italia e rischia di rendere ancora più schiacciante il peso del nostro immane debito pubblico sul presente dei cittadini semplici e sul futuro comune. Ma avevamo osato sperare che quel dibattito rivelasse, pur nell’ovvio dissenso tra maggioranza e opposizioni, almeno un minimo comun sentire e una disponibilità a convergere sulle grandi e condivisibili priorità che, all’immediata vigilia dell’appuntamento a Montecitorio, erano state richiamate anche dal Quirinale e da Bankitalia. E, soprattutto, in questo tempo condizionato da poteri forti e democraticamente irresponsabili, ci eravamo augurati che dalle grandi "voci" della politica italiana si levasse una risposta talmente assonante da far argine a giochi e speculazioni dei "signori dei mercati" sulla pelle di un Paese giudicato debole e diviso e, perciò, "inaffidabile", "svalutabile" e "contendibile".La risposta a queste attese è risultata purtroppo parziale e largamente deludente, eppure non del tutto sconfortante. Certamente ha deluso un presidente del Consiglio che non ha saputo e potuto offrire niente di nuovo e di davvero mobilitante a un Paese reale tanto intimorito e sfiduciato quanto irato ed esigente con chi lo rappresenta e lo governa. Ma non è sfuggito che, al di là del dosaggio dei toni, come sempre capace di dividere l’emiciclo, Silvio Berlusconi abbia rivelato un’inedita propensione a fissare la cornice di un messaggio rassicurante (solidità del Sistema Paese, fedeltà agli obiettivi di bilancio concordati con la Ue, impegno ad azzerare il fabbisogno per l’anno in corso) lasciando sostanzialmente in bianco il quadro delle misure da concordare con parti sociali e interlocutori politici. Una porta aperta, insomma. Certamente hanno deluso anche i capi delle opposizioni di centrosinistra che hanno invocato l’uscita di scena di un governo palesemente azzoppato in alcuni uomini chiave e, da mesi, in evidente debito di ossigeno e di idee, senza però avere in tasca una soluzione di ricambio: non ci sono esecutivi tecnici all’orizzonte e neppure elezioni anticipate dietro l’angolo. Nessuno si aspetta da Pierluigi Bersani e Antonio Di Pietro la costruzione di una disinteressata stampella per il governo Berlusconi–Bossi–Scilipoti, ma forse questo era il momento di dimostrarsi capaci di offrire un intelligente e interessato puntello alle opere di difesa comuni. Non inattesa ma ugualmente interessante, forse l’unica vera nota positiva del confronto di ieri alla Camera, è stata la scelta dell’Udc di tenere i piedi per terra e gli occhi fissi sul problema, sino a proporre un "agosto di lavoro" per Parlamento, parti sociali e, naturalmente, governo. Pier Ferdinando Casini avrà fatto i suoi calcoli, ne siamo certi. Ma è un fatto che ha soprattutto trovato la lucidità per dimostrare che cosa può significare mettere in campo, in momenti cruciali per la vicenda nazionale, una politica di "opposizione responsabile". E che il segnale sia venuto dall’opposizione numericamente più piccola lo rende persino più interessante. Perché la verità – se ci si misura seriamente con i numeri parlamentari e con quelli degli indici economici – è che non ci sono chimere crisaiole da inseguire (rischiando di aggravare la difficoltà finanziaria senza ottenere la caduta del governo), ma obiettivi di giusta austerità e di calibrato investimento da perseguire. Qui, ora. La parola magica è "crescita", e non c’è bisogno di magie per darle urgentemente corpo bensì della fatica e del coraggio di proporre sacrifici sensati e ben spiegati e di compiere scelte (fiscali e di indirizzo delle risorse oggi mobilitabili) concrete e condivise. Il confronto con le forze sociali che si apre oggi è parte ineliminabile di questo lavoro. Siamo ormai entrati, l’abbiamo annotato più volte, in una fase politica nuova, che l’attuale Parlamento interpreta poco e male e che, perciò, imporrà una radicale riorganizzazione del vecchio bipolarismo. Proprio per questo, ci sembra più che mai utile e necessario che chi si candida a vivere positivamente questa transizione sappia dire (e confermare coi fatti) all’opinione pubblica interna e agli osservatori internazionali che le debolezze e le divisioni politiche italiane non arrivano sino all’autolesionismo. Marco Tarquinio
4 agosto 2011 INTERVISTA Bonanni: "Guai attendere, misure entro Ferragosto" C’è bisogno di nuove misure subito, già nei prossimi giorni, per sostenere la crescita e mettere in sicurezza il Paese, perché "i mercati e gli speculatori non vanno in ferie, non si può rinviare a settembre". Raffaele Bonanni è molto preoccupato. "Stiamo vivendo un punto molto delicato della nostra vita nazionale" e occorre agire con "molta rapidità". Nel suo discorso alla Camera il premier Silvio Berlusconi è stato "generico", afferma il segretario della Cisl. E ora si dovrà "verificare se le parole si traducono in fatti e in decisioni rapide e positive". Per questo l’incontro di stamattina con i sindacati e gli imprenditori rappresenta un "ultimo appello" per trovare soluzioni. Per riuscirsi il governo "deve favorire una condivisione delle cose da fare" con l’opposizione e questa deve rendersi disponibile, come avviene anche in altri Paesi. Segretario Bonanni, il discorso del premier è stato all’altezza delle sue attese? Il fatto che Berlusconi abbia accettato il confronto sollecitato dalle parti sociali è di per sé positivo. In verità però le linee guida esposte sono molto, molto generiche. Come generiche sono state le risposte delle opposizioni. Vedremo nell’incontro di domani (oggi per chi legge, ndr) e nei prossimi giorni se c’è la volontà di fare davvero delle cose, se c’è quella discontinuità che le forze sociali hanno richiesto". Nel concreto cosa chiede all’esecutivo? Vogliamo capire cosa si propone per dare subito più energia alla crescita del Paese. Ad esempio se non si ritiene di anticipare qualche punto della delega fiscale. Con sgravi sui redditi dei lavoratori per sostenere i consumi, che sono molto bassi, e un taglio delle tasse per le imprese che investono". Ma per farlo servono risorse. La copertura potrebbe arrivare da una patrimoniale che escluda le prime case e da un anticipo degli interventi sulle rendite finanziare. Inoltre bisogna stringere e non allargare le ganasce fiscali: è così che sono stati recuperati 25 miliardi di evasione, non era mai accaduto. Fisco e cos’altro? Le infrastrutture. Oggi si è avviato lo sblocco di sette miliardi per il Sud. Bene, ma c’è una lunga storia di stanziamenti annunciati e di cantierizzazioni mancate. Proprio perché i soldi pubblici sono pochi, l’efficacia degli investimenti è essenziale. Si invocano politiche anticicliche poi tutto si ferma per la sciatteria, o peggio, delle pubblica amministrazioni e per i troppo no dei comitati vari. Una novità vera sarebbe quella di affidare le opere pubbliche a commissari di specchiata onestà in vece delle amministrazioni. Un altro intervento che avete sollecitato riguarda i costi della politica. Per ora non ci siamo. Quando si chiedono sacrifici ai cittadini anche per la politica ci devono essere immediate conseguenze. Inoltre occorre una revisione profondissima dell’assetto amministrativo per ridurre i costi e aumentare l’efficienza. Tutta la classe politica fa finta di nulla e invece occorre far dimagrire le Regioni, tagliare le Province e consorziare i piccoli Comuni, oltre che tagliare e accorpare le municipalizzate: in Italia abbiamo 27mila amministratori di aziende in house degli enti locali. Nel suo intervento Berlusconi ha annunciato una riforma dello Statuto dei lavoratori. Che ne pensa? Di questi argomenti credo che debbano essere prima di tutto le parti sociali a occuparsene. Sarebbe sgradevole se il governo intervenisse senza che sia arrivata una richiesta da imprese e sindacati. Piuttosto sono le relazioni industriali che possono sollecitare gli investimenti. Per questo chiediamo un rafforzamento della detassazione sui contratti di secondo livello. Il premer parla della stabilità politica come di "arma vincente contro la speculazione". È d’accordo? La stabilità è importante se rende fattibili le cose di cui c’è bisogno. Ma non è il sindacato a dover rispondere sull’efficienza dei governi e dei singoli ministri. La Costituzione prevede due arbitri, il Parlamento e il presidente della Repubblica. Nicola Pini
4 agosto 2011 COSTI DELLA POLITICA Comuni, il debito "pesa" 954 euro a testa ll debito dei comuni grava sulla popolazione residente per 954 euro pro-capite ed incide sul prodotto interno lordo per il 5,2%. Il debito delle province ha un'incidenza pro-capite di 198 euro e costituisce circa l'1% del prodotto interno lordo. Lo rileva la Corte dei Conti nella relazione sulla gestione finanziaria degli Enti Locali negli esercizi 2009-2010. Il debito finanziario complessivo dei comuni, nel 2009, si può stimare in 63,3 miliardi di euro e rimane sostanzialmente invariato rispetto al 2008. Analoga la dinamica, nel biennio 2008-2009, per le province per le quali il debito, nel 2009, è pari a 11,7 miliardi di euro. Molto pesante risulta l'incidenza media del debito sulle entrate correnti (per i comuni oltre il 114,9% e per le province del 105,9%). Crescono, rispetto al debito totale, i mutui e i prestiti obbligazionari. L'area Nord ha il maggior importo di debito, tanto in valori assoluti che relativi alla popolazione e alle entrate correnti. Il dato si inverte in ordine all'incidenza percentuale sul PIL. Si evidenzia che, per molti comuni e non poche province, l'onere del debito finanziario, che è di natura certa e di lunga durata, è coperto in buona parte con il ricorso a risorse di natura straordinaria (non strutturali), quali avanzi di amministrazione generati per lo più da positiva revisione dei residui, oneri di urbanizzazione, plusvalenze nelle vendite immobiliari, ecc. La recente disposizione del comma 108 della legge finanziaria del 2011 che, per il triennio 2011-2013, ha ridotto all'8% il limite dell'incidenza del costo degli interessi sulle entrate correnti, può concorrere al contenimento dell'indebitamento. Il fenomeno dei debiti fuori bilancio si conferma esteso e persistente e, per la rilevanza degli importi riconosciuti e del numero degli enti coinvolti, non può essere considerato semplicemente un indizio di patologia nella gestione del bilancio degli enti locali.
4 agosto 2011 TENSIONE NEL MEDITERRANEO Razzo su nave italiana, rivendicazione da Libia Il portavoce del governo libico, Mussa Ibrahim, ha rivendicato il lancio del missile contro la nave italiana Bersagliere, ieri al largo delle coste libiche. Lo riferisce la Cnn. Il portavoce del governo ha riferito ai cronisti presenti a Tripoli che il missile è stato lanciato da truppe fedeli a Muammar Gheddafi. "Abbiamo sorprendenti capacità che non abbiamo ritenuto necessario usare", ha detto Mussa: "Il nostro esercito è ancora molto forte. Non abbiamo ancora usato la nostra vera potenza militare". Il portavoce, riferisce ancora la Cnn, ha poi negato che le capacità militari delle forze pro-Gheddafi siano ridotte al 20%, liquidando le stime della Nato con una battuta: "Se fosse veramente al 20% cosa sarei a fare qui?". Una provocazione, un vero e proprio atto di guerra, un errore? O invece, come affermato dal governo di Tripoli, "qualcosa che non è mai accaduto"? Il regime libico – nel pantano di una guerra civile che non sembra vedere vie di uscita nonostante la "pressione" dei raid della Nato – reagisce. E sembra volerlo fare contro l’Italia, lanciando un razzo contro la Bersagliere, nave della Marina militare che incrocia a largo delle coste libiche. Il razzo è finito in mare a circa due chilometri dalla fregata che non ha riportato nessun danno. Ieri. È stato lo stesso ministro della Difesa, Ignazio La Russa ha confermare l’accaduto. "Il tracciato del radar – ha spiegato il ministro – ha individuato la scia di un missile libico che è caduto in mare a circa 2 chilometri dalla fregata Bersagliere, che si trova nelle vicinanze delle coste libiche. Nessun pericolo per la fregata, che si è allontanata e, per prudenza, si è spostata più al largo". Un attacco o un errore? Per La Russa "il missile può essere stato lanciato contro la nostra portaerei o potrebbe semplicemente essere stato un missile anti-aereo che aveva un altro obiettivo e che poi è caduto in mare". "Non ci sono motivi di preoccupazione", ha poi tagliato corto La Russa che ha escluso "che la nave italiana fosse l’obiettivo" del missile. Secondo il comandante della nave, il capitano di fregata Gennaro Falcone, il missile potrebbe essere stato "l’ultimo stadio di una salva di razzi partita dalla costa e deviata verso il mare, per ragioni ancora non chiare". "Abbiamo seguito "otticamente" la traiettoria del missile. Non abbiamo avuto particolari problemi, l’equipaggio ha agito con la massima prontezza aumentando la velocità e facendo allontanare l’unità dalla zona, fino ad un’area più sicura". Che l’Italia "sia nel mirino" dopo che in Libia "si è aperto uno scenario di guerra molto complicato" è stato confermato indirettamente due giorni fa dal responsabile degli 007 italiani, il direttore del Dis Gianni De Gennaro, che ha affrontato il caso nel corso di un’audizione al Copasir. Lo scorso 20 marzo scorso il governo ha però escluso che i missili del Colonnello libico siano in grado di colpire il nostro Paese. Ma la minaccia resta. Le navi italiane impegnate per lo svolgimento dell’embargo navale sono al momento la San Giusto (che ha sostituito da metà luglio la portaerei Garibaldi) e la stessa fregata Bersagliere che è operativa dal 30 luglio, dopo essere partita da La Spezia due giorni prima per prendere il posto della nave Euro. Considerata un "pattugliatore di squadra" la nave Bersagliere ha un equipaggio standard di 185 uomini. La San Giusto, che rientra nella classe delle nave di assalto anfibio, ha attualmente un equipaggio di 350 militari. Intanto sul terreno libico continua quella che sembra una guerra di posizione tra i due opposti schieramenti. Ieri i ribelli hanno fatto sapere di essere riusciti a respingere il contrattacco sferrato dalle forze fedeli a Muammar Gheddafi a Zlitan, 160 chilometri a est di Tripoli e a una sessantina da Misurata, contro cui essi stessi avevano lanciato qualche ora prima un’offensiva in profondità, penetrando nel centro urbano ma incontrando poi un’accanita resistenza da parte dei lealisti. "Abbiamo permesso loro di avvicinarsi alle nostre postazioni – ha tuttavia puntualizzato un comandante delle milizie insurrezionali – prima di bombardarli a tappeto per ricacciarne l’avanzata".
3 agosto 2011 LA POLEMICA Scuola, per i docenti arriva il decreto della discordia Trentamila assunzioni a tempo indeterminato. E altrettanti docenti precari che riusciranno a raggiungere un traguardo agognato da tempo. A giorni il ministero della Pubblica Istruzione dovrebbe fornire le cifre definitive e soprattutto la ripartizione di queste decine di migliaia di assunzioni, frutto di un accordo raggiunto alcune settimane fa tra i ministeri della Pubblica Istruzione, della Funzione pubblica e i sindacati di categoria. Ma a giorni è atteso anche il primo bando sui nuovi corsi abilitanti che dovrebbero dare avvio al nuovo percorso di formazione dei futuri docenti. Un passaggio atteso, quanto temuto, visto che nelle scorse settimane dal ministero di viale Trastevere sono state ipotizzate cifre sul fabbisogno futuro di docenti davvero esigue: poco meno di 9mila insegnanti in tutta Italia. Se si pensa che solo i precari superano le 200mila unità e altre decine di migliaia sono i giovani che hanno concluso il percorso di formazione, ma sono ancora privi dell’abilitazione (requisito indispensabile per entrare a pieno titolo nell’insegnamento), parlare di 9mila posti è davvero una goccia nel mare. Ma anche le trentamila assunzioni di docenti nel nuovo anno scolastico (a cui se ne aggiungeranno altre 37mila per il personale Ata, cioè il personale amministrativo, tecnico e ausiliare) sembrano destinate a risolvere solo una piccola parte del precariato. E anche con molti malumori. A destare le maggiori preoccupazioni sono le graduatorie presso ogni ufficio provinciale. Dovrebbero essere a esaurimento, ma i trasferimenti da una provincia all’altra comportano modifiche e variazioni, creando di fatto una sorta di "guerra" tra precari, che si vedono magari sorpassati in graduatoria dai nuovi arrivati da altre province. Una situazione complicata, ancora di più dopo la bocciatura della Corte Costituzionale (nell’aprile scorso) subita dalla decisione di prevedere per il solo biennio 2009/2011 l’inserimento in coda della graduatoria per i docenti che facevano richiesta di iscrizione in un’altra provincia. Insomma un agosto tutt’altro che tranquillo per il corpo docente e che lascia perplessi sulla reale possibilità di iniziare sin dal primo giorno di lezione con tutti i posti cattedra coperti. Una situazione che preoccupa anche le migliaia di giovani che aspirano a iniziare la carriera docente. Molti hanno concluso il proprio percorso di studi, ma non hanno conseguito alcuna abilitazione. Per loro dovrebbe arrivare un percorso transitorio per permettere loro di raggiungere almeno l’abilitazione, ma sul posto in cattedra non esistono sicurezze. Peggio ancora per chi è all’inizio di questo percorso. Molto dipenderà appunto dai numeri previsti dal primo bando atteso dal ministero della Pubblica Istruzione. Il vero rischio è che una gran parte di questa generazione di aspiranti docenti lo resti soltanto sulla carta. Una prospettiva preoccupante per una scuola che ha un corpo docente sempre più anziano. Enrico Lenzi
2011-08-03 3 agosto 2011 CRISI Berlusconi: "L'Italia è solida, patto sociale per la crescita" Il governo, ma soprattutto i fondamentali dell'economia sono solidi e dunque sull'Italia c'è un eccessivo allarmismo. Detto ciò, molto resta da fare soprattutto per stimolare la crescita ed è per questo che il governo, aperto al dialogo con l'opposizione, è pronto a raccogliere la sfida delle parti sociali, proponendo un patto che oltre al rilancio economico, miri alla stabilità e alla coesione sociale, anche attraverso la riforma del fisco e del lavoro Chi ha partecipato alla stesura dell'intervento che Silvio Berlusconi pronuncerà domani alle Camere, riassume così i punti salienti del suo discorso. Si tratta di bozze, precisano le stesse fonti, sottolineando che parte dell'intervento potrà cambiare durante il vertice serale convocato dal Cavaliere a palazzo Grazioli per limare il testo. All'incontro, inizialmente riservato a ministri e dirigenti pidiellini, parteciperà anche la Lega (con Roberto Maroni e Roberto Caldeorli) e,forse, anche Giulio Tremonti. Ad ogni modo, i presenti all'incontro dovranno lavorare su un testo che sostanzialmente dovrebbe dividersi in tre parti: la prima è tesa a rassicurare cittadini e mercati; la seconda è rivolta alle parti sociali e all'opposizione; la terza ed ultima, infine, è più prettamente politica ed è tesa a mettere in guardia le opposizioni dalla tentazione di scorciatoie contro l'interesse del Paese. Se terrà questa impostazione, davanti a deputati e senatori Berlusconi sosterrà che l'allarmismo sull'Italia è eccessivo. Il sistema politico è solido, la maggioranza ha dimostrato più volte di avere i numeri, votando una finanziaria da 70 miliardi in meno di una settimana, anche grazie all'atteggiamento responsabile di una parte dell'opposizione. Altrettanto solidi e sani - a suo giudizio - sono i fondamentali economici: i conti pubblici migliorano e la manovra ridurrà ulteriormente il deficit fino ad azzerarlo nel 2014, con conseguente diminuzione del debito sotto il 113%. Le banche hanno liquidità sufficiente e dall'economia reale arrivano segnali confortanti. Quanto alla reazione dei mercati, per Berlusconi si basa sulla sottovalutazione di quanto fatto dall'Europa sulla crisi greca, ma anche dai fondamentali dei conti pubblici italiani, delle banche e dei privati. Tanto che, nonostante il differenziale fra titoli italiani e tedeschi abbia segnato nuovi record, la domanda di Btp resta alta. Fatta questa premessa, il premier intende concentrarsi sulla sfida delle parti sociali, riconoscendo che molto resta da fare perchè la crescita - dirà accogliendo i richiami di Giorgio Napolitano - è fondamentale. Per farlo vuole rilanciare la proposta di un "Patto per la crescita" lanciata da sindacati e imprenditori, ma andando oltre. Mirando cioè anche alla stabilità e alla "coesione sociale". Per farlo, riprenderà parte dell'agenda tracciata da Sacconi, ma puntando maggiormente su alcuni aspetti: la riforma del fisco, il piano per il Sud e la riforma del lavoro. Sul primo aspetto, ribadirà che obiettivo della legge delega è la riduzione della pressione fiscale su lavoratori e imprese, salvaguardando le famiglie numerose e cercando soluzioni alternative all'Irap. Il premier è convinto però che anche sul fronte del lavoro si possa fare qualcosa per attrarre investimenti: a cominciare da una revisione dello Statuto, già proposto dal governo, ma attualmente su un binario morto. Difficile poi che eviti un accenno ai costi della politica, probabilmente per auspicare una maggiore "sobrietà" non solo attraverso una razionalizzazione degli enti locali (province comprese), ma anche grazie degli enti pubblici (forse liquidandone qualcuno). Proposte sulle quali il cavaliere auspica un confronto responsabile con l'opposizione, facendo proprio l'appello del capo dello Stato. Ma nel passaggio più propriamente politico, all'invito a fare ciascuno la sua parte, dovrebbe seguire anche un monito: la stabilità politica è indispensabile contro la speculazione, perchè una crisi ora favorirebbe gli avvoltoi della finanza. Ecco perchè la sinistra dovrebbe rinunciare a tentare facili, quando inutili scorciatoie di governi tecnici, sulla pelle degli italiani. BERSANI (PD): IL PAESE E' VERAMENTE NEI GUAI "Unico merito del discorso" del premier Silvio berlusconi "è che è stato fatto a mercati chiusi". Lo ha detto Pier Luigi Bersani intervenendo a Montecitorio. "Penso che l'Italia sia seriamente nei guai". È l'analisi del segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, nel suo intervento sull'informativa del premier Silvio Berlusconi sulla crisi. "Il nostro Paese - sostiene Bersani - è colpito da una crisi che non ha precedenti: dopo 8 anni di vostro governo, abbiamo perso 6 punti di Pil e ne stiamo rimontando 2 scarsi, come nessun altro paese, e mentre gli altri la contrazione l'hanno assorbita, noi ancora siamo qui a sforzarci di recuperare ciò che non abbiamo recuperato". La crisi, afferma il segretario Pd, "non è solo speculazione, sono gli investitori e i nostri creditori che non si fidano più". E questa sfiducia "non è un umore passeggero, i creditori hanno tirato le somme di una vicenda già conclusa". Inoltre, conclude Bersani, "nel nostro paese sta montando una disperazione che sta bruciando lo spirito civico di cui avremmo bisogno per reagire". CASINI (UDC): COME NEL '92, FINE DI UNA STAGIONE POLITICA "Non ci rendiamo conto di essere a un passaggio quasi storico, come il 92-93, che è stata la fine di una stagione politica. Io oggi avverto molte analogie". Così il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini, nel suo intervento dopo le comunicazioni sulla crisi del presidente del Consiglio. "Qui stiamo andando a fondo - sottolinea Casini - e abbiamo tutti qualcosa da perdere - aggiunge Casini - Molti evocano la fine del berlusconismo come la fine di una stagione politica. Se qualcuno pensa che rispetto a questi passaggi epocali la questione si risolva con una sorta di liquidazione politica, si sbaglia. O ci assumiamo la responsabilità di disegnare una fase nuova o se pensiamo che la fine politica di qualcuno coincida con il successo degli altri, sottovalutiamo quello che abbiamo avanti e la crisi che stiamo vivendo". REGUZZONI (LEGA): DOPO LA DIFESA, ORA DI GIOCARE IN ATTACCO "Spiazziamo le resistenze al cambiamento, realizziamo la grande riforma che abbiamo promesso agli elettori. Finora abbiamo giocato in difesa, ora giochiamo in attacco". È la sollecitazione che, rivolgendosi direttamente a Berlusconi e Bossi, ha rivolto Marco Reguzzoni nel suo intervento alla Camera nel dibattito sulla situazione economica del Paese. "Dobbiamo andare avanti tenendo i conti in ordine realizzando compiutamente il programma di governo, ma occorre anche accelerare e, lo dico ad Alfano, dire tanti basta", ha detto il capogruppo della Lega chiedendo in particolare di "accelerare sulle riforme". Reguzzoni si è rivolto alla sinistra: "Riformiamo la Costituzione, facciamo il Senato federale. Vi sfidiamo su questo terreno. Noi siamo disposti al dialogo". Il capogruppo della Lega ha chiesto un taglio alle missioni internazionali ("riportiamo a casa nostri soldati"), ha chiesto a Tremonti e Alfano la riforma del patto di stabilità interno e ha criticato le banche: "Diano i soldi alle imprese, i mutui alle famiglie e la smettano di speculare scommettendo sulla caduta del governo. Questo governo ha tenuto i conti in ordine evitando il rischio di instabilità e il tracollo economico". DI PIETRO (IDV): BERLUSCONI, LEI E' IL PROBLEMA, ASCOLTI QUEL COMUNISTA DI MARCHIONNE "Caro Silvio, ma lei ci è o ci fa? Lei è Alice nel paese delle meraviglie, ma in che paese vive? Lei vive in un bunker...". Antonio Di Pietro lo dice in aula alla Camera rivolgendosi a Silvio Berlusconi e criticando l'analisi economica proposta dal premier nell'informativa a Montecitorio sulla situazione economico-finanziaria. Il leader di Idv ricorrre a citazioni di "comunisti" come Marchionne per criticare la ricetta economica del governo: "Il problema è lei, signor presidente del Consiglio, è una crisi nella crisi, è un problema per il paese, e il fatto che non se ne accorge è ancora più grave: i problemi restano". E poi le accuse: "Il paese dovrebbe fare a meno di lei, ma lei li compra i deputati". INCONTRO TREMONTI-JUNCKER IN LUSSEMBURGO Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti è entrato nella sede del Governo a Lussemburgo dove è previsto un incontro con il presidente dell'Eurogruppo, Jean Claude Juncker.
3 agosto 2011 L'assunzione di responsabilità del premier Scelta giusta, esiti imprevedibili Il presidente del Consiglio, seppure sconsigliato dal farlo da Umberto Bossi, ha deciso di presentarsi oggi in Parlamento per esporre valutazioni e (si spera) proposte sulla situazione e le prospettive dell’economia. Ha fatto la scelta giusta, anche per sottrarsi al sospetto che in lui prevalga sistematicamente l’interesse per i suoi problemi personali – da quelli aziendali a quelli giudiziari – sulla preoccupazione per la situazione del Paese. Non si tratta di una decisione scevra da pericoli, sia per la difficoltà oggettiva di trovare una ricetta che sostenga la crescita produttiva e la domanda e il tenore di vita delle famiglie italiane senza allarmare sulla tenuta dei conti pubblici, sia per le gravi turbolenze che agitano la maggioranza di centrodestra. La Lega Nord, che ha sostenuto in modo più deciso di altri l’azione del ministro dell’Economia Giulio Tremonti, guarda con scetticismo l’assunzione diretta di responsabilità in questo campo da parte del premier, anche se è difficile pensare che ne trarrà in tempi brevi la conclusione di un distacco definitivo. D’altra parte, è evidente che la manovra appena approvata non è riuscita a calmare le pressioni sul debito italiano, che – come quello spagnolo – paga anche un quadro generale dominato dall’incertezza (e il carattere poco convincente della soluzione trovata negli Stati Uniti al problema del limite costituzionale al deficit pubblico aggiunge ombre a ombre). L’inefficacia, da questo punto di vista, della manovra (anche se manca la controprova di quale sarebbe stata la "punizione" dei mercati se non fosse stata adottata), oltre alle vicende giudiziarie che hanno colpito un suo stretto collaboratore, hanno offuscato l’immagine del ministro dell’Economia, che fino a poche settimane fa aveva goduto di un ampio cono di luce positivo ed esercitato la duplice funzione di garante verso l’Europa e di punto di equilibrio essenziale dell’alleanza di governo. Berlusconi, a sua volta in una ben nota condizione di difficoltà, deve trovare il modo di gestire in prima persona queste partite decisive. Impresa assai ardua, e se non ci riuscirà la sorte del suo governo ne sarà segnata inesorabilmente. Naturalmente non tutto dipende da un pur cruciale discorso parlamentare: ci saranno immediatamente dopo i confronti con le rappresentanze sociali ed economiche e, soprattutto, bisognerà verificare se ci delineeranno interventi concreti, convincenti e, almeno, condivisi dalla maggioranza e non osteggiati in modo radicale dalle opposizioni. In ogni caso è importante che chi ha il mandato di guidare il governo assuma tutta la responsabilità che ne consegue, definendo in modo esplicito la prospettiva di politica economica, in modo da realizzare un confronto sulle soluzioni di merito. C’è da augurarsi che da parte di tutti, in un momento così critico, si abbandonino le pure pregiudiziali propagandistiche e si dica con chiarezza quale strada si indica al Paese per superare le presenti gravi difficoltà. Se poi il confronto delle proposte potrà portare a soluzioni almeno parzialmente condivise o alla prospettazione di alternative inconciliabili, si vedrà. L’importante è che ognuno assuma pienamente la responsabilità che ha verso il Paese, che è poi l’unica risposta ragionevole all’ondata di antipolitica dilagante. Sergio Soave
3 agosto 2011 MILANO Borsa, giornata altalenante Ennesima chiusura in calo, la quarta di fila, per Piazza Affari, con il Ftse Mib (-1,54%) sopra ai minimi di giornata, tra scambi brillanti per oltre 3,6 miliardi di euro di controvalore. Il listino milanese ha oscillato tra rialzo e ribasso nella mattinata, spinto dall'attesa per i risultati di Unicredit, che sono stati diffusi nel primo pomeriggio. Si è mossa in controtendenza invece Intesa Sanpaolo, che insieme a Generali renderà nota la propria semestrale venerdì prossimo. Sotto pressione Eni, Saipem e Fiat, dopo che l'amministratore delegato Sergio Marchionne ha ventilato una possibile uscita di scena nel 2016. UNICREDIT E INTESA CONTRASTATE Si sono mantenute agli antipodi del listino i due colossi bancari nazionali. Unicredit (+1,77%) ha guadagnato per l'intera seduta, prima ancora di diffondere risultati con un utile semestrale raddoppiato a 1,3 miliardi di euro. Sul fronte opposto ha ceduto Intesa Sanpaolo (-2,76%), che diffonderà i risultati tra due giorni, con gli analisti che prevedono un calo dell'utile sotto quota 1 miliardo di euro, con una forchetta che spazia da 583 a 948 milioni. In calo frazionale Generali (-0,16%), il cui utile, secondo gli analisti, è destinato a scendere a 0,97 miliardi. MARCHIONNE FRENA FIAT Dopo i dati sulle vendite di auto, che hanno penalizzato il titolo nelle scorse sedute, il Lingotto (-1,73%) ha sofferto oggi per l'ipotesi ventilata dallo stesso amministratore delegato Sergio Marchionne su un possibile addio del gruppo nel 2016. Giù anche Fiat Industrial (-1,14%) ed Exor (-0,73%). CHI SALE E CHI SCENDE Sotto pressione Saipem (-5,04%), Ansaldo (-4,18%), Stm (-5,19%) ed Eni (-3,6%). Più cauta Enel (-1,24%) che ha diffuso i conti a borsa chiusa. Effetto semestre su A2a (+0,47%), nonostante il calo dell'utile, mentre Mps (+1,97%) è stata spinta dalla conferma della raccomandazione outperform(rendimento migliore delle Borse, ndr) da parte di alcuni analisti finanziari. Cauta Telecom (+0,24%) in attesa dei conti di venerdì. LE ALTRE PIAZZE EUROPEE Atene guida i ribassi delle principali piazze finanziarie europee con Londra e Francoforte che lasciano sul terreno oltre due punti percentuali. L'indice di Atene chiude a quota 477,34 punti (-4,12%), male anche quello londinese (-2,34% a 5.584) e il listino tedesco con il Dax in flessione del 2,30% a 6.640 punti. Ribassi anche per Parigi (-1,93% a 3.454), si allineano ai cali Lisbona (-1,33%) e Madrid (-0,81%).
3 agosto 2011 SVILUPPO Cipe, via libera al Piano per il Sud Il Cipe ha dato il via libera al Piano per il Sud. Ne dà notizia il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, spiegando che il Cipe ha inoltre approvato il progetto preliminare della Tav Torino-Lione, i progetti definitivi della Tangenziale esterna di Milano (Tem), del collegamento ferroviario Orte-Falconara con la linea adriatica - I lotto, dell'adeguamento della strada statale calabrese 534 come raccordo autostradale. "Si tratta di infrastrutture - dichiara Matteoli - per complessivi 9 miliardi di euro circa, di cui oltre 7 miliardi a valere sui fondi Fas che finanziano il Piano per il Sud" e di interventi che "daranno certamente un forte impulso allo sviluppo".
3 agosto 2011 TENSIONE NEL MEDITERRANEO Libia, missile "manca" una nave italiana Un missile è caduto questa mattina in mare, a due chilometri dalla fregata "Bersagliere", senza alcuna conseguenza per la nave militare italiana. Lo ha riferito il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, durante una conferenza stampa per la presentazione di una iniziativa politica del Pdl. "Il tracciato del radar - ha detto il ministro della Difesa - ha individuato la scia di un missile libico che è caduto in mare a circa 2 chilometri dalla fregata Bersagliere, che si trova nelle vicinanze delle coste libiche. Nessun pericolo per la fregata, che si è allontanata e, per prudenza, si è spostata più al largo". "Molto probabilmente - ha aggiunto La Russa - si tratta di un missile antiaereo libico che è caduto in mare. Ma potrebbe anche trattarsi di un missile partito dalla terraferma". La Russa in serata ha però puntualizzato che "è totalmente da escludere che fosse la nave italiana l'obiettivo". Il missile potrebbe essere stato lanciato da Zlitan, dove ieri era partita la controffensiva delle forze fedeli a Gheddafi. Secondo gli esperti militari che stanno indagando sull'episodio potrebbe essersi trattato di un missile terra-aria lanciato contro un obiettivo di superficie come proiettile d'artiglieria, cioè con traiettoria balistica senza guida radar. Sulla fregata c'è stato qualche attimo di tensione, ma la situazione è sempre rimasta sotto controllo. Il comandante Gennaro Falcone ha ammesso che si è trattato di un "fatto particolare", ma a bordo della nave militare italiana "sfiorata" da un missile lanciato dalle coste libiche, c'è "massima serenità. Abbiamo reagito secondo le procedure e proseguiamo la missione che ci è stata assegnata"
3 agosto 2011 GIAPPONE Fukushima, approvato risarcimento La Tepco dovrà pagare 100 miliardi Il Parlamento giapponese ha approvato il piano della compagnia elettrica Tepco per compensare le vittime dell'incidente all'impianto nucleare di Fukushima a seguito del terremoto e dello tsunami dell'11 marco scorso. Secondo il piano, un nuovo fondo dovrà essere creato per pagare i danni che i residenti hanno subito a causa della crisi nucleare. La Tepco, che nei mesi scorsi ha dichiarato perdite per 15 miliardi di dollari, potrebbe dover pagare oltre 100 miliardi di dollari di indennizzi.Sono quasi 80mila le persone che sono state costrette a lasciare le proprie case dopo la crisi nucleare, e vi sono molte aziende che hanno dovuto sospendere le proprie attività. Secondo gli analisti, anche se il governo ha approvato il piano, la questione centrale sarà dove verranno recuperate le risorse per far fronte a tutte le richieste di risarcimento.
2011-08-02 2 agosto 2011 MERCATI Crisi, il Colle preoccupato E Borse ancora in calo "Nell'attuale momento la parola è alle forze politiche, di governo e di opposizione, chiamate a confrontarsi con le parti sociali sulle scelte da compiere per stimolare decisamente l'indispensabile crescita dell'economia e dell'occupazione, a integrazione delle decisioni sui conti pubblici volte a conseguire il pareggio di bilancio nel 2014". È quanto scrive il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in una nota sulla situazione economica. "Seguirò dunque attentamente gli esiti di tale confronto - si legge - partendo dalla preoccupazione che non ho mancato di esprimere per gli andamenti dei mercati finanziari e dell'economia, nei loro termini generali e nei loro specifici aspetti italiani". MILANO CHIUSURA IN FORTE CALO, FTSE MIB -2,53% Chiusura in forte calo per i principali mercati europei, che continuano a soffrire per le tensioni legate al debito di alcuni Paesi dell'area euro, tensioni che non sono state alleviate dall'intesa sull'innalzamento del tetto dell'indebitamento raggiunta in extremis a Washington. Non aiuta l'andamento negativo di Wall Street, sulla quale pesa il dato negativo sulla spesa per consumi, che ha registrato il primo calo in due anni. La maglia nera va ancora a Milano, affondata dalle forti vendite sul comparto bancario. L'indice Ftse Mib perde il 2,53% a 17.272,79 punti. Il Dax di Francoforte cede il 2,15% a 6.804,63 punti, il Cac 40 di Parigi arretra dell'1,52% a 6.804,63 punti, l'Ibex di Madrid lascia sul terreno l'1,9% a 9.140,9 punti. Limita i danni Londra, con l'Ftse 100 che segna -0,71% a 5.733,49 punti. Tonfo di Atene, giù del 3,37% con l'Ase a quota 497,83. RIUNIONE COMITATO STABILITÀ CON TREMONTI È durata circa due ore la riunione del Comitato per la stabilità finanziaria. Al tavolo coordinato dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti, erano presenti il direttore generale della Banca d'Italia, Fabrizio Saccomanni, il vice direttore generale dell'istituto di Via Nazionale, Anna Maria Tarantola, il presidente della Consob, Giuseppe Vegas, il presidente dell'Isvap, Giancarlo Giannini, e il direttore generale del Tesoro, Vittorio Grilli. La riunione era stata convocata per discutere la difficile situazione finanziaria. Tremonti, con questa convocazione, ha cercato di dare un segnale mercati anche prima dell'intervento di Berlusconi domani in Parlamento. Il ministro Tremonti incontrerà domani a Lussemburgo il presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker. SPREAD RECORD BTP-BUND Lo spread tra Btp e Bund decennali ha superato anche la soglia dei 380 punti base: il differenziale di rendimento si è ampliato a 384 punti, con il tasso del Btp a dieci anni è salito al 6,23%.
2 agosto 2011 APPALTI G8 Verdini, no della Camera all'uso delle intercettazioni L'Aula della Camera ha accolto a maggioranza la proposta della Giunta di negare l'uso delle intercettazioni che riguardano, nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti G8, il deputato e coordinatore del Pdl, Denis Verdini. La decisione di negare ai magistrati l'uso delle intercettazioni è stata presa con 301 sì, 278 no e tre astenuti.
2 agosto 2011 POLITICA E SPRECHI Costi, ora la Camera si autoassolve Il Parlamento si fa due conti in tasca e scopre che può tagliare la bellezza di 270 milioni di euro. Ma dalle accuse di "sprechi", la Camera dei deputati si assolve e attraverso il suo questore Francesco Colucci dice senza troppi giri di parole "che la politica ha un costo" e che tutto sommato "i deputati italiani comportano una spesa inferiore per i contribuenti rispetto a quelli di altri Paesi europei". Un paragone che però raccoglie molte perplessità. Il Senato invece annuncia un taglio del 15% dei suoi costi, per un totale di 120 milioni nel triennio 2011-2014. Tuttavia nel 2010 le spese di gestione di Palazzo Madama hanno superato, di poco, i 598 milioni di euro. Una bella cifra. Intanto, oggi alla Camera e al Senato verranno votati i rispettivi bilanci, oltre a numerosi ordini del giorno (solo a Montecitorio ce ne sono in agenda ben 56, di cui 11 del Pd) che impegneranno (ma non obbligheranno) gli uffici di presidenza delle due Aule della Repubblica a trovare soluzioni valide per contenere in futuro le spese di esercizio. Nel triennio 2011-2014 "il bilancio dello Stato potrà beneficiare di una minor richiesta di dotazione da parte della Camera pari a 75 milioni di euro e di restituzioni di somme da parte della Camera stessa pari a 76 milioni di euro – taglia corto il questore della Camera Colucci –. In totale: più di 150 milioni di euro". Un buon gruzzolo, senza dubbio anche se Colucci, forte di uno studio effettuato, non ci sta ad essere "processato" quale "sprecone" e puntualizza invece come "troppo spesso" circolino "notizie non rispondenti alla realtà". In pratica, per Colucci, il costo complessivo sostenuto dalla Camera per ciascun parlamentare italiano è inferiore a quello sostenuto da altri parlamenti europei. "Infatti – spiega il deputato del Pdl – il costo mensile complessivo per ciascun deputato italiano è pari a 20.486 euro, inferiore rispetto al costo di ciascun parlamentare francese (23.066 euro), tedesco (27.364 euro), inglese (21.089 euro) ovvero al costo di un deputato del Parlamento europeo (34.750 euro)". Ma non tutti sono d’accordo, tanto che dallo stesso studio si deduce come invece gli "stipendi" tra i più alti d’Europa (si veda l’infografica in alto alla pagina). Antonio Di Pietro, ieri dalle pagine di Repubblica tuonava contro "i vitalizzi e gli arerei gratis per andare al mare" in località esotiche. Insomma, i tagli annunciati non sarebbero altro che "un bluff". Di Pietro infatti indica altre misure per dare un segnale vero: "Dimezzare i rimborsi elettorali, eliminare i benefit di cui godono tutti gli ex parlamentari e ridimensionare quelli dei parlamentari in carica, rinunciare agli aumenti di indennità come ha fatto Napolitano". Insomma si può fare di più secondo il leader Idv prendendo esempio proprio dal Colle. Il Pd al Senato per esempio ha chiesto di triplicare i tagli già previsti, causando non pochi malumori, soprattutto alla Camera, dove in molti deputati accusano (in modo surreale) Palazzo Madama di avere troppi privilegi senza rendersi conto che invece a Montecitorio la situazione è ben diversa. "Ma perché non leghiamo la diaria dei deputati, ossia il rimborso delle spese di soggiorno a Roma, all’effettivo lavoro in Parlamento?", si domanda Renzo Lusetti, deputato dell’Udc, che a riguardo ha presentato nei giorni scorsi un ordine del giorno al bilancio dell’Aula, che appunto oggi sarà votato a Montecitorio. Ma c’è anche chi si smarca, spiegando che gli sprechi non sono causati dal costo del Parlamento, bensì da una macchina statale imponente. "Dopo Formigoni anche Caldoro rompe il tabù dei confini regionali. Serve ridurre la Regioni a sette o otto come suggeriva la fondazione Agnelli venti anni fa", conclude il ministro per l’Attuazione del programma Gianfranco Rotondi. Davide Re
2 agosto 2011 PATRIMONIO CULTURALE Lo Stato "regala" alla Sicilia la Valle dei templi di Agrigento Sono stati avviati gli adempimenti istruttori per il trasferimento dallo Stato alla Regione Sicilia di oltre 120 beni, in prevalenza archeologici e storico-artistici, in attuazione delle previsioni dello Statuto. Tra i più rilevanti, la Valle dei templi di Agrigento, l'area archeologica di Siracusa, il Palazzo dei Normanni, il parco della Favorita e il Fondo Luparello a Palermo, il castello della Colombaia di Trapani, per la quale si è richiesto ed ottenuto un decreto specifico. Ma ci sono anche caserme e fari dislocati sul territorio regionale. Entro 10 giorni i funzionari delegati delle varie amministrazione interessate concluderanno la sottoscrizione di tutti gli atti necessari per la presa in consegna dei beni e la relativa trascrizione alla Conservatoria del Registro. "Con la firma degli atti di trasferimento, avvenuta oggi, si conclude la serrata trattativa con lo Stato per acquisire beni archeologici e storico-artistici di inestimabile valore che arricchiscono il patrimonio dei siciliani e consentono di avviare la piena utilizzazione dei fondi europei per la loro valorizzazione. In pochi mesi siamo riusciti a passare da Commissione paritetica, Consiglio dei ministri, Presidenza della Repubblica, ed oggi, dall'Agenzia del demanio che ha provveduto al trasferimento", ha commentato l'assessore all'Economia, Gaetano Armao, che ha aggiunto: "Questa rivendicazione conclusasi positivamente per la Sicilia è la prova che il federalismo, anche quello demaniale, passa solo attraverso la piena attuazione delle norme dello Statuto. L'acquisizione di questi beni dimostra come, soltanto dal corretto confronto Stato-Regione, possano scaturire positivi risultati per tutti. Purtroppo, analogo approccio non è stato seguito per la vicenda dei beni sdemanializzati del ministero della Difesa, posti in vendita in danno della Regione. Lo stesso avviene per i beni confiscati alla mafia, per i quali il c.d. Codice antimafia (che il Governo nazionale si accinge ad approvare domani) prevede, con evidente eccesso di delega, che la Regione e gli enti locali possano essere assegnatari solo in termini residuali, nonostante in Sicilia ci sia oltre il 45% dei beni sottoposti a confisca, defraudando così i siciliani, vessati dalla mafia prima, e dallo Stato poi". Nei prossimi giorni il presidente della Regione ed il presidente dell'Ars assegneranno l'uso del Palazzo dei Normanni all'Assemblea regionale.
2 agosto 2011 INPS Cassa integrazione, a luglio cala al -2,1% Si consolida a luglio la flessione delle richieste di cassa integrazione dopo il calo già registrato a giugno. Le domande autorizzate, rende noto l'Inps, sono calate del 2,1% rispetto al mese precedente (80,7 milioni di ore contro 82,4 milioni a giugno) e del 28,8% rispetto al mese di luglio del 2010, quando le imprese italiane chiesero 113,4 milioni di ore. Il dato di luglio 2011 è inferiore anche a quello del luglio 2009, quando vennero autorizzate 88,5 milioni di ore di cig (-8,8%). "Il dato del mese appena trascorso assume un significato particolare, sia perchè viene dopo la decisa frenata di richieste di cig registrata in giugno - commenta il presidente dell'Inps, Antonio Mastrapasqua - sia perché luglio è storicamente un mese di aumento nelle domande di cassa integrazione. L'andamento delle autorizzazioni di cig in luglio viene anche a confermare la tendenza al basso tiraggio di cig. Le aziende dopo aver fatto "scorta" di cig, sembrano avere meno ragioni per continuare a chiederne". Scomponendo il dato, emerge una flessione più decisa per le richieste di cassa integrazione in deroga (cigd), diminuite rispetto a giugno del 7,9% (passando da 30 milioni di ore a 27,6); calano le autorizzazioni anche della cassa integrazione straordinaria (cigs), passando da 33,7 milioni di ore autorizzate in giugno a 32,9 in luglio (-2,5%). Rimbalzo positivo invece delle domande di cassa integrazione ordinaria (cigo), cresciute del 7,9%, che dopo il minimo toccato in giugno con 18,7 milioni di ore, sono passate in luglio a 20,2 milioni. Il confronto con i dati del 2010 fa emergere una drastica diminuzione sia per la cigo (-27,2% luglio su luglio), sia per la cigs (-29,2%), sia per la cigd (-29,5%), portando la media a quel -28,8% di cui si diceva all'inizio. Complessivamente nei primi sette mesi di quest'anno sono state autorizzate 591,8 milioni di ore di cig (-20,8% rispetto allo stesso periodo del 2010), con diminuzioni di cigo del 42,3%, della cigs del 12,6% e della cigd del 7,7%. Diminuiscono anche le domande di disoccupazione (-5,8%) e di mobilità (-33,4%): il dato in questo caso è del mese di giugno 2011, non di luglio, e si confronta con lo stesso mese dello scorso anno. La flessione su base annuale (primi sei mesi del 2011 contro lo stesso periodo del 2010) è di -3,3% per le domande di disoccupazione e di -12,7% per le domande di mobilità.
2011-07-30 30 luglio 2011 LA TRAGEDIA DIMENTICATA Fame in Somalia, c’è chi non si rassegna Migliaia di rifugiati somali hanno iniziato a occupare Ifo-2, l’estensione di uno dei tre campi profughi chiamato Ifo che si trova nell’area della cittadina keniota di Dadaab. I campi di rifugiati Hagadera, Dagahaley, Ifo, e ora Ifo-2, tutti a qualche chilometro di distanza da Dadaab, vicino al confine con la Somalia, costituiscono il più grande agglomerato di profughi al mondo: oltre 400mila. Ma il numero rischia di crescere a dismisura, dato che l’Onu ha lanciato un nuovo allarme: la carestia peggiorerà per tutto il 2011. Secondo gli analisti, un tale ammasso di gente sta mutando le dinamiche di vari settori della società kenyota, oltre ad aver stravolto l’ambiente. "L’area di Dadaab ha registrato un vertiginoso aumento d’insediamenti umani – recita un rapporto promosso dalle ambasciate di Norvegia e Danimarca insieme al governo kenyota –. Questo sta avendo un impatto negativo sulle condizioni riguardanti la mobilità e il pascolo. Per esempio, un programma gestito da un’agenzia umanitaria diretto all’approvvigionamento di legna per cucinare e costruire ha permesso un’alta commercializzazione del prodotto. Molti residenti kenyoti protestano che dei contratti beneficiano solo l’agenzia e una stretta cerchia di individui". Un altro punto controverso sono, poi, gli abusi che si sono verificati o si verificano nel campo. Il rapporto accerta che: "durante il 2010, almeno il 18 per cento del cibo distribuito gratuitamente dal Programma alimentare mondiale (Pam) è stato rivenduto dai rifugiati". Questa è una delle ragioni per cui i prezzi degli alimenti a Dadaab sono minori rispetto a quelli venduti nelle zone circostanti. Ciò, a sua volta, ha prodotto diverse le manifestazioni di dissenso da parte della comunità ospitante kenyota che si sente trattata peggio dei profughi. Un ulteriore aspetto – forse quello più importante per le autorità – riguarda il fattore sicurezza. I ribelli somali shabaab, di stampo qaedista, hanno proclamato da tempo che lottano per una grande Somalia, un’area che comprende anche il Nord-Est del Kenya e il Sud-Est dell’Etiopia. In queste aree, sono infatti frequenti gli scontri, spesso fatali, provocati dalle incursioni di ribelli o criminali somali che usano tale giustificazione. Quest’ultimo, è uno dei principali motivi per cui il Kenya, all’inizio, era indeciso riguardo all’apertura di Ifo-2, gestito, come per gli altri campi profughi, dall’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Acnur). "Le nostre intenzioni sono buone – afferma ad Avvenire un’operatrice umanitaria che chiede di restare anonima – ma stiamo promuovendo una pericolosa mentalità della dipendenza che, a lungo termine, potrebbe creare più problemi che soluzioni per la gente che vogliamo aiutare". L’emergenza del Corno d’Africa sembra comunque aggravarsi. "Ci si aspetta che la crisi nel Sud della Somalia continui a peggiorare per tutto il 2011", ha dichiarato ieri da Ginevra l’Ufficio Onu per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha), facendo appello per altri 1,4 miliardi di dollari. "Tutte le aree del Sud della Somalia precipiteranno nella carestia". Invece, nonostante gli scontri a Mogadiscio tra i soldati governativi e l’al Shabaab, il Pam è riuscito a effettuare ieri un’altra operazione destinata a distribuire cibo energetico sia in Somalia sia al confine tra Etiopia e Kenya. "La protezione dei civili a Mogadiscio rappresenta la nostra principale preoccupazione", ha dichiarato ieri l’Acnur, a seguito dei nuovi combattimenti nella capitale. Tuttavia, quella delle agenzie umanitarie è una protezione che non può essere garantita. Matteo Fraschini Koffi
30 luglio 2011 COSTI DELLA POLITICA Napolitano rinuncia ad aumento di stipendio Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha comunicato al ministro dell'Economia e delle finanze di rinunciare, dal corrente anno e fino alla scadenza del suo mandato, all'adeguamento all'indice dei prezzi al consumo - stabilito dalla legge 23 luglio 1985, n. 372 - dell'assegno attribuitogli dalla stessa legge ai sensi dell'art. 84 della Costituzione. Lo rende noto un documento pubblicato sul sito del Quirinale.
30 luglio 2011 ROMA Occupazione, Confindustria: meno uscite, assunzioni ferme La settima indagine del Centro studi di Confindustria sul mercato del lavoro nel 2010 "registra l'onda lunga della crisi", con una diminuzione dei dipendenti delle aziende associate "dell'1,1% dopo il -2,2 del 2009". In flessione l'occupazione nell'industria "dove i livelli di attività sono caduti di più durante la recessione e rimangono molto depressi"; +0,9%, invece, nei servizi. Segnali di fiducia a inizio 2011: "La domanda di lavoro ha iniziato a espandersi". Il rapporto del Centro studi di Confindustria analizza il mercato del lavoro nel 2010, ma rileva che nei primi mesi del 2011 sono emersi segnali di ripresa: "Tra febbraio e aprile le imprese che prevedevano un aumento dell'occupazione nei primi sei mesi dell'anno hanno superato che che prevedevano una diminuzione (22,6% contro 11%)". MENO USCITE, MA ASSUNZIONI FERME Nel 2010 "diminuisce il turnover in uscita ma non ripartono le assunzioni" avvertono gli economisti di viale dell'Astronomia, rilevando che il rallentamento dell'emorragia di posti di lavoro, rispetto all'anno precedente, è dovuto ad una diminuzione delle uscite mentre sul fronte delle assunzioni, ferme sui livelli del 2009, "le aziende si nono mostrate più caute". AUMENTANO I LICENZIAMENTI Nel 2010 sono aumentate le "cessazioni involontarie del rapporto di lavoro", licenziamenti e mobilità, "che hanno rappresentato la causa d'uscita nel 14,2% dei casi". Quasi un caso su dieci nelle grandi imprese riguarda prepensionamenti e incentivi all'esodo (6,5% del totale). La prima causa è la scadenza di contratto, in calo (32,3%), seguita dai casi di dimissioni (25,9%). PIU' CONTRATTI A TERMINE MA PIU' PROBABILE STABILIZZAZIONE Il rapporto del CsC evidenzia che aumenta la quota di nuove assunzioni con contratto a termine (64,1% del totale. Mentre scende ancora, dal 42,1% del 2008 al 35,9% nel 2010, la quota di prime assunzioni a tempo indeterminato), ma "risale la probabilità di stabilizzazione": "Il tasso di conversione a un anno dei contratti di inserimento ha superato il 50&% dal 42,7% del 2009". ANCORA ALTO RICORSO ALLA CIG È rimasto alto il ricorso alla cassa integrazione, che nel 2010 "ha assorbito potenziale forza lavoro pari al 6,3% delle ore lavorabili nell'industria e all'1,3% nei servizi". PIU' COLLETTI BIANCHI, MENO OPERAI "La quota dei colletti bianchi sul totale dell'occupazione a fine 2010 è al 55%, in aumento dal 54,4% del 2009". Cresce il peso degli impiegati, dal 2,3 al 42,6%. Mentre si riduce quello della forza operaia (dal 45,5 al 45%). Aumenta il numero delle donne nei servizi, al 42,2%, e "lievemente" anche nell'industria, al 25,1%. DIPENDENTI PIU' QUALIFICATI. PIU' STRANIERI NEL NORDEST "In media il 60% del personale alle dipendenze nel 2010 ha un titolo di studio superiore". Quanto all'incidenza dei lavoratori stranieri, sale nel Nord Est dove la quota è al "7,3% dell'occupazione dipendente"; lavorano nel 45% delle imprese (56,9% di quelle industriali). RETRIBUZIONI BATTONO INFLAZIONE "La diffusione della contrattazione aziendale si conferma più elevata nell'industria e cresce con la dimensione aziendale. Più alte nelle grandi imprese anche le retribuzioni annue ed i premi variabili. Nel 2010 la retribuzione annua totale lorda è di fatto cresciuta del 2,7% contro il +1,5% dei prezzi al consumo".
2011-07-29 29 luglio 20211 IL FLAGELLO DELLA SICCITA' Cei, colletta straordinaria per il Corno D'Africa Domenica 18 settembre 2011 in tutte le parrocchie d'Italia si terrà una raccolta straordinaria a sostegno delle popolazioni colpite dalla siccità nel Corno d'Africa. Lo ha deciso la Conferenza Episcopale Italiana. "Le offerte raccolte - spiega la Cei - dovranno essere integralmente inviate con sollecitudine a Caritas Italiana". I vescovi hanno deciso tale iniziativa in risposta "all'accorato appello del Papa affinchè non manchi a queste popolazioni sofferenti la nostra solidarietà e il concreto sostegno di tutte le persone di buona volontà". "In queste settimane - ricorda il comunicato diffuso oggi - una terribile siccità sta colpendo la popolazione del Corno d'Africa e di altri paesi dell'Africa orientale, la peggiore degli ultimi decenni. Sono oltre 12 milioni le persone colpite dalla carestia prevalentemente in Somalia, Kenya, Etiopia, Repubblica di Gibuti, Eritrea, con il rischio che si espanda anche nella Repubblica del Sud Sudan, in Uganda e in Tanzania. Migliaia i profughi che dalla Somalia, paese straziato da due decenni di anarchia e conflitti, ogni giorno arrivano nei campi profughi in Kenya e in Etiopia". Per far fronte alle prime urgenze e ai bisogni essenziali di queste popolazioni, la presidenza della Cei aveva già disposto nei giorni scorsi lo stanziamento di un milione di euro dai fondi dell'8 per mille, a cui Caritas Italiana ha aggiunto un ulteriore contributo di 300 mila euro. Il Papa, da parte sua, aveva firmato un assegno di 50 mila euro che il dicastero Cor Unum ha già fatto pervenire alla rete Caritas. Ma è ancora troppo poco. "L'immane tragedia - scrivono i vescovi italiani nella nota che indice la colletta nazionale - interroga le nostre coscienze e chiama tutti alla solidarietà per venire incontro ai bisogni più immediati e per aiutare le popolazioni a riprendere le attività necessarie al loro sostentamento".
28 luglio 2011 IL CASO "Ministeri al Nord illegittimi" Scontro Quirinale-Lega "Napolitano non si preoccupi, i ministeri li abbiamo fatti e li lasciamo là, siamo convinti che il decentramento non sia solo una possibilità ma una opportunità per il paese". Lo ha affermato il leader della Lega Umberto Bossi al termine del Cdm, in risposta al Quirinale, che mercoledì aveva espresso "preoccupazione" per l'apertura di alcune sedi staccate dei ministeri a Monza. Ma poco dopo è arrivato il contrattacco del Colle, che in una lettera a Berlusconi ha sostenuto l'illegittimità costituzionale del "trasloco". Secondo Napolitano ci sarebbe un conflitto con l'art.114. Per di più, ha rilevato, il decreto riguardante le sedi distaccate non è stato nemmeno pubblicato sulla Gazzetta ufficiale. Ma soprattutto, ha chiarito il Colle, "è inimmaginabile una capitale diffusa: c'è Roma". E poi: "Io sono il garante dell'unità, non mi presto ad equivoci". I Ministeri al nord, oltretutto, vanno contro la logica del taglio alle spese della politica. "L'apertura di sedi di mera rappresentanza" di ministeri "costituisce scelta organizzativa da valutarsi in una logica costi-benefici che, in ogni caso, dovrebbe improntarsi, nell'attuale situazione economico-finanziaria, al più rigido contenimento delle spese e alla massima efficienza funzionale". BOSSI: IL RAPPORTO COL COLLE NON SI ROMPERA' Il rapporto con il Quirinale non si romperà per la richiesta della Lega di decentrare alcuni ministeri al Nord. Ne è convinto il leader della Lega Umberto Bossi, che infatti dice: "non si romperà per quello". Ai giornalisti che sottolineano proprio la sintonia della Lega con il Colle, Bossi regala poi una battuta: il rapporto "si romperebbe se gli chiedessimo di dare indietro i mobili che si è preso nella Villa Reale di Monza". "Non farlo", cioè non decentrare le sedi dei dicasteri, aggiunge il Senatur, "sarebbe come dire che in Inghilterra sono scemi, e invece vanno meglio di noi". "Noi - ribadisce lasciando Montecitorio - facciamo quello che fanno gli altri Paesi europei".
29 luglio 2011 POLITICA E GIUSTIZIA Processo lungo al Senato il governo incassa la fiducia ll governo ha incassato al Senato la fiducia sul processo lungo con 160 sì, 139 no. Il provvedimentotorna all' esame della Camera. Il voto è stato preceduto da passaggi molto duri nelle dichiarazioni dell'opposizione. "Il corpo della politica è invasa dalle metastasi per colpa vostra, siete causa dell'antipolitica - ha detto il senatore dell'Idv Luigi Li Gotti - Affondate nella sfiducia del popolo italiano, sarete ricordati come la pagina più buia della Repubblica". La capogruppo Anna Finocchiaro si è rivolta così ai colleghi della maggioranza: "Sarebbe il tempo dei liberi e forti e non dubito che molti di voi sarebbero in grado di esserlo e di esprimere la loro natura di liberi e forti e di dare oggi all'Italia la prova che questo governo è capace di badare adaltro che a un premier braccato che si chiude nelle sue stanze". Secca la replica di Maurizio Gasparri, presidente dei senatori Pdl, che ha fatto riferimento alla vicenda che vede coinvolto Filippo Penati. "Non accettiamo lezioni di moralità da chi non ha titolo per impartirne. Se un regime c'è lo si vada a cercare a Sesto San Giovanni dove di padre in figlio i sindaci alimentano un sistema di illegalità che riguarda la vostra storia". Secondo il vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Michele Vietti, il provvedimento va "nella direzione opposta rispetto all'Europa". "Il Csm - ha aggiunto Vietti, parlando con i giornalisti stamani a Torino - ha presentato una risoluzione con le proprie valutazione su tali provvedimenti, che sono molto critiche. Abbiamo valutato di non votarlo su richiesta di alcuni componenti laici per consentire un miglior approfondimento; prendiamo atto che il Governo non ha voluto fare lo stesso". LE POLEMICHE DI GIOVEDI' Sul "processo lungo" il governo pone la fiducia numero quarantotto. E al Senato, come evoca il numero, scoppia la rivolta. I due schieramenti si rinfacciano le colpe. Così svanisce quel clima di concordia registrato due settimane fa per la manovra e chiesto anche in questa occasione dal presidente di Palazzo Madama Renato Schifani. Tutto accade proprio nella mattinata in cui la più alta carica dello Stato, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, torna a sottolineare che "la politica è debole e irrimediabilmente divisa, incapace di scelte coraggiose, coerenti e condivise". Il Colle chiede uno "scatto", una svolta, "non foss’altro per istinto di sopravvivenza nazionale". Infine, il capo dello Stato, denunciando il "punto critico insostenibile" a cui è giunta la questione giustizia (e carceri), punta il dito sui "conflitti fatali tra politica e magistratura". Intanto alla fine di una mattinata concitata la conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama fissa il voto per stamane alle 10. Mentre montano le reazioni alla decisione dell’esecutivo crescono. Nelle quali viene chiamato in causa il neoministro della Giustizia Francesco Nitto Palma, accusato da Pd e Idv di aver esordito male con questa fiducia. La capogruppo dei democratici Anna Finocchiaro gli chiede di andare subito in Parlamento a spiegarne i motivi. Anche nella maggioranza in verità qualche mal di pancia si registra. Tanto che il leader della Lega Umberto Bossi ammette: "Meno fiducie si mettono meglio è". Ma ormai è fatta. All’annuncio della fiducia, dato in aula del ministro per i rapporti con il Parlamento Elio Vito, gli argini si rompono. Il vicepresidente del gruppo Pd Luigi Zanda grida al "regime". Il governo "abusa degli strumenti legali per istituzionalizzare una prassi di fatto antidemocratica", rincara la dose la presidente del partito Rosy Bindi. Tutta colpa dell’ostruzionismo delle opposizioni, sostengono i vertici del Pdl al Senato. Atteggiamento che è pure "tardivo", visto che il ddl era parcheggiato da mesi e nei giorni scorsi la Conferenza dei capigruppo aveva deciso all’unanimità di calendarizzarlo per l’aula prima della pausa estiva. Il vice del gruppo Gaetano Quagliariello rimanda, poi, al mittente l’accusa formulata da Zanda, perché a furia di gridare al lupo, "quando il regime dell’antipolitica arriva veramente si rischia di non accorgersene". Caustico anche il capogruppo del Carroccio Federico Bricolo: "Se porre la fiducia vuol dire regime, cosa dovremmo dire noi sul fatto che voi al governo la mettevate ogni giorno?". Insomma, a motivare l’atto dell’esecutivo sono state le barricate alzate dalle opposizioni, che mercoledì aveva presentato ben 11 pregiudiziali di costituzionalità contro un provvedimento definito "ad personam". Schieramento che ieri non ha digerito la controffensiva. Durissimo il commento del capogruppo dell’Udc Gianpiero D’Alia che parla di "calcio dell’asino" dato al Parlamento da un governo che "dovrebbe dimettersi". Saranno i "delinquenti" a ringraziare per questo provvedimento che "mette a soqquadro il sistema giudiziario italiano", mette agli atti Felice Belisario, presidente dei senatori dell’Idv. Anche i finiani partono all’assalto. Con la presidente della Commissione Giustizia della Camera Giulia Bongiorno, per la quale processo breve e lungo vanno combattuti, perché "inaccettabili" e "ancora una volta ad personam". Gianni Santamaria
29 luglio 2011 ROMA Tremonti: "Non ho fregato soldi agli italiani" "Non ho fregato soldi agli italiani". "Certamente" andare a vivere nella casa di Marco Milanese è stato un errore, ma "sicuramente" non c'è stato alcun illecito. Uno sbaglio che può avere un'unica scusante: "Ho lavorato un sacco". Quello del ministro è un lavoro "molto difficile e impegnativo e vorrei continuare a farlo". Il titolare del dicastero di via XX settembre, Giulio Tremonti, rompe il silenzio che dura da settimane sul caso Milanese. Prima con una lettera al Corriere della sera e in un colloquio con Repubblica, poi intervenendo a Uno mattina, risponde all'accusa di aver pagato l'affitto in nero al suo ex consigliere politico, per la casa in cui viveva a Roma.I nizia spiegando che i 4mila euro in contanti pagati ogni mese al deputato, per "l'utilizzo temporaneo di parte dell'immobile" divia Campo Marzio, non dovevano essere fatturati perché si trattava di un tipo di rapporto "tra privati cittadini". Il ministro pagava "una somma a titolo di contributo, calcolata in base alla mia tariffa giornaliera di ospitalità alberghiera. Come facevo prima e come ora appunto faccio ogni settimana in albergo". Quindi "nessun "nero" e nessuna irregolarità". Chi parla di evasione fiscale, sottolinea il ministro, "è in malafede. Questa accusa non la posso accettare, sono in grado di dimostrare in modo tecnicamente e legalmente indiscutibile l'assoluta regolarità del mio comportamento". Per arrivare a pagare mille euro a settimana, spiega ancora Tremonti, veniva utilizzato lo stipendio che riceve in contanti, da ministro, "in modo perfettamente lecito e registrato" pari a 2.390 euro. La differenza (pari a 1.600 euro) veniva coperta grazie alla "titolarità di altri redditi" accumulata negli anni passati grazie alla sua attività. "Prima di fare il ministro dichiaravo al fisco 10 miliardi di vecchie lire all'anno", ricorda Tremonti. Che subito dopo afferma con forza: "Non ho bisogno di rubare i soldi, di fregare i soldi agli italiani. Non l'ho mai fatto e vorrei continuare a non farlo". Ogni anno, sottolinea Tremonti, "do in beneficenza più di quello che prendo come parlamentare. Non ho bisogno di avere illeciti favori, non li ho mai avuti e mai chiesti". Se ci sono stati illeciti nel caso che interessa appalti e nomine di Enav e Finmeccanica, "la magistratura procederà. Se ci sono stati appalti o altre robe commissariamo tutto, abbiamo già commissariato una società", assicura.
29 luglio 2011 OCCUPAZIONE Svimez, allarme lavoro al Sud: disoccupati due giovani su tre Nel Sud è "emergenza giovani: due su tre sono a spasso", ossia senza un'occupazione, e oltre il 30% dei laureati under 34 non lavora e non studia. A lanciare l'allarme è il Rapporto Svimez 2011 sull'economia del Mezzogiorno, che verrà presentato il prossimo 27 settembre, le cui anticipazioni sono state rese note oggi. Nel Mezzogiorno - secondo i dati del Rapporto - il tasso di occupazione giovanile (15-34 anni) è giunto nel 2010 ad appena il 31,7% (il dato medio del 2009 era del 33,3%; per le donne nel 2010 non raggiunge che il 23,3%), segnando un divario di 25 punti con il Nord del Paese (56,5%). "La questione generazionale italiana - segnala la Svimez - diventa quindi emergenza e allarme sociale nel Mezzogiorno". Aumentano, inoltre, i giovani Neet (Not in education, employment or training) con alto livello di istruzione. Quasi un terzo dei diplomati ed oltre il 30% dei laureati meridionali under 34 non lavora e non studia. "Sono circa 167 mila i laureati meridionali fuori dal sistema formativo e del mercato del lavoro, con situazioni critiche in Basilicata e Calabria. Uno spreco di talenti inaccettabile". In sette anni (2003-2010), al Sud, gli inattivi (né occupati né disoccupati), sono aumentati di oltre 750mila unità. DISOCCUPAZIONE 2010 25% CON CIG E SCORAGGIATI Nel Sud Italia una persona su quattro non lavora, se consideriamo anche i lavoratori in cassa integrazione e gli scoraggiati. Nel 2010 - si legge nello studio Svimez - il tasso di disoccupazione nel Sud è stato del 13,4% (contro il 12% del 2008), più del doppio del Centro-Nord (6,4%, ma nel 2008 era il 4,5%). Se consideriamo tra i non occupati anche i lavoratori che usufruiscono della Cig e che cercano lavoro non attivamente (gli scoraggiati), il tasso di disoccupazione corretto salirebbe al 14,8%, a livello nazionale, dall'11,6% del 2008, con punte del 25,3% nel Mezzogiorno (quasi 12 punti in più del tasso ufficiale) e del 10,1% nel Centro-Nord. Negli ultimi due anni - secondo il Rapporto Svimez 2011 - il tasso di occupazione è sceso al Sud dal 46% del 2008 al 43,9% del 2010, e al Centro-Nord dal 65,7% al 64%. Su 533 mila posti di lavoro in meno in tutto il Paese dal 2008 al 2010, ben 281 mila sono stati nel Mezzogiorno. Con meno del 30% degli occupati italiani, al Sud si concentra dunque il 60% della perdita di posti di lavoro. L'occupazione è in calo in tutte le regioni meridionali, con l'eccezione della Sardegna. Particolarmente forte è la diminuzione in Basilicata (dal 48,5 al 47,1%) e Molise (dal 52,3 al 51,1%). Valori drammaticamente bassi e in ulteriore riduzione - segnala la Svimez - si registrano in Campania, dove lavora meno del 40% della popolazione in età da lavoro, in Calabria (42,2%) e Sicilia (42,6%). Il tasso d'occupazione si riduce anche nelle regioni del Centro-Nord con l'eccezione di Valle d'Aosta, Friuli e Trentino Alto Adige, che presenta il valore più alto (68,5%). Particolarmente intensa è la flessione in Emilia Romagna (-2,8 punti percentuali, dal 70,2% al 67,4%) e in Toscana (dal 65,4 al 63,8%). NEL 2010 SUPERATA RECESSIONE, MA SI ARRANCA "Un Sud che arranca, pur lasciandosi alle spalle la recessione più grave dal dopoguerra, con Abruzzo, Sardegna e Calabria che guidano la ripresa. Un Sud dove le famiglie hanno difficoltà a spendere e il tasso di disoccupazione effettivo volerebbe al 25%, considerando chi il lavoro lo vuole ma non sa dove cercarlo". È il quadro che emerge dal paper "Nord e Sud: insieme nella crisi, divergenti nella ripresa" dello Svimez. Il prodotto interno lordo in Italia cresce meno della media Ue e il Sud arranca: in base alle valutazioni di preconsuntivo della Svimez, nel 2010 il Mezzogiorno ha segnato rispetto all'anno precedente un modesto +0,2%, ben lontano dal +1,7% del Centro-Nord. In nove anni (2001-2010) il meridione ha segnato una media annua negativa, -0,3%, contro il +3,5% del Centro-Nord. Ma la crisi, precisa il Rapporto, ha picchiato forte in tutto il Paese: nel biennio 2008-2009 la caduta del Pil é stata di oltre il 65% più elevata della media europea (-6,3% al Sud e -6,6% al Centro-Nord contro il -3,8% della media Ue). Nel 2010 il Pil pro capite nazionale in valori assoluti è stato di 25.583 euro, risultante dalla media tra i 29.869 euro del Centro-Nord e i 17.466 del Mezzogiorno. In valori assoluti, nel 2010 la regione più ricca è stata la Lombardia, con 32.222 euro, pari a circa 16 mila euro all'anno in più rispetto alla Campania, che invece è la più povera con 16.372 euro. In seconda posizione c'é il Trentino Alto Adige (32.165 euro), seguito da Valle d'Aosta (31.993 euro), Emilia Romagna (30.798 euro) e Lazio (30.436 euro). Nel Mezzogiorno la regione con il Pil pro capite più elevato è stata l'Abruzzo (21.574 euro), che comunque registra un valore di circa 2.200 euro al di sotto dell'Umbria, la regione più debole del Centro-Nord. Seguono Molise (19.804), Sardegna (19.552), Basilicata (18.021 euro), Sicilia (17.488), Calabria (16.657) e Puglia (16.932).
29 luglio 2011 COSTO DELLA VITA Inflazione stabile al 2,7%, volano i carburanti Il tasso d'inflazione annuo a luglio è rimasto stabile al 2,7%, lo stesso livello già registrato a giugno, che risulta il più alto dal novembre del 2008. Lo rileva l'Istat nelle stime provvisorie, che indicano un aumento dei prezzi su base mensile dello 0,3%. A luglio la dinamica dei prezzi ha risentito del sostegno arrivato dal settore energetico e dai servizi relativi ai trasporti, mentre un effetto di contenimento si deve ai beni alimentari non lavorati. A LUGLIO BENZINA+13,5% ,GASOLIO+17,5% A luglio la benzina è aumentata del 13,5% (dal +11,9% di giugno) su base annua, mentre è salita del 2,2% su base mensile. E' quanto fa sapere l'Istat nelle stime provvisorie, aggiungendo che sempre a luglio il prezzo del gasolio per i mezzi di trasporto è salito del 17,5% (dal +14,0% di giugno) ed è aumentato del 2,8% sul piano congiunturale. INDUSTRIA, PREZZI PRODUZIONE GIUGNO +4,3% SU ANNO I prezzi alla produzione dei prodotti industriali a giugno sono aumentati del 4,3% rispetto allo stesso mese dello scorso anno e dello 0,1% a confronto con maggio. Lo comunica l'Istat. Il dato tendenziale è in lieve decelerazione (il rialzo annuo del mese precedente era stato pari a +4,5%), anche se mantiene una dinamica sostenuta, soprattutto sul mercato nazionale (+4,7%). Guardando ai diversi settori, la crescita tendenziale dei prezzi più marcata si rileva per la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+14,2% sul mercato interno,+20,5% su quello estero). A LUGLIO RINCARI PER LUCE E GAS Luglio fa segnare forti rincari per luce e gas. Infatti, secondo le stime provvisorie sull'inflazione dell'Istat, il prezzo dell'energia elettrica aumenta dell'1,9% su base mensile e del 4,7% (dal 2,4% di giugno) su base annua, mentre il prezzo del gas naturale cresce del 3,6% a livello congiunturale e del 7,4% (dal +6,9% di giugno). TASSO ACQUISITO PER 2011 PARI A 2,5% L'inflazione acquisita per il 2011, quella che si registrerebbe nella media di fine anno nell'ipotesi che l'indice rimanga nei restanti mesi allo stesso livello di luglio, è pari al 2,5%. Lo rileva l'Istat nelle stime provvisorie.
29 luglio 2011 CENTRO STUDI Confindustria, produzione industriale in calo a luglio: -0,4% Calo a luglio della produzione industriale che, secondo l'indagine rapida di Confindustria, è diminuita dello 0,4% rispetto a giugno, quando è stato stimato un incremento dello 0,2% sul mese precedente. Il livello di attività - aggiunge il Centro studi di Confindustria - risulta del 16,9% inferiore al picco precrisi (aprile 2008) e in recupero del 12,4% dai minimi di marzo 2009.
29 luglio 2011 TRASPORTI Milano, Pisapia azzera il cda di Atm Il Comune di Milano ha revocato il Consiglio di Amministrazione di Atm, l'azienda di trasporti milanesi, presieduta da Elio Catania. La decisione, che era già stata anticipata, è stata ufficializzata al termine della seduta di giunta, riunita oggi per approvare la delibera sull'aumento del costo del biglietto da uno a un euro e cinquanta centesimi. Il sindaco Giuliano Pisapia ha motivato la sua decisione parlando di "sprechi che non possiamo accettare". Il provvedimento di revoca delle nomine di tipo fiduciario rientrerebbe nelle facoltà del primo cittadino nei primi 180 giorni dal suo insediamento ed è la replica di quanto già fatto nelle scorse settimane per azzerare il cda di Milano Ristorazione
28 luglio 2011 DIGITALE TERRESTRE Ue conferma: "Mediaset deve rimborsare aiuti per decoder" La Corte ha dunque confermato che i contributi italiani per l'acquisto dei decoder digitali terrestri nel 2004 e 2005 "costituiscono aiuti di Stato incompatibili con il mercato comune. Le emittenti radiotelevisive che hanno beneficiato indirettamente degli aiuti di Stato sono tenute a rimborsare le somme corrispondenti ai vantaggi in tal modo ottenuti". Con la legge finanziaria del 2004 - si ricorda nel dispositivo - l'Italia ha concesso un contributo pubblico di 150 euro ad ogni utente del servizio di radiodiffusione che acquistasse o noleggiasse un apparecchio per la ricezione, in chiaro, dei segnali televisivi digitali terrestri. Il limite di spesa del contributo è stato fissato a 110 milioni. La legge finanziaria del 2005 ha reiterato tale provvedimento nello stesso limite di spesa di 110 milioni, riducendo tuttavia il contributo per ogni singolo decoder digitale a 70 euro. Il consumatore che avesse però scelto un apparecchio che consentisse esclusivamente la ricezione di segnali satellitari non poteva ottenere il contributo: contro i contributi le emittenti televisive Centro Europa 7 e Sky Italia hanno inoltrato esposti alla Commissione. Con la decisione del 2007, Bruxelles osservava, in effetti, che detti contributi costituivano aiuti di Stato a favore delle emittenti digitali terrestri che offrivano servizi televisivi a pagamento nonchè degli operatori via cavo fornitori di servizi televisivi digitali a pagamento, ordinando il recupero degli aiuti. Mediaset ha allora presentato un ricorso, ma nel giugno del 2001, il Tribunale lo ha respinto, confermando che il contributo costituiva un vantaggio economico a favore delle emittenti terrestri. Oggi anche la successiva impugnazione di Mediaset è stata respinta. Ora "spetterà al giudice nazionale fissare l'importo dell'aiuto da recuperare sulla base delle indicazioni delle modalità di calcolo fornite dalla Commissione".
28 luglio 2011 CRESCITA Allarme delle parti sociali: "Un patto per la crescita" L'allarme di tutto il mondo economico, imprenditoriale e sindacale arriva con una voce sola. Una nota congiunta di imprese, banche, cooperative, sindacati per sottolineare la "preoccupazione" per l'attacco ai mercati finanziari. E' per un ultimo appello dopo mesi di pressing per chiedere al governo misure per la crescità: oggi è "necessario un patto per la crescita che coinvolga tutte le parti sociali; serve una grande assunzione di responsabilità da parte di tutti ed una discontinuità capace di realizzare un progetto di crescita del Paese in grado di assicurare la sostenibilità del debito e la creazione di nuova occupazione". Tutte insieme, pesano le firme: da Confindustria ai sindacati con Cigl, Cisl, e Ugl (la Uil, che figurava tra le firme, poi in serata si dissocia). Le Banche con l'Abi. Le coop dell'Alleanza cooperative italiane (Confcooperative, Lega Cooperative, Agci); Rete Imprese Italia (Confcommercio, Confartigianato, Cna, Casartigiani e Confesercenti) e la Confapi; gli agricoltori con Cia, Condiretti e Confagricoltura. Una alleanza forte, ampia. Iniziativa che nasce, a quanto si apprende, da un colloquio telefonico in mattinata tra il leader delle banche Giuseppe Mussari e la presidente degli industriali Emma Marcegaglia. Che poi nel primo pomeriggio ha chiamato i leader dei sindacati. Nel giro di poche ore si è così coagulato il consenso delle sigle che avevano già aderito, dallo scorso novembre, al tavolo per definire proposte da presentare insieme al governo per sostenere la crescita. Hanno ricordato l'invito alla coesione sociale lanciato nei giorni scorsi dal Capo dello Stato Giorgio Napolitano, ed hanno invocato "lo spirito della concertazione del 1992". La parola chiave dell'appello è "discontinuità", non per chiedere una crisi di governo al buio, ma per chiedere ancora una volta al governo di non puntare solo sul rigore dei conti, comunque necessario, ma anche sulla leva economica, su misure per spingere una crescita troppo lenta. E di farlo con una visione più collegiale all'interno dell'esecutivo, con più spazio al lavoro dei ministri "economici" sul fronte dello sviluppo, accanto all'impegno sui conti pubblici del ministro dell'Economia. "Guardiamo con preoccupazione al recente andamento dei mercati finanziari", scrivono quindi le parti sociali: "Il mercato non sembra riconoscere la solidità dei fondamentali dell'Italia. Siamo consapevoli che la fase che stiamo attraversando dipende solo in parte dalle condizioni di fondo dell'economia italiana ed è connessa a un problema europeo di fragilità dei paesi periferici. A ciò si aggiungono i problemi di bilancio degli Stati Uniti. Ma queste incertezze dei mercati si traducono per l'Italia nel deciso ampliamento degli spread sui titoli sovrani e nella penalizzazione dei valori di borsa. Ciò comporta un elevato onere di finanziamento del debito pubblico ed un aumento del costo del denaro per famiglie ed imprese". E per evitare che la situazione "divenga insostenibile" per imprese e sindacati "occorre ricreare immediatamente nel nostro Paese condizioni per ripristinare la normalità sui mercati finanziari con un immediato recupero di credibilità nei confronti degli investitori".
2011-07-28 28 luglio 2011 IL CASO "Ministeri al Nord illegittimi" Scontro Quirinale-Lega "Napolitano non si preoccupi, i ministeri li abbiamo fatti e li lasciamo là, siamo convinti che il decentramento non sia solo una possibilità ma una opportunità per il paese". Lo ha affermato il leader della Lega Umberto Bossi al termine del Cdm, in risposta al Quirinale, che mercoledì aveva espresso "preoccupazione" per l'apertura di alcune sedi staccate dei ministeri a Monza. Ma poco dopo è arrivato il contrattacco del Colle, che in una lettera a Berlusconi ha sostenuto l'illegittimità costituzionale del "trasloco". Secondo Napolitano ci sarebbe un conflitto con l'art.114. Per di più, ha rilevato, il decreto riguardante le sedi distaccate non è stato nemmeno pubblicato sulla Gazzetta ufficiale. Ma soprattutto, ha chiarito il Colle, "è inimmaginabile una capitale diffusa: c'è Roma". E poi: "Io sono il garante dell'unità, non mi presto ad equivoci". I Ministeri al nord, oltretutto, vanno contro la logica del taglio alle spese della politica. "L'apertura di sedi di mera rappresentanza" di ministeri "costituisce scelta organizzativa da valutarsi in una logica costi-benefici che, in ogni caso, dovrebbe improntarsi, nell'attuale situazione economico-finanziaria, al più rigido contenimento delle spese e alla massima efficienza funzionale". BOSSI: IL RAPPORTO COL COLLE NON SI ROMPERA' Il rapporto con il Quirinale non si romperà per la richiesta della Lega di decentrare alcuni ministeri al Nord. Ne è convinto il leader della Lega Umberto Bossi, che infatti dice: "non si romperà per quello". Ai giornalisti che sottolineano proprio la sintonia della Lega con il Colle, Bossi regala poi una battuta: il rapporto "si romperebbe se gli chiedessimo di dare indietro i mobili che si è preso nella Villa Reale di Monza". "Non farlo", cioè non decentrare le sedi dei dicasteri, aggiunge il Senatur, "sarebbe come dire che in Inghilterra sono scemi, e invece vanno meglio di noi". "Noi - ribadisce lasciando Montecitorio - facciamo quello che fanno gli altri Paesi europei".
28 luglio 2011 IL MONITO Napolitano: "Politica debole, irrimediabilmente divisa" ''La politica per come si esprime nel confronto pubblico e nella vita istituzionale appare oggi debole e irrimediabilmente divisa, incapace di scelte coraggiose, coerenti e condivise''. Questo giudizio è del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che nel suo intervento al convegno organizzato dai Radicali sul sistema delle carceri ha auspicato uno ''scatto'' dei politici per dare una risposta al dramma del sovraffollamento carcerario. ''Ma non e' proprio - si chiede Napolitano - di scelte di questa natura che ogni giorno di piu' si impongono davanti alla gravita' dei problemi e delle sfide che abbiamo dinanzi non solo nel campo a cui si riferisce questo convegno?''. ''Intendo mettere a fuoco il punto critico insostenibile cui e' giunta la questione'' dello stato della giustizia e delle carceri ''sotto il profilo della giustizia ritardata e legata o deviata da conflitti fatali tra politica e magistratura''. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel suo intervento al convegno sulla giustizia dei Radicali Italiani. "La questione del sovraffollamento nelle carceri è un tema di prepotente urgenza sul piano costituzionale e civile". Lo afferma il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, intervenendo al convegno organizzato da Marco Pannella e dai Radicali sul tema delle carceri, che si svolge a Palazzo Giustiniani. Serve uno ''scatto'', una ''svolta''. Parlando del dramma del sovraffollamento nelle carceri cui la politica deve dare una risposta, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, allarga il proprio auspicio anche ad altri fronti. ''Non e' proprio di scelte di questa natura - chiede il Capo dello Stato - che ogni giorno di piu' si impongono davanti alla gravita' dei problemi e delle sfide che abbiamo dinanzi?. Non dovremmo tutti - aggiunge - essere capaci di un simile scatto, di una simile svolta, non fosse altro per un istinto di sopravvivenza nazionale? Ci si rifletta seriamente e presto da ogni parte su questo'', conclude Napolitano. ''I residui ospedali psichiatrici giudiziari'' versano in uno stato di ''estremo orrore''. Lo ha detto il presidente delle Repubblica, Giorgio Napolitano, nel suo intervento al convegno sulle carceri organizzato dai Radicali Italiani. ''L'estremo orrore degli ospedali psichiatrici giudiziali - ha sottolineato Napolitano - e' inconcepibile in qualsiasi Paese appena appena civile''. Si tratta di ''strutture pseudo-ospedaliere che solo recenti e coraggiose iniziative bipartisan di una commissione parlamentare stanno finalmente mettendo in mora''.
28 luglio 2011 DIGITALE TERRESTRE Ue conferma: "Mediaset deve rimborsare aiuti per decoder" La Corte ha dunque confermato che i contributi italiani per l'acquisto dei decoder digitali terrestri nel 2004 e 2005 "costituiscono aiuti di Stato incompatibili con il mercato comune. Le emittenti radiotelevisive che hanno beneficiato indirettamente degli aiuti di Stato sono tenute a rimborsare le somme corrispondenti ai vantaggi in tal modo ottenuti". Con la legge finanziaria del 2004 - si ricorda nel dispositivo - l'Italia ha concesso un contributo pubblico di 150 euro ad ogni utente del servizio di radiodiffusione che acquistasse o noleggiasse un apparecchio per la ricezione, in chiaro, dei segnali televisivi digitali terrestri. Il limite di spesa del contributo è stato fissato a 110 milioni. La legge finanziaria del 2005 ha reiterato tale provvedimento nello stesso limite di spesa di 110 milioni, riducendo tuttavia il contributo per ogni singolo decoder digitale a 70 euro. Il consumatore che avesse però scelto un apparecchio che consentisse esclusivamente la ricezione di segnali satellitari non poteva ottenere il contributo: contro i contributi le emittenti televisive Centro Europa 7 e Sky Italia hanno inoltrato esposti alla Commissione. Con la decisione del 2007, Bruxelles osservava, in effetti, che detti contributi costituivano aiuti di Stato a favore delle emittenti digitali terrestri che offrivano servizi televisivi a pagamento nonchè degli operatori via cavo fornitori di servizi televisivi digitali a pagamento, ordinando il recupero degli aiuti. Mediaset ha allora presentato un ricorso, ma nel giugno del 2001, il Tribunale lo ha respinto, confermando che il contributo costituiva un vantaggio economico a favore delle emittenti terrestri. Oggi anche la successiva impugnazione di Mediaset è stata respinta. Ora "spetterà al giudice nazionale fissare l'importo dell'aiuto da recuperare sulla base delle indicazioni delle modalità di calcolo fornite dalla Commissione".
28 luglio 2011 CRESCITA Allarme delle parti sociali: "Un patto per la crescita" L'allarme di tutto il mondo economico, imprenditoriale e sindacale arriva con una voce sola. Una nota congiunta di imprese, banche, cooperative, sindacati per sottolineare la "preoccupazione" per l'attacco ai mercati finanziari. E' per un ultimo appello dopo mesi di pressing per chiedere al governo misure per la crescità: oggi è "necessario un patto per la crescita che coinvolga tutte le parti sociali; serve una grande assunzione di responsabilità da parte di tutti ed una discontinuità capace di realizzare un progetto di crescita del Paese in grado di assicurare la sostenibilità del debito e la creazione di nuova occupazione". Tutte insieme, pesano le firme: da Confindustria ai sindacati con Cigl, Cisl, e Ugl (la Uil, che figurava tra le firme, poi in serata si dissocia). Le Banche con l'Abi. Le coop dell'Alleanza cooperative italiane (Confcooperative, Lega Cooperative, Agci); Rete Imprese Italia (Confcommercio, Confartigianato, Cna, Casartigiani e Confesercenti) e la Confapi; gli agricoltori con Cia, Condiretti e Confagricoltura. Una alleanza forte, ampia. Iniziativa che nasce, a quanto si apprende, da un colloquio telefonico in mattinata tra il leader delle banche Giuseppe Mussari e la presidente degli industriali Emma Marcegaglia. Che poi nel primo pomeriggio ha chiamato i leader dei sindacati. Nel giro di poche ore si è così coagulato il consenso delle sigle che avevano già aderito, dallo scorso novembre, al tavolo per definire proposte da presentare insieme al governo per sostenere la crescita. Hanno ricordato l'invito alla coesione sociale lanciato nei giorni scorsi dal Capo dello Stato Giorgio Napolitano, ed hanno invocato "lo spirito della concertazione del 1992". La parola chiave dell'appello è "discontinuità", non per chiedere una crisi di governo al buio, ma per chiedere ancora una volta al governo di non puntare solo sul rigore dei conti, comunque necessario, ma anche sulla leva economica, su misure per spingere una crescita troppo lenta. E di farlo con una visione più collegiale all'interno dell'esecutivo, con più spazio al lavoro dei ministri "economici" sul fronte dello sviluppo, accanto all'impegno sui conti pubblici del ministro dell'Economia. "Guardiamo con preoccupazione al recente andamento dei mercati finanziari", scrivono quindi le parti sociali: "Il mercato non sembra riconoscere la solidità dei fondamentali dell'Italia. Siamo consapevoli che la fase che stiamo attraversando dipende solo in parte dalle condizioni di fondo dell'economia italiana ed è connessa a un problema europeo di fragilità dei paesi periferici. A ciò si aggiungono i problemi di bilancio degli Stati Uniti. Ma queste incertezze dei mercati si traducono per l'Italia nel deciso ampliamento degli spread sui titoli sovrani e nella penalizzazione dei valori di borsa. Ciò comporta un elevato onere di finanziamento del debito pubblico ed un aumento del costo del denaro per famiglie ed imprese". E per evitare che la situazione "divenga insostenibile" per imprese e sindacati "occorre ricreare immediatamente nel nostro Paese condizioni per ripristinare la normalità sui mercati finanziari con un immediato recupero di credibilità nei confronti degli investitori".
28 luglio 2011 QUESTIONE MORALE L'ira di Bersani: "Basta fango contro il Pd" La lettera pubblica non era stata sufficiente, o almeno non per il segretario che l’aveva vergata. Pier Luigi Bersani va oltre e questa volta il suo sfogo raccoglie i malumori anche dei più indignati nel Pd, travolto da uno tsunami giudiziario che i democratici si affannano a contestare. "Le macchine del fango che girano, se sperano di intimorirci si sbagliano di grosso. Noi abbiamo capito quello che sta succedendo. Lo abbiamo capito", scandisce con rabbia il leader piddì, che non rimuove dalla sua mente titoli di giornali e servizi televisivi sulle inchieste che coinvolgono largo del Nazareno. Bersani si scalda. È determinato. Ripercorre le ragioni già argomentate, così come torna a fare autocritica sulla vicenda Tedesco. "Ci sono stati errori", ma alla fine, ricorda, è stato chiesto l’arresto. "Le critiche le accettiamo. Le aggressioni no, le calunnie no, il fango no. Da oggi iniziano a partire le querele e le richieste di danni. Sto facendo studiare la possibilità di fare una class action" da parte di tutti gli iscritti al Pd, avverte (anche se il Codacons esclude che ci siano le condizioni per un’azione simile). Ma il segretario del Partito democratico non ci sta a finire alla gogna e agli avversari fa sapere di attendere "come tutti, spiegazioni su Tremonti: non so se devo prendere per buono quello che dice Milanese". Ancora: "Noto un silenzio tombale sui giornali e in tv". Allora, si chiede, "come mai non c’è un editorialino su questa cosa? Come mai questa cosa non si è vista da nessuna parte? Io lascio giudicare la gravità di questa cosa agli altri. E se non suscita un minimo di attenzione, la pongo io". Ancora una volta, poi, Bersani rivendica la linea tenuta dal Pd sulle inchieste, sebbene come tutti i partiti non sia "al riparo" da rischi. "Noi ci stiamo muovendo su quattro fronti: rispetto assoluto della magistratura; tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge; al netto della presunzione di innocenza chi è investito da un’inchiesta faccia un passo indietro e infine i partiti devono darsi regole stringenti". In questa ottica si collocano anche le dimissioni di Penati, ricorda. E proprio queste ragioni, insiste, fanno la differenza con il Pdl. "Vorrei capire perché queste cose lo dobbiamo fare solo noi". Più il segretario si scalda e più i suoi tirano il fiato. Bersani dà voce ai malumori di tutte le anime del Pd. "La posizione di Bersani è quella di un partito di gente pulita, in cui la militanza e la partecipazione sono i valori di un impegno a servizio del Paese", scandisce il vicesegretario Enrico Letta. Per il capogruppo alla Camera, Dario Franceschini, "Bersani ha difeso il partito con parole indignate e tutte condivisibili". E se pure Bersani ha ammesso i rischi uguali per tutti, la presidente Bindi insiste che il Pd "sarà sempre rigoroso, esemplare e trasparente". Ma, avvisa Goffredo Bettini, non si può abbassare la guardia: "Per carità, non mi sfugge che ancora come Pd siamo sicuramente la cosa politicamente migliore". Però "le nostre pratiche politiche sono grandemente compromesse soprattutto nel Mezzogiorno". Roberta D'Angelo
2011-07-27 27 luglio 2011 LE BORSE Crisi del debito Usa Borse in sofferenza Dopo una apertura debole Milano amplia le perdite. L'indice di riferimento Ftse Mib cede il 2,61% dopo neanche un'ora di contrattazioni, penalizzata dalle banche. Unicredit cede il 5% e Intesa Sanpaolo il 4,95%, mentre Banco Popolare lascia sul campo il 3,9% e Bpm il 4,5%. Riduce il calo Fiat, che perde l'1,39%, mentre Fiat Industrial appare poco variata (-0,33%).
In America. L'appello del presidente Barack Obama per un compromesso sull'aumento del tetto del debito cade nel vuoto in Congresso, con i partiti che continuano a duellare. Ma viene recepito dagli americani che, in massa, intasano le linee della Camera per esercitare quella pressione sugli eletti che Obama ha chiesto nel discorso alla nazione. Lo spettro del default si fa sempre più reale, e secondo il segretraio al Tesoro Timothy Geithner, va rimosso dall'economia. I mercati continuano a restare calmi benché preoccupati per il possibile downgrade, ma dietro le quinte si preparano al peggio: alla scadenza del 2 agosto mancano 7 giorni e - avverte la Casa Bianca - in quella data il Tesoro esaurirà le opzioni a sua disposizione per pagare i conti. Un default sarebbe - evidenzia la Casa Bianca - un "cataclisma" sull'economia, ma i repubblicani non cedono e lo speaker della Camera, John Boehner, lancia la sfida: "Abbiamo i voti alla Camera e in Senato per far passare" il piano su un aumento del tetto del debito in due fasi. Una misura alla quale la Casa Bianca si oppone fermamente e sulla quale "minaccia il veto": se la ricetta Boehner fosse approvata in Congresso e arrivasse al presidente per la firma, Obama opporrebbe il proprio no e rischierebbe di trovarsi sulla spalle la responsabilità di un default. Obama è in contatto con il segretario al Tesoro, Timothy Geithner, per valutare l'impatto di un default e l'amministrazione starebbe - secondo quanto riportato da Fox - cercando di rassicurare le banche che avrebbero iniziato a ridurre la loro esposizione ai titoli di stato americani.
26 luglio 2011 EMERGENZA CORNO D'AFRICA Siccità, il mondo si muove Ponte aereo per la Somalia Ci si muove. Scatta oggi un ponte aereo d’aiuti umanitari nei cieli di Mogadiscio, Dolo (Etiopia) e Wajir, nel Nord del Kenya, per fronteggiare l’emergenza carestia e la "siccità epica" che sta dilaniando il Corno d’Africa, dove, stando all’Unicef, mezzo milione di bambini "hanno il 40 per cento delle possibilità di sopravvivere". Ponte aereo deciso ieri dal summit straordinario della Fao a Roma (al quale hanno partecipato ministri e delegati dei 191 Paesi membri della Fao, di altre agenzie Onu e organizzazioni internazionali e non governative). Durante il quale prima si è ammesso il fallimento "nella costruzione della sicurezza alimentare nei Paesi di sviluppo" e poi affermata la necessità di un’azione "massiccia e urgente". La crisi nel Corno d’Africa, scatenata da almeno tre cause, sta colpendo dodici milioni di persone, con due regioni nel Sud della Somalia già in gravissima carestia: "Gli effetti congiunti di siccità, inflazione e conflitti hanno causato una situazione catastrofica che richiede un urgente e robusto sostegno internazionale", ha subito annotato il direttore generale uscente della Fao, Jacques Diouf. Così, per spazzare via le accuse d’immobilismo proprio alla Fao, il ministro francese all’Agricoltura, Bruno Le Maire, ha illustrato la "road map" dell’intervento a lungo raggio dell’agenzia Onu: entro il 15 settembre arriverà il piano d’azione sulla sicurezza alimentare e sull’acqua e lo stesso giorno sarà lanciato anche il nuovo sistema di informazione dei mercati agricoli "per evitare le speculazioni e perché la volatilità dei prezzi rovina i contadini nei Paesi in via di sviluppo". Saranno i governi dei sei Paesi colpiti dalla crisi a gestire la risposta, tenuti informati dal Piano d’azione per il Corno d’Africa del Comitato permanente interagenzie (Iasc). E infine alla Fao sono convinti che andrebbe evitata, per quanto possibile, la costituzione di campi profughi con l’aggregazione di un enorme numero di sfollati. Un intervento – ha spiegato la direttrice del Programma mondiale alimentare dell’agenzia delle Nazioni Unite, Josette Sheeran – resosi inevitabile per superare l’ostilità dei miliziani fondamentalisti islamici o Shabaab nella distribuzione degli aiuti. A proposito: "È urgente e indispensabile un corridoio umanitario e aereo per portare beni di prima necessità dove servono", aveva detto poco prima il ministro degli Esteri, Franco Frattini. Aggiungendo che bisognerà aiutare la popolazione somala "sfidando, se occorre, i terroristi dello Shabaab, che hanno detto di non volere gli aiuti perché per loro purtroppo la vita delle persone non vale niente". A tal proposito, il Consiglio di sicureza za dell’Onu ha chiesto immediato accesso delle organizzazioni umanitarie alle zone colpite. Intanto la Banca mondiale ha risposto all’appello stanziando 500 milioni di dollari, 8 dei quali per l’immediata emergenza mentre i restanti 492 per finanziare progetti a favore degli agricoltori locali. Fondi che si accompagnano ai 100 milioni di euro promessi dall’Ue. "Siamo particolarmente preoccupati per la Somalia – hanno ancora sottolineato i partecipanti al summit – ed è di vitale importanza riuscire a raggiungere con gli aiuti chi si trova all’epicentro della carestia, portando alimenti altamente vitaminizzati che sono indispensabili per i bambini". E ha spiegato Josette Sheeran, direttrice esecutiva del Pam, che "molte delle donne che ho incontrato in Somalia e Kenya nei giorni scorsi avevano perso i figli e non avevano alcun mezzo di sussistenza se non gli aiuti umanitari forniti dalle agenzie sul campo". "Ci impegniamo – si legge nel documento finale dell’incontro svoltosi alla Fao – ad assicurare una risposta immediata ed appropriata per far sì che le comunità ed i Paesi colpiti siano messi nelle condizioni di preservare i loro fragili mezzi di sussistenza dai quali dipende la sopravvivenza di così tante persone, e allo stesso tempo si lavori alla costruzione di una capacità di resistenza di lungo periodo". Pino Ciociola
2011-07-26 26 luglio 2011 ISTITUZIONI Napolitano: "Preoccupato per i ministeri al Nord" Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato oggi una lettera al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per esprimere "rilievi e motivi di preoccupazione su tema oggi di ampio dibattito del decentramento delle sedi dei ministeri sul territorio".È quanto si legge in una nota del Quirinale diramata nel pomeriggio.La scorsa settimana esponenti del governo hanno partecipato, con grande clamore mediatico, all'inaugurazione di tre sedi distaccate di altrettanti ministeri a Monza. LE REAZIONI "Il presidente Napolitano con i suoi rilievi e la sua preoccupazione esprime lo sdegno dell'intera nazione per l'autentica pagliacciata dell'apertura delle sedi ministeriali a Monza. Mentre si chiedono sacrifici agli italiani la politica dovrebbe dare l'esempio riducendo ministeri, poltrone e costi e la decisione di aprire nuove sedi a cui seguiranno altri doppioni in giro per l'Italia umilia quegli italiani chiamati a tirare la cinghia per pagare sprechi inutili". Lo dichiara il vicepresidente di Futuro e Libertà, Italo Bocchino, che aggiunge: "Il tentativo di spostare fuori da Roma Capitale le sedi ministeriali è inoltre un attacco a quella coesione nazionale che dovrebbe essere un obiettivo primario del governo". "Il presidente della Repubblica interpreta un'esigenza di serietà avvertita in tutta la nazione". Così il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini lasciando l'Aula di Montecitorio commenta la lettera inviata dal capo dello Stato al premier, "preoccupato" per la questione dell'apertura di sedi decentrate di ministeri. "L'apertura di sedi ieri al Nord domani magari nel Mezzogiorno getta sulla politica il discredito finale", aggiunge Casini. "Esprimiamo un fortissimo apprezzamento per l'intervento del presidente Napolitano sulla vicenda dei ministeri leghisti e ci auguriamo che il governo metta una volta per tutte la parola fine su questa vicenda ai limiti del grottesco". Lo dichiara il presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli che conclude: "Quelle inaugurate da Bossi e soci a Monza non sono sedi decentrate di ministeri ma semplicemente sezioni di partito, utili solo alla propaganda del Carroccio. Mentre le famiglie devono fare i conti con le tasse e i tagli della manovra, la Lega continua con questa buffonata dei ministeri". "Il presidente della Repubblica assolve alla sua funzione di garante dell'unità e dell'ordinamento. Chi disattende il giuramento fatto sulla Costituzione, invece, è il governo che si diverte a giocare con le sedi dei dicasteri, in aperta violazione della legalità costituzionale e in contrasto con l'idea vera di federalismo, che consiste nel decentramento delle competenze. Altra cosa è il costoso spostamento di sedi e strutture fatte esclusivamente per soddisfare selvaggi conati secessionisti". Lo afferma in una nota il portavoce dell'Italia dei Valori, Leoluca Orlando.
26 luglio 2011 DOPO LA STRAGE Oslo, il killer in aula: ipotesi crimini contro umanità La polizia norvegese pensa di invocare una nuova disposizione del codice penale per "crimini contro l'umanità" nei confronti di Anders Behring Breivik, che ha ammesso di essere l'autore della strage di venerdì scorso a Oslo. Lo riferisce il procuratore citato da un giornale locale. Introdotta nel codice penale norvegese nel 2008, la norma sui crimini contro l'umanità prevede una pena massima di 30 anni di reclusione. Citato in forma indiretta dal giornale Aftenposten, il procuratore Christian Hatlo ha sottolineato che il ricorso a tale norma è al momento solo un'eventualità. Finora la polizia ha fatto riferimento ad "atti di terrorismo" che prevedono una pena massima di 21 anni. L'avvocato dello stragista norvegese fa sapere che il suo assistito insiste su un punto: la sua azione è supportata da due cellule solo in Norvegia e da diverse altre all'estero. Secondo l'avvocato dello stragista norvegese Anders Behring Breivik, "tutta la vicenda indica che lui sia folle", sebbene sia presto per affermarlo con certezza. Nel corso di una conferenza stampa ad Oslo, il legale ha riferito che Breivik si aspettava di essere ucciso durante gli attacchi di venerdì scorso e aggiunge che "non mostra alcun segno di pietà" per le vittime della strage. La polizia norvegese è ancora convinta che Anders Behring Breivik abbia agito da solo e non si sia appoggiato ad alcuna cellula esterna, come invece da lui sostenuto nell'udienza preliminare di ieri. "Riteniamo che l'accusato abbia una credibilità piuttosto bassa per quanto riguarda questa affermazione, certo nessuno di noi comunque può escludere del tutto che sia vera", ha detto all'agenzia Reuters una fonte vicina alle indagini. Si dubita anche che Brevik sia parte di una 'crociata' anti-Islam e anti-marxista, come da lui sostenuto nel'manifesto di oltre 1.500 pagine che alcuni esperti norvegesi vedono piuttosto come il frutto della fantasia di uno psicopatico che vuole solo confondere le acque. Oggi il ministro della giustizia Knut Storberget si incontrerà con i responsabili della polizia, al centro delle critiche per essere intervenuta in ritardo sull'isola di Utoya. L'UDIENZA PRELIMINARE È durata una quarantina di minuti l’udienza preliminare di Anders Behring Breivik, l’autore delle stragi compiute venerdì a Oslo e sull’isola di Utoya. Il 32enne è arrivato al tribunale di Oslo su un’auto che è stata tempestata di pugni dalla folla in attesa. E mentre si cercano possibili complici tra i movimenti di estrema destra di altri Paesi, a mezzogiorno di ieri la Norvegia si è fermata per ricordare con un minuto di silenzio le vittime degli attentati. All’omaggio, guidato da re Harald e dal premier, Jens Stoltenberg, nella cerimonia davanti all’università della capitale, si sono uniti anche gli altri Paesi scandinavi. In tribunale, Breivik ha confessato di aver commesso gli attentati (la polizia ha ridimensionato ieri da 93 a a 76 il numero totale delle vittime, in gran parte giovani laburisti) ma ha rifiutato di dichiararsi colpevole. Il killer 32enne è stato incriminato per atti di terrorismo e ha chiamato in causa dei complici, affermando di aver preparato la strage con l’aiuto di "due cellule". Da venerdì aveva invece ripetuto più volte di aver agito da solo. La polizia ha sottolineato di "non poter escludere completamente" la possibilità che ci siano altri coinvolti negli attacchi. La Corte ha stabilito una custodia cautelare di otto settimane, di cui quattro in completo isolamento. Dopo aver rischiato il linciaggio da parte della folla, Breivik si è presentato in aula con un maglioncino rosso e una camicia arancione; precedentemente il suo legale, Geir Lippestad, aveva riferito che era sua intenzione comparire davanti ai giudici in uniforme, ma i magistrati gliel’hanno vietato. Durante l’udienza, l’uomo ha spiegato con freddezza che la sua intenzione era dare "un forte segnale" al Partito laburista al governo, accusato di "aver tradito" il Paese per aver consentito immigrazioni di massa da parte dei musulmani. Per questo la strage serviva a "infliggere il maggior numero di vittime" all’interno del partito, stroncando la sua possibilità di ricambio generazionale. "Ho agito per salvare la Norvegia e l’Europa occidentale dal marxismo culturale", ha detto il 32enne. Due psichiatri valuteranno lo stato mentale dell’assassino, che secondo la polizia durante gli interrogatori si è mostrato calmo e si è detto pronto a trascorrere il resto dei suoi giorni in una prigione. "Avrebbe dovuto togliersi la vita anche lui", ha detto il padre del killer in un’intervista. Durante l’udienza, Breivik ha anche iniziato a leggere il suo manifesto politico, ma è stato bloccato. Uno dei suoi obiettivi a Utoya era la ex primo ministro laburista Gro Harlem Brundtland, tre volte a capo del governo fra il 1981 e il 1996 e considerata "madre della nazione", che ha parlato ai giovani laburisti radunati sull’isoletta, lasciandola poco prima che vi arrivasse l’assassino travestito da poliziotto. In base alle leggi della Norvegia, uno dei pochi Paesi ad avere eliminato anche l’ergastolo oltre alla pena di morte, Breivik potrebbe essere condannato a un massimo di 21 anni di carcere. Una prospettiva che ora suscita perplessità nel Paese, dove sono molte le voci che si levano per chiedere un inasprimento della pena massima. Tuttavia il portavoce della polizia norvegese, Henning Holtaas, ha spiegato che la condanna massima può essere in alcuni casi estesa una volta che il condannato ha scontato per intero la sua pena, nel caso in cui i giudici ritengano che l’imputato rappresenti ancora un pericolo per la società. Intanto, è giallo sulla notizia del fermo a Breslavia, in Polonia, di un commerciante di prodotti chimici online, da cui si sarebbe rifornito Breivik. La polizia ha smentito l’arresto ma ha confermato che sono in corso indagini per appurare eventuali legami con le stragi. "Stiamo indagando dietro richiesta della polizia norvegese", ha spiegato il portavoce della procura di Breslavia. Era stato lo stesso assassino, nel suo memoriale di 1.500 pagine postato su Internet 6 ore prima della strage, a citare un fornitore di prodotti chimici sulla rete. Stando all’intelligence polacca, peraltro, i prodotti acquistati non sono illegali e sono di comune accesso. Secondo i media norvegesi, peraltro, Breivik era già stato segnalato ai servizi di sicurezza lo scorso marzo per aver acquistato prodotti chimici in Polonia. Anche in Gran Bretagna, Scotland Yard ha avviato un’inchiesta per far luce possibili complicità, dopo che nel memoriale erano emersi diversi riferimenti al Regno Unito e un "mentore" di nome Richard. Per approfondire i possibili legami tra la strage di Oslo e i movimenti dell’estrema destra europei, inoltre, l’Europol, l’agenzia anticrimine dell’Ue, ha costituito una speciale task force con esperti di antiterrorismo. In Norvegia, peraltro, non mancano le polemiche per i ritardi con cui la polizia è giunta ad Utoya: le squadre Delta hanno impiegato oltre un’ora per intervenire dopo il primo allarme. La polizia si è giustificata spiegando che il tempo è servito per trovare le squadre specializzate per l’intervento, per percorrere la quarantina di chilometri da Oslo al lago Tyrifjorden e per sbarcare sull’isola. Il capo della polizia norvegese, Oystein Maeland, si è detto addirittura "soddisfatto" della reazione all’attacco sull’isola di Utoya. In serata, infine, sono state oltre 150mila le persone radunatesi al municipio di Oslo per partecipare a quella che è stata definita come la "Marcia delle rose" in memoria delle vittime degli attacchi. "Mai più un altro 22 luglio", ha detto commosso il premier norvegese Jens Stoltenberg durante il suo intervento. Paolo M.Alfieri
26 luglio 2011 EMERGENZA CORNO D'AFRICA Siccità, il mondo si muove Ponte aereo per la Somalia Ci si muove. Scatta oggi un ponte aereo d’aiuti umanitari nei cieli di Mogadiscio, Dolo (Etiopia) e Wajir, nel Nord del Kenya, per fronteggiare l’emergenza carestia e la "siccità epica" che sta dilaniando il Corno d’Africa, dove, stando all’Unicef, mezzo milione di bambini "hanno il 40 per cento delle possibilità di sopravvivere". Ponte aereo deciso ieri dal summit straordinario della Fao a Roma (al quale hanno partecipato ministri e delegati dei 191 Paesi membri della Fao, di altre agenzie Onu e organizzazioni internazionali e non governative). Durante il quale prima si è ammesso il fallimento "nella costruzione della sicurezza alimentare nei Paesi di sviluppo" e poi affermata la necessità di un’azione "massiccia e urgente". La crisi nel Corno d’Africa, scatenata da almeno tre cause, sta colpendo dodici milioni di persone, con due regioni nel Sud della Somalia già in gravissima carestia: "Gli effetti congiunti di siccità, inflazione e conflitti hanno causato una situazione catastrofica che richiede un urgente e robusto sostegno internazionale", ha subito annotato il direttore generale uscente della Fao, Jacques Diouf. Così, per spazzare via le accuse d’immobilismo proprio alla Fao, il ministro francese all’Agricoltura, Bruno Le Maire, ha illustrato la "road map" dell’intervento a lungo raggio dell’agenzia Onu: entro il 15 settembre arriverà il piano d’azione sulla sicurezza alimentare e sull’acqua e lo stesso giorno sarà lanciato anche il nuovo sistema di informazione dei mercati agricoli "per evitare le speculazioni e perché la volatilità dei prezzi rovina i contadini nei Paesi in via di sviluppo". Saranno i governi dei sei Paesi colpiti dalla crisi a gestire la risposta, tenuti informati dal Piano d’azione per il Corno d’Africa del Comitato permanente interagenzie (Iasc). E infine alla Fao sono convinti che andrebbe evitata, per quanto possibile, la costituzione di campi profughi con l’aggregazione di un enorme numero di sfollati. Un intervento – ha spiegato la direttrice del Programma mondiale alimentare dell’agenzia delle Nazioni Unite, Josette Sheeran – resosi inevitabile per superare l’ostilità dei miliziani fondamentalisti islamici o Shabaab nella distribuzione degli aiuti. A proposito: "È urgente e indispensabile un corridoio umanitario e aereo per portare beni di prima necessità dove servono", aveva detto poco prima il ministro degli Esteri, Franco Frattini. Aggiungendo che bisognerà aiutare la popolazione somala "sfidando, se occorre, i terroristi dello Shabaab, che hanno detto di non volere gli aiuti perché per loro purtroppo la vita delle persone non vale niente". A tal proposito, il Consiglio di sicureza za dell’Onu ha chiesto immediato accesso delle organizzazioni umanitarie alle zone colpite. Intanto la Banca mondiale ha risposto all’appello stanziando 500 milioni di dollari, 8 dei quali per l’immediata emergenza mentre i restanti 492 per finanziare progetti a favore degli agricoltori locali. Fondi che si accompagnano ai 100 milioni di euro promessi dall’Ue. "Siamo particolarmente preoccupati per la Somalia – hanno ancora sottolineato i partecipanti al summit – ed è di vitale importanza riuscire a raggiungere con gli aiuti chi si trova all’epicentro della carestia, portando alimenti altamente vitaminizzati che sono indispensabili per i bambini". E ha spiegato Josette Sheeran, direttrice esecutiva del Pam, che "molte delle donne che ho incontrato in Somalia e Kenya nei giorni scorsi avevano perso i figli e non avevano alcun mezzo di sussistenza se non gli aiuti umanitari forniti dalle agenzie sul campo". "Ci impegniamo – si legge nel documento finale dell’incontro svoltosi alla Fao – ad assicurare una risposta immediata ed appropriata per far sì che le comunità ed i Paesi colpiti siano messi nelle condizioni di preservare i loro fragili mezzi di sussistenza dai quali dipende la sopravvivenza di così tante persone, e allo stesso tempo si lavori alla costruzione di una capacità di resistenza di lungo periodo". Pino Ciociola
Rischio default, Obama si appella agli americani Mondo stampa quest'articolo segnala ad un amico feed 26 luglio 2011 USA IN BILICO Rischio default, Obama si appella agli americani Manca ormai una settimana alla data fatidica del 2 agosto, quando gli Usa, se non riusciranno a trovare un accordo sull'innalzamento del tetto del debito pubblico, andranno in default. E lo scontro è tutto interno, tra repubbliani e democratici, ancora lontani dall'intesa. Il presidente Barack Obama ha parlato ieri in diretta televisiva alla nazione chiedendo agli americani di fare pressione sul Congresso per raggiungere un compromesso: "Si rischia una profonda crisi economica causata interamente da Washington", lo stallo sui negoziati, che si è trascinato per settimane, afferma, è "un gioco pericoloso", a cui "il paese non può permettersi di giocare". Sulle negoziazioni pesa il monito di Moody's lanciato a giugno, quando l'agenzia di rating ha avvertito che se le parti non raggiungeranno un'intesa potrebbe mettere sotto osservazione il rating di tripla A degli Usa per un possibile abbassamento. Così, il numero uno della Casa Bianca tende la mano ai repubblicani, cita Ronald Reagan: "Tagliereste il deficit e manterreste i tassi bassi facendo pagare di più coloro che non pagano abbastanza o vi terreste un ampio deficit, alti tassi di interesse e tasso di disoccupazione alto? Ritengo che la risposta la sapete". A rispondere è lo speaker della Camera John Boehner, che fa scudo: "Obama vuole un assegno in bianco, ma non lo avrà". "L'atteggiamento dei repubblicani - ha spiegato Obama - ha creato un'impasse pericolosa. Abbiamo gli occhi del mondo addosso. Nessuno dei due partiti è irreprensibile per le decisioni che hanno portato a questo problema, e hanno la responsabilità di risolverlo. L'approccio bilanciato chiedeva a tutti piccoli sacrifici e avrebbe ridotto il debito di 4.000 miliardi di dollari senza rallentare l'economia. L'unica ragione per cui questo accordo non diventerà legge ora - ha ammonito il presidente Usa - è che un significativo numero di Repubblicani in Congresso insiste su un approccio solo di tagli, un approccio che non chiede nulla ai ricchi americani e alle grandi aziende". Dal canto loro i repubblicani hanno proposto un programma in due fasi per innalzare subito il tetto del debito di un trilione di dollari. L'obiettivo è un maggiore incremento il prossimo anno, ma l'idea delle due fasi, a Obama, stona. Boehner interviene in un altro discorso andato in onda poco dopo: "Ha spesso detto che abbiamo bisogno di un approccio bilanciato, che a Washington significa che noi spendiamo di più e voi pagate di più. La triste verità è che il presidente voleva un assegno in bianco sei mesi fa e vuole un assegno in bianco ora. Questo, semplicemente, non accadrà".
26 luglio 2011 LA MOBILITA' E IL PAESE Dopo il rogo della Tiburtina "Snodi urbani, il tallone d'Achille" Carlo Scarpa insegna economia industriale all’Università di Brescia. Si occupa di trasporti e delle soluzioni e strategie, anche economiche, per la maggiore efficienza possibile. Parliamo di treni, dopo il rogo a Roma Tiburtina. Professore, un fatto imprevedibile questo incendio, però la linea ferroviaria italiana è saltata dando l’impressione che non sia poi così efficiente. È solo una sensazione? In qualunque città del mondo, che abbia una struttura comparabile a quella di Roma, se c’è un incendio che rende inagibile una stazione importante come la Tiburtina uno sconquasso si provoca. Credo sia fatale. Il problema è semmai un altro. Quale? Abbiamo puntato molto sulle linee extraurbane di grande livello con gallerie, ponti, tracciati di alta velocità e quant’altro, ma questo è il lavoro più facile. Sugli snodi cittadini siamo proprio indietro, l’esempio più lampante è l’attraversamento di Milano. Invece di attraversare la città in modo leggero, a limite sottoterra, si continua a farlo in modo molto tradizionale con necessari rallentamenti. A Bologna il problema si sta per risolvere. Stessa cosa sarà possibile per Firenze. Sono questi i veri problemi ancora aperti del nostro sistema, sia dell’alta velocità che delle linee tradizionali. Passare sotto le città, dunque? Sarebbe l’ideale, ma in città come Roma questo è quasi impossibile, per l’assoluta certezza di trovare sotto terra vestigia del passato. Però è evidente che questa soluzione cambierebbe di molto il sistema traffico. Non c’è un altro modo, visto che non è sempre possibile passare sotto le città? Un altro sistema è quello di raccordare il traffico ferroviario con il trasporto pubblico locale. Abbiamo stazioni che sono ormai nel centro della città: pensiamo a Milano o a Santa Maria Novella a Firenze, davanti a uno dei posti più belli della città. In altre capitali (Londra o Parigi) le stazioni sono periferiche: il passeggero arriva lì e poi si serve di linee metropolitane che lo portano quasi immediatamente al centro. Sarebbe così difficile farlo? Ci vorrebbe un sistema di trasporto locale molto raccordato con quello ferroviario e molto più efficiente. Torino lo sta facendo. I treni fermeranno tutti a Lingotto e poi una metropolitana leggera porterà i viaggiatori in centro. È un tentativo importante e molte città potrebbero andare in questa stessa direzione, e sarebbe un grande vantaggio. Ma bisogna gestire le città in modo più efficiente di quanto si faccia oggi. Oggi abbiano due reti ferroviarie: l’alta velocità per chi può e quella di sempre per i pendolari. Come le giudica? Quella dell’alta velocità è di una qualità evidente, l’altra è molto migliorata. Ci sono però due criticità: la diversità di situazioni passando da Nord a Sud e poi la diversità da regione a regione. In alcune il sistema di trasporto è alquanto abbandonato a se stesso. Le Regioni hanno una autonomia finanziaria molto limitata e sono pronte a scaricare sul sistema Italia colpe che in realtà sono proprie. Dovrebbero essere proprio i governi regionali a metterci i quattrini: alle Ferrovie dello Stato spetta effettuare il servizio. Se le Regioni non sono pronte a pagare è normale che il servizio sia scadente. Quindi che dal Sud, in una giornata, siano rimasti solo pochi Intercity che salgono la Penisola è colpa delle Regioni. Non avrebbero diritto anche al Sud a un sistema migliore? Sicuramente, ma si stratta di capire lo Stato italiano e le Regioni che intenzioni hanno. Se lo Stato non ci mette i soldi e le Regioni fanno lo stesso, è evidente che Trenitalia non ha interesse a coprire questi servizi. Ci sono responsabilità politiche che vanno ascritte a chi ha la possibilità di prendere tali decisioni. Che ci siano regioni in cui il trasporto ferroviario è inesistente è solo colpa delle scelte di chi li governa? Prendiamo il caso della Lombardia. Il traffico è intenso e c’è un introito da questo traffico molto significativo, così che il contributo pubblico può essere limitato. Se vogliamo dare la stessa offerta di treni a regioni dove ci sono meno attività, è evidente che i sussidi pubblici saranno più pesanti. Il ragionamento da economista non fa una piega. Ma il trasporto pubblico, per essere un servizio pubblico essenziale, non va garantito a tutti con la stessa efficienza a prescindere dai costi? Posso essere d’accordo con questo, ma qualcuno deve coprire il costo del servizio. Ci deve essere una Regione o lo Stato che paga la differenza. Ma il risparmio sui costi non è indirettamente anche un modo per garantire un servizio migliore? Se c’è una responsabilità di Trenitalia è che dovrebbe essere più efficiente di quanto lo sia oggi. Si può anche pensare di garantire lo stesso movimento di treni con gli stessi soldi, se si è più efficienti. Questo è il punto debole delle Ferrovie italiane: si potrebbe fare molto di più riducendo i costi operativi. Giovanni Ruggiero
25 luglio 2011 L'INCHIESTA Penati si dimette dalle cariche Pd e da vicepresidenza Consiglio regionale Filippo Penati, ex responsabile della segreteria politica di Pierluigi Bersani, indagato nell'inchiesta sulle tangenti per le aree Falck di Sesto San Giovanni, ha scritto una lettera al segretario del Pd nella quale annuncia la sua autosospensione da tutte le cariche di partito (tra le quali quelle in Direzione nazionale, regionale e nell'assemblea nazionale). In serata ha anche dato le dimissioni da vicepresidente del consiglio regionale della Lombardia. "Ribadisco - ha scritto in una lunga nota Penati - la mia totale estraneità ai fatti che mi sono contestati, mentre rilevo che non cessano le ricostruzioni parziali, contraddittorie e false indotte da altre persone coinvolte nella vicenda. Sono accusato con una montagna di calunnie da due imprenditori inquisiti in altre vicende giudiziarie che cercano così di coprire i loro guai con la giustizia". "Non ho mai preso soldi da imprenditori - ha aggiunto - e non sono mai stato tramite di finanziamenti illeciti ai partiti a cui sono stato iscritto. Ora il mio primo obiettivo è quello di recuperare la mia onorabilità, di restituire serenità alla mia famiglia e non voglio che la mia vicenda e la conseguente martellante campagna mediatica creino ulteriori problemi al mio partito". "Per questo - ha spiegato - ho comunicato oggi al segretario Pierluigi Bersani la decisione di autosospendermi da tutte le cariche che attualmente ricopro nel Partito democratico. Sono convinto che riuscirò a chiarire tutto e confido di poterlo fare nel più breve tempo possibile forte della consapevolezza di non aver commesso alcun reato".
2011-07-25 25 luglio 2011 ROMA Rogo Tiburtina, aperta inchiesta Alemanno: Fs paghino i danni L'incendio scatenatosi domenica alla stazione di Roma Tiburtina, che resta inagibile, continua a provocare disagi sulla rete ferroviaria nazionale, provocando le proteste dei passeggeri. Questa mattina un centinaio di persone ha preso d'assalto un Freccia argento "dirottato" dalle Fs per far fronte alla situazione di emergenza. Più di 400 pendolari sono saliti a bordo, ma molti altri sono rimasti a terra, con momenti di alta tensione. La procura di Roma intanto ha aperto un'inchiesta per incendio colposo, anche se l'ipotesi dolosa non è al momento del tutto esclusa. A scatenare l'incendio potrebbe essere stato un impianto malfunzionante. Dura la reazione del sindaco di Roma Gianni Alemanno: "Mi chiedo come sia possibile che nel cantiere più importante d'Italia, nel cantiere vitale per la mobilità del nostro Paese non ci siano stati o adeguati controlli o adeguate prevenzioni rispetto agli incidenti. Non possono essere i cittadini di Roma a pagare questa situazione e non ci possono non essere responsabili. Chi sbaglia, paga. Attendiamo chiarezza oltre che le Fs ripaghino gli investimenti e i costi che stiamo subendo per ridurre i disagi dei cittadini" L'INCENDIO DI DOMENICA A Roma doveva essere una giornata senz'acqua per molti quartieri, proprio per consentire dei lavori importanti della Tav alla stazione Tiburtina. Invece e' stato il giorno del fuoco, un incendio nel secondo scalo ferroviario della citta', che e' durato 15 ore e ha spaccato in due l'Italia in una domenica di luglio. Le fiamme, divampate verso le 4 per un problema elettrico, le cui cause andranno accertate, hanno raggiunto la sala operativa e invaso una palazzina di uffici e archivi degli anni '30. In tilt il sistema ferroviario che punta tutto sull'alta velocita' e la tecnologia. La paralisi dello scalo Tiburtina, con treni costretti a transitare a bassa velocita' per l'assenza di segnali elettrici, ha avuto ripercussioni sull'intera rete ferroviaria. Ritardi di ore si sono avuti nei principali snodi della Tav e delle altre linee, con migliaia di passeggeri costretti ad attese estenuanti sotto le pensiline, a Milano, Genova, Bologna, Firenze, Napoli e Palermo. ''Il primo obiettivo e' innalzare il livello del servizio, sia per le ferrovie regionali sia per la lunga percorrenza'', si e' limitato a dire nel tardo pomeriggio l'amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato Mauro Moretti, dopo un sopralluogo a Tiburtina. Rete Ferroviaria Italiana (Rfi) ha istituito una commissione d'inchiesta sull'incendio. Tra le possibili cause, la manomissione o asportazione ''di cavi o di collegamenti in rame o alluminio che provocano anomali funzionamenti degli impianti, anche in tempi differiti rispetto al momento del danneggiamento'', si legge in una nota. I vigili del fuoco hanno escluso al 90 per cento l'ipotesi dolosa, puntando sulle ''cause elettriche'', ma e' gia' polemica sulla sicurezza dei cantieri e delle stazioni. Le misure antincendio a Tiburtina ''sono insufficienti'', denunciano i ferrovieri che pubblicano la rivista 'Ancora in marcia'. Le stesse Ferrovie in un comunicato in mattinata ammettevano che non c'era stato dal sistema alcun preavviso di quanto stava per accadere. Saranno le indagini, affidate alla Polfer, a chiarire questi aspetti. La procura di Roma aprira' un fascicolo dopo aver ricevuto il dossier dei pompieri. Intanto a preoccupare e' la situazione del traffico ferroviario e non solo. ''Nei prossimi giorni saranno inevitabili restrizioni al traffico ferroviario con riflessi sui normali servizi ai viaggiatori'', ha detto il ministro dei Trasporti Altero Matteoli, che in serata ha aggiunto: ''Faccio appello alla pazienza dei cittadini che utilizzeranno il treno nei prossimi giorni, tenuto conto che il rogo della stazione Tiburtina fa parte degli eventi imponderabili ed imprevediili''. L'incendio si e' sviluppato probabilmente nei tunnel sotterranei che portano i cavi dell'alta tensione e poi e' salito. Per quasi 15 ore ha bruciato una bassa palazzina che ospita la sala operativa e le centraline elettriche della stazione: da un lato da' sul binario 2 di Tiburtina, dall'altro sull'esterno, lato ovest, ricoperto dalla copertura esterna delle impalcature del cantiere per il nuovo scalo. La scena che si presentava era quella della stazione parzialmente in fiamme, con la parte vecchia e quella nuova già parzialmente realizzata una accanto all'altra, intersecate. I pompieri hanno lottano per mettere al riparo il cantiere del nuovo scalo e sembrano esserci riusciti. I passeggeri arrivavano e si trovavano di fronte le colonne di fumo nero e i mezzi dei vigili del fuoco e delle forze dell'ordine.
2011-07-22 22 luglio 2011 L'INTERVENTO Il richiamo del Quirinale: costumi politici da correggere Con l'approvazione "rapidissima" in Parlamento della manovra finanziaria, l'Italia ha dato "una prova di coesione nazionale, una prova che si doveva dare per mostrare la consapevolezza degli obiettivi da perseguire", ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, durante la cerimonia del Ventaglio al Quirinale. Il capo dello Stato ha aggiunto che "molto resta da fare" in Italia ed in Europa "in una logica di condivisione di rischi e di necessità di azione comune che si è affermata nel Consiglio di ieri a Bruxelles. Ci si è mossi nella direzione in cui molti, ed io stesso, avevamo auspicato che si procedesse risolutamente". Napolitano poi è intervenuto anche sui tagli alla politica. "Io auspico da tempo decisioni di alleggerimento e semplificazione dell'architettura istituzionale oltre che tangibili correzioni sul piano del costume politico. Quanto allo scontro tra poteri dello Stato, secondo il presidente i magistrati devono essere "inappuntabili" in modo da vanificare "attacchi inammissibili alla magistratura", disinnescando così "un fuorviante conflitto" con la politica.
22 luglio 2011 ALLEANZA ALLA PROVA Berlusconi: il governo va avanti Ma è gelo con Bossi "No, non è una finta, è qualcosa di più, la frattura al loro interno mi sembra vera, ma penso che i margini per ricucire e andare avanti ci sono". Nella lunga notte di mercoledì, e nella giornata europea di ieri, Berlusconi è rimasto in contatto permanente con Alfano e i colonnelli del Pdl per capire sino in fondo la portata della grana-Lega. Un moderato e prudentissimo ottimismo lo porta a ricondurre tutto nell’alveo della faida intestina al Carroccio. O, almeno, è questa la linea comunicativa migliore per allontanare lo spettro della crisi: "Non è un momento delicato, c’è una situazione interna ad un partito – dice a margine del vertice di Bruxelles –, ma ho ricevuto rassicurazioni precise che non ci sono rischi per la coalizione". Rassicurazioni ricevute dagli "uffici" del ministro Maroni - non da lui in persona, dunque - "lungamente" interpellati a poche ore dal voto su Papa, mentre non c’è ancora stato il dialogo personale con Bossi: "Ho provato a chiamarlo per fargli gli auguri prima dell’operazione agli occhi, ci riproverò nei prossimi giorni" (proprio l’intervento medico non permetterà al Senatur di partecipare al Cdm di stamattina in cui si attendeva il faccia a faccia del chiarimento, anche se gli impegni "padani" di Bossi, compresa l’apertura delle sedi ministeriali a Monza, non sono stati cancellati). Il Berlusconi politicamente corretto di Bruxelles ("Ho letto e apprezzato le parole di Napolitano" sulla giustizia, dice), nei colloqui privati non riesce a superare la rabbia, lo "sconcerto" e i dubbi sul ruolo avuto dal Carroccio (da Maroni) nell’arresto del deputato azzurro: "Ora basta – ha confidato ad una vicecapogruppo – con diktat e concessioni, non ci sto ad essere commissariato. Se vogliono lascio le chiavi del Palazzo a Napolitano. Ma me lo devono dire in faccia". Ma il punto è proprio questo, ragionano i suoi: chi glielo dovrebbe dire? Bossi o Maroni? Se il proposito di fissare negli occhi il Senatur durante il Cdm di stamattina è saltato, resta la possibilità (a meno di rinvii e assenze dell’ultimo secondo) di incrociare lo sguardo del ministro dell’Interno, accusato sottotraccia nel Pdl di aver "organizzato" l’arresto di Papa per conquistare la leadership del Carroccio e avviare le pratiche che portano al governissimo. Dal Viminale, secondo la ricostruzione dello stesso premier, mercoledì notte sono arrivate "rassicurazioni". Ma al Cavaliere non basta. E non basta nemmeno ai fedelissimi, che ieri in Transatlantico ricostruivano il presunto "patto" tra Maroni, il Pd e Casini: governo tecnico senza Berlusconi e salvataggio di Milanese, il cui ruolo di braccio destro di Tremonti lo avrebbe messo in stretto contatto con uomini del Carroccio. Ragionamenti che danno l’idea di una tensione ai massimi livelli: il corpaccione pidiellino si ribella a tutti i livelli all’ipotesi di una golden share leghista sull’esecutivo. In attesa che Berlusconi parli con Bossi (o con Maroni), ieri si sono mossi Alfano e i capigruppo di Camera e Senato, che hanno chiesto un colloquio a Roberto Calderoli, ritenuto la cinghia di trasmissione tra il Senatur e il ministro dell’Interno. Un incontro teso. Cicchitto avrebbe ribadito "l’assoluta gravità" del voto su Papa, e insieme i colonnelli avrebbero chiesto garanzie sugli altri due temi caldi: le missioni internazionali e i costi della politica. Sul ddl preparato da Calderoli, in discussione proprio oggi nel Cdm, il Pdl sarebbe pronto a fare muro: "Su questi temi si lavora insieme, non vi lasciamo alcuna egemonia". I ministri azzurri non sono per nulla contenti delle fughe in avanti del Carroccio su questioni ad alta presa elettorale. Addirittura, si ipotizza una fumata nera in esecutivo. Ma si deciderà in base all’opportunità politica. Quanto alle missioni internazionali, ieri mattina era previsto l’esame del Senato. Ma le esternazioni "a titolo personale" del viceministro leghista Castelli ("Non voto il decreto per motivi etici, ne ho parlato con Bossi, sono pronto a dimettermi"), unite alla reazione delle opposizioni contro il taglio nella notte ai 17 milioni per la cooperazione civile, hanno portato - su richiesta del presidente di turno dell’Assemblea, il pd Vannino Chiti - al rinvio del voto a martedì. E mentre l’altra parte dell’emiciclo chiedeva le dimissioni di Castelli, i capigruppo di Lega e Pdl - in serata anche Maroni - si affrettavano a chiarire che il Carroccio non si defilerà. Marco Iasevoli
22 luglio 2011 L'OPERA DI DON VERZE' San Raffaele, l'addio a Mario Cal Cda per studiare piano di salvataggio È un don Luigi Verzè visibilmente provato quello che si è presentato alla camera ardente di Mario Cal per rendere l'ultimo addio all'uomo che per oltre 20 anni è stato il suo vice nella gestione del gruppo ospedaliero milanese. Il fondatore del San Raffaele, infatti, non ha preso parte alla cerimonia funebre che si è tenuta sempre nel ciborio dell'ospedale alle 14. È stato lui, che non è riuscito a trattenere lacrime di commozione, ad effettuare il gesto dell'aspersione dell'acqua santa sulla bara del manager, che si è tolto la vita lunedì scorso sparandosi un colpo alla testa nel suo ufficio della casa di cura milanese. Presenti alla camera ardente, insieme a tutti i vertici del San Raffaele, anche don Mazzi, fondatore della comunità Exodus, Alberto Zangrillo, medico personale del premier e il banchiere Roberto Mazzotta. OGGI IL CDA È in corso in queste ore il Cda della Fondazione San Raffaele del Monte Tabor, a Milano. All'incontro sono presenti anche Enrico Bondi, il 'risanatore' di Parmalat e Renato Botti, ex dg della Fondazione, che dovrebbero entrare a far parte dell'organizzazione occupandosi il primo del risanamento, e il secondo della gestione. Per oggi è attesa la ratifica delle loro nomine da parte del Cda.
22 lugio 2011 Treni, bus e metro fermi: un venerdì nero Sarà un venerdì nero per i trasporti, con inevitabili disagi in tutte le città, a causa dello sciopero di treni, autobus, metropolitane e tram, indetto dai sindacati "a sostegno della vertenza per il nuovo contratto della mobilità, che interessa oltre 200 mila addetti", da tre anni in attesa di rinnovo. "In 112 giorni dallo scorso sciopero - sottolineano i sindacati - nulla è cambiato negli atteggiamenti e nei comportamenti dei datori di lavoro". Da ieri sera alle 21 e' iniziato lo stop di 24 ore delle ferrovie, e oggi scatta anche lo sciopero del trasporto pubblico locale, a partire dalle prime ore del mattino. Per quanto riguarda i pendolari, Fs informa che durante lo sciopero circolerà circa il 67% dei 540 treni a lunga percorrenza previsti e, nell'ambito del trasporto regionale, saranno effettuati i servizi essenziali nelle fasce a maggiore mobilità pendolare (dalle 6 alle 9 e dalle 18 alle 21 del 22 luglio). Saranno assicurati poi tutti i treni a media e lunga percorrenza elencati nella tabella A dei convogli previsti in caso di sciopero, consultabile sull'orario ufficiale: limitazioni e cancellazioni saranno possibili però anche dopo la fine dello sciopero, durante il quale sarà comunque assicurato il collegamento tra Roma e l'aeroporto di Fiumicino, con il Leonardo Express o con pullman sostitutivi. E' attivo il numero verde 800 892021 per fornire assistenza. Ecco invece le modalità di sciopero del trasporto pubblico locale delle principali città: Roma dalle 8,30 alle 17,30 e dalle 20 a fine servizio; Milano dalle 8,45 alle 15 e dalle 18 al termine del servizio; Napoli dalle 8,30 alle 17 e dalle 20 a fine servizio; Torino dalle 9 alle 12 e dalle 15 a fine servizio; Venezia-Mestre dalle 9 alle 16,30 e dalle 19,30 a fine servizio; Genova dalle 9,30 alle 17 e dalle 21 a fine servizio; Bari 8,30-12,30 e dalle 15,30 a fine servizio; Palermo dalle 8,30 alle 17,30; Cagliari dalle 9,30 alle 12,45, dalle 14,45 alle 18,30 e dalle 20 alla fine del servizio.
22 luglio 2011 Giovanardi: "Il piano famiglia è una bella auto senza benzina" Il piano nazionale della famiglia, presentato al Consiglio dei ministri questa mattina, "è una bella macchina ma non ha la benzina, quindi rischia di essere un bel modellino". Lo ha detto il sottosegretario alla Presidenza del consiglio Carlo Giovanardi al termine del Cdm. "Crediamo - ha precisato Giovanardi che ha delega alle politiche familiari - di aver costruito una bella macchina per la famiglia italiana per il futuro, ma non c'è la benzina e quindi rischia di essere un bel modellino". La manovra, ha aggiunto, "è stata sadica nei confronti della famiglia? Io non uso un'espressione così forte, ma sono state tolte cose alle famiglie e per me è inaccettabile". La fiscalità, per Giovanardi, "deve cambiare a favore delle famiglie: nel momento in cui si riordinano le aliquote a favore delle famiglie con figli, il discorso cambia e quello che il governo ha indicato agli italiani come un obiettivo può essere realizzato nella legislatura".
2011-07-21 21 luglio 2011 L'ECONOMIA RALLENTA L'allarme di Confindustria: crescita ferma nel 3° trimestre "La crescita sarà quasi nulla nel terzo trimestre, dopo che nel secondo si è avuto un aumento dell'1,6% della produzione industriale, concentrato nella prima parte del periodo, che ha originato una temporanea accelerazione del Pil". È quanto si legge nell'analisi mensile del Centro studi di Confindustria, che vede arrivare nuove difficoltà all'orizzonte: "Per l'Italia si profilano debolezza della domanda interna, minor forza di quella estera, ripercussioni dalle violente turbolenze finanziarie globali e stretta sui conti pubblici". In particolare, "gli indicatori puntano a una nuova e prolungata fase di variazioni del Pil che saranno molto difficilmente superiori all'1% annuo". Il Centro Studi di Viale dell'Astronomia ricorda come "l'attività industriale nel terzo trimestre parte dal -0,3% ereditato dal secondo. Gli indicatori qualitativi sono in corale arretramento: gli indici Pmi hanno rilevato in giugno ordini calanti nel manifatturiero (47,5, minimo da 20 mesi, da 51,1) e nel terziario(47,4, da 50,1). Giudizi e attese delle imprese rivelano la fiacca dinamica produttiva". La fase economica sta ancora attraversando una fase critica. "Il mercato del lavoro in Italia rimane debole" ed i consumi "hanno un profilo piatto". Secondo il dossier "a maggio il tasso di disoccupazione è salito all'8,1% (+0,1 su aprile) e al 28,9% (+0,4) tra i giovani sotto i 25 anni", mentre "a giugno la percentuale di imprese che si attendeva una riduzione del numero di addetti nei successivi tre mesi (17,5%) è tornata a essere superiore a quella di quante prevedevano un incremento (16,0%): un deterioramento che ricalca quello delle previsioni delle aziende sulle condizioni economiche in cui operano". L'Istat intanto comunica che si amplia il disavanzo commerciale con i paesi extra Ue, passato da -1,4 miliardi di giugno 2010 a -1,5 miliardi dello stesso mese del 2011. A giugno le esportazioni italiane verso i Paesi extra Ue rimangono stabili rispetto al mese precedente, mentre le importazioni calano del 2,2%. Nell'ultimo trimestre (aprile-giugno) la dinamica è positiva, rispetto al trimestre precedente, per le esportazioni (+1,6%) e negativa per le importazioni (-0,5%). La crescita tendenziale, invece, si mantiene su tassi positivi, pressochè simili, per importazioni (+8,1%) ed esportazioni (+7,8%), ma risulta in marcato rallentamento rispetto ai mesi precedenti.
21 luglio 2011 COSTI DELLA POLITICA La Camera taglia 110 milioni di spese Primo segnale concreto per chi si attendeva un ridimensionamento dei costi della politica. L'ufficio di presidenza della Camera ha approvato il piano proposto dal presidente Gianfranco Fini, che prevede tagli nel triennio per 110 milioni di euro al bilancio interno. Il piano, che sarà illustrato da Fini durante la Cerimonia del Ventaglio, ha avuto il voto favorevole di tutti i componenti ad eccezione di Mimmo Lucà (Pd), che si è astenuto. Lucà ha spiegato ai cronisti il motivo del suo mancato assenso che lo ha portato ad astenersi: "non sono d'accordo sull'ultima norma del piano, quella che prevede una riduzione del trattamento economico per i nuovi assunti. In realtà c'è un blocco del turn over, quindi di nuovi assunti non ce ne saranno. Piuttosto - ha aggiunto - sarebbe stato meglio prevedere che nei rinnovi contrattuali di tutti i dipendenti ci fosse un ancoraggio agli standard retributivi europei", come prevede il primo articolo della manovra approvata la scorsa settimana. Il Piano approvato dall'Ufficio di Presidenza, per diventare effettivo, dovrà essere recepito dal Bilancio interno della Camera, che verrà discusso in aula la prima settimana di agosto.
2011-07-20 20 luglio 2011 LA DECISIONE La Camera ha detto sì all'arresto di Alfonso Papa La Camera ha detto sì all'arresto dell'onorevole del Pdl Alfonso Papa, avanzata dai magistrati che indagano sulla vicenda P4: 319 i sì, 293 i contrari. Il voto è stato a scrutinio segreto, come richiesto da trenta deputati. Papa, intervenendo in un dibattito ad alta tensione, si era detto innocente e del tutto estraneo alle accuse. La Lega ha chiesto di dire sì all'arresto, lasciando però libertà di voto ai propri deputati. Lasciando l'Aula, il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha commentato: "Siamo stati coerenti". Duro il giudizio del capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto: "È stato un voto liberticida, la maggioranza alla Camera si è assunta una grande responsabilità". Chiaro il riferimento alla diversità di vedute sulla questione tra il Pdl e il Carroccio. Quasi contemporaneamente, il Senato ha respinto la richiesta degli arresti domiciliari per Alberto Tedesco (ex Pd, ora iscritto al Gruppo misto) con 151 no e 127 sì. Tedesco è indagato nell'ambito dell'inchiesta sulla sanità pugliese. Poco dopo si è scatenato il parapiglia con spintoni, urla e insulti. Uscendo dall'Aula ci sono stati spintoni tra Domenico Gramazio (Pdl) e il senatore del Pd Paolo Giaretta, sui voti in più che ha registrato il no all'arresto. Giovanni Grasso
20 luglio 2011 NEL SUD DELLA SOMALIA Corno d'Africa, ora l'Onu dichiara lo "stato di carestia" L'Onu ha dichiarato ufficialmente lo stato di carestia in due regioni del sud della Somalia. Sono circa 350 mila le persone colpite dalla fame, "nella più grave crisi alimentare in Africa degli ultimi venti anni". "Le Nazioni Unite hanno dichiarato oggi lo stato di carestia in due regioni del sud della Somalia: il sud di Bakool e il Basso Shabelle", hanno affermato nell'ufficio di coordinamento degli Affari umanitari dell'Onu in Somalia. Secondo la Nazioni Unite, oltre 10 milioni di persone, nella regione del Corno d'Africa, stanno affrontando le conseguenze di uno dei periodi peggiori di siccità degli ultimi decenni. SBARCANO GLI AIUTI di Matteo Fraschini Koffi Con l’aggravarsi della crisi umanitaria nel Corno d’Africa, le Nazioni Unite hanno confermato che i loro operatori sono riusciti a portare gli aiuti direttamente nelle zone controllate dai ribelli qaedisti somali di al-Shabaab. L’Unicef ha spedito un volo carico di cibo e medicinali che ha rag- giunto la città di Baidoa nel fine settimana, usando una pista d’atterraggio che in precedenza era stata chiusa dai ribelli. "La ragione per cui abbiamo usato un volo è relativa alla velocità con cui vogliamo operare ", ha confermato Rozanne Chorlton, rappresentante Unicef per la Somalia: "Dobbiamo far arrivare gli aiuti il più velocemente possibile per l’aumento di sfollati in Somalia. L’operazione è andata bene – ha concluso Chorlton – i ribelli hanno lasciato gli operatori dell’Onu in pace". La catastrofe umanitaria coinvolge ormai più di undici milioni di persone, due milioni di bambini, e decine di migliaia di profughi che tentano di raggiungere i campi tra Kenya e Somalia dove sperano di portare in salvo i loro figli. In alcune aree del Corno d’Africa, il prezzo del grano è salito tra il 100 e il 200%, riducendo drasticamente la disponibilità di alimenti per le famiglie e per il bestiame. I media locali hanno definito la regione compresa tra Kenya, Etiopia e Somalia "il triangolo della morte". "Abbiamo ricevuto circa 835 milioni di dollari", afferma una nota delle Nazioni unite: "È però necessario un altro miliardo di dollari di finanziamenti per affrontare la crisi". Altri governi stanno rispondendo all’appello delle agenzie umanitarie, tra questi il Kuwait e il Canada che hanno deciso di donare 10 e 22 milioni di dollari rispettivamente. Alcuni analisti credono che permettendo l’arrivo degli aiuti nelle loro zone, i ribelli vogliano evitare un pericoloso accrescimento del malcontento popolare, mentre altri sostengono che al-Shabaab sfrutti questa opportunità per ottenere peso politico e risorse economiche. La situazione sta invece peggiorando vertiginosamente nei corridoi del potere nella capitale somala Mogadiscio. Il nuovo primo ministro, Abdiweli Mohamed Ali, è in ritardo rispetto alla nomina del successivo Governo federale di transizione somalo ( Tfg). La profonda divisione tra il presidente somalo, Sheikh Sharif Ahmed, e lo speaker del Parlamento, Sheikh Sharif Hassan Adam, continua a causare enormi difficoltà a livello politico. Ieri mattina, le guardie di sicurezza dei due leader si sono scontrate davanti al palazzo presidenziale a colpi d’arma da fuoco causando l’uccisione di almeno due soldati e il ferimento di diversi altri. Sharif Ahmed e Sharif Hassan vogliono avere i propri alleati seduti sulle più importanti poltrone ministeriali per essere a capo della gestione dei lauti fondi internazionali. Un recente rapporto del Consiglio atlantico presentato al congresso americano ha però stimato che: "Tra il 2009 e il 2010, dei 75 milioni di dollari destinati al Tfg meno di 3 milioni sono stati rintracciati nella contabilità – recita il documento – Raccomandiamo che siano investigati l’ufficio del presidente e del primo ministro, oltre ai ministeri delle Finanze e dell’informazione". Immediata la replica del deputato somalo Ali Mohamoud Farah Seko, vice presidente del comitato parlamentare della Giustizia, ha dichiarato che: "Se gli americani mi daranno le prove di tale corruzione, i colpevoli verranno subito processati ".
19 luglio 2011 L'EMERGENZA CARESTIA La solidarietà della Cei Come aiutare il Corno d'Africa In risposta all’accorato invito del Santo Padre a operare per sollevare le popolazioni nel Corno d’Africa, colpite da una grave siccità e dalla conseguente carestia, la Presidenza della Conferenza episcopale italiana invita a pregare per le comunità e a sostenere le iniziative di solidarietà promosse dalla Caritas italiana. La Presidenza della Cei, per far fronte alle necessarie emergenze e ai bisogni essenziali delle persone colpite, ha stanziato un milione di euro dai fondi derivanti dall’otto per mille. L’apposito Comitato per gli interventi caritativi a favore del Terzo Mondo provvederà all’erogazione della somma accordata, accogliendo le richieste che stanno pervenendo o perverranno, sostenendo direttamente progetti di enti ecclesiali locali che operano in collegamento con le istituzioni caritative della Conferenza episcopale o delle diocesi del luogo. La Presidenza della Cei COME AIUTARE La Caritas Italiana ha subito messo a disposizione 300mila euro per i primi interventi. E ha avviato una sottoscrizione per sostenere le azioni in corso da tempo nel Corno d’Africa in collaborazione con le Caritas locali. Si possono quindi inviare offerte a Caritas Italiana tramite: <+nero_bandiera>C/c postale n. 347013 specificando nella causale: "Carestia Corno d’Africa 2011". Offerte sono possibili anche tramite altri canali, tra cui: UniCredit, via Taranto 49, Roma - Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119; Banca Prossima, via Aurelia 796, Roma - Iban: IT 06 A 03359 01600 100000012474; Intesa Sanpaolo, via Aurelia 396/A, Roma - Iban: IT 95 M 03069 05098 100000005384; Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma - Iban: IT 29 U 05018 03200 000000011113. Inoltre: CartaSi e Diners telefonando a Caritas Italiana 06 66177001 (durante gli orari d’ufficio).
19 luglio 2011 L'EMERGENZA CARESTIA La solidarietà della Cei Come aiutare il Corno d'Africa In risposta all’accorato invito del Santo Padre a operare per sollevare le popolazioni nel Corno d’Africa, colpite da una grave siccità e dalla conseguente carestia, la Presidenza della Conferenza episcopale italiana invita a pregare per le comunità e a sostenere le iniziative di solidarietà promosse dalla Caritas italiana. La Presidenza della Cei, per far fronte alle necessarie emergenze e ai bisogni essenziali delle persone colpite, ha stanziato un milione di euro dai fondi derivanti dall’otto per mille. L’apposito Comitato per gli interventi caritativi a favore del Terzo Mondo provvederà all’erogazione della somma accordata, accogliendo le richieste che stanno pervenendo o perverranno, sostenendo direttamente progetti di enti ecclesiali locali che operano in collegamento con le istituzioni caritative della Conferenza episcopale o delle diocesi del luogo. La Presidenza della Cei COME AIUTARE La Caritas Italiana ha subito messo a disposizione 300mila euro per i primi interventi. E ha avviato una sottoscrizione per sostenere le azioni in corso da tempo nel Corno d’Africa in collaborazione con le Caritas locali. Si possono quindi inviare offerte a Caritas Italiana tramite: <+nero_bandiera>C/c postale n. 347013 specificando nella causale: "Carestia Corno d’Africa 2011". Offerte sono possibili anche tramite altri canali, tra cui: UniCredit, via Taranto 49, Roma - Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119; Banca Prossima, via Aurelia 796, Roma - Iban: IT 06 A 03359 01600 100000012474; Intesa Sanpaolo, via Aurelia 396/A, Roma - Iban: IT 95 M 03069 05098 100000005384; Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma - Iban: IT 29 U 05018 03200 000000011113. Inoltre: CartaSi e Diners telefonando a Caritas Italiana 06 66177001 (durante gli orari d’ufficio).
20 luglio 2011 TENSIONI NELLA MAGGIORANZA Decreto rifiuti, Governo battuto alla Camera La Camera ha dato il via libera al rinvio del decreto legge sui rifiuti in commissione. In precedenza, con i voti della sola opposizione era passata una parte di una mozione dell'Idv, su cui il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo si è astenuta contrariamente ai deputati di maggioranza e tutti i ministri. Prestigiacomo si è poi astenuta mentre tutti i membri del governo in aula votavano no. Il testo dell'Idv, su cui comunque il ministro aveva espresso parere favorevole, è passato con 287 no, 296 sì e sei astenuti. Dai banchi di opposizione si è ripetutamente urlato: "Dimissioni, dimissioni". Alla fine il governo è risultato battuto per 296 voti a favore e 287 contrari (sei astenuti) e la mozione dell'Idv è passata. La scena si è ripetuta sulle altre mozioni: anche quando il ministro Prestigiacomo ha reso parere favorevole, maggioranza e membri del governo hanno votato contro. Il Pdl ha ritirato lapropria mozione. In aula è un continuo di conciliaboli tra membri di maggioranza e membri del governo.
20 luglio 2011 INCHIESTA Caso Papa, resta l’incognita Lega Per la richiesta di arresto del deputato del Pdl Alfonso Papa si prevede un finale degno di un film giallo. Questo pomeriggio alle 16 l’aula di Montecitorio dovrà infatti votare se decidere a favore della custodia cautelare per il magistrato napoletano rimasto invischiato nella inchiesta sulla cosiddetta 'P4'. Gli schieramenti sulla carta sembrerebbero favorevoli alla richiesta dei giudici di Napoli. Con la Lega che, dopo ordini e contrordini, si è ieri assestata su una soluzione 'salomonica'. Ovvero il gruppo si pronuncerà ufficialmente per l’arresto di Papa, ma contemporaneamente lascerà libertà di coscienza. Il segretario del Pdl ha fatto sapere che voterà contro: "Sì al partito degli onesti – ha sintetizzato – no alle manette". Ad aumentare la tensione sull’esito finale sarà la richiesta del voto segreto, sul quale da tempo sembra contare sia Papa, sia il Pdl, sia anche la Lega. Le votazioni alla Camera sono sempre palesi, recita il regolamento, a meno che non si tratti di votazioni sulle persone. In questo caso deve essere richiesto alla presidenza esplicitamente, con l’appoggio di 30 deputati. Il Carroccio ha annunciato che non intende ricorrere allo scrutinio segreto, ma con ogni probabilità sarà il gruppo dei 'responsabili' a fare il primo passo. Domenico Scilipoti già si è detto disponibile. E certo, in questo caso, non sarebbe affatto difficile trovare i trenta deputati necessari. Nel segreto dell’urna, potrebbe uscire di tutto. Il Pd è sembrato molto preoccupato da questa evenienza. Anche perché teme che, se Papa verrà 'salvato' contestualmente al pd Tedesco su cui si vota in Senato, l’opinione pubblica griderebbe alla 'combine'. Ed è esattamente quello che il segretario Pierluigi Bersani sta cercando di evitare, convinto strenuamente della necessità di dividere i comportamenti del suo partito da quelli che vengono comunemente indicati come i privilegi della Casta. Il presidente della Giunta per le autorizzazioni a procedere, Pierluigi Castagnetti (Pd), ha provato con una soluzione alternativa: ovvero quella di invitare Papa alle dimissioni spontanee. Un appello ribadito, con motivi opposti, cioè per risparmiare al centrodestra una possibile sconfitta parlamentare, dal leader della Destra Francesco Storace. Il voto segreto finirebbe insomma per provocare polemiche senza fine. Nei corridoi di Montecitorio si spargono notizie mischiate a veleni, difficili da separare. Come quelle che vedrebbero una piccola parte del Pd propensa a votare contro, per bloccare le ingerenze dei magistrati o comunque per garantismo, visto che Papa (si dice) non ha più la possibilità di inquinare le prove e certo non fuggirà all’estero. Allo stesso modo si parla di un drappello di ex An del Pdl pronti a votare a favore per dare un segnale forte a Berlusconi e ad Alfano. Mentre nella Lega si scontrebbero i filo-Maroni (favorevoli all’arresto) e i lealisti ultra bossiani. Giovanni Grasso
20 luglio 2011 MILANO Corruzione, Filippo Penati indagato per l'area Falk di Sesto San Giovanni Il vicepresidente del Consiglio regionale della Lombardia, Filippo Penati (Pd), e altre persone, sono indagati a vario titolo per concussione, corruzione e illecito finanziamento ai partiti nell'ambito di un'inchiesta della Procura di Monza sull'area Falk di Sesto San Giovanni. La Gdf sta effettuando 7 perquisizioni negli uffici del Consiglio regionale della Lombardia e in società e abitazioni di Milano e Sesto San Giovanni. L'inchiesta -- coordinata dai pm Walter Mapelli e Franca Macchia -- è nata con l'invio a Monza di parte della documentazione, per competenza territoriale, dell'indagine della procura di Milano sulla mancata bonifica dell'area di Santa Giulia e le presunte irregolarità fiscali della società Risanamento. Una nota della Gdf spiega che in queste ore sono in corso diverse perquisizioni in abitazioni private, sedi di società ed alcuni uffici del Comune di Sesto San Giovanni. "Secondo l'ipotesi accusatoria -- si legge nel comunicato -- sarebbero state corrisposte, o promesse, somme di denaro per agevolare il rilascio di alcune concessioni o per impostare secondo determinati criteri il Piano di governo del territorio".
19 luglio 2011 ALLARME SOLIDARIETÀ Manovra, "Volontariato internazionale al capolinea" Una mannaia si sta per abbattere sulla cooperazione civile italiana nelle aree internazionali di crisi. La denuncia arriva dall’organizzazione umanitaria per l’emergenza Intersos che, con il presidente Nino Sergi, critica duramente il decreto legge 107 del 12 luglio con cui il Governo ha prorogato e rifinanziato le missioni all’estero. Nello specifico, Sergi denuncia il drastico taglio dei fondi alla cooperazione civile allo sviluppo, alla quale viene assegnato appena l’1,5% degli stanziamenti approvati, mentre il restante 98,5% è destinato alla componente militare delle missioni. In pratica, denuncia Sergi, se il decreto fosse confermato in sede di approvazione parlamentare, si arriverebbe al "dissolvimento degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace di stabilizzazione" delle aree di crisi. A sostegno della protesta, Intersos ricorda l’entità dei tagli apportati al sistema della cooperazione internazionale italiana. Mentre, infatti, tra il 2008 e il 2011 i finanziamenti alle missioni internazionali sono cresciuti del 50%, passando da un miliardo a un miliardo e 500 milioni di euro, i fondi per le iniziative di cooperazione allo sviluppo, previste all’interno delle missioni, sono diminuiti del 45%. Nel dettaglio, nel 2008 i fondi per la cooperazione erano il 9,4% di un miliardo di euro, nel 2009 sono passati al 6,1% di 1,4 miliardi e nel 2010 sono stati ulteriormente ridotti, rappresentando il 4,7% di 1,5 miliardi destinati alle missioni internazionali. Quest’anno la situazione è la seguente: nel primo semestre alla cooperazione è stato destinato il 3,6% di 754 milioni, mentre per la seconda metà dell’anno è previsto l’1,5% di 736 milioni di euro. "Il Governo – spiega Sergi – non si è reso conto che l’eccessiva riduzione dei fondi comporterà, nella realtà, la soppressione di attività già avviate. Ancora più grottesca è la moltiplicazione di strutture per gestire questo "nulla". È confermata infatti una "task force", con il compito di individuare, gestire e coordinare gli interventi, come se non bastasse l’attività dell’Unità tecnica centrale della Direzione generale cooperazione allo sviluppo (Dgcs)". Intersos denuncia anche il "blitz", attuato attraverso la modifica di due commi dell’articolo 3 del decreto 107 del 12 luglio, con cui si sono praticamente "eliminate alcune garanzie per i volontari e cooperanti delle Ong". "Con queste norme – esemplifica Nino Sergi – Ong come "Cuamm-Medici con l’Africa" o "Emergency" e ogni realtà che impiega personale ospedaliero e di altri enti pubblici, si trova senza la possibilità di far valere il diritto all’aspettativa e di provvedere ai versamenti contributivi. Molti progetti rischiano perciò di fermarsi per l’impossibilita di inviare personale". Anche alla luce di queste considerazioni, Sergi invita il Governo a ritirare i due commi e avviare un "tavolo di lavoro per studiare attentamente la questione e trovare, tra Ong e Ministero, la giuste modalità per arrivare allo stesso risultato senza pasticci e superficialità di sorta". Anche il portavoce del Forum del Terzo settore, Andrea Olivero, lancia un appello a "fare marcia indietro, per evitare di smantellare il volontariato internazionale che, in Italia, ha una storia e un tradizione molto radicata e che, nel corso degli anni, ha contribuito non poco, a migliorare l’immagine e il prestigio del nostro Paese all’estero". Per Olivero, questo provvedimento è tanto più grave perché "messo in atto all’insaputa degli organismi che avrebbero dovuto essere coinvolti". Ancora una volta, incalza il portavoce del Forum del Terzo settore, "il Governo ha agito senza ascoltare la voce dei diretti interessati, con un’azione che rischia di mandare all’aria la lunghissima tradizione della cooperazione internazionale, abbandonando a se stessa quella vastissima risorsa che lavora per il nostro Paese e per i Paesi in via di sviluppo, che si chiama volontariato". Paolo Ferrario
20 luglio 2011 MILANO San Raffaele, si lavora per evitare il fallimento Mentre il nuovo management lavora al salvataggio dell’Ospedale San Raffaele, l’inchiesta sulla morte di Mario Cal procede spedita. Questa mattina, a Milano, sarà eseguita l’autopsia dell’ex vicepresidente della Fondazione San Raffaele che si è tolto la vita lunedì sparandosi un colpo di pistola alla testa. La dinamica dell’episodio appare chiara, tuttavia il sostituto procuratore della Repubblica, Maurizio Ascione, ha aperto un’indagine per istigazione al suicidio a carico di ignoti. Un "atto dovuto". Già poche ore dopo il decesso, il pm ha ascoltato i testimoni intervenuti a prestare i primi aiuti a Cal. Tra questi anche il responsabile della sicurezza dell’Ospedale San Raffaele che, per facilitare i soccorsi, ha spostato la pistola infilandola poi in un sacchetto. Ascione non esclude di ascoltare anche i vertici del gruppo - compreso lo stesso fondatore, il 91enne don Luigi Verzè provato dalla morte del suo alter ego - , per ricostruire i motivi di preoccupazione che hanno indotto Cal a spararsi.
Motivi che sarebbero in larga parte riconducibili alla grave situazione debitoria dell’istituto che, però, secondo fonti della procura, non giustificherebbero il suicidio. Cal si sarebbe anche sentito "assediato mediaticamente" e avrebbe meditato a lungo di togliersi la vita. Il magistrato inquirente sta anche analizzando le due lettere lasciate dal dirigente alla moglie e alla segretaria; brevi scritti in cui avrebbe chiesto perdono. Inoltre, il nipote di Cal avrebbe dichiarato al pm che tre giorni fa lo zio si sarebbe informato circa la capacità della Smith & Wesson calibro 38, che Mario Cal deteneva legalmente, di ammazzare una persona. "Non mi ero reso conto delle sue intenzioni", avrebbe spiegato il nipote. Intanto, i riflettori restano puntati sulla situazione contabile della Fondazione. In seguito al suicidio di Cal i pm Luigi Orsi e Laura Pedio hanno acquisito fascicoli e documentazione appartenuta all’ex numero due. I debiti, stimati in oltre 900 milioni di euro, in parte dovrebbero essere ripianati dal nuovo gruppo dirigente. I termini dell’intervento finanziario della nuova compagine, però, non sono stati ancora comunicati ufficialmente nonostante l’avvenuto insediamento nel consiglio di amministrazione. Perciò al vaglio della Procura di Milano c’è l’ipotesi di avanzare un’istanza di fallimento. A questa decisione i magistrati arriverebbero qualora non si giungesse, in tempi strettissimi, a presentare un piano di ristrutturazione e rilancio. Venerdì è prevista la riunione del cda dell’istituto che pochi giorni fa ha visto il passaggio di consegne al management voluto dalla Santa Sede. Mentre lunedì prossimo l’azienda incontrerà i sindacati, "preoccupati " dalle vicende finanziarie della holding sanitaria. Il cda uscente avrebbe dovuto presentare entro ieri al tribunale fallimentare la domanda di concordato, così da evitare l’avvio delle procedure di fallimento. Il cambio dei vertici offre però alla Fondazione ancora qualche giorno di respiro prima di correre in tribunale a fermare il conto alla rovescia. Vito Salinaro e Nello Scavo
19 luglio 2011 LA SCOMPARSA Si è spento Remo Gaspari figura storica della Dc È morto oggi Remo Gaspari, più volte ministro democristiano, leader del Dc in Abruzzo. Qualche giorno fa aveva compiuto 90 anni. Il decesso è stato scoperto intorno alle 10 dalla donna macedone accudiva Gaspari nella sua casa di Gissi (Chieti). Gaspari era chiamato da tutti "Zio Remo", dentro e fuori dall'Abruzzo, perchè dava ascolto a tutti, anche a chi non era democristiano, e cercava di risolvere i problemi che gli si prospettavano. Riceveva anche sotto l'ombrellone, sulla spiaggia di un hotel di Vasto, dove andava in vacanza. Per lui le opposizioni coniarono il termine "Gasparismo". E pensare che voleva fare solo l'avvocato; invece fu parlamentare per nove legislature (dal 1953 al 1992), molte volte sottosegretario e per ben sedici volte ministro (secondo solo ad Andreotti); fu segretario amministrativo e vicesegretario politico della Dc (rispettivamente con Fanfani e Zaccagnini) e nel 1992 il politico più votato, con 88.221. La carriera di Gaspari - nato il 10 luglio 1921 - parte da Gissi, piccolo Comune dell'entroterra Chietino, dove il giovane Remo inizia la professione di avvocato l'8 agosto 1944. Non passa molto tempo che alcuni compaesani un giorno vanno a trovarlo nel suo studio e lo pregano di voler ricoprire l'incarico di segretario di sezione della DC. Prima rifiuta, dicendo che non se la sente perchè ha appena intrapreso una professione, ma un colloquio con il padre lo convince ad accettare: pochi giorni dopo, costituisce il nucleo della Dc che allora non c'era a Gissi, paese all'80% comunista. Con la campagna elettorale del 1946 Gaspari diventa segretario Dc per la zona del Medio e alto Vastese. Nel 1948 fa una campagna elettorale snervante, che dimostra la sua tempra: 172 comizi per le stradine bianche e contorte della provincia di Chieti. Nel 1947 diventa assessore provinciale e nel 1952 sindaco di Gissi. La sua popolarità e la sua abilità di oratore fanno capire ben presto agli esponenti della Dc che può andare ben oltre la guida di un paese: viene convito a candidarsi al Parlamento, benchè lui sia recalcitrante, e nel giugno 1953 entra alla Camera. Negli anni '60 ricopre sette volte il ruolo di sottosegretario (Poste e Industria). Gaspari diventa per la prima volta ministro nel secondo Governo Rumor, ai Trasporti, poi per la riforma della Pubblica Amministrazione (tre volte: con Rumor, Colombo e Andreotti), alla Sanità, alle Poste e Telecomunicazioni, Rapporti con il Parlamento, Funzione Pubblica, Difesa, Protezione civile (con polemiche e successo per l'emergenza dell'alluvione in Valtellina), per gli interventi straordinari nel Mezzogiorno; concluse la sua carriera ministeriale nei governi Andreotti VI e VII al dicastero della Funzione Pubblica. Il notevole contributo dato allo sviluppo dell'Abruzzo gli viene riconosciuto unanimemente da tutte le forze politiche, tanto da essere chiamato "zio Remo". È lui stesso a dichiarare che, quando era al Governo, cercava di portare in Abruzzo tutte le industrie che gli capitassero a tiro, un atteggiamento che, ne era convinto, determinò la crescita di questa regione poi uscita dall'Obiettivo 1 dell'Ue. Ritiratosi a vita privata a Gissi con la fine della cosiddetta "Prima Repubblica", non si sottraeva a partecipare a iniziative politiche per dare il suo contributo.
2011-07-16 16 luglio 2011 Delusione Ma la politica si auto-tassa appena per 8 milioni Dai presìdi semi-permanenti dietro le transenne in piazza Montecitorio una donna si fa sentire con l’aiuto di un megafono: "Ma come potete chiedere altri sacrifici a noi se non avete toccato di un euro i vostri privilegi?". La protesta, isolata e un po’ velleitaria, racconta di una pubblica opinione sfiduciata, quasi rassegnata. Che affida a una voce gracchiante e isolata la protesta che tutti hanno in mente. La Casta - cosiddetta - riesce a racimolare solo milioni (otto, per la precisione) in una manovra che taglia in miliardi (80 in tutto spalmati nei quattro anni). Dopo i roboanti proclami inziali il tutto suona come una presa in giro, peggio, una sorta di ricatto da parte di una classe politica - la "prima classe" del Titanic, per dirla con Tremonti - che, essendo chiamata a salvare il Paese con misure senza precedenti, si presta alla causa solo a prezzo di salvare sé stessa. Voli di Stato riservati solo alle cinque alte cariche: resta questa la misura più significativa fatta salva in manovra peraltro con eccezioni e scappatoie ancora possibili per singoli casi. Poi: auto blu di cilindrata non superiore ai 1600 cc, con l’eccezione ancora una volta delle alte cariche. Taglio del 20 per cento al Cnel e ad altre autorità inidipendenti. Rimborsi elettorali solo se la legislatura arriva alla conclusione naturale. Misura che, in questa congiuntura traballante, ha tanto l’aria di una polizza assicurativa inventata dalla maggioranza per "disincentivare" qualche partito (la Lega, ipotizzano i maligni) dall’idea di staccare la spina. Nussuna traccia per il resto della promessa sforbiciata all’indennità dei parlamentari e alla loro velocissima previdenza e della riduzione stessa del loro numero. Trattasi in quest’ultimo caso di una modifica costituzionale, ma vista la convergenza praticamente dell’intero arco parlamentare sull’obiettivo, forse era l’occasione per iniziare a passare dalle parole ai fatti. Ma altri banchi di prova non mancheranno. Con il testo che la Lega ha predisposto, a firma Roberto Calderoli, che punta a costituire il Senato federale e a dimezzare il numero dei parlamentari. E con la proposta del Pd calendarizzata per settembre che ne riduce il numero a 600 dai 945 attuali: 400 deputati e 200 senatori. L’ultimo capolavoro, concepito nottetempo, è stato quello di parametrare la retribuzione non più alla media europea, ma alla media dei "sei principali stati dell’area euro", ossia i più ricchi, quelli di cui fatichiamo a tenere il passo. Quanto alla riduzione dei rimborsi elettorali, nella misura non drammatica del 10 per cento, ne è stata disposto lo slittamento alla prossima legislatura. Uteriori privilegi sono stati invece inseriti sotto forma di mancata sanzione. Quella massima per "manifesto selvaggio" tocca la ragguardevole cifra di 13mila euro, con la responsabilità in solido introdotta per il soggetto pubblicizzato. Ma - guarda caso - la stretta non riguarderà i manifesti politici che di queste violazioni sono la parte più consistente e a volte sfacciata. "Noi non possiamo non dare l’esempio, chiedere sacrifici alla gente non facendo nulla noi", sprona adesso il leghista Giancarlo Giorgetti. Parole che potrebbero essere bollate come lacrime di coccodrillo, se non fosse che altre occasioni ci saranno, anche a breve, per fare sul serio, per "tempestivamente e rapidamente affiancarsi" ai sacrifici che la gente comune dovrà affrontare, auspica il presidente della Commisione Bilancio della Camera a nome del Carroccio. Fra gli strumenti per intervenire ci sono anche i regolamenti interni dei due rami del Parlamento. Gruppi di lavoro dei singoli partiti promettono proposte molto forti a breve, in particolare per Montecitorio - la voce più pesante - che vede i suoi costi di gestione lievitare ben oltre il miliardo annuo, con prospettiva di ulteriore aumento, senza interventi correttivi, per gli anni a venire. "Abbiamo proposte precise sui costi della politica e rifiutiamo l’antipolitica", dice, per il Pd, il segretario Pierluigi Bersani. Ma un’altra occasione è andata perduta. Angelo Picariello
16 luglio 2011 La Procura di Napoli ha chiesto l'arresto P4, il Csm: "Papa sospeso da funzioni e stipendio" La Prima sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura ha deciso, stamani, in via cautelare, la sospensione di Alfonso Papa dalle funzioni e dallo stipendio. Con questa decisione Papa, il magistrato parlamentare del Pdl sotto inchiesta nell'indagine P4 per il quale la Procura di Napoli ha chiesto l'arresto che ieri la giunta della Camera ha autorizzato 1, non percepirà lo stipendio come giudice nemmeno nel caso in cui si dimettesse da Montecitorio. La delibera del Csm è stata presa a porte chiuse dopo l'audizione dello stesso Papa. Alfonso Papa è già fuori ruolo dalla magistratura poiché in aspettativa per svolgere le funzioni di parlamentare. Con la decisione della sezione disciplinare del Csm se dovesse dimettersi da parlamentare non percepirà lo stipendio da magistrato. La decisione di sospenderlo in via definitiva verrà presa dal Csm solo all'esito del processo penale che lo vede coinvolto. La decisione per la sezione disciplinare è stata presa questa mattina dopo circa un'ora di Camera di Consiglio. In un'intervista pubblicata oggi su Repubblica, Papa fa un appello ai colleghi: "Sarebbe dur andare da innocente in carcere. Ho detto che l'inchiesta è una vendetta e me ne prendo le responsabilità. Mi contestano due soggiorni offerti a persone, ma ho già restituito i soldi". E sulle consulenze milionarie alla moglie: "Intyroiti del tutto leciti, lei è la mia forza". Il deputato sostiene di avere l'appoggio del partito: "Berlusconi mi ha rincuorato, è stato affettuoso, mi ha detto: tieni duro".
2011-07-15 15 luglio 2011 IL PIANO ANTI-CRISI Approvata la manovra Berlusconi: Italia più forte Dopo aver espresso il voto di fiducia al governo, la Camera ha approvato definitivamente la manovra economica: 314 i voti a favore, 280 i contrari e due gli astenuti. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha subito promulgato il decreto legge. "L'Italia deve esser grata alle Camere - ha commentato Napolitano - È una prova di coesione e si tratta di un risultato impensabile senza il deciso concorso dell'opposizione". Il Quirinale ha quindi auspicato un confronto tra gli schieramenti su come fermare la morsa del debito. "Ora l'Italia è più forte" ha commentato Berlusconi, che ha però sottolineato che nonostante l'approvazione della manovra economica "restano delle incognite" dovute alla crisi così come "i problemi ereditati dal passato e che impediscono alla nostra economia un andamento in linea con gli altri Paesi europei". Il premier ha poi risposto a chi aveva sottolineato la sua assenza dal dibattito politico di questi giorni: "Non sono stato affatto assente o latitante. Mi vogliono dipingere così, ma io invece in questi giorni ho studiato tutte le carte, ho lavorato per il bene degli italiani: mi piacerebbe tanto dare loro quello che ho promesso, un alleggerimento della pressione fiscale, ma il momento è difficile e adesso non è possibile". Dopo il voto il premier ha voluto sottolineare ancora il senso del suo atteggiamento: "Mi si attribuisce un silenzio inspiegabile in questi giorni. È molto chiaro invece che le cose recentemente accadute che mi hanno riguardato da vicino sono tali che se dicessi quello che penso davvero non coinciderebbe con gli interessi del Paese in questo momento di attacchi internazionali. Il mio senso di responsabilità mi ha quindi impedito di dichiarare quello che penso".
15 luglio 2011 TUTTE LE NOVITA' Pensioni tartassate: età innalzata e aumenti bloccati
È il settore più rivoluzionato dalla manovra: a conferma che, quando serve, la previdenza rimane uno dei serbatoi più 'gettonati' a cui attingere. Con il decreto si ottengono, in un colpo solo, i seguenti effetti: viene frenata o azzerata la rivalutazione annua delle pensioni medio-alte, si introduce un taglio almeno del 5% per quelle sopra i 90mila euro annui, si anticipa l’innalzamento dell’età di ritiro che farà lasciare a tutti il lavoro più tardi, si obbligano i pensionandi con 40 anni di contributi ad andarsene un mese dopo e si stabilisce dal 2020 l’aumento dell’età di pensione anche per le donne che lavorano nel privato.
Un ricco carnet , dunque. La misura che ha provocato più polemiche (oggi protesterà lo Spi-Cgil) è quella sulle indicizzazioni che ogni anno, il 1° gennaio, fanno salire un po’ l’importo degli assegni (per il 2012, a esempio, a oggi è prevedibile che la percentuale di adeguamento sarà di circa il 2%). Questa percentuale nel biennio 2012/13 resterà ora applicata al 100% per le pensioni più basse, fino a 1.428 euro mensili lordi; nell’ultima versione calerà invece dal 90 al 70% (in un primo tempo si era ipotizzato il 45%) per quelle fino a 5 volte gli assegni minimi, ovvero dai 1.428 fino a 2.380 euro. Ma attenzione, l’aumento ridotto varrà solo per la fascia di pensione sopra i 1.428 euro: in pratica, la perdita sarà al massimo di 6 euro. Resta confermato l’azzeramento degli aumenti annui per quelle sopra i 2.340 euro lordi al mese, sempre nella parte eccedente tale soglia.
Ben più netto è invece il taglio per chi percepisce lauti assegni previdenziali: da agosto e fino a tutto il 2014, i livelli sopra i 90mila euro lordi l’anno saranno tagliati del 5%, quelli sopra i 150mila del 10%. Un’altra sorpresa finale in negativo riguarda l’anticipo della norma approvata nel 2010 (e presentata allora da Tremonti come "la vera riforma delle pensioni") che fa salire in automatico per tutti l’età di pensione in rapporto all’allungamento delle aspettative di vita. Per i trattamenti di vecchiaia e per l’assegno sociale l’età dovrebbe salire di 3 mesi dal 1° gennaio 2013 (doveva scattare dal 2015). Per i successivi interventi triennali, dal 2016 al 2030, la stima è di successivi innalzamenti di 4 mesi, che si ridurranno a 3 mesi dal 2030.
A conti fatti nel 2050, rispetto a oggi, si dovrebbe andare in pensione 3 anni e 10 mesi più tardi. Un’altra novità introdotta nelle battute finali si rivela spiacevole per i lavoratori con 40 anni di contributi, che vengono 'toccati' per la prima volta: per il 2011 in corso non cambia nulla, ma da gennaio 2012 dovranno comunque aspettare un mese in più per lasciare il lavoro; poi quest’attesa si prolungherà a 2 mesi dal 2013 e a 3 per chi matura i 40 anni nel 2014.
Le donne, infine: è confermata la partenza nel 2020 dell’aumento, dagli attuali 60 anni, dell’età per la pensione di vecchiaia delle donne nel settore privato (il processo è già in corso nel pubblico impiego). Il meccanismo è graduale e si arriva a 65 anni nel 2032. Eugenio Fatigante
15 luglio 2011 TUTTE LE NOVITA' Agevolazioni falciate, anche per la famiglie Si completa con una "mazzata" finale il menù della manovra-sprint rafforzata, dopo l’annuncio di Tremonti l’altroieri, fino alla cifra-monstre di 70 miliardi e oltre. La novità finale è anche una di quelle dal maggior impatto: il taglio alle agevolazioni fiscali che scatterà dal 2013 (la cosiddetta "clausola di salvaguardia" che sarà attivata nel caso in cui non fosse realizzata per tempo la delega per la riforma di Fisco e assistenza) sarà indistinto. Cioè riguarderà tutti i circa 480 regimi di favore oggi esistenti, a partire dai figli e familiari a carico, dalle spese per la sanità, dallo sgravio del 36% per i lavori edilizi e da quello del 55% per il risparmio energetico, dai costi per gli asili a quelli per i mutui e gli studenti universitari, fino alla detrazione sui redditi da lavoro dipendente e da pensione. A subire una sforbiciata saranno così pure le agevolazioni a favore del Terzo settore, delle Onlus e quelle in materia di Iva e di accise. Si tratta di una novità che conferma come questa manovra, cresciuta in modo abnorme con il passare dei giorni (e con l’aggravarsi dell’immagine dell’Italia sui mercati finanziari) finisca, al di là dei proclami del governo, col mettere pesantemente le mani nelle tasche dei cittadini.
Per tutte queste voci il taglio sarà lineare, cioè uguale, e pari al 5% nel 2013 e al 20% a partire dal 2014. E dovrà garantire un recupero, da destinare alla riduzione del deficit, di 4 miliardi di euro nel primo anno e di 20 miliardi nel secondo. Anche se la Cgil contesta queste cifre e, sostenendo che in realtà l’insieme dei vari regimi agevolativi oggi in vigore "vale" 161 miliardi, il loro taglio del 5 e del 20% farebbe risparmiare allo Stato rispettivamente 8 e 32 miliardi, quindi ben oltre i 20 previsti dal governo. L’unica possibilità concessa dalla norma, ha spiegato il relatore al Senato, Pichetto Fratin, è che "con successivi decreti il governo potrà decidere di escludere alcune categorie". Quindi, a esempio, potrebbe tener fuori gli sgravi per i familiari. Ma allo stato è solo un auspicio. La novità del testo finale, rispetto alla prima versione, è anche il rafforzamento dell’eventuale taglio: nella bozza il taglio lineare sarebbe dovuto scattare solo nel caso in cui entro settembre 2013 il governo in carica non avesse completato la riforma prevista dalla legge delega; ora invece anche la riforma dovrà comunque garantire quegli stessi importi (4 più 20 miliardi). Questo spiega anche il lievitare dell’intervento, rafforzato dall’azione del Senato: ora il decreto riduce il deficit di 47,97 miliardi di euro nel 2014, dai circa 40 miliardi del testo uscito da Palazzo Chigi. E le maggiori entrate assicurano il 60% dell’intera correzione. Nel dettaglio, l’intervento è poi da 2,10 miliardi sul 2011, da 5,58 sul 2012 e da 24,40 miliardi sul 2013. Altre novità decise nel corso dell’ultima nottata in commissione Bilancio, a Palazzo Madama, riguardano la revisione del Patto di stabilità con gli enti locali (sul quale si era rischiato l’empasse) e gli ammortamenti. Per questi, dopo le critiche di Confindustria è saltato anche il tetto al 2% (all’inizio doveva essere l’1%) per tutti i concessionari. In compenso arriva un aumento dello 0,30% dell’Irap (dal 3,90 al 4,20%) per i concessionari non autostradali, mentre per quelli di autostrade e trafori scende dal 5 all’1% la deducibilità del fondo spese di ripristino. Per gli enti locali, infine, è saltato il parametro di virtuosità sul rapporto fra la spesa per investimenti, finanziata con risorse proprie, e la spesa corrente. Eugenio Fatigante
15 luglio 2011 TUTTE LE NOVITA' Agevolazioni falciate, anche per la famiglie Si completa con una "mazzata" finale il menù della manovra-sprint rafforzata, dopo l’annuncio di Tremonti l’altroieri, fino alla cifra-monstre di 70 miliardi e oltre. La novità finale è anche una di quelle dal maggior impatto: il taglio alle agevolazioni fiscali che scatterà dal 2013 (la cosiddetta "clausola di salvaguardia" che sarà attivata nel caso in cui non fosse realizzata per tempo la delega per la riforma di Fisco e assistenza) sarà indistinto. Cioè riguarderà tutti i circa 480 regimi di favore oggi esistenti, a partire dai figli e familiari a carico, dalle spese per la sanità, dallo sgravio del 36% per i lavori edilizi e da quello del 55% per il risparmio energetico, dai costi per gli asili a quelli per i mutui e gli studenti universitari, fino alla detrazione sui redditi da lavoro dipendente e da pensione. A subire una sforbiciata saranno così pure le agevolazioni a favore del Terzo settore, delle Onlus e quelle in materia di Iva e di accise. Si tratta di una novità che conferma come questa manovra, cresciuta in modo abnorme con il passare dei giorni (e con l’aggravarsi dell’immagine dell’Italia sui mercati finanziari) finisca, al di là dei proclami del governo, col mettere pesantemente le mani nelle tasche dei cittadini.
Per tutte queste voci il taglio sarà lineare, cioè uguale, e pari al 5% nel 2013 e al 20% a partire dal 2014. E dovrà garantire un recupero, da destinare alla riduzione del deficit, di 4 miliardi di euro nel primo anno e di 20 miliardi nel secondo. Anche se la Cgil contesta queste cifre e, sostenendo che in realtà l’insieme dei vari regimi agevolativi oggi in vigore "vale" 161 miliardi, il loro taglio del 5 e del 20% farebbe risparmiare allo Stato rispettivamente 8 e 32 miliardi, quindi ben oltre i 20 previsti dal governo. L’unica possibilità concessa dalla norma, ha spiegato il relatore al Senato, Pichetto Fratin, è che "con successivi decreti il governo potrà decidere di escludere alcune categorie". Quindi, a esempio, potrebbe tener fuori gli sgravi per i familiari. Ma allo stato è solo un auspicio. La novità del testo finale, rispetto alla prima versione, è anche il rafforzamento dell’eventuale taglio: nella bozza il taglio lineare sarebbe dovuto scattare solo nel caso in cui entro settembre 2013 il governo in carica non avesse completato la riforma prevista dalla legge delega; ora invece anche la riforma dovrà comunque garantire quegli stessi importi (4 più 20 miliardi). Questo spiega anche il lievitare dell’intervento, rafforzato dall’azione del Senato: ora il decreto riduce il deficit di 47,97 miliardi di euro nel 2014, dai circa 40 miliardi del testo uscito da Palazzo Chigi. E le maggiori entrate assicurano il 60% dell’intera correzione. Nel dettaglio, l’intervento è poi da 2,10 miliardi sul 2011, da 5,58 sul 2012 e da 24,40 miliardi sul 2013. Altre novità decise nel corso dell’ultima nottata in commissione Bilancio, a Palazzo Madama, riguardano la revisione del Patto di stabilità con gli enti locali (sul quale si era rischiato l’empasse) e gli ammortamenti. Per questi, dopo le critiche di Confindustria è saltato anche il tetto al 2% (all’inizio doveva essere l’1%) per tutti i concessionari. In compenso arriva un aumento dello 0,30% dell’Irap (dal 3,90 al 4,20%) per i concessionari non autostradali, mentre per quelli di autostrade e trafori scende dal 5 all’1% la deducibilità del fondo spese di ripristino. Per gli enti locali, infine, è saltato il parametro di virtuosità sul rapporto fra la spesa per investimenti, finanziata con risorse proprie, e la spesa corrente. Eugenio Fatigante
15 luglio 2011 TUTTE LE NOVITA' Ticket subito, esenti over 65 e bimbi Dal superbollo alla visita fiscale
Sui ticket si gioca d’anticipo e si parte già da lunedì. La tassa per le visite ambulatoriali ed il pronto soccorso, infatti, sarà tra pochi giorni una realtà; una medicina amara per gli italiani, ma non per le casse dello Stato che risparmierà da subito 381 milioni di euro. Il testo iniziale della manovra metteva sul piatto 486 milioni di risorse destinate alla conferma per il 2011 dell’esenzione da questi ticket (dal 2014 scatteranno anche quello per i farmaci e per i ricoveri), una cifra che ora invece è scesa a 105. Uno degli otto emendamenti presentati dal relatore alla manovra 2012-2013, così, fa scattare ex nunc la misura che la prima versione della legge anti- deficit aveva previsto per il 1° gennaio 2012. Insomma, gli italiani dovranno pagare 10 euro per la diagnostica e la specialistica e 25 per gli interventi di pronto soccorso classificati col codice bianco. Ma anche qui ci saranno dei distinguo: resta in vigore difatti la gratuità delle visite per gli over 65 e per i bambini fino a 14 anni. "Nella manovra sono stati introdotti i ticket del 2007, ma restano le categorie deboli esenti" si è affrettato a precisare ieri il ministro della Salute Ferruccio Fazio. Dunque, la novità non sarà erga omnes. "Dobbiamo arrivare ad un sistema sanitario in cui le patologie siano curate con continuità assistenziale – ha aggiunto – evitando che il paziente entri ed esca dall’ospedale, facendo in modo che sia seguito sempre". In realtà, entrambi i ticket erano già presenti nella Finanziaria Prodi, ma di fatto le Regioni nella maggioranza dei casi hanno trovato coperture alternative, non applicando quindi il balzello ai cittadini. A parte la Basilicata, l’unica che non l’ha mai avuto, le altre amministrazioni hanno utilizzato per lo più le risorse statali (quasi un miliardo di euro l’anno). Secondo i dati Agenas (agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali), in realtà, per le prestazioni specialistiche le regioni chiedono già un contributo al malato fino ad un massimo di 36,15 euro (più alto in Calabria, Sardegna e Campania), prevedendo poi ognuna una serie di esenzioni. Il ticket sul pronto soccorso, invece, veniva in alcune Regioni applicato già da prima della Finanziaria 2007 e oggi esiste ovunque, tranne che in Basilicata. L’Agenas stima che su 30 milioni di accessi annui al reparto emergenza, circa 7 milioni e mezzo richiedono prestazioni classificate col codice bianco, il più leggero. Il rischio adesso è che, però, questi ticket aumentino ancora. Nella provincia autonoma di Bolzano e in Campania la quota fissa, infatti, è già il doppio: 50 euro. Alessia Guerrieri IL BOLLO TITOLI RESTA A 34,2 EURO PER GLI IMPORTI SOTTO I 50 MILA Non sarà una stangata ma dalla rimodulazione dell’imposta di bollo sul dossier titoli lo Stato conta comunque di avere un recupero di gettito annuo di circa 897 milioni di euro per il primo biennio e di circa 2.525 milioni dal 2013 in poi. Sono stati risparmiati i piccoli risparmiatori, i vecchi "Bot people" che generalmente hanno meno di 10mila euro nei loro depositi e che temevano di dover mettere i soldi sotto il materasso per non cadere nel paradosso di dover pagare in tasse più di quanto rendono i titoli in portafoglio. In base agli ultimi emendamenti infatti per tutti i conto titoli con una giacenza inferiore ai 50mila euro non cambierà nulla, l’imposta rimarrà di 34,2 euro l’anno e il piccolo "capital gain" dei risparmiatori dovrebbe restare pressochè intatto. Secondo i dati Gfk Eurisko si tratta complessivamente di circa 1,7 milioni di famiglie. I conti invece li dovrà fare chi ha dai 50mila euro in su ma nessun timore di accanimento o sacrifici in fumo. La manovra prevede quattro scaglioni, fatto salvo quello sotto i 50mila euro; c’è quello tra 50.000 e 150.000 su cui a regime (dal 2013) graverà un bollo di 230 euro; tra 150.000 a 500.000 euro si dovrà pagare 780 euro e per depositi superiori ai 500.000 euro il superbollo arriverà a 1.100 euro. BABY IMPRENDITORI UNDER 35 TASSATI AL 5% PER CINQUE ANNI Se hai meno di 35 anni e fiuto imprenditoriale per aprire un’impresa, paghi il 5% di tasse a forfait per cinque anni. La norma inserita nella manovra finanziaria, fortemente voluta dal ministro della Gioventù Giorgia Meloni, va a modificare in parte il regime fiscale agevolato già previsto nel nostro Paese per i giovani intraprendenti dalla Finanziaria 2008. Quello appena varato dal governo è "il regime fiscale più conveniente d’Europa", riservato a ragazzi sotto i 35 anni anni. Il capo del dicastero ha definito così la novità di una imposta sostitutiva ridotta al 5% per il primo quinquennio di attività, e anche oltre, fino al raggiungimento comunque dei 35 anni anni. Un incentivo orientato alla crescita che porterà le giovani generazioni a puntare sulla propria capacità creativa. L’attuale regime per baby manager applicato in Italia risale ad una manovra del governo Prodi e prevede per piccoli imprenditori (minori di 30 anni) o lavoratori in mobilità che iniziavano un’attività una tassazione forfettaria al 20% per tre anni, a patto che abbiano un fatturato inferiore ai 30.000 euro l’anno. Come la nuova norma si articolerà nel dettaglio non è ancora chiaro, per questo bisognerà attendere un decreto attuativo che ne specifichi le caratteristiche e gli ambiti di applicabilità. Non è ancora stato fissato neppure un tetto di spesa per finanziare questa misura che va, comunque, ad aggiungersi a tutte le altre agevolazioni già presenti nel nostro ordinamento a favore dell’imprenditoria giovanile. STIPENDI SOLO EUROPEI PER I NOSTRI PARLAMENTARI Gli stipendi dei titolari di cariche elettive – come parlamentari o amministratori locali, o di vertice – non potranno superare la media "ponderata rispetto al Pil" degli analoghi trattamenti economici previsti negli altri sei principali Stati dell’area euro. La norma si applica tuttavia dalle prossime elezioni o nomine e, per quel che riguarda le Camere, nel rispetto della loro autonomia costituzionalmente garantita. L’articolo 6 della manovra introduce dalla prossima legislatura un taglio del 10% al finanziamento dei partiti politici che, cumulato agli analoghi interventi già decisi negli anni scorsi, porta a una "riduzione complessiva del 30%". Gli aerei blu saranno presto limitati solo alle 5 massime cariche dello Stato: presidente della Repubblica, presidenti di Camera e Senato, presidente del Consiglio, presidente della Corte costituzionale. Sono ammissibili eccezioni ma solo se "specificamente autorizzate". Previsti inoltre limiti alle auto blu, che non potranno superare i 1600 centimetri cubici di cilindrata, con l’eccezione delle auto in dotazione al Capo dello Stato, ai presidenti del Senato, della Camera e della Corte Costituzionale, al presidente del Consiglio e "le auto blindate adibite ai servizi istituzionali di pubblica sicurezza". Le auto blu attualmente in servizio che non rispettano i parametri potranno essere utilizzate solo fino alla loro dismissione o rottamazione. COLLOCAMENTO: RIFORMA PER LIBERALIZZARLO Il collocamento al lavoro sarà riformato. Lo potranno fare anche enti come le scuole, i patronati, le università, i Comuni. Si tratta di un ampliamento delle opportunità di accesso al mercato del lavoro per i giovani che si trovano alla conclusione del loro percorso di studi secondario e che non hanno ancora le capacità per orientarsi nella ricerca di un’occupazione. AUTOMOBILI: SUPERBOLLO SOPRA I 301 CAVALLI Arriva il superbollo, che si applicherà dal 2011. È prevista un’addizionale di 10 euro per ogni chilowatt superiore a 225. Chi non la paga incorre in una sanzione pari al 30% del dovuto. Le modalità e i termini dell’addizionale saranno stabiliti con un provvedimento del ministero dell’Economia, da emanare entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della manovra. VISITA FISCALE: PER GLI STATALI DAL PRIMO GIORNO Per i dipendenti statali la visita fiscale sarà obbligatoria per le malattie il giorno precedente o successivo una festività. Sempre per il pubblico impiego, il blocco degli stipendi sarà prorogato al 31 dicembre 2014. Il blocco parziale del turnover sarà prorogato di un anno, ad esclusione di polizia, vigili del fuoco e agenzie fiscali. Previste anche limitazioni nell’uso delle auto di servizio. COMMERCIO: NEGOZI APERTI IN CITTA' La manovra pre |